Regia di Adrian Lyne, con Domique Swain (Lolita), Jeremy Irons (Humbert Humbert), Melanie Griffith (Charlotte Haize),Frank Langella (Clare Quilty).
Il maturo professore Humbert Humbert( ma che nome, scusate!) prende in affitto una stanza in casa in casa della vedova Charlotte Haze, dove conosce la figlia di lei, l’adolescente Lolita, per la quale prende un’enorme sbandata, che si trasforma pian piano in un passione morbosa a causa della quale Humbert perde completamente la testa. Dapprima, pur di stare vicino all’amata, ne sposa la madre, che però dopo poco muore in un incidente; rimasto libero, Humbert intraprende con la ragazzina, che ricopre di morbose attenzioni un viaggio per l’America, dove il rapporto tra lui e Lolita comincia risentire di alti e bassi, che culminano nell’incontro della ragazza con un famoso e affascinante critico cinematografico…
Seconda versione cinematografica dell’omonimo romanzo di Vladimir Nabokov, il film ha dovuto vedersela fin da subito col paragone fatto dai critici con la precedente versione, uno dei capolavori di Stanley Kubrick. Paragone a mio avviso sbagliato, anche se questo film non è certo memorabile: freddino e piatto come pochi, trova forza esclusivamente nelle prove recitative degli attori, non proprio da buttare. Jeremy Irons per me è l’Humbert ideale, nulla da dire, visto che comunque questo attore non mi è mai piaciuto! Ho trovato ottime anche Melanie Griffith nel ruolo tragico e caricaturale della madre di Lolita, una buona prova in cui si vede secondo me come quest'attrice si sia persa per strada con ruoli sbagliati,e l’esordiente (poi sparita, così come la Lolita di Kubrick) Dominique Swain , un mix di innocenza e conturbanza adolescenziale, almeno dal punto di vista di Humbert…comunque certamente un’attrice graziosa e non del tutto priva di fascino, secondo me aveva le potenzialità per fare una discreta carriera. Inesistente il Quilty di Frank Langella. Rispetto al film precedente (e al romanzo) viene inventato un prologo che spiega il perché dell’ossessione di Humbert per le adolescenti; particolare attenzione per gli oggetti di Lolita, che simboleggiano il feticismo di Humbert nei riguardi dell’amato bene. Insomma, tutto sommato, niente di così scandaloso e morboso(all’uscita il film fu vietato ai minori di 18 anni!), solo abbastanza noioso…
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