giovedì 27 febbraio 2020

L'amica geniale: Storia del nuovo cognome, 2019- puntata 3 e 4

Regia di Saverio Costanzo,con Margherita Mazzucco (Lenù). Gaia Gerace (Lila), Anna Rita Vitolo (Immacolata Greco), Luca Gallone (Vittorio Greco), GEnnaro de Stefano (Rino Cerullo), Giovanni Amura (Stefano Carracci), Eduardo Scarpetta (Pasquale Peluso), Francesca Pezzella (Carmen Peluso), Francesco Serpico (Nino Sarratore), Giovanni Buselli (Enzo Scanno), Elvis Esposito (Marcello Solara), Rosaria Langelotto (Gigliola Spagnuolo), Valentina Acca (Nunzia Cerullo), Alessio Gallo (Michele Solara).



I Solara aprono un negozio di scarpe in centro, e ottengono da Lila il permesso di esporre la sua foto del matrimonio, seppure modificata in modo originale dalla stessa ragazza. 
Arriva l'estate e Lila parte per una vacanza a Ischia assieme alla madre, alla cognata Pinuccia e a Lenù; qui incontrano la famiglia Sarratore a cui si uniscono trascorrendo giornate allegre. Nino bacia Lenù e lei comincia a credere che lui si sia innamorato di lei, in realtà le sue attenzioni vanno a Lila, che non disdegna...


La terza puntata de "L'amica geniale" si apre con un originale atto di ribellione di Lila ai suoi nemici: i Solara che tengono in pugno la sua famiglia, suo marito che   , suo fratello anch'esso colpevole di averla tradita svendendo il loro progetto di un calzaturificio Cerullo ai Solara. La ragazza acconsente a dare il permesso ai fratelli di esporre la foto del matrimonio (che personalmente è proprio identica a come me l'ero immaginata io leggendo il libro) a patto che le lascino carta bianca su come modificarla. Con l'aiuto di Lenù e davanti agli sbigottiti amici taglia la foto, incolla a modo suo i pezzi e la trasforma in un quadro stile "arte moderna", che nessuno capisce a parte Michele Solara (e secondo me nemmeno lui, credo che la sua approvazione sia dovuta solo al desiderio di compiacere Lila e accattivarsi le sue simpatie, del tutto inutilmente). 


Essendo incastrata in una vita agiata ma infelice Lila ha pochi mezzi per ribellarsi al proprio status, al contrario dell'amica che con lo studio si sta evidentemente evolvendo e distaccando dagli abitanti del rione. E questo divario tra le due ragazze viene fuori palesemente quando l'insegnante di Lenù invita la sua alunna a una festa in casa sua, e la ragazza decide di portare con sè Lila. Mentre Lenù si mette in luce in quell'ambiente radical chic con i suoi discorsi progressisti e la sua intelligenza, Lila rimane in disparte e si vede oscurata: è a disagio, non sa cosa dire, per una volta la sua bellezza e intraprendenza non colpiscono nessuno. Ci rimane talmente male che appena se ne vanno si vendica sull'amica insultandola pesantemente, e qui ho sempre trovato la cosa molto sgradevole: se anche si possono comprendere i sentimenti a riguardo, non è giustificato prendersela con Lenù. Troppo abituata a essere la reginetta ai cui piedi tutti cadono?
Tutto ciò causa un allontanamento di qualche tempo delle due amiche, fino a quando è Lila stessa a farsi viva appena le scuole chiudono per la pausa estiva: propone a Lenù di andare ad Ischia assieme a lei, a sua madre a Pinuccia (moglie di suo fratello Rino), ovviamente Lenù accetta (chiamala scema, tutto spesato dall'altra!) nella speranza di incontrare Nino Sarratore. cosa che avviene, e infatti i ragazzi si uniscono passando assieme giornate allegre (c'è anche Bruno, amico di Nino); ma anche per chi non ha letto il libro appare chiaro lo scopo del viscido ragazzo di usare l'ingenua Lenù per arrivare a Lila. Che non si rifiuta, pur sapendo di ciò che prova l'amica...ecco, questo tipo di amicizia- rivalità non l'ho mai capita e francamente non mi interessa, non rappresenta il mio concetto di amicizia.
Come sempre il racconto scorre liscio e coinvolgente, anche se - come accaduto nella prima serie- il fatto che il tutto sia interamente parlato in napoletano e quindi vi sia da leggere i sottotitoli ha rovinato lo spettacolo a molti.





domenica 23 febbraio 2020

Odio l'estate, 2019

Regia di Massimo Venier, con Aldo Baglio (ALdo), Giovanni Storti (Giovanni), Giacomo Poretti (Giacomo), Lucia Mascino (Barbara ), Maria De Biase (Carmen), Carlotta Natoli (Paola), Michele Placido (Il Maresciallo).







Per un'errore dell'agenzia di viaggi tre famiglie molto diverse fra di loro si trovano a dover condividere la stessa casa per le vacanze su un'isola del Sud Italia; la famiglia di Aldo, ipocondriaco ma affettuoso capofamiglia con la passione per Massimo Ranieri; quella di Giovanni, negoziante in crisi sia economica che esistenziale; quella di Giacomo, famoso dentista con moglie snob e figlio dodicenne in crisi adolescenziale.
Come è ovvio inizialmente la convivenza sarà problematica ma pian piano nascerà l'amicizia....






Nuovo successo per Aldo, Giovanni e Giacomo con un film che inizialmente ho pensato sarebbe stato meglio proporre in estate, ma poi dopo la visione ho capito che poteva anche andare bene così.
E' un bel film, divertente ma senza strafare e senza cadere nel banale, con un colpo di scena finale che porta anche delle riflessioni importanti.
Come da trama, le famiglie dei tre protagonisti si trovano costrette a condividere la casa delle vacanze su un'isoletta del sud (location stupenda di cui purtroppo non so il nome); gli iniziali battibecchi e le problematiche della convivenza (che comunque nascono principalmente- in due dei casi- dalla già esistente situazione di crisi nelle coppie) lasceranno il posto alla nascita di una solida amicizia, e le disastrose premesse iniziali si trasformeranno in una bellissima vacanza. 

Detto così sembra tutto un po' un deja vu, e del resto almeno un poco è così, visto che qua e là saltano fuori battute e gag storiche del trio; e invece, come spesso accade, non è il tanto quello che succede prima di arrivare al "Dunque", ma come. Ed in effetti, seppure di picchi di originalità non se ne vedono, lo stile narrativo è garbato, con una vena di malinconia e dolcezza da sempre presenti nei loro film, i personaggi sono simpatici e interpretati da attori in parte e mai sopra le righe, e per quanto a volte possano apparire stereotipati c'è sempre una motivazione per cui sono in quella determinata maniera. 
Completa il tutto una bella e varia colonna sonora, e nonostante il "colpo di scena" amaro di cui si diceva poc'anzi, si esce dal cinema soddisfatti e magari sognando un'estate del genere (perlomeno a me è successo. Ma è anche vero che io con le estati sono un caso a parte).
Un film perfettamente godibile e un ritorno in grande stile per il trio comico.



domenica 16 febbraio 2020

L'amica geniale- Storia del nuovo cognome, 2019- puntata 1 e 2

Regia di Saverio Costanzo,con Margherita Mazzucco (Lenù). Gaia Gerace (Lila), Anna Rita Vitolo (Immacolata Greco), Luca Gallone (Vittorio Greco), GEnnaro de Stefano (Rino Cerullo), Giovanni Amura (Stefano Carracci), Eduardo Scarpetta (Pasquale Peluso), Francesca Pezzella (Carmen Peluso), Francesco Serpico (Nino Sarratore), Giovanni Buselli (Enzo Scanno), Elvis Esposito (Marcello Solara), Rosaria Langelotto (Gigliola Spagnuolo), Valentina Acca (Nunzia Cerullo), Alessio Gallo (Michele Solara).



Lila e Stefano tornano dal viaggio di nozze già in crisi: lei si sente in trappola e cerca di rassegnarsi al ruolo di  moglie che ormai ha accettato ma in cui non si ritrova. Anche Lenù si sente in crisi e perde interesse per lo studio al punto da decidere di abbandonare la scuola; Lila accorre in suo aiuto offrendole di studiare a casa sua, dove ha una stanza libera, e pagandole i libri.
Intanto Antonio riceve la cartolina per il servizio di leva e la cosa lo fa cadere in depressione, preoccupando gli amici; per aiutarlo Lenù e Lila si rivolgono ai fratelli Solara ma la cosa non fa alcun piacere ad Antonio, peggiorando la sua condizione.
Arriva l'estate e Lila decide di andare in vacanza ad Ischia, ma dato che il marito non può seguirla per via del negozio decide di farsi accompagnare da Lenù...


Inizia così la seconda stagione de "L'amica geniale" che narra il secondo romanzo della serie, "Storia del nuov cognome". 
Le due protagoniste ora hanno 17 anni e due vite completamente diverse: Lila si è sposata con Stefano Carracci, Lenù continua a essere una studentessa modello. Ma le due non sono affatto felici: nonostante l'agiatezza, il matrimonio di Lila si rivela da subito un fallimento sopratutto per via del carattere violento del marito che non lesina ogni tanto alzare le mani verso la moglie, ma anche - diciamocelo- per l'ostinazione di Lila, che seppure motivata dalla delusione nell'aver scoperto che il marito fa affari con i Solara invece di combatterli come lei desiderava, inizialmente non cerca nemmeno un appiglio di comprensione per quelle che potrebbero essere le sue motivazioni. Questo non giustifica lui, intendiamoci...ma inizialmente, quando ancora le botte non erano iniziate, ho trovato Lila davvero troppo dura e ostinata (e non è successo una volta sola leggendo i libri....)

Dal canto suo lenù- come conseguenza dell'istruzione che riceve-  si sente ormai  un pesce fuor d'acqua rispetto sia alla famiglia e al rione, con i quali ormai condivide ben poco, e questo la fa precipitare in una crisi esistenziale profonda come quella di Lila, al punto di volere quasi rinnegare tutto ciò che ha fatto finora e decidere di abbandonare la scuola, trovarsi un lavoro al rione e magari sposarsi con Antonio. Tutto ciò ovviamente tradisce il suo bisogno di sentirsi uguale agli altri, e forse anche a Lila: dico "forse" perchè Lenù sa benissimo cosa sta passando l'amica e cosa si nasconde dietro l'agiatezza della sua vita, che la stessa Lila divide con lei. Però si sa che il desiderio di sentirsi uguali agli altri, sopratutto a quell'età, può essere più forte di tutto....
Le prime due puntate proseguono in questo modo, con le due amiche a fare da supporto e spalla una all'altra, in questo caso forse di più Lila che sfrutta la propria agiatezza per aiutare Lenù, a tal punto che la convince a riprendere gli studi ospitandola in casa propria per farla stare più tranquilla. In questo modo, e in altri, Lila decide di sfruttare la propria nuova condizione per aiutare i suoi amici, in modo che - se non a sè stessa- possa arrecare vantaggi agli altri,
Ma una vacanza a Ischia cambierà le sorti delle due amiche, sopratutto visto che fra Lila e Nino Sarratore (simpatico come un dito schiacciato nella portiera) nascerà una subitanea e pericolosa passione...alla faccia della povera Lenù. Ma il rapporto tra le due amiche è sempre stato altalenante in questo modo. 

La narrazione, fedele al testo scritto, prosegue senza intoppi e anzi, con alcune pensate originali a livello scenografico, tra cui la scena in cui Lila, dal vetro della porta del bagno, vede l'immagine del marito deformata in un mostro (immagine che riflette le sue paure). nulla di particolarmente nuovo per il resto, gli attori sempre in parte e la ricostruzione del rione perfetta, come me l'ero immaginata leggendo. 






martedì 11 febbraio 2020

Notte degli Oscar 2020

Come ogni anno sono stati assegnati a Los Angeles gli Oscar inerenti all'anno 2019. Ecco i vincitori delle principali categorie:





MIGLIOR FILM: PARASITE (Gisaengchung), di Bong Joon- ho



MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA:  Joaquin Phoenix per "Joker"



MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA: Brad Pitt per "C'era una volta..a Hollywood"



MIGLIOR ATTRICE: Reneè Zellwegger per "Judy"



MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA: Laura Dern per "Storia di un matrimonio"



MIGLIOR REGISTA: Bong Joon- ho per "Parasite"



MIGLIOR FILM STRANIERO: PARASITE (Corea)


Come avrete notato quest'anno è successo qualcosa di particolar: per la prima volta nella storia dell'Academy è stato premiato come miglior film una pellicola non anglofona, che a anche coinciso con il miglior film straniero. Tra l'altro in una delle scene principali del suddetto film c'è come colonna sonora "In ginocchio da te" di Gianni Morandi....
Poca sorpresa per gli attori protagonisti, personalmente per me la Zelwegger non meritava questo premio, Molto contenta invece per Brad Pitt, meritatissimo. 
Joaquin Phoenix ha dedicato l'Oscar al fratello River, morto nel 1993 a causa di un overdose. E- visto il discorso che ha fatto- spero che anche lui non abbia gli stessi problemi....
Come sempre ho visto anche il filmato "In memoriam", che si può dire essere il mi momento favorito della cerimonia; e come sempre da qualche anno a questa parte posso dire di aver visto di meglio, anche se non posso che plaudire alla scelta di "Yesterday" come tema del filmato. Clamorosa dimenticanza quella di Luke Perry, che ha fatto anche un po' di cinema e in particolare il suo ultimo lavoro è stato "C'era una volta a Hollywood"....comunque leggendo sul web ho visto che hanno dimenticato anche altri personaggi. 
Insomma solito lavoro fatto con i piedi.


domenica 9 febbraio 2020

Kirk Douglas

E' morto all'età di 103 anni l'attore Kirk Douglas, uno dei divi del cinema più longevi e padre dell'attore Michael Douglas.
Il suo vero nome era Issur Danielovich ed era figlio di immigrati bielorussi, nato nel 1916: il debutto cinematografico avvenne nel 1946 nel film "Lo strano amore di Martha Ivers" di Lewis Mileston ma il primo grande successo fu con "L'asso nella manica" di Billy Wilder (1951).
Tra i film della sua lunghissima carriera si ricordano: "Ulisse" (1954), "Spartacus" (1960, con il quale riportò a Hollywood lo sceneggiatore Dalton Trumbo, per anni osteggiato a causa del maccartismo), "Brama di vivere" (1956, in cui interpreta Vincent Van Gogh), "Orizzonti di gloria" (1957), "20.000 leghe sotto i mari" (1954), "Uomini  e cobra" (1970), "Oscar- Un fidanzato per due figlie" (1991), "Vizio di famiglia" (2003).
Ha interpretato anche molti episodi di varie serie tv e film tv. Ha ricevuto un unico Oscar, quello alla carriera, nel 1996.







domenica 2 febbraio 2020

Judy, 2019

Regia di Rupert Goold, con Renee Zellweggr (Judy Garland), Darcy Shaw (Judy ragazza), Rufus Sewell (Sidney Luft), Jessie Buckely (Rosalind), Fnn Witrock (Mickey Deans), Bella Ramsey (Lorna Luft).

1968: Judy Garland, da tempo in crisi esistenziale e lavorativa, per sbarcare il lunario accetta una serie di concerti a Londra...



E' sempre brutto svalutare il lavoro di un attore, in particolare quando esce da un periodo "no" e pur tenendo conto dell'enorme lavoro (che sicuramente c'è stato anche in questo caso) per entrare nei panni di un personaggio realmente esistito; ma purtroppo non si può nemmeno fare finta di non vedere quando in un film c'è qualcosa che non va. E in questo caso a non farmi digerire troppo il film (che comunque non  è nemmeno da buttare, eh!) è stata proprio la performance della Zellwegger, peraltro candidata all'Oscar per questa parte e data per superfavorita.
Uno dei grandi difetti di questa attrice - che personalmente ritengo più adatta alle commedie che difatti l'hanno resa famosa più che a un film drammatico come questo- è avere una mimica facciale improntata a smorfie e smorfiette varie, che a volte a lungo andare risultano decisamente fuori luogo ma che evidentemente la Zellwegger non può- o non vuole- tenere sotto controllo; peccato che non vadano bene in ogni film, c'è differenza tra la svampita Bridget Jones e la sofferente Judy Garland degli ultimi mesi di vita! E in questo caso spiace dirlo, ma è delle cose che più si notano dell'interpretazione dell'attrice...
Che rimedia con un evidente lavoro sul corpo (magro, tirato e sofferente) e sulla postura, ma non riesce a evitare quell'effetto "grottesco" che inficia tutto il resto.

Come già detto, il film ricopre gli ultimi mesi di vita della cantante e attrice, ormai da tempo in declino al punto di non riuscire più a lavorare perchè ritenuta inaffidabile (a causa dei suoi problemi di alcool e depressione) e impossibilitata quindi a mantenere i due figli minori Lorna e Joey (la primogenita Liza è già adulta compare brevemente in una scena annunciando il suo debutto alla madre); non ha nemmeno una casa dove vivere e quando viene sfrattata dalla suite di un albergo perchè non pagava, è costretta a ricorrere all'ex marito che, preoccupato per i figli ( e qui non ho potuto dargli torto) decide di attivarsi per chiedere il loro affidamento. Ma lo stato di malessere della Garland ha origini molto lontane, ed è così che inizia il film: sul set del fantastico mondo di Oz, primo grande successo della 17enne Judy, dietro le cui quinte però accadevano cose ben poco magiche ed edificanti. Il film mette bene in evidenza come la povera ragazzina sia stata sfruttata e abusata sia fisicamente che psicologicamente dapprima dalla famiglia d'origine (genitori      che  la abbandonarono al suo destino quando cominciò la carriera nel mondo del cinema) e poi da quella "adottiva" (i produttori e impresari della casa cinematografica), che cominciarono a rifilarle pasticche di ogni tipo per renderla più produttiva e in particolare- nel caso della Garland- per contenere l'aumento di peso visto che la ragazza aveva già un fisico tracagnotto. Oggi per gli attori bambini e ragazzini ci sono molte più tutele, ma all'epoca non era così e la Garland non fu certo l'unico caso di attrice bambina sacrificata dalle Majors sull'altare della fama e del denaro che rendeva. 
E' una parte del film che mi ha intristito tantissimo e mi ha fatto molto riflettere, ho trovato la giovane attrice Darcy Shaw (che interpreta appunto Judy Garland adolescente) molto meglio della sua controparte adulta; assistere alle violenze psicologiche dei potenti dell Majors che facevano leva sulla fame di affetto della ragazzina per distruggerla è stato molto duro. 
Purtroppo l'attrice si porterà dietro queste cose per tutta la vita, ed in questo senso è molto bella la scena (presumo inventata) della serata passata con i due fans inglesi, persone semplici ma piene di affetto che per poche ore riescono a darle il calore di cui ha bisogno. 
Il film può anche essere un'occasione per rispolverare la conoscenza di alcuni dei più grandi successi di Judy cantante.