lunedì 30 agosto 2021

Maltese- Il romanzo del commissario, 2017


Regia di Gianluca Maria Tavarelli, con Kim Rossi Stuart (Dario Maltese ), Claudio Castrogiovanni (Gianni Peralta),Francesco Scianna (Mauro Licata),Rike Schmid (Elisa Ripstein),Enrico Lo Verso (Luciano Consalvo),Eros Pagni (procuratore Leonci), Cloe Romagnoli (Noa Maltese)



Fine anni '70: il commissario di polizia Dario Maltese, da anni residente a Roma, torna nella città natale Trapani per assistere al matrimonio dell'amico Gianni ; qualche giorno prima però l'uomo viene ucciso in un agguato mafioso assieme alla fidanzata proprio davanti agli occhi di Maltese, che sconvolto giura di assicurare alla giustizia i responsabili. Fattosi trasferire definitivamente in Sicilia, scopre che l'amico stava seguendo un indagine su alcuni traffici riguardanti appalti e traffico di soldi e decide quindi di continuare , nel tentativo di scoprire il responsabile del duplice delitto....




Serie tv di alcuni anni fa, gradevole e ben fatta anche se dal titolo si può capire che non sia niente di particolarmente nuovo o originale (il titolo stesso sembra rifarsi a "Romanzo criminale", serie del tutto diversa come contenuti)
La storia è ambientata nella Sicilia fine anni '70/primi anni '80, periodo particolarmente drammatico per la lotta alla mafia e  costellato da una lunga scia di sangue e vittime innocenti. Nei vari personaggi e vicende della storia infatti chi conosce la storia a riguardo riconoscerà parecchi personaggi realmente esistiti che hanno contribuito alla lotta in questo campo a volte sacrificando la loro vita. 
Soggetto quindi non propriamente una novità (ammettiamolo, in casa nostra storie di questo tipo si sprecano), ma nonostante ciò la fiction è riuscita seppure non brilli particolarmente nel suo genere. 

Il protagonista, interpretato da un sempre bravo Kim Rossi Stuart un poco ingessato, è un commissario di polizia dal passato tormentato, abile nel suo lavoro ma con una vita privata a pezzi, che viene quasi tirato per i capelli all'interno del mondo delle indagini sulla mafia e che prende consapevolezza della cosa a poco a poco, pagando anche un prezzo alto con la morte di amici e collaboratori fidati. 
Il ritmo della storia è serrato e non concede spazio a sbrodolature (anche se pare impossibile evitare la solita parte sentimentale che anche qui, come in molte storie, sembra totalmente fuori luogo), il che vito il tema della fiction è un bene. Ottima ricostruzione dell'ambientazione dell'epoca.
Non mi ha lasciato molto ma comunque merita.



giovedì 26 agosto 2021

Come un gatto in tangenziale- Ritorno a Coccia di Morto, 2021




 Regia di  Riccardo Milani, con Antonio Albanese (Giovanni), Paola Cortellesi (Monica), Sonia Bergamasco (Luce), Alice Maselli (Agnese), Claudio Amendola (Sergio), Simone De Bianchi (Alessio), Luca Argentero (Don Davide), Alessandra Giudicessa (Sue Ellen), Valentina Giudicessa (Pamela),Sarah Felberbabum (Camilla). 



 A causa delle intemperanze delle gemelle Pamela e Sue Ellen, Monica si ritrova in carcere pur essendo innocente. Per questo contatta Giovanni, il quale interessandosi al suo caso riesce a ottenere che la donna sconti solo due mesi facendo volontariato in un centro di accoglienza parrocchiale, gestito dall'energico e moderno Don Davide. Per Monica non è facile adattarsi alla nuova situazione e Giovanni decide di aiutarla....


Come avrete visto dal post precedente, sono finalmente tornata al cinema dopo UN ANNO E MEZZO! Davvero, questa è una delle cose che MAI avrei pensato che mi sarebbero capitate nella vita. Ma del resto, avrei ritenuto più probabile una guerra piuttosto che quello che è accaduto da febbraio/marzo 2020...

Comunque sia, torniamo al film: seguito di "Come un gatto in tangenziale" del 2018, è bel film gradevole pur con vari difetti: forzate le gag per introdurre i personaggi di Amendola e della Bergamasco, inutile il personaggio della Felberbaum, vari svarioni di sceneggiatura (se Monica è innocente, perchè quando entra i prigione tutte le fanno la "Ola" come se la conoscessero? Viene accennato che Monica ha paura della suore, ma il perchè non viene spiegato, così come rimane inutile e inspiegata la breve parentesi criminale delle gemelle) oltre a calcare la mano sugli stereotipi riguardanti la periferia e i suoi abitanti.


Tutto ciò non inficia il risultato finale del film, totalmente positivo: si ride e si riflette (e non poco) ci sono momenti di pura poesia (la gita per la Roma notturna di Giovanni e Monica mi ha fatto sognare!), si passano due ore gradevoli coinvolti dalle peripezie dei personaggi proprio come quelle che gli abitanti di Bastogi in una scena trascorrono n un cinema all'aperto guardando Marcello Mastroianni e Monica Vitti in "Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)" (ottima citazione cinefila). Si ritrovano personaggi già apprezzati nel primo film non molto cambiati (ma    questo è positivo), con l'eccezione di Luce, più simpatica e meno snob di prima; anzi è stato bello vedere come lei e Monica abbiano familiarizzato. 

Personalmente non ho apprezzato moltissimo la scelta "sentimentale" fra i due protagonisti, come coppia li avrei visti meglio come grandi amici, perchè non è necessario una storia d'amore a tutti i costi. E ammetterò un piccolo desiderio: uno spin off interamente dedicato alle gemelle Sue Ellen e Pamela, che ovviamente voglio vedere fidanzate!







lunedì 23 agosto 2021

Big Mama (Big Momma's House), 2000

 


Regia di Raja Gossnell, con Martin Lawrence (Malcom Turner/Big Mama),Nia Long (Sherry Price),Jascha Washington (Trent Price),Ella Mitchell (la vera Big Mama),Paul Giamatti (John Maxwell).


Lester Velasco, un pericoloso criminale, evade dal carcere dove è rinchiuso con propositi non proprio pacifici. Spaventata la ex fidanzata Sherry  assieme al figlio Trent, fugge in Georgia dalla nonna, Big Mama, che però non vede da anni e che - ignara di quanto sta accadendo alla nipote- è andata qualche giorno in un'altra città ad assistere una amica in ospedale.

Malcom Turner e John Maxwell, i due agenti dell'FBI che si occupano della cattura di Velasco, decidono di     ; per farlo al meglio Malcom si traveste proprio da Big Mama e ne prende il posto approfittando della sua assenza...



Da tempo non mi divertivo tanto con un film comico come capitatomi di recente con questo; ma per quanto possa sembrare strano visto che il film non è propriamente di genere impegnato, mi è capitato anche di commuovermi e riflettere in alcuni punti. 

La commedia in sè non ha nulla di particolare, e ricalca il filone delle commedie "all black" con almeno un personaggio (di solito principale) ciccione , che andava molto di moda alla fine degli anni '90/primi anni 2000 (il titolo più celebre, "Il professore matto" con Eddie Murphy). Oltretutto bene evidenti sono alcune gag di rimando ad altri film con tematica simile, dal già citato "Professore matto"  a "Mrs Doubtfire". 


Qui la protagonista è Big Mama, alias Malcom Turner, agente dell'FBI esperto in travestimenti per incarichi sotto copertura: o meglio, la falsa Big Mama in quanto quella vera si trova fuori città a insaputa di tutti e vi rimarrà fino alla fine del film. Come da trama Malcom e il suo collega John sono sulle tracce di un pericoloso criminale evaso, e nel tentativo di avere notizie decidono di pedinare la e fidanzata Sherry, nipote di Big Mama e fuggita alla notizia dell'evasione proprio per paura che l'ex si rifaccia vivo con lei e con il figlio Trent.

Peccato che, oltre al fatto che travestirsi da Big Mama non è affatto semplice data la mole della donna, quest'ultima è anche un pilastro della comunità: ha tanti amici ed è attiva anche in chiesa, perciò gli equivoci e relativi rischi si sprecano. Certo sembra incredibile che davvero nessuno abbia il benchè minimo dubbio sull'anziana donna, sopratutto Sherry e Trent che ci vivono assieme, ma anche questo è un classico di questo tipo di film. Come "classico" è il topos narrativo che porta alla liaison tra Sherry e il vero Malcom in abiti normali; come avevo detto, niente originalità particolari.

Però confesso di avere  trovato molto tenero il rapporto tra Sherry e sua nonna, probabilmente perchè è quello che avrei desiderato anche io con i miei nonni, e ritengo che sia davvero una grande fortuna avere nella propria vita una persona come Big Mama lo è per Sherry, una persona che per te è "casa" in qualunque momento e anche dopo anni in cui non si vedevano. L'ho trovato un elemento commovente all'interno di un film comico, così come ho trovato belle e condivisibili alcune riflessioni su come spesso nella vita ci si allontana dal luogo in cui siamo nati e cresciuti in cerca di qualcosa di meglio, per poi scoprire che quello è l'unico luogo che ci ha visti felici e a cui vorremmo ritornare. 


Nessuna eccellenza tra gli attori che comunque svolgono il loro compito in maniera corretta per il tipo di film in cui recitano, ma devo dire che una menzione la merita la vera big Mama che, quando riappare, dopo il primo momento di sorpresa si rivela una vera e propria castigamatti!







venerdì 20 agosto 2021

Pane, amore e fantasia, 1953


Regia di Luigi Comencini, con Vittorio De Sica (Antonio Caretenuto), Gina Lollobrigida (Maria De Ritis, detta La Bersagliera ), Roberto Risso (Pietro Stelluti),Marisa Merlini (Anna Mirziano),Tina Pica (Caramella), Virgilio Riento (Don Emidio).

Secondo dopoguerra: il maresciallo Antonio Carotenuto viene trasferito in un piccolo paesino dell'Italia centrale, dove dirigerà la locale stazione dei Carabinieri. Qui la vita scorre monotona e tranquilla, ravvivata dall'incontro con alcuni paesani: oltre all'eccentrica domestica Caramella al suo servizio, vi sono la giovane "Bersagliera", una bella ragazza dal carattere vivace e la levatrice Anna, di cui il maresciallo si innamora.....






Ancora oggi uno dei film più amati dagli italiani (viene spesso riproposto in tv), è il capostipite di quel filone denominato "neorealismo rosa" che tanto successo di pubblico ebbe negli anni '50 ed ebbe il merito- tra le altre cose- di lanciare nell'Olimpo delle star la giovane Gina Lollobrigida, fattasi già notare in Italia nel biennio precedente con i film "Fanfan la Tulipe" e "Altri tempi" di Blasetti.
Un film che molti hanno ancora nel cuore sia perchè racconta un Italia che non c'è più: semplice, fatta di piccole vicende di paese dove il parroco e il maresciallo dei carabinieri rappresentano autorità rispettate e  indiscusse, dove la popolazione era da poco uscita dai dolori della guerra ma guardava al futuro con fiducia di costruirne uno migliore, quanto appunto non mancava la speranza per farlo (simbolica a questo proposito la scena che dà il titolo al film: il maresciallo vede un povero che mangia da solo, gli chiede "cosa mangiate?", "pane. marescià"; "pane e cosa?" e l'altro "....e fantasia", perchè non aveva null'altro da mettere insieme).

Dove anche un asino poteva rappresentare un bene primario  e dove i sentimenti sono il pretesto per mettere in atto schermaglie non solo amorose ma anche sociali, politiche e di amicizia. Il tutto sottolineato dall'uso in larga parte del dialetto (spesso diverso a seconda della provenienza dei vari personaggi)
A proposito dei personaggi mi è spesso capitato di leggere in varie recensioni che sono degli stereotipi, anche se in senso buono: non sono del tutto d'accordo, è vero che certe figure ricorrono molto nel nostro cinema anche oggi, ma - per quanto mi riguarda- dai racconti che ho sempre sentito di quell'epoca da parte dei parenti e degli anziani che conosco la vita e le persone del tempo erano anche così (ovviamente, anche allora c'era il brutto così come il bello). 
Sono affezionata a questo film perchè fa parte del mio personale percorso della mia vita da cinefila fin dall'infanzia, quando non perdevo occasione di vederlo perchè mi faceva molto ridere la Bersagliera (in particolare in una scena dove, a cavallo dell'asino, fa le corna)  e anche la domestica Caramella, inflessibile e impicciona, la solita stupenda Tina Pica; quindi tra gli attori non saprei bene quale ricordare perchè li ho amati e li amo davvero tutti, dal mitico maresciallo farfallone ma di buon cuore Vittorio De Sica alla levatrice Marisa Merlino al timido carabiniere veneto Roberto Risso (scomparso alcuni anni fa) che finisce per conquistare il cuore della vulcanica Bersagliera, e perchè no....anche il simpatico asino è un ottimo comprimario e ha un ruolo di non poca importanza nella storia!


Ecco, alla fine li ho comunque nominati e mi è pure venuta voglia di rivederlo, per la milionesima volta.....:)
Il film, campione d'incassi nell'anno cinematografico 1953/'54, ha avuto una nomination agli Oscar come miglior soggetto, vinse l'orso d'argento al Festival di Berlino e Gina Lollobrigida vinse il Nastro D'Argento come migliore attrice protagonista. Ha avuto tre seguiti: "Pane, amore e gelosia" ( 1954), "Pane amore e...." (1955, dove la Lollobrigida viene sostituita dalla sua storica rivale Sophia Loren), e "Pane, amore e Andalusia" (1958 ).

P.S: piccola curiosità: è uno dei film preferiti della regina Elisabetta...chi l'avrebbe mai detto? :)




martedì 17 agosto 2021

La scomparsa di Patò, 2015


Regia di Rocco Mortellitti ,con Nino Frassica (Maresciallo Giummaro), Maurizio Casagrande (Delegato Bellavia), Neri Marcorè (Antonio Patò),Alessandra Mortellitti (Elisabetta Patò), Franco Costanzo (ragioniere Cardillo).






Il 21 marzo 1890, durante la rappresentazione del "Mortorio" (ovvero, della Passione di Cristo) il ragioniere Antonio Patò, che interpreta da anni la parte di Giuda, sparisce misteriosamente dopo essere caduto nell'apposita botola dopo la scena del suicidio.
Non vi è alcuna traccia di lui, dato che anche nei camerini riservati agli attori non si trovano i suoi abiti, sembra letteralmente svanito nel nulla; la moglie Elisabetta denuncia perciò la scomparsa del marito alla Pubblica Sicurezza. Suo fratello Arnoldo però, essendo Capitano del Regio Esercito, si fida più dei militari e quindi sporge la stessa denuncia ai Carabinieri. Il maresciallo Giummaro e il delegato Bellavia si trovano quindi a indagare fianco a fianco per la stessa scomparsa....



Film praticamente ignorato dai circuiti, e chissà perchè visto che Andrea Camilleri è considerato una garanzia anche come soggetto di cinema e fiction. Io sono riuscita a recuperarlo solo sul sito della Rai. 


Trattasi dei uno dei più noti romanzi di Camilleri fuori dalla serie di Montalbano, di cui il film, con pochi cambiamenti, rispecchia in maniera soddisfacente ambientazione e personaggi. 
La storia della misteriosa scomparsa del ragioniere Antonio Patò, avvenuta in maniera teatrale durante la rappresentazione della Passione di Cristo, e della successiva indagine che il brigadiere Bellavia e il maresciallo Giummaro sono costretti a dividere (dapprima come rivali, poi come collaboratori a tutti gli effetti) che nel romanzo è raccontata esclusivamente in stile epistolare, qui per forza di cose viene "spianata" in modo lineare aggiungendo un poco alla volta i vari tasselli che porteranno alla risoluzione del mistero. Buona la ricostruzione degli ambienti e dell'atmosfera dell'epoca e molto bravi gli attori, in particolare Neri Marcorè che personalmente ho ritenuto il migliore candidato per Patò fin dalla lettura del romanzo (primi anni 2000).




domenica 15 agosto 2021

Gianfranco D'angelo

E' morto a Roma all'età di 85 anni l'attore, comico e presentatore Gianfranco D'angelo.

Era nato a Roma nel 1936, aveva esordito in teatro nel 1963 e per vari anni lavorò come comico teatrale e cabarettista; l'esordio televisivo avviene nel 1071 nel programma "Sottovoce ma non troppo", e ottiene la celebrità negli anni seguenti con i programmi "Milleluci" (1974) e "Mazzabubù" (1975).

Nel 1983 arriva "Drive in", programma storico degli anni '80 in cui D'angelo interpreta vari personaggi: il Tenerone, il padrone del cane Has Fidanken e in cui imita Sandra Milo, Raffaella Carrà, Pippo Baudo e Katia Ricciarelli, Piero Angela, Roberto Gervaso; nel 1987 assieme a Ezio Greggio è il primo conduttore di Striscia la Notizia", e in seguito del programma "Odiens". Ha proseguito anche negli anni '90 con vari programmi sia Rai che Mediaset.

Tra i suoi film si ricordano: "Mondo candido" (1975),"La liceale" (1975),"Nerone" (1976), "Kakkientruppen" (1977),"La settimana bianca" (1980), "Rimini rimini- un anno dopo" (1988),"il crimine non va in pensione" (2017), "W gli sposi" (2019), oltre al telefilm "Casa dolce casa" (1992), in cui compare anche la figlia Daniela. 

So che molti non vedono bene questo artista per via del suo ruolo avuto in Mediaset e dei suoi programmi, ma per me è uno dei personaggi che ha fatto parte della mia infanzia e mi ha regalato tante risate, quindi davvero mi è scappata una lacrimuccia a sentire questa notizia.....






Piera Degli Esposti

 E' morta a Roma all'età di 83 anni l'attrice Piera Degli Esposti.

Era nata a Bologna nel 1938, inizio la sua carriera nel Teatro 101 di Antonio Calenda e nel 1966 esordisce in tv nello sceneggiato "Il conte di Montecristo", in seguito interpreterà anche "Il circolo Pickwick" ( ), "Vita di Cavour" ( ), "Il processo"( ), "Delitto e castigo" (1983), "I promessi sposi" (1989), "Diritto alla difesa" (2004), "Mannaggia alla miseria" (2009),"Tutti pazzi per amore" (2008), "Una grande famiglia" (2012).

Al cinema esordì nel 1967 con "Trio" di Gianfranco Mingozzo; tra i suoi film si ricordano "Questi fantasmi" (1967),"Medea" (1969),"Giocare d'azzardo" (1982), "Don Bosco" (1988), "Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica" (1995), "L'ora di religione" 2002), "Il vestito da sposa" (2003), "L'uomo che ama" (2008), "Genitori e figli- Agitare perbene prima dell'uso" (2010),"Un milione di giorni" (2011),"Benvenuto Presidente!" (2013), "Fai bei sogni" (2016).

Alla carriera di attrice al cinema e in tv affiancò una altrettanto solida carriera teatrale; di lei si parla nel romanzo "Storia di Piera" di Dacia Maraini.








venerdì 13 agosto 2021

Cabaret, 1972

 


Regia di Bob Fosse, con Liza Minelli (Sally Bowles), Michael York (Brian Roberts),Helmut Grien (Max Von Heune), Joel Grey (maestri di cerimonie), Elisabeth Neuman Viertel (Sig.na Schneider),Marisa Berenson (Natalia Landauer).


Berlino 1931: Brian, timido e inibito insegnante inglese, si trasferisce a Berlino dove incontra Sally Bowles, giovane donna anticonformista che vive esibendosi come cantante in un locale trasgressivo della città. La storia tra i due, iniziata come amicizia, col tempo diventa sentimentale fino a quando non incontrano Max, un ricco aristocratico tedesco dal quale entrambi rimangono affascinati....




Ispirato ad alcuni racconti contenuti nella raccolta semiautobiografica "Addio a Berlino" ( ) di Christopher Isherwood, è uno dei musical più noti al mondo che lanciò la figlia d'arte Liza Minelli, la vera "stella" del film grazie a una interpretazione davvero carismatica e che, a mio avviso, è uno dei maggiori pregi del film. 

Seppure non ritenga la storia in sè particolarmente interessante (è il solito triangolo pruriginoso con sfumature gay che forse nei primi anni '70 poteva risultare originale o scandaloso, e che sicuramente lo era nell'epoca in cui è ambientata la storia), è un bel film energico, trascinante ma anche inquietante: li vicende dei protagonisti si svolgono a Berlino nel primissimo periodo dell'avvento del nazismo, quando nonostante le limitazioni non fossero ancora al livello che sappiamo qualcosa si cominciava già ad intravedere il disastro futuro. Il film infatti- così come il romanzo- è permeato di un atmosfera decadente e inquieta , ritratto di una società che corre allegramente verso il baratro e che cerca divertimenti ed eccessi come per esorcizzare il pericolo che ormai si è già insinuato. Il simbolo di tutto ciò, a mio avviso, è il presentatore del locale di vaudeville dove Sally si esibisce, interpretato magistralmente da Joel Grey: personaggio che non ha un nome (credo apposta) ma che viene mostrato come uan specie di spiritello dal ghigno mefistofelico, un maschera inquietante che invita il pubblico a dimenticare le proprie preoccupazioni in quel posto dove "la vita è meravigliosa, le ragazze sono meravigliose, tutto è meraviglioso" e non esiste alcun problema (perchè i problemi stanno fuori, e come....!).


Come dicevo il personaggio catalizzante del film è Sally Bowles, interpretata da Liza Minelli che a mio avviso dà davvero tutta sè stessa al personaggio, sia fisicamente che psicologicamente: una giovane donna atipica e originale che vive una vita sopra le righe perchè non vuole essere come tutti gli altri ma il cui atteggiamento nasconde, nel contempo, grandi insicurezze. 

Impossibile non citare canzoni e relativi numeri musicali travolgenti e giustamente entrati nella storia dello spettacolo. 

Nel 1973 il film vinse otto premi Oscar: miglior film, miglior regista, attrice protagonista (Liza Minelli), attore non protagonista (Joel Grey),fotografia, scenografia, montaggio, colonna sonora e sonoro. La Minelli e Grey vinsero anche il Golden Globe nelle stesse categorie.




lunedì 9 agosto 2021

Alfredino- Una storia italiana, 2021

 


Regia di Marco Pontecorvo, con Anna Foglietta (Franca Rampi),Luca Angeletti (Ferdinando Rampi), Kim Cherubini (Alfredo Rampi),Vinicio Marchioni (Nando Broglio), Riccardo De Filippis (Angelo Licheri),Valentina Romani (Laura Bortoloni),Francesco Acquaroli (Elveno Pastorelli),Massimo Dapporto (Sandro Pertini).



10 Giugno 1981: Alfredino Rampi, un bambino di sei anni, cade in un pozzo artesiano nella campagna di Vermicino dove sta trascorrendo le vacanze con la famiglia. Inizia una corsa contro il tempo per salvarlo, che vedrà per tre giorni  volontari arrivare da ogni parte d'Italia per cercare di dare una mano, mentre la televisione coglie l'occasione per documentare il dramma con la prima diretta televisiva della storia....



Ricorre quest'anno il quarantennale della tragedia di Vermicino, che scosse l'Italia nel 1981 e che ancora oggi è nel cuore di molti italiani. Non so se la miniserie tv di quattro puntate sia stata realizzata appositamente o se sia una coincidenza, ma dal risultato credo sia stato un bel modo per ricordare quanto accaduto.

Ho trovato le quattro puntate molto ben fatte, toccanti (e non potrebbe essere altrimenti vista la storia raccontata), piene di suspense ma senza scadere nello sbrodolamento o nel patetico come poteva facilmente accadere. Anzi lo stile narrativo è asciutto concentrato non solo sugli avvenimenti ma anche sui personaggi, dando il giusto spazio a ognuno dei personaggi che da quei giorni drammatici sono rimasti  nel cuore degli italiani : Franca e Ferdinando, i genitori di Alfredino, il vigile Nando che rimase a parlare per tutto il tempo con il bambino, i giovani speleologi che cercarono di dare il loro contributo sulla conoscenze del terreno e delle pratiche in modo da aiutare chi decideva dei soccorsi, Angelo Licheri l'uomo che si offrì volontario per farsi calare nel pozzo e che riuscì anche ad afferrare il bambino che purtroppo gli scivolò dalle mani essendo coperto di fango, i carabinieri che conducevano le indagini....fu una vera e propria gara di solidarietà a cui risposero in tantissimi da tutta Italia, anche se purtroppo il sovraffollamento e la presenza di centinaia di curiosi contribuirono a rallentare i soccorsi. 

Un difetto semmai potrebbe essere, a mio avviso, il sorvolare sul ruolo in negativo avuto dalla tv con la spettacolarizzazione dell'evento : sembra che la Rai agì solo con l'intento di far del bene, di aiutare nella ricerca di volontari, cosa che ci fu anche, ma francamente non penso proprio che i motivi fossero solo benefici e che la ricerca dello scoop a ogni costo fosse estranea a chi decise la diretta. 

Ottimi tutti gli attori, e una menzione speciale per il piccolo Kim Cherubini, che in poche scene ci mostra il piccolo Alfredino, un modo per dare di un lui un ricordo da vivo e solo da morto come solitamente avviene.




giovedì 5 agosto 2021

The Spanish Princess- stagione 2


 Ideata da Emma Frost, Matthew Grahm, con Charlotte Hope (Catherine), Ruairi O'Connor (Henry VIII),Laura Carmichael (Margaret Pole),Stephanie Levi-John (Lina),Aaron Cobham (Oviedo),Georgie Henley (Margaret Tudor),Philip Combus (Thomas Wolsey),Andrew Buchan (Thomas Moore),Chloe Harris (bessie Blount),Olly Rix (Edward Stafford), Sai Bennet (Mary Tudor).


I primi anni di regno di Enrico e Caterina sono felici: i due sposi si amano, nasce un erede (il piccolo Enrico), e il Paese prospera. Il piccolo principe però muore a pochi mesi di vita, e con la sua morte iniziano i problemi...



A mio avviso sarebbe stato meglio concludere la storia  di Caterina D'aragona con la prima serie, ma ormai è quasi scontato che quando una serie ha successo ci sia almeno la seconda parte. E così è stato anche stavolta. 


Nella mia precedente recensione avevo scritto "Come sempre quando a capo degli sceneggiatori c'è la Pippa Gregory possiamo avere due certezze: 1- che la storia non sarà storicamente attendibile; 2- che verrà stravolto perfino ciò che la stessa autrice ha raccontato nei suoi romanzi". Ecco, con questa  seconda serie si va al di là di tutto ciò: si riscrive completamente la storia In pratica, un fanfiction, e non delle migliori.

Tanto per cominciare difficile capire il passare degli anni all'interno della storia, dato che la maggior parte degli attori nel corso di vent'anni di storia non subisce alcun cambiamento, a aprte Henry a cui viene appiccicata un orrenda barbetta posticcia; tant'è vero che all'inizio della storia i figli di Margaret Pole (ancora bambini nell'ultima puntata della precedente serie) sono improvvisamente adulti, e Maria (figlia di Catherine ed Henry) viene fatta passare come coetanea di Henry Fitzroy. E vabbè.

Caratteristica immancabile di questo filone di serie tv è la visita ufficiale mai realmente avvenuta : stavolta tocca a Re Ferdinando recarsi in Inghilterra. Il monarca spagnolo viene rappresentato come il classico suocero rompiballe che quando viene a casa tua critica qualunque cosa: gli offrono del vino? "Buono...ma in Spagna abbiamo di meglio!", gli mostrano un quadro? "Bello...ma in Spagna dipingono meglio!"; è stato l'unico momento in cui ho provato solidarietà per Henry, che abbozza tranquillo invece di rimandarlo in Spagna con la prima nave, come avrebbe meritato.

Abbiamo anche Carlo V, mostrato due volte: la prima quando accompagna il nonno in Inghilterra e viene ritratto come uno zerbino, la seconda quando interviene come ospite (sic!) al "Campo del Drappo d'Oro", con la scusa che voleva salutare sua zia. Come no.

Per il resto una vera e propria recensione non è possibile farla, perchè in pratica in quest serie ci sono quasi solo momenti e cose trash, credo che basti elencarli:

- Nè Henry nè Catherine vogliono bene a Mary, in quanto femmina quindi non degna della loro attenzione; addirittura Henry picchia la bambina e si fa vedere da lei mentre bacia e abbraccia Henry Fitzroy, ignorandola del tutto;

- Abbiamo una liaison (platonica) tra Margaret Pole e Thomas Moore;

- Margaret (sorella di Henry e regina di Scozia) impazzisce e ne combina di tutti i colori, andando avanti e indietro dall'Inghilterra con la pretesa che il fratello rimedi a tutte le sue pazzie;

- Mary (sorella di Henry e regina di Francia) sposa Charles Brandon nonostante nella serie i due scambino a malapena due parole in croce nel corso degli anni. Lo stesso Charles Brandon è un personaggio che non conta nulla, nella maggior parte della storia non si capisce nemmeno che sia amico del re. Oltretutto è interpretato da un attore totalmente incolore, siamo ben lontani dall'Henry Cavill di "The Tudors";

- Catherine aiuta Bessie Blount a partorire praticandole addirittura una sorta di cesareo; nonostante tutto ciò che accade Bessie rimane a palazzo durante tutta la gravidanza e anche dopo la nascita di suo figlio, assieme a lui, continuando a fare smorfie stile "visto? gne gne!" ogni volta che incrocia la regina;

-Edward Stafford, che nella serie precedente era uno strxxo totale per via del trattamento riservato a Rosa (l'altra dama di compagnia di Catherine), qui diventa improvvisamente un santo, fedelissimo ai sovrani e in particolare alla regina, l'unico sincero in una corte di infidi. Fino appunto al martirio;

 - viene sottinteso che anche Henry, oltre a Margaret, impazzisce ( e vabbè qui possiamo anche farci venire qualche dubbio che la cosa sia vera!);

- all'incontro con il Re di Francia che suggella il fidanzamento tra la principessa Mary e il Delfino, il suddetto Re davanti a tutti continua a criticare la bambina trovandole difetti fisici, arrivando a mettere in dubbio la sua legittimità (ripeto, davanti a due intere corti);

-Henry vorrebbe uccidere Catherine, Catherine vorrebbe uccidere Henry ma per fortuna entrmabi si danno una calmata prima di fare qualcosa di irreparabile.

Insomma alla fine i personaggi più credibili e meglio fatti sono quelli inventati, ovvero Lina e Oviedo. 

Nota di demerito per il doppiaggio italiano: amo i doppiatori italiani e il loro lavoro, che difendo sempre, ma qui è stato fatto con i piedi: i francesi parlano con il tipico accento francese, gli spagnoli con il tipico accento spagnolo; solo gli inglesi parlano normalmente. La cosa rislta ridicolissima, per non parlare della doppiatrice di Meg che urla continuamente (probabilmente per sottolineare la pazzia del personaggio).


IL FINALE

Alla fine Margaret Pole, timorosa di perdere i suoi beni,  spiffera ad Henry la verità, ovvero che Catherine e Arthur avevano consumato il matrimonio. Come ricompensa viene nominata governante di Henry Fitzroy, abbandonando Mary. Per evitare il processo Catherine decide di sua spontanea volontà di andarsene e lascia la corte (per andare non si sa dove), portandosi dietro la figlia di cui non le era mai importato nulla nell'indifferenza generale.

Non credo ci sia bisogno di ulteriori commenti. 


lunedì 2 agosto 2021

Io sono Mia, 2019


Regia di Riccardo Donna, con Serena Rossi (Mia Martini), Dajana Roncione (Loredana Bertè), Lucia Mascino (Sandra), Edoardo Pesce (Franco Califano), Maurizio Lastrico (Andrea), Daniele Mariani (Anthony).





Sanremo 1989: la giornalista Sandra intervista Mia Martini, ripercorrendo con lei le tappe più importanti della sua vita e della sua carriera.
  Seconda  di quattro  sorelle, fin da piccola Domenica (detta Mimì) coltiva la sua passione per la musica e il canto nonostante l'ambiente familiare non proprio sereno, con un padre despota che alla fine abbandonerà la famiglia; dotata di notevole talento, inizia la carriera parallelamente a quella della sorella Loredana, e la porterà avanti lungo tutti gli anni'70/'80, fino a quando una calunnia la stroncherà gettandola della disperazione...





Bella biografia omaggio di una delle più grandi cantanti italiane, Mia Martini, prematuramente scomparsa nel 1994; un artista bravissima ma sfortunata , che già in vita meritava più di quello che ha effettivamente ha avuto. 
Come da trama la storia è nota: una vita intensa, segnata dall'abbandono del padre, da storie d'amore travagliate (quella con Ivano Fossati, qui diventato Andrea dato che il cantautore non ha dato l'assenso al progetto, così come Renato Zero che qui diventa Anthony  ),dalla passione intensa per la musica condivisa con la sorella Loredana, e sopratutto la grande sfortuna che segnò la sua vita: il pregiudizio che la sua presenza portasse sfortuna, che piano piano la isolò completamente fino ad emarginarla del tutto impedendole, sotto ogni punto di vista, di lavorare.

Serena Rossi offre un interpretazione ottima, sia fisicamente che canora (dato che, a quanto ho capito, è lei che canta le canzoni della Martini presenti nel film), circondata da comprimari altrettanto validi nel caratterizzare i loro personaggi e il loro interagire con la protagonista. 
Consigliato non solo ai fans delle due sorelle ma a tutti gli amanti della musica italiana.