lunedì 28 dicembre 2020

Classifica 2020

Sarò banale, questo è sicuramente stato l'anno peggiore della mia vita. Di anni difficili ne ho avuti parecchi,  e a volte l'intensità delle difficoltà che li hanno resi tali non sempre è classificabile anche rispetto a quest'anno, solo che stavolta la pandemìa ancora in corso (nella quale ho perso due parenti e svariati  amici di famiglia, oltre al fatto che sono morti svariati conoscenti) ha aggravato tutto.

Come sapete vivo in Lombardia, proprio nella zona più colpita dal virus: abbiamo passato tre mesi chiusi in casa, sentendo continuamente sirene di ambulanze e campane a morto, ho perso il lavoro senza nemmeno ricevere la disoccupazione (ho mandato due reclami all'INPS ma ancora nulla), anche dopo la riapertura sono stata comunque prevalentemente in casa, avendo anche due genitori non giovanissimi e in particolare mia mamma con una grave patologia respiratoria.

La mia vita sociale, già scarsa è praticamente scomparsa essendo praticamente quasi interamente legata ad attività culturali (Letture, cinema, teatro ecc) che sono state fermate; ho dovuto prendere la dolorosa decisione di interrompere un'amicizia di anni per non dover più subire da parte dell'altra persona comportamenti sbagliati che mi facevano stare male; ripreso il lavoro a settembre, mi sono trovata in una situazione particolarmente difficoltosa, simile a quella capitatami nel 2007, ma con l'impossibilità di avere adeguati supporti per risolverla e in più con colleghe ambigue: situazione che mi sta facendo stare molto male perchè come si sa a noi precari basta poco per fregarci e mandarci in mezzo alla strada! Tra l'altro io quando mi trovo male in una situazione rimango bloccata sia a livello di idee che di voglia di fare, quindi ancora peggio. Non va male, va malissimo.

In più aggiungiamoci problemi di salute solitamente non gravissimi ma che, con la sanità bloccata dal Covid, si stanno trascinando nel tempo e, oltre a essere dolorosi e fastidiosi, cominciano ad angosciarmi parecchio. 

Più tutti gli altri problemi, aggravati naturalmente.

Insomma non c'è proprio da stare allegri e anzi sono spesos preda dello sconforto. 

Non aggiungo altro, non mi sembra ce ne sia bisogno. 

. Ecco comunque la classifica (come sempre, non in ordine numerico) dei film che ho preferito quest'anno: nulla di memorabile ma come sempre molte  buone cose. Non avendo Netflix nè Sky nè altre piattaforma a pagamento, durante la prima quarantena (e anche dopo) ho utilizzato molto Raiplay, dove ho trovato davvero tante ottime cose per i miei gusti e interessi; di quei pochi film usciti quest'anno sono riuscita a recuperarne pochissimi e ancora non li ho visti. Oltretutto ho rivisto molti dei film preferiti proprio perchè- come sapete- in determinate situazioni film e attori sono per me come amici che mi stanno vicini nei momenti difficili.  Nella mia lista quindi metterò assieme anche film e serie tv non del 2020.


- Odio l'estate;

-Isabel (serie tv);

-La casa di carta (serie tv);

- Cristo si è fermato a Eboli (sceneggiato Rai del 1979);

- Ho amici in Paradiso;

-Enola Holmes e il caso del marchese scomparso;

- Era d'estate;

- Non ci resta che il crimine;

-Emily in Paris (serie tv);

-Peter Pan (1924);

- Persuasione (film tv del 2007);

-The Spanish Princess (serie tv);

- I bastardi di Pizzofalcone (serie tv);

- Tutto quello che vuoi;

- Rocco Chinnici: è così lieve il tuo bacio sulla fronte;

- Oceania;

- Coco. 

Auguro comunque a tutti , di cuore, un 2021 in salita, una salita positiva che ci porti a risolvere almeno in parte i nostri problemi piccoli e grandi, e a riacquistare almeno in parte la serenità perduta. Nn mi pongo obiettivi troppo grossi perchè non mi pare il caso. 

Scusate il tono poco entusiastico del post.


sabato 26 dicembre 2020

Natale in casa Cupiello, 2020

 


Regia di Edoardo de Angelis, con Sergio Castellitto (Luca Cupiello), Marina Confalone (Concetta Cupiello), Adriano Pantaleo (Tommasino),Pina Turco (Ninuccia), Tony Laudadio (Pasquale Cupiello),Antonio Milo (Nicolino), Alessio Lapice (Vittorio).


Napoli, 1950: è il 23 dicembre e Luca Cupiello si sveglia pronto a dedicare la giornata alla costruzione del presepe, per il quale nutre una vera e propria passione al punto da aver perfezionato nel corso degli anni 

Passione non condivisa dagli altri familiari:la moglie Concetta, indaffarata dai preparativi per il cenone e il pranzo, il pigro figlio Tommasino e il fratello Pasqualino, vittima dei continui scherzi e furtarelli del nipote. 

All'improvviso arriva la figlia Ninuccia, che ha litigato con il marito Nicolino: la giovane confessa alla madre di essere innamorata di un'altro uomo e di voler lasciare il consorte. Alla notizia Concetta si sente male e ne trambusto che ne segue la figlia promette alla madre che si riconcilierà con il consorte (nel frattempo accorso in casa alla notizia del malore della suocera). Peccato che l'amante della giovane sia Vittorio, amico di Tommasino e da questi invitato alla cena della Vigilia...


Versione tv del celeberrimo capolavoro di Eduardo De Filippo ( ) è ambientato vent'anni dopo l'originale.

Conosco bene anche la versione teatrale e posso dire che uno dei motivi per cui mi è piaciuta questa trasposizione tv è che, intelligentemente, evita confronti inutili per trovare una propria dimensione narrativa di fronte alla quale forse i puristi storceranno il naso, ma che secondo me per il pubblico televisivo va benissimo senza snaturare l'opera originale. Il taglio teatrale è stato modificato in taglio prevalentemente cinematografico, con inquadrature, primi piani e anche due scene in esterno che, se non vado errato, nell'originale non ci sono. 



Castellitto è sicuramente un Luca Cupiello diverso da quello di Eduardo, ma altrettanto intenso: uomo d'altri tempi e convinto assertore dell'importanza della famiglia, deve trovare vari compromessi tra i suoi desideri e quella che è la realtà: una moglie con cui c'è affetto ma non poche incomprensioni  , un figlio pigro che non ha voglia di mettere  la testa a posto e che, caparbiamente, alla domanda del padre "Te piace u'presepe?", rispondo per dispetto "Non mi piace", un fratello lamentoso e sopratutto una figlia in grave crisi coniugale (di cui principalmente è proprio dei genitori la colpa, visto che hanno convinto Ninuccia a sposare Nicolino ugualmente anche se lei non ne era innamorata solo perchè ricco). Tutto sommato è convinto di avere creato una famiglia unita e il duro scontro con la realtà sarà fatale. Il suo attaccamento al presepe (che simboleggia le tradizioni e l'unità familiare) è la principale dimostrazione di questi compromessi: una sorta di estraniarsi dalla dura realtà concentrandosi su qualcosa di più bello, che lui stesso può davvero creare a suo piacimento. 

Accanto a lui comprimari validi che forniscono buone interpretazioni (anche se non eccezionali), tra questi il giovane Adriano Pantaleo (che ricordo attore bambini in vari film e telefilm dei primi anni '90) E Antonio Milo nel ruolo del genero Nicolino, che in fondo mi ha suscitato tenerezza per la delusione cui va incontro, visto che non è una cattiva persona. 

L'allestimento della scenografia di casa Cupiello e del presepe è stato curato da alcuni noti artigiani partenopei esperti nel campo. 








martedì 22 dicembre 2020

Chiedimi se sono felice, 2000

 


Regia di Aldo Baglio, Giacomo Poretti, Giovanni Storti e Massimo Venier.   con Aldo, Giovanni e Giacomo, Marina Massironi (Marina), Giuseppe Battiston ( ), Silvana Fallisi (Silvana). 


Aldo, Giovanni e giacomo sono tre amici che vivono a Milano:  aspiranti attori, si devono accontentare di guadagnarsi da vivere con lavori ordinari e di coltivare il loro sogno di mettere in scena, con la loro piccola compagnia teatrale, una versione di "Cyrano di Bergerac". 

Un giorno Giovanni conosce la hostess Marina con cui inizia una storia d'amore: tutto bene, finchè per un errore in un momento di crisi egli crede che la ragazza abbia una tresca con Giacomo e la lascia, distruggendo anche il gruppo di amici. Tre anni dopo però arriva una brutta notizia: Aldo, tornato in Sicilia, ha avuto un brutto incidente e forse è in fin di vita. Giovanni, Giacomo e Marina mettono da parte le loro divergenze per andare a trovarlo....



Pochi giorni fa ha festeggiato vent'anni questo bellissimo film di Aldo, Giovanni e Giacomo, che vidi al cinema all'epoca dell'uscita assieme a mia sorella e che da subito è entrato a far parte dei miei film preferiti: ci siamo sentite davvero vecchie!

Adoro il trio da molti anni ormai (vidi anche il loro spettacolo teatrale quando vennero a Brescia nel 2006) ma ritengo che questo sia il loro film migliore: un mix perfetto di comicità, poesia, surrealità e serietà visti alcuni temi trattati, con una colonna sonora che accompagna perfettamente ogni momento della storia. 

Ambientata in una Milano descritta con affetto e con una visione quasi magica, sospesa tra modernità ed elementi classici (un esempio per tutti le due scene del giro in bici di notte e della partita a basket con i vigili), è una storia sull'importanza dell'amicizia e dell'amore, dei corsi e ricorsi che spesso la vita porta in queste situazioni, degli equivoci che spesso portano a situazioni che mai avremmo immaginato di vivere. Aldo Giovanni e Giacomo, che interpretano sè stessi non credo solo per il nome, sono tre amici uniti da sempre, sempre pronti ad aiutarsi e condividere tutto, che verranno divisi a causa di una donna (o meglio, di un equivoco riguardante l'incolpevole Marina): un classico clichè narrato con leggerezza, poesia, tristezza e alla fine gioia per la risoluzione positiva che ribalta la prospettiva classica evitando alla storia di scadere nella noia e nella banalità. 


In mezzo, un'opera teatrale (non a caso il Cyrano, significativo per molti aspetti) da mettere in scena, credo scelta non a caso e in cui alla fine ogni interprete, che inizialmente sembrava improbabile, troverà perfettamente il proprio spazio e la propria dimensione. Così come la trovano anche gli interpreti di contorno, tra cui Silvana Fallisi (moglie di Aldo, che qui interpreta la sua fidanzata), Giuseppe Battiston, Antonio Catania e tanti altri, in ruoli piccoli ma significativ che rimangono in mente allo spettatore vivendo di luce propria. 

I momenti da citare sarebbero tanti: l'interpretazione di "Teorema" in "versione Aldesca", la battuta sul "grande irreprensibile Albertazzi" durante un provino per il ruolo di Rossana, la visita finale ad Aldo con la mitica zia Caterina, la scena con il ladro improvvisato Giuseppe Battiston che riceve un aiuto impensato da coloro che voleva rapinare, le già citate scene in bici di notte...non saprei proprio dove concludere! 

L'ottima colonna sonora è ad opera di Samuele Bersani, che incornicia e sottolinea perfettamente varie scene del film. Ancora oggi quando sento brani come "chiedimi se sono felice"...ma batte forte il cuore, e mi sembra di tornare a tanti anni fa. 


Troppo sdolcinata e personale come recensione? Fa niente, il cinema è sempre stato parte integrante della mia vita, e quindi per me significa anche questo: emozioni, ricordi e talvolta felicità e bei momenti, proprio come dice il titolo. 







venerdì 18 dicembre 2020

Vacanze di Natale '95, 1995


 Regia di Neri Parenti, con Massimo Boldi (Lorenzo ), Christian De Sica (Remo), Cristiana Capotondi (Marta ), Luke Perry , Elizabeth Nottoli (Kelly).

Remo e Lorenzo sono due italiani che si trovano ad Aspen per trascorrervi le vacanze di Natale. Il primo, giocatore di poker incallito e oberato dai debiti, tenta di riconquistare la ex moglie Kelly che l'ha lasciato proprio a causa del suo vizio; il secondo è in ferie con la figlia 15enne Marta, la quale ha un sogno: incontrare il suo attore preferito, Luke Perry, anch'esso in vacanza lì proprio in quei giorni...



Tipico cinepanettone dell'anno 1995, con la particolarità di annoverare tra i suoi protagonisti il compianto Luke Perry, all'epoca divo amatissimo anche in Italia per il ruolo di Dylan in "Beverly Hills 90210".

Anche se la formula  è sostanzialmente la stessa mi pare meglio riuscito rispetto ad altri dello stesso tipo, sopratutto per via della storia di Boldi papà apprensivo che cerca di aiutare la figlia adolescente Cristiana Capotondi a far avverare il suo sogno: incontrare il mitico Dylan di "Beverly Hills". Per questo la ragazza ha insistito per andare in vacanza ad Aspen, dove sa che anche l'attore trascorrerà le festività. Dopo varie vicissitudini papà boldi riuscirà nl suo intento, stringendo anche una sorta di amicizia con l'attore in cui riconoscerà una persona con dei valori positivi, contrariamente a quanto credeva inizialmente.


La vicenda si intreccia con quella di De Sica giocatore incallito per questo lasciato dalla moglie americana, che insegue ad Aspen (dove la donna si reca in quanto lì vi abita la sorella con cui trascorrerà le feste) per cercare di riconquistarla, anche se il pallino del poker non l'ha abbandonato; le due vicende a un certo punto finiranno per intrecciarsi dando vita alle solite gag del duo Boldi- De Sica, talvolta ritrite ma che comunque fanno parte di questo tipo di film. 

Il tutto condito, come sempre, da famose hit dell'anno in corso. 

Niente di nuovo, anzi....comunque piacevole.




martedì 15 dicembre 2020

Enola Holmes e il caso del marchese scomparso (Enola Holmes: The case of the missing Marquise ), 2020


 Regia di Harry Bradbeer, con Millie Bobby Brown (Enola Holmes), Henry Cavill (Sherlock Holmes),Sam Claflin (Mycroft Holmes), Helena Bonham Carter (Eudoria Holmes), Louis Prtridge (Tewkesbury), Fiona Show (Miss Harrison).


Inghilterra 1888: Enola Holmes è la sorella minore dei famosi Sherlock e Mycroft, che la ragazza quasi non conosce dato che da anni i rapporti dei fratelli con la famigli di origine sono quasi inesistenti. Nel giorno del suo 16mo compleanno Enola ha una sgradita sorpresa: la madre Eudoria scompare misteriosamente senza lasciare traccia di sè. La ragazza contatta così i fratelli nella speranza che iescano a risolvere il caso in breve, ma ciò non avviene: Eudoria pare proprio introvabile. 

Esaminando con attenzione alcuni regali di compleanno che la madre le ha lasciato però Enola scopre alcuni indizi che potrebbero essere legati alla scomparsa; peccato che i due fratelli maggiori non siano affatto disposti ad ascoltarla, e anzi progettano di rinchiuderla in un collegio per signorine, consdierandola sol o una ragazzina ribelle e stravagante. A Enola non resta altro da fare che scappare di casa e recarsi a Londra, cercando la madre per conto suo...



Non sono mai stata una appassionata di Sherlock Holmes, ho letto solo due libri a riguardo; ma avendo letto tanto riguardo a questo film e al romanzo omonimo da cui è stato tratto (2006 ), mi sono incuriosita e ho deciso di vederlo. Avrei preferito leggere prima il libro che però è rimasto bloccato in biblioteca a causa di questo ultimo lockdown. 

Come da trama Enola Holmes è la sorellina minore di Sherlock e Mycroft: personaggio inventato dalla Springer (assieme alla madre Eudoria) e quindi non presente nell'opera originale. Penso come che come OC (personaggio originale inserito all'interno di una storia preesistente) Enola funzioni bene, anche se alcune cose di questo film mi hanno fatto un po' storcere il naso. Ma andiamo con ordine. 

Il film è carino e l'idea di base buona anche se non originalissima:  una sedicenne che vive avventure nella Londra vittoriana imparando a stare al mondo e ad affinare le proprie capacità e il proprio carattere non è una cosa proprio nuova ma è comunque una trama sempre piacevole se ben sviluppata. Tra l'altro il caratterino di Enola , la sua intraprendenza e anche il suo desiderio di affetto e di instaurare un vero rapporto con due fratelli che ha visto pochissime volte la rendono simpatica senza troppi sforzi. Certo per quanto mi riguarda è fastidiosissimo il fatto che la narrazione venga continuamente interrotta dal personaggio che, rivolgendosi direttamente agli spettatori, fa spiegoni spesso inutili, ma lì non è certo colpa dell'attrice che anzi ho trovato molto adatta al ruolo. 


Il vero difetto del film è uno di quelli che ho già rimarcato in altri prodotti, ovvero: l'impronta femminista data alla storia e che finisce per prevalere su tutto il resto. Le donne sono sempre brave e intelligenti, gli uomini tutti strxxzi e oppressori, oppure mammole : a tale proposito completamente stravolto il personaggio di Mycroft, dipinto come un "fratello- padrone" senza cuore e che impone il suo volere alla sorella anche con una certa violenza. Non gli viene dato il beneficio del minimo dubbio: non potrebbe essere che, pur sbagliando, il fratello maggiore voglia assicurare a Enola quello che all'epoca era considerato il massimo dell'istruzione per una ragazza del suo ceto? No, è cattivo e basta. Sherlock invece è il fratello buono, quello che empatizza con la sorella.  

Non può mancare ovviamente l'educazione da supereroina ricevuta da Enola, compresa ovviamente la lotta libera (attività molto in voga tra le signorine delle famiglie - bene dell'epoca, come è noto!) e le scienze; complimenti a Eudoria per essere tanto esperta in tutto, eh! 


Ma le cose più fastidiose sono due: quel messaggio orribile "Starai bene da sola", ripetuto più volte come se fosse un mantra, e il rapporto totalizzante madre- figlia (e meno male che doveva stare bene da sola, eh!) che a mio avviso appare più deleterio che altro. Tra l'altro Eudoria non è certo una figura proprio positiva: catalizza il suo affetto esclusivamente sulla figlia minore, escludendo i due figli maggiori per cui mostra solo disinteresse (anzi, non si fa scrupolo a derubare Mycroft con l'inganno). Ma qui voglio lasciare il beneficio del dubbio: il film è il primo di una serie e forse in seguito ci verrà spiegato il perchè di questo strano comportamento. Anche qui nessuna colpa per l'attrice, dato che l'interpretazione della Bonham Carter  è davvero buona, forse la migliore del film. 

Peccato perchè il film è carino, si lascia vedere e gli interpreti funzionano nonostante le pecche della sceneggiatura e della produzione. Certo è un film per adolescenti, ma trovo che per colpa dei difetti sopra detti gli attori non vengano abbastanza valorizzati, credo avrebbero potuto dare di più. 

Nonostante ciò il mio giudizio è comunque positivo, e attendo di vedere il prossimo episodio...e sopratutto di poter leggere il libro!




domenica 13 dicembre 2020

Mondo Youtube: Lusio

Luigi, "in arte Lusio" come lui stesso si presenta in ogni video, è uno youtber che ho conosciuto su Fb in quanto anche lui appassionato riccardiano.
Appassionato di teatro (se non erro lavora in quell'ambito), nel suo canale tratta prevalentemente recensioni di libri, ma non mancano i film, le serie tv, il teatro.
Particolarmente interessante la sua rubrica "Il professor Lusio racconta", in cui analizza personaggi e vicende storiche spesso con interessanti collegamenti alla letteratura, alla cronaca, al teatro.
E' un canale con pochi iscritti ed è un peccato, perchè secondo me ha delle buone potenzialità dato che spazia in vari ambiti culturali e che Luigi è un intrattenitore piacevole, competente e simpatico. 
Ma non è detto che col tempo la situazione non migliori, sono ottimista a riguardo perchè ho notato un aumento di iscritti rispetto a quando a quando mi sono iscritta io. 





venerdì 11 dicembre 2020

Dumbo, 1941


Regia di Ben Sharpesteen e Norman Ferguson, con le voci originali italiane di: Stefano Sialdi (Timoteo), Velia Cruicchi Galvani (Elefantessa più anziana), Mario Gallina (direttore del circo). 



In un circo  l'elefantessa signora Jumbo diventa mamma del piccolo Dumbo, elefantino dotato di enormi orecchie. Da subito il piccolo viene per questo motivo discriminato e preso in giro dalle altre elefantesse, che si vergognano di lui perchè non è uguale a tutti gli altri elefanti. Quando mamma Jumbo per difenderlo vien ritenuta ingestibile viene rinchiusa in una gabbia apposta e Dumbo rimarrebbe completamente solo se non fosse per il topolino Timoteo. con cui stringe amicizia....








Celeberrimo cartoon disneyano tornato di recente alla ribalta delle cronache per le recenti accuse di razzismo che gli sono state mosse (assieme ad altri film disneyani e non) in nome di un politicamente corretto che francamente comincia a rompere. Tra l'altro, se proprio vogliamo essere precisi il discriminato in questa storia è proprio Dumbo, quindi....
Ma tant'è, meglio non divagare con queste stupidaggini.
Il quarto classico Disney (e anche il più corto credo, dato che dura circa un'ora) venne realizzato in uno stile semplice ed economico a causa della crisi finanziaria in cui la casa di produzione versava a causa delle perdite economiche del precedente film "Fantasia2, che non aveva ottenuto il ritorno economico sperato, unita alla crisi finanziaria mondiale causata dalla seconda guerra mondiale all'epoca già in atto da un anno. Per questo inizialmente fu preso piuttosto sottogamba dalla critica e rivalutato solo nel corso degli anni. 
A mio avviso proprio la semplicità di questo film è il suo maggiore pregio: pochi personaggi ben tratteggiati, poche canzoni brevi e zero "effetti speciali" consentono di ampliare due tematiche importanti come l'importanza dell'amore e dell'amicizia e la fiducia in sè stessi concentradosi su di esse e facendo in modo che siano perfettamente comprensibili per il pubblico infantile (a cui il film è indirizzato). 

Il piccolo protagonista è sottoposto a una serie di sventure e prove di coraggio aiutato solo dal topolino Timoteo e- in seguito da un gruppo di simpatici corvi che inventeranno l'espediente della "penna magica" per aiutarlo ad acquisire la fiducia necessaria; una storia quindi in cui anche i più piccoli potranno riconoscersi, e che regala sicuramente almeno due "perle": la sequenza psichedelica degli elefanti rosa e la commovente scena in cui Dumbo va a trovare la mamma in prigione.
Dato che col tempo Dumbo è diventato uno dei personaggi più iconici della Disney possiamo dire che il suo riscatto è stato veramente a 360 gradi.
Il doppiaggio della colonna sonora italiana (il film arrivò da noi nei primi anni '50) fu affidato al Quartetto Cetra. 




 

Paolo Rossi

 E' morto a   all'età di 64anni per un male incurabile Paolo Rossi, il famoso calciatore della vittoria dei Mondiali 1982.

Ero molto piccola all'epoca e non ho ricordi di quella bellissima vittoria, ma ricordo comunque il calciatore come personaggio e sportivo protagonista di quegli anni, oltre  ciò la partita della vittoria l'ho vista in seguito;  non posso quindi non tributargli il mio piccolo omaggio di nostalgica di quegli anni. 





lunedì 7 dicembre 2020

Fievel sbarca in America (An American tail), 1986

 


Regia di Don Bluth, con le voci italiane di: Alessandro Tiberi (Fievel), Rossella Acerbo (Tanya), Renzo Palmer (Papà Toposkievicz), Bianca Toso (Mamma Toposkievicz), Leo Gullotta (Tigre), Loris Loddi (Tony).


Russia, 1885: dopo un'attacco dei terribili gatti cosacchi che distruggono la loro casa, la famiglia Topo   (composta da mamma, papà, Fievel, Tanya e un neonato) decide di emigrare in America, terra in cui- pensano i  nostri- esiste solo la ricchezza e sopratutto non esistono gatti. Durante una tempesta il piccolo Fievel cade in mare; si salva e grazie a un piccione approda finalmente a New York; qui dovrà imparare a cavarsela da solo, ritrovare la sua famiglia e stare bene attento a un nemico che credeva non esistesse più: i gatti in America ci sono, eccome!


Bel cartoon non disneyano- prodotto da Steven Spielberg -  che ricordo  con simpatia in quanto uno dei preferiti di mia sorella quando era piccola, al punto che le regalai il libro. Al di là di questo trovo che tratti dei temi ancora attuali al giorno d'oggi, in particolare quello dell'emigrazione, del razzismo e delle difficoltà a vivere in una Paese diverso dal proprio. 

La storia infatti, ambientata alla fine dell'800 (periodo di forte emigrazione verso gli USA da molti paesi del mondo) parla di personaggi che nel Nuovo Mondo cercano una nuova opportunità di vita (la famiglia di Fievel, il topo italiano Tony, la topolina femminista Bridget il gatto buono Tigro) e delle insidie e delusioni contro cui devono combattere in una Terra che non è la loro: queste ultime simboleggiata dalla banda di gatti di Lucky LoRatto. un malvagio gatto mafioso che arriva a travestirsi da topo per ingannare i nuovi arrivati e, fingendo di aiutarli a sistemarsi e a trovare lavoro, spillare loro sempre più soldi obbligandoli anche a lavorare nella sua fabbrica (in pratica schiavizzandoli). Essendo solo inizialmente anche Fievel cade nelle sue grinfie, ma poi rendendosi conto della situazione e con l'aiuto del Topo Tony (italoamericano) riesce a fuggire e ,oltre alla ricerca della sua famiglia (anche loro arrivati nel frattempo a New York), si impegna nella lotta allo strapotere dei gatti (non senza rischi per la propria vita) cercando quindi di realizzare il desiderio di un mondo più giusto che aveva spinto la famiglia a lasciare la terra natale. 


La storia è ben raccontata, alternando (come tipico dei cartoon) momenti seri a momenti divertenti, i personaggi sono ben costruiti e rappresentati; lo stile dato al film in generale è ancora piuttosto "disneyano" ma si  vede che regista e produttori stanno già prendendo una loro strada. 

Una bella storia poco riproposta in Tv (almeno mi pare) e che ebbe anche un seguito, "Fievel conquista il West" (1991).








venerdì 4 dicembre 2020

Emily in Paris, 2020




 Ideato da Darren Star, con Lily Collins (Emily Cooper), Philippine Leroy Beaulieau (Sylvie), Lucas Bravo (Gabriel), Ashley Park (Mindy),Samuel Arnold (Julien), Bruno Gouery (Luc),Camille Razat (Camille), William Abadie (Antoine).



Emily Cooper è una giovane americana che lavora in una agenzia di marketing e che viene inviata a Parigi per un anno presso

Per la giovane, appassionata di moda e di social, l'impatto con la realtà francese non è sempre facile: differenze di lingua e costumi, iniziale ostracismo da parte dei nuovi colleghi e della direttrice Sylvie non le facilitano certo il soggiorno, ma una volta ambientatasi tutto sarà più facile...



Per una volta riesco a vedere quasi subito una serie tv, invece di recuperarla!

Molto carina anche se ha suscitato vespai di polemiche per via dei troppi stereotipi che conterrebbe.

Ed in effetti essi non mancano: possibile che i francesi del 2020 vengano ancora rappresentati come così indietro da aver bisogno che una giovane americana dia loro lezioni, sopratutto nel settore della moda e della comunicazione? Ok, Emily essendo giovane e appassionata di social può rappresentare un valore aggiuntivo da quel punto di vista (e non solo ovviamente) ma anche i suoi colleghi non mi sembrano così vecchi da non saperne proprio nulla. 


E' anche vero che i francesi non sono propriamente famosi per la loro umiltà e simpatia, ma che motivo ha l'anziana portiera dello stabile in cui la protagonista vive di inveirle contro per qualunque cosa? E poi, possibile che tutti gli uomini francesi appena vedono Emily anche per due minuti poi non pensano ad altro che a portarsela a letto ? Tranne i gay ovviamente....

Comunque i francesi si consolino: almeno a loro è dato vivere nel 2020, per la stragrande maggioranza di registi e sceneggiatori noi italiani invece siamo ancora fermi agli anni'50 e andiamo ancora in giro in Vespa. Per non parlare del fatto che per loro il Nord Italia non esiste, visto che le ambientazioni scelte sono perlopiù del Sud Italia, al massimo si arriva a Firenze. 

Ma nonostante tutto ciò a me la serie è piaciuta, è leggera e gradevole, a volte ho invidiato la protagonista per l'occasione che le è capitata e per il fatto di cavarsela con grandissimi colpi di fortuna in ogni situazione (anche quelle più paradossali), altri un po' meno (arrivare in un nuovo luogo di lavoro e trovare capi e colleghi strxxxi non è proprio il massimo); notare poi il suo look che definirei stravagante ma con stile. 

Lily Collins è un'attrice brava e simpatica che avevo già notato nei "Miserabili"e che qui tratteggia un personaggio che poteva facilmente  risultare antipatico ma che invece appare buffo e solare, pur se  non troppo approfondito (come del resto tutti gli altri personaggi). Per quanto riguarda il resto, colori pastello predominano in uan fotografia nitida che contribuisce a dare un'immagine di una Parigi da cartolina e ovviamente solo dei luoghi turisticamente più appetibili (le bainleau qui non esistono proprio). 



Ma insomma, non ci può essere solo pesantezza nella vita, sopratutto di questi tempi; e io sono una nostalgica dei telefilm vecchio stile tipo "Vita da strega", storie semplici  e divertenti sempre a lieto fine  che aiutavano lo spettatore a svagarsi....




martedì 1 dicembre 2020

La Bella e la Bestia, 1976


Regia di Fielder Cook, con George C. Scott (la Bestia), Trish Van Devere (Bella). 

Tornando da un viaggio un mercante di perde in un bosco e trova rifugio in un castello apparentemente abbandonato. Al momento di andarsene coglie in giardino una rosa per farne dono alla figlia Bella, ma viene scoperto dal padrone di casa, un uomo mostruoso con il volto di cinghiale. Egli lo lascia andare a patto che una delle sue figlie si sacrifichi andando a vivere per sempre nel castello.
Bella si offre volontaria per andarvi e si reca al castello; conosce la Bestia e, anche se inizialmente impaurita, col tempo capisce che ha un animo nobile e nasce una bella amicizia....




Voglio iniziare il mese di dicembre, tipicamente dedicato ai film natalizi, con uno dei miei personali classici natalizi della mia infanzia: questa versione per la tv de "la Bella e la Bestia" che quando ero piccola veniva sempre tramsessa durante le feste assieme ad altri titoli, di cui ricordo "Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato", "I viaggi di Gulliver", "Il principe e il povero" e "Il piccolo lord".
Credo sia una versione poco conosciuta (in rete ho trovato pochissimo a riguardo) e non so quanto possa essere il suo valore artistico reale: il mio ricordo di bambina è (quasi ovviamente) un primo impatto di paura vedendo la Bestia superato in seguito per la voglia di vedere come continuava la storia (non conoscevo la favola originale).
L'ambientazione della favola viene trasposta dalla originaria Francia all' Inghilterra, o almeno credo dato che i nomi dei personaggi di contorno sono tutti inglesi; la versione è abbastanza fedele all'originale e, a differenza di altre versioni, viene dato ampio spazio al fratello e alle sorelle di Bella.
I due attori protagonisti sono marito e moglie e appare quindi scontato che funzionino abbastanza bene come coppia. 
Non memorabile ma meritevole della sufficienza, io ci sono affezionata e mi piacerebbe trovare il DVD. 





domenica 29 novembre 2020

Daria Nicolodi

 E' morta a Roma all'età di 70 anni l'attrice e sceneggiatrice Daria Nicolodi


Era nata a Firenze nel 1950 e si era trasferita a Roma alla fine degli anni '60; negli anni '70 partecipò ad alcuni sceneggiati Rai come "Ritratto di donna velata" (1975 ), "Saturnino Farandola"(1978 ), "I Nicotera" (1972 ); per quanto riguarda il cinema, dopo aver esordito nel 1970 con "Uomini contro" di Francesco Rosi e aver  rpartecipato al film "La proprietà privata non è un furto" (1973 ), e "Salomè" (1972 ), inizio il sodalizio artistico e sentimentale con Dario Argento, da cui ebbe la figlia Asia: con lui girò "Profondo Rosso" (1975 ), "Suspiria" (1977 ), "Inferno" (1980 ), "Tenebre" (1982 ), "Phenomena" (1984 ), "Opera" ( 1987).

Altri film che si ricordano: "La fine è nota" (1993 ), "La parola amore esiste" (1998 ), "La terza madre" (2007 ), "Rosa e Cornelia" (2000 ).








venerdì 27 novembre 2020

Emma, 2020


 Regia di Autumn De Wilde, con Ana Taylor Joy (Emma Woodhouse), Mia Goth (Harriet Smith),Johnny Flynn (John Knigthley), Callum Turner (Frank Chirchill), Amber Anderson (Jane Fairfax), Josh O'Connor (Mr Elton), Bill Ni  (Mr. Woodhouse), Tanya Reynolds (Augusta Elton).



Emma Woodhouse è una giovane ereditiera che vive sola con l’anziano padre da quando la sua governante si è sposata con un gentiluomo dei dintorni; matrimonio felice di cui l’artefice principale è stata Emma, che ha fatto conoscere i due sposi. Da questo semplice fatto la giovane si convince di essere particolarmente portata per combinare unioni riuscite, e decide di dedicare la sua vita a questo generoso scopo:Il suo zelo la spinge a cercare di sistemare l’amica Harriett, di umili origini, con uomini di ceto sociale superiore,e a occuparsi anche della sistemazione di Frank Churchill,figliastro della sua governante.Tutto ciò sotto lo sguardo perplesso di Mr.Knightley, amico di famiglia, l’unico a dimostrare scarsa fiducia e un pizzico di giudizio critico sulle qualità della nostra eroina.
Le cui imprese daranno inizio a una serie di divertentissimi equivoci che però rischieranno, a lungo andare, di danneggiare Emma, facendole perdere il senso della realtà.

24 anni dopo il film con protagonista Gwyneth Paltrow ecco una nuova trasposizione cinematografica del romanzo omonimo ( ) di Jane Austen. 
Versione riuscita nonostante una protagonista un poco legnosa che mi ha un po' fatto rimpiangere la Paltrow ma che- allo stesso tempo- è riuscita a mostrare molto bene anche i difetti della (nonostante tutto) simpatica Emma: quel suo credere di sapere sempre cosa sia meglio per gli altri anche prevaricando  le preferenze e il volere degli stessi, quel cipiglio snob con cui si pone nei confronti di alcuni dei personaggi (normale, visto il suo status sociale...però comunque fastidioso), il continuo tentativo di manipolare Harriet, l'invidia verso l'incolpevole Jane Fairfax....diciamo che Emma è un'eroina assolutamente imperfetta, perlomeno mossa da buone intenzioni e dalla volontà di fare il bene delle persone che ama. 
Ho apprezzato il fatto che gli attori siano fisicamente assolutamente comuni e non i soliti bellocci, ma il vero punto di forza del film a mio avviso è la ricostruzione di ambienti esterni, interni e dei costumi, molto curati e particolareggiati, valorizzati da una fotografia nitida e chiara senza sbavature. 

Qualche piccolo cambiamento rispetto alla trama originale c'è (in particolare nel finale e nella parte della famiglia di Isabella, completamente stravolta e l'unica cosa che non mi è piaciuta del film) e immancabile qualche accenno di femminismo di cui non c'era bisogno visto che Emma, già di per sè, è un'eroina femminista anche se alla fine il suo destino non è diverso da quello di molte donne della sua epoca: ma perlomeno lei lo raggiunge con consapevolezza e senza abdicare ai propri desideri e alla propria intelligenza. 




mercoledì 25 novembre 2020

Diego Armando Maradona

 Anche se il personaggio in questione non appartiene al mondo del cinema o dello spettacolo, faccio un'eccezione per la sua enorme importanza anche in Italia e- lo confesso- per la simpatia che mi ha semore ispirato pur non essendo un amante del calcio. 

E' morto a 60 anni per un arresto cardiaco  Diego Armando Maradona, sicuramente uno dei calciatori più famosi della storia, amatissimo in tutto il mondo e anche in Italia e sopratutto a Napoli,  la squadra che gli ha portato fortuna e in ha giocato per molti anni.

Era nato  a Lanus in Argentina nel 1960, in una famiglia molto povera e, come molti calciatori, iniziò la carriera giovanissimo in svariate squadre argentine; nel 1984 arrivò a Napoli e da qui cominciò un sodalizio non solo sportivo che è durato tutta la vita. Maradona con tutti i suoi pregi e difetti è stato un personaggio che ha dato molto non solo alla squadra del Napoli ma anche all'intera città e ai suoi abitanti, tant'è che è amatissimo ancora oggi; un amore ricambiato  che lui  nelle sue interviste ha sempre ribadito. E' una cosa che personalmente mi è sempre piaciuta molto. 

Non essendo appassionata di calcio non ho seguito la sua carriera dopo il Napoli, anche se so che negli anni recenti era diventato allenatore; il mio post vuole essere unicamente celebrativo per un grande personaggio della mia infanzia che, a dispetto della sua vita incasinata e dei suoi tantissimi errori con alcol, droga, sperpero, figlio illegittimo ecc, con il suo talento ha fatto sognare milioni di persone in tutto il mondo.

Esistono alcune opere documetaristiche e cinematografiche riguardanti Maradona: innanzitutto il film "Maradona- La mano de Dios" (2007) di Marco Risi, dove il campione è interpretato da Marco Leonardi; il documentario "Maradonapoli" (2017 )  di Alessio Maria Federici, il documentario "Maradona- El pibe de oro" (2018) di Emir Kusturica, "diego Maradona" (2019) di Asif Kapadia, "Maradna in Mesico" di Angus McQueen (2019). Maradona fa inoltre una piccola comparsata nel film "Tifosi" del 1999, e a lui è evidentemente ispirato il titolo del film "Santa Maradona".




lunedì 23 novembre 2020

Mondo Youtube: Cimdrp

Cimdrp, al secolo Irene Facheris,  è una youtuber 31enne che, nella presentazione del suo canale si descrive così: "Laureata in psicologia, coordina il progetto Bossy. Ma tanto tutti se la ricordano per aver parlato male di 50 sfumature di grigio su internet.".
Non so da quanto sia sulla piattaforma, io ho cominciato a seguirla nel 2014-2015 circa, proprio grazie alle recensione in chiave ironica delle celebre trilogia di E. James. All'epoca il canale era strutturato come un "diario" in cui Irene (che all'epoca, se non erro, stava terminando gli studi universitari) parlava dei suoi gusti, dei suoi interessi, faceva video con test e altre cose di questo tipo. Poco dopo cominciò a concentrarsi di più su tematiche che le stavano particolarmente a cuore, ovvero la parità di genere, il femminismo e la lotta per i diritti Lgbtq: per questo iniziò una rubrica denominata "Parità in pillole", che a poco a poco ha soppiantato il vecchio format divenendo la parte quasi esclusiva del canale.
Sono rimasti altri video in cui la youtuber esprime la sua passione per la musica, risponde alle domande degli ammiratori o parla di argomenti di attualità ma la tematica femminista, di parità di genere e antirazzista ha preso il sopravvento, anche se recentemente "Parità in pillole" è terminato e - almeno per ora- l'autrice sembra essersi presa una pausa utilizzando il canale solo per sponsorizzare eventi legati alla sua attività di divulgatrice o al progetto Bossy.
Ho cominciato a seguire il canale un po' perchè mi interessano i temi di attualità e un po' perchè mi ha colpito l'approccio "libero" di Irene verso la questione femminista: al contrario di quello che leggevo e sentivo in giro solitamente, la sua visione era più egualitaria e meno vittimista (è stata una delle prime a trattare la questione dello stupro maschile). Per parecchio tempo l'impostazione si è mantenuta in questo modo, al punto che decisi di iscrivermi anche al gruppo FB di "Parità in pillole" in cui però ho avuto una brutta esperienza visto che si è rivelato un vero e proprio covo di serpi, pronte a sbranare ed etichettare con insulti e talvolta minacce chiunque non la pensi allo stesso modo su TUTTO. Di questo però non ritengo responsabile Irene che, seppure admin e fondatrice, non credo abbia tempo di stare dietro a tutto e probabilmente ha incaricato dei collaboratori di fare le sue veci. Tra l'altro ricordo bene che anche lei, a causa di un errore riguardo a un dato riportato sbagliato ma prontamente corretto, rimase vittima di alcuni attacchi ad opera di alcune persone. Alla fine me ne sono tolta pur continuando a seguire il canale Youtube.
Ultimamente però anche qui si è presa una brutta piega: la formazione di sinistra che l'autrice ha sempre dichiarato orgogliosamente ha preso il sopravvento e giudizi insindacabili, opinioni spacciate come Vangelo, sono diventate la norma nei video. Niente più voglia di confrontarsi ma solo di imporre ideologie e di etichettare come fascista e razzista chiunque non sia d'accordo o che anche solo si ponga dei dubbi.
Il culmine si è raggiunto quest'estate con la vicenda legata allo Youtuber Marco Crepaldi e la shitstorm scatenata contro di lui, reo di aver criticato alcuni video di Cimdrp e alcune posizioni femministe in generale. A questo punto ho deciso di togliere l'iscrizione al canale, in quanto non approvo la deriva a mio avviso violenta e prepotente che ha preso la sua autrice.
Il giudizio sul canale nel complesso è comunque positivo sia per chi vuole saperne di più sulle tematiche femministe e LGBT che per chi apprezza già questo tipo di tematiche. Speriamo che si ripigli e torni come prima!



sabato 21 novembre 2020

Gatta Cenerentola, 2017


Regia di Alessandro Rak , Ivan Capiello, Dario Sansone e Marino Guarnieri , con le voci di Massimo Gallo (Salvatore Lo Giusto), Maria Pia Calzone (Angelica Cannarate), Alessandro Gassman (Primo Gemito), Mariano Rigilio (Vittorio Basile), Maria Carla Norall (Mia Basile),



Vittorio Basile è un ricco e ingegnoso armatore: ha ideato e costruito un' enorme nave in grado di registrare e rielaborare in forma di ologrammi qualunque cosa avvenga in essa e chiunque vi metta piede. L'uomo sta lavorando per trasformare il porto di Napoli in un grande polo tecnologico, cosa che porterebbe prosperità e sviluppo alla città.
Basile, che è vedovo e ha una figlia di tre anni, sta per sposare Angelica, anch'essa vedova e madre di sei figli; il giorno delle nozze Salvatore Lo Giusto (detto O'Re), ambizioso trafficante di droga e amante segreto di Angelica, uccide Basile per impossessarsi della nave. La piccola Mia (figlia di Basile) rimane con la matrigna e cresce con lei, che al pari delle proprie figlie la tratta come una serva e la chiamano "Gatta Cenerentola)....





Film di animazione non per bambini e piuttosto insolito nel nostro panorama cinematografico, ha un chiaro rimando alla versione originale italiana della celeberrima fiaba di Perrault, scritta da  Gianbattista Basile.
La storia è ambientata  a Napoli in un'epoca indefinita ma comunque moderna, e inizia il giorno del matrimonio dell'armatore Vittorio Basile (omaggio all'autore teatrale) con la giovane e bella Angelica, che da subito vediamo non troppo felice di queste nozze nonostante il promesso sposo sia un uomo amabile oltrechè ricco: entrambi sono vedovi con dei figli a carico, la piccola Mia di tre anni per Vittorio e Anna, Sofia, Barbara, Luigi, Luisa e Carmen (ma come ha fatto ad averne così tanti vista l'età?!) per Angelica.
Il motivo dell'infelicità della donna lo capiamo poco dopo: lei in realtà è innamorata di O'Re, scaltro mafiosetto travestito da faccendiere che la usa come pedina per fare andare in porto il suo piano: assassinare Basile e impossessarsi della nave supertecnologica da egli costruita ( in grado di registrare qualunque cosa accada al suo interno e di riprodurla poi tramite ologrammi) in modo da poterne ricavare fama e sopratutto soldi.
L'attentato purtroppo riesce e rappresenta la fine di molte cose: per la città di Napoli la fine del sogno di modernità e prosperità, per la piccola Mia la fine della libertà dato che viene strappata all'affetto del padre e presa sotto la protezione della matrigna, che non ha certo grande affetto per lei.
E infatti passano 15 anni: Mia sta per compiere 18 anni ma è una giovane totalmente infelice. Angelica l'ha ridotta al ruolo di sguattera sua e delle sue figlie (Compreso Luigi che nel frattempo è diventato una trans), facendola vivere  nel degrado al punto che ella sa a malapena scrivere il proprio nome e vive coperta di stracci insieme ai gatti, al punto da averle affibbiato il soprannome "Gatta Cenerentola". Mia dopo il trauma subìto non parla. 
L'atmosfera dentro e fuori la nave è cupa, la criminalità regna sovrana e la sensazione dello spettatore, a pelle, è quella che non ci sia alcun sentore di speranza.

Improvvisamente qualcosa sembra muoversi grazie a Primo Gemito, un tempo guardia del corpo di Basile e ora poliziotto, che non ha dimenticato la piccola Mia e il suo benefattore e che ora  sta guidando una retata per incastrare e arrestare O'Re : lo scontro tra i due è senza esclusione di colpi e la risoluzione non è poi così scontata.
Data la trama, la dose di violenza e l'eccessiva drammaticità di sicuro non è un cartone per bambini ed è certamente originale l'uso dell'animazione per narrare una storia che a mio avviso si può annoverare come una moderna "sceneggiata" per come sono costruiti trama e personaggi, in particolare O' Re e Angelica.
Un film insolito e a mio avviso riuscito seppure non mi pare abbia avuto grande successo di pubblico. 



martedì 17 novembre 2020

L'allieva, 2016


 Ideata da Peter Exacoustos, con Alessandra Mastronardi (Alice Allevi), Lino Guanciale (Claudio Conforti), Dario Aita (Arthur Malcomess),Jun Ichikawa (Yuckino Nakahma),Anna Dalton (Cordelia Malcomess), Martina Stella (Ambra Negri Della Valle),FRancesca Agostini (Lara Proietti),Marzia Ubaldi (nonna Amalia), Ray Lovelock (Paul Malcomess).


Alice Allevi è una studentessa di Medicina indecisa sul proprio futuro. Avendo contribuito a risolvere il caso dell'omicidio della badante di sua nonna, decide di intraprendere il percorso di Medicina Legale, per cercare di dare voce a chi non ce l'ha più....




Altra serie tv che ho recuperato durante il primo lockdown, tratta dalla serie di romanzi di Alessia Gazzola. Non mi sono particolarmente appassionata ma l'ho trovato comunque un prodotto gradevole  leggero e simpatico, così come del resto i due libri che ho letto. 

Certo il personaggio della protagonista Alice rispecchia un po' il clichè della "ragazza della porta accanto" semplice, simpatica e anche goffa che però possiede straordinarie doti di un qualche tipo e che oltretutto riesce a fare strage di cuori conquistando gli esemplari maschili ritenuti più "difficili" o abituati a ben altri tipi di conquiste, però in questo caso la cosa non risulta fastidiosa, forse anche per la simpatia della Mastronardi che in questo caso si adatta perfettamente al personaggio che interpreta. 

Come da trama Alice è una studentessa di Medicina come tante, indecisa sul percorso da intraprendere per la propria specializzazione: l'omicidio della badante di sua nonna, avvenuto nel primo episodio e nella cui risoluzione gioca un ruolo importante scoprendo di avere insospettabili doti intuitive e investigative, le serve per decidere di scegliere la medicina legale. La strada è tutta in salita dato che da subito si deve scontrare con un ambiente dove dominano la Wally, un prof. superesigente e arcigna (almeno all'apparenza), il giovane dottor Conforti, affascinante e irritante allo stesso tempo e il Supremo, direttore dell'ateneo e padre (ma questo Alice lo scoprirà in seguito) di Arthur. il ragazzo con cui ha una relazione a distanza in quanto impegnato a inseguire in giro per il mondo la propria carriera da giornalista. 


Gli episodi sono più o meno strutturati tutti nello stesso modo, classico, e le vicende personali di Alice si alternano (e a volte intrecciano) con i vari casi di cui la ragazza viene chiamata a occuparsi proprio in aiuto della polizia: la drammaticità di questi ultimi si alterna quindi alla leggerezza delle vicende della protagonista sulle quali, anche quando sono serie, non viene mai calcata la mano in modo particolarmente intenso, il che non è una cosa del tutto negativa in questo caso anche se il rischio "superficialità"  è sempre dietro l'angolo.

Ad Alice fanno da contorno vari personaggi: l'amica e coinquilina giapponese Yukino, il fratello Marco, l'affettuosa nonna Amalia, l'amica Lara, la snob collega Ambra, il già nominato Arthur, tutti con il loro carattere, la loro storia, anch'essi non particolarmente approfonditi a mio avviso e con alcune dinamiche interprersonali che a volte sembrano scorrere troppo veloci per essere credibili (penso al fidanzamento tra Yukino e Marco)  ma nemmeno troppo superficiali. Tutti gradevoli e che attenuano la pesantezza di casi a volte veramente drammatici con temi spesso purtroppo di attualità  quali bullismo, femminicidio, droga e altro. Certo non ho potuto non notare la superficialità con cui è stato liquidato l'episodio di bullismo di cui la stessa Alice è rimasta vittima, unica  cosa che mi ha fatto veramente storcere il naso.

Insomma nulla di particolarmente speciale ma comunque un prodotto gradevole e non così pesante come altri del suo genere.

Pare che quest'anno fosse in lavorazione la terza stagione della serie, le cui riprese sono state interrotte a causa della pandemìa in corso, ma se non ho capito male le stavano terminando prima del nuovo lockdown....




sabato 14 novembre 2020

Forrest Gump, 1994


Regia di Robert Zemeckis, con Tom Hanks (forrest Gump), Robin Wright (Jenny), Sally Field (signora Gump ) Gary Snise (Tenente Dan), Mykelti Williamson (Buba).



Alla fermata dell'autobus, Forrest Gump racconta la storia della sua vita ad ascoltatori occasionali.
Nato in Alabama e figlio di una madre single, fin da piccolo Forrest a causa di un lieve ritardo mentale ha dovuto fare i conti con i bulli che tormentavano lui e l sua migliore amica Jenny; per reazione (e quasi per caso) ha cominciato a sviluppare altre abilità fisiche ed emotive che li porteranno ne corso della sua vita ad essere alla ribalta pur senza cercarlo veramente. Sopravvive al Vietnam e in ricordo dell'amico morto Buba riesce a fondare un impero sulla pesca dei gamberi, vivrà varie vicissitudini prima di ritrovare Jenny....





Spulciando il blog mi sono accorta che nel passaggio da Splinder a Blogger nel 2011 sono andati perse numerose recensioni, cosa di cui mi accorgo solo ora. 
E quindi ora mi tocca rimediare con pazienza, cominciando da uno dei miei film favoriti che non poteva assolutamente non essere presente su questo blog e che tra l'altro quest'anno compie 25 anni.
A mio parere Forrest Gump è uno dei film che ha più segnato la mia generazione e il cinema degli anni '90, basti pensare a come alcune frasi pronunciate nel film (prima fra tutte il celeberrimo "La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita") siano entrate nel linguaggio comune o alle citazioni che ha a sua volta avuto in tanti film.
Il protagonista, a mio avviso, è la personificazione del mito del "sogno americano", dove anche la persona più semplice con la buona volontà e il duro lavoro può arrivare ovunque e diventare qualcuno. Forrest infatti,  ragazzo disabile e con lieve ritardo mentale  cresciuto da una madre single nell'Alabama degli anni '50, nel corso della sua storia (che coincide con circa 30 anni di storia americana) grazie a una serie di fortunate coincidenze e ad alcune sue particolari abilità fisiche  arriva a vivere una vita straordinaria, incontrando e ispirando senza volerlo personaggi famosi,diventando eroe di guerra durante il Vietnam, Campione mondiale di ping pong e industriale di successo. 

Verrebbe da dire "che cxxxxo!", ma in realtà anche Forrest ha i suoi dispiaceri, dato che non riuscirà a salvare l'amata Jenny, che al contrario di lui essendo rimasta vittima da bambina di abusi sessuali non riesce a superare il trauma, vive una vita di eccessi e sbagli in cui l'unico periodo sereno è quello trascorso con Forrest e muore di Aids quando questa malattia era ancora agli inizi. 
Riesce invece involontariamente (e contro la volontà dello stesso) a fare la differenza nella vita del tenente Dan, lo scorbutico superiore immerso nella logica militaresca che Forrest salva in guerra e a cui vengono amputate le gambe, rendendolo ancora più acido (cosa perfettamente comprensibile): la sua vita sarà una continua discesa negli abissi ma una volta toccato il fondo, grazie all'incontro con Forrest che lo coinvolge nella sua impresa della pesca dei gamberi, riuscirà a riconciliarsi con la vita e a risalire la china trovando, alla fine, il suo posto nel mondo. 
In tutto ciò Forrest mantiene la sua straordinaria semplicità, anche quando incontra persone famose (tra cui ben tre presidenti USA) vive la cosa in modo normalissimo senza dare troppa importanza alla straordinarietà degli eventi. 
Insomma la storia ha varie metafore e piani di lettura, e forse anche per questo è un film sempre gradevole da rivedere, che appassiona dopo tanti anni. 
Per l'epoca una delle cose più notevoli furono senza dubbio gli effetti speciali nelle scene in cui Forrest incontra personaggi famosi già defunti da tempo, girati in CIG (ovvero si prende un filmato di repertorio dove il personaggio in questione è presente e si inserisce in modo digitale Forrest Gump rendendolo parte della scena). L'effetto finale è un notevole coinvolgimento dello spettatore, che è inconsciamente indotto a pensare che Forrest Gump sia realmente esistito, aumentando così l'illusione scenica che già normalmente si crea quando si guarda un film. (quest'ultima parte l'ho copiata da Wikipedia per semplicità, mi sembra corretto dirlo).

In sottofondo una colonna sonora che non poteva non essere ricchissima, con brani di Elvis Presley, Beach Boys, Bob Dylan, Doors, Aretha Franklin, Mamas and Papas, Simon and Gurfunkel e molti altri. 
Intense le interpretazioni degli attori, oltre a Tom Hanks più in evidenza per ovvie ragioni abbiamo Robin Wright nel tormentato ruolo di Jenny, Gary Snise nell'altrettanto tormentato tenente Dan e Sally Field in quello della mamma di Forrest.
Il film vinse nel 1995 sei premi Oscar: miglior film, miglior regista, migliore attore protagonista, migliori effetti speciali, montaggio e sceneggiatura non originale. Ebbe anche due nomination ai David di Donatello. 









































domenica 8 novembre 2020

Peter Pan, 1924

 


Regia di Herbert Brenon, con Betty Bronson (Peter Pan), Mary Brian (Wendy), Jack Murphy (John),Philippe De Lacy (Michael), Virginia Brown (Campanellino), Ernest Torrance (Capitan Uncino), Anna May Wong (Giglio Tigrato),Eward Kipling (Spugna).


Londra, inzio ‘900. I tre fratellini Darling Wendy, John e Michael  amano tantissimo ascoltare e rivivere giocando le avventure del loro eroe preferito Peter Pan, il bambino che vola e non vuole crescere. Una sera Peter, che è tornato a prendere la sua ombra rubatagli dal cane Nana, viene scoperto dai bambini e, dopo aver fatto amicizia,  egli  ha un’idea: portarli con sè nella sua Isola che non c'è. 
Inizia così una fantastica avventura che comprende anche la gelosa fatina Campanellino, la principessa indiana  Giglio Tigrato e soprattutto il temibile Capitan Uncino, acerrimo nemico di Peter…


La prima versione cinematografica dei romanzi di James Matthew Barry "Peter Pan nei giardini di Kensington" e "Peter Pan e Wendy" ( ) è davvero un bel film. L'autore, all'epoca ancora in vita, collaborò attivamente alla realizzazione del film e alla sua sceneggiatura.
Il film segue abbastanza fedelmente la trama del romanzo e in alcuni punti gli sceneggiatori mantennero anche gli stessi dialoghi; gli effetti speciali non mancano, da quelli più tecnici (concentrati prevalentemente nella rappresentazione di Campanellino (con la figura dell'attrice che la interpreta ridotta a livelli minuscoli e circondata da una sfera di luce) a quelli "casalinghi" (l'ombra di Peter, le sirene, il volo dei bambini) che non sfigurano assolutamente di fronte agli altri ma anzi contribuiscono a creare un'atmosfera magica, allegra e anche accolgiente nelle scene ambientante nella stanza dei bambini (la mia parte favorita).
La parte del protagonista fu assegnata dallo stesso Barrie a una giovane attrice da poco esordiente, Betty Bronson, che dona al personaggio di Peter una grazia e una leggerezza da folletto che ben si addicono al personaggio.

Non so se gli altri attori bambini avessero già qualche esperienza di recitazione alle spalle (forse solo la Bronson e l'attrice che interpreta Wendy), ma in ogni caso li ho trovati veramente bravi e incisivi nei loro ruoli, un gruppetto molto ben assortito che non sfigura affatto a confronto con gli attori adulti; tra i quali credo che all'epoca il più noto fosse Ernest Torrance, un Capitan Uncino che dà veramente un'impressione di cattiveria ed è irredimibile. Una menzione speciale per George , l'attore che "interpreta" il cane Nana: travestito in un comune (e un poco inquietante a mio avviso) costume da cane, riesce comunque a dare una personalità al personaggio non limitandosi al semplice "fare il cane".
Scenografie e ambientazioni semplici ma  molto curate nei dettagli e il colorito seppia e blu tipico di molti film dell'epoca contribuiscono fortemente alla bellezza della pellicola.
Nel 2000 l'unica copia esistente della pellicola è stata inserita nella lista di film da salvaguardare, e pare inutile aggiungere che da questo film Walt Disney trasse fortemente ispirazione per il suo lungometraggio del 1953, viste le somiglianze.