lunedì 28 dicembre 2020

Classifica 2020

Sarò banale, questo è sicuramente stato l'anno peggiore della mia vita. Di anni difficili ne ho avuti parecchi,  e a volte l'intensità delle difficoltà che li hanno resi tali non sempre è classificabile anche rispetto a quest'anno, solo che stavolta la pandemìa ancora in corso (nella quale ho perso due parenti e svariati  amici di famiglia, oltre al fatto che sono morti svariati conoscenti) ha aggravato tutto.

Come sapete vivo in Lombardia, proprio nella zona più colpita dal virus: abbiamo passato tre mesi chiusi in casa, sentendo continuamente sirene di ambulanze e campane a morto, ho perso il lavoro senza nemmeno ricevere la disoccupazione (ho mandato due reclami all'INPS ma ancora nulla), anche dopo la riapertura sono stata comunque prevalentemente in casa, avendo anche due genitori non giovanissimi e in particolare mia mamma con una grave patologia respiratoria.

La mia vita sociale, già scarsa è praticamente scomparsa essendo praticamente quasi interamente legata ad attività culturali (Letture, cinema, teatro ecc) che sono state fermate; ho dovuto prendere la dolorosa decisione di interrompere un'amicizia di anni per non dover più subire da parte dell'altra persona comportamenti sbagliati che mi facevano stare male; ripreso il lavoro a settembre, mi sono trovata in una situazione particolarmente difficoltosa, simile a quella capitatami nel 2007, ma con l'impossibilità di avere adeguati supporti per risolverla e in più con colleghe ambigue: situazione che mi sta facendo stare molto male perchè come si sa a noi precari basta poco per fregarci e mandarci in mezzo alla strada! Tra l'altro io quando mi trovo male in una situazione rimango bloccata sia a livello di idee che di voglia di fare, quindi ancora peggio. Non va male, va malissimo.

In più aggiungiamoci problemi di salute solitamente non gravissimi ma che, con la sanità bloccata dal Covid, si stanno trascinando nel tempo e, oltre a essere dolorosi e fastidiosi, cominciano ad angosciarmi parecchio. 

Più tutti gli altri problemi, aggravati naturalmente.

Insomma non c'è proprio da stare allegri e anzi sono spesos preda dello sconforto. 

Non aggiungo altro, non mi sembra ce ne sia bisogno. 

. Ecco comunque la classifica (come sempre, non in ordine numerico) dei film che ho preferito quest'anno: nulla di memorabile ma come sempre molte  buone cose. Non avendo Netflix nè Sky nè altre piattaforma a pagamento, durante la prima quarantena (e anche dopo) ho utilizzato molto Raiplay, dove ho trovato davvero tante ottime cose per i miei gusti e interessi; di quei pochi film usciti quest'anno sono riuscita a recuperarne pochissimi e ancora non li ho visti. Oltretutto ho rivisto molti dei film preferiti proprio perchè- come sapete- in determinate situazioni film e attori sono per me come amici che mi stanno vicini nei momenti difficili.  Nella mia lista quindi metterò assieme anche film e serie tv non del 2020.


- Odio l'estate;

-Isabel (serie tv);

-La casa di carta (serie tv);

- Cristo si è fermato a Eboli (sceneggiato Rai del 1979);

- Ho amici in Paradiso;

-Enola Holmes e il caso del marchese scomparso;

- Era d'estate;

- Non ci resta che il crimine;

-Emily in Paris (serie tv);

-Peter Pan (1924);

- Persuasione (film tv del 2007);

-The Spanish Princess (serie tv);

- I bastardi di Pizzofalcone (serie tv);

- Tutto quello che vuoi;

- Rocco Chinnici: è così lieve il tuo bacio sulla fronte;

- Oceania;

- Coco. 

Auguro comunque a tutti , di cuore, un 2021 in salita, una salita positiva che ci porti a risolvere almeno in parte i nostri problemi piccoli e grandi, e a riacquistare almeno in parte la serenità perduta. Nn mi pongo obiettivi troppo grossi perchè non mi pare il caso. 

Scusate il tono poco entusiastico del post.


sabato 26 dicembre 2020

Natale in casa Cupiello, 2020

 


Regia di Edoardo de Angelis, con Sergio Castellitto (Luca Cupiello), Marina Confalone (Concetta Cupiello), Adriano Pantaleo (Tommasino),Pina Turco (Ninuccia), Tony Laudadio (Pasquale Cupiello),Antonio Milo (Nicolino), Alessio Lapice (Vittorio).


Napoli, 1950: è il 23 dicembre e Luca Cupiello si sveglia pronto a dedicare la giornata alla costruzione del presepe, per il quale nutre una vera e propria passione al punto da aver perfezionato nel corso degli anni 

Passione non condivisa dagli altri familiari:la moglie Concetta, indaffarata dai preparativi per il cenone e il pranzo, il pigro figlio Tommasino e il fratello Pasqualino, vittima dei continui scherzi e furtarelli del nipote. 

All'improvviso arriva la figlia Ninuccia, che ha litigato con il marito Nicolino: la giovane confessa alla madre di essere innamorata di un'altro uomo e di voler lasciare il consorte. Alla notizia Concetta si sente male e ne trambusto che ne segue la figlia promette alla madre che si riconcilierà con il consorte (nel frattempo accorso in casa alla notizia del malore della suocera). Peccato che l'amante della giovane sia Vittorio, amico di Tommasino e da questi invitato alla cena della Vigilia...


Versione tv del celeberrimo capolavoro di Eduardo De Filippo ( ) è ambientato vent'anni dopo l'originale.

Conosco bene anche la versione teatrale e posso dire che uno dei motivi per cui mi è piaciuta questa trasposizione tv è che, intelligentemente, evita confronti inutili per trovare una propria dimensione narrativa di fronte alla quale forse i puristi storceranno il naso, ma che secondo me per il pubblico televisivo va benissimo senza snaturare l'opera originale. Il taglio teatrale è stato modificato in taglio prevalentemente cinematografico, con inquadrature, primi piani e anche due scene in esterno che, se non vado errato, nell'originale non ci sono. 



Castellitto è sicuramente un Luca Cupiello diverso da quello di Eduardo, ma altrettanto intenso: uomo d'altri tempi e convinto assertore dell'importanza della famiglia, deve trovare vari compromessi tra i suoi desideri e quella che è la realtà: una moglie con cui c'è affetto ma non poche incomprensioni  , un figlio pigro che non ha voglia di mettere  la testa a posto e che, caparbiamente, alla domanda del padre "Te piace u'presepe?", rispondo per dispetto "Non mi piace", un fratello lamentoso e sopratutto una figlia in grave crisi coniugale (di cui principalmente è proprio dei genitori la colpa, visto che hanno convinto Ninuccia a sposare Nicolino ugualmente anche se lei non ne era innamorata solo perchè ricco). Tutto sommato è convinto di avere creato una famiglia unita e il duro scontro con la realtà sarà fatale. Il suo attaccamento al presepe (che simboleggia le tradizioni e l'unità familiare) è la principale dimostrazione di questi compromessi: una sorta di estraniarsi dalla dura realtà concentrandosi su qualcosa di più bello, che lui stesso può davvero creare a suo piacimento. 

Accanto a lui comprimari validi che forniscono buone interpretazioni (anche se non eccezionali), tra questi il giovane Adriano Pantaleo (che ricordo attore bambini in vari film e telefilm dei primi anni '90) E Antonio Milo nel ruolo del genero Nicolino, che in fondo mi ha suscitato tenerezza per la delusione cui va incontro, visto che non è una cattiva persona. 

L'allestimento della scenografia di casa Cupiello e del presepe è stato curato da alcuni noti artigiani partenopei esperti nel campo. 








martedì 22 dicembre 2020

Chiedimi se sono felice, 2000

 


Regia di Aldo Baglio, Giacomo Poretti, Giovanni Storti e Massimo Venier.   con Aldo, Giovanni e Giacomo, Marina Massironi (Marina), Giuseppe Battiston ( ), Silvana Fallisi (Silvana). 


Aldo, Giovanni e giacomo sono tre amici che vivono a Milano:  aspiranti attori, si devono accontentare di guadagnarsi da vivere con lavori ordinari e di coltivare il loro sogno di mettere in scena, con la loro piccola compagnia teatrale, una versione di "Cyrano di Bergerac". 

Un giorno Giovanni conosce la hostess Marina con cui inizia una storia d'amore: tutto bene, finchè per un errore in un momento di crisi egli crede che la ragazza abbia una tresca con Giacomo e la lascia, distruggendo anche il gruppo di amici. Tre anni dopo però arriva una brutta notizia: Aldo, tornato in Sicilia, ha avuto un brutto incidente e forse è in fin di vita. Giovanni, Giacomo e Marina mettono da parte le loro divergenze per andare a trovarlo....



Pochi giorni fa ha festeggiato vent'anni questo bellissimo film di Aldo, Giovanni e Giacomo, che vidi al cinema all'epoca dell'uscita assieme a mia sorella e che da subito è entrato a far parte dei miei film preferiti: ci siamo sentite davvero vecchie!

Adoro il trio da molti anni ormai (vidi anche il loro spettacolo teatrale quando vennero a Brescia nel 2006) ma ritengo che questo sia il loro film migliore: un mix perfetto di comicità, poesia, surrealità e serietà visti alcuni temi trattati, con una colonna sonora che accompagna perfettamente ogni momento della storia. 

Ambientata in una Milano descritta con affetto e con una visione quasi magica, sospesa tra modernità ed elementi classici (un esempio per tutti le due scene del giro in bici di notte e della partita a basket con i vigili), è una storia sull'importanza dell'amicizia e dell'amore, dei corsi e ricorsi che spesso la vita porta in queste situazioni, degli equivoci che spesso portano a situazioni che mai avremmo immaginato di vivere. Aldo Giovanni e Giacomo, che interpretano sè stessi non credo solo per il nome, sono tre amici uniti da sempre, sempre pronti ad aiutarsi e condividere tutto, che verranno divisi a causa di una donna (o meglio, di un equivoco riguardante l'incolpevole Marina): un classico clichè narrato con leggerezza, poesia, tristezza e alla fine gioia per la risoluzione positiva che ribalta la prospettiva classica evitando alla storia di scadere nella noia e nella banalità. 


In mezzo, un'opera teatrale (non a caso il Cyrano, significativo per molti aspetti) da mettere in scena, credo scelta non a caso e in cui alla fine ogni interprete, che inizialmente sembrava improbabile, troverà perfettamente il proprio spazio e la propria dimensione. Così come la trovano anche gli interpreti di contorno, tra cui Silvana Fallisi (moglie di Aldo, che qui interpreta la sua fidanzata), Giuseppe Battiston, Antonio Catania e tanti altri, in ruoli piccoli ma significativ che rimangono in mente allo spettatore vivendo di luce propria. 

I momenti da citare sarebbero tanti: l'interpretazione di "Teorema" in "versione Aldesca", la battuta sul "grande irreprensibile Albertazzi" durante un provino per il ruolo di Rossana, la visita finale ad Aldo con la mitica zia Caterina, la scena con il ladro improvvisato Giuseppe Battiston che riceve un aiuto impensato da coloro che voleva rapinare, le già citate scene in bici di notte...non saprei proprio dove concludere! 

L'ottima colonna sonora è ad opera di Samuele Bersani, che incornicia e sottolinea perfettamente varie scene del film. Ancora oggi quando sento brani come "chiedimi se sono felice"...ma batte forte il cuore, e mi sembra di tornare a tanti anni fa. 


Troppo sdolcinata e personale come recensione? Fa niente, il cinema è sempre stato parte integrante della mia vita, e quindi per me significa anche questo: emozioni, ricordi e talvolta felicità e bei momenti, proprio come dice il titolo. 







venerdì 18 dicembre 2020

Vacanze di Natale '95, 1995


 Regia di Neri Parenti, con Massimo Boldi (Lorenzo ), Christian De Sica (Remo), Cristiana Capotondi (Marta ), Luke Perry , Elizabeth Nottoli (Kelly).

Remo e Lorenzo sono due italiani che si trovano ad Aspen per trascorrervi le vacanze di Natale. Il primo, giocatore di poker incallito e oberato dai debiti, tenta di riconquistare la ex moglie Kelly che l'ha lasciato proprio a causa del suo vizio; il secondo è in ferie con la figlia 15enne Marta, la quale ha un sogno: incontrare il suo attore preferito, Luke Perry, anch'esso in vacanza lì proprio in quei giorni...



Tipico cinepanettone dell'anno 1995, con la particolarità di annoverare tra i suoi protagonisti il compianto Luke Perry, all'epoca divo amatissimo anche in Italia per il ruolo di Dylan in "Beverly Hills 90210".

Anche se la formula  è sostanzialmente la stessa mi pare meglio riuscito rispetto ad altri dello stesso tipo, sopratutto per via della storia di Boldi papà apprensivo che cerca di aiutare la figlia adolescente Cristiana Capotondi a far avverare il suo sogno: incontrare il mitico Dylan di "Beverly Hills". Per questo la ragazza ha insistito per andare in vacanza ad Aspen, dove sa che anche l'attore trascorrerà le festività. Dopo varie vicissitudini papà boldi riuscirà nl suo intento, stringendo anche una sorta di amicizia con l'attore in cui riconoscerà una persona con dei valori positivi, contrariamente a quanto credeva inizialmente.


La vicenda si intreccia con quella di De Sica giocatore incallito per questo lasciato dalla moglie americana, che insegue ad Aspen (dove la donna si reca in quanto lì vi abita la sorella con cui trascorrerà le feste) per cercare di riconquistarla, anche se il pallino del poker non l'ha abbandonato; le due vicende a un certo punto finiranno per intrecciarsi dando vita alle solite gag del duo Boldi- De Sica, talvolta ritrite ma che comunque fanno parte di questo tipo di film. 

Il tutto condito, come sempre, da famose hit dell'anno in corso. 

Niente di nuovo, anzi....comunque piacevole.




martedì 15 dicembre 2020

Enola Holmes e il caso del marchese scomparso (Enola Holmes: The case of the missing Marquise ), 2020


 Regia di Harry Bradbeer, con Millie Bobby Brown (Enola Holmes), Henry Cavill (Sherlock Holmes),Sam Claflin (Mycroft Holmes), Helena Bonham Carter (Eudoria Holmes), Louis Prtridge (Tewkesbury), Fiona Show (Miss Harrison).


Inghilterra 1888: Enola Holmes è la sorella minore dei famosi Sherlock e Mycroft, che la ragazza quasi non conosce dato che da anni i rapporti dei fratelli con la famigli di origine sono quasi inesistenti. Nel giorno del suo 16mo compleanno Enola ha una sgradita sorpresa: la madre Eudoria scompare misteriosamente senza lasciare traccia di sè. La ragazza contatta così i fratelli nella speranza che iescano a risolvere il caso in breve, ma ciò non avviene: Eudoria pare proprio introvabile. 

Esaminando con attenzione alcuni regali di compleanno che la madre le ha lasciato però Enola scopre alcuni indizi che potrebbero essere legati alla scomparsa; peccato che i due fratelli maggiori non siano affatto disposti ad ascoltarla, e anzi progettano di rinchiuderla in un collegio per signorine, consdierandola sol o una ragazzina ribelle e stravagante. A Enola non resta altro da fare che scappare di casa e recarsi a Londra, cercando la madre per conto suo...



Non sono mai stata una appassionata di Sherlock Holmes, ho letto solo due libri a riguardo; ma avendo letto tanto riguardo a questo film e al romanzo omonimo da cui è stato tratto (2006 ), mi sono incuriosita e ho deciso di vederlo. Avrei preferito leggere prima il libro che però è rimasto bloccato in biblioteca a causa di questo ultimo lockdown. 

Come da trama Enola Holmes è la sorellina minore di Sherlock e Mycroft: personaggio inventato dalla Springer (assieme alla madre Eudoria) e quindi non presente nell'opera originale. Penso come che come OC (personaggio originale inserito all'interno di una storia preesistente) Enola funzioni bene, anche se alcune cose di questo film mi hanno fatto un po' storcere il naso. Ma andiamo con ordine. 

Il film è carino e l'idea di base buona anche se non originalissima:  una sedicenne che vive avventure nella Londra vittoriana imparando a stare al mondo e ad affinare le proprie capacità e il proprio carattere non è una cosa proprio nuova ma è comunque una trama sempre piacevole se ben sviluppata. Tra l'altro il caratterino di Enola , la sua intraprendenza e anche il suo desiderio di affetto e di instaurare un vero rapporto con due fratelli che ha visto pochissime volte la rendono simpatica senza troppi sforzi. Certo per quanto mi riguarda è fastidiosissimo il fatto che la narrazione venga continuamente interrotta dal personaggio che, rivolgendosi direttamente agli spettatori, fa spiegoni spesso inutili, ma lì non è certo colpa dell'attrice che anzi ho trovato molto adatta al ruolo. 


Il vero difetto del film è uno di quelli che ho già rimarcato in altri prodotti, ovvero: l'impronta femminista data alla storia e che finisce per prevalere su tutto il resto. Le donne sono sempre brave e intelligenti, gli uomini tutti strxxzi e oppressori, oppure mammole : a tale proposito completamente stravolto il personaggio di Mycroft, dipinto come un "fratello- padrone" senza cuore e che impone il suo volere alla sorella anche con una certa violenza. Non gli viene dato il beneficio del minimo dubbio: non potrebbe essere che, pur sbagliando, il fratello maggiore voglia assicurare a Enola quello che all'epoca era considerato il massimo dell'istruzione per una ragazza del suo ceto? No, è cattivo e basta. Sherlock invece è il fratello buono, quello che empatizza con la sorella.  

Non può mancare ovviamente l'educazione da supereroina ricevuta da Enola, compresa ovviamente la lotta libera (attività molto in voga tra le signorine delle famiglie - bene dell'epoca, come è noto!) e le scienze; complimenti a Eudoria per essere tanto esperta in tutto, eh! 


Ma le cose più fastidiose sono due: quel messaggio orribile "Starai bene da sola", ripetuto più volte come se fosse un mantra, e il rapporto totalizzante madre- figlia (e meno male che doveva stare bene da sola, eh!) che a mio avviso appare più deleterio che altro. Tra l'altro Eudoria non è certo una figura proprio positiva: catalizza il suo affetto esclusivamente sulla figlia minore, escludendo i due figli maggiori per cui mostra solo disinteresse (anzi, non si fa scrupolo a derubare Mycroft con l'inganno). Ma qui voglio lasciare il beneficio del dubbio: il film è il primo di una serie e forse in seguito ci verrà spiegato il perchè di questo strano comportamento. Anche qui nessuna colpa per l'attrice, dato che l'interpretazione della Bonham Carter  è davvero buona, forse la migliore del film. 

Peccato perchè il film è carino, si lascia vedere e gli interpreti funzionano nonostante le pecche della sceneggiatura e della produzione. Certo è un film per adolescenti, ma trovo che per colpa dei difetti sopra detti gli attori non vengano abbastanza valorizzati, credo avrebbero potuto dare di più. 

Nonostante ciò il mio giudizio è comunque positivo, e attendo di vedere il prossimo episodio...e sopratutto di poter leggere il libro!




domenica 13 dicembre 2020

Mondo Youtube: Lusio

Luigi, "in arte Lusio" come lui stesso si presenta in ogni video, è uno youtber che ho conosciuto su Fb in quanto anche lui appassionato riccardiano.
Appassionato di teatro (se non erro lavora in quell'ambito), nel suo canale tratta prevalentemente recensioni di libri, ma non mancano i film, le serie tv, il teatro.
Particolarmente interessante la sua rubrica "Il professor Lusio racconta", in cui analizza personaggi e vicende storiche spesso con interessanti collegamenti alla letteratura, alla cronaca, al teatro.
E' un canale con pochi iscritti ed è un peccato, perchè secondo me ha delle buone potenzialità dato che spazia in vari ambiti culturali e che Luigi è un intrattenitore piacevole, competente e simpatico. 
Ma non è detto che col tempo la situazione non migliori, sono ottimista a riguardo perchè ho notato un aumento di iscritti rispetto a quando a quando mi sono iscritta io. 





venerdì 11 dicembre 2020

Dumbo, 1941


Regia di Ben Sharpesteen e Norman Ferguson, con le voci originali italiane di: Stefano Sialdi (Timoteo), Velia Cruicchi Galvani (Elefantessa più anziana), Mario Gallina (direttore del circo). 



In un circo  l'elefantessa signora Jumbo diventa mamma del piccolo Dumbo, elefantino dotato di enormi orecchie. Da subito il piccolo viene per questo motivo discriminato e preso in giro dalle altre elefantesse, che si vergognano di lui perchè non è uguale a tutti gli altri elefanti. Quando mamma Jumbo per difenderlo vien ritenuta ingestibile viene rinchiusa in una gabbia apposta e Dumbo rimarrebbe completamente solo se non fosse per il topolino Timoteo. con cui stringe amicizia....








Celeberrimo cartoon disneyano tornato di recente alla ribalta delle cronache per le recenti accuse di razzismo che gli sono state mosse (assieme ad altri film disneyani e non) in nome di un politicamente corretto che francamente comincia a rompere. Tra l'altro, se proprio vogliamo essere precisi il discriminato in questa storia è proprio Dumbo, quindi....
Ma tant'è, meglio non divagare con queste stupidaggini.
Il quarto classico Disney (e anche il più corto credo, dato che dura circa un'ora) venne realizzato in uno stile semplice ed economico a causa della crisi finanziaria in cui la casa di produzione versava a causa delle perdite economiche del precedente film "Fantasia2, che non aveva ottenuto il ritorno economico sperato, unita alla crisi finanziaria mondiale causata dalla seconda guerra mondiale all'epoca già in atto da un anno. Per questo inizialmente fu preso piuttosto sottogamba dalla critica e rivalutato solo nel corso degli anni. 
A mio avviso proprio la semplicità di questo film è il suo maggiore pregio: pochi personaggi ben tratteggiati, poche canzoni brevi e zero "effetti speciali" consentono di ampliare due tematiche importanti come l'importanza dell'amore e dell'amicizia e la fiducia in sè stessi concentradosi su di esse e facendo in modo che siano perfettamente comprensibili per il pubblico infantile (a cui il film è indirizzato). 

Il piccolo protagonista è sottoposto a una serie di sventure e prove di coraggio aiutato solo dal topolino Timoteo e- in seguito da un gruppo di simpatici corvi che inventeranno l'espediente della "penna magica" per aiutarlo ad acquisire la fiducia necessaria; una storia quindi in cui anche i più piccoli potranno riconoscersi, e che regala sicuramente almeno due "perle": la sequenza psichedelica degli elefanti rosa e la commovente scena in cui Dumbo va a trovare la mamma in prigione.
Dato che col tempo Dumbo è diventato uno dei personaggi più iconici della Disney possiamo dire che il suo riscatto è stato veramente a 360 gradi.
Il doppiaggio della colonna sonora italiana (il film arrivò da noi nei primi anni '50) fu affidato al Quartetto Cetra. 




 

Paolo Rossi

 E' morto a   all'età di 64anni per un male incurabile Paolo Rossi, il famoso calciatore della vittoria dei Mondiali 1982.

Ero molto piccola all'epoca e non ho ricordi di quella bellissima vittoria, ma ricordo comunque il calciatore come personaggio e sportivo protagonista di quegli anni, oltre  ciò la partita della vittoria l'ho vista in seguito;  non posso quindi non tributargli il mio piccolo omaggio di nostalgica di quegli anni. 





lunedì 7 dicembre 2020

Fievel sbarca in America (An American tail), 1986

 


Regia di Don Bluth, con le voci italiane di: Alessandro Tiberi (Fievel), Rossella Acerbo (Tanya), Renzo Palmer (Papà Toposkievicz), Bianca Toso (Mamma Toposkievicz), Leo Gullotta (Tigre), Loris Loddi (Tony).


Russia, 1885: dopo un'attacco dei terribili gatti cosacchi che distruggono la loro casa, la famiglia Topo   (composta da mamma, papà, Fievel, Tanya e un neonato) decide di emigrare in America, terra in cui- pensano i  nostri- esiste solo la ricchezza e sopratutto non esistono gatti. Durante una tempesta il piccolo Fievel cade in mare; si salva e grazie a un piccione approda finalmente a New York; qui dovrà imparare a cavarsela da solo, ritrovare la sua famiglia e stare bene attento a un nemico che credeva non esistesse più: i gatti in America ci sono, eccome!


Bel cartoon non disneyano- prodotto da Steven Spielberg -  che ricordo  con simpatia in quanto uno dei preferiti di mia sorella quando era piccola, al punto che le regalai il libro. Al di là di questo trovo che tratti dei temi ancora attuali al giorno d'oggi, in particolare quello dell'emigrazione, del razzismo e delle difficoltà a vivere in una Paese diverso dal proprio. 

La storia infatti, ambientata alla fine dell'800 (periodo di forte emigrazione verso gli USA da molti paesi del mondo) parla di personaggi che nel Nuovo Mondo cercano una nuova opportunità di vita (la famiglia di Fievel, il topo italiano Tony, la topolina femminista Bridget il gatto buono Tigro) e delle insidie e delusioni contro cui devono combattere in una Terra che non è la loro: queste ultime simboleggiata dalla banda di gatti di Lucky LoRatto. un malvagio gatto mafioso che arriva a travestirsi da topo per ingannare i nuovi arrivati e, fingendo di aiutarli a sistemarsi e a trovare lavoro, spillare loro sempre più soldi obbligandoli anche a lavorare nella sua fabbrica (in pratica schiavizzandoli). Essendo solo inizialmente anche Fievel cade nelle sue grinfie, ma poi rendendosi conto della situazione e con l'aiuto del Topo Tony (italoamericano) riesce a fuggire e ,oltre alla ricerca della sua famiglia (anche loro arrivati nel frattempo a New York), si impegna nella lotta allo strapotere dei gatti (non senza rischi per la propria vita) cercando quindi di realizzare il desiderio di un mondo più giusto che aveva spinto la famiglia a lasciare la terra natale. 


La storia è ben raccontata, alternando (come tipico dei cartoon) momenti seri a momenti divertenti, i personaggi sono ben costruiti e rappresentati; lo stile dato al film in generale è ancora piuttosto "disneyano" ma si  vede che regista e produttori stanno già prendendo una loro strada. 

Una bella storia poco riproposta in Tv (almeno mi pare) e che ebbe anche un seguito, "Fievel conquista il West" (1991).








venerdì 4 dicembre 2020

Emily in Paris, 2020




 Ideato da Darren Star, con Lily Collins (Emily Cooper), Philippine Leroy Beaulieau (Sylvie), Lucas Bravo (Gabriel), Ashley Park (Mindy),Samuel Arnold (Julien), Bruno Gouery (Luc),Camille Razat (Camille), William Abadie (Antoine).



Emily Cooper è una giovane americana che lavora in una agenzia di marketing e che viene inviata a Parigi per un anno presso

Per la giovane, appassionata di moda e di social, l'impatto con la realtà francese non è sempre facile: differenze di lingua e costumi, iniziale ostracismo da parte dei nuovi colleghi e della direttrice Sylvie non le facilitano certo il soggiorno, ma una volta ambientatasi tutto sarà più facile...



Per una volta riesco a vedere quasi subito una serie tv, invece di recuperarla!

Molto carina anche se ha suscitato vespai di polemiche per via dei troppi stereotipi che conterrebbe.

Ed in effetti essi non mancano: possibile che i francesi del 2020 vengano ancora rappresentati come così indietro da aver bisogno che una giovane americana dia loro lezioni, sopratutto nel settore della moda e della comunicazione? Ok, Emily essendo giovane e appassionata di social può rappresentare un valore aggiuntivo da quel punto di vista (e non solo ovviamente) ma anche i suoi colleghi non mi sembrano così vecchi da non saperne proprio nulla. 


E' anche vero che i francesi non sono propriamente famosi per la loro umiltà e simpatia, ma che motivo ha l'anziana portiera dello stabile in cui la protagonista vive di inveirle contro per qualunque cosa? E poi, possibile che tutti gli uomini francesi appena vedono Emily anche per due minuti poi non pensano ad altro che a portarsela a letto ? Tranne i gay ovviamente....

Comunque i francesi si consolino: almeno a loro è dato vivere nel 2020, per la stragrande maggioranza di registi e sceneggiatori noi italiani invece siamo ancora fermi agli anni'50 e andiamo ancora in giro in Vespa. Per non parlare del fatto che per loro il Nord Italia non esiste, visto che le ambientazioni scelte sono perlopiù del Sud Italia, al massimo si arriva a Firenze. 

Ma nonostante tutto ciò a me la serie è piaciuta, è leggera e gradevole, a volte ho invidiato la protagonista per l'occasione che le è capitata e per il fatto di cavarsela con grandissimi colpi di fortuna in ogni situazione (anche quelle più paradossali), altri un po' meno (arrivare in un nuovo luogo di lavoro e trovare capi e colleghi strxxxi non è proprio il massimo); notare poi il suo look che definirei stravagante ma con stile. 

Lily Collins è un'attrice brava e simpatica che avevo già notato nei "Miserabili"e che qui tratteggia un personaggio che poteva facilmente  risultare antipatico ma che invece appare buffo e solare, pur se  non troppo approfondito (come del resto tutti gli altri personaggi). Per quanto riguarda il resto, colori pastello predominano in uan fotografia nitida che contribuisce a dare un'immagine di una Parigi da cartolina e ovviamente solo dei luoghi turisticamente più appetibili (le bainleau qui non esistono proprio). 



Ma insomma, non ci può essere solo pesantezza nella vita, sopratutto di questi tempi; e io sono una nostalgica dei telefilm vecchio stile tipo "Vita da strega", storie semplici  e divertenti sempre a lieto fine  che aiutavano lo spettatore a svagarsi....




martedì 1 dicembre 2020

La Bella e la Bestia, 1976


Regia di Fielder Cook, con George C. Scott (la Bestia), Trish Van Devere (Bella). 

Tornando da un viaggio un mercante di perde in un bosco e trova rifugio in un castello apparentemente abbandonato. Al momento di andarsene coglie in giardino una rosa per farne dono alla figlia Bella, ma viene scoperto dal padrone di casa, un uomo mostruoso con il volto di cinghiale. Egli lo lascia andare a patto che una delle sue figlie si sacrifichi andando a vivere per sempre nel castello.
Bella si offre volontaria per andarvi e si reca al castello; conosce la Bestia e, anche se inizialmente impaurita, col tempo capisce che ha un animo nobile e nasce una bella amicizia....




Voglio iniziare il mese di dicembre, tipicamente dedicato ai film natalizi, con uno dei miei personali classici natalizi della mia infanzia: questa versione per la tv de "la Bella e la Bestia" che quando ero piccola veniva sempre tramsessa durante le feste assieme ad altri titoli, di cui ricordo "Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato", "I viaggi di Gulliver", "Il principe e il povero" e "Il piccolo lord".
Credo sia una versione poco conosciuta (in rete ho trovato pochissimo a riguardo) e non so quanto possa essere il suo valore artistico reale: il mio ricordo di bambina è (quasi ovviamente) un primo impatto di paura vedendo la Bestia superato in seguito per la voglia di vedere come continuava la storia (non conoscevo la favola originale).
L'ambientazione della favola viene trasposta dalla originaria Francia all' Inghilterra, o almeno credo dato che i nomi dei personaggi di contorno sono tutti inglesi; la versione è abbastanza fedele all'originale e, a differenza di altre versioni, viene dato ampio spazio al fratello e alle sorelle di Bella.
I due attori protagonisti sono marito e moglie e appare quindi scontato che funzionino abbastanza bene come coppia. 
Non memorabile ma meritevole della sufficienza, io ci sono affezionata e mi piacerebbe trovare il DVD.