venerdì 30 dicembre 2022

Classifica 2022

Volge al termine anche il 2022: un anno strano, con un ritorno alla normalità solo apparente per certi aspetti... e con tanti, troppi problemi. Sia a livello collettivo che personale. 
Abbiamo avuto (e purtroppo abbiamo tutt'ora) la guerra in Ucraina, che dopo due anni di pandemia - non ancora terminati peraltro- sta avendo gravi ripercussioni anche da noi, oltre ad aver sconvolto gli equilibri a cui siamo abituati in Europa. 
A livello personale...meglio lasciare perdere: sebbene non sia stato un anno brutto come il 2021 i problemi non sono mancati, sopratutto a livello di salute sia miei che della mia famiglia. In particolare mia mamma ha avuto un tumore al seno (per fortuna benigno e superato) e ora purtroppo è in ospedale con una polmonite, viste he già pregresse condizioni di salute non proprio ottimali non è proprio il massimo; mia sorella invece continua ad avere grossi problemi che le hanno stravolto la vita -non entro nei dettagli per rispetto- e che sono potenzialmente invalidanti. Sono molto preoccupata per loro, e sinceramente non so come faccia mia sorella a sopportare ciò che le è capitato, perchè io davvero non ci riuscirei.
A livello lavorativo posso dire che, se da un lato ho lavorato tutto l'anno scolastico, dall'altro sono capitata nuovamente in un ambiente pieno di tensioni, difficoltà, problemi che mi hanno quasi schiacciato; per fortuna da settembre sono ripartita con una supplenza più tranquilla in una scuola dove mi ero trovata bene in passato, e questa è stata una cosa positiva, senonchè la supplenza è finita il 10 dicembre e da allora sto aspettando che mi richiamino di nuovo altrove. Ormai vivo sempre con ansia lo spostamento da una scuola all'altra perchè ho paura di trovarmi male e rimanere nuovamente fregata. il mondo della scuola poi è notevolmente peggiorato e a volte temo di non farcela a sopportare tutto ciò che vedo e sento quotidianamente.
Davvero, non avrei mai immaginato che a 43 anni la mia vita sarebbe stata QUESTA...nemmeno nelle mie previsioni più cupe.

Sia al cinema che nelle letture questo clima si è fatto sentire: quest'anno peggio dell'anno scorso, poche cose 

- La stranezza
- L'estate nei tuoi occhi (serie tv)
-Elvis
- I BRicchetti (TV)
- Filumena Marturano (tv)


Che dite...se dico "Buon anno" esagero? ;)

martedì 27 dicembre 2022

I Bricchetti, 2022

 Regia di Franco Bertan , con Sergio Isonni (Sergio), Maria Teresa Danieli (Teresa), Mara Bricchetti (Carla), Riccardo Zandalini (Attilio)


Sergio e Teresa Bricchetti sono due anziani coniugi bresciani alle prese con fatti e avventure della vita di ogni giorno...


Oggi voglio parlarvi una piccola chicca bresciana: "I Bricchetti", mini serie tv in sole quattro puntate (per ora), nata da una serie di spot di successo per Bricchetti, azienda bresciana che si occupa di impianti acustici  (L'Amplifon bresciano per intenderci), trasmessi su Teletutto, una rete locale. 

 I protagonisti sono due anziani coniugi, Sergio e Teresa: lui estroverso artista amante della lirica, lei casalinga peperina e comandina (ma anche più pratica), conducono una tranquilla vita alle prese con i problemi di tutti i giorni, tra i quali gli acciacchi dell'età (tra cui appunto, il calo dell'udito, cui negli spot sopperisce l'apparecchio pubblicizzato). Attorno a loro svariati personaggi, tra cui in queste puntate si sono distinti in particolare la coppia di vicini Carla  e attilio.

Isonni e la Danieli sono due bravi attori del teatro dialettale bresciano piuttosto noti, funzionano molto bene in coppia e anche nella caratterizzazione dei personaggi. Le quattro puntate (durate una ventina di minuti circa l'una) sono quasi totalmente parlate in bresciano,  i due protagonisti sono prontamente stati soprannominati "i Sandra e Raimondo bresciani" (per ovvi motivi).

Insomma grazie ai Bricchetti un po' di orgoglio bresciano anche in tv!




venerdì 23 dicembre 2022

I miei film di Natale preferiti

 Ecco qui i film che, da anni, allietano le mie feste; non sempre sono film di Natale classici (magari perchè ambientati nel periodo natalizio), ma volte sono legati ai miei natali per vari motivi: perchè magari li ho visti al cinema durante le feste o perchè allietano le mie festività da anni, a volte anche dall'infanzia. 



- Alice nel paese delle meraviglie (!961)

-Pinocchio (1940)

-Il mistero di Sleepy Hollw (1999)

-Chiedimi se sono felice (2000)

-Così è la vita (1998)

- Il gobbo di Notre Dame (1996)

- Angeli con la pistola

- Il capitalista

- Canto di Natale di Topolino

-Piccole donne (1950 e 1994)

-Buon viaggio Charlie Brown

- Buon Natale Charlie Brown

- I tre moschettieri (1948)

 Cenerentola (1951)

- Vacanze di Natale '95/2000

- Parenti serpenti

Edward mani di forbice

- Babe maialino coraggioso (1996)

- La  famiglia Addams 1 e 2 (1991/1993)

- La gabbianella e il gatto (1998)

- Christmas in love (2004)

- Biancaneve e i sette nani

- Hercules

- Settimo cielo (1927)

martedì 20 dicembre 2022

Babe va in citta' (Babe: Pig in the city), 1998


 Regia di George Miller, con James Cromwell (Arthur Hoggett ), Magda Szubansky (Esme Hoggett ), Mary Stein (padrona della pensione ), Mickey Rooney (Fugly Floom) e le voci italiane di: Lorenzo De Angelis (Babe), Paolo Lombardi (narratore), Marco Mete (Ferdinand).


Dopo il successo alla fiera (vedi precedente film) Babe e il fattore Arthur tornano alla loro vita tranquilla alla fattoria. Purtroppo l'uomo si infortuna in maniera piuttosto seria e la moglie Esme da sola non ce la fa  a portare avanti tutto: a causa di alcuni debiti i coniugi rischiano così di perdere la fattoria.

Per ovviare a questo problema, Esme decide di portare Babe ad esibirsi in una fiera che si svolge in una città lontana; durante il viaggio per un contrattempo sono costretti a fermarsi in un'altra città, dove trovano alloggio presso in una pensione....




Simpatico ma non notevole seguito di "Babe maialino coraggioso" (1996), ha perso un po' la magia del primo film nonostante i personaggi siano rimasti sostanzialmente gli stessi. Stavolta il fattore interpretato da James Cromwell lascia un po' il posto alla moglie, un personaggio più in evidenza rispetto a prima.

Per il resto una favola basata su vari stereotipi che da sempre esistono nella dicotomia campagna/città, il che però non sempre rappresenta per forza un difetto; in un film dalla trama semplice e basica come questo, ad esempio, a mio avviso ci può stare.






domenica 18 dicembre 2022

Lando Buzzanca

 E' morto all'età di 87 anni l'attore Lando Buzzanca.

Vero nome Gerlando, nato a Palermo nel 1935, dopo aver lavorato come comparsa esordisce al cinema nel 1961 con "Divorzio all'italiana", bissando subito dopo il successo nel   con "Sedotta e Abbandonata"; viene presto relegato al genere "commedia sext" negli anni '70, di cui diviene uno degli interpreti principali: nel 1971 gira "Il merlo maschio", film "simbolo" del genere e tra i suoi più famosi, al punto che verrà soprannominato egli stesso in questo modo. 

Alla fine degli anni '70 lascia momentaneamente il cinema dedicandosi per molti anni al teatro; nel 2005 torna in tv con la fiction "Mio figlio", cominciando così una nuova fase della sua carriera, dimostrando di essere un attore completo anche su ruoli seri o drammatici. Nel 2007 vince il Globo D'oro per la sua interpretazione ne "I Vicerè"; altro grande successo sarà, nel 2012, la fiction "Il restauratore".

Tra i suoi lavori ricordiamo: "I mostri" (1964), "Il magnifico cornuto" (1964), "Don Giovanni in Sicilia" (1967), "Il prete sposato" (1970), "Quando le donne prsero la coda " (1972), "Il gatto mammone" (1975), "Vado a vivere da solo" (1982), "La baronessa di Carini" (2007), "Lo scandalo della banca romana" (2010), "W gli sposi" (2019).








sabato 17 dicembre 2022

Natale in India, 2003

 


Regia di Neri Parenti, con Massimo Boldi (Enrico), Christian De Sica (Fabio), Enzo Salvi (Vomito), Biagio Izzo (Gennaro), Clarissa Burt (Silvia), BRuno Arena (Bruno), Max Cavallari (Max).


Il giudice milanese Enrico  l'ingegnere romano Fabio hanno entrambi due figli di 16 anni, che sono totalmente l'opposto dei padri: il primo, vegano e ambientalista, si ritrova con un figlio            , mentre il secondo, arruffone e intrallazzatore, ha un figlio con saldi principi morali e intransigente. 

Dopo essersi casualmente conosciuti durante un viaggio in India scoprono che i figli sono nati nello stesso ospedale e potrebbero essere stati scambiati nella culla....



Solito cinepanettone natalizio dei primi anni 2000, senza arte nè parte:come ho detto più volte non che questi film possano essere scambiati per qualcosa di oiù di quello che sono, non ne hanno nemmeno la pretesa; ma alcuni sono meglio riusciti - come il precedente "Natale sul Nilo"- altri, come questo, lasciano molto a desiderare.

Niente di nuovo nè sul fronte trama, nè su quelle delle interpretazioni; al limite si può dire che, indipendentemente dal risultato del film, rispetto ad alcuni cinepanettoni più recenti (e posteriori alla crisi tra Boldi e De Sica) si può notare come in questo e negli alti traspare un genuino divertimento da parte degli attori nel girarlo.

Poi c'è da dire che per me il 2003 è stato un anno NO, quindi forse anche questo influisce sul mio giudizio (a volte purtroppo capita).

Certo che confrontando il personaggio del rapper Vomito con alcuni cantanti di oggi...beh, che dire...Enzo Salvi è stato profetico!!





martedì 13 dicembre 2022

Oliver & Company, 1989

 


Regia di George Scribner,con le voci italiane di : Francesco Venditti (Oliver), Claudio Sorrentino (Dodger),Miriam Catania (Jenny), Glauco Onorato (Sykes), Gigi Angelillo (Fagin),.



Nella New York di fine anni '80 il piccolo Oliver, un gattino abbandonato che vive per strada, viene adottato da un gruppo di cani randagi capitanati dal vivace Dodger, che vivono su una vecchia barca assieme al senzatetto Fagin, mantenendosi con vari espedienti. 

Fagin ha contratto un debito con Sykes, un pericoloso gangster che "preme" perchè il devito venga saldato a ogni costo.....


Cartone Disney uscito alla fine degli anni '80 e caduto col tempo nel dimenticatoio tanto che nemmeno quando c'erano i Disney Store ho trovato del merchandising riguardante i suoi personaggi. Del resto mi pare di ricordare che nemmeno all'epoca ebbe grande successo: chissà perchè visto che non mi pare peggio di tanti altri. 

Versione Disneyana di "Oliver Twist" di Charles Dickens, nemmeno a me è piaciuto granchè: simpatico, musiche accattivanti, scenografie e disegni tipici del cinema dell'epoca (New York era una ambientazione molto di moda allora), anche valido come adattamento del libro originale pur con tutti i dovuti cambiamenti...ma non so, non c'è stato quel "Quid" che io ritengo necessario per apprezzare o ricordare un film. Questo non vuol certo dire che non meriti almeno una visione: sicuramente può piacere agli amanti di cani e gatti, e ai bambini specie se molto piccoli. 






domenica 11 dicembre 2022

La stranezza, 2022


 Regia di Roberto Andò, con Toni Servillo (Luigi Pirandello), Salvatore Ficarra ( ) Valentino Picone ( ), Aurora Quattrocchi (Maria Stella),Giulia Andò (Santina)



1902: Luigi Pirandello, diretto a Catania per incontrarsi con Giovanni Verga, si frma nella nativa Girgenti per partecipare ai funerali della vecchia balia Maristella, organizzati dallo stesso Pirandello in pompa magna. Chiacchierando con Onofrio e Sebastiano, i due becchini, scopre che i due (che non l'hanno riconosciuto) sono appassionati di teatro e hanno una piccola compagnia teatrale con cui si stanno preparando al primo spettacolo, scritto da loro stessi. Lo scrittore, che sta vivendo una forte crisi esistenziale dovuta alla malattia mentale della moglie Antonietta, si appassiona alle vicende- sia personali che teatrali- dei due amici...



Un film suggestivo, un omaggio al mondo del teatro speculare a "Qui rido io" con cui ha in comune oltre al tema del teatro anche il protagonista Toni Servillo, che stavolta veste i panni di Luigi Pirandello. 

E' successo molto spesso che una coppia di comici- magari sottostimati come artisti seppure benvoluti dal pubblico- abbia dato prova di buone doti attoriali  cimentandosi in film di genere diverso da quelli comici, a volte persino in ruoli drammatici: ad esempio Franco e Ciccio come Il Gatto e la Volpe nel "Pinocchio" di Comencini (1973 ), i Fichi D'India negli stessi ruoli nell'omonimo film di Benigni del 2002, o ancora Franco e Ciccio in "Kaos" (1984 ), anch'esso tratto da alcune novelle di Pirandello. Questo perchè anche se non sembra secondo molti attori è più difficile far ridere che piangere; e quindi una volta che si è riusciti a far ridere, calarsi in un ruolo drammatico può risultare meno complicato.


Succede anche in questo "La stranezza" dove Ficarra e Picone stabiliscono una particolare amicizia nientemeno che con Luigi Pirandello, che, in crisi creativa, grazie alla passione  nutrita per il teatro popolare da queste due persone incolte che tengono in piedi una sgangherata compagnia e che mischiano  realtà e finzione al punto da non sapersene staccare anche nella propria vita privata riesce a ritrovare l'ispirazione e a scrivere nientemeno che "Sei personaggi in cerca d'autore".

Una storia coinvolgente, divertente ma anche intensa, dove i rimandi al teatro- non solo in generale, ma anche a quello dialettale siciliano- sono quasi continui  e dove anche gli attori comprimari non sfigurano davanti ai tre attori principali. Molto curato anche dal punto di vista di fotografia, scenografia, costumi, a oggi è il film italiano che più ha incassato nel 2022. Per me non sfigurerebbe agli Oscar.







martedì 6 dicembre 2022

Kirstey Alley

 E' morta a 71 anni l'attrice Kirstey Alley.

Nata in Kansas nel 1951, esordì nel cinema nel 1982 nel film "Star Trek II- L'ira di Khan"; la notorietà arriva con il telefilm "Cin cin"- molto famoso sia in USA che in Italia; tra i suoi lavori si ricordano la trilogia di "Senti chi parla" accanto a John Travolta, "Weekend con il morto" (1990), "Matrimonio a quattro mani" (1995), "Harry a pezzi" (1998), "L'ultimo padrino" (1997) lo sceneggiato "Nord e Sud" (1985) e la serie tv  "Fact actres" (2005).

Mi è spiaciuto molto apprendere questa notizia perchè i primi due film di "Senti chi parla" fanno parte del mio personale percorso come cinefila: quante volte io e mia sorella li abbiamo rivisti e abbiamo rifatto le varie scene? E' una cosa che solo io posso capire ma davvero a ripensarci mi scende la lacrimuccia...








domenica 4 dicembre 2022

La Famiglia Addams 2 (Addams Family Values), 1993

 


Regia di Barry Sonnenfeld, con Raul Julia (Gomez), Anjelica Houston (Morticia), Christopher Lioyd (Zio Fester), Christina Ricci (Mercoledì), Jimmy Workman  (Pugsley), Carol Kane (nonna Addams), Joan Cusack (Debby). 


In casa Addams si festeggia la nascita di Pubert, terzogenito di Gomez e Morticia; a seguito di ciò viene assunta Debby, una governante con il compito di occuparsi dei tre figli della coppia. Zio Fester si innamora della giovane, ricambiato, almeno apparentemente.....




Film che fa eccezione alla regola "i seguiti sono meno belli del primo capitolo", almeno per me che l'ho preferito al precedente. 

Senza nulla togliere al primo film, questo ha una storia più divertente e coinvolgente, dal ritmo più serrato ma senza esagerare, con l'introduzione di un nuovo personaggio "cattivo" ma comico ottimamente interpretato da Joan Cusack; viene inoltre dato più spazio a Mercoledì e Pugsley che hanno una vera e propria storyline tutta per loro in un luogo proibito per gli Addams:un campeggio estivo con ragazzi "normali"...!


La caratterizzazione dei personaggi è sostanzialmente quella del primo film, anche se troviamo i coniugi Addams alle prese con  la nascita di un terzo figlio, il piccolo Pubert, che da subito rivela di essere un "vero Addams" con tanto di baffetti ereditati dal papà. La presenza del piccino smuove gli equilibri della famiglia, in particolare quella dei due fratelli maggiori che reagiscono con una sorta di gelosia, organizzando giochi tipo "La rivoluzione francese" (con Pubert portato alla ghigliottina con mini carriola); pr gestire al meglio la situazione senza rimanerne travolti Morticia e gomez decidono di assumere una tata. Ecco così arrivare Debby, bionda e avvenente tipica donna americana stile "cheerleader": sempre sorridente, sempre affettuosa, entra subito in empatia con tutti i membri della famiglia, e in particolare con lo zio Fester che- guarda un po'- da qualche tempo è in crisi perchè anche lui vorrebbe avere una compagna e una propria famiglia..... 




Quali sono le vere mire di Debby lo spettatore medio lo capisce presto, assieme a Mercoledì e Pugsley, gli unici a non lasciarsi abbindolare dalle moine della bionda, e per questo "eliminati" mandandoli in un campeggio estivo per adolescenti.  Da qui in poi le due vicende si alternano: da una parte i maneggi di Debbie per fare fuori il neo maritino e intascare la cospicua eredità, dall'altra i problemi di Pugsley e Mercoledì in un campo boy scout che mette in pratica solo apparentemente i principi di solidarietà e amicizia per cui questa associazione è nota: proprio in questa parte della storia abbiamo trovare a mio avviso geniali come il punire i ragazzini riottosi chiudendoli in una casetta a vedere cartoni Disney  film smielati o la recita finale, dove la storia dei Padri Pellegrini verrà stravolta da Mercoledì e soci raccontando anche la parte più oscura e non solo quella della tradizione tanto amata dagli americani. 

Ma nonostante tutto anche l'iconica ragazzina troverà l'amore...

Davvero: dopo 30 anni ogni volta che lo riguardo (prevalentemente durante le festività natalizie, difatti come ho già spiegato l'anno scorso questi due film sono due dei miei "classici natalizi" preferiti, pur non appartenendo a tale filone ) sembra sempre la prima volta. Sotto vi metto le mie due scene preferite! 


P.S: e comunque....sulla Barbie Malibu ha ragione Debby! ;)







domenica 27 novembre 2022

Emily in Paris, stagione 2

 


Ideata da Darren star, con Lily Collins (Emily Cooper), Ashley Park (Mindy),Lucas Bravo (Gabriel), Camille Razat (Camille), Philippine LeroyBeaulieu (Sylvie), Bruno Gouery (Luc),Lucien Laviscount (Alfie), Kate Walsh (Madeleine)


Proseguono le avventure della giovane americana Emily, trasferitasi per lavoro a Parigi. Ora ha un ruolo più di responsabilità all'interno della Savoir, ma se le cose sul lavoro tutto sommato sembrano filare liscio sono le relazioni interpersonali il lato problematico della sua vita: dimenticare ciò che c'è stato fra lei e Gabriel sembra quasi impossibile sopratutto per le insistenze di lui, creando grandi momenti di imbarazzo; la conoscenza di Emily con Alfie, suo compagno al corso di francese, potrebbe però rimescolare le carte....



E' incredibile come non  solo abbia ancora da recensire cose viste nel lockdown 2020, ma come abbia dimenticato pure cose che- una volta tanto- sono riuscita a vedere in tempo reale alla loro uscita: in questo caso, ormai un anno fa.

Detto questo, come da trama Emily è rimasta a Parigi e lavora ancora per Sylvie. A causa delle polemiche dei niente affatto permalosi cugini d'Oltralpe alcune cose sono cambiate: meno stereotipi (e fin qui niente di male), interi pezzi di dialoghi in francese (non sono riuscita a vederli sottotitolati quindi è stato molto fastidioso capire dei dialoghi a metà), la stessa Emily è diventata meno saccente nei confronti del Paese ospitante (ma forse questa è solo la giusta evoluzione del personaggio). 



Nonostante l'abbia trovata generalmente un poco meno divertente della prima (la situazione tra Emily e Gabriel è stucchevole ed è incredibile che regga ancora per una stagione) , anche questa seconda stagione comunque si lascia vedere volentieri: sono contenta di vedere finalmente una serie tv leggera, rasserenante, senza pretese di lanciare messaggi particolari anche se qua e là si possono trovare spunti di riflessione. I personaggi non presentano significative novità; al cast originale si aggiungono tre new entry: Alfie, compagno di corso di Emily con cui nasce un'intesa, Madeleine, la "capa" americana della giovane, che piomba a Parigi convinta di poter comandare chiunque (interpretata da Kate Walsh, ex Addison di "Grey's anatomy" e "Private practice", e il ragazzo che diventa il nuovo interesse amoroso di Mindy, l'amica di Emily che ha deciso di proseguire il suo sogno di diventare cantante (scusate, ma dopo un anno non ne ricordo il nome).

Vedrei volentieri anche una terza stagione ma a tutt'oggi non ho ancora sentito se la faranno o meno.




 

lunedì 21 novembre 2022

Il principe di Roma, 2022


 Regia di Edoardo Falcone   , con Marco Giallini (Bartolomeo Proietti), Andrea Sartoretti (Eugenio), Sergio Rubini (Principe Accoramboni), Giuseppe Battiston (Alessandro VI), Denise Tantucci (Beatrice Cenci),Antonio Bannò (Gioacchino), Filippo Timi (Giordano Bruno), Giulia Bevilacqua (Teta), Liliana Bottone (Domizia).


Roma, 1829: Bartolomeo Proietti detto Meo è uno degli uomini più ricchi della città, in procinto di diventare principe attraverso il matrimonio combinato con la nobile Domizia, figlia di un principe decaduto e in bancarotta (che tramite il matrimonio  e i soldi del futuro genero vedrà annullati i propri debiti). Peccato che pochi giorni prima delle noze il sottoposto che doveva portare i soldi  in questione vien condannato a morte senza riuscire a rivelare dove li ha messi; nel tentativo di scoprirlo Meo si rivolge a una vecchia veggente che, invece dello spirito richiesto, risveglia quelli di Beatrice Cenci, Giordano Bruno e Alessandro VI.

Accompagnato da essi. Meo inizia un viaggio tra passato e presente analizzando la propria vita...


Simpatica versione romanesca di "Canto di Natale" di Dickens ambientata nella Roma papalina, ambientazione sempre affascinante per me, con qualche rimando a capolavori classici come "Nell'anno del Signore" e "L'ultimo Papa Re". 

Lo Scrooge romano si chiama Bartolomeo Proietti- detto Meo- un orfano cresciuto in un istituto di carità e fattosi "da solo", come si suol dire, riuscendo a diventare uno degli uomini più ricchi della città. al punto che perfino il Principe Accoramboni, a cui è rimasto solo il titolo nobiliare, è disposto a dargli in moglie la giovane figlia in cambio del rippianamento dei debiti. A Meo infatti non basta non essere più povero e avere accesso agli agi e lussi che fin dalla nascita gli erano stati negati: vuole arrivare al massimo grado della scala sociale, diventare quindi un nobile, anche se si intuisce da subito che mai verrà realmente accettato e considerato come tale dagli altri nobili, che lo disprezzano per le sue origini popolane. L'uomo è talmente concentrato sul proprio obiettivo che non riesce a vedere chi, attorno a lui, gli vuole bene veramente (la serva Teta) e a trattare male Eugenio, un vecchio amico che essendo in stato di bisogno gli ha chiesto aiuto.


Saranno i fantasmi di tre grandi del passato (Beatrice Cenci, Papa Borgia e Giordano Bruno) a guidare Meo in un viaggio a cavallo tra passato, presente e futuro facendogli aprire gli occhi su sè stesso e la propria situazione, e a indirizzarlo sulla giusta via in cui deve indirizzare la propria vita. 

Insomma la storia è nota, forse non è particolarmente originale a parte la trovata originale dei tre fantasmi famosi, ma il film è davvero piacevole, accanto a un Giallini sempre in forma spiccano alcuni giovani attori che si fanno notare ( Denise Tantucci nel ruolo d Beatrice Cenci, Antonio Bannò in quello del cocchiere Gioacchino e Giulia Bevilacqua in quello di Teta, che a me ha ricordato molto il personaggio di Rosetta in "Rugantino") e alcuni famosi perfettamente n parte con i loro ruoli: Andrea Sartoretti nel toccante ruolo di Eugenio (per fortuna anche lui destinato a redimersi), Filippo Timi come Giordano Bruno  e Giuseppe Battiston quasi irriconoscibile nel ruolo di Alessandro VI (una volta tanto simpatico). 

Si ride ma ci si commuove anche, e si riflette con intelligenza.

Data la tematica si poteva farlo uscire almeno un mese dopo, ma ormai a quanto pare è la norma anticipare il Natale di un mese....






domenica 6 novembre 2022

Ticket to Paradise, 2022

 



Regia di Ol Parker, con George Clooney (David), Julia Roberts (Georgia),Katlyn Dever (Lily), Lucas Bravo (Paul), Maxim Boutler (Guede).


Durante una vacanza a Bali Lily, giovane neolaureata in legge, conosce Guede, coltivatore di alghe nell'attività di famiglia. Tra i due giovani è colpo di fulmine e poco dopo decidono di sposarsi; dagli USA arrivano così David e Georgia, genitori di Lily, divorziati da quando lei era piccola. In realtà i due, nonostante non si sopportino, stavolta hanno deciso di allearsi per impedire alla figlia di commettere quello che loro ritengono un gravissimo errore....



Simpatica commedia appartenente di diritto al filone delle "commedie romantiche" americane, che anche in anni in cui non brilla particolarmente sembra comunque reggere egregiamente anche grazie a questo tipo di prodotto, non certo originale visto che la storia dei due ex che si odiano e poi si ritrovano è uno è uno degli espedienti cinematografici più usati da sempre, credo. 

Difatti il film regge quasi completamente sulla coppia di protagonisti che la fanno da padroni, in tutti i sensi: dopo quattro film insieme la Roberts e Clooney formano ormai un duo collaudato come caratteri e anche come chimica, funzionano molto bene e alla fine ci si appassiona di più alle loro vicende che a quelle dei pur simpatici giovani protagonisti. La bellezza del luogo completa il tutto, del resto anche l'occhio vuole la sua parte. Personaggio inutile quello del pilota, avrebbe potuto benissimo non esserci. 






lunedì 31 ottobre 2022

A proposito dei Ricardo (Being The Ricardos), 2021


 Regia di Aaron Sorkin, con Nicole Kidman (Lucille Ball), Javier Bardem (Desi Arnaz), J.K Simmons (William Frawley), Nina Arianda (Vivian Vance).




Nell'America del 1952 spopola in tv il telefilm "I love Lucy" interpretato da Lucille Ball e Desi Arnaz, marito e moglie anche nella realtà. Quando Lucille rimane incinta si prospetta il problema per gli sceneggiatori se sia il caso di introdurre la gravidanza anche nello show; nel frattempo guai ancora più grossi stanno per arrivare in casa Arnaz dato che Lucille viene accusata di essere comunista in piena era maccartiana....




Film di genere "biopic" che riporta in auge due divi ora un po' dimenticati degli anni '50.... a dire la verità, sopratutto la lei della coppia, Lucille Ball, che assieme al marito Desi Arnaz era la protagonista dell'amatissimo "I love Lucy", show che pochi anni dopo fu tra i primi ad arrivare da oltreoceano anche sui neonati teleschermi italiani con il titolo "Lucy e io". Ritenuta dalla critica di oggi "affascinante e spigliata, dotata di verve comica e mimica non comuni" (da Wikipedia"), all'epoca rimase purtroppo ingabbiata nel suo ruolo più famoso (quello televisivo appunto) e ciò le tolse la possibilità di esprimersi in maniera adeguata al cinema, nonostante una lunga e discreta carriera anche in questo ambito. 


Il film ripercorre la vicenda umana e artistica dell'attrice, inevitabilmente legata a quella del primo marito Desi Arnaz (il matrimonio durò una ventina d'anni); inizialmente la star era lui e sicuramente le nozze dieedero a Lucille una chance in più di emergere non indifferente, anche se poi anche all'interno della coppia finiì per acquisire potere e mettere un po' in ombra il coniuge, penalizzato anche dagli stravizi in fatto di alcol e donne che lei invece non aveva. 

Lucille Ball è interpretata da Nicole Kidman, che si intuisce abbia svolto un grosso lavoro di studio del personaggio dato che all'interno del film lo stesso personaggio si sdoppia: la Lucille che appare in tv e negli studi cinematografici come atteggiamenti e pose molto spesso differisce da quella che si trova nel proprio quotidiano con la famiglia, la propria casa ecc: Questa scelta forse vuole sottolineare le difficoltà per molte insormontabili che le donne dell'epoca (anche famose e di potere come la Ball) avevano all'epoca per imporsi in qualche modo e avere l'ultima parola sulle decisioni che gli studios prendevano per loro: bisognava essere sempre "toste"e non mollare il colpo perchè altrimenti era un attimo vedere qualche attricetta (magari raccomandata) passarti davanti e fregarti quel ruolo al quale ambivi da anni. Accanto a lei (che inevitabilmente ruba un po' la scena a tutti) Javier Bardem nel ruolo del marito Desi Arnaz, volutamente un po' defilato ma allo stesso tempo presente e amorevole nonostante i tradimenti e la sindrome da comprimario che lo coglie anche nella vita di fronte alla popolarità della compagna. Una coppia che funziona molto bene e rende bene il ritratto della coppia più celebre, approvato anche dai figli degli Arnaz. 


Forse condensare in una sola settimana (più vari flashback) una narrazione così densa non è il massimo come scelta, visto che risulta anche poco credibile (io durante la visione ho percepito un tempo molto più lungo, ed è solo leggendo poi le varie recensioni sul web che ho scoperto si svolgesse in una sola settimana); il ritmo finisce per risultare a volte troppo veloce altre noioso, sopratutto se magari non si conosce bene la storia di questi due attori. Tutto sommato un film godibile che ha il merito di rendere omaggio a una grande attrice sottovalutata e a una coppia amatissima; secondo me è stato uno spreco farlo uscire solo su Amazon video. 





giovedì 27 ottobre 2022

Il conte Tacchia, 1982


Regia di Sergio Corbucci, con Enrico Montesano (FRancesco Puricelli detto "Conte Tacchia" ), Vittorio Gassman (Torquato Terenzi ), Zoe Chauveau (Fernanda), Ninetto Davoli (Ninetto), Paolo Panelli (Alvaro Puricelli)

Roma, 1910: Francesco Puricelli detto Checco, figlio di un falegname, sogna di diventare nobile; per questo viene soprannominato ironicamente "Conte Tacchia" dagli altri abitanti del quartiere. L'unico rapporto che il giovane ha con la nobiltà è l'amicizia con il vecchio principe Terenzi, che però vive in ristrettezze in quanto il suo nome è decaduto da tempo. Alla morte del principe Checco ne diventa l'erede ma nobiltà vera lo osteggia....





Simpatico film di ormai 40 anni fa che sulla falsariga del contemporaneo "Marchese Del Grillo" ridicolizza la nobiltà romana dei primi del '900 in modo forse un po' stereotipato: abbiamo da una parte  i nobili tutti stroxxxi, depravati, corrotti e disonesti, mentre dall'altra un popolano, sognatore, sempliciotto (ma non certo stupido), simpatico ecc...che però non si fa certo scrupolo, pur di raggiungere il proprio obiettivo, di abbandonare il proprio padre e di ingannare la donna che ama che però è solo una popolana e quindi poco utile al suo scopo.
Il personaggio e peraltro ispirato a una fgura realmente esistita: Adriano Bennicelli, nobile romano vissuto fra il 1860 e il 1925  la cui famiglia si era arricchita con il commercio del legno (Tacchia in romano signfica "pezzo di legno").
Molto bravo Montesano che interpreta senza sforzo (nel senso che gli viene naturale) un personaggio vicino a quelli tipici della sua lunga carriera, ma Gassman e Paolo Panelli sono una spanna  superiore a lui. 












domenica 23 ottobre 2022

I fratelli Karamazov, 1969


 Regia di Sandro Bolchi, con Corrado Pani (Dimitri Karamazov), Umberto Orsini (Ivan Karamazov),  Carlo Simoni (Aleksej Karamazov),Salvo Randone (Fedor Karamazov), Lea Massari (Grusenka),  Carla Gravina (Katerina Ivanovna), Antonio Salines (Smerdjakov).     


.Dimitri,Ivan e Alekseji Karamazov sono tre fratelli, figli del vecchio e depravato Fedor Karamazov,che ha dissipato in gozzoviglie e vizi tra i più laidi tutto il patrimonio suo e pure quello che i figli avevano ricevuto in eredità alla morte delle rispettive madri( Dimitri è figlio della prima moglie, gli altri due della seconda).

Ciò è motivo di un’accesa disputa tra Dimitri e il padre, accresciuta dal fatto che entrambi sono invaghiti di Grusènka,una giovane popolana molto bella.Gli altri due fratelli assistono al conflitto impotenti; quando Fedor viene ritrovato assassinato, Dimitri è l’indiziato principale, ma questi giura di essere innocente…


Versione Rai dell'omonimo romanzo di Fedor     ( ), è uno dgli sceneggiati più di successo nella storia delle televisione italiana (con una media di 15 milioni di spettatori a puntata, un record anche per l'epoca), acclamato anche dalla critica. 

Meritatamente, perchè nonostante all'epoca la qualità di tutti gli sceneggiati fosse piuttosto alta, questo in particolare si distingue, oltre che per l'alto livello degli attori e dei professionisti coinvolti nella lavorazione, per il fatto di rendere  un romanzo molto complesso non solo ottimamente come adattamento ma rendendolo comprensibile e fruibile per il grande pubblico, il quale si appassionò alla storia talmente tanto da rilanciare le vendite del libro. 


Per me che amo molto questo romanzo è sempre un piacere vedere la cura e l'attenzione che traspaiono da questa trasposizione, l'impegno di attori già ottimi di loro nl calarsi in personaggi difficili rendendoli in maniera ottimale e facendo percepire al pubblico sentimenti, passioni e pensieri di ognuno di loro: in particolare ho apprezzato Corrado Pani che alterna irruenza e fragilità  nei panni di Dimitri, Salvo Randone che centra perfettamente l'ambiguità del padre Fedor, viscido e amorale ma per il quale allo stesso tempo non si riesce a fare a meno di provare simpatia, gli altri due fratelli Umberto Orsini (il tormentato Ivan) e il tranquillo Alesa.

Ma anche sugli altri personaggi nulla da dire, sebbene personalmente per quelli femminili avrei talvolta scelto altre attrici, ma questo è solo un dettaglio. Resa particolarmente bene la difficile parte del processo e anche quella del "Grande Inquisitore", che può forse risultare noiosa per alcuni visto che dura quasi mezz'ora ed è impostata in modo molto teatrale ma, se si ha la pazienza di superare questo scoglio, rende molto bene il momento e il senso di quanto narrato.


Al limite, un difetto che ho trovato è quello di non raccontare (neanche in minima parte) il prologo della vicenda, cioè la storia dei due matrimoni di Fedor Karamazov e quindi l'origine della disputa tra Dimitri e il padre.

Per me è sempre in piacere rivederlo. Piccola nota: quando ho letto la prima volta il romanzo avevo 13 anni e non conoscevo lo sceneggiato, che ho visto solo nel 2010... e sono rimasta di sasso visto che, leggendo, Alesa me l'ero immaginata identico all'attore che lo ha effettivamente interpretato qui! :)

Di recente Umberto Orsini ha ripreso il personaggio di Ivan in uno spettacolo teatrale intitolato "Io sono Ivan Karamazov", attualmente in programma nei teatri italiani.




giovedì 20 ottobre 2022

Il bar delle grandi speranze (The tender bar), 2021


 Regia di George Clooney, con Ben Affleck (Charlie   ), Daniel Ranieri (J.R Moringer bambino), Lily Rabe (Dorothy), Christopher Llooyd (il nonno), Tye Sheridan (J.R Moringer giovane)


USa, anni '70: dopo la fine del proprio matrimonio Dorothy torna assieme al figlio J.R a Long Island nella casa natale dei genitori, dove vivono anche il fratello Charlie e una sorella con i propri figli. 

Il piccolo JR crescerà così con la famiglia materna, con pochissimi contatti con il padre DJ che lui cerca comunque ascoltando la sua voce alla radio; per fortuna stabilisce un rapporto di forte affetto con lo zio Charlie....




Tratto dall'omonimo romanzo autobiografico (2005)  di  J.R Moeringher, è uno di quei film che definisco "occasioni mancate" dato che mi è piaciuto, avrebbe avuto tutte le carte in regola per diventare uno di quelli di ricordare...ma niente, non è scattato il feeling, qualcosa è mancato.

E' il tipico romanzo di formazione, una storia autobiografica che parte dalla descrizione dell'infanzia (la parte più riuscita a mio avviso). Il piccolo protagonista, J.R assiste al divorzio dei genitori e all sparizione del padre, un famoso Dj che il figlio da quel momento sentirà prevalentemente per radio; con la madre torna a vivere nella casa dei nonni, affollata di persone e caotica ma che lui continuerà ad amare anche da adulto nonostante la madre cerchi di inculcargli che "questa non è una vera casa"; tra i parenti spicca lo zio Charlie a cui JR è molto legato e che inevitabilmente diventerà per lui come un secondo padre. Charlie gestisce un bar chiamato "      " che per il nipote diventerà una seconda casa e dove tornerà ogni volta che avrà bisogno di consolazione o consigli di vita. Il tutto nella cornice degli USA anni '70 e '80,una cornice un po' superficiale a dire la verità dato che viene illustrata quasi unicamente attraverso cambi di look dei personaggi e canzoni dell'epoca: poco o nulla viene accennato dei vari cambiamenti storici e sociali di quegli anni.


La storia è bella e scorre, ma ho spesso avuto la sensazione che appunto scorresse un po' troppo in fretta, senza approfondire vari aspetti e lasciando in superficie molti altri seppure si capisce vengono considerati importanti, tra cui l'amore per i libri che JR respira fin da piccolo in casa dei nonni e nel bar di Charlie, che si chiama "The Dickens" (il titolo italiano fa riferimento appunto al nome del locale e alla velata preferenza mostrata verso questo autore), in cui tra l'altro è presente un elemento insolito per l'epoca: "una mini biblioteca, antesignana dell'odierno book crossing. Oppure, la passione per la letteratura e la scrittura del giovane JR che non è poi così chiara, parecchi lati della vita di JR adulto (la parte dell'infanzia invece è la migliore)...insomma parecchie cose lasciate in sospeso. 

Il punto di forza del film secondo me sono gli attori, veramente bravi: Ben Affleck particolarmente adatto nel ruolo dello zio single, un po' rude che sarà il punto di riferimento per il nipote orfano di padre senza sostituirsi a lui, il piccolo Daniel Ranieri voce narrante del racconto e bambino che deve affrontare i propri problemi venendo talvolta investito da quelli degli altri (in particolare della madre), Lily Rabe madre affettuosa proiettata nel futuro per amore del figlio e sopratutto un grande Christopher Lloyd nel ruolo dell'eccentrico e burbero nonno, che però sa prendersi cura dei propri familiari. 

Un film che mi sento comunque di consigliare in quanto ben diretto e realizzato, con una storia molto godibile.








domenica 16 ottobre 2022

Ritorno al futuro (Back to the future), 1985


Regia di Robert Zemeckis, con Michael J. Fox (Marty McFly ), Christopher Lloyd (Doc Emmett Brown), Lea Thompson (Lorraine McFly), Crispin Glover (George McFly), Thomas F. Wilson (Biff),Claudia Wells (Jennifer).



Marty McFly, 17enne svogliato a scuola e con ambizioni da rockstar, è il migliore amico di Doc, uno strampalato inventore sempre in attesa dell'invenzione che gli cambierà la vita.
che in effetti arriva presto: Doc crea una macchina del tempo trasformando una DeLorean e dà appuntamento a Martin per mostrargliela e spiegarne il funzionamento, ma per una serie di circostanze il ragazzo si ritrova catapultato nel 1955, giusto in tempo per conoscere i suoi genitori da giovani.
Per tornare al 1985 Marty dovrà cercare di non modificare assolutamente il corso delle cose e dell vite altrui, m non è facile....



Compirà 40 anni tra circa tre anni anche questo film, capostipite di una fortunata serie e amatissimo ancora oggi.
Si può dire "40 e non li dimostra"? Secondo me sì, considerato il successo che continua a ottenere anche presso un pubblico di giovanissimi

L'idea del viaggio nel tempo non è particolarmente originale anche se funziona perchè - almeno credo-  è uno di quei desideri irrisolti dell'umanità (sicuramente lo è per me!). Più interessante il fatto che il giovane Marty, arrivato negli anni '50, scopre che non erano poi così idilliaci come solitamente vengono dipinti, e in particolare i rapporti fra i suoi genitori sono tutto l'opposto di quello che lui finora aveva pensato; anzi, gli stessi genitori adolescenti non sembrano nemmeno delle persone così desiderabili da conoscere. E tuttavia Marty si trova costretto a intervenire nelle vicende del passato per modificarle, in quanto se Lorraine e George  non si innamoreranno (e quindi in seguito sposeranno) Marty rischia di non nascere....come andranno le cose non è troppo scontato, e nemmeno il risultato di tale intrusione nella vita della famiglia McFly negli anni '80 (alla faccia della regole solitamente presente quando si tratta di viaggi nel tempo: "il futuro non può essere cambiato in alcun modo"). 

Per il resto credo che il film funzioni ancora oggi perchè mantiene un sua freschezza: le trovate tecnologiche/scientifiche oggi possono anche fare sorridere ma all'interno della storia hanno un loro perchè, le interpretazioni degli attori sono ottime e accattivanti (Michael J. Fox è un adolescente in cui molti si possono riconoscere ancora oggi, e Christopher Loyd per me è al suo massimo), senza contare anche le interpretazioni dei comprimari. Riguardo al protagonista, ancora più notevole è la sua perfomrmance sapendo che all'epoca recitava di giorno nel telefilm "Casa Keaton" e per Zemeckis la sera fino alle due di notte : tanto di cappello perchè io non ce l'avrei fatta! 
La colonna sonora inoltre è godibile ancora oggi, e sotto molti aspetti il film può considerarsi uno dei manifesti degli anni '80 attualmente tanto di moda.
Io me lo rivedo sempre volentieri!





sabato 15 ottobre 2022

Robbie Coltrane

 E' morto all'età di 72 anni l'attore Robbie Coltrane, famoso per avere interpretato il ruolo di Hagrid nella saga dai Harry Potter.

Nato in Scozia nel 1950, esordì al cinema nel 1980 con "La morte in diretta"; fra i suoi film, oltre ai sei della saga di Harry Potter che lo hanno reso una celebrità a livello mondiale, si ricordano "Flash Gordon" ( ), "Absolute beginners" (1986), "Enrico V" (1989), "007-Goldeneye" (1995), "Le parole che non ti ho detto" (1999), "La vera storia di Jack lo Squartatore" (2000), "Ocean's Twelve" (2004), "Van Helsing" (2004), "Grandi speranze" (2012).










mercoledì 12 ottobre 2022

Angela Lansbury

 E' morta all'et di 97 anni a Los Angeles l'attrice Angela Lansbury.

Nata a Londra nel 1925, figlia dell'attrice irlandese Moyna MacGill, studiò recitazione in Inghilterra per vari anni fino a quando la famiglia si trasferì in USA per sfuggire ai bombardamenti di Londra. 

Dopo gli esordi come cantante e cabarettista, grazie ad alcune conoscenze della madre anch'essa attrice, la giovane Angela vene introdotta nel mondo del cinema facendo provini per la MGM; il suo esordio fu nel 1944 in "Angoscia"  di Cuckor, con il quale ottenne subito un buon successo di pubblico e critica, ottenendo anche la sua prima nomination all'Oscar come migliore attrice non protagonista; l'anno dopo bissò il successo (e la nomination) con "Il ritratto di Dorian Gray".

Da allora continuò la sua carriera sempre con grande successo, affiancando al cinema il teatro e la televisione.

Tra i suoi film ricordiamo: "Il disonesto" (1947), "I tre moschettieri" (1948), "Sansone e Dalila" (1949), "La lunga estate calda" (1958), "La più gande storia mai raccontata" (1965), "Pomi d'ottone e manici di scopa" (1971), "Assassinio sul Nilo" (1978), "Il ritorno di Mary Poppins" (2018). E' stata inoltre la voce di Mrs Brick in "La bella e la bestia" (1991), nonchè interprete della famosa canzone principale della colonna sonora.

A teatro è stata una delle più celebri Mrs Lovett in "Sweeney Todd", e in tv che dire.....chi non conosce la mitica Jessica Fletcher, la "signora in giallo" interpretata dal 1984 al 1996 ma che da noi arrivò principalmente negli anni '90 tenendoci compagnia per quasi tutto il decennio?

Che poi, pensiamoci: dove andava lei avveniva puntualmente un delitto....

Personalmente ho dei ricordi di quest'attrice molto legati alla mia infanzia e ai miei primi amori cinematografici: da piccola avevo il filmino in Super 8 di una parte di "Pomi d'ottone e manici di scopa"che a casa mia, quando decidevamo di vedere i filmini, era sempre il primo a essere messo, e visto più volte; è stat inoltre la regina Anna ne "I Tre moschettieri", uno dei miei film favoriti di quando ero piccola. Quando uscì in Italia "la bella e la bestia" ero già grandina (avevo 12 anni), ma ho sempre amato molto l'interpretazione della canzone.









domenica 9 ottobre 2022

Ho amici in Paradiso, 2016

 


Regia di Fabrizio Maria Cortese, con Fabrizio Ferracane (Felice), Valentina Cervi (Giulia),Antonio Catania (Don Pino), Antonio Folletto (Antonio), Enzo Salvi (Enzo), Daniela Cotogni (Carmelina),Valentina Cervi (Giulia),




Felice è un commercialista impulsivo e superficiale, dedito solo al proprio lavoro e al guadagno di denaro; non sempre in modo pulito, visto che viene arrestato per aver riciclato dei soldi della malavita, ma in cambio di informazioni su un boss locale evita la galera e viene condannato a svolgere un periodo di servizio sociale uin un centro che si occupa di persone disabili. Dopo un iniziale periodo di scoramento Felice- aiutato da Don Pino e dalla psicologa Giulia- comincia a instaurare rapporti di amicizia all'interno della comunità: rimasto colpito dalla vivacità e cultura di alcuni di questi ospiti, propone di mettere in scena il "Riccardo III" di Shakespeare...



Su Raiplay si trovano spesso delle piccole "chicche", film magari passati inosservati nel circuito cinematografico comune (o che semplicemente uno si è perso) ma assolutamente meritevoli.

Uno di questi è appunto "Ho amici in Paradiso", che al di là di un assunto di base non proprio originalissimo (la redenzione di un affarista senza scrupoli) mi ha colpito per la trovata del "Riccardo III" inserito come elemento importante del racconto, grazie a dei parallelismi con la situazione degli ospiti della struttura in cui è ambientato il film, che porterà alla decisione da parte del protagonista di coinvolgerli nella messa in scena della tragedia shakspiriana.



Ambientato e girato nell'Istituto Don Guanella di Roma (realmente esistente), affianca a un gruppo di attori professionisti (fra cui spicca Enzo Salvi in un ruolo molto differente dai cinepanettoni cui ci ha abituato) un gruppo di disabili ospiti dell'istituto (non ne fa parte però Antonio Folletto, l'attore che interpreta Antonio, giovane emiplegico scelto per interpretare Riccardo). Il risultato è un film sentimentale senza essere sdolcinato, che tratta però di sentimenti, emozioni e umanità nel reale significato di questi termini; una storia che insegna ad andare al di là delle apparenze e a superare i propri pregiudizi, non solo verso la disabilità ma anche verso situazioni di altro tipo in cui è molto facile incappare,  a volte. 

Qua e là è possibile notare qualche pecca notarla, sopratutto nell'ultima parte del film con il rocambolesco inseguimento dei disabili da parte del cattivo di turno, ma ciò non toglie nulla a una storia davvero toccante e coinvolgente.




















domenica 2 ottobre 2022

Big eyes, 2014


 Regia di Tim Burton, con Amy Adams (Margaret Kane), Cristoph Waltz (Walter Keane), Madeleine Arthur (Jane), 


San Francisco 1958: la talentuosa pittrice Margaret Ulbrich non riesce a dedicarsi alla sua passione a tempo pieno dato che deve lavorare per mantenere sè stessa e la figlia Jane. Conosce il pittore esordiente Walter Keane con il quale si sposa, e con cui condivide i primi tentativi di notorietà. Quando vede che i dipinti della moglie cominciano ad avere più successo dei suoi la convince ad esporli con il cognome da sposata, spacciandoli però per propri....




Secondo film biografico dopo "ED Wood" (1994), narra l'inquietante storia della pittrice Margaret     , autrice dei famosi "bimbi coi grandi occhi" per lungo tempo attribuiti al marito (anche lui pittore) Walter Keane. 

Una storia di manipolazione psicologica e oppressione maschile verso la donna forse non infrequente all'epoca (e purtroppo nemmeno oggi), ma stavolta portata a livelli alti grazie alla notorietà dei due protagonisti: il pittore Walter Keane e sua moglie Margaret, rimasta appunto nell'ombra del marito per molti anni come reale autrice dei suoi quadri.

Una storia angosciante che fa nettamente da contrasto con il contorno in cui si svolge, una volta tanto composto da esterni luminosi, luce, colori pastello (diversamente da quanto accade nei film burtoniani) e con la retorica degli "anni '50/'60" come una specie di età dell'oro dove si stava meglio di oggi (per inciso, io sono convinta che per molte cose fosse davvero così). 


La protagonista, Margaret, è una donna già provata dalla vita: visto che dopo il fallimento del primo matrimonio è costretta a duri sacrifici per mantenere sè stessa e la figlia Jane. La sua grande passione e il suo talento per la pittura vengono per lungo tempo soffocati in nome della sopravvivenza; l'incontro con Walter Keane, istrionico e gioviale pittore emergente, sembrerebbe rappresentare l'inizio di una rinascita e di un periodo sereno, e invece è solo l'inizio di un vero e proprio incubo: sotto la patina di giovialità e buonumore Walter nasconde una personalità psicopatica, manipolatrice, narcisistica e anche violenta. Appena si accorge che i dipinti della moglie hanno più successo dei suoi comincia a emergere il lato oscuro della sua personalità: con una serie di vari raggiri di tipo psicologico manipola la debole consorte finchè non la convince a fare passare come suoi i quadri. La poveretta per anni diventa unicamente una macchina sforna- quadri, precipitando in un abisso di depressione dal quale riuscirà a scuotersi solo dopo anni, separandosi e ottenendo la sua rivincita davanti al resto del mondo, facendosi finalmente conoscere come l'autrice dei suoi lavori. Lavori che inevitabilmente rispecchiano nel corso della pellicola i vari stati d'animo della loro autrice, apparendo di volta in volta malinconici, disperati, oppressi, speranzosi. 

Se è vero che la rivincita di Margaret rappresenta una sorta di lieto fine, è uno di quei finali che lasciano l'amaro in bocca perchè non si riesce a dimenticare tutto ciò che la pittrice ha passato. 

I due protagonisti Amy Adams e Christoph Waltz si dividono equamente la scena anche se fra i due come bravura prevale il secondo, che coglie perfettamente l'animo di un personaggio psicopatico e cattivo non certo facile.