Regia di Edward Zwick, con Brad Pitt (Tristan Ludlow),Anthony Hopkins(colonnello Ludlow),Aidan Quinn (Alfred Ludlow),Julia Ormond (Susanna),Henry Thomas(Samuel Ludlow).
In disaccordo sulla soluzione presa nei confronti dei pellerossa, un colonnello abbandona l'esercito e va a vivere in un ranch con i tre figli Alfred, Tristan e Samuel, che crescerà da solo dopo essere stato abbandonato dalla moglie. Nel 1914, il più giovane Samuel presenta a casa la fidanzata Susanna, affidandola al padre prima di partire coi fratelli per la Prima guerra mondiale,dove muore. Tornato a casa Tristan, il più ribelle e selvaggio dei fratelli, combatte coi fantasmi del passato e con la sua natura inquieta e vagabonda, intreccia una distruttiva relazione con Susanna: tutto ciò darà inizio a una serie di disgrazie…
Tratto dal romanzo omonimo (1979) di Jim Harrison, è un film che da ragazzina ho amato molto, non tanto per la storia d’amore(che ha catturato molte fan, anche se io non ho mai capito perché!) o per il solito Brad Pitt, ma per due motivi:gli splendidi paesaggi del Montana, evidenziati al meglio da un’ottima fotografia, e il fatto che ho un debole per le saghe familiari.
E’ la storia di un’anima ribelle, quella di Tristan, e di come questo influenzò la sua famiglia portando altrettante passioni e incomprensioni spesso distruttive, comunque non certo positive:nel corso del film ho pensato più volte “ma che famiglia sfortunata!”.
Eh si, perché a quanto pare nella famiglia Ludlow le disgrazie e le sfortune sono la normalità, qui basterebbe elencarne qualcuna:
-la moglie del colonnello lo abbandona con tre figli da crescere;
- il fratello più giovane muore in guerra, proprio sotto gli occhi di Tristan che nulla può fare per salvarlo;
- dopo anni di disgrazie il colonnello viene colpito da un ictus;
- Isabel II, la moglie di Tristan, muore durante una sparatoria;
- la povera Susanna deve digerire l’uso e consumo a suo completo discapito da parte di Tristan, l’abbandono senza alcuno scrupolo, il matrimonio di lui con Isabel II e infine la mancanza di figli. Tutto ciò le impedisce di apprezzare l’amore sincero di Alfred e la potrà, manco a dirlo, a una brutta fine.
E chi più ne ha più ne metta…le interpretazioni degli attori sono abbastanza buone, e tutto ciò unito ai due elementi sopracitati fa in modo che l’attenzione dello spettatore non scemi per tutta la durata del film(lunghetto, diciamolo pure), e che ci si interessi alla storia nonostante sia un po’ tutto telefonato…certo come ho detto, il fatto che molte donne siano state conquistate dalla storia d’amore tra Tristan e Susanna(e questo fa sì che spesso questo film venga classificato come film d’amore!) fa pensare a quanto noi donne(io me ne chiamo fuori perché come ho detto, non la considero una storia d’amore) spesso facciamo rientrare nel concetto di romanticheria la prestanza fisica del protagonista del film.
Un appunto:l'indiano che racconta la storia è già anziano all'inzio del film(è infatti il nonno di Isabel II), e racconta la storia della famiglia fino alla fine, dopo la morte di Tristan, ultimo rimasto della dinastia.Quindi sopravvive a tutti... ha forse bevuto l'elisir dell'eterna vita?
Nel 1995 il film vinse un premio Oscar, meritatissimo, per la migliore fotografia.
Tiziana
Commento di CINEPAZ in data 1 agosto 2010:
RispondiElimina"Ti quoto sul Oscar alla fotografia, anche se il film perde un pò di tono verso la metà, cosa abbastanza comune, sicuramente da vedere, complimenti per la grafica e per il blog."