domenica 26 gennaio 2020

Piccole donne (Little women), 2019

Regia di Greta Gerwig, con Emma Watson (Meg), Saoirse Ronan (Jo), Eliza Scanlen (Beth), Florence Pugh (Amy), Laura Dern (Mamee), Meryl Streep (Zia March), Timotheè Chalamet (Laurie), Louis Garrel (Friedrich Baher).


Durante la Guerra di Secessione le quattro sorelle March, Meg, Jo, Beth e Amy vivono insieme alla madre una vita felice e serena, pur se tra le ristrettezze e la preoccupazione per il padre soldato.Tra le quattro ragazze, molto unite tra di loro seppur tanto diverse di carattere, spicca come personalità Jo,che avrebbe voluto nascere maschio, aspira all’indipendenza e sogna di fare la scrittrice;  Meg, la maggiore, che ama l’eleganza anche tra le ristrettezza cui è costretta; Beth, la sorella dolce e tranquilla, che ama suonare il piano; Amy, la più piccola,un poco capricciosa e vanesia, con la passione per il disegno e l’arte....





Alla notizia dell'ennesima versione del mio libro preferito da piccola, chissà perchè, ho avuto subito un sesto senso visto che la reazione è stata un "Ancora?!" (L'ultima è quella miniserie a puntate di due anni fa); in seguito, la visione del trailer, la presenza di Emma Watson (mi spiace, ma non riesco proprio a capire l'entusiasmo attorno a quest'attrice) e alcuni articoli negativi non hanno fatto altro che 

Ma nonostante tutto l'amore per questo romanzo ha prevalso e ho deciso di non fasciarmi la testa prima di essermela rotta, così sono andata ugualmente a vedere il film. e il mio giudizio, una volta uscita, è stato appunto quello che pensavo: "MEH!".
Mi spiace perchè preso singolarmente non è un brutto film e la maggior parte degli attori se la cava egregiamente nel proprio ruolo...ma proprio non sono riuscita a farmelo piacere.
In una trasposizione cinematografica o televisiva di un romanzo è da mettere in conto qualche cambiamento visto che sono dei registri narrativi molto diversi fra loro, ed è anche assodato che non sempre i cambiamenti stonano o rimangono sgraditi: e quindi passi per il mood narrativo per cui si comincia quando Jo è già a New York e ricorda l'infanzia con le sorelle in flashback che si alternano con la sua vita attuale, passi per il solito inspiegabile espediente di mettere Beth come sorella minore invece che Amy (l'unica versione che aveva rispettato il vero ordine di età delle sorelle era quella con Winona Ryder), passi anche per alcune scene inventate ma che, contestualizzate all'interno della storia, ci possono pure stare; ma altri NO. 

NO alla solita immancabile moda di infilare tematiche che non c'entrano nulla: siccome il razzismo era già presente nel romanzo (il padre delle ragazze combatte contro gli schiavisti) hanno voluto a tutti i costi rincarare la tematica femminista (peraltro già presente anche quella nel romanzo originale e in buona dose!) affibbiando cose che stonano con i caratteri dei personaggi: l'ambizione di Meg di fare l'attrice (quando Meg era "ambiziosa" nel senso che voleva sposare un uomo ricco per uscire dalla povertà)?! E' la mamma che chiede alle figlie di donare la colazione di Natale alla famiglia povera (annullando così il significato del gesto, che era spontaneo in quanto derivante totalmente solo da una scelta delle ragazze)?! Che c'entra che la mamma ha l'abitudine di cucinare di notte? E devono sempre muoversi in gruppo, visto che a casa Laurence arrivano tutte insieme dopo che Laurie ha soccorso Amy a cui il maestro aveva frustato le mani a scuola ( anche qui cambiando completamente il senso della scena originale)?! E come faceva il signor Laurence a sapere che le ragazze avevano donato la colazione visto che - nel film, ripeto- manco si parlavano in quel momento?! Per non parlare della sfuriata di Jo contro il professore, dopo che è stata lei a chiedergli un parere sui suoi racconti, o la frase sul bordello che zia March dice alla nipote (è ironica, ovvio. Ma ve la immaginate zia March che dice quelle cose? Io francamente no!)Non ho capito inoltre perchè prendere un'attrice ragazza per interpretare Beth e poi metterla a giocare con le bambole, facendola sembrare così una ritardata; si vede poco per fortuna ma l'impressione è stata molto sgradevole. Un'attrice bambina (e quindi più credibile) no?
Allo stesso modo...ridicola (non per colpa sua) Florence Pugh nei panni di una Amy bambina quando è adatta solo per Amy adulta; stessa cosa accaduta del resto a Liz Taylor nella versione del 1949...
Sarà una cosa sciocca, ma tutte queste cose (e molte altre: Jo che si fa convincere dalle sorelle a raggiungere il professore perchè ne è innamorata e viene accompagnata addirittura da loro!) hanno inficiato la visione di un film che, se non altro, dopo 32 anni di amore infinito mi ha portato a riflettere su alcuni difetti che prima d'ora mai avevo considerato: ad esempio il fastidioso pippotto morale di Laurie alla povera Meg, rea di volere per una sera godersi una serata di divertimento e di cambiamento dal solito tran tran, e il fatto che per Jo sembrano esserci pochi occhi di riguardo in varie situazioni rispetto a Amy. Ho apprezzato inoltre che la storia si concluda giustamente come nel libro, ovvero con l'inaugurazione della scuola fondata da Jo e dal marito.
Peccato perchè Saoirse Ronan è un'ottima Jo e Meryl Streep non sfigura nei panni di zia March; Timotheè    va bene come Laurie ma solo per i primi anni, dopo ha troppo la faccia da bambino per essere credibile nei panni del giovane debosciato che si innamora di Amy. Emma Watson è una Meg troppo leziosa (ma questo me lo aspettavo).
Speriamo che la prossima versione (non dubito che prima o poi qualcuno ci riproverà) venga meglio!





giovedì 23 gennaio 2020

Vacanze di Natale 2000, 1999

 Regia di Carlo Vanzina, con Massimo Boldi (Ettore Colombo), Christian De Sica (Giovanni Covelli),Nino D'Angelo (Pasquale Esposito),Megan Gale, Enzo Salvi (Er Cipolla), Monica Scattini (Patrizia Covelli). 


A Cortina D'Ampezzo si incrociano le storie vacanziere di vari personaggi: la famiglia Covelli ospita la famiglia Colombo per via dei due figli fidanzati fra loro, ma oltre al fatto che i lavori di ristrutturazione della casa sono ancora in alto mare le due famiglie non vanno per nulla d'accordo, in particolare i due capifamiglia; poi abbiamo Pasquale Eposito, pizzaiolo napoletano vincitore del primo premio al SuperEnalotto, che ha deciso di offrire le vacanze alla sua numerosa famiglia; la modella Megan Gale sta girando uno spot natalizio e durante una serata in discoteca conosce un giovane studente che per conquistarla millanta di essere figlio di un famoso industriale...



Tra i cinepanettoni questo è il mio preferito, non tanto perchè migliore di altri (sostanzialmente è uguale) ma perchè ad esso ed al periodo in cui l'ho visto mi legano vari bei ricordi.
Al solito duo Boldi- De Sica stavolta si aggiunge Nino D'angelo nel ruolo di un simpatico pizzaiolo napoletano assurto agli onori della cronaca per aver vinto il primo premio al SuperEnalotto( beato lui!); così con famiglia al seguito ha deciso di passare le vacanze di Natale a Cortina. Le vicende di questi tre personaggi principali si incroceranno nel solito intrico di gag comiche (a volte già viste) e situazioni paradossali e piuttosto stereotipate che si risolveranno dopo Capodanno, giusto in tempo per tornare alla vita di ogni giorno.
Il tutto con sottofondo varie hit di fine anni '90.
Tra gli interpreti, la modella Megan Gale (personaggio popolare all'epoca per una serie di spot telefonici) e una giovanissima (forse esordiente) Micaela Ramazzotti nel ruolo dell'antipatica figlia di De Sica. 



martedì 21 gennaio 2020

I Medici 3- Nel nome della famiglia, 2019



Regia di Christian Duguay, con Daniel Sherman (Lorenzo De' Medici), Synnovea Karlesen (Clarice Orsini), Sarah Parish (Lucrezia Tornabuoni), Sebastian de Souza (Sandro Botticelli), Alessandra Mastronardi (Lucrezia Donati), Francesco Montanari (Girolamo Savonarola), Neri Marcorè (Papa Innocenzao VIII ), Aurora Ruffino (Bianca Medici), Toby Regbo (Tommaso Peruzzi), Jhonny Harris (Bruno Bernardi), Rose Williams (Caterina Sforza),Jack Roth (Girolamo Riario), Jack Bannon (Angelo Poliziano),Jacob Dudman (Giulio de Medici), Louis Partridge (Piero de Medici), Grace O'Leary (Maddalena de Medici), William Oliveri Franklin Miller (Giovanni de Medici).


Sono passati circa dieci anni dalla Congiura Dei Pazzi: Lorenzo il Magnifico ha consolidato il proprio potere a Firenze, spendendosi notevolmente a favore della cultura e delle arti. Ma una nuova minaccia si profila all'orizzonte : l'armata pontificia e quella del Regno Di Napoli si coalizzano per cercare di invadere Firenze, al comando di Girolamo Riario, nipote di Papa Sisto e unico congiurato scampato alla vendetta del Magnifico. Che per salvare la città deve affrontare molte difficoltà, compresa l'opposizione dei Priori.
Nel frattempo si scopre che il defunto Giuliano de Medici aveva avuto un figlio illegittimo, Giulio: alla morte della madre il bambino viene accolto in casa Medici e cresciuto assieme ai figli di Lorenzo e Clarice....




La terza stagione della serie tv sui Medici riprende con un salto temporale di dieci anni dagli eventi narrati nella seconda serie: personalmente ho sentito la mancanza di personaggi come Jacopo e Francesco Pazzi, difatti mi è sembrata meno appassionante.
La storia è incentrata sulla maturità del Magnifico, ancora segnato (comprensibilmente) dalla morte del fratello Giuliano  e per questo incupito e disincantato: la Congiura dei Pazzi ha rappresentato non solo la morte dell'amato fratello, ma anche la fine delle illusioni giovanili di Lorenzo, che credeva in un mondo di pace, giustizia e bellezza e si prodigava per realizzare in tal modo la grandezza di Firenze.
Se dal lato privato le cose vanno bene (il rapporto con la moglie Clarice Orsini si è consolidato e allietato dalla nascita di tre figli), in un epoca burrascosa come quella di fine '400 non si può mai stare tranquilli e Firenze non fa eccezione, visto che (come da trama) l'armata pontificia cerca di espandere inopinatamente i propri domini. E Lorenzo stavolta dovrà non solo sbattersi per trovare il modo di salvare la città e la propria famiglia, ma combattere con un numero crescente di nemici che cominciano a vederlo come un tiranno; tutto ciò avrà un prezzo molto alto, perchè non solo sarà costretto a sporcarsi le mani di sangue più volte, ma anche a sacrificare la propria famiglia e i propri figli, finendo con l'allontanare la moglie e il migliore amico Botticelli. 

Il clima della serie quindi è sostanzialmente cupo con pochi momenti di gioia, vista anche la malattia che colpisce Lorenzo e che lo porterà alla morte. 
Come sempre la storia è notevolmente romanzata: ad esempio la figura di Girolamo Riario e il suo rapporto con la moglie Caterina Sforza sono stati notevolmente stravolti, così come il rapporto tra lo stesso Lorenzo e Ippolita Sforza (qui dipinto addirittura come un presunto tradimento, cosa che nella realtà non avvenne), il rapimento di Clarice e molte altre cose inventate. Ci sta, anche se un poco più di fedeltà alla storia non sarebbe certo dispiaciuta
Altre volte ancora si cade nel ridicolo: tutto il tragico amore di Giuliano per Simonetta Vespucci (notevolmente esagerato anche quello e che comunque è stato uno dei leit motiv che hanno tenuto banco nella seconda stagione) qui viene totalmente cancellato per giustificare la relazione con la madre del figlio illegittimo Giulio, assurta improvvisamente a grande amore della vita del defunto:  e tutto quanto narrato prima?! 
Accanto agli attori già conosciuti nella seconda stagione, alcune new entry:  Francesco Montanari nel ruolo di Savonarola (molto incisivo a mio avviso), Neri Marcorè nel ruolo del Papa Innocenzo ("bah"), Rose Williams nel ruolo della combattiva Caterina Sforza. Personalmente ho apprezzato anche i giovani attori che interpretano la nuova generazione dei Medici.
Nonostante tutto, spettacolo ben fatto e godibile, se non si hanno pretese storiche.





sabato 18 gennaio 2020

Tutti insieme inevitabilmente ( Four Christmases), 2008


Regia di Seth Gordon, con Reese Whiterspoon (Kate ), Vince Vaughn (Brad), Robert Duvall (Howard),Sissy Spacek (Paula),Mary Steenburgen (Marylin), Tim McGraw (Dallas).

Kate e Brad sono una cppia di fidanzati che convive felicemente e che odia il Natale: ogni anno infatti fingono con i familiari di partecipare ad attività di volontariato in Africa mentre invece trascorrono le vacanze in mete esotiche.
Una volta purtroppo la partenza viene annullata a causa di avverse condizioni meteo, e in più grazie ad un servizio del Tg dove vengono per caso ripresi in aereoporto anche le famiglie scoprono che sono rimasti in patria. Quale migliore occasione per trascorrere il Natale?
Peccato che entrambi siano figli di genitori divorziati e quindi dovranno trascorrere le vacanze correndo da una parte all'altra del Paese per stare con ogni famiglia di ogni genitore...




Tipica commedia natalizia del filone "anti- Natale", come sempre solo in apparenza dato che il lieto fine è sempre scontato.
Diciamo pure che i due protagonisti stavolta hanno dei buonissimi motivi per voler trascorrere il Natale lontano dai parenti: già il solo fatto riportato nella trama di dover fare la spola in due giorni tra quattro famiglie ognuna delle quali abitante in una zona diversa degli USA farebbe salire il nazismo anche a un'amante del Natale come me, aggiungiamoci poi che i parenti  stessi non sempre si meritano tale premura, inclini come sono a raccontare imbarazzanti annedoti personali dei congiunti al compagno/a (sapendo benissimo, o intuendo, che la cosa non è affatto gradita) ma combinando la solita sequela di casini. Aggiungiamoci battibecchi e breve crisi sentimentale che sorge tra i due innamorati, e la commedia è servita. 
Il tutto comunque in questo caso ci regala un film tutto sommato gradevole, con due protagonisti bravi e che funzionano tra di loro, anche se a mio avviso si eccede con le situazioni paradossali e sopratutto con le eccentricità di alcuni parenti. 
Lieto fine scontato, ma originale. 



domenica 12 gennaio 2020

I miserabili (Les Miserables), 2018

Regia di Tom Shankaland, con Dominic West (Jean Valjean), David Oyelowo (Javert), Lily Collins (Fantine), Ellie Bamber (Cosette), Erin Kelleyrman (Eponine), Josh O'Connor (Marius), Olivia Colman (Madame Thenardier), Adeel Ahktar (Monsiuer Thenardier).


Nel 1815 Jean Valjean, forzato che è in galera da vent’anni per un furto, viene scarcerato: la sua vita cambia grazie all’incontro con il caritatevole vescovo Myriel, che gli insegna l’importanza del perdono e lo convince a rifarsi uan vita onestamente. Valjean cambia vita, col nome di Madeline diventa sindaco della cittadina di Montreuil sur mer, dove apre una fabbrica che tratta i lavoratori umanamente e con giustizia.Tutti lo amano, ma l’ispettore Javert che da anni lo insegue riesce a rintracciarlo. La vicenda di Valjean si incrocia con quella di Fantine, una ragazza madre che dopo essere stata licenziata ingiustamente dalla fabbrica si riduce in povertà per mantenere la figlia Cosette, affidata ai locandieri Thenardier, che la usano come servetta trattandola crudelmente.Quando Fantine muore, Valjean promette di rintracciare la bambina e prendersene cura…

Ennesima trasposizione Tv del celeberrimo romanzo di Victor Hugo, che io amo molto e quindi non mi perdo quasi mai ogni versione che sia cinematografica o televisiva. Essendo poi prodotta dalla BBC questa versione prometteva avere una marcia in più anche se tre puntata per una storia così corposa mi sembravano un po' poche...ma non è questo che mi ha fatto storcere di più il naso, e che sopratutto mi ha impedito di apprezzare il prodotto come speravo.
No, piuttosto è il solito vizio moderno di affibbiare tematiche e problematiche moderne- in particolare il femminismo e la multiculturalità- a epoche in cui queste due cose non esistevano nemmeno  nel romanzo (visto che è stato scritto da un autore vissuto tra il     ), figuriamoci nella mente delle persone che vi hanno vissuto realmente. 
In un ottica di questo tipo il messaggio principale dell'opera            viene annacquato infilandoci in mezzo tutt'altro e sacrificando così per ovvie ragioni di spazio e tempo lo sviluppo di alcuni personaggi. 


Tra questi il cattivo Javert, che appare esclusivamente come uno fissato in maniera stupidissima che nemmeno lui sa spiegarsi con Jean Valjean, e che invece pur cattivo è un personaggio con un complesso sistema di valori e di idee ben radicati che motivano ogni sua azione. Passi, poi, per i battibecchi padre - figlia tra Valjean e Cosette che possono pure essere un diversivo simpatico nei rapporti tra i due, ma vedere istanze femministe (seppure non troppo accentuate)  in Cosette mi sembra pure troppo, visto anche il background del personaggio. Ma quello che mi ha veramente irritato e rovinato la visione è stata la scelta di mettere attori di colore o mulatti a interpretare personaggi che non lo sono per nulla, scelta dettata dalla moda attuale nel mondo dello spettacolo secondo la quale i razzismo si combatterebbe mettendo un tot. di attori non bianchi in ogni film, a prescindere da qualunque altra cosa. La ritengo uan cosa veramente stupida che oltretutto non c'entra nulla con la lotta al razzismo o alla discriminazione. 
E quindi no al Javert nero, no alla Eponine mulatta (era notevolmente meglio quella del cartone animato!), no al Gavroche mulatto e no la Thenardier con fisionomia pakistana. E non c'entra nulla con la bravura o meno degli attori (i due attori che interpretavano Javert e Thenardier mi sono sembrati molto bravi); mi spiace per loro e rispetto il loro lavoro, ma in quei ruoli stonavano. 

Così come ha stonato e si è sentita la cancellazione di alcuni personaggi, tra cui Fauchlevant. 
Mi è invece piaciuta moltissimo Lily Collins nel ruolo di Fantine e Olivia Colman nel ruolo della Thenardier; ho apprezzato anche West nel ruolo di Jean Valjean e la Bamber nel ruolo di Cosette (istanze femministe a parte). Belli anche i costumi e le ambientazioni, ma purtroppo visti i difetti di cui sopra non bastano a mio avviso a salvare un prodotto comunque dignitoso e ben fatto. 


lunedì 6 gennaio 2020

Last Christmas, 2019


Regia di Paul Feigm, con Emilia Clarke (Kate),Henry Golding (Tom), Emma Thompson (Petra), Michelle Yeoh (Santa), Lydia Leonard (Marta).

Kate è una giovane donna dalla vita scapestrata: non ha una dimora fissa, evita i rapporti con la famiglia, passa da un uomo all'altro e da un'audizione all'altra (senza successo) dato che coltiva il sogno di diventare cantante o attrice.
Un giorno conosce Tom, simpatico ragazzo con il quale c'è da subito un'intesa speciale...



Commedia tipicamente natalizia basata come si vede dal titolo- sulle canzoni di George Michael, con la curiosità principale per molti di vedere la protagonista Emilia Clarke in un ruolo diverso da quello di Daenerys Targaryen della serie tv "Il trono di spade", che l'ha imposta all'attenzione mondiale del pubblico.
Non ha infatti niente di più e niente di meno dei tipici film natalizi che durante le Feste passano a iosa sopratutto in Tv, e fin qui tutto bene, solitamente da questo tipo di film non ci si aspetta molto altro in quanto concepiti apposta per far passare una serata mettendo buonumore. Tuttavia come sempre c'è modo e modo di fare le cose anche con film molto semplici come questi....e questo film non mi ha soddisfatto molto, anzi quasi per nulla. 
La protagonista è la tipica cretinetti scapestrata che vorrebbe risultare simpaticamente originale ma che invece mi ha fatto più volte venire il nervoso con atteggiamenti assurdamente idioti oltretutto ripetuti in maniera esagerata (cambiarsi per la strada, girare con gli stivali da elfo, evitare SEMPRE di rispondere al telefono ai familiari e altre amenità del genere), e il rivelare la motivazione del suo comportamento mette solo il carico da undici su tutto. L'espediente narrativo che coinvolge il protagonista maschile poi (non faccio spoiler) è assurdo e pure un po' patetico: mi ha ricordato una di quelle storielle che si scrivono sui diari degli adolescenti e che girava ai tempi in cui andavo a scuola. 
Migliora un poco il finale con la ricompattazione della famiglia, dove ognuno impara ad accettare gli altri per come sono senza troppe recriminazioni, ma d'altra parte un finale di questo tipo in un film del genere è quasi scontato. Il tutto non  dipende dagli attori che sono anche passabili, ma proprio  il  livello di sceneggiatura è scarso.
Restano l'ambientazione natalizia e la colonna sonora, ma dato che a me George Michael non è mai piaciuto molto è troppo poco per farmi apprezzare il film. 
Sono sicura comunque che c'è chi lo adorerà, se non altro per il genere.






venerdì 3 gennaio 2020

Pinocchio, 2019




 Regia di Matteo Garrone, con Roberto Benigni (Geppetto), Federico Ielapi (Pinocchio), Massimo Ceccherini (La volpe), Rocco Papaleo (Il Gatto), Gigi Proietti (Mangiafuoco), Marine Vacht (La Fata Turchina adulta), Maria Pia Timo (La Lumaca), Nino Scardina (Omino di burro),Alessio Di Domenicatonio (Lucignolo).


Il falegname Geppetto costruisce un bel burattino, Pinocchio, per avere un po’ di compagnia. Pinocchio però si rivela da subito troppo vivace, disobbediente e con una forte inclinazione e cacciarsi in seri guai: invece di andare a scuola scappa per andare al teatro di burattini di Mangiafuoco...



Come film "traghettatore" nell'anno nuovo ho scelto questa nuova versione di Pinocchio, dove Roberto Benigni (interprete del burattino nell'omonimo film da lui diretto nel 2002) a distanza di 17 anni stavolta interpreta il ruolo di Geppetto. 

A dispetto delle tante critiche che ho letto e sentito, non sono rimasta delusa: al fronte di qualche cambiamento è una versione abbastanza fedele alla storia originale, in particolare nell'ambientazione e nella caratterizzazione dei personaggi. 
La storia viene giustamente riportata nell'ambientazione originale, la campagna toscana povera e sporca dell'800, abitata da gente umile il cui massimo divertimento poteva essere, ad esempio, uno spettacolo di burattini. Nel caso di questo film la tecnologia digitale e i moderni effetti speciali aiutano senza snaturare o apparire snervanti, rendendo burattino di legno un interprete vero di cui però traspaiono al massimo occhi ed espressioni del viso, o rendendo realistica al massimo la trasformazione di Pinocchio e Lucignolo in asini (una scena forse un po' forte, sicuramente di grande impatto e realistica in base alla storia originale) e anche quella del teatro dei burattini. 

Interpreti tutti straordinari e sinceramente nn avrei mai immaginato di dirlo, ad esempio, di Ceccherini che per quanto simpatico è sempre stato comunque emblema di una comicità di un tipo piuttosto basso e volgare. Mentre qui è un'ottima Volpe, viscida e imbrogliona ma che sa anche far sorridere (se non ridere), accanto al Gatto di Rocco Papaleo, spalla non troppo furba e con la caratteristica (presente anche nel personaggio originale del libro) di ripetere le ultime parole di ciò che sente; due attori che hanno saputo contenere la propria comicità mettendola a servizio del proprio personaggio senza snaturarlo e senza snaturarsi. 
L'ex Pinocchio Benigni se la cava molto bene  costruendo un Geppetto povero e dimesso ma da cui traspare anche una certa vivacità, una voglia di cambiare che si concretizza con la creazione del burattino; Geppetto che si sente subito padre (molto bella la scena-aggiunta in quanto non presente nel libro- in cui lui esce tutt felice gridando "Mi è nato un figliolo!" a tutto il vicinato) e che lo rimane fino alla fine nonostante tutto. 
I migliori però a mio avviso sono l'orribile Omino di Burro di Scardina (orribile nel senso che dalla sua untuosità traspare il suo essere un Orco) e la Lumaca della Timo.
Anche gli scenari sono molto curati, in particolare la casa della Fata, quella di Geppetto, il teatro dei burattini, così come i costumi e gli effetti speciali digitali, il tutto contribuisce a ricreare in maniera molto fedele la storia così come viene narrata nel libro. Personalmente posso dire che il Can Barbone era proprio così che me l'ero immaginato io da bambina leggendo il libro!
A questo punto mi chiedo sinceramente se chi ha criticato ha almeno letto il libro oppure cosa conosca della storia originale....