martedì 22 giugno 2021

Crimson Peak, 2015


 

Regia di Guillermo Del Toro, con Mia Wasikowska (Edith Cushing), Tom Hiddleston (Thomas Sharpe),Jessica Chastain (Lucille Sharp), Charlie Humman (Alan McMichael), Jim Beaver (Carter Cushing).

 

 

 

New York, fine 1800: la giovane Edith, figlia di un noto uomo d'affari, si innamora di Thomas Sharpe, un giovane baronetto inglese che sta cercando finanziamenti per la realizzazione di una rivoluzionaria macchina per l'estrazione dell'argilla rossa. dopo una serie di brevi contrarietà e sopratutto dopo la morte di Mr Cushing (che era contraria all'unione) i due giovani si sposano e si trasferiscono in Inghilterra, nella proprietà di Crimson Peak, dove vive anche Lucille, sorella di Thomas. Subito dopo il suo arrivo Edith comincia a notare strane cose nella già di suo fatiscente proprietà: primi fra tutti quattro fantasmi rossi (tre donne e un bambino), poi svariati rumori e oggetti inquietanti, senza contare l'ambiguità della cognata...

 

Mi sono convinta a vedere questo horror di qualche anno fa dato l'impianto stile "Feulletton" della trama, non mi è piaciuto particolarmente ma ritengo sotto molti aspetti è un buon prodotto di intrattenimento del suo genere. 


La protagonista, Edith, è il tipico personaggio femminile accattivante sopratutto nel contesto dell'epoca in sui è ambientata la storia: figlia di un ricco uomo d'affari, molto legata al padre anche a causa   della morte della madre (avvenuta quando era bambina), sogna di avere una propria indipendenza lavorando e alimentando il sogno di diventare una scrittrice (ovviamente di storie gotiche). Nonostante tutte queste doti è piuttosto inesperta e difatti casca come una pera alla vista del primo belloccio tenebroso che capita...e vabbè, non possiamo fargliene una colpa. Anche il lui in questione è il tipico personaggio maschile "acchiappante", un baronetto inglese "faccia da schiaffi"e controcorrente, visto che si diletta con obiettivi imprenditoriali, corredato di sorella zitella e ambigua (attaccatissima al fratello, accoglierà la Edith con un misto di amicizia e odio).

Insomma, è un po' tutto un "già visto" (in particolare il solito fatto della casa maledetta che nasconde orribili segreti), ma il film è comunque piacevole e contiene delle buone trovate: un clichè che nasconde una trovata originale, una casa scalcinata che sta affondando nell'argilla rossa che esce dai pavimenti e dalle pareti (rimandando un po' alla volta la sangue e alla morte), tubature che rimandano alle vene sanguigne e altri elementi fantastici/sopranaturali (o come volete chiamarli).

Come finirà è facile immaginarlo, e gli attori (che non amo particolarmente) rendono comunque bene i loro personaggi, nei limiti dell'interesse dello spettatore. 



 


lunedì 14 giugno 2021

Le sei mogli di Enrico VIII (The private life of Henry VIII), 1933


 Regia di Alexander Korda, con Charles Laughton  (Enrico VIII), Merle Oberon (Anna Bolena), Elsa Lanchester (Anna di Cleves),Wendy Barrie (Jane Seymour), Binnie Barnes (Caterina Howard), Everley Gregg (Caterina Parr), Robert Donat (Tommaso Culpeper).



Inghilterra, 1536: dopo aver fatto giustiziare la seconda moglie Anna Bolena per tradimento, Enrico VIII sposa Jane Seymour, che muore poco dopo dando alla luce l'erede al trono, principe Edoardo. Poco dopo Enrico Sposa la principessa tedesca Anna di Cleves, ma questo matrimonio non viene consumato e i due divorziano di comune accordo; è la volta della giovane Caterina Howard, destinata a finire come la cugina Anna Bolena, ed infine di Caterina Parr, che sopraviverà al marito.....



Come da trama e da titolo, il film ripercorre la vita matrimoniale di Enrico VIII, personaggio che non ha certo bisogno di presentazioni. E lo fa in modo altamente romanzato, dato che quasi tutta la storia  e i personaggi delle mogli sono completamente stravolte, scelta che forse il regista ha fatto per tenere il film sui toni della commedia nonostante la trama reale non ha molto di questo genere. Difatti, il film salta completamente sia la prima moglie Caterina D'Aragona -con la motivazione data dalla voce fuori campo che "era una donna perbene quindi di alcun interesse" (WTF??????)- che la seconda Anna Bolena e tutta la parte riguardante lo scisma anglicano; si inizia direttamente il giorno dell'esecuzione della Bolena (interpretata in un bel cameo dall'attrice Merle Oberon), mentre Enrico fa già progetti matrimoniali con la giovane Jane Seymour. Viene poi stravolta la storia con Anna di Cleves (in meglio per lei, visto che viene dipinta come una furbacchiona che riuscì a scampare nel migliore dei modi a un matrimonio indesideratissimo), Caterina Howard (la parte più cospicua del film, Caterina viene dipinta come la più importante per Enrico, almeno fino alla tragedia ) e infine Caterina Parr (dipinta praticamente come la badante rompiscatole dell'ormai anziano sovrano). 


La storia quindi fila in modo abbastanza veloce e - come sopra detto- con un tono sempre un po' leggero, che peraltro in almeno due momenti ci dà un'idea di come le esecuzioni pubbliche venivano ritenute una specie di "spettacolo" al quale era meglio non mancare. Quello che funziona molto bene in questo film è l'interpretazione di Charles Laughton (che per questo vincerà il premio Oscar come migliore attore protagonista, che presenta un Enrico VIII perfettamente aderente con l'immagine storiografica che ne viene data, sia fisicamente che come psicologia (esuberante, godereccio ma in fondo incapace di amare e farsi amare), unita ad una buonissima e ricca ricostruzione di ambienti e costumi.

Curiosità: Elsa Lanchester, l'attrice che interpreta Anna di Cleves, era la vera moglie di Charles Laughton e Merle Oberon (Anna Bolena) qualche anno dopo sposerà il regista Korda; Charles Laughton riprenderà di nuovo il ruolo di Enrico VIII in un breve cameo nel film "La regina vergine" (1953), versione romanzata della vita della figlia Elisabetta I. 





venerdì 11 giugno 2021

La stagione della caccia, 2019


Regia di Roan Johnson, con Francesco Scianna (Fofò La Matina), Miriam Dalmazio ( Nton'tò),Donatella Finocchiaro (Donna Matilde), Tommaso Ragno (Filippo Peluso), Ninni Bruschetta (Padre Macaluso), Alessio Vassallo (Nenè Impiduglia), Giorgio Marchesi (Emiliano Saint Vincent),


Vigata, 1880: Alfonso la Matina, detto Fofò è un farmacista di umili origini da poco ritornato nel paese natale da cui se ne era andato da bambino dopo la morte del padre. Apre la farmacia del paese diventando un punto di riferimento per i vigatesi di ogni ceto. Parallelamente abbiamo la storia del marchese Peluso e della su famiglia, che non se la passano benissimo: in poco tempo, uno dopo l'altro, muoiono l'anziano padre del marchese e il figlio Federico, avvelenato dai funghi. Mentre la moglie dl marchese non si rassegna e vorrebbe fare delle indagini personali e mentre lo stesso marchese si rassegna e cerca consolazione altrove, si staglia nell'ombra la figlia maggiore Antonietta detta 'Ntontò, che sembra affascinata dal farmacista....



Tratto dal romanzo omonimo (1992) di Andrea Camilleri appartiene alla serie di film per la tv tratti appunto dai romanzi non appartenenti alla serie del Commissario Montalbano e intitolati appunto "C'era una volta Vigata".



Essendo questo uno dei miei romanzi favoriti  della cosiddetta serie "non di Montalbano" (come chiamo io i romanzi ambientati a Vigata ma non appartenenti alla serie di Montalbano)             confesso che avevo aspettative un po' alte riguardo a questo film e , per una volta tanto, non sono rimaste deluse, anzi: in certi momenti ho ritrovato esattamente ciò che io stessa avevo immaginato durante la lettura. 
A cominciare dalla figura del sanguigno marchese Filippo Peluso interpretato ottimamente da Tommaso Ragno, protagonista che dal punto di vista morale è certamente discutibile ma che nonostante tutto riesce ad accattivarsi le simpatie del pubblico per la sua traboccante voglia di vivere; la giovane figlia 'Nontò, figura tragica di giovane donna per anni tenuta dal padre a fare da tappezzeria e che, proprio quando sembra avere raggiunto la felicità, subirà il colpo più devastante; il farmacista Fofò, che pianifica per anni in silenzio la propria vendetta e  su ìl quale fino all'ultimo non scopriamo la soluzione. 

Oltre ai vari personaggi di contorno (la moglie del marchese, il tenente dei carabinieri, i due servitori contadini) ottimamente scritti e interpretati, ognuno indimenticabile a modo suo. La storia, come già nel libro, è ricca di annedoti ed episodi minori brillanti ma anche di momenti di riflessione e a loro modo anche seri, il tutto mirato a raccontare una nobiltà decadente e al tramonto, in cui una parte fondamentale ha la terra di Sicilia con le sue bellezze e le sue miserie. Ottima ricostruzione anche di interni ed esterni, insomma davvero un ottimo prodotto sotto tutti i punti di vista, a mio avviso il migliore tra quelli realizzati e trasmessi finora della serie "C'era una volta Vigata".



martedì 8 giugno 2021

Alida, 2020

 


Regia di Mimmo Verdesca, con Pierpaolo De Mejo, Carlo De Mejo, Larry De Mejo, Vanessa Redgrave, Charlotte Rampling, Roberto Benigni, Bernardo Bertolucci,Maurizio Ponzi, Tatiana Farnese, Dario Argento



Omaggio ad Alida Valli, una delle più grandi attrici del cinema italiano, interprete versatile che nella sua carriera coprì 60 anni di storia del cinema italiano ed estero, sperimentando quindi tanti momenti storici e e generi, oltre a costruire non più giovanissima una buona carriera teatrale. Nata a Pola e cresciuta in una famiglia dell'alta borghesia, fin da ragazza dimostrò di desiderare l'indipendenza e per questo, vincendo anche la sua naturale timidezza, cominciò a frequentare l mondo del cinema nel periodo dei cosiddetti film dei "telefoni bianchi", divenendo ben presto una delle attrici di punta di quel cinema e riuscendo, incredibilmente, a restare tale anche per tutto il resto della sua vita riguardo al cinema italiano. 


Attraverso la voce narrante di Giovanna Mezzogiorno, il nipote Pierpaolo mette a disposizione del regista le lettere della nonna a familiari e amici nel corso della sua lunga vita: dalla corrispondenza emerge il ritratto di una donna sensibile e determinata, dal forte carisma, che pur dando importanza alla propria carriera lavorativa dava la priorità agli affetti e alla famiglia. Un' artista sensibile, affascinante e curiosa verso nuovi generi e nuove sfide all'interno del mondo del cinema, che ha lasciato una forte impronta non solo nel cinema italiano ma anche in quello internazionale (come dimostrano le numerose testimonianze di attori e registi stranieri, tra cui Vanessa Redgrave, Charlotte Rampling e altri) e che era in grado di fare ciò anche con apparizioni di pochi minuti. 

Il documentario mi è piaciuto davvero molto, 105 minuti di pura immersione nel mondo del cinema che sono davvero volati via...a un certo punto avrei voluto che continuasse di più! E mi ha fatto venire voglia di riscoprire i film di questa fantastica attrice....





sabato 5 giugno 2021

Non si ruba a casa dei ladri, 2016

 




Regia di Carlo Vanzina, con Vincenzo Salemme (Antonio Russo ), Stefania Rocca (Daniela Russo), Massimo Ghini (Simone Santoro ), Manuela Arcuri (Lory Carlucci),Liliana Vitale (Zia Titina),Maurizio Mattioli (Giorgio Bonetti).


Antonio Russo, titolare di un impresa di pulizie, perde un grosso appalto ritrovandosi senza lavoro e per di più indebitato e con gravi problemi economici, al punto che assieme alla moglie Daniela e alla figlia deve trasferirsi a casa della zia Titina. Cercando lavoro i due coniugi accettano di lavorare come domestici a casa di Simone Santoro, disonesto affarista con le mani in pasta in politica; scoprono così che il responsabile delle loro disgrazie è proprio Santoro e, sfruttando la loro posizione e la confidenza che i padroni di casa danno loro, decidono di vendicarsi....



Tipica commedia all'italiana vista in tv qualche tempo fa, non mi è piaciuta granchè anche se ho notato dei rimandi all'impianto della commedia classica, inoltre non contiene molte volgarità.

I personaggi sono un po' banalotti, in particolare i due ricconi cafoni e arrivisti con lui politico puntualmente disonesto e arraffone e lei buzzurra ignorante e attaccata ai soldi non meno del compagno; più simpatici i due protagonisti, una coppia affiatata e amorevole che si trova sul lastrico dopo che la loro impresa di pulizie è fallita e devono cercare di arrangiarsi con tutte le difficoltà che possiamo facilmente immaginare, compresa quella di trovare lavoro a una certa età (cosa quasi impossibile in Italia). Il denunciare intrallazzi politici a vari livelli è una cosa un po' scontata anche se sempre attuale, purtroppo il film finisce per diventare piuttosto noioso e l'unico vero colpo di scena (almeno per me) è la parte della zia nel finale. Gli attori svolgono bastevolmente il loro compito, anche se i personaggi non colpiscono particolarmente (ma non è tutta colpa loro). 

Niente più che un film d'evasione come tanti.