martedì 30 giugno 2020

I gusti cinefili della mia famiglia

Sono  lontani i bei vecchi tempi quando, ormai molti anni fa, tenevo un blog diario in cui raccontavo- tra le altre cose- le mie vicissitudini familiari di figlia 40enne (attualmente, all'epoca ovviamente ero più giovane) costretta a rimanere a casa dei genitori per via del lavoro precario; non ci sono nemmeno più gli "amici di blog" dell'epoca, che attraverso i miei racconti avevano imparato a familiarizzare con i componenti della mia famiglia (mia mamma, mio papà, mia sorella).
Gli anni passano, alcune cose cambiano fisiologicamente, altre rimangono uguali: come la mia situazuione di vita purtroppo. Ma oggi chiaramente non sono qui per piangermi addosso ma per presentarvi i gusti di quella che comunque è la mia famiglia.




Mia Mamma:

Film: Il dottor Zivago- L'amore è una cosa meravigliosa- Totò, Peppino e la malafemmina- I girasoli- Il ragazzo di campagna- Don camillo- Love Story- Il piccolo lord- La verità- Il gigante- Ben Hur- Estate violenta- La rosa tatuata

Sceneggiati e fiction: I miserabili- La freccia nera-L'isola del tesoro-  La cittadella- E le stelle stanno a guardare- Uccelli di rovo- Giuseppe Verdi- Dallas- I Jefferson- Happy days- L'onore e il rispetto- Butta la luna- Casa Vianello- Vita da strega- Il restauratore

Attori: Alain Delon- Marcello Mastroianni- Totò- Troy Donahue- Corrado Pani- Anna Magnani- Brigitte Bardot- Anthony Quinn

Cartoni animati_ Heidi- Peline story- Marco- Il libro Cuore- Anna dai capelli rossi- Lovely Sara- Pollon- Pollyanna- Candy Candy- Lucy May



Mio papà:

Film: Ombre rosse- Per un pugno di dollari- Ventimila leghe sotto i mari- I magnifici sette- Don Camillo- I dannati e gli eroi- Johnny Guitar

Sceneggiati, fiction e tv: Sandokan- Zorro- Rin tin tin- Happy days- Odissea- Don Matteo- Il maresciallo Rocca- Carabinieri- Alla conquista del West- La casa nella prateria

Attori: dopo 40 anni, non l'ho ancora capito. Ce ne sarà pure qualcuno, anche se mio papà non è che sia 

Cartoni animati: Sampei- Candy Candy


Sorella

Film: Pulp Fiction- Colazione da Tiffany- Bohemian Rapsody- Il re leone- L'esorcista- The hole- Fantozzi- Così è la vita- Elizabethtown- che ne sarà di noi- Il mago di Oz

Sceneggiati e fiction e tv: La casa di carta- Distretto di polizia- Una mamma per amica- Grey's anatomy

Attori: chiesto direttamente all'interessata, mi ha risposto che non ne ha di specifici. So che le piace molto Patrick Dempsey.

Cartoni: Sailor moon- Alvin superstar- Zorro- E' un po magia per Terry e Maggie- La principessa Sissi- Conte Dacula- Cantiamo insieme- Calimero- Kiss me Licia- Papà Gambalunga- Topo gigio


sabato 27 giugno 2020

Guardie e ladri, 1951

Regia di Mario Monicelli e Steno, con Totò (Ferdinando Esposito), Aldo Fabrizi (Lorenzo Bottoni), Ave Ninchi (Giovanna Bottoni), Pina Piovani (Donata Esposito), Carlo Delle Piane( Libero Esposito), Alida Cappellini (Bice Esposito), Rossana Podestà (Liliana Bottoni).



Ferdinando Esposito è un ladruncolo e truffatore di mezza tacca col cui "lavoro" però mantiene da anni la propria famiglia (moglie, due figli e un cognato disoccupato). Un giorno rimane vittima di una sua truffa un turista americano, che denuncia la cosa al solerte poliziotto Lorenzo, il quale, pur di rintracciare il ladruncolo, è disposto veramente a tutto...




Imperdibile questo classico del cinema italiano con protagonisti una delle coppie più amate e collaudate dell'epoca: Totò e Aldo Fabrizi.
Come da copione i due interpretano il solito duo di personaggi che sono l'uno l'opposto dell'altro, fisicamente, come carattere e anche come vita: da un lato abbiamo Totò, furbo ladruncolo e truffatore fiero della propria professione con la quale mantiene la famiglia e ai cui figli- pur senza rivelare la professione paterna- dispensa insegnamenti di vita  per non farsi fregare dagli altri. Dall'altra Aldo Fabrizi, serioso poliziotto ligio al dovere anch'egli con famiglia.
I due si conoscono nel più classico dei modi vita la situazione: un turista americano, vittima dell'ennesima truffa dell'estroso Ferdinando, lo denuncia e il solerte poliziotto Lorenzo prendde in carico l'indagine arrivando a un tragicomico inseguimento che va bene al ladruncolo, magro e agile rispetto al corpulento rivale".
In preda allo smacco e per di più "minacciato" dai superiori di segnalare la cosa sul proprio Cv (il che macchierebbe un'onorata carriera) il Fabrizi prende la cosa talmente sul serio che ingaggia una spietata lotta senza badare ad alcun mezzo, arrivando a costringere l'intera famiglia ad entrare in rapporto con la famiglia di Totò anche se questi sono, a conti fatti, degli emeriti sconosciuti. 

Incredibilmente ( e grazie a spassose trovate comiche) il piano riesce, anche troppo: non solo i due figli minori di entrambi fanno amicizia, ma la figlia maggiore di Fabrizi si innamora, ricambiata, del giovane cognato di Totò, disoccupato e alla ricerca di un impiego onesto. La vicenda quindi si complica ulteriormente, anche perchè entrano in gioco anche sentimenti di solidarietà e- forse- amicizia vera (Lorenzo alla fine capisce che Ferdinando è un poveraccio dall'animo buono e i suoi familiari sono persone meritevoli, e quindi finisce ad aiutarli per vera solidarietà).
Ovviamente la parte del leone del film è costituita dal duo Fabrizi- Totò (sia in coppia che da soli), ma anche gli altri attori sono tutti di primo piano: in particolare abbiamo Ave Ninchi nel ruolo della moglie di Fabrizi che, dapprima diffidente, si lascia trascinare nel progetto del marito e un giovanissimo Carlo Delle Piane nel ruolo del figlio sgamato di Totò che dà insegnameno ti di vita al più ingenuo figlio di Fabrizi. Indimenticabile la scena dove legge il tema assegnatogli a scuola: "Il lavoro di mio padre"...


mercoledì 24 giugno 2020

L'incantevole Creamy (Mahō no tenshi Kurīmī Mami), 1983


Regia di Shichiro Kobayashi, con le voci italiane di: Donatella Fanfani (Yu/Creamy), Raffaele Farina (Toshio), Enrico Maggi (Midori), Lidia Costanzo e Graziella Porta (Posi e Nega), Sntonello Governale (Jingle Pentagramma), Lisa Mazzotti (Duenote), Antonio Paiola (Kidokoro), Gianfranco Gamba (Pino Pino). Serie tv in 52 episodi andata in onda per la prima volta in Italia nel 1985 su Canale 5, con la sigla cantata da Cristina D'Avena.

Yu è una vivace bambina giapponese che un giorno scorge nel cielo una magica arca di cristallo. Su di essa si trov a il folletto Pino Pino, che per ringraziare Yu di aver liberato i componenti dell'arca le dona un medaglione con il quale la bambina potrà tasformarsi in Creamy, una bella ragazza con la passione per il canto. Assieme ad esso lascia con Yu anche i due gattini Posi e Nega, per aiutarla con i suoi nuovi poteri....



Credo che nessuno della mia generazione possa dire di non conoscere questo celeberrimo cartone animato, il primo (almeno in Italia) della serie denominata "delle maghette",uno dei filoni di maggior successo dei cartoni animati degli anni '80.
La protagonista è Yu Morisawa, vivace bambina che vive con i genitori Candida e Filippo, venditori ambulanti di crepes; e infatti il nome che la bambina sceglie per il suo alter-ego magico, Creamy, è in realtà proprio il nome del furgoncino dei genitori. Come da trama i poteri magici gli vengono donati da Pino Pino, un folletto capo (almeno credo) del pianeta "Stella Piumata", come ringraziamento per aver liberato, avvistandola in cielo, una magica arca sulla quale viaggiavano gli abitanti del pianeta (ma non ricordo esattamente perchè erano bloccati); essi dureranno però solo un anno, dopodichè quando Yu vedrà di nuovo l'arca in cielo saprà che sarà l'ora di ritornare alla vita di sempre.
La bambina utilizzerà i nuovi poteri per trasformarsi nella bella 16enne Creamy, dando la scalata al successo come cantante e riuscendo a diventare una delle più famose cantanti giapponesi: ma gestire questa nuova doppia vita senza farsi scoprire da nessuno non sarà certo facile, complice il fatto che Toshio, il migliore amico di Yu per cui lei ha una cotta, diventa fan della cantante e si prende a sua volt una cotta per lei, non conoscendone la vera identità. Insomma, un po' un gioco delle maschere...

La trama è abbastanza semplice e divertente, i personaggi simpatici (anche la "cattiva" Duenote alla fine è un personaggio comico), è molto colorato: unica cosa negativa, le canzoni di Creamy che, nell'adattamento italiano, facevano proprio pena!). 
In Italia come sappiamo il cartone ebbe grandissimo successo, anche se in realtà di maghette ne era già apparsa qualcuna negli anni precedenti (Bia, la maga Sally, la maga Chappy): però rispetto alle altre questo cartone era più moderno e in linea con quegli anni, dato che abbiamo una ragazzina che desidera trovare una propria indipendenza e rincorrere il sogno di sfondare nel mondo della musica. E se non sbaglio infatti il cartone fu creato per sponsorizzare una giovane cantante giapponese che, nella versione originale, era appunto la voce di Creamy a cui prestò anche le canzoni che essa canta nella serie (e che, diciamolo, nell'adattamento italiano erano l'unica cosa negativa del cartone: facevano proprio pena!). 
Tantissimi i gadget legati al cartone: io avevo l'album di figurine, la maglietta e gli adesivi "brillanti" in regalo con lo Sprint, oltre ovviamente al disco con la sigla; ma ricordo anche il costume di Carnevale, la bacchetta di Creamy e lo specchietto. Non ho mai visto bambole o peluche dei gattini Posi e Nega qui in Italia ma suppongo che in Giappone ci fossero. 
A quanto pare il cartone sta venendo replicato in Tv in questi giorni, per chi volesse approfittarne...!



martedì 23 giugno 2020

Joel Schumacher

E' morto a New York all'età di 81 anni il regista Joel Schumacher.
Nato a New York nel 1939, iniziò la sua carriera nel cinema come costumista e sceneggiatore, per poi approdare alla regia nel 1981. 
Tra i suoi film si ricordano: "St.Elmo's fire" (1985), "Linea mortale"(1990), "Scelta d'amore" (1992), "Un giorno di ordinaria follia" (1993), "Il cliente" (1994), "Batman forever" (1995), "Il momento di uccidere" (1996), "Batman e Robin" (1997), "8 mm- Delitto a luci rosse" (1999), "Veronica Guerin" (2003), "Il fantasma dell'Opera" (2004), "Trespass" (2011).





domenica 21 giugno 2020

Tutto quello che vuoi, 2017

Regia di Francesco Bruni, con Andrea Carpenzano (Alessandro), Giuliano Montaldo (Giorgio), Arturo Bruni (Riccardo), Emanuele Propizio (Tommy), Riccardo Vitiello (Leo).


Alessandro, giovane sfaccendato, accetta un lavoro come accompagnatore dell'anziano Giorgio, poeta di 85 anni ancora vitale nonostante i sempre più frequenti episodi di Alzhaimer. Tra i due nasce un bel rapporto di affetto al punto che Giorgio chiede aiuto ad Alessandro per realizzare il suo desiderio di visitare un posto che però nemmeno lui riesce a identificare. Nell'impresa il ragazzo coinvolgerà anche il suo gruppo di amici...



Bellissima scoperta su Raiplay questo film passato inosservato nelle sale (almeno quelle bresciane), un tema non nuovissimo ma raccontato e sopratutto interpretato in modo intenso e "sentito", e questo traspare anche allo spettatore (almeno, nel mio caso è stato così).
Il protagonista è Alessandro, giovane borgataro romano con famiglia problematica e disoccupato, che trascina le sue giornate senza alcuno scopo, principalmente passandole al bar con gli amici, pure loro nella stessa situazione.
Nel tentativo di aiutare il figlio a responsabilizzarsi il padre riesce a trovargli un lavoro in apparenza semplice, per quanto forse insolito per un ragazzo: occuparsi di Giorgio, anziano poeta benestante con l'alzheimer. Principalmente dovrà accompagnarlo nella sua passeggiata quotidiana e seguirlo un po' anche in casa, senza nulla di  impegnativo, giusto per non lasciarlo solo quando la vicina che se ne occupa solitamente ha altri impegni.
Dato che qualche soldo non spiace a nessuno Alessandro accetta, seppure non troppo convinto e già con l'idea che si annoierà a morte; e invece con sua grande sorpresa Giorgio si rivela essere un uomo ancora vitale e interessante, capace di interagire con interesse sincero sia con il suo nuovo amico che con gli amici di quest'ultimo, dato che a un certo punto Alessandro decide di presentarglieli. 

La vita di Giorgio non è stata facilissima ed è stata segnata da un trauma durante la guerra con cui lui decide di fare i conti prima del trapasso; peccato che causa la sua malattia la memoria sia quella che è. ed è così che chiede aiuto ad Alessandro per ritrovare un misterioso luogo chiave della sua storia ed esservi condotto un'ultima volta. Coinvolgendo gli amici parte così un viaggio durante il quale tra l'anziano e i suoi giovani compagni si instaurerà un bel rapporto di amicizia e fiducia: i giovani aiuteranno Giorgio a raggiungere il suo scopo e lui d'altro canto attraverso i racconti di pezzi della sua vita darà loro una bella lezione di vita, che aiuterà sopratutto Alessandro una volta tornato a casa a sbloccarsi e riprendere in mano le redini della propria vita e impostarla in modo costruttivo.
Andrea Carpenzano, uno degli attori giovani emergenti più noti in Italia, interpreta Alessandro in modo convincente, dando al personaggio quel tono che mischia l'essere bulletto e guascone ma in modo simpatico con l'avere comunque una sensibilità che gli permette di approcciarsi all'anziano prendendosene cura per vero interesse; Giuliano Montaldo, attore italiano un po' di nicchia interpreta benissimo il poeta Giorgio, ancora vitale e curioso, capace di rapportarsi senza problemi con ragazzi molto più giovani di lui: in alcuni momenti sembra proprio uno del gruppo!
Per questo film Giuliano Montaldo nel 2017 ha ricevuto il David di Donatello come miglior attore non protagonista, mentre lo sceneggiatore Francesco Bruni ha ricevuto il premio "David giovani".


sabato 20 giugno 2020

Ian Holm

E' morto a Londra all'età di 88 anni l'attore Ian Holm, famoso per l'interpretazione di Bilbo Baggings nella trilogia "Il signore degli anelli".
Vero nome Ian Holm Cuthbert, era nato nel 1931, debuttò come attore teatrale nel 1954 con la Royal Shakespeare Company, con la quale rimase fino al 1970, vincendo anche un Tony Award come miglior attore protagonista.
Nel 1970 debuttò nel cinema; tra i suoi successi nel corso degli anni "Nicola e Alessandra" (1971), "Robin e Marian", (1973), "Alien" (1979), "Momenti di gloria" (1981), "Amleto" (1990), "Frankenstein" (1994), "La pazzia di Re Giorgio" (1995), "Il quinto elemento" (1996), "La vera storia di Jack lo Squartatore" (2001), "The aviator" (2005), e- oltre alla trilogia del "Signore degli anelli"- anche i due film della serie "Lo Hobbit", sempre diretti da Peter Jackson.
Nel 1998 la regina Elisabetta lo nominò baronetto per meriti artistici.



giovedì 18 giugno 2020

Quasi amici (Intouchables)

Regia di Oivier Nachacke e  Eric Toledano, con Omar Sy (Driss), Francoise Clozet (Philippe), Anne Le Ny (Yvonne), Audrey Fleuret (Magali),Alba Gaia Bellugi (Elisa).

Il miliardario Philippe, completamente paralizzato dal collo in giù, è in cerca di un badante a tempo pieno 24 ore su 24; tra i tanti candidati sceglie Driss, un giovane ngeriano arrivato in Francia da bambino, appena uscito dal carcere e la cui vita finora è trascorsa tra povertà, furti per sopravvivere e una numerosa e caotica famiglia, senza alcuna esperienza di disabilità o malattie.
La stravagante scelta si rivela azzeccata: Driss, vivace e incontenibile, con pochi peli sulla lingua , porta una ventata di novità nella vita di Philippe e dei suoi collaboratori…

Ispirato a una storia vera (i due protagonisti reali appaiono nella scena finale), è un film d’autore francese che ha riscosso un buon successo anche qui da noi, meritatamente visto che è solo a prima vista il clichè della “strana coppia” come lo conosciamo finora.
E’ vero, Driss e Philippe non potrebbero essere più diversi e non solo per la disabilità del secondo, che finisce a un certo punto per passare in secondo piano rispetto al rapporto che si instaura fra i due. Il titolo italiano dice “quasi amici”, ma secondo me è proprio quello che alla fine diventano dato che il  loro rapporto aiuterà entrambi e uscire dalla situazione stagnante di sofferenza e apatia in cui hanno finora vissuto.Il merito del regista è quello di aver saputo rendere le cose in maniera non troppo favolistica e forse per alcuni versi un ottimista rispetto a cosa può essere nella realtà un rapporto e una vita di questo tipo, ma senza scadere nell’edulcorato e senza allontanarsi dalla realtà.
A Philippe Driss piace proprio per quello che è: sincero, sboccato, incontenibile e soprattutto (come dice luis tesso in una scena) senza pietà, così l’uomo si sente davvero trattato come se non fosse disabile, il che per lui è la cosa più importante. E l’incontenibile energia di Driss finirà per contagiare tutti gli abitanti della casa, al punto che contrariamente ad ogni aspettativa finirà per diventare una specie di punto di riferimento per tutti. Ottimi i due attori protagonisti, in particolare Omar Sy che trasmette la propria energia fisica anche allo spettatore, soprattutto nella scena dove balla.
Consigliatissimo!




lunedì 15 giugno 2020

The Queen, 2006

Regia di Stephen Frears, con Helen Mirren (Elisabetta II), James Cromwell (Principe Filippo), Michael Sheen (Tony Blair), Helen McCory (Cherie Blair),Alex Jennings (Principe Carlo), Sylvia Sims (Regina Madre).



Il 31 agosto 1997 Diana, ex moglie del principe Carlo d'Inghilterra e madre degli eredi al trono William e Harry, muore a Parigi in un incidente d'auto. Nonostante il divorzio, Diana era amatissima dal popolo inglese, che apprezzavano per il suo impegno nel sociale e per aver deciso di affrontare le ipocrisie a cui il suo ruolo di principessa l'aveva condannata per molto tempo; per gli stessi motivi però non era molto amata a Palazzo, e alla sua morte i sudditi incolpano la ex suocera, Regina Elisabetta, e il fatto che la famiglia reale affronti la disgrazia in silenzio e rimanendo nella tenuta estiva dove sta trascorrendo le vacanze inasprisce ulteriormente le cose.
Il primo ministro Tony Blair ha il compito di cercare di calmare le acque....



Il film ripercorre (con qualche inesattezza) un periodo molto duro per la monarchia inglese: quello seguito alla morte di Lady Diana nel 1997, che anche io ricordo molto bene e che in qualche modo ha segnato la monarchia, che certo non rischiò di esserne distrutta come qualcuno ogni tanto tira fuori, ma che sicuramente fu messa a dura prova come espressione del popolo, nello stile che appunto aveva contraddistinto in vita la defunta principessa del Galles.
Diana, molto amata dal popolo che l'aveva soprannominata "Regina di cuori", era altrettanto invisa ai nobili ex parenti per la sua separazione dal principe Carlo e sopratutto per aver portato in pubblico argomenti scomodi come la depressione e i disturbi alimentari, convinta che aiutasse l'esempio di un personaggio famoso che ne parlava, ma confermando in questo modo un'immagine non certo positiva della vita a corte. Quindi la famiglia reale venne vista inizialmente non solo come indifferente alla sua morte (complice anche alcuni atteggiamenti forse sbagliato come il non mettere l), ma proprio come responsabile morale. Il clima quindi era tesissimo e in questo film la cosa viene resa molto bene e palpabile soprattutto nella scena dove Elisabetta e Filippo leggono alcuni messaggi di cordoglio lasciati dalla popolazione nei giardini di Buckingham Palace e si accorgono sono pieni di accuse e insulti nei loro confronti, il tutto in un silenzio quasi irreale  che vale più di qualsiasi colonna sonora.
A fare da mediatore nella vicenda il neo ministro Tony Blair, che nel film appare come dapprima più vicino al popolo ma poi, nel suo ruolo di mediatore "cuscinetto" arriverà a capire anche le motivazioni e i sentimenti della sovrana. Certo trovarsi a gestire una "patata bollente" del genere non dovette essere cosa molto facile.
Il non semplicissimo compito di interpretare l'inossidabile Elisabetta II (che ha appena compiuto 94 primavere e ad oggi è il più longevo monarca della storia d'Inghilterra  ) è stato affidato all'attrice Helen Mirren, con un risultato che definirei più che soddisfacente, non solo sul piano fisico: l'interpretazione misurata e allo stesso tempo partecipe dell'attrice permette di mettere in luce non solo le contraddizioni ma anche le difficoltà di una donna che- per vari motivi ovvi- non è solo tale (con le proprie antipatie, simpatie, sentimenti personali, dolori ecc) ma è anche un Capo di Stato e un'istituzione vivente per i suoi concittadini. E in quanto tale non dovrebbe lasciare che i sentimenti personali prevalgano, ma d'altra parte sappiamo bene che questo sarebbe uno sforzo troppo sovrumano per chiunque. Anche Elisabetta conosce il significato della parola sacrificio, della sofferenza personale, ma abituata a vivere nel controllo di emozioni di questo tipo per ovvi motivi non le riuscì molto facile entrare in empatia con quella nuora ribelle, originale e - dopotutto- vittima essa stessa innocente di macchinazioni crudeli.
Una bella interpretazione, molto umana.

Accanto a gli interpreti di Tony Blair e del Principe Filippo arrivano a sembrare talvolta un po' incolori e "fissi", non si capisce se l'effetto sia voluto in qualche modo dalla sceneggiatura che- per forza di cose- sceglie di mettere in risalto "The Queen" o sono proprio i due attori che non riescono a dare il meglio di sè, anche se James Cromwell è un pelino sopra Michael Sheen nel tratteggiare un marito che ancora oggi è una fedele spalla per la moglie.
Per la sua interpretazione in questo film la Mirren ha vinto nel 2007 il premio Oscar come migliore attrice protagonista.





sabato 13 giugno 2020

Imma Tataranni- Sostituto Procuratore, 2019


Regia di  FRancesco Amato, con Vanessa Scalera (Imma Tataranni), Massimiliano Gallo (Pietro De Ruggeri), Alice Azzariti (Valentina De Ruggeri), Alessio Lapice (Ipazio Calogiuri), Barbara Ronchi (Diana De Santis), Carlo Buccirosso (Alessandro Vitali), Lucia Zotti (Nonna Brunella), Antonio Gerardi (Don Mariano).


Imma Tataranni è il sostituto procuratore della Repubblica di Matera. Donna forte, determinata e stravagante, vive con il marito Pietro e la figlia Valentina. Imma è una donna che "si è fatta da sè" e ha un rigoroso senso della moralità per cui non fa sconti a nessuno, nè sul lavoro nè in famiglia, ma questo purtroppo la rende invisa a molti...





Simpatica fiction italiana a tema giallo ma stavolta con un'insolita protagonista femminile.
Imma Tataranni infatti non si può certo definire una donna come tutte le altre: carattere esplosivo e più che deciso, fisico non proprio da vamp e per di più look e gusti che definire stravaganti è un eufemismo, la sua voglia di combattere le ingiustizie l'ha portata fin da ragazzina a intraprendere la strada che poi l'ha portata a diventare Sostituto procuratore della Repubblica a Matera, nella sua terra natale.
Una strada non priva di sacrifici e tutt'ora irta di difficoltà, e non solo per via della criminalità mafiosa che infesta quelle zone, ma anche per intrighi e beghe interne ai meccanismi della Procura, a cui Imma nella sua trasparenza non sa proprio sottostare, e di cui rischia sempre di essere la prima vittima, insofferente com'è alle imposizioni della burocrazia e alle "furbizie" che spesso si utilizzano nel pubblico per fare carriera, sistemare qualche parente ecc. 
Imma è corretta fino al punto di sembrare esagerata, ma non è certo priva di dubbi a riguardo anche se alla fine il suo modo di comportarsi viene confermato come il più giusto. Il suo animo vulcanico si concilia perfettamente con l'essere una donna molto affettuosa e amorevole con familiari e sottoposti (sopratutto il carabiniere Calogiuri per il quale Imma arriva a provare un piccolo sentimento platonico). 

Accanto a lei il fedele marito Pietro, paziente nel supportare (e sopportare, talvolta) la moglie che tra l'altro è anche molto gelosa, la figlia Valentina, adolescente problematica che sta cercando la sua strada, e la mamma Brunella pian piano prenda dell'alzehimer ma che nei pochi momenti di lucidità fa rivelazioni scioccanti che getteranno la figlia nell'angoscia di un mistero riguardante la sua nascita, e che potrebbe aver risolto solo in parte. 
Le storie "gialle" raccontate nelle puntate sono quasi sempre storie di miserie umane prima di tutto, ma Imma si dovrà scontrare anche con la mafia, che ucciderà Don Pietro, sacerdote con cui il Sostituto Procuratore collaborava contro di essa. La mescolazna tra giallo, commedia e dramma secondo me è ben dosata al punto di non annoiare lo spettatore invogliandolo a continuare a seguire la serie. Semmai ho poco sopportato il personaggio della figlia: ok essere adolescenti, ma una ragazzina capricciosa che urla e sbatte i piedi perchè i genitori non le comprano il cellulare da 500 euro o perchè l'insegnante l'h spostata di banco dividendola dalla migliore amica l'avrei volentieri presa a sberle. Dopo un po' migliora, speriamo bene. 



martedì 9 giugno 2020

Dark Shadows, 2012

Regia Tim Burton, con Johnny Depp (Barnabas Collins), Eva Green  (Angelique Bouchard), Michelle Pfeiffer (Elizabeth Collins), Johnny Lee Miller (Roger Collins),Gulliver McGrath   (David Collins), Chloe Moretz  (Carolyn Stoddard), Bella Heatcote (Victoria Winters), Helena Bonham Carter (Julia Hoffman).

Nel 1776 il ricco Barnabas Collins respinge le avance della domestica Angelique perchè innamorato di Josette; ma Angelique è una strega e per vendicarsi non solo uccide I genitori e induce al suicidio la fidanzata, ma lo trasforma in un vampiro chiudendolo in una bara per 196 anni.
Barnabas si risveglia nel 1972 intenzionato a tornare a Collinswood, il maniero di famiglia; il quale però nel corso dei secoli è decaduto, come la famiglia Collins che ormai è quasi in rovina per colpa della spietata affarista Angie, che si è impadronita dell’industria ittica fondata dai Collins secoli prima.
Gli stessi componenti della famiglia Collins nonostante vivano assieme paiono molto in disaccordo tra di loro; la giovane Carolyn è in perenne disaccordo con la madre Elizabeth, il cui fratello Roger ignora del tutto il figlio David, un problematico e solitario bambino che dice di parlare con la madre morta da tre anni ed è seguito dalla giovane e apparentemente tranquilla governante Victoria, l’unica che crede alle sue affermazioni. In tutto ciò si inserisce Barnabas , il cui obiettivo è non solo riportare la famiglia agli antichi splendori ma anche vendicarsi di Angelique; perché la temibile Angie altri non è che la strega….


Tim Burton porta sul grande schermo un vecchio telefilm inglese del 1966, mai arrivato in Italia, che combacia perfettamente con il suo stile narrativo da sempre volto al fantastico misto al gotico e all’horror, ma con umorismo.
Come protagonista ricorre al suo attore feticcio Johnny Depp, anch’egli in uno dei ruoli che gli sono più congeniali dai tempi di Edward mani di forbice; stavolta è il vampiro Barnabas Collins, capostipite di una casata famosa ma disgraziata, le cui maledizioni e intrighi si sono perpetuati fino al 1972, anno in cui il nostro vampiro si ritrova catapultato dopo essersi risvegliato da un sonno lungo due secoli.
Il contrasto tra il personaggio di Barnabas (il quale si veste e parla come nella sua epoca) e i suoi discendenti del 1972 è la cosa più divertente del film, e dà in effetti modo di ridere con vari siparietti comici (su di tutti quando Barnabas scambia il cantante Alice Cooper per una donna per via del nome, definendola comunque “la donna più brutta che abbia mai visto”….!); nonstante ciò stavola non ho avuto l’impressione che Johnny Depp emergesse lasciando in ombra gli altri attori, che ho trovato tutti molto bravi e interessanti; a Michelle Pfeiffer nel ruolo della matriarca Elizabeth, ch edietro l’apparente durezza è l’unica a preoccuparsi davvero della famiglia, la giovane Chloe Moretz nel ruolo dell’adolescente Carolyn anche alla fine riserverà una sopresa; Johnny Lee Miller nel ruolo del meschino Roger e Eva Green in quello della perfida Angelique. Un gruppo molto ben assortito a mio avviso.
Data l’epoca in cui è ambientata la storia, ottima colonna sonora e ottima ricostruzione di ambineti e costumi. A mio avviso, finale aperto a cui non è comunque mai seguito nulla...chissà che in futuro....?





sabato 6 giugno 2020

High Rise- La rivolta (High Rise), 2015


 Regia di Ben Weathley, con Tom Hidden (Robert Laing), Luke Evans (Richard Wilder), Jeremy Irons (Anthony Royal),Elisabeth Moss (Helen Wilder), Sienna Miller (Charlotte Melville).



Nel cuore di Londra è stato da poco inaugurato un super grattacielo di lusso contenente, oltre a decine di appartamenti, supermercato, piscina, parco giochi, scuola materna, palestra, parrucchiere, negozi ecc, in modo che volendo gli abitanti non avrebbero più nemmeno bisogno di uscirne se non per lavorare. Il dottor Robert Laing, insegnante universitario, pur essendo l'ultimo arrivato, nota subito alcune particolarità del grattacielo: innanzitutto gli appartamenti sono strutturati in modo differente a seconda del piano di appartenenza (quelli ai piani più bassi sono più piccoli e, quindi, più economici; salendo man mano, troviamo appartamenti sempre più grandi e costosi), poi tra gli inquilini nonostante l'apparente clima di cordialità si nascondono invidie e e antagonismi destinati a esplodere in una disastrosa rivolta...



Tratto dal romanzo "Il condominio" di James G. Ballard (1976 ), è un pastrocchio cinematografico sia come versione del romanzo sia preso come film in sè, con pochi pregi e molti difetti. Sarà per quello che è uscito direttamente in home video?
Come da trama la claustrofobica ambientazione condominiale fa da sfondo al degrado morale e materiale che progressivamente colpisce gli abitanti di un grattacielo che teoricamente dovrebbe essere all'avanguardia e quindi ospitare al suo interno solo la creme de la creme della società. E invece un blackout improvviso e altri episodi apparentemente banali bastano a far venire alla ribalta non solo attriti e lotte interne fra i condomini dei vari piani, ma addirittura dà il "la" a una vera e propria guerra il cui scopo è la scalata ai piani alti (e lussuosi) del palazzo; ovvio che in un contesto del genere succederà di tutto e il degrado morale e materiale finirà per prendere il sopravvento.
Attori dignitosi ma che comunque non brillano, evidentemente per colpa della sceneggiatura impegnata a esasperare i sottintesi sessuali che sono presenti anche nel libro, ma ad altro livello e con una logica ben precisa.




mercoledì 3 giugno 2020

La polizia sta a guardare, 1973


Il funzionario di polizia Cardone, noto per i suoi modi spicci, viene chiamato a Brescia a sostituire il precedente vicequestore. 
Per ridurlo a più miti consigli una banda di delinquenti già protagonisti di una rapina e di un sequestro, gli sequestrano il figlio Massimo, ma nemmeno stavolta Cardone si piega...





Nel 1973 la mia città, Brescia, divenne il set di un film del genere "poliziottesco" che andava di moda in quegli anni; non era la prima volta che succedeva visto che nel 1963 venne girato il film "Il magnifico cornuto" con Tognazzi e la Cardinale.
Ed è proprio questo il motivo di interesse principale che mi ha spinto a vedere questo film, dato che solitamente è un genere che non mi interessa particolarmente. Devo dire che la visione ha riconfermato le mie idee ma è stato affascinante e anche divertente vedere luoghi a me così familiari come scenario di un film; in particolare è stato divertente per me vedere le differenze tra come sono quei posti ora e come lo erano negli anni '70, tra l'altro una scene di inseguimento fu girata proprio nel quartiere dove abitava mia mamma, non ancora sposata . Addirittura ho notato una via in cui passo quasi ogni giorno col senso di marcia completamente invertito rispetto a oggi!
Per quanto riguarda la trama e gli attori non c'è molto da dire: è un tipico giallo del genere, non troppo interessante a dire la verità, con attori discreti (nel ruolo del figlio del commissario c'è il vero figlio dell'attore Enrico Maria Salerno, Giambattista) ed elementi tipici del genere: sparatorie, scazzottate, inseguimenti in ogni dove, banditi senza scrupoli e poliziotti integerrimi.
Come spettacolo tutto sommato discreto, ma ripeto: questo genere non mi ha mai attirato particolarmente, quindi potrei anche sbagliarmi nel mio giudizio.