domenica 27 novembre 2022

Emily in Paris, stagione 2

 


Ideata da Darren star, con Lily Collins (Emily Cooper), Ashley Park (Mindy),Lucas Bravo (Gabriel), Camille Razat (Camille), Philippine LeroyBeaulieu (Sylvie), Bruno Gouery (Luc),Lucien Laviscount (Alfie), Kate Walsh (Madeleine)


Proseguono le avventure della giovane americana Emily, trasferitasi per lavoro a Parigi. Ora ha un ruolo più di responsabilità all'interno della Savoir, ma se le cose sul lavoro tutto sommato sembrano filare liscio sono le relazioni interpersonali il lato problematico della sua vita: dimenticare ciò che c'è stato fra lei e Gabriel sembra quasi impossibile sopratutto per le insistenze di lui, creando grandi momenti di imbarazzo; la conoscenza di Emily con Alfie, suo compagno al corso di francese, potrebbe però rimescolare le carte....



E' incredibile come non  solo abbia ancora da recensire cose viste nel lockdown 2020, ma come abbia dimenticato pure cose che- una volta tanto- sono riuscita a vedere in tempo reale alla loro uscita: in questo caso, ormai un anno fa.

Detto questo, come da trama Emily è rimasta a Parigi e lavora ancora per Sylvie. A causa delle polemiche dei niente affatto permalosi cugini d'Oltralpe alcune cose sono cambiate: meno stereotipi (e fin qui niente di male), interi pezzi di dialoghi in francese (non sono riuscita a vederli sottotitolati quindi è stato molto fastidioso capire dei dialoghi a metà), la stessa Emily è diventata meno saccente nei confronti del Paese ospitante (ma forse questa è solo la giusta evoluzione del personaggio). 



Nonostante l'abbia trovata generalmente un poco meno divertente della prima (la situazione tra Emily e Gabriel è stucchevole ed è incredibile che regga ancora per una stagione) , anche questa seconda stagione comunque si lascia vedere volentieri: sono contenta di vedere finalmente una serie tv leggera, rasserenante, senza pretese di lanciare messaggi particolari anche se qua e là si possono trovare spunti di riflessione. I personaggi non presentano significative novità; al cast originale si aggiungono tre new entry: Alfie, compagno di corso di Emily con cui nasce un'intesa, Madeleine, la "capa" americana della giovane, che piomba a Parigi convinta di poter comandare chiunque (interpretata da Kate Walsh, ex Addison di "Grey's anatomy" e "Private practice", e il ragazzo che diventa il nuovo interesse amoroso di Mindy, l'amica di Emily che ha deciso di proseguire il suo sogno di diventare cantante (scusate, ma dopo un anno non ne ricordo il nome).

Vedrei volentieri anche una terza stagione ma a tutt'oggi non ho ancora sentito se la faranno o meno.




 

lunedì 21 novembre 2022

Il principe di Roma, 2022


 Regia di Edoardo Falcone   , con Marco Giallini (Bartolomeo Proietti), Andrea Sartoretti (Eugenio), Sergio Rubini (Principe Accoramboni), Giuseppe Battiston (Alessandro VI), Denise Tantucci (Beatrice Cenci),Antonio Bannò (Gioacchino), Filippo Timi (Giordano Bruno), Giulia Bevilacqua (Teta), Liliana Bottone (Domizia).


Roma, 1829: Bartolomeo Proietti detto Meo è uno degli uomini più ricchi della città, in procinto di diventare principe attraverso il matrimonio combinato con la nobile Domizia, figlia di un principe decaduto e in bancarotta (che tramite il matrimonio  e i soldi del futuro genero vedrà annullati i propri debiti). Peccato che pochi giorni prima delle noze il sottoposto che doveva portare i soldi  in questione vien condannato a morte senza riuscire a rivelare dove li ha messi; nel tentativo di scoprirlo Meo si rivolge a una vecchia veggente che, invece dello spirito richiesto, risveglia quelli di Beatrice Cenci, Giordano Bruno e Alessandro VI.

Accompagnato da essi. Meo inizia un viaggio tra passato e presente analizzando la propria vita...


Simpatica versione romanesca di "Canto di Natale" di Dickens ambientata nella Roma papalina, ambientazione sempre affascinante per me, con qualche rimando a capolavori classici come "Nell'anno del Signore" e "L'ultimo Papa Re". 

Lo Scrooge romano si chiama Bartolomeo Proietti- detto Meo- un orfano cresciuto in un istituto di carità e fattosi "da solo", come si suol dire, riuscendo a diventare uno degli uomini più ricchi della città. al punto che perfino il Principe Accoramboni, a cui è rimasto solo il titolo nobiliare, è disposto a dargli in moglie la giovane figlia in cambio del rippianamento dei debiti. A Meo infatti non basta non essere più povero e avere accesso agli agi e lussi che fin dalla nascita gli erano stati negati: vuole arrivare al massimo grado della scala sociale, diventare quindi un nobile, anche se si intuisce da subito che mai verrà realmente accettato e considerato come tale dagli altri nobili, che lo disprezzano per le sue origini popolane. L'uomo è talmente concentrato sul proprio obiettivo che non riesce a vedere chi, attorno a lui, gli vuole bene veramente (la serva Teta) e a trattare male Eugenio, un vecchio amico che essendo in stato di bisogno gli ha chiesto aiuto.


Saranno i fantasmi di tre grandi del passato (Beatrice Cenci, Papa Borgia e Giordano Bruno) a guidare Meo in un viaggio a cavallo tra passato, presente e futuro facendogli aprire gli occhi su sè stesso e la propria situazione, e a indirizzarlo sulla giusta via in cui deve indirizzare la propria vita. 

Insomma la storia è nota, forse non è particolarmente originale a parte la trovata originale dei tre fantasmi famosi, ma il film è davvero piacevole, accanto a un Giallini sempre in forma spiccano alcuni giovani attori che si fanno notare ( Denise Tantucci nel ruolo d Beatrice Cenci, Antonio Bannò in quello del cocchiere Gioacchino e Giulia Bevilacqua in quello di Teta, che a me ha ricordato molto il personaggio di Rosetta in "Rugantino") e alcuni famosi perfettamente n parte con i loro ruoli: Andrea Sartoretti nel toccante ruolo di Eugenio (per fortuna anche lui destinato a redimersi), Filippo Timi come Giordano Bruno  e Giuseppe Battiston quasi irriconoscibile nel ruolo di Alessandro VI (una volta tanto simpatico). 

Si ride ma ci si commuove anche, e si riflette con intelligenza.

Data la tematica si poteva farlo uscire almeno un mese dopo, ma ormai a quanto pare è la norma anticipare il Natale di un mese....






domenica 6 novembre 2022

Ticket to Paradise, 2022

 



Regia di Ol Parker, con George Clooney (David), Julia Roberts (Georgia),Katlyn Dever (Lily), Lucas Bravo (Paul), Maxim Boutler (Guede).


Durante una vacanza a Bali Lily, giovane neolaureata in legge, conosce Guede, coltivatore di alghe nell'attività di famiglia. Tra i due giovani è colpo di fulmine e poco dopo decidono di sposarsi; dagli USA arrivano così David e Georgia, genitori di Lily, divorziati da quando lei era piccola. In realtà i due, nonostante non si sopportino, stavolta hanno deciso di allearsi per impedire alla figlia di commettere quello che loro ritengono un gravissimo errore....



Simpatica commedia appartenente di diritto al filone delle "commedie romantiche" americane, che anche in anni in cui non brilla particolarmente sembra comunque reggere egregiamente anche grazie a questo tipo di prodotto, non certo originale visto che la storia dei due ex che si odiano e poi si ritrovano è uno è uno degli espedienti cinematografici più usati da sempre, credo. 

Difatti il film regge quasi completamente sulla coppia di protagonisti che la fanno da padroni, in tutti i sensi: dopo quattro film insieme la Roberts e Clooney formano ormai un duo collaudato come caratteri e anche come chimica, funzionano molto bene e alla fine ci si appassiona di più alle loro vicende che a quelle dei pur simpatici giovani protagonisti. La bellezza del luogo completa il tutto, del resto anche l'occhio vuole la sua parte. Personaggio inutile quello del pilota, avrebbe potuto benissimo non esserci.