Regia di Ron Howard, con Tom Hanks(Robert Langdon), Ayelet Zurer(Vittoria Vetra),Ewan Mc Gregor(Camerlengo), Pierfrancesco Favino( Ernesto Olivetti), Armin Mhuller Stahl(Cardinale Strauss).
L’esperto di simbologia Robert Langdon viene stavolta convocato con urgenza dal Vaticano per per decifrare il significato di un simbolo recapitato insieme a una lettera minatoria che sembra ricondurre alla setta degli "Illuminati", una società segreta il cui fine è la distruzione totale della Chiesa Cattolica. Tutto questo avviene in un momento molto delicato per la chiesa, in quanto il vecchio Papa è appena morto e si sta svolgendo il conclave per eleggere il prossimo;la paura è quindi quella di un attentato che possa provocare migliaia di vittime. In Italia Langdon si avvale dell’aiuto della scienziata Vittoria Vetra, ma scoprirà che la minaccia è molto più seria di quel che si pensa…
A quanto pare secondo Dan Brown,autore di questo romanzo, il Vaticano è un posto dove ne succedono di tutti i colori e dove si nascondo i più perfidi cattivi mai visti, dove si ordiscono i complotti più trucidi che mirano unicamente alla conquista dell’umanità.
Già nel famoso IL CODICE DA VINCI, best seller in tutto il mondo, narrava un giallo simile basato su teorie “scandalose” e “bollenti” riguardanti la Chiesa (in realtà vecchie come il mondo cristiano e che il furbetto autore ha sfruttato a suo vantaggio cavalcando un po’ l’ignoranza della gente e un po’ l’avversione di alcuni per la Chiesa).
Pur non credendo che il Vaticano sia un covo di santi disinteressati e dediti unicamente alla pratica della carità cristiana, mi pare che esageri!
Anche qui la storia è tutto un susseguirsi di colpi di scena(molti telefonati, diciamoci la verità) spacciati per teorie nuove e trasgressive, talmente tanti che alla fin fine più che attrarre l’attenzione dello spettatore annoiano e basta, almeno a me è successo cosi.Certo in questo film non tutto è prevedibile ma quasi; volgiamo nominare poi le varie esagerazioni presenti? Come è possibile che un camioncino scarichi nella fontana di Piazza Navona (che tra l’altro è zona pedonalissima!), e in mezzo ai turisti, una lettiga con dentro un poveretto legato, e che nessuno se ne accorga se non quando arriva Tom Hanks?Come è possibile che negli archivi Vaticani, che si suppone siano ultra controllati nessuno si accorga che Tom e la sua aiutante hanno strappato la pagina di un prezioso e antichissimo manoscritto, e se la sono infilati in saccoccia?E vogliamo parlare dell’ apoteosi del Camerlengo, che appena marchiato a fuoco sul petto con un ferro pilota un aereo, si butta col paracadute, sbatte contro il cupolone poi contro le colonne di Piazza San Pietro e cade a terra, e dopo due secondi si rialza come se niente fosse?! Roba che a confronto Super man era un pivellino…
Per ovvie ragioni la maggior parte del film è stata girata in Italia, e sospetto che ragioni di politically correct abbiano indotto la produzione a ingaggiare almeno un attore italiano.La scelta è ahimè caduta su uno dei nostri attori migliori, il povero Pierfrancesco Favino: dico purtroppo perché qui gli fanno fare uno scontatissimo ruoletto da due soldi e poi dopo mezz’ora lo fanno morire. Bella roba…ma tant’è, sono gli attori americani che devono risaltare, si sa! E allora larghissimo spazio a Tom Hanks, bravo come sempre in un ruolo che purtroppo è una macchietta di suo: viene da domandarsi come mai dove passa Robert Langdon succede sempre qualcosa…forse visto che si trovano in Vaticano dovrebbe approfittare per farsi benedire!L’interpretazione migliore la fornisce a mio avviso Ewan Mc Gregor nel ruolo del Camerlengo, con colpo di scena un tantino telefonato ma comunque efficace, non certo la cosa peggiore del film.
Ron Howard è certamente regista molto abile nel narrare le storie e nel tenere viva l’attenzione dello spettatore, ma purtroppo quando si trova ad aver a che fare con copioni già Fatti come in questo caso non può certo farci nulla se il susseguirsi di improbabilità e colpi di scena rende il film noioso più di quanto non si vorrebbe ammettere.
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