sabato 29 settembre 2018

The White Queen (2013), Episodio 5: War at first hand



Con Rebecca Ferguson (Elisabetta Woodwille), Max Irons (Edoardo VI),David Oakes (Giorgio), Aneurin Barnard (Riccardo), James Frain (Richard Neville), Amanda Hale (Margaret Beaufort), Faye Marsay (Anna Neville), Janet McTeer (Jacquetta Woodwille), Tom Mackay (Jasper Tudor),Rupert Graves (Thomas Stanley), Veerle Batens (Marguerite D'Anjous), Joey Batey (Edward di Lancaster).



Abbandonata dalla propria famiglia, Anna è costretta a seguire Margherita D'angiò per combattere contro gli York. La battaglia di Tewkesbury si rivela un successo per Edoardo di York e i suoi, che vincono sconfiggendo Warwick (che viene ucciso) e la Regina Cattiva. Anche Edoardo di Lancaster viene ucciso e Anna, salvata da Riccardo, può tornare in Inghilterra....





In questo episodio ci lasciano due personaggi validi anche se completamente opposti, Warwick e Thomas Stafford; ci lasciano anche Margherita D'Angiò e l'"urendo" figlio Edoardo, con mia grandissima gioia perchè a ogni loro apparizione- per fortuna risicate- mi causavano altro che l'orticaria....ma andiamo con ordine.
Mentre il padre si prepara a sferrare l'attacco contro Edoardo, la povera Anna già dalla scorsa puntata è stata completamente abbandonata in balìa di quei due mostri del marito e della suocera, che non perdono occasione per umiliarla e maltrattarla: a dire la verità la suocera, a modo suo, le dimostra una certa stima, tenendo in considerazione la sua opinione e apprezzando il coraggio della giovane in una situazione che definire tragica è un eufemismo.
 Sinceramente, considerando tutto ciò che le è accaduto finora, non posso non considerare l'ottusità dei fan della Woodwille che sul web odiano Anna; ok, parliamo di un personaggio di una serie tv, ma vorrei vedere loro al suo posto se avessero resistito anche solo a metà di quanto capitatole. Anna dimostra una forza e un coraggio insospettabili per una ragazza che- ricordiamolo- all'epoca aveva 15/16 anni e che l'attrice Faye Marsay interpreta a mio avviso molto bene, dandole quell'aspetto fragile fuori ma tenace dentro da cui il personaggio è caratterizzato, con espressioni del viso che fanno trapelare i sentimenti segreti che Anna prova dentro di sè. Caratteristica che contraddistingue anche Aneurin Barnard, l'attore che interpreta Riccardo e che gioca molto sugli sguardi del personaggio. Insomma nonostante i maltrattamenti subiti dai loro personaggi da parte degli sceneggiatori i due attori hanno lavorato molto bene e sono riusciti a tenere alto il potenziale dei loro personaggi (lo so, sono di parte. E comunque nulla cancellerà mai dalla mia mente l'idea che alla base vi sia un complotto dell'autrice contro i suoi stessi personaggi in favore della sua favorita).
Ma lasciamo da parte gli haters e torniamo a noi: la dolce Anna non immagina certo, in un momento tanto doloroso e in cui rischia sul serio la vita, che la salvezza e la felicità stanno arrivando, sotto forma di Riccardo, il cui salvataggio della donzella da parte sua è da vero e proprio cavaliere. Finalmente i due si ritrovano, e chi se ne frega della morte di Edoardo, anzi meglio!
Purtroppo la vittoria costa comunque cara, visto che come detto, il padre di Anna muore in battaglia contro i suoi stessi pupilli (la scena è particolarmente toccante, perchè quando si trovano tutti uno di fronte all'altro c'è un momento di esitazione in cui evidentemente essi ricordano il legame affettivo che li univa; se non fosse subentrato un'altro soldato che uccide Warrick, forse le cose sarebbero andate diversamente....): nonostante le sgradevolezze del personaggio, si può dire che era un nemico degno di questo nome, e lo riconosceranno anche i fratelli York dandogli il tributo che merita.

Altro personaggio che ci lascia è Thomas Stafford, il marito di Margaret, ferito gravemente in battaglia: altra morte toccante per un personaggio che avrebbe meritato di più, e non solo dall'arcigna moglie, che comunque in questo momento di dolore mostra nuovamente il suo lato umano, riconoscendo i meriti del marito e facendo trapelare dell'affetto sincero per lui. 
Della morte di Edoardo di Lancaster chi se ne frega, diciamocelo! E nonostante il dolore sua madre non si smentisce, tentando di corrompere Riccardo facendo leva su quel complesso di inferiorità rispetto ai fratelli che sotto sotto si è già un pochino intuito.....


Scena cult della puntata: Giorgio che, durante le esequie di Warrick, tuona fulmini di moralismo arrivando a dire che per il tradimento commesso meritava che la sua testa fosse esposta al pubblico ludibrio. Tutto questo con dietro la moglie, figlia del defunto, che piange il padre. No, dico, ma da che pulpito?! Fortuna che ci sono i fratelli a zittirlo.....





mercoledì 26 settembre 2018

Suicide Squad, 2016

 Regia di David Ayer, con Will Smith (Deathshot), Margot Robbie (Harley Quinn), Jared Leto (Joker), Viola Davis (Amanda WAlker),Jay Courtney (Capitan Boomerang),Jay Hernandez (El Diablo Santana), Karen Fukuhara (Katana), Ben Affleck (Bruce Wayne/ Batman), Adewale Akinnuoye- Agbaje (Killer Croc),


Da "Mymovies":

"E se domani Superman decidesse di rapire il Presidente degli Stati Uniti? Spaventati dal non saper rispondere a questa domanda i più alti ufficiali del governo americano accettano il folle piano di un agente dell'intelligence: costituire una squadra di metaumani, cioè umani con poteri, da tenere sotto il loro giogo e utilizzare per l'ordine interno ed estero. I prescelti sono necessariamente criminali, pericolosissimi ma anche manipolabili, soggetti a cui poter promettere qualcosa e da poter ricattare senza remore. L'evento di prova è l'inatteso (ma non immotivato) arrivo di un'antica e inarrestabile divinità sulla Terra. Con poco allenamento, nessun piano, vaghe promesse in caso di vittoria e una capsula esplosiva in corpo che li convince a non disertare, la squadra che si autodefinisce suicida è così mandata sul campo"




Orrido fumettone casinaro per adolescenti che, se non fosse stato per il personaggio iconico di Harley Quinn non avrei sicuramente visto. Di tutto il film infatti si salvano solo lei e la canzone della colonna sonora, versione moderna di "You don't own me", canzone degli anni '60 (la stessa cantata dal trio Goldie Hawn, Diane Keaton e Bette Midler nel mitico "Il club delle prime mogli").
L'idea di una gang di cattivi reclutati per salvare il mondo, in sè, non sarebbe malaccio nonostante non se ne veda il senso logico: il problema è che in questo film si fa più attenzione ai colpi di scena, alla parte fumettistica, al "fare casino", agli effetti speciali finendo per perdere interesse a qualunque spiegazione di tipo logico (anche solo una logica di una storia irreale, ovviamente).
Alcuni personaggi, come Harley Quinn, Deathshot, El Diablo sono ben caratterizzati e con storie interessanti, tutti gli altri sono delle figure che sembrano solo fare numero, compreso l'orrendo Joker in chiave psichedelica (e con apparecchio per i denti!) interpretato da Jared Leto: non voglio svalutare  il lavoro dell'attore, non credo che sia stato semplice interpretare un personaggio di questo tipo di cui tra l'altro si ricordano ancora oggi, a distanza di anni, le due fenomenali interpretazioni di Jack Nicholson e Heath Ledger. Ma forse è proprio la lettura che viene data dalla sceneggiatura a fare acqua da tutte le parti: non si capisce su che cosa si basi la sua storia con Harley, se non sull'abuso e sulla violenza psicologica, ma anche qui mi sembra un po' poco per un qualcosa che viene dipinto (e che in molti casi coì è stato recepito dagli spettatori, anche molto giovani) come una grande storia d'amore. Un messaggio molto pericoloso e brutto, di questi tempi. 

Storia d'amore a parte, è il personaggio in sè ad avere pochissima consistenza; tra l'altro ho letto da più parti che l'attore Jared Leto durante le riprese anche fuori dal set non è mai uscito, volontariamente, dal personaggio: chissà che delizia per i colleghi che hanno condiviso il set con lui!
Al contrario invece, Margot Robbie meriterebbe l'Oscar per la sua Harley Quinn, molto diversa anche nel look dall'originale: una psicopatica ma capace di un grande sentimento d'amore, seppure rivolto verso la persona sbagliata, e sotto sotto, anche di sentimenti di empatia con i personaggi della sua squadra. Per quanto riguarda il look, che dire? per fortuna il film non è uscito quando avevo vent'anni altrimenti sarei tornata a casa con i suoi stessi capelli!
Per il resto, totalmente inutile.


domenica 23 settembre 2018

The White Queen (2013), Ep. 4: The Bad Queen




 Con Rebecca Ferguson (Elisabetta Woodwille), Max Irons (Edoardo VI),David Oakes (Giorgio), Aneurin Barnard (Riccardo), James Frain (Richard Neville), Amanda Hale (Margaret Beaufort), Faye Marsay (Anna Neville), Eleanor Tomlinson (Isabella Neville), Janet McTeer (Jacquetta Woodwille), Tom Mackay (Jasper Tudor),Rupert Graves (Thomas Stanley), Veerle Batens (Marguerite D'Anjous), Joey Batey (Edward di Lancaster).



Arrivati in Francia, Warwick si allea con Margherita D'angiò, la ex regina moglie del vecchio re prigioniero, che desidera riportare sul trono il marito e alla sua morte, il figlio Edoardo. Per suggellare l'alleanza Anna viene data in sposa a Edoardo, escludendo del tutto l'altro genero Giorgio. Il quale viene nuovamente perdonato dal fratello e può fare ritorno in Inghilterra, schierandosi con lui per la prossima battaglia contro Warwick...




Puntata terribile per la mia amata Anna,il mio personaggio preferito (assieme a Riccardo) della serie: la ritroviamo ancora ragazzina ingenua con una cotta per l'amico d'infanzia e la lasciamo vittima di uno stupro (letteralmente). Ma quelli che in rete la odiano, la denigrano e la dipingono come il Diavolo che cavolo hanno visto?!

Ma andiamo con ordine.
La puntata inizia con una cosa assolutamente insolita per questa serie, ovvero un soprassalto di coscienza di Elisabetta, che prova rimorso dopo aver saputo della morte del bimbo di Isabella. Il tutto dura un minuto circa, poi si ritorna alle solite...si fa per dire perchè in questa puntata Elisabetta e Jacquetta se la vedranno brutta. Infatti arrivano di corsa i figli maggiori di Elisabetta ad avvisare la madre che Edoardo si sta preparando per un'altra rivolta, e la regina è costretta a rifugiarsi nell'abbazia di Westminster, incinta dell'ennesimo figlio. 

Nel frattempo i Neville sono in Francia: mentre Isabella piange ancora la morte del suo bimbo e Anna le è vicina, il loro padre non si smentisce e comunica a tutta la esterrefatta famiglia le seguenti cose: 1- Isabella e Giorgio non servono più a un caxxo, almeno finchè non si decideranno ad avere un figlio maschio; 2- si è appena alleato con Margherita D'angiò che vuole riportare sul trono d'Inghilterra suo marito, e sarebbe l'unica possibilità di tornare in Inghilterra per loro; 3- Anna dovrà sposarsi con Edoardo, il figlio di Margherita, per suggellare l'allenza, e diventare un giorno regina d'Inghilterra. Così è deciso, Warwick toglie l'udienza. 
La povera Anna alla notizia si sente comprensibilmente male, dato che lei come sappiamo dalla prima puntata ha una cotta per Riccardo (peraltro notare come la Gregory e gli altri abbiano cancellato del tutto la sottotrama tra Anna e Riccardo lasciandone pochi accenni che lasciano confusi gli spettatori che non hanno letto i libri: i due infatti si conoscono fin da bambini e hanno rispettivamente una cotta l'uno per l'altra da sempre. Qui invece sembra che Anna si è innamorata di Riccardo dopo averci parlato una sola volta qualche anno prima....); sopratutto è atterrita dallo dover sposare un mostro, cioè Edoardo. Non si capisce perchè il ragazzo venga definito universalmente così da tutti, nella puntata: ok è brutto, e noi poi vedremo come si comporterà con Anna, Riccardo è geloso, ma tutti gli altri che ne sanno, che manco lo conoscono? Vabbè...

Nessuna supplica commuove i coniugi Warwick , e oltretutto arriva la notizia che Edoardo (il re inglese, qui c'è un surplus di personaggi con questo nome!) è disposto a perdonare e riaccogliere di nuovo il fratello, che a questo punto leva le tende assieme alla moglie cambiando di nuovo bandiera. Anna quindi non ha nemmeno più al suo fianco il sostegno dell'unica persona che le vuole bene quando viene presentata alla futura suocera e al futuro marito. Compare qui un personaggio che ha molto colpito gli spettatori, la regina Margherita D'Angiò, finora soprannominata "la regina cattiva": una vera stronza orribile, tanto di cappello quindi all'attrice che la interpreta per aver saputo caratterizzare in modo indelebile un personaggio che compare in due sole puntate. Certo, anche questa donna ha avuto una vita durissima, ma ciò non giustifica minimamente gli insulti che fin da subito lei e il figlio riversano sulla povera Anna, che atterrita viene completamente abbandonata dall'intera famiglia in balìa di quelli che si rivelano due aguzzini; la notte di nozze si rivelerà un vero e proprio stupro, e non perchè gli sposi sono "vittime" di un matrimonio combinato. 
Unica goduria, sapere al fine che attendeva di lì a poco i due stronzi.
Coraggio Anna, resisti: ancora una puntata e anche per te arriverà la felicità....
Nel frattempo, in Inghilterra Jacquetta viene arrestata con l'accusa di stregoneria e processata, ma si salva proprio grazie all'intervento (indiretto) della stronza D'angiò, si cui era stata dama di compagnia in gioventù: al solo pronunciare il nome di quella che viene universalmente considerata "la Regina Cattiva", anche i giudici più severi se la fanno sotto e lasciano libera la nostra, che può così assistere alla nascita del nipote Edoardo (ancora?!) erede al trono. Devo dire che la cosa mi ha soddisfatto, Jacquetta è uno dei miei personaggi preferiti ed è sicuramente meglio della maligna figlia.

Scena cult della puntata: quando Jacquetta entra nella stanza dove sono riuniti i familiari e dà la notizia del fidanzamento tra Anna e il giovane Lancaster, corre un misterioso sguardo tra lei e l'evidentemente deluso Riccardo; che Jacquetta, all'insaputa di tutti, sia una di noi (cioè una fan della coppia Riccardo e Anna)?  😄












giovedì 20 settembre 2018

Una questione privata, 2017



Regia di Paolo ed Emilio Taviani, con Luca Marinelli (Milton), Valentina Bellè (Fulvia), Lorenzo Richelmy (Giorgio).


Milton è un giovane partigiano innamorato di Fulvia, ragazza di buona famiglia che aveva conosciuto nell'estate del 1943 quando lei era sfollata ad Alba, la sua città. Parlando con l'anziana custode della villa in cui Fulvia viveva, Milton scopre che la giovane forse aveva una relazione con Giorgio, il suo migliore amico, anch'egli partigiano ma in un'altro reggimento.
Decide così di andare a cercare Giorgio per chiedergli un chiarimento, ma scopre che è stato catturato dai fascisti..



L'ultimo film dei fratelli Taviani assieme è la fedele riduzione di questo romanzo di Beppe Fenoglio, e fa piacere vedere che c'è ancora qualcuno che riesce a trarre un film da un romanzo senza stravolgerlo; l'unica differenza che mi pare di avere notato è  la scena dell'incontro di Milton con i genitori, che non mi pare ci fosse anche nel libro. 

Nonostante si scelga di ambientare la storia in un paesaggio di montagna generico, eliminando ogni riferimento alle Langhe originali, lo spirito del romanzo rimane quello originale, una storia di crescita e di "perdita dell'innocezan" dolorosa e formativa. Viene resa molto bene l'atmosfera "fisica" del romanzo: la nebbia, il freddo, il fango che incrosta i vestiti, la pioggia e il freddo, gli occhi febbricitanti e la tosse che divora, le lacrime e il dolore; anche qui la cosa non è proprio scontata in una riduzione cinematografica visto che questi sono elementi molto importanti per la storia. 


Luca Marinelli presta il volto e sopratutto gli occhi a Milton, studente universitario introverso e goffo ma capace di amare Fulvia con grande passione, e sinceramente mi ha colpito molto di più lui di Giorgio, bello e più sgamato, e perciò persona che attira di più e che in un certo senso è più facile "amare". Fulvia è interpretata da Valentina Bellè con la solita recitazione nervosetta che a quanto pare è proprio una caratteristica di questa attrice. per ora la cosa non mi infastidisce particolarmente ma vedremo sul lungo termine....
Il finale, a differenza del libro, è un finale aperto, e anche qui la cosa non è sbagliata visto che comunque, anche nel libro molte cose possono fare pensare a qualcosa di diverso da ciò che si capisce di primo acchito. 
Un film davvero bello, che vi consiglio di vedere.




lunedì 17 settembre 2018

The White Queen (2013), Ep 3: The Storm




Con Rebecca Ferguson (Elisabetta Woodwille), Max Irons (Edoardo VI),David Oakes (Giorgio), Aneurin Barnard (Riccardo), James Frain (Richard Neville), Amanda Hale (Margaret Beaufort), Faye Marsay (Anna Neville), Eleanor Tomlinson (Isabella Neville), Janet McTeer (Jacquetta Woodwille), Tom Mackay (Jasper Tudor),Rupert Graves (Thomas Stanley).





Il tentativo di Richard Neville e Giorgio di detronizzare Edoardo e mettere il fratello sul trono fallisce, dato che il Parlamento  nega loro l'appoggio necessario. Edoardo può così tornare vittorioso sul trono, e con lui Elisabetta che ovviamente vorrebbe le teste dei due che hanno ucciso suo padre e suo fratello. Ma Edoardo vuole portare la pace nel regno e decide quindi di essere clemente con entrambi, reintegrandoli nei loro posti e accettando il matrimonio di Giorgio e Isabella, che aspetta un figlio. Per suggellare la pace le due giovani Neville sono costrette ad andare a corte a fare le dame di compagnia della regina. Nel frattempo Margaret decide di organizzare a sua volta una rivolta, ma dietro ad essa in realtà ci sono di nuovo Giorgio e Warwick....



Nel terzo episodio cominciamo a chiederci se Warwick, con la sua ambizione e il suo odio verso i Rivers, non stia un tantino esagerando: domanda retorica, ovviamente. Ma come, dopo che avete tentato di deporre Edoardo dal trono, l'avete imprigionato, volevate ucciderlo, avete costretto moglie e figlie a rintanarsi in un'abbazia per mesi, lui vi perdona e voi che fate? Tornate alla carica e a ricomplottare contro di lui?! Ha ragione la povera Isabella (qui caratterizzata malissimo, come una che non sa fare altro che piangere, pur con tutte le ragioni) a temere per il futuro di tutti e a piangere: sopratutto dopo che, per ordine del sempre non troppo avveduto Edoardo (ma quest'uomo quando guarda le persone che vivono assieme a lui cosa vede?) Elisabetta è costretta a prendere come dame di compagnia le due figlie del suo peggiore nemico.
Certo la regina trova il modo di trarre soddisfazione (vedendole arrivare, dice gongolando alla madre: "chissà che avendoli vicini la nostra maledizione non abbia più effetto?"), ma le due povere sorelle sono costrette a subire maltrattamenti e umiliazioni di ogni tipo, al punto che quando il complotto viene allo scoperto e i Neville si trovano costretti a imbarcarsi per trovare riparo in Francia, sembra loro quasi una liberazione (nonostante i funesti, e motivatissimi, presagi di Isabella). Anche in questa puntata Warwick non vince il premio "genitore dell'anno": la sua totale indifferenza e stronzaggine verso Isabella mi ha fatto quasi parteggiare per la Woodwille, solo in una scena si mostra affettuoso verso Anna, ma solo perchè (mio pensiero) in quel momento lei si stava lamentando delle umiliazioni della regina, e perchè Anna è ancora un asso nella manica per altri tramini. Il premio "Sfortuna" invece va di diritto a Isabella: alla poverina si rompono le acque proprio mentre naviga in mare, e non sarebbe gravissimo se arrivati in vista di Calais i francesi - che hanno già i loro problemi e non hanno voglia di peggiorare i rapporti con l'Inghilterra- non decidessero di chiudere i porti- 500 anni prima di Salvini...passatemela, dai!-  per rimanere fedeli a Edoardo: la nave rimane così in balìa della tempesta per ore, e Isabella partorisce tra mille sofferenze un bambino nato morto con il solo aiuto della madre e della terrorizzatissima Anna. Qui devo fare i complimenti agli sceneggiatori, leggendo il libro la scena della tempesta  l'avevo immaginata proprio così, da togliere il fiato per l'orrore. Ah, inutile dire  da chi è stata scatenata, apposta, la tempesta...
Sul fronte Tudor, Margaret si stufa di aspettare un intervento direttamente di Dio in persona, nonostante i segni che lei continuamente vede, decide così di appoggiare la ribellione di Warwick organizzando un piccolo esercito, ma la notte prima il terrorizzato fratello fa la spia rivelando tutto a Edoardo (e pagandone pesantemente le conseguenze). Non mi piace molto il fatto che Margaret e Jasper continuino a infamare il povero Stafford dandogli del vigliacco perchè non vuole appoggiare i loro progetti....Margaret non è stupida, possibile che nn sappia valorizzqre di più questo pover'uomo, anche se non lo ama?


sabato 15 settembre 2018

Rocco e i suoi fratelli, 1960


Regia di Luchino Visconti, con Alain Delon (Rocco), Renato Salvatori (Simone), Spiros Focas (Vincenzo), Max Cartier (Ciro), Rocco Vidolazzi (Luca), Katina Paxinou (Rosaria), Claudia Cardinale (Ginetta), Annie Girardot (Nadia),




Alla morte del padre, Rosaria Parondi dalla Lucania raggiunge il figlio primogenito Vincenzo, emigrato a Milano, con gli altri figli: Rocco, Simone, Ciro e Luca. Lo scopo della famiglia è quello di migliorare la propria condizione di vita, ma l'obiettivo non è certo facile: trovano alloggio in uno scantinato e ogni fratello, anche il piccolo Luca, deve ingegnarsi a trovare un lavoro in modo da contribuire la mantenimento della famiglia. Col tempo le cose migliorano,




Ispirato al romanzo "Il ponte della Ghisolfa"  di Giovanni Testori ( ), è uno dei grandi capolavori del cinema italiano, un film che tratta la durezza dell'essere immigrati (seppure all'interno del proprio Paese), e di come questo a volte porti a una perdita di identità propria e collettiva a cui non tutti sono capaci di fare fronte; c'è chi la prende come occasione per costruirsi una nuova vita e chi va a fondo, drammaticamente. Tutto questo anche all'interno di una famiglia unita.
L'inizio è una parentesi di serenità: una famiglia meridionale formata da una mamma vedova con quattro figli arriva a Milano per la prima volta, per raggiungere il figlio maggiore che vive lì ed è già sistemato da qualche anno. Per il gruppo il viaggio in bus è un susseguirsi di luci di vetrine, grandi marche, automobili...come in una specie di Paese delle meraviglie che nasconde chissà quali promesse. Ma ben presto arriva l'impatto con la realtà: il giovane Vincenzo, che si è appena fidanzato con Ginetta, anche lei proveniente da una famiglia di emigrati ma già ben integrati nel territorio, a malapena ha di che vivere lui stesso, e quindi la famiglia è già tanto se trova da vivere occupando un seminterrato, in attesa di tempi migliori. Ognuno dei fratelli, anche il piccolo Luca, è chiamato a contribuire al bilancio familiare come può, e qui si notano subito le differenze tra i vari ragazzi: Se Ciro comincia a lavorare come operaio e contemporaneamente a studiare alle scuole serali con l'obiettivo di migliorare la propria posizione, e Rocco lavora come garzone in una stireria, Simone dà chiaramente segno di non avere la buona lena dei fratelli, preferendo buttarsi sul facile mondo della boxe, peraltro con risultati non del tutto soddisfacenti, visto che per praticare uno sport a livelli professionali ci vogliono sacrificio e impegno, cosa che il giovane non contempla, affascianto solo dai facili guadagni.


Facile dare la colpa di tutto all'incontro con Nadia, una giovane prostituta di cui Simone s'innamora e da cui sarà ossessionato per il resto della storia, ma secondo me i germi di quello che accadrà sono già insiti nel personaggio, più "sempliciotto" (almeno inizialmente degli altri). Mentre le condizioni economiche della famiglia migliorano (riescono ad ottenere un alloggio popolare), in parallelo si perde l'unità familiare, dato che non tutti i fratelli sono come il mite Rocco, disposto a rinunciare alla donna amata e passare sopra alla violenza commessa da Simone per cercare di aiutarlo, nè tutti sono disposti come la madre a giustificarlo sempre e comunque; Vincenzo e Ciro a un certo punto capiscono che non è giusto lasciarsi travolgere dalle magagne di Simone, dal suo degradarsi sempre più evidente, e decidono pur con dolore di tirarsene fuori. La spirale di violenza in cui cade Simone, culminante con l'assassinio di Nadia, sarà l'occasione di rinascita anche per la famiglia, con un finale triste per gli accadimenti appena avvenuti ma tutto sommato di speranza.
E' un film tenero e duro allo stesso tempo: tenero per il senso di unità familiare, il carico di speranze, sogni e nostalgia proprio di ogni emigrante quando lascia la terra natale, o anche il carico di speranze di una donna che credeva di essere perduta e che, seppure per breve tempo, coltiva il sogno di chiudere con la vita sbagliata condotta finora. Duro per la violenza del dolore delle speranze tradite e ovviamente, della violenza fisica che arriva a tratti di bestialità di chi non ha più nulla da perdere. 
In tutto questo il personaggio che meno mi è piaciuto è proprio Rocco, il protagonista: un buono "troppo" buono, che arriva a sacrificare sè stesso e la donna amata nonostante la violenza subita, lo fa per amore del fratello ma caspita: come puoi pretendere  che lei torni dal suo stupratore? Rocco, che diamine, almeno i minimi! Il personaggio che più ho apprezzato è invece Ciro, messo in ombra rispetto ai fratelli, ma ragazzo solido, che riesce a rimanere sè stesso in tutto lo sconvolgimento sociale e familiare che dovrà subire.

Ottime prove per gli attori, i loro personaggi lasciano il segno e- se vogliamo- bucano lo schermo anche quando sono secondari (come nel caso di Ginetta, interpretata da Claudia Cardinale, una figura dolce e forte allo stesso tempo) rimanendo impressi nello spettatore: la tragica madre Katina Paxinou, il serio e tenero Rocco, il temibile Simone per cui in fondo non si può provare pietà, come non si può non provarla per la Nadia di Annie Girardot, a mio avviso uno dei personaggi femminili più tragici del cinema: nonostante la sua vita violata, spezzata, nonostante lei stessa si definisca come morta dopo ciò che ha passato, quel suo urlo "non voglio morire!" mentre viene assassinata non può non colpire al cuore. 
Il film, che vinse nel 1960 il Leone D'Argento alla Mostra del Cinema di Venezia e che nel 2003 è stato scelto come uno dei 100 film italiani da salvare, subì molti tagli all'epoca dell'uscita, che sono stati ricomposti solo di recente in un'edizione restaurata uscita l'anno scorso nei cinema. 



mercoledì 12 settembre 2018

The White Queen (2013), Ep 2 : The Price of Power





Con Rebecca Ferguson (Elisabetta Woodwille), Max Irons (Edoardo VI), Amanda Hale (Margaret Beaufort), David Oakes (Giorgio di York),Aneurin Barnard (Riccardo di York), James Frain (Richard Neville), Ben Lamb (Anthony Woodwille), Faye Marsay (Anna Neville), Eleanor Tomlinson (Isabella Neville), Janet McTeer (Jacquetta Woodwille), Tom Mackay (Jasper Tudor),Rupert Graves (Thomas Stanley),Shau Downley (Robert Brackenbury).





Elisabetta viene incoronata regina, e inevitabilmente la famiglia Woodwille si trova catapultata ai massimi ranghi, con grandissimo scorno del conte Warwick che ovviamente non può vedere nè la sovrana nè la sua famiglia. A tal punto che decide di utilizzare le sue due figlie, Isabella e Anna, come pedine per fomentare una rivolta contro il re e detronizzarlo. Isabella viene fatta sposare con Giorgio, duca di Clarence e secondo fratello del re, che da sempre invidioso di lui tenta la scalata al trono; una prima rivolta fallisce ma il padre di Elisabetta e uno dei fratelli perdono la vita, e quindi l'odio non può che crescere.
Nel frattempo Margaret Beaufort, costretta a vivere lontano dal figlioletto Enrico, ha come unico scopo nella vita quello di riuscire a trovare il modo di metterlo prima o poi sul trono, nonostante gli avvertimenti del marito Lord Stafford....



Come da trama, il secondo episodio di apre con l'incoronazione di Elisabetta Woodwille come regina d' Inghilterra. Felice della propria vittoria (e del fatto che aspetta un figlio dal re, anche se poi si rivelerà una femmina, Elisabetta) per un po' accantona maledizioni e incantesimi e cerca davvero di essere una regina giusta anche con chi la odia, come il conte di Warwick. Certo, l'essere circondata da uan famiglia amorevole con lei ma comunque piena di arrivisti non è di aiuto: il giorno dell'incoronazione per colpa del padre Elisabetta comincia a gettare mxxxda su Isabella e Anna Neville, le figlie di Warwick, umiliandole (all'inizio involontariamente, lei sarebbe pure stata  disponibile a farsi accompagnare da loro all'incoronazione, è stato il padre che si è intromesso) e gettando le basi per un rapporto che via via sarà sempre più fatto di odio reciproco, motivato o meno, da entrambe le parti. 
Anche le due ragazze, in particolare Anna, provano ammirazione mista a timore per la sovrana; sono due ragazzine (nel romanzo addirittura erano ancora bambine, e la scelta fatta nella serie di dipingerle in questa puntata gia come giovani donne in età da marito non ha giovato alla loro immagine, purtroppo) che giocano a essere regine, e che inevitabilmente sono destinate ad essere due pedine nelle mani del padre. Il quale, rispetto a molti personaggi della serie, non vince certo il premio "genitore dell'anno"(assieme a lui sul podio la sua degna moglie e la madre di Margaret Beaufort): con le figlie è davvero brusco e talvolta pure cattivo, specialmente con la povera Isabella per la quale non ha alcun riguardo, nemmeno nel giorno delle nozze. Va bene, all'epoca era purtroppo ero che i figli (sia maschi che femmine) servivano principalmente per consolidare poteri e alleanze, i maschi erano un tantino avvantaggiati rispetto alle femmine ma non di molto (non penso che i matrimoni combinati fossero una gioia nemmeno per loro), ma santo cielo, gli esempi di padri che amavano le loro figlie certo non mancavano, come non mancano in questa serie (Richard Neville ed Edoardo). A Warwick non si può comunque non riconoscere la sua abilità come stratega, sempre pronto a trovare scappatoie e soluzioni, fossero anche sbagliate come quella di schierarsi contro Edoardo dopo averlo praticamente messo sul trono.
Altro personaggio che ci viene presentato in questa puntata è Margaret Beaufort, la regina della Rosa Rossa, del casato dei Lancaster: anche qui un personaggio non simpatico, molto duro ma anche umano: una donna che deve vivere per legge lontana dal proprio figlio (affidato allo zio Jasper Tudor), data in sposa a due uomini non scelti da lei, odiata dalla madre, che sogna la rivalsa e trova conforto nella fede, anche se purtroppo una fede fanatica che le fa vedere ogni cavolata come un segno di Dio a suo favore. Devo ammettere che le varie scene dove lei va a trovare il piccolo Enrico e fa per abbracciarlo ma lui non la ricambia, oppure quando prega dicendo "sono così malvagia da non meritare nemmeno il tuo amore? A che scopo servono le mie sofferenze!" mi hanno commossa. Del resto, anche qui lo script non ha reso molta giustizia al personaggio, visto che in questa serie Margaret dovrebbe avere 18 anni, dato che partorì Enrico a soli 13 anni rimanendo vedova poco dopo...si poteva anche mettere un minimo di speigazione a riguardo. Personaggio che ho apprezzato per la sua umanità è invece il marito di Margaret, Lord Stafford, un uomo che nonostante il matrimonio fosse combinato anche per lui, le vuole bene e vuole bene a Enrico, il suo desiderio è quello di proteggerli dai loro nemici.
Il terzo personaggio che si delinea è Giorgio, duca di Clarence e secondo fratello di Edoardo: prediletto dalla madre, da subito si vede come un giovane bello e con la fama  di seduttore, ma invidioso del fratello, al punto da prendere le armi contro di lui che invece è ancora convinto della storia dei "tre soli di York" (durante una battaglia, in cielo erano apparsi tre soli che tutti avevano interpretato come un segno divino a favore dei tre fratelli York: Edoardo, Giorgio e Riccardo). Giorgio sposa Isabella per interesse, forse c'è anche una debole attrazione, ma per ora nulla di più.
Devo dire che una parte triste in questa puntata l'hanno fatta i bambini: il piccolo Enrico costretto a vivere lontano dalla madre tanto che ormai non la riconosce più, la sorellina di Elisabetta sposata a un bambino coetaneo per gli interessi delle famiglie....ripeto, all'epoca era normale, però che tristezza!
Per quanto riguarda la famiglia Woodwille, comincia a capire che purtroppo il potere e l'ambizione sterminata hanno un prezzo: Richard Woodville e il figlio John vengono infatti uccisi sommariamente durante la rivolta, e questo fatto non può che confermare l'odio profondo tra Elisabetta e Warwick, attirando su di lui e sulla sua stirpe la maledizione della  sovrana. Devo dire che in questo momento è stata ben resa l'umanità e il dolore dei due personaggi, e in particolare  quello di Jacquetta non solo come moglie ma sopratutto come madre. Jacquetta mi piace, è sempre dalla parte della figlia ma non si risparmia dall'avvertirla che le sue maledizioni potrebbero avere pesanti conseguenze per tutti.
Intrigante e scaltra ma anche saggia....






lunedì 10 settembre 2018

Mamma Mia- Ci risiamo! (Mamma Mia- Here we go again!), 2018

 Regia di Ol Parker, con Amanda Seyfried (Sophie Sheridan), Pierce Brosnan (Sam Carmichael), Colin Firth (Harry Bright), Stellan Skarsgard (Bill Anderson), Julie Walters(Rosie), Christine Baransky (Tanya), Dominic Cooper (Sky), Lily James ( Donna giovane), Jeremy Irvine (Sam giovane),Hugh Skinner (Harry giovane), Josh Dylan (Bill giovane), Cher (Ruby Sheridan), Andy Garcia (Fernando), Alexa Davis (Rosie Giovane), Jessica Keenan (Tanya giovane).





 Isola greca di Kalokairi, cinque anni dopo la fine del primo fm: Sophie Sheridan si appresta ad riaprire ristrutturato e ingrandito l'hotel creato da sua madre Donna, che è morta un anno prima. Una tempesta distrugge tutto ciò che era stato preparato per la festa , ma per fortuna Sam, Bill e Harry, i "tre padri" della ragazza, riescono a sistemare la cosa in favore della figlia. Ma Sophie, che è in crisi col marito Sky, scopre di essere incinta, proprio nel luogo in cui era successo a sua madre molti anni prima....
Nel 1979, la giovane Donna Sheridan dopo essersi diplomata parte per un viaggio in Europa in cui conoscerà i tre amori che segneranno la sua vita: Harry, Bill e Sam....



Inizialmente quando ho saputo che sarebbe stato fatto un seguito di "Mamma Mia!", film che ho adorato e visto tantissime volte, la mia reazione è stata la solita: "non andrò a vederlo". C'era davvero bisogno di un seguito, oltretutto dopo dieci anni? 

Ma dopo aver letto la trama ho deciso di provare comunque....e per una volta, sono state felicissima di essere smentita! Questo film per molti aspetti mi è piaciuto più dell'altro, è un buon seguito nonostante vari svarioni temporali e non (che dopo elencherò). E come l'altra volta, ho passato il tempo a cantare (a bassa voce!) le canzoni degli Abba  e sono stata investita da una ventata di allegria contagiosa e davvero benevola, mi sono divertita tantissimo! 

Intanto la trama non è così banale come si potrebbe pensare: la principale novità è stata quella di raccontare l'estate d'amore tra Donna, Bill, Harry e Sam che ha portato alla nascita di Sophie, ed è stato molto bello secondo me vedere il confronto tra gli attori che interpretano i vecchi personaggi e i loro "io" giovani: in particolare ho adorato Lily James, bravissima, giovane, allegra, trascinante e molto dolce...praticamente la stessa sensazione che avevo avuto 11 anni fa con l'allora poco conosciuta Amanda Seyfried nel ruolo di Sophie, che poi è diventata una delle mie attrici preferite. C'è da dire che i giovani attori che interpretano Sam, Bill e harry per fortuna sono molto meglio di come venivano mostrati i loro "io" giovani nel precedente film....la storia che li riguarda è simpatica e si lascia vedere volentieri. Ma la vera star del film è Cher, nel cameo di Ruby Sheridan, madre di Donna e nonna di Sophie, personaggio che sicuramente meriterebbe un film a parte: complimenti all'attrice e cantante che, in pochi minuti, ha saputo caratterizzare cosi bene il suo personaggio. 
Location stupenda, svarioni temporali a parte (i personaggi da "maturi" sembrano i nonni dei loro io giovani molto più di Cher!), personaggi gradevoli e canzoni come sempre trascinanti. Inutile dire che ho già voglia di rivederlo! 

E passiamo ora agli svarioni di cui ho accennato all'inizio:

- nel primo film Donna parla di sua madre facendo chiaramente intendere che è morta: a un certo punto dice a Tanya: "sono sicura che mia madre mi sta guardando da lassù e mi disapprova con quel suo dito puntato". Quindi Ruby è resuscitata? 

- Nel primo film quando Sam Bill e Harry mostravano a Sophie le loro foto da giovani, le descrizioni non corrispondono minimamente a quanto mostrato in questo film (per fortuna, perchè li hanno migliorati!): Sam veniva mostrato come un figlio dei fiori con capelli lunghi e baffoni, Bill anche lui con capelli lunghi e pantaloni a zampa d'elefante e Harry come un metallaro con tanto di occhi truccati con Eye liner.


- Nel film precedente Harry racconta a Sophie che ha conosciuto sua madre a Parigi ed era saltato sul primo treno con lei senza nemmeno sapere dove era diretta, solo per seguirla; qui invece fa per prendere il traghetto per l'isola greca  ma poi si ferma....

- Nel primo film veniva accennato al fatto che l'edificio trasformato da Donna in albergo apparteneva a una anziana zia di Bill, di nome Sophie, che aveva concesso alla ragazza di restarvi dicendo "così almeno rimane tutto in famiglia" (dando quindi ad intendere che donna abbia chiamato così la figlia per gratitudine e che la zia sapesse della relazione avuta dal nipote con la ragazza). Qui invece l'edificio è di una donna del posto che "adotta" Donna come una figlia;

- Nel primo film Bill racconta a Sophie che quella era la famosa epoca del "flower power", ma se la storia inizia nel 1979 questo non può essere, perchè il "flower power" e gli hippy sono di almeno nove anni prima;

- Nel primo film Donna confessa a Tanya e Rosie che Sam, colui che lei ha sempre raccontato loro fosse il padre di Sophie, potrebbe non esserlo perchè ci sono stati altri due ragazzi nello stesso periodo: le amiche quindi non hanno mai conosciuto i tre "fidanzati" di Donna nel 1979, mentre qui viene mostrato che ne conoscono due, e inoltre viene dato da subito come assodato che Rosie da giovane era già innamorata di Bill, cosa che non poteva essere visto che non l'aveva mai conosciuto....


-Nel primo film Sophie ha vent'anni, quindi se è stata concepita nell'estate del 1979 è nata nella primavera 1980; quindi il primo film dovrebbe essere ambientato nel 2000, e il secondo nel 2005, visto che Sophie ha 25 anni. Eppure si vedono molti oggetti tecnologici odierni che nel 2005 non c'erano....








venerdì 7 settembre 2018

The white Queen (2013), Ep 1: In love with the king

Regia di    ,con Rebecca Ferguson (Elisabetta Woodwille), Max Irons (Edoardo VI), Amanda Hale (Margaret Beaufort), David Oakes (Giorgio di York),Aneurin Barnard (Riccardo di York), James Frain (Richard Neville), Ben Lamb (Anthony Woodwille), Faye Marsay (Anna Neville), Eleanor Tomlinson (Isabella Neville), Janet McTeer (Jacquetta Woodwille), Tom Mackay (Jasper Tudor),Rupert Graves (Thomas Stanley),Shau Downley (Robert Brackenbury).


Inghilterra   : Elisabetta Woodwille, vedova di un Lord sostenitore dei Lancaster deceduto in battaglia, si rivolge al nuovo re Edoardo VI per riavere le terre che spetterebbero in eredità ai suoi due figli. Tra i due scatta quasi immediato il colpo di fulmine, tanto che il giovane re vorrebbe renderla sua amante. Elisabetta però si nega  ed Edoardo pur di non perderla la sposa in segreto. Mentre la famiglia Woodwille cambia bandiera di punto in bianco (per ovvi motivi), la scalata al successo di Elisabetta comincia, dato che diventerà regina....




Un mese fa mentre leggevo "La futura regina" di Philippa Gregory, ho scoperto per caso che nel 2013  e 2017 sono state realizzate due serie tv (l'altra è "The white princess") tratta dai suoi romanzi della serie "La guerra dei cugini", ovvero la guerra delle due rose": sono riuscita a recuperarla e vederla al più presto, attirata sopratutto dai due personaggi da me amatissimi di Anna e Riccardo.
Per questa serie tv ho deciso di provare a fare la recensione in un modo per me nuovo e visto in molti altri blog: recensendo ogni singolo episodio, così forse l'argomento si sviscera meglio.

Come dicevo, questa serie è tratta da tre dei romanzi della serie di Philippa Gregory: "La Regina della Rosa Bianca", "La Regina della Rosa Rossa" e "La futura regina"; il fatto che l'autrice sia presente tra gli sceneggiatori è garanzia di fedeltà alla storia narrata nei romanzi, e solitamente questa cosa sarebbe positiva...ma in questo caso per me non lo è stata affatto. E nel corso degli episodi spiegherò il perchè.
Il primo episodio è incentrato, come da titolo, sull'incontro tra i due protagonisti Edoardo IV ed Elisabetta Woodwille: lei è una giovane vedova madre di due figli proveniente da una famiglia non povera ma nemmeno troppo prestigiosa, che essendo rimasta vedova di un uomo che aveva combattuto per il casato opposto è stata privata delle proprietà del marito, e decide di incontrare il re per chiederne la restituzione in modo da poter mantenere i propri figli. Lui- più giovane di lei- se ne innamora immediatamente: amore con aiutino, visto che già dopo pochi minuti vediamo Jacquetta, la madre di Elisabetta, che dice di essere discendente della dea Melusina (e quindi le sue figlie assieme a lei), che fa un misterioso incantesimo in favore della figlia. E' solo il primo di tutta una serie di incantesimi e maledizioni che le due donne nel corso della serie lanceranno a chiunque pensino sia un ostacolo, anche potenziale: e questo è un dettaglio di non poco conto. 
Da parte sua, nn è che Edoardo brilli come acume; è sicuramente un bel ragazzo, simpatico, affabile, ma la sua dipendenza da Elisabetta è già evidente, e siamo solo al primo episodio. Altro personaggio fondamentale qui presentato è Richard Neville, contr di Warrick e braccio destro del re: ha aiutato lui Edoardo nella sua battaglia, è tutore dei suoi due fratelli minori e lavoa strenuamente per consolidare il potere del sovrano (e anche il proprio, a dire la verità). Da subito è chiaro che fra lui ed Elisabetta (e famiglia, che non si scollerà dal suo seguito nemmeno per un minuto) sarà odio allo stato puro, con gravi conseguenze. Warrick non è certo un mostro di simpatia: da subito insulta Elisabetta e famiglia perchè nemici,e perchè inferiori senza mostrare un minimo di pietà dato che comunque è una vedova in difficoltà; ma sinceramente capisco la sua incazzatura per essere stato preso per i fondelli dopo che, in fondo, da anni lavora per la famiglia di Edoardo e per i suoi interessi. 

Molto bravi tutti gli attori: Rebecca Ferguson in fondo sa ispirare nello spettatore interesse per Elisabetta, che comunque è un personaggio a più tinte nonostante (e posso dichiararlo fin d'ora) non l'abbia mai presa in simpatia, già da quando leggevo i romanzi, James Frain era l'interprete di Thomas Cromwell nella serie "I Tudors" e questo costituisce un involontario e curioso collegamento tra le due serie, Janet McTerr è Jacquetta la maga, madre amorevole ma anche attenta a mettere in guardia la figlia riguardo al suo destino. 
Se anche non conoscessi la storia, la prima puntata prometterebbe comunque bene....

P.S: incomprensibile la scelta degli adattatori italiani di mantenere in inglese non solo il titolo della serie, ma anche i titoli dei vari episodi: dato che siamo in Italia non si può proprio fare diversamente? So di andare controcorrente, ma dato che comunque la serie è stata tradotta in italiano....




mercoledì 5 settembre 2018

The Crown- Stagione 1, 2016

I


deato da Peter Morgan, con Claire Foy (Elisabetta II), Matt Smith (Principe Filippo), Vanessa Kirby (Principessa Margaret), Jared Harris (Re Giorgio VI), Eileen Atkins (Regina Mary), Ben Miles (Peter Towsend),John Lightow (Winston Churchill), Jeremy Northam (Anthony Eden), Greg Wise (Louis Mountbatten).




Nel 1947 Elizabeth, figlia del re d'Inghilterra Giorgio VI ed erede al trono, sposa il principe Filippo di Mountbatten (di origine greca) e nominato dal suocero "Duca di Edimburgo". Per i primi anni la giovane coppia vive felicemente a Malta come una famiglia qualunque, ma l'aggravarsi delle condizioni del sovrano in carica li costringe a tornare in Inghilterra. Quando Giorgio muore Elizabeth diventa regina con il nome di Elisabetta II, e la vita comincia a presentare notevoli difficoltà, tra problemi del regno, inesperienza della sovrana e legittime aspirazioni dei suoi familiari....





A quanto pare anche la Regina Elisabetta non ha avuto rimostranze da fare quando ha saputo che sarebbe stata girata una serie tv nientemeno che sulla sua vita e con lei ancora vivente. Ed è così che è nata sotto una buona stella questa serie tv prodotta da Netflix riguardante più di 60 anni di regno e di storia dell'Inghilterra, che mi ha molto interessato e di cui sta per partire (almeno credo) la terza stagione.

Si parte proprio dall'inizio, con vari flashback nella prima stagione che coprono anche l'infanzia di Elisabetta e l'abdicazione di suo zio Edoardo in favore del fratello, per poter sposare l'americana divorziata Wallis Simpson di cui si era innamorato. L'inizio però è il    , giorno del matrimonio tra Elisabetta e Filippo di Mountbatten, principe di origine greca e visto inizialmente non molto bene dal suocera e dall'entourage reale per via di alcuni parenti con simpatie naziste. Tuttavia per accontentare la figlia (il matrimonio è stato evidentemente d'amore) re giorgio VI passa sopra queste cose nominando il genero Duca di Edimburgo. Per i primi anni la coppia, assieme ai figli Charles e Anne, vive serenamente altrove ma quando il re si rende conto di essere ormai alla fine, richiama la propria erede per cercare di introdurla gradualmente ai suoi doveri di sovrana. Inevitabilmente il peso delle responsabilità porterà anche a svariati scontri nella coppia, visto che Filippo è costretto a mettersi in ombra per la moglie, rinunciando anche alla propria carriera in Marina, tutto questo cn grande scontento da parte sua.
Devo dire che di questa serie, oltre alla trama, ho apprezzato in particolare l'eleganza visiva e formale che traspare da ogni dettaglio, perfino da una fotografia con colori spesso smorzati; inoltre ogni attore ha saputo, a mio avviso, rendere bene il proprio personaggio come carattere e stile, in modo che non ci sia nessuno di predominante su altri: la stessa Elisabetta divide la sua scena spesso con Filippo, Margaret e Churchill, in modo equo.  Come altre sue antenate- sia sul trono sia in tv (Victoria, Anna Bolena, Elisabetta I), la protagonista è costantemente divisa tra il pubblico e il privato, tra la consapevolezza dei suoi doveri come capo della nazione e i suoi desideri privati, senza fare torto alle persone che ama come invece spesso è costretta a fare. Oltre a ciò, un inevitabile solitudine di sottofondo, quando non riesce ad accontentare tutti e viene pure criticata e colpevolizzata da ogni cosa.

Claire Foy è un' attrice molto bella, elegante e brava,che interpreta in modo interessante e credibile Elisabetta, donandole varie sfumature anche fisiche e facciali,  ho notato spesso che esprime le emozioni della personaggio con espressioni del viso e degli occhi, non è sicuramente un lavoro facile. Altro personaggio che mi è particolarmente piaciuto è la sorella Margaret, la principessa ribelle che combatte per un amore "impossibile" (in realtà sarebbe stato possibilissimo se essa avesse rinunciato ai suoi titoli...non sarebbe certo finita a chiedere l'elemosina!) e per costruirsi una vita come la desidera lei; il re Giorgio VI e in fondo anche suo fratello, il re Edoardo che abdicò per sposare Wallis Simpson. Su quest'ultimo personaggio posso dire che mi ha interessato il modo di presentarlo: un uomo che ha compiuto per amore una scelta sofferta, una scelta che lo ha portato a essere escluso dalla propria famiglia e dal proprio paese; osteggiato anche nel suo desiderio di volere ricucire i dissidi familiari, non è però del tutto privo di ombre, visto che viene spesso mostrato che quando è solo con la moglie parla spesso della nipote in termini poco lusinghieri.
Menzione speciale a John Ligthow, l'attore che interpreta il formidabile Winston Churchill: non è mai facile portare sullo schermo un "gigante" della storia, qui si è riusciti a rendere molto bene anche l'umanità di questo personaggio, non solo a livello morale ma anche fisico, mostrando un Churchill ancora pieno di energia e grinta ma che purtroppo deve soccombere ai malanni dell'età, e che quindi si rassegna difficilmente alla vecchiaia. 
Ho letto da qualche parte che per girare la serie hanno dovuto chiedere il benestare alla vera Elisabetta, da lei concesso: chissà se l'ha vista e cosa ne pensa? ;)








domenica 2 settembre 2018

Come ti divento bella (I feel pretty), 2018

 Regia di   , con Amy Schumer (Renee Bennett), Rory Scovel (Ethan), Michelle Williams (Avery Le claire), Lauren Hutton (Lily Le Claire), Tom Hopper (Grant Le Claire), Naomi Campbell (Helen).




La trentenne Renee è una comune ragazza con una vita piatta e non troppo felice: è sovrappeso e  non si piace, vive in un buco a Chinatown, lavora in una succursale della grande casa di moda Le Claire e la sua vita si divide tra un lavoro che odia, le uscite con due amiche alla disperata ricerca di ragazzi e umilianti e snervanti sedute in palestra nel disperato tentativo di dimagrire e realizzare il suo sogno: diventare bella.
Un giorno a causa di un incidente batte la testa e, al suo risveglio, guardandosi allo specchio vede che il prodigio è accaduto: è finalmente diventata bellissima! Ora Renee è sicura che la sua vera vita può cominciare...



Simpatica commedia appena uscita e osannata da tutti per come tratta il tema dell'ossessione per la bellezza fisica e per i canoni estetici che la società impone. C'è molto di positivo e qualche pecca.
In effetti, la povera Reneè francamente fa una vita che nessuno le invidierebbe: lavora in un sottoscala, vive in un buco, frequenta bettole con le amiche o si iscrivono a siti di incontri nella speranza di rimorchiare un qualcuno qualunque. E inoltre, è afflitta (perchè parliamoci chiaro, di quello si tratta) da quello che io stessa (che purtroppo sono molto simile a lei come stazza) definisco "un corpaccione", che le procura molta sofferenza: nei negozi non trova vestiti, in palestra non trova scarpe adatte  perchè ha il 40, sa benissimo che al primo sguardo anche sulla foto del sito di appuntamenti verrà scartata perchè il fisico è la prima cosa che si guarda; lo sguardo con cui si osserva nello specchio penso sia quello che hanno avuto almeno una volta nella vita molte (e molti) di noi, io sicuramente.
La ragazza soffre a tal punto da convincersi una sera, dopo aver visto in tv il film "Big", a chiedere la stessa cosa del bambino protagonista;e pochi giorni dopo, cadendo in palestra, batte la testa. Al suo risveglio, il miracolo: guardandosi allo specchio Reneè vede la strafiga che aveva sempre sognato di essere. Attenzione però:: è solo il suo occhio che si vede così, gli altri continuano a vederla come è veramente.E quindi subisce una vera è propria trasformazione: carica di autostima, rivoluziona la sua vita, riesce a trovare il coraggio per sottoporsi al colloqui di lavoro presso la casa madre dove lavorano solo modelle superfashion, pian piano riesce a fare carriera a tal punto che viene considerata persona di fiducia da Avery, la nipote della fondatrice, riesce anche a "sedurre" Ethan, timido ragazzo conosciuto in lavanderia e lontano dal prototipo del maschio Alfa.
Ma il rovescio della medaglia è in agguato: Reneè senza accorgersene diventa anche un po' arrogante, pensando di aiutare le persone e di conoscere cosa è meglio per loro arriva a prevaricare le due amiche e, in alcuni punti, anche Avery. Il punto è, però, che Reneè non è veramente cambiata, nemmeno interiormente: si sente cosi solo perchè ha preso una botta in testa, ma cosa accadrà una volta terminato "l'incantesimo"? Non è scontato dirlo, possiamo solo dire però che il messaggio sicuramente positivo lascia qualche dubbio, visto che in alcune situazioni si scade nel patetico e nell'assurdo: non possiamo non tenere conto del fatto che Reneè in questo caso è una persona che non ha alcuna percezione di se', ed è da questo che deriva la sua autostima piuttosto che da altro. Da questo punto di vista ho apprezzato di più il personaggio di Avery: bella, ricca, intelligente, deve però sopportare, oltre al peso di essere la nipote della fondatrice (e quindi non all'altezza) un problema davvero grosso: una voce stridula e ridicola, a causa della quale fatica a farsi prendere sul serio. Ho trovato molto brava Michelle Williams nel caratterizzare anche con portamento e gesti le paure e la sofferenza espressa d questo personaggio. C'è poi il personaggio della ragazza magra (un po' troppo, a dire la verità) che Reneè conosce in palestra, e che al suo opposto si lamenta perchè conosce solo persone che non guardano al di là del suo bell'aspetto: certo, è facile immedesimarsi in Reneè che non le crede, ma purtroppo le sfumature della non accettazione fisica sono varie, ed è sciocco ignorarlo.
Infine, solito titolo italiano che stravolge quello  originale: Reneè non diventa bella, si sente bella. E' diverso, molto diverso. 
Film che comunque lancia molti spunti di riflessione e affronta l'argomento in modo ironico e simpatico.