giovedì 30 dicembre 2021

Classifica 2021

 L'anno scorso abbiamo tutti salutato il 2020 con un sospiro di sollievo e la speranza che il 2021 peggio di così non poteva essere; diciamo che le speranze collettive e le mie personali si sono avverate solo a metà.

Per quanto mi riguarda, i problemi sul lavoro continuano in uan scuola diversa ma con situazione altrettanto pesante di quella dell'anno scorso. 

A livello di salute, anno decisamente negativo: risolti parzialmente i problemi dell'anno scorso, ne sono spuntati altri che a distanza di mesi non si riesce a identificare; oltretutto anche mia mamma e mia sorella stanno avendo problemi di salute molto seri, per questo l'attuale situazione sanitaria mi fa preoccupare ancora di più

Livello personale: situazione non pervenuta, ma comunque ho iniziato un percorso che spero mi possa aiutare in qualche modo se non a cambiare la mia vita, perlomeno ad accettare ciò che non può essere cambiato. La strada comunque è ancora lunga, problemi vecchi di decenni non si possono risolvere in poco tempo.

Insomma le uniche cose positive di quest'anno sono stati i vaccini e il ritorno al cinema dopo un anno e mezzo...un po' poco anche per i miei standard non altissimi. 



Per quanto riguarda le mie visioni cinematografiche e non, l'unico colpo di fulmine di quest'anno è stata la serie tv "Il commissario Ricciardi" con relativi libri, per il resto ho visto cose belle e cose meno belle ma poco di entusiasmante. 


Ecco la mia classifica 2021, come sempre non in ordine di preferenza: 


- Il commissario Ricciardi (serie tv)

- Come un gatto in tangenziale- Ritorno a Coccia di Morto;

- Qui rido io;

- Vita da Carlo (serie tv)

- The crown 4 (serie tv);

- Alfredino- Una storia italiana (serie tv);

- Alida (documentario)

- La soffiatrice di vetro. 


Buon anno a tutti!

Diabolik, 2021

 


Regia di    con Luca Marinelli (Diabolik), Miriam Leone (Eva Kant), Valerio Mastandrea (Ispettore Ginko), Serena Rossi (Elisabeth Grey), Alessandro Roja (Giorgio Caron).


Clearville, anni '60: Diabolik è un imprendibile criminale, spina nel fianco dell'ispettore Ginko che nonostante gli sforzi non riesce a catturarlo. Nel tentativo di rubarle un raro diamante in suo possesso Diabolik conosce l'ereditiera Eva Kant e si innamora di lei, che a sua volta conquistata diventa la sua compagna e complice. Eva però è corteggiata  dal viceministro della Giustizia Giorgio Caron, che per "convincerla" la ricatta....



Ultimo film di quest'anno al cinema , inizio premettendo che conosco sommariamente l'opera delle sorelle Giussani da cui il film è stato tratto quindi non posso fare grandi confronti con l'originale. 

Il film mi è piaciuto e tecnicamente è bello e fatto molto bene: bravissimi gli attori, belle le ambientazioni e la colonna sonora, storia un po' inverosimile e tirata un po' in lungo con troppi accenni lasciati in sospeso (preludio ad altri sequel?). Unica cosa (e non di poco conto): l'ho trovato piuttosto freddino, non mi ha trasmesso alcuna emozione (se non il dispiacere per tutti quei poveretti fatti fuori da Diabolik senza alcuno scrupolo).


La storia si concentra sull'incontro tra il Re del Terrore e la sua amata storica Eva Kant e sull'inizio della loro relazione: nelle intenzioni dei registi probabilmente era l'incontro tra due anime gemelle "particolari" (eufemismo) e perennemente avulse dal mondo e dal contesto in cui vivono, che si trovano riconoscendosi e compensandosi a vicenda. Bellissimo, peccato che non ci sia alcuna vera alchimia tra i due personaggi, pur essendo Luca Marinelli e Miriam Leone (presi singolarmente) bravissimi e coinvolgenti nei loro ruoli...ma ripeto, è proprio come coppia che non si vedono, se non per brevi attimi (quando comunicano con il codice Morse ad esempio). Lui poi nelle scene in cui lo si vede con la "fidanzata finora in carica" Elisabeth Grey ( una Serena Rossi sprecatissima) viene voglia di farlo prendere a pizze in faccia da Hulk; qualcuno molto più bravo e competente di me riguardo a recensioni dei film ha scritto che in Diabolik probabilmente si nasconde l'animo di un Furio o di un Raniero almeno riguardo alle donne, e sono completamente d'accordo visto che è una cosa che penso da sempre quando mi capita di leggere o vedere di questi "bei tenebrosi oscuri". Attenta cara Eva!


Ho comunque apprezzato il fatto che i personaggi non siano stati snaturati: Diabolik viene mostrato per quel che è, un genio del Male che non si fa scrupolo a eliminare poveri Cristi capitati per sbaglio sulla sua strada, con una sua morale (poca); Ginko tenace e malinconico (Valerio Mastandrea, il migliore dei tre); Eva bellissima, altera, stufa della sua vita e desiderosa di emozioni di ben altro genere (e anche lei con qualcosa di torbido nell'animo, altrimenti non si capisce come possa legare con Diabolik).

In due brevi ruoli appaiono anche Claudia Gerini e Vanessa Scalera, la Imma Tataranni dell'omonima serie tv. 


P.S: spero che la Bolla mi perdonerà l'affettuosa citazione.

martedì 28 dicembre 2021

Natale sul Nilo, 2002

 


Regia di Neri Parenti, con Massimo Boldi (Enrico Ombroni ), Christian De Sica (Fabio Ciulla ), Biagio Izzo (Gennaro Saltalaquaglia),Enzo Salvi (Oscar Tufello), i Fichi D'India (Max e Bruno),Lucrezia Piaggio (Lorella).


Per distrarre la figlia adolescente Lorella dal suo proposito di diventare Letterina di un programma tv il generale dei Carabinieri Enrico decide di trascorrere le vacanza di Natale con lei facendo una crociera in Egitto. Alla stessa crociera partecipano anche l'avvocato Ciulla che sta cercando di riconquistare la ex moglie, e Max e Bruno, due ingenu fratelli entrati in possesso di due anelli antichissimi a loro insaputa magici: uno porta fortuna e l'altro porta jella....



Uno dei cinepanettoni più noti e di successo, anche se francamente non ho mai capito perchè visto che non ha nulla di diverso rispetto agli altri.

I siparietti comici dei vari personaggi e le loro caratterizzazioni sono più o meno gli stessi di quelli ripetuti nel tempo in questo genere di film, così come i personaggi stessi: abbiamo De Sica che fa il marito traditore pentito (o quasi), Boldi più serio nel ruolo di un padre in contrasto con le aspirazioni della figlia adolescente (e che riserverà una piccola sorpresa nel finale), i Fichi D'India sono due fratelli pasticcioni, Enzo Salvi il solito romano squinternato ecc ecc. 

Rispetto ad altri credo che la cosa bella del film sia percepire il fatto che gli stessi interpreti si siano divertiti durante il loro lavoro, al di là del tipo di comicità talvolta eccessiva.





sabato 25 dicembre 2021

Barbie- La principessa e la povera (Barbie as The Princess and the Pauper), 2004

 


Regia di William Lau, con le voci italiane di: Daniela Fava (Annalisa, Erika, Narratore), Simone D'Andrea (Dominik), Riccardo Niessem Onorato (Julian).

In un minuscolo regno nascono nello stesso giorno due bambine: la principessa Annalisa, figlia del Re, ed Erika, figlia di popolani. Trascorsi 18 anni, Annalisa è soffocata dai doveri e dalle imposizione della Corte, nonchè dalla consapevolezza che presto la aspetta un matrimonio combinato; per evadere (letteralmente) da Palazzo la giovane comincia a girovagare in incognito per il Regno, dove incontra Erika. Entrambe sorprese dalla propria somiglianza e dopo aver scoperto la comune passione per il canto le due ragazze fanno amicizia...



Versione "Barbifera" del classico di Mark Twain "Il principe e il povero" ( ), è il film di Barbie che mi è piaciuto di più tra quelli che ho visto (pochi).

Non che abbia qualcosa di speciale rispetto agli altri ma mi ha divertito un po' di più. 

Per il resto, tutto come sempre: c'è Barbie nei panni di una principessa ribelle stile "Vacanze romane", stavolta con un alter ego con cui ci sarà un'ovvia storia di scambio partendo da un assunto totalmente assurdo, ovvero: che le due protagoniste siano totalmente identiche (Come anche narrata dalla canzone "Sono uguale a te" che accompagna il loro primo incontro). Ma dove, che non si assomigliano nemmeno per le unghie?!

Difatti quando si scambiano tutti i coinvolti credono all'errore sostanzialmente perchè in realtà non hanno mai visto Annalisa di persona....comunque vi assicuro che nemmeno i bambini all'epoca hanno creduto alla storia dello scambio!

Abbiamo Ken nella parte del Principe di turno, i soliti animali da accompagnamento (stavolta un cane e due gatti, leggermente ridicoli), un complotto che viene sventato dalla forza dell'amore e dell'amicizia ecc ecc. 

Si lascia vedere senza infamia nè lode, ricordo che le Barbie corrispondenti erano molto carine sopratutto quella di Erika.






mercoledì 22 dicembre 2021

Le follie dell'imperatore (The Emperor's New Groove), 2000


Regia di Mark Dindal, con le voci italiane di: Luca Bizzarri (Kuzco), Adalberto Maria Merli (Pascha),Anna Marchesini (Yzma),Paolo Klessisoglu (Kronk).


Kuzco è un giovane e viziato imperatore Inca, che come regalo per il suo 18esimo compleanno decide di costruire un parco acquatico personale su una collina già abitata da alcuni contadini. Quando Pascha, il capo del villaggio, si reca da Kuzco per esternare le proprie rimostranze, questi non se ne cura affatto e lo caccia via, sprezzante.
Il regnante non sa che  nel frattempo la strega Yzma ha ordito un complotto contro di lui per avvelenarlo e prendere il potere al suo posto; ma a causa della sbadataggine dell'aiutante Kronk la pozione bevuta da Kuzco lo trasforma in un lama, che viene abbandonato alle pendici del villaggio e ritrovato proprio da Pacha....






CArtoon Disney poco conosciuto rispetto ad altri, se non per i personaggi di Yzma e sopratutto di Kronk, diventati a loro modo iconici. 
Storia simpatica e diversa dai canoni disneyani fino ad allora in voga; forse per questo ha ottenuto meno successo e anche oggi è fra i cartoon meno ricordati. Eppure io- che l'ho visto solo pochi anni fa avendolo perso all'epoca- l'ho trovato fresco come stile, moderno e originale, con personaggi anch'essi diversi dai soliti presenti in questi cartoni. 
Innanzitutto Kuzco, il protagonista, giovane imperatore egoista e viziato dedito a soddisfare esclusivamente i propri desideri, ma anche ingenuo e in fondo solo, visto che non riesce a credere alle cattive intenzioni di Yzma fino a quando non ci sbatte il muso.

La serie di eventi raccontati nella trama lo porterà a dover arrangiarsi da solo e a sperimentare la vita di qualcuno che non solo viene del tutto ignorato dagli altri ma che comunque deve pure affidarsi a qualcuno se vuole avere qualche chance di sopravvivenza; il caso vuole che questo qualcuno sia proprio Pascha, il capovillaggio che aveva trattato con disprezzo poco prima. 
La storia verte sul viaggio che i due intraprendono per riportare Kuzco a Palazzo e smascherare la strega; ovviamente gli ostacoli sono intervallati da numerose situazioni comiche, dove le due coppie (Pascha- Kuzco e Yzma-Kronk) si ritrovano in situazioni parallele che rischiano di mandare il loro piano a monte; la parte più divertente in tal senso è quella del locale dove sostano, e in cui Kronk rivela inaspettate doti di chef alla Cannavacciuolo.
Se i protagonisti principali sono simpatici e funzionano adeguatamente, i personaggi che rimangono più in mente però sono proprio la cattiva Yzma (una Crudelia de Mon più comica) e Kronk, ingenuo e ottuso ma non cattivo; molto carina anche la simpatica e peperina moglie di Pascha, personaggio femminile diverso dai soliti disneyani.




sabato 18 dicembre 2021

Mollo tutto e apro un chiringuito, 2021

 




Regia di Pietro Belfiore, Davide Benacina e Andrea Fadenti, con Germano Lanzoni (il milanese Imbruttito), Valerio Airò (Il Giargiana), Laura Locatelli (Laura), Leonardo Uslengo (il Nano),Brenda Lodigiani (l'Imbruttita), Claudio Bisio (Boss),Benito Urgu (Bastiano),


Il fallimento di un importante affare fa cadere il Milanese Imbruttito in una profonda crisi depressiva che lo allontana dal lavoro, e dalla quale risorge a nuova vita con la proposta di un amico affarista di prendere in gestione un chiringuito su una spiaggia in Sardegna. Nonostante lo scetticismo della moglie Laura e del figlio, l'Imbruttito parte entusiasta per la nuova meta assieme al suo fidato stagista, il Giargiana , am ben presto si accorger che non è tutto oro quello che luccica....


Penso che il personaggio del Milanese Imbruttito- dall'omonimo canale Youtube- non abbia bisogno di molte presentazioni: io lo seguo da qualche anno e quando ho visto che usciva il film non ho potuto esimermi dall'andare a vederlo. A proposito, esiste anche il Bresciano Malmostoso...sapevatelo!

A mio avviso il rischio delusione era al 50%, ma si è per fortuna riusciti a evitarlo(anche se per un soffio, infatti il film non funziona al 100%e ho trovato alcune parti (specialmente nel finale) stiracchiate e inconcludenti. 


Tuttavia è un piacere ritrovare i personaggi principali del microcosmo dell'Imbruttito in un contesto diverso da quello cui siamo abituati, e il protagonista Germano Lanzoni regge bene il ritmo del film nel suo personaggio che incarna vizi e virtù del milanese DOC, mentre gli altri comprimari vengono un po' lasciati sullo sfondo (in particolare avrei preferito più spazio per L'Imbruttita, Brenda Lodigiani che qui si vede appena); funzionano un po' meglio i comprimari "inventati": i sardi, il Boss Claudio Bisio e lo strampalato industriale ecologista causa della crisi dell'Imbruttito, che poi avrà modo di riscattarsi.

Ora non mi resta che aspettare qualcosa dedicato all'Imbruttita (e magari anche al Nano, che ormai più tanto tale non è visto che dovrebbe avere 13 anni...)




mercoledì 15 dicembre 2021

Io sono Babbo Natale, 2020


 Regia di Edoardo Falcone, con Marco Giallini (Ettore ), Gigi Proietti(Nicola Natalizi), Barbara Ronchi (Laura),Alice Adamu (Alice).


Dopo aver trascorso sei anni in carcere, Ettore esce ma non trova nulla: non ha una famiglia, un lavoro e la sua ex compagna si è rifatta una vita assieme alla figlia avuta da lui, che egli non ha mai conosciuto.

Il suo destino sarebbe quello di tornare a fare il ladro come sempre se non incontrasse Nicola Natalizi, un anziano signore da lui inizialmente preso di mira, che dopo un inizio tribolato lo prende sotto la sua ala protettiva rivelandogli il suo segreto.....




Ultimo film di Gigi Proietti, non capisco come mai l'hanno fatto uscire un mese prima delle festività quando il periodo perfetto sarebbe stato proprio quello; ma forse, visti i tempi che corrono (e le nuove chiusure preventivate, anche se spero che non succederà) è stato meglio così!

Tipica gradevole e garbata commedia natalizia, dove un anziano e gentile signore dall'evocativo nome Nicola Natalizi tende uan mano a Ettore, ex carcerato liberato di recente ma completamente solo nella vita: la sua ex compagna si è rifatta una vita e nemmeno conosce la figlia da lei avuta. L'unica prospettiva che gli rimane è quella di continuare a fare il ladro come ha sempre fatto, non fosse per l'incontro fortuito con l'anziano signore che - dopo un inizio burrascoso- scopre essere proprio quel Babbo Natale che da piccolo non gli portava mai nulla (verrà spiegato in seguito il perchè). 


 Inevitabile che tra i due nasca un rapporto di amicizia attraverso cui Ettore troverà il modo di redimersi non solo aiutando l'anziano ma anche arrivando a instaurare un rapporto con la figlia e mettere al primo posto i bisogni e desideri altrui piuttosto che i propri. Il percorso non sarà proprio facilissimo ma la storia è godibile e simpatica, merito in particolare dell'interpretazione dei due protagonisti: in particolare vedere di nuovo Gigi Proietti lascia nel pubblico una scia di nostalgia, anche perchè il ruolo è davvero bello: leggero, simpatico, elegante e non banale anche se interpreta Babbo Natale. Giallini è bravo ma trovo non si stacca dal suo ruolo- tipo, ovvero quello del coatto sboccato e rude, "cattivo" solo in apparenza e in realtà segnato dai dispiaceri della vita e in cerca di un riscatto. Come coppia cinematografica i due funzionano molto bene, e ho trovato bravi anche i comprimari, compresa la bambina Alice. 

Insomma in caso riusciste a recuperarlo secondo me nel vale la pena!




sabato 11 dicembre 2021

Lina Wertmuller

 E' morta a Roma all'età di 93 anni la regista Lina Wertmuller, che oltre a essere una delle più importanti personalità della cinematografia italiana è stata anche la prima donna a essere candidata all'Oscar come miglior regista nel 1977   , per il film "Pasqualino Settebellezze".

Vero nome Arcangela Felice Assunta Wertmuller von Eigg Spanol von Braueich, era nata a Roma nel 1928, e apparteneva a una famiglia con origini nobiliari. Nel 1946 cominciò a muovere i primi passi nel mondo dell'arte iscrivendosi all'accademia teatrale e lavorando come animatrice e regista di spettacoli per burattini. Il suo esordio come regista avviene con il film "I basilischi" (1963);dopo aver diretto la prima edizione di "Canzonissima" ( ), la grande notorietà arriva nel 1964 con lo scenggiato tv "Il giornalino di Gianburrasca". 

Nella sua lunghissima carriera ha toccato tutti gli ambiti dello spettacolo, lavorando oltre che per il cinema anche per il teatro, televisione, opere liriche, varietà radiofonici. E' stata anche autrice di sceneggiature e doppiatrice, avendo doppiato il personaggio di Nonna Fa in "Mulan".

Tra i suoi lavori si ricordano: "Rita la zanzara" (1965),"Mimì metallurgico ferito nell'onore" (1972), "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto" (1974), "Pasqualino Settebellezze" (1977), "Sabato, domenica e lunedì" (1990 ), "Io speriamo che me la cavo" (1992), "Ferdinando e Carolina" (1998), "Francesca e Nunziata" (2002), "Mannaggia alla miseria" (2009) e molti altri titoli. 

Nel 2020 ha ricevuto l'Oscar alla carriera; è stata sposata con lo scenografo Enrico Job.









martedì 30 novembre 2021

La famiglia Addams (The Addams Family), 1991

 


Regia di  Barry Sonnfeld,con Raul Julia (Gomez Addams), Anjelica Houston (Morticia Addams),Christopher Lloyd (Fester Addams), Jimmy Workman (Pugsley Addams), Christina Ricci (Mercoledì Addams), Judith Malina (nonna Addams), Carek Stuycken (Lurch),John Franklin (cugino Itt), 


Gomez Addams da tempo crca di rintracciare il fratello Fester, scomparso 25 anni prima dopo un litigio; tramite una seduta spiritica alla fine Fester viene ritrovato, peccato che in realtà sia un impostore che mira a impossessarsi della casa e di una fantomatica eredità...




Inizio il mese di dicembre, tradizionalmente da me dedicato ai film natalizi, con uno dei miei personali "classici natalizi" preferiti; ovvero un film non tradizionalmente appartenente al filone ma è diventato classico per me che non manco mai di vederlo durante le feste (assieme al suo seguito che è anche il mio preferito fra i due).

La versione cinematografica del classico telefilm degli anni '50 come trama si discosta abbastanza dall'originale, partendo da un giallo familiare che inizialmente non prevede la presenza dello zio Fester in famiglia. 25 anni prima infatti i due fratelli Addams ebbero un brutto litigio e ruppero ogni rapporto, o meglio, Fester ruppe con la famiglia andandosene senza farsi mai più rivedere; ora Gomez, in preda alla nostalgia, va alla sua ricerca e lo trova in tempo relativamente breve. 


E' così che Fester Addams entra a far parte della propria famiglia, peccato che sia solo un attore convinto dalla propria madre a interpretare il ruolo richiesto con l'obiettivo di entrare in possesso della famosa "eredità degli Addams"; come andranno le cose è anche facile intuirlo, visto che gli Addams per quanto stravaganti e macabri sono i buoni della situazione. Film non particolarmente originale ma comunque apprezzabile sopratutto per le interpretazioni degli attori, che non fanno rimpiangere la vecchia serie tv e in un caso l'hanno addirittura superata: il personaggi di Mercoledì (interpretato dalla bambina-prodigio Christina Ricci) che nel telefilm compariva poco ed era piuttosto trascurabile per quanto simpatico, qui diventa l'icona dark che tutti conosciamo, rivelandosi spesso la mente dietro agli scherzi e ai giochi macabri compiuti assieme al fratello Pugsley. Altro personaggio importante è Mano, qui molto più libera rispetto all'originale visto che non è più rinchiusa in una scatola ma scorazza per casa in totale libertà. 

Non mi è molto piaciuto invece il rifacimento moderno della sigla del telefilm.





domenica 28 novembre 2021

Strappare lungo i bordi, 2021


 Regia di Zerocalcare, con le voci di Zerocalcare e Valerio Mastandrea (Armadillo).


Zero e i suoi amici Sara e Secco vivono nella periferia romana; un giorno partono per Biella, città di origine di Alice, una quarta amica (e per lungo tempo interesse amoroso inespresso di Zero) alla quale è successo qualcosa....




Ho guardato da profana ( ovvero, senza conoscere l'opera del fumettista Michele Rech, in arte ZeroCalcare) questa serie tv, spinta esclusivamente da curiosità viste le lodi sperticate che ho letto praticamente ovunque. 

Mi è piaciuta, l'ho trovata ben fatta e intelligente seppure non mi pare proprio quel capolavoro assoluto cui molti gridano; presumo che l'autore abbia più o meno la mia età visto che quelli dei personaggi narrati sono i problemi di quelli della mia generazioni, ex giovani a cui era stato promesso un proprio "posto nel mondo", e che alla fine spesso si sono ritrovati fregati, tra lavori precari che non ti consentono di farti una vita normale, una famiglia e nemmeno di mantenerti senza ricorrere all'aiuto dei genitori; un mondo cambia troppo velocemente sia a livello di tecnologia che di valori, lasciando inevitabilmente indietro chi è più fragile o semplicemente più "normale", senza grandi ambizioni o capacità. In fondo, come fa notare uno dei personaggi, nessuno nasce con un libretto di istruzioni per la vita.

Personaggi simpatici e umani in cui ciascuno di noi può riconoscere oltre a sè stesso anche amici, parenti e le persone che conosciamo, con in più l'Armadillo, spietata coscienza di Zero, ingombrante come tutte le coscienze. Non ho avuto alcun problema a capire il romanesco con il quale i personaggi si esprimono ma credo sarebbe comunque meglio mettere i sottotitoli per chi dovesse effettivamente non capire.









domenica 21 novembre 2021

I bastardi di Pizzofalcone- stagione 3, 2021


 Regia di Monica Vullo, con Alessandro Gassman (Giuseppe Lojacono), Carolina Crescentini (Laura Piras), Tosca D'Aquino (Ottavia Calabresi),  Maria Vera Ratti (Elsa Martini), Simona Tabasco (Alex Di Nardo), Antonio  Folletto (Marco Aragona),Gianfelice Imparato (Giorgio Pisanelli), Massimiliano Gallo (Luigi Palma),Gennaro Silvestro (Francesco Romano),Gioia Spaziani (Letizia), Serena Iansiti (Rosaria Martone) Miriam Candurro (Giorgia Romano).


Un attentato sconvolge la vita degli agenti del commissariato di Pizzofalcone: chi li voleva morti e perchè? Attorno a questo fatto ruota tutta la terza serie  contornata da altri delitti e con l'aggiunta di una nuova agente, Elsa Martini....


Ed eccoci alla terza stagione della serie tratta dall'omonima serie di libri di Maurizio De Giovanni; non li ho ancora letti tutti, tuttavia suppongo che arrivati a questo punto della storia ci sia un notevole discostamento tra i romanzi e la loro trasposizione televisiva.

Stavolta si comincia col botto, letteralmente: mentre i nostri agenti festeggiano al ristorante di Letizia un'operazione conclusasi con successo, una bomba fa saltare in aria il locale uccidendo due persone e mandando la proprietaria in coma in ospedale per lungo tempo. I componenti della squadra rimango illesi, ma le conseguenze si faranno sentire sulle loro vite: innanzitutto Lojacono è costretto a rimandare in Sicilia la figlia Marinella, per proteggerla; Pisanelli decide di anticipare la pensione senza però rinunciare alle sue indagini private su frate Leonardo, e ad aiutare talvolta gli ex compagni di lavoro; Romano riesce a tornare con la moglie e ad avere l'affidamento della piccola Giorgia; Alex non riesce ad accettare quanto accaduto e fa fatica ad accettare l'aiuto psicologico che la compagna le propone; Palma  e Ottavia devono ripensare al rapporto fra di loro, tenendo conto del figlio autistico di lei. Nella prima puntata poi il capo ispettore, totalmente in crisi, finisce protagonista dell'episodio nei panni del probabile assassino...oltre a tutto ciò arriva una nuova agente, Elsa Martini, dalla vita incasinata dal carattere complicato e irruento come alcuni colleghi. Il personaggio, interpretato dall'attrice Maria Vera Ratti  già vista quest'anno nella serie tv "Il commissario Ricciardi" nel ruolo totalmente diverso di Enrica) funziona molto bene e interpretando due personaggi così diversi in modo ugualmente credibile l'attrice dimostra di avere capacità attoriali molto buone. 


Per il resto, i singoli gialli di ogni puntata funzionano bene anche stavolta, intrecciati alle indagini per scoprire gli autori dell'attentato e le cause dello stesso; non mi è piaciuta molto la conclusione per vari aspetti che non nomino per non fare spoiler (anche se spero che Lojacono non torni più con la Piras). Attori sempre bravi ma alcune tematiche poco approfondite (il rapporto di Palma col figlio autistico di Ottavia, il matrimonio di Alex e Rosaria, sopratutto la fallita reunion tra Romano e la moglie, che sembrava partita benissimo e invece è finita male con conseguente allontanamento della bimba che avevano preso in affido). Mi è piaciuta invece l'evoluzione di Aragona e il suo rapporto con Pisanelli, che fino a poco prima sarebbe apparso improbabile e invece funziona molto bene. 

Nel complesso anche per questa terza serie il giudizio è positivo. 





domenica 14 novembre 2021

Marylin ha gli occhi neri, 2021


 Regia di Simone Godano, con Stefano Accorsi (Diego), Miriam Leone ( ),Thomas Trabacchi (Paris), Marco Messeri (Aldo).



Diego è un uomo affetto da balbuzie che derivano da problemi di contenimento delle proprie frustrazioni, che lotta per l'affidamento della figlia Bianca dopo la separazione; Clara è un aspirante attrice affetta da mitomania ce inventa bugie così credibili che finisce per convincersi lei stessa della propria personale rappresentazione della realtà. I due si incontrano durante una terapia di gruppo con uno psichiatra, reso obbligatorio per motivi diversi: nasce un amicizia che li porterà a dare vita- assieme agli altri pazienti della terapia di gruppo- a un ristorante....




Film commedia con toni drammatici, tratta il tema sempre spinoso della diversità mentale con leggerezza ma non troppo, cercando di "normalizzarla" (cosa per me spesso sbagliata, ma tant'è).

I due protagonisti  vivono una drammatica realtà, quella del disturbo mentale, che inficia le loro vite e anche quelle di chi gli sta attorno: Diego non sa gestire le proprie frustrazioni e per questo dopo il divrozio può vedere la figlia solo con colloqui svolti in presenza di altre persone, tant'è che ne rischia seriamente l'affidamento; Clara è una bugiarda cronica  che è riuscita addirittura a inventarsi una carriera di attrice inesistente per quanto desiderata e inseguita, per tacere del resto. Sarà proprio la fantasia di quest'ultima, incanalata alla fin fine in uno scopo "serio", a dare il via all'avventura del "Monroe" un ristorante con piatti originalissimi e intrattenimento interamente gestito da Diego, Clara e i loro compagni della terapia di gruppo, se possibile messi peggio di loro (un uomo con manie di persecuzione, una donna con la sindrome di Tourette e altri),il tutto sotto l'occhio vigile dello psicologo che li segue, intenzionato a responsabilizzarli e a fare in modo che si concentrino su qualcosa che non sia sè stessi e i propri problemi, instaurando una collaborazione con gli altri compagni di ventura. 

E la cosa incredibilmente riesce, dato che non solo  il locale diventa di culto ma che Diego grazie ad esso recupera il rapporto con la figlia, e anche gli altri pazienti riescono a trovare una propria dimensione lavorativa e sociale. Il film è ben scritto, diretto e recitato, era molto facile cadere nella retorica con questo tipo di tematica ma qui per fortuna non succede.

Funziona in maniera particolare la coppia Accorsi- Leone, anche se lei francamente è la tipica persona che nessuno vorrebbe incontrare sul proprio cammino; spiace dire così di una personaggio comunque fragile e il cui comportamento è dovuto a problemi psicologici, ma in non pochi momenti ho provato molto fastidio per il suo atteggiamento teso sopratutto al voler avere sempre ragione.











domenica 10 ottobre 2021

Tutti al cinema con Barbie: aggiornamento 2021

 Alcuni anni fa ho pubblicato due post dedicate a una serie di Barbie che riproducevano personaggi di film e attori famosi. E' passato un po' di tempo e di Barbie di questo tipo ne sono state realizzate altre, purtroppo quasi tutte rarissime e con prezzi spropositati....ecco a voi una breve carellata di quelle che conosco io.

Katharine Johnson, protagonista del film "Il diritto di contare"




Giulietta (Romeo e Giulietta", 1968)


Katniss Everdeen (Hunger Games)




Cher 




Audrey Hepburn (Vacanze romane)




Audrey Hepburn (Sabrina)




Lucille Ball





Frank Sinatra





Marylin Monroe ("Come sposare un  milionario")







Jack Sparrow (Pirati dei Caraibi)


Mary Poppins e Bert




Jennifer Lopez



venerdì 1 ottobre 2021

Qui rido io, 2021

 


Regia di Mario Martone, con Toni Servillo (Eduardo Scarpetta),Maria Nazionale (Rosa De Filippo), Cristiana Dall'Anna (Luisa De Filippo),Alessandro Manna (Eduardo De Filippo), Eduardo Scarpetta (Vincenzo Scarpetta),Marzia Onorato (Titina De Filippo),Salvatore Battista (Peppino De Filippo),Paolo Pierobon (Gabriele D'Annunzio),Lino Musella (Benedetto Croce), Roberto De Francesco (Salvatore Di Giacomo).


Napoli, primi anni del 1900: il commediografo Eduardo Scarpetta è uno degli autori più acclamati  di successo, adorato dal pubblico. Della sua compagnia fanno parte anche i numerosi figli avuti da varie donne: Vincenzo, che vorrebbe maggiore libertà e riconoscimento per sè come attore, e i piccoli Eduardo e Titina.Scarpetta vive con la propria atipica famiglia, formata dalla moglie, varie amanti, figli legittimi e non, tutti in armonia e affetto. Un giorno a Roma assiste alla rappresentazione de "La figlia di Iorio" di D'Annunzio, e subito decide di farne una parodìa; ma il Vate e i suoi ammiratori non la prendono benissimo e lo portano in tribunale....



Molto bello e interessante questo film che celebra la figura di Eduardo Scarpetta, grande commediografo e autore napoletano capostipite di quella che rimarrà nota come "famiglia De Filippo" per via dei suoi tre figli più noti: Eduardo, Titina e Peppino. 

Una figura, quella di Scarpetta, fondamentale per l'arte  non solo partenopea ma anche per la cultura italiana: il suo personaggio più noto, quel Felice Sciosciammocca che verrà ripreso anche da Totò molti anni dopo, è la rielaborazione di quella storica di Pulcinella, che da suo accompagnatore lo surclassa divenendo protagonista assoluto.

Un personaggio geniale e incontenibile, anche dal punto di vista morale, visto ha formato alla luce del sole una famiglia che più allargata non si può: dalla moglie Rosa ha avuto i figli Domenico, Vincenzo e Maria, dalla  nipote della moglie Luisa De Filippo sono nati Titina, Eduardo e Peppino, da un'altra amante sono nati altri figli. Tutti conviventi, tutti trattati con affetto e sopratutto tutti (o quasi) inseriti nella compagnia teatrale e avviati alla carriera nel mondo dello spettacolo. Anche se sotto sotto qualche malcontento serpeggia: il figlio Vincenzo si sente soffocare e cerca di trovare la propria strada indipendente dal quel padre ingombrante che non lo aiuta per nulla, anzi lo umilia; la moglie Rosa cerca sotto sotto di brigare per un eventuale testamento a favore esclusivamente dei suoi figli, e l'amante Luisa pare schiacciata dal suo ruolo dato che è praticamente costretta a vivere giornate piene di nulla in funzione unicamente di una eventuale visita dell'amante. Il piccolo Peppino poi sin dalla più tenera età si mostra come una sorta di "guastafeste", ben deciso a imporre sè stesso e a sottrarsi  a quell'adorazione quasi obbligatoria ma non sempre meritata. 



A tutto ciò si aggiungono altri problemi:la denuncia del permaloso D'Annunzio e sopratutto la diffusione di un nuovo tipo di arte, il cinematografo, che Scarpetta in apparenza snobba ritenendola una moda passeggera ma di cui sotto sotto non può non intuire e quindi temere-  la potenza e la genialità.

Il tutto sullo sfondo di una Napoli bellissima come sempre, viva, centro della cultura e dell'arte: essa stessa, assieme ai propri abitanti e alle vicende narrate, sembra un enorme palcoscenico dove si intrecciano arte, drammi, commedie, amori, sentimenti, musica. 

Toni Servillo compie un grosso- e riuscito-  lavoro di immedesimazione nel suo personaggio, di cui ben tratteggia la personalità istrionica ma anche doppiopesista e accentratrice; accanto a lui comprimari validi con ottime interpretazioni, e una nota di merito va anche agli attori bambini, che non sono affatto meno degli adulti come bravura. 




venerdì 24 settembre 2021

Si alza il vento ( 風立ちぬ Kaze tachinu), 2013


Regia di Hayao Miyazaki, con le voci italiane di: Emiliano Coltorti (Jiro), Agnese Marteddu (Nahoro),Angelo Maggi (signor Caproni).


Giappone, 1918: Jiro è un ragazzino che sogna di diventare costruttore di aerei come l'ingegnere italiano Caproni, il suo mito; una volta cresciuto diventa ingegnere, inizia a lavorare allo stabilimento della Mitsubishi e viene assegnato a un team di progettisti di aerei da caccia. La sua abilità gli varrà una carriera di tutto rispetto all'interno dell'azienda, fino all'avvento della seconda guerra mondiale.
Nel frattempo conosce Nahoko, una giovane pittrice: i due si innamorano e si fidanzano ma dovranno fare i conti con la TBC, malattia da cui la giovane è affetta... 


Quello che inizialmente era stato presentato come l'ultimo film di Myazaki (che però nel 2017 ritornò sui propri passi)  narra un pezzo di storia giapponese poco conosciuto (almeno da noi, per quanto io sappia): la storia (qui fittizia) di Jiro Horikoshi, inventore degli aerei da caccia usati dalla Marina Giapponese durante la seconda guerra mondiale. 
L'ambientazione è quella del Giappone degli anni '40, in cui convivono modernità e tradizioni antiche, anche nella vita delle persone (la maggior parte di loro indossava ancora i costumi tradizionali e viveva in case di quel tipo), in cui il giovane ingegnere Jiro trova l'occasione per realizzare il suo sogno: diventare costruttore di aerei, proprio come il suo ispiratore, l'italiano Giovan Battista Caproni, ingegnere areonautico e pioniere dell'aviazione italiana che nel corso della vita del protagonista interagirà con lui in sogno, ispirandolo.

Tra iniziali insuccessi che presto si trasformeranno in successi c' è spazio anche per una storia d'amore tenera e purtroppo di breve durata, ma così profonda da segnare la vita del protagonista. 
Credo che la storia di Jiro si possa considerare alla stregua del cosiddetto "romanzo di formazione", dato che il protagonista parte dall'essere un giovane sognatore di belle speranze a un uomo maturo e consapevole- anche dolorosamente- della vita; senza snaturarsi ma semplicemente crescendo. Tutto ciò che gli accade concorrerà ad aiutarlo a fare avverare il suo sogno. 
Una storia a suo modo poetica ed epica,un film che molto spesso emoziona grazie a scene che ricordano molto una "messa in scena" dal vivo, realizzato con un disegno animato tradizionale a mio avviso molto più adatto di quello ormai in voga nei film di animazione di oggi. 






martedì 21 settembre 2021

Senti chi parla (Look who's talking), 1989

 


Regia di Amy Heckerling, con John Travolta (James), Kirsty Alley (Molly),Olympia Dukakis (Rosie),Twink Caplan (Rondha),George Segal (Albert), Bruce Willis (voce di Mickey).


Molly, commercialista, ha una relazione clandestina con Albert, un uomo sposato. Quando la donna rimane incinta puntualmente viene mollata, e rimane da sola a crescere il piccolo Mickey, che fin da subito mostra di avere le idee chiare sul mondo, facendo sentire la propria voce (seppure solo allo spettatore). Molly fa amicizia con James, il tassista che l'ha accompagnata in ospedale il giorno del parto, e lo assume come baby sitter con grande gioia di Mickey...



Ho rivisto di recente dopo molto tempo sia questo film che il suo seguito, che sono fra i miei "film di famiglia": quando mia sorella era piccola e io andavo alle medie li abbiamo visti entrambi un sacco di volte,al punto da sapere a memoria le battute (che a volte, ancora oggi usiamo). Insomma una di quelle cose che si fanno in famiglia per cui alla fine

Nonostante i 32 anni il film mi pare funzioni ancora ottimamente: è una storia semplice e simpatica, che si basa in particolare sulle gag dovute alle interazioni bambino-adulti e sopratutto sull'unica originalità del film: dare voce ai pensieri del piccolo Mickey, che fin da quando è nel ventre materno mostra di avere una sua personalità e idee ben chiare a proposito del mondo che lo circonda e delle persone. 

Come finirà lo capiamo da subito, ma il bello spesso è il "come" si arriva al finale e questo film funziona così: i battibecchi tra James e Molly, i problemi di Molly come madre single, il supporto dei nonni (tra cui la recentemente scomparsa Olympia Dukakis) e dell'amica Rondha: il tutto filtrato dai commenti- spesso azzeccati-  di Mickey, che in italiano parla con la voce di Paolo Villaggio e in originale con quella di Bruce Willis. Due attori e due voci molto diversi fra di loro ma che funzionano comunque in questo "ruolo" (ho avuto modo di ascoltare anche alcune scene dell'originale).


Il tutto sullo sfondo di una New York di fine anni '80, divenuta familiare anche al pubblico per via di film e telefilm.

Gli attori adulti funzionano tutti molto bene sia singolarmente, che rapportati fra di loro e rapportati al piccolo protagonista.

Tema portante della colonna sonora, la canzone "I've got my mind set on you" di George Harrison.

Il film ha due seguiti: "Senti chi parla 2" (1990 ) e "Senti chi parla adesso" (1993 ).




sabato 18 settembre 2021

Le due strade (Manhattan Melodrama), 1934

 


Regia di W.S.Van Dyke, con Clark Gable (Blacky Gallagher),William Powell (Jim Wade), Myrna Loy (Eleonor Parker),Leo Carrillo (padre Joe),Thomas E. Jackson (Richard Snow).


Due bambini, Blacky e Jim, si salvano dall'incendio della nave su cui viaggiavano con le loro famiglie, rimanendo orfani; vengono cresciuti da padre Joe, anche lui sopravvissuto al disastro. I due, grandi amici, crescendo prendono strade diverse: Blacky prende la strada del gioco d'azzardo e della delinquenza, diventando ricco grazie a una serie di locali di questo tipo, Jim invece studia con grandi sacrifici fino a laurearsi in legge e diventare braccio destro del procuratore e in seguito, candidato sindaco....



Come recita il titolo originale, è un tipico melodramma hollywodiano dei suoi tempi nel senso buono della parola:  una storia classica un po' strappalacrime e moralizzatrice che però trova il proprio punto di forza negli ottimi interpreti, all'epoca fra i più amati attori di Hollywood.


La vicenda in sè non è particolarmente originale: abbiamo l'eterna rivalità tra bene/male, giusto/sbagliato, due amici che incarnano entrambe le opposte tipologie e che da adulti si trovano inevitabilmente su fronti opposti: uno uomo di legge, l'altro gangster. Aggiungiamoci che fra i due inevitabilmente il più affascinante è il secondo, interpretato dall'ottimo Clark Gable in un ruolo che sembra fatto apposta per lui.  La loro amicizia non verrà mai meno, nemmeno quando Jim sposerà la ex fidanzata di Blacky, che lo aveva lasciato perchè contraria al suo modo di vivere: e non verrà meno neanche nel momento più estremo , giacchè entrambi si conoscono perfettamente a vicenda, sanno che non possono essere diversi da come sono, perchè sarebbe un tradimento verso sè stessi e anche verso la propria amicizia. Sono in un certo senso, due anime gemelle (ovviamente non in senso amoroso).

Toccante la parte finale in cui Blacky affronta la morte con serenità e coerenza verso i suoi ideali. 

Un vecchio film di quelli che conquistano, veramente godibile.

"Le due strade" è citato nel film "Nemico pubblico" del 2009 con Johnny Depp nel ruolo di John Dillinger: è infatti il film che il gangster andò a vedere prima di essere ucciso all'uscita dal cinema dagli agenti dell'FBI che lo stavano seguendo da mesi. A quanto pare l'enormità del fatto all'epoca ebbe molta influenza anche sul successo del film, tanto che anche la produzione usò il fatto di cronaca nel proprio battage pubblicitario. 













mercoledì 15 settembre 2021

Cristo si è fermato a Eboli, 1979


Regia di  Francesco Rosi, con Gian Maria Volontè (Carlo Levi), Paolo Bonacelli (Il podestà), Francois Simon (Don Traiella),Lea Massari (Luisa Levi), Irene Papas (Giulia), Alain Cuny (Barone Rotundo), Maria Antonia Capotordo (Donna Caterina). 

Nel 1935 Carlo Levi, pittore e artista antifascista, viene inviato al confino ad Aliano, sperduto paesino della Lucania. A causa della sua laurea in Medicina l'uomo viene scambiato per medico e, nonostante giustamente avvisi che non ha mai esercitato, viene comunque ritenuto tale dalla popolazione che comincia a rivolgersi a lui per vari consigli e cure; accettando di aiutarli come può Carlo riesce nella difficile impresa di integrarsi in un mondo contadino ancora legato a credenze arcaiche, molto diverso da quello da cui lui proviene.....





Tratto dal romanzo omonimo (1945) di Carlo Levi, venne mandato in onda poche settimane dopo il sisma dell'Irpinia
E' una storia molto bella ma dura, come dura è il luogo dove è ambientata la storia   e come duri sono i suoi abitanti: induriti dalla povertà, dalla fatica di vivere in un luogo così aspro e dimenticato da tutti, compreso il regime 
Eppure dopo l'iniziale diffidenza il protagonista ne rimane conquistato, arrivando a stringere solidi legami con quel popolo, che dureranno tutta la vita e che lo influenzeranno a tal punto da dedicare loro la sua opera più famosa. 

Un legame non facile, sopratutto all'inizio, visto che Carlo Levi è un intellettuale antifascista con una solida formazione politica e culturale, facente parte di un ceto benestante che davvero è quanto di più lontano dal modo di vivere degli abitanti del paesino, e non  solo si ritrova a vivere in un contesto di forti ristrettezze economiche (che probabilmente si aspettava), ma anche ad avere a che fare con una cultura e credenze fortemente arcaiche che è quasi impossibile scardinare dalla vita degli abitanti. Non è facile per lui avvicinarsi, cercare di comprendere queste persone e anche farsi da loro comprendere: basti pensare che, appena si diffonde la notizia che l'uomo è un medico, tutti cominciano a rivolgersi a lui visto che il paese è sprovvisto di un medico ufficiale e per assistenza in caso di bisogno c'è da andare altrove; Don Carlo (come viene chiamato in segno di rispetto) ha il suo bel daffare a spiegare che sì, è laureato in medicina ma non avendo mai esercitato la professione non può considerarsi medico...alla fine cede, ed è proprio questa cosa la sua "fortuna", nel senso che gli permette di conquistare la fiducia delle persone e di essere considerato alla fine uno di loro. 
Seppure il paese è piccolo, l'umanità che lo compone è comunque varia: abbiamo l'emigrato in America che è tornato vinto dalla nostalgia nonostante le condizioni di vita non buone, il prete vittima di maldicenze che alla fine verrà isolato da tutti, la donna sola con tanti figli di non sa sa quali padri, il sindaco del paese che pur essendo fascista è anche uomo di cultura...convivenza non sempre facile nemmeno fra di loro, che si sentono dimenticati dallo Stato e dal resto del mondo. Eppure alla fine Carlo Levi lascerà con ramarrico quel posto e anche una volta tornato alla proprio vita ne proverà sempre nostalgia.
Non ho letto il romanzo da cui lo sceneggiato è tratto quindi non posso fare confronti, ma la visione di questo sceneggiato è stata molto coinvolgente; buona parte del merito va all'interpretazione intimista di Gian Maria Volontè e a quella dei vari ttori che interpretano i popolani, molti dei quali non professionisti. 
E' davvero un peccato che la Rai abbia smesso di produrre opere di questo tipo!