sabato 30 maggio 2020

Una mamma per amica- Di nuovo insieme (Gilmore Girls: A year in the life), 2016

Ideata da Amy Sherman Paladino, con Lauren Grahm (Lorelai Gilmore), Alexis Bledel (Rory Gilmore), Scott Patterson (Luke Danes), Milo Ventimiglia (Jess Mariano), Jared Padaleki (Dean), Kelly Bishop (Emily Gilmore), Liza Weil (Pris Gellar), Keiko Agena (Lane Kim), Yanic Truesdale (Michel), Sean Gunn (Kirk Gleson), Matt Czuchry (Logan Hutzberger)


La miniserie si divide in quattro episodi, uno per ogni stagione: "Inverno", "Primavera", "Estate" e "Autunno". Sono passati dieci anni, ritroviamo Rory giornalista affermata in procinto di scrivere il suo primo libro e in crisi di idee, che ritorna a Stars Hollow inizialmente per qualche giorno (la cosa poi si prolungherà in varie visite nel corso dell'anno citato nel titolo originale). Ritrova così non solo la frizzante mamma Lorelai che ormai fa coppia fissa con Luke, ma anche, man mano, tutte le persone che hanno fatto parte della sua vita fino alla maturità e che, in un modo dell'altro, contribuiranno ad aiutarla...







"Una mamma per amica", andato in onda in Italia dal 2002  al 2009 , è stato uno dei miei telefilm preferiti al quale mi legano parecchi ricordi; quindi, anche se in generale evito le "reunion" del cast dopo tanti anni (ho evitato accuratamente anche quella di "Beverly Hills 90210", telefilm per me molto più importante di questo) stavolta mi sono lasciata vincere dalla tentazione di vedere questa, complice più che altro il fatto che 1- mi è stato prestato da mia sorella, anche lei fan della serie; 2- ero curiosa di vedere il funerale di nonno Richard, scena con cui viene omaggiato l'attore Edward Hermann, scomparso nel 2014.
Il risultato  è stato che la mia idea iniziale su queste "reunion" è ESATTA: sotto alcuni aspetti era proprio meglio se non lo vedevo!
Ovviamente la cosa migliore  è stata rivedere tutti i personaggi (a parte Sookie, che ufficialmente si è trasferita altrove: l'attrice Melissa McCarthy è ormai lanciata al cinema e ha declinato questa occasione), purtroppo come spesso capita in questi casi il problema è il "come" li ritroviamo, ovvero la storia che gli autori costruiscono. E purtroppo...in questo caso inutile negare che la storia fa acqua da quasi tutte le parti.
Innanzitutto l'improbabilità (e a volte, proprio la stupidaggine) di certe storie: ok che dopo tanti anni uno può cambiare, ma...Rory che dimentica continuamente il fidanzato in carica (personaggio totalmente inutile)?! Lorelai e Luke che si rivolgono alla clinica degli uteri in affitto gestita da Paris?! Rory che diventa una "ragazza facile"?! No, no non ci siamo, queste sono cose che non vanno d'accordo con questi personaggi. 
Questi sono solo pochi esempi,e non li metto tutti per non dilungarmi troppo, ma davvero ce n'è per tutti; aggiungiamo personaggi cristallizzati nello scimmiottare sè stessi, dialoghi che di frizzante hanno ben poco ma risultano solo molto fastidiosa da ascoltare perchè si vede che sono "tirati", situazioni forzatamente originali che finiscono quindi per essere sciocche (e sono gentile).
In sostanza il brodo risulta anche troppo allungato; ho apprezzato solo le storie di Emily (che si ritrova a gestire la vedovanza in modo abbastanza originale ma non incredibile) e di Kirk.
Alla fine fine avevo ragione io: l'unico momento che vale qualcosa è proprio il commovente funerale di nonno Richard.
Meglio dimenticarlo e rivedere la serie originale...

P.S: Logan insopportabile COME SEMPRE!




giovedì 28 maggio 2020

Rocco Chinnici- E' così lieve il tuo bacio sulla fronte, 2019


Regia di Michele Soavi, con Sergio Castellitto (Rocco Chinnici), Cristiana Dall'Anna (Caterina Chinnici),Virginia La Tella (Elvira), Luigi Imola (Giovanni),Manuela Ventura (Agata), Bernardo Casertano (Paolo Borsellino), Paolo Giangrasso (Giovanni Falcone).


Il 29 luglio 1983 il giudice un'autobomba posta davanti al palazzo  in cui viveva con la famiglia causa la morte del giudice Rocco Chinnici, dei due agenti di scorta Salvatore Bartolotta e Mario Trapassi e il portiere dello stabile Stefano Li Muli.
Rocco Chinnici era da tempo nel mirino; in prima linea nella lotta contro la mafia ancora quando si diceva "la mafia non esiste",aveva da poco fondato il pool antimafia assieme a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Giuseppe Di Lello; il film ne ripercorre la storia personale e familiare, raccontata dalla figlia Caterina che da poco è entrata anch'essa in magistratura...





Tratto dal libro "E' così lieve il tuo bacio sulla fronte" ( ) di Caterina Chinnici, è un bello e doveroso omaggio al giudice che  per primo ebbe l'idea di fondare il primo pool antimafia     
Figura talvolta un po' dimenticata rispetto ai più noti colleghi Falcone e Borsellino, Chinnici viene raccontato attraverso gli occhi della figlia Caterina, anch'essa giudice e per qualche tempo collega del padre, un racconto affettuoso e un po' agiografico, anche se il giudice non era certo privo di difetti (un po' troppo severo sotto alcuni aspetti, ho provato pena per i poveri fidanzati della figlia).
Il film ripercorre ci racconta un uomo integerrimo dedito al lavoro e alla famiglia, ma anche molto umano nel suo lavoro e con le persone con cui aveva a che fare; una persona  concreta, semplice, capace di farsi rispettare senza autoritarismi o prepotenze, ma proprio per questo con molti nemici, sopratutto in un tempo in cui di mafia non si osava proprio parlare. 

Sergio Castellitto, ormai specializzato in interpretazioni biografiche,  ci regala un'altro personaggio impeccabile (manca un po' l'accento siciliano che invece gli altri personaggi hanno tutti), affiancato dalla giovane  Cristiana Dall'Anna  nel ruolo della figlia che sceglie di seguire le orme paterne anche dopo la sua morte. 
Data la storia e l'ambientazione, sfilano inevitabilmente i più famosi protagonisti di quella stagione, che al pari di Chinnici pagarono con la vita la loro giusta scelta di combattere la mafia: Terranova, La Torre, Mattarella, Dalla Chiesa, Falcone, e accanto a loro i tantissimi poliziotti e carabinieri uccisi. In questo film più che in altri ho percepito in maniera drammatica e pesante ciò che possono avere provato queste persone quando chiaramente, all'ennesima uccisione mafiosa, sapevano perfettamente che la loro fine si stava avvicinando. E nonostante tutto hanno scelto da che parte stare...



lunedì 25 maggio 2020

La ruota delle meraviglie (Wonder Wheels), 2017

Regia di Woody Allen, con Kate Winslet (Ginny), Jim Belushi (Humprey), Juno Temple (Carolina), Justin Timberlake (Mickey).




Coney Island, anni '50: la giovane Carolina, in fuga dal marito gangster sposato anni prima contro il volere della famiglia, ritorna dal padre Humprey, manovratore di giostre nel Luna Park. Dopo la morte della prima moglie l'uomo si è risposato con Ginny, ex attrice fallita e divorziata madre di Ritchie, figlio problematico che sfoga i suoi problemi in episodi di piromania e piccoli furti.
Dopo il primo momento di arrabbiatura  Humprey riaccoglie con gioia la figlia e l'aiuta a iscriversi ad una scuola serale per cominciare a rifarsi una vita. Inizialmente il rapporto tra Carolina e Ginny è buono, ma quando la giovane conosce casualmente Mickey, giovane bagnino amante di Ginny, le cose degenerano...

ATTENZIONE SPOILER!


Non ricordo il perchè ma avevo perso questo film di Woody Allen all'epoca di uscita nei cinema, l'ho quindi recuperato durante la quarantena e non mi ha affatto deluso; avevo letto molte critiche a riguardo ma, seppure non sia dei suoi migliori (i quali in verità mi sembrano piuttosto lontani ormai) è certamente uno di quelli che mi ha più coinvolto emotivamente parlando.
La "Wonder Wheel" del titolo originale è la ruota panoramica del Luna Park di Coney Island, luogo di ambientazione della pellicola e più volte citato in altri film di Allen- la quale torreggia sulle giostre e sull'umanità sottostante, facendo da contraltare con i suoi colori  e la sua allegria alle miserie umane e al dramma che piano piano si consuma
Protagonista Ginny, bella quarantenne sposata con il giostraio alcolizzato Humprey, madre di un figlio avuto dal primo matrimonio ed ex attrice fallita che sopravive infelicemente barcamenandosi in una vita ben lontana dai sogni di gloria della sua gioventù: lavora in un fast food, cerca di nvogliare il marito a resistere al bere e ha problemi col figlio, che nonostante i rimproveri non smette di reiterare reati incendiari. E' una donna piena di amarezza e rimorso, dato che con un tradimento h causato la fine del suo primo matrimonio, e che vede una possibile via d'uscita in una relazione clandestina con Mickey, il giovane bagnino della spiaggia. Una figura contornata di luci e colori che si stanno spegnendo (i colori sono molto importanti apposta in questo film), che trova un bersaglio fin troppo facile nella povera Carolina, la figliastra che non conosceva e che all'improvviso si ripresenta dopo anni dal padre, in fuga dal marito gangster. 

Disperata, con unici averi solo i vestiti che indossa, la giovane viene riaccolta in famiglia con l'aiuto del padre si attiva per rifarsi una vita: trova lavoro nello stesso fast food di Ginny, si iscrive a una scuola serale, inizialmente sembra stabilire un buon rapporto con la matrigna; ma quando la giovane conosce Mickey (ignara di tutto ciò che avviene tra gli altri due) fatalmente le cose si deterioreranno sempre di più, fino al tragico finale, dove Carolina (al contrario sempre circondata da tinte pastello o luminose) sarà sacrificata da Ginny in un disperato tentativo di vendetta non tanto come rivale in amore, ma sopratutto come simbolo di ciò che Ginny più desidera e non può avere: la gioventù e una seconda possibilità nella vita. E credetemi che, nella parte finale, ero in lacrime per tutti i tre personaggi: per Ginny che nonostante tutto è una "cattiva" per cui provare pena, per Humprey che ha perduto la figlia per sempre e sopratutto er la povera Carolina, vittima sacrificale e inconsapevole: la scena in cui esce tranquilla dal ristorante e va incontro da sola al suo destino (cosa che lei non sa ma lo spettatore invece sì) per me è stata davvero terribile.
Tra gli attori i migliori a mio avviso sono Kate Winslet che dona corpo e anima a Ginny,apparendo sfiorita anche se ha la mia età (vabbè non proprio giovanissima ma nemmeno Matusalemme!) e Jim Belushi (che non vedevo da tempo) nel ruolo del ruvido ma in fondo sentimentale Humprey, Carina anche la giovane Juno Temple nel ruolo della povera Carolina.




venerdì 22 maggio 2020

Mondo Youtube: Ol Vava

Ol Vava77 (di cui non conosco il vero nome) è uno simpatico Youtuber bergamasco che realizza video dove i personaggi dei film, serie tv, politica o cantanti vengono da lui convertiti in  bergamaschi DOC. Alcuni anni fa aveva ottenuto un buon successo anche in ambito nazionale per la creazione di "Pota pig", ovvero Peppa Pig doppiata in bergamasco.
Trovo sia davvero molto bravo a creare dialoghi divertenti che si adattano alla scena che si sta vedendo e a modificare le voci in base al personaggio; inoltre sa anche cantare molto bene, ci sono video dove canta canzoni famose niente male.
Essendo bresciana capisco quasi perfettamente ciò che dicono i video anche senza sottotitoli (che non ci sono), ma ho notato che il suo pubblico è piuttosto vasto e comprende non poche persone di provenienza non lombarda.
Ho particolarmente apprezzato il fatto che in questo periodo così tragico per le nostre due città (le più colpite in Italia dal Coronavirus) abbia comunque continuato a pubblicare video tenendo un po' su il morale del pubblico. Bravo!








mercoledì 20 maggio 2020

Orgoglio e pregiudizio (Pride and Prejudice), 1995




Regia di Simon Langton, con Colin Firth (Mr. Darcy), Jennifer Ehle (Elizabeth Bennett),Susannah Harker (Jane Bennet), Julia Sawalha (Lydia Bennet),Lucy Briers (Mary Bennet), Polly Maberly (Kitty Bennet), Benjamin Whitrow (Mr. Bennet),Alison Steadman (Mrs Bennet),David Bamber (Mr Collins), Crispin Bonham Carter (Mr. Bingley),Anne Chancellor (Caroline Binlgey), Adrian Lukins (George Wickham), Barbara Leigh Hunt (Lady Catherine de Bourgh), Lucy Scott (Charlotte Lucas).

Nell'Inghilterra di fine ‘700 la vita della famiglia Bennett( genitori e cinque figlie)vien sconvolta dall’arrivo nella vicina proprietà di un simpatico gentiluomo, Mr Bingley,e del suo arrogante e borioso amico, Mr Darcy. Il prima s’innamora ricambiato della dolce Jane, la maggiore delle Bennett, ma l’altezzoso Darcy e le sorelle di Bingley complottano per separarli , in quanto non apprezzano la famiglia di lei( troppo plebea per i loro gusti).Nonostante tutto Darcy non ha fatto i conti con la forza dei sentimenti in quanto s’innamora della bella, intelligente e spigliata Elizabeth, sorella di Jane;quando arriva a confessarglielo,lei lo respinge facendogli notare quanto lo ha sempre disprezzato per la sua altezzosità e per i suoi modi boriosi.Ma in seguito sia Darcy che Elizabeth avranno modo di conoscersi meglio e rivedere le proprie opinioni e i propri sentimenti....


Con mio grande sgomento mi sono accorta di non avere finora MAI fatto la recensione di uno dei miei sceneggiati favoriti (ebbene sì, io li chiamo ancora così essendo una ormai vecchia signora)... non mi resta che rimediare, e di corsa!

Versione BBC dell'omonimo romanzo ( ) di Jane Austen, è considerata- nonostante alcuni cambiamenti poco significativi rispetto al libro, tranne forse la scena del lago-  la più nota e apprezzata finora, e giustamente data l'accuratezza con cui è stata realizzata.
La storia delle sorelle Bennet e del piccolo mondo di provincia in cui vivono rappresenta uno spaccato di storia della società inglese dell'epoca, oltre a essere una delle storie d'amore più amate della letteratura; in questa versione, curata seguendo il romanzo passo passo non solo nel testo letterario ma anche nelle scenografie, nei costumi, pettinature ecc, viene sottolineato come i sentimenti e le dinamiche amorose ma anche sociali e familiari in fondo restino quello di sempre. 

Il personaggio più amato in assoluto di questo sceneggiato Tv è sicuramente Mr Darcy interpretato da un ottimo Colin Firth, solitamente considerato il migliore di tutte le trasposizioni fatte finora (personalmente a me è piaciuto molto anche Laurence Olivier nel film del 1940): l'interpretazione misurata dell'attore fornisce perfettamente il carattere altezzoso di Darcy combattuto tra l'amore per Elizabeth e il modo di fare che ha sempre conosciuto. Con Jennifer Ehle, bellezza semplice e solare che attraverso i suoi sorrisi e sguardi rivela molto del carattere e dei turbamenti di Elizabeth, forma una coppia perfetta e accattivante che buca il piccolo schermo e fa appassionare gli spettatori.
In generale tutti gli attori sono ottimi nei loro ruoli, visto che anche per i ruoli più piccoli è stato richiesto agli attori un lavoro minuzioso di studio e caratterizzazione anche fisica e fin nei minimi particolari, colori degli abiti compresi: in tal modo impossibile non immaginare una Mrs Bennet, una Lydia o un Mr Collins diversi da quelli che compaiono qui, anche se francamente Susannah Harker mi sembra meno bella della Ehle (mentre Jane dovrebbe essere la più bella delle sorelle). Una menzione particolare la meritano gli stupendi paesaggi, anch'essi non scelti a caso visto che devono fare da contorno ai caratteri dei personaggi e ancora prima alla loro posizione sociale. 
Difficilmente troverete un amante dell'opera austeniana che non ami questa versione rimasta nell'immaginario collettivo, tant'è vero che Helen Fielding, l'autrice de "Il diario di Bridget Jones", chiamò Mark Darcy il suo personaggio proprio in omaggio al romanzo e nel 2001, quando girarono il film, chiese (venendo accontentata, come tutti sappiamo) che fosse Colin Firth a interpretarlo. 






martedì 19 maggio 2020

Michel Piccoli

E' morto all'età di 94 anni l'attore francese Michel  Piccoli.
Era nato a Parigi nel 1925 in una famiglia di artisti ed esordì al cinema nel 1945 con "Silenziosa minaccia".
Come attore fra i suoi film si ricordano: "Il disprezzo" (1963), "Parigi brucia?" (1966), "Bella di giorno" (1968), "Dillinger è morto" (1969), "La grande abbuffata" (1973), "Salto nel vuoto" (1979), "Viva la vita" (1984), "Compagna di viaggio" (1995), "Libero burro" (1999), "Ritorno a casa" (2001), "La duchessa di Langeais" (2007), "Habemus papam" (2011).
Fu attore, regista, sceneggiatore e produttore; per la sua interpretazione in "Habemus Papam" di Nanni Moretti vinse nel 2012 il David di Donatello come migliore attore.


sabato 16 maggio 2020

La maledizione della prima luna (Pirates of the Carribean: the curse of Black Pearl), 2003

 Regia di Gore Verbinsky, con Johnny Depp (Jack Sparrow), Keira Knightley (Elizabeth Swann ) Orlando Bloom (Will Turner), Geoffrey Rush (Capitan Barbossa),


Elizabeth Swann è la bella figlia di un governatore di una piccola isola, che il padre vorrebbe maritare con il commodoro  nonostante la giovane sia innamorata, ricambiata, del fabbro Will Turner. Il giorno dell'investitura ufficiale del commodoro i festeggiamenti vengono interrotti da Jack Sparrow, scaltro e affascinante pirata che intende appropriarsi di una nave per salpare lontano; viene arrestato, nonostante l'intervento di Will che aveva provato ad aiutarlo.
La sera stessa i pirati assaltano l'isola e rapiscono Elizabeth; per cercarla Will chiede aiuto a Jack e lo libera, i due partono alla ricerca della nave di Capitan Barbossa, il pirata che ha rapito la giovane e nemico giurato di Jack...



Primo episodio della fortunata serie "Pirati dei Caraibi", è anche l'unico che mi è piaciuto, gli altri li ho trovati tutti piuttosto noiosi.
E' un classico film avventuroso che ha riportato in auge il genere piratesco creando tra l'altro il personaggio iconico di Jack Sparrow, diventato uno dei più amati dal pubblico giovanile di tutto il mondo, e che contiene tutti gli elementi propri di questo genere in grado di attirare sia adulti che bambini/ragazzi: avventura, mistero, amore, personaggi accattivanti, momenti divertenti dovuti in particolare al personaggio di Johnny Depp, scene spettacolari di tutto rispetto. 

Anche la storia è abbastanza classica: abbiamo due giovani innamorati (a distanza, finora) di diversa condizione sociale, entrambi bellissimi, lei ricca figlia del governatore dal carattere ribelle e lui povero e tranquillo fabbro, che la famiglia di lei aveva salvato da un naufragio molti anni prima.
Quando lei viene rapita dai pirati a causa del possesso di un misterioso medaglione, lui corre a salvarla trovando aiuto in uno stravagante ma abilissimo pirata, Appunto Jack Sparrow, il personaggio più originale e riuscito del film, il quale a sua volta non fa nulla per nulla e ha infatti un conto in sospeso con Capitan Barbossa riguardante il possesso della famosa nave "Perla Nera". 

Non c'è molto altro da dire a mio avviso: il film è davvero godibile, un ottimo spettacolo, gli attori molto bravi nel tratteggiare i loro personaggi anche se Johnny Depp ovviamente è due spanne sopra a tutti gli altri, il ritmo sostenuto permette di appassionare alla storia anche chi, come me, solitamente non ama molto questo genere.
Peccato che gli altri episodi siano stati deludenti (per me ovviamente, non certo per il resto del mondo visto il successo della serie).





mercoledì 13 maggio 2020

Il traditore, 2019



All'inizio degli anni '80 il boss mafioso Tommaso Buscetta emigra in Brasile con la nuova moglie per cercare di sfuggire alla faida appena iniziata tra i clan e mettere al sicuro anche i propri affari. Lì si rifà una vita, ma nel frattempo in Sicilia i due figli maggiori Antonio e Benedetto (rimasti in Italia in quanto adulti) spariscono nel nulla, seguiti a ruota da svariati altri parenti di cui ovviamente non si viene più a sapere niente; il segnale è fin troppo chiaro per il boss, oltretutto ricercato anche dalla polizia del paese ospitante.
Così accetta l'offerta del giudice Giovanni Falcone di collaborare con la giustizia in cambio di protezione per sè e i familiari; Buscetta accetta divenendo quindi non solo il primo pentito di mafia ma anche - per la stessa mafia- un traditore...



Recente trionfatore ai David di Donatello 2020, con Favino premiato come migliore attore, il film racconta la vicenda del boss Tommaso Buscetta e del suo cammino verso il "pentimento" (le virgolette sono d'obbligo)  e in particolare il suo rapporto con Giovanni Falcone,
Il film inizia come ogni classico film sulla mafia che si rispetti: una grande festa in famiglia dove tutti cantano, ballano, si abbracciano, adorano i bambini gli uni degli altri ecc. A chi guarda apparre subito chiaro che la "famiglia" in questione è quella mafiosa, e che non mancano nubi in paradiso (passatemi il modo di dire): oltre agli evidenti problemi del figlio Benedetto che turbano Don Masino (questo il soprannome del boss), il traffico di droga il cui monopolio le famiglie presenti condividono sta causando divisioni interne che mescolano modi differenti di vedere questo tipo di affari e simpatie personali finora frenate, e si intravedono le prime crepe della faida in arrivo. Buscetta, più attaccato a un'idea classica di mafia e ormai quasi di mezza età, non ha voglia di sottostare all'arroganza di alcune nuove leve (in particolare, pare di capire, Totò Riina) e decide così di filarsela in Brasile dove si gode la vita, non prima di aver affidato i due figli maggiori (che non vuole portare con sè nonostante le insistenze della moglie, ed in effetti questo particolare non l'ho capito) a Stefano Bontate, padrone di casa della festa.
 Nella nuova patria il boss pare darsi alla bella vita e non avere problemi di sorta per un bel po' di tempo, fino a quando una telefonata (classico) gli sconvolge la vita: alcuni parenti lo avvisano che in Sicilia i due figli maggiori sono spariti e nessuno sa più nulla di loro. Anche chi vede il film senza conoscere la storia immagina perfettamente che fine abbiano fatto i due, ma forse si è poco preparati a vedere quanto accade dopo: Buscetta viene ricercato dia servizi segreti brasiliani e subisce torture fisiche e psicologiche impressionanti anche su un mafioso, alla fine viene estradato in Italia dopo sver deciso di accettare l'offerta di protezione da parte del giudice Giovanni Falcone in cambio della sua testimonianza, indispensabile per smantellare l'apparato criminale di Cosa Nostra.

Qui viene ripercorsa almeno in parte la vita del boss, e tra i due si instaura loro malgrado un rapporto di simpatia reciproca, quasi solidale si potrebbe dire, in cui (mi par di capire) almeno il boss arriva a stimare il suo avversario: nessuno dei due ovviamente si "convertirà" alle idee dell'altro, ma perlomeno daranno vita a una collaborazione fondamentale per il processo antimafia.
Il traditore del titolo ha una doppia valenza: per Cosa Nostra ovviamente è Don Masino, al contrari il boss ritiene siano gli altri ad averlo tradito, essendosi convertiti a un sistema di "valori" (passatemi il termine) contrario a quelli in cui lei credeva e sopratutto avendogli ucciso i figli. 
L'interpretazione di Favino primeggia su quella degli altri- pur ottimi- attori nel tratteggiare un boss ormai sul viale del tramonto, stanco, desideroso a suo modo di fare giustizia, senza tuttavia farlo diventare un eroe e tenendo sempre lo spettatore ben presente riguardo ai suoi trascorsi. 


Visto al cinema a maggio 2009


venerdì 8 maggio 2020

La concessione del telefono, 2020

Regia di Roan Johnson, con Alessio Vassallo (Pippo Genuardi), Fabrizio Bentivoglio (Don Lollò Longhitano), Federica De Cola (Tanina Genuardi), Corrado Guzzanti (Prefetto Marascianno), Thomas Trabacchi (questore Monterchi), Antonio Alveario (Nenè Schillirò),Dajana Roncione (Lilliana Schillirò), Ninni Bruschetta (Padre Macaluso).




Vigata, primi del '900: Pippo Genuardi, commerciante di legnami, cerca di ottenere la concessione del telefono per installare un apparecchio che collega il magazzino con la casa del suocero (suo socio in affari). Per sollecitare la pratica scrive alcune lettere al prefetto Marascianno, di natura piuttosto complottista, il quale comincia a sospettarlo di attività eversiva e lo fa pedinare.
Non ottenendo risultati Pippo si rivolge pure a Don Lollò, il boss del paese...



Tratto dal romanzo omonimo (1998) di Andrea Camilleri, è il terzo film tv facente parte della serie "C'era una volta Vigata", dedicata ai romanzi dell'autore siciliano che non parlano di Montalbano.
Avevo letto il libro parecchi anni fa e non ricordavo molto della storia, e devo dire che anche guardando il film non sono riuscita a rammentarmela molto; evidentemente è un libro che non mi ha particolarmente colpito.
E' una tipica storia di italici intrallazzi che poi sfocia in tutt'altro ma che nel frattempo mette in luce alcuni difetti che purtroppo permangono, come l'ossessione per la formalità della burocrazia che finisce per rallentare tutto e il fatto che - con le dovute conoscenze e raccomandazioni, anche poco pulite- si è molto più agevolati.
Pippo, il protagonista, è il tipico uomo senza troppa arte che però è entrato nel giro dei commercianti di legname grazie al suocero (vero titolare dell'impresa) che lo ha preso a lavorare con sè come su braccio destro. Il giovane non è nemmeno malaccio ma come spesso succede al contrario dell'anziano congiunto coltiva piccole ambizioni che nel suo caso si concretizzano nell'interesse per le moderne tecniche, di cui intravede il potenziale: da qui l'idea di mettere il telefono nel magazzino di legnami, cosa che a suo dire faciliterebbe i rapporti con clienti e fornitori. E in teoria ciò è anche vero, ma non è certo l'unica motivazione di Pippo....come scopriremo man mano che la storia continua.
Ovviamente si deve scontrare con la mentalità ristretta del suocero, che non vede di buon occhio le moderne diavolerìe; mentre cerca di lavorarselo ai fianchi per convincerlo - con l'aiuto della moglie, e figlia dell'uomo, Taninè- decide di darsi comunque da fare chiedendo ugualmente l'allacciamento, che però causa burocrazia tarda ad arrivare; a Pippo non resta che chiedere aiuto a Don Lollò, il locale boss mafioso, con conseguenze facilmente immaginabili.

In tutto questo la burocrazia e la legge sono rappresentate da un pedante prefetto fissato con il lotto napoletano, uno zelante carabiniere frustrato nel cercare di capire cosa vuole il suo superiore e un questore che in tutti i modi cerca di liberarsi del prefetto che non sopporta più nessuno; insomma i tutori della legge sono più presi dalle proprie beghe che dai loro reali compiti. 
Il ruolo di Pippo è affidato ad Alessio Vassallo, attore già comparso in altre produzioni tratte da Camilleri (ad esempio è stato il giovane Mimì nella serie "Il giovane Montalbano"), mentre Don Lollò è un Fabrizio Bentivoglio poco riconoscibile ma sempre bravo. 
Ritmo talvolta un po' lento ma tutto sommato non male, particolarmente divertente a mio avviso la parte in cui la povera Taninè è costretta dal suo confessore a "confessare" (scusate il gioco di parole) che le piace fare l'amore col marito, senza però riuscire a pentirsi di ciò. 





martedì 5 maggio 2020

Chiamatemi Anna (Anne with an "E")- Stagione I, 2017


Ideata da Molly Walley- Beckett, con Amybeth McNulty (Anna Shirley), Geraldine James (Marilla Cutberth), R.H. Thomson (Matthew Cutberth), Dalila Bela: (Diana Barry), Lucas Zade Zumman (Gilbert Blythe), Corinne Koslo (Rachel Lynde), Croy Gruther Andrews (Cole MacKenzie), Kyla Matthews (Ruby Gillis).


Matthew e Marilla Cutberth sono due fratelli di mezza età proprietari di una fattoria; dato che la vecchiaia si avvicina decidono di adottare un ragazzo che possa aiutarli nei lavori di conduzione della proprietà. Per errore però arriva dall'orfanotrofio Anna Shirley, una bambina di undici anni vivace e intelligente, che i due decidono di tenere comunque e che  si rivela intelligente e amante dello studio, oltreché vivace  e gioiosa…




Da piccola non ho amato particolarmente il cartone di "Anna dai capelli rossi", che invece piaceva molto a mia mamma. Due anni fa, invece, ho riscoperto la storia grazie a questa serie tv che mi è piaciuta molto. 
Innanzitutto sono sempre favorevole a riproporre classici della letteratura, sopratutto quelli per bambini e ragazzi, che così possono avere modo di riscoprire il romanzo letterario. Inoltre ho trovato questo prodotto fatto davvero molto bene, nonostante qualche cambiamento a mio avviso insensato, che però alla fin fine stranamente non inficia la visione: considerate però il fatto che io l'ho visto senza aver letto il libro e conoscendo solo il cartone, oltretutto non da ammiratrice. Magari per chi invece conosceva già da tempo i libri la cosa può risultare diversa e fastidiosa. 
Anna Shirley è davvero una bambina particolarmente sfortunata: rimasta orfana in tenerissima età, è stata affidata a diverse famiglie (puntualmente povere) dove è sempre stata trattata perlopiù come una servetta prima di approdare all'orfanotrofio che deve in seguito nuovamente lasciare per raggiungere la nuova famiglia adottiva, i Cutberth. Peccato che Matthew e Marilla Cutbhert aveva in realtà chiesto un ragazzo che potesse aiutarli con i lavori nella loro fattoria, visto che non sono più giovani. La scoperta dell'ennesima delusione è davvero crudele per la povera Anna, tanto più che dopo una vita di povertà, delusioni e anche maltrattamenti non le sembrava vero di avere trovato una bella casa e due persone amorevoli: in particolare con Matthew si instaura subito un forte legame, tant'è che è lui che sin da subito insiste per tenere la bambina. Marilla, più burbera ma solo in apparenza, vorrebbe rimandarla indietro, ma quando viene a conoscenza del triste destino che attenderebbe Anna (destinata nuovamente a fare la serva in un'altra famiglia povera) decide di tenerla, e iò darà una svolta alla loro vita, che da triste e solitaria diventa più piena e gioiosa.

Ho provato molta tenerezza per questi due anziani fratelli la cui vicenda familiare e personale vieni qui sviscerata molto bene rispetto al libro, e in maniera abbastanza credibile, dando loro un passato non facile che nella storia originale non hanno; questo, ad esempio, è un cambiamento che ho apprezzato.
Ma altri cambiamenti, seppure quasi tutti ben inseriti all'interno dello sviluppo della trama, mi hanno lasciata perplessa: è vero che Anna inizialmente viene vista come un "elemento" strano o particolare all'interno della comunità, ma la cosa dura poco ed è comunque limitata a qualche pettegolezzo. che senso ha quindi vedere un'intera comunità che mette alla berlina una bambina adottata e i suoi nuovi familiari? Probabilmente il solito vizio di inserire tematiche odierne in qualunque tipo di storia indipendentemente dal periodo storico in cui è ambientata. Intendiamoci, la tematica del bullismo va benissimo e difatti è stata qui bene affrontata con l'introduzione dl personaggio di Cole e del bullo Billy Andrews. Il resto è solo di troppo. 
Per quanto mi sia piaciuto il personaggio di Bash e la sua storia, poi, anche qui mi sono comunque chiesta che bisogno c'era di inserirla visto che stravolge di non poco la storia...a parte ovviamente la solita regola che OVUNQUE bisogna inserire dei personaggi di colore. Qui perlomeno hanno creato una storia che funziona a supporto del personaggio e lo inserisce nel resto del contesto in modo credibile, quindi non mi ha dato alcun fastidio (come accaduto, ad esempio, nei "Miserabili"), però l'interrogativo permane. 
Per il resto la serie tv è molto bella, finalmente non solo si torna a un prodotto tratto da un romanzo, ma si discosta molto dai thriller/fantasy/commedie moderne che vanno di moda. E' una storia che si sviluppa più lentamente ma in positivo, per questo ancora più godibile. 
Attori molto bravi e intensi, anche i più giovani: in particolare adorabile sin dagli inizi la coppia Anna- Gilbert e la coppia di amiche Anna/Diana. 
A mio avviso un prodotto ottimo, che è già alla terza serie (quest'ultima ancora inedita in Italia).