sabato 31 dicembre 2016

Toy story 3- La grande fuga




Regia di Lee Unkrich, con le voci italiane di: Fabrizio Frizzi (Woody),Massimo Dapporto (Buzz Lightyear),Ilaria Stagni (Jessie), Angelo Nicotra (Mr Potato),Cristina Nocri (Mrs Potato),Pietro Tiberi (Slinky),Carlo Valli (Rex),Riccardo Garrone (Lotso),Claudia Gerini (Barbie), Fabio De Luigi (Ken),Matteo Leoni (Andy), Giorgio Faletti (Chuck il clown).


Sono passati molti anni dalla vicenda narrata nel primo TOY STORY: Andy è cresciuto e ora sta per andare al college.
La sua stanza viene quindi svuotata e i vecchi giocattoli sono in ansia per la loro sorte: verranno relegati in soffitta, dove almeno potranno restare tutti insieme? O verranno buttati nella spazzatura?
Per loro fortuna Woody, Buzz, Barbie, Jessie & C. vengono donati a un asilo, così potranno fare felici altri bambini. Inizialmente va tutto benissimo, bambini scatenati a parte: all’asilo conoscono altri giocattoli, come Ken, L’Orso e Bimbo; ma presto impareranno sulla loro pelle che non è tutto oro quello che luccica, e verrà il momento in cui dovranno darsi alla fuga.


Temporalmente, sono passati quindici anni dal primo TOY STORY; nella storia ne sono passati una decina.
Gli anni passano, i bimbi crescono….e i loro giocattoli? I piccoli amici che hanno fatto compagnia e allietato tante giornate?
Spesso, ahimè, vengono gettati via, altre volte invece vengono regalati ad altri bambini; ma loro cosa provano?
Ovviamente questo film pone la domanda, con relative risposte, dalla prospettiva dei giocattoli, i quali chiaramente non gradiscono di venire abbandonati, anche se ciò è inevitabile quando un bambino cresce.
Ritroviamo i simpatici personaggi già conosciuti coi caratteri di sempre (ma qualcuno manca: segno anche questo, ahimè, del passare del tempo), ma stavolta alle prese con un problema per molti versi insolvibile: certo è triste che i giochi vengano dimenticati, ma d’altronde tutti crescono….
Però, e credo sia questo il messaggio del film, ci saranno sempre altri bambini pronti a voler bene ai vecchi giocattoli, e questi davvero non saranno mai dimenticati nemmeno dai bambini cresciuti.
Certo però prima di arrivare a questo consolante finale le cose si svolgono in modo piuttosto inquietante: l’asilo in cui finiscono  Woody, Buzz & Co, oltre a essere pieno di bambini pestiferi che non sanno giocare e arrivano a “divorare” i poveri malcapitati, si rivela essere una prigione gestita da alcuni leader che non esitano ad adottare soluzioni piuttosto spicce con chi non si allinea alla loro; questa in effetti l’ho trovata una parte un po’ inquietante considerato che il film è rivolto ai bambini.
Per il resto il film è permeato di suspence (devo ammetterlo, sono rimasta sulle spine soprattutto nella parte della discarica!), e le migliori scene sono riservate alla coppia Barbie- Ken (a proposito: io ce l’avevo la casa a tre piani con l’ascensore!) alternata con la malinconia.
Un film davvero gradevole, una perfetta conclusione di questa dolce trilogia Disneyana.



venerdì 30 dicembre 2016

Classifica 2016

Dice un proverbio: "anno bisesto, anno funesto": e stavolta per quanto mi riguarda, il 2016 ha mantenuto questa promessa, visto che sicuramente è stato uno degli anni più brutti della mia vita!!!! Tra persone amiche rivelatesi false come poche, amicizie perse per stupidate (e non per colpa mia),problemi di salute di alcuni familiari, disoccupazione per buona parte dell'anno, due concorsi andati male, problemi personali sempre più accentuati, decisamente non vedo l'ora che finisca!!
Per non parlare di ciò che è successo nel resto del mondo: terremoti, attentati terroristici, treni deragliati...davvero quest'anno è stato peggio di altri.
Anche a livello di film non è che sia stato  entusiasmante: pochi film e pochissimi che mi hanno entusiasmato, quasi tutti italiani.
Ecco la mia classifica del mio 2016 al cinema:


- Veloce come il vento


- Ridendo e Scherzando


- Lo chiamavano Jeeg Robot


-The Dressmaker- Il diavolo è tornato


-L'ultima parola: la vera storia di Dalton Trumbo

-In guerra per amore

- 7 minuti


Speriamo che il 2017 vada meglio, in tutti i sensi.

Buon anno a tutti!!




giovedì 29 dicembre 2016

Debbie Reynolds

Alla  notizia della morte della figlia Carrie Fisher, si è sentita progressivamente poco bene e ciò probabilmente le ha causato un ictus: è morta così, a due giorni di distanza dalla figlia, l'attrice Debbie Reynolds, una delle più note interpreti di musical e commedie negli anni '50 e 60.
L'attrice era nata a  El Paso nel 1932, vero nome Mary Frances Reynolds, a 14 anni vinse un concorso di bellezza per ragazzine, grazie al quale fu scoperta e scritturata dalla MGM: il debutto nel mondo del cinema avvenne l'anno dopo con il film "Vorrei Sposare", ma il successo arriva nel 1952 con "Cantando sotto la pioggia" accanto a Gene Kelly. 
Tra gli altri suoi film si ricordano: "Tre ragazze a Broadway" (1953), "voglio essere amata in un letto d'ottone" (1964), "Pranzo di nozze" (1956),"Cominciò con un bacio" (1959), "La conquista del West" (1962), "Guardia del corpo" (1992), "In & out" (1998). 
In tv ha invece interpretato i telefilm: "Alice" (1982), "Love Boat", "Hotel", "Pappa e ciccia","Il tocco di un angelo" e "Will & Grace".




mercoledì 28 dicembre 2016

Fuga da Reuma Park, 2016



Regia di Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti, con Aldo, Giovanni, Giacomo, Salvatore Ficarra (Salvatore), Valentino Picone (Valentino), Silvana Fallisi (Ludmilla).


Italia, nel futuro: Aldo Giovanni e Giacomo sono tre anziani ex comici che si ritrovano nella strana "casa di riposo" "Reuma Park", una specie di inquietante Luna Park per anziani dal quale si vocifera che nessuno, nemmeno chi vi è entrato per sbaglio o contro la propria volontà, sia mai riuscito ad uscirne.Stanchi delle vessazioni dell'energica capo infermiera Ludmilla, i tre decidono di fuggire e andare in Brasile. Ma per arrivarci, devono prima uscire dalla struttura; e non sarà cosa semplice....




Questo film celebra i 25 anni di attività del trio, ed è per questo che la trama non è che sia importantissima, dato che alla fin fine è un riproporre i più famosi personaggi e sketch dei tre comici: troviamo veramente tutti: Rezzonico, Gervasoni e la guardia giurata, Phdor figlio di Kmer, l'insegnante d'inglese, persino la famigerata gamba del primo film e spezzoni dei vari spettacoli teatrali con cui aldo Giovanni e Giacomo in questi 25 anni ci hanno allietato facendoci ridere e divertire.
L'inizio è xome un "consegna del testimone" da parte dei comici "storici"  a due giovani: Ficarra e Picone, nei panni dei figli di Aldo che abbandonano l'anziano padre al ricovero proprio la mattina di Natale e che, in pochi minuti, riescono comunque ritagliare due ruoli caustici e divertenti allo stesso tempo. 
La casa di riposo "Reuma Park" non è certo un ricovero come tutti gli altri: è situata in un vecchio luna park in disuso, dove gli ospiti alloggiano in piccole roulottes e dove la routine è decisa dall'energica capo infermiera russa Ludmilla, che a suon di frustate se necessario, obbliga gli ospiti a partecipare agli agghiaccianti momenti di svago e aggregazione previsti dal programma.
Qui Aldo ritrova gli amici Giacomo e Giovanni: dopo aver constato le inumane condizioni a cui dovrebbero sottostare (e aver scoperto che Giovanni è proprietario di una barca e Giacomo di svariati miliardi) decidono di mettere a punto un piano per fuggire in Brasile, tanto più rischioso quanto per il fatto che dalla terribile casa di riposo sembra non sia mai uscito nessuno vivo, sopratutto a causa del controllo della terribile Ludmilla...ovviamente tutto ciò scatenerà una seie di dinamiche che porterà il trio a riproporre alcuni pezzi forte del loro repertorio, omaggiando contemporaneamente la città di Milano (come già in altri film).
Nulla di particolare, e sicuramente non sarà un film memorabile, ma come sempre Aldo Giovanni e Giacomo sono bravissimi, simpatici e adatti per trascorrere due ore in allegria; poi io non è che sia proprio imparziale, li adoro e sono una loro fan della primissima ora!






Carrie Fisher

E' morta A Los Angeles all'età di 60 anni l'attrice Carrie Fisher, famosa per aver interpretato la principessa Leila nella prima serie (quella storica) di "Guerre Stellari".
Carrie Fisher era nata nel 1956, figlia d'arte (i genitori erano Debbie Reynolds e Eddie Fisher).
Il suo debutto al cinema avvenne nel 1975 nel film "Shampoo", la fama vera e propria arrivò subio dopo, nel 1977, con il ruolo della principessa Leila in "Guerre stellari", ruolo che oltre a catapultarla nell'Olimpo delle star è rimasto tra i più famosi della storia del cinema. Purtroppo come spesso avviene, la fama planetaria portò più danni che altro alla giovane Carrie, che cominciò ad avere problemi di droga e alcol, non sapendo reggere la pressione e le aspettative che questo tipo di fama comporta. A causa dell'essere diventata un'icona grazie alla celebre saga di Lucas e sopratutto ai suddetti problemi, la sua carriera d'attrice fu molto ballerina e non decollò mai completamente, rimanendo sempre legata al suo personaggio più famoso.
Nel 1987 scrisse il libro autobiografico "Cartoline dall'inferno", da cui nel 1990  fu tratto un film con protagoniste Shirley McLaine (nel ruolo di Debbie Reynolds) e Meryl Streep (nel ruolo della Fisher).




mercoledì 21 dicembre 2016

Barbie e il Canto di Natale (Barbie in a Christmas Carol),2008


Regia di William Lau, con el voci italiane di: Emanuela Pacotto (Eden),Domitilla D'amico (Katrine), Francesco Pezzulli (Freddie),Eleonora Reti (Spirtio del Natale Passato).

Eden Starling è una famosa cantante d'opera che gira l'Europa con la sua compagnia teatrale di cui fa parte,come sua costumista, Katrine, la sua unica amica fin dall'infanzia.
Eden ha un carattere capriccioso, egoista e dispotico, a tal punto da voler costringere tutti a lavorare anche la sera di Natale, pena il licenziamento.La notte prima però Eden riceve la visita di tre spiriti: Natale passato, presente e futuro, che le mostreranno un nuovo modo di vivere....




Anche Barbie ha interpretato la sua versione del classico natalizio dickensiano che ormai conosciamo in tutte le salse; data la protagonista, non poteva essere che una versione al femminile e con varie modifiche per alleggerire la storia (visto che il target è preferibilmente il pubblico dei bambini). Ecco quindi entrare in scena un'allegra compagnia teatrale desiderosa di festeggiare degnamente il Natale, in contrasto con quella che è la loro datrice di lavoro, la famosa cantante Eden Starling (versione femminile di Ebenezer Scrooge): viziata, egoista, abituata a seguire solo il suo volere, Eden non vede altro che il proprio interesse. Ma in realtà non è sempre stata così, come scopriamo nella parte dedicata al Natale passato: da bambina Eden viveva in una famiglia ricca ma incapace di amare, tant'è che quando poteva preferiva passare il tempo (e anche il pomeriggio di Natale) con la famiglia della sua migliore amica Katherine, persone povere ma che la accoglievano sempre con calore e affetto. Purtroppo gli ostacoli e le difficoltà che Eden ha incontrato per realizzare il suo sogno di diventare cantante hanno indurito il suo cuore, ma che per lei non tutto sia perduto lo si evince già dal fatto che ha da sempre tenuto con sè al suo fianco l'amica d'infanzia, che contrariamente a lei è buona, gentile e amata da tutti. Ad esempio Eden scopre che Katherine festeggia il Natale portando regali ai bambini dell'orfanotrofio cittadino, ai quali lei non ha mai dedicato nemmeno un pensiero; via di questo passo (e con l'aiuto, oltre che degli altri due spiriti dei Natali, anche della fedele amica) la giovane cambierà, salvandosi da un destino di solitudine e vuoto affettivo.
Canzoni inascoltabili, ma atmosfera natalizia, tanti colori e una storia classica che- seppure rivisitata- è sempre bella da rivedere rendono anche questa versione tutto sommato piacevole, anche se non rientra certo tra le migliori trasposizioni del racconto.




sabato 17 dicembre 2016

Rocco Schiavone, 2016



Regia di Michele Soavi, con Marco Giallini (Rocco Schiavone), Ernesto D'Argenio ( ), Isabella Ragonese (Marina), Giorgia Wurth ( ), Massimo Olcese


Rocco Schiavone è un vicequestore romano trasferito ad Aosta come punizione per i suoi metodi poco ortodossi. Profondamente romano nell'animo, Rocco odia la nuova destinazione e lo dimostra in tutti i modi: nonostante il clima si ostina a mettere il loden e le Clarks, con conseguenze prevedibili.
Anche ad Aosta- tra finti suicidi, omicidi sulle piste da sci, rapimenti, cadaveri scambiati- il da fare non manca, ma la grande passione di Rocco è la moglie Marina, morta qualche anno prima, che però continua  a fagli compagnia sotto forma di fantasma...




Quando ho saputo che si stava girando una serie tratta dai romanzi di Antonio Manzini con protagonista Rocco Schiavone, sono stata contentissima visto che sono una fan quasi della prima ora del vicequestore romano. Personalmente mi sono sempre figurata Rocco con il volto di Piefrancesco Favino e Marina con quello di Chiara Mastroianni (in un'intervista a Manzini ho letto che anche lui avrebbe scelto quest'attice), e tutt'ora continuo a vederli così, ma tanto di cappello ai bravissimi Marco Giallini e Isabella Ragonese!

La fiction mi è piaciuta molto, l'ho trovata fedele ai romanzi sia nella riproduzione delle vicende che delle ambientazioni e nella caratterizzazione dei personaggi.
Come i fans dei romanzi sanno, l'azione si svolge principalmente ad Aosta, dove Rocco è stato trasferito a scopo punitivo dopo aver pestato uno stupratore figlio di un noto politico; nonostante in questo caso gli si potesse dare ragione, in realtà il personaggio è più complesso e sopratutto politicamente non corretto. E' un poliziotto corrotto, che viene dalla strada e i cui migliori amici sono quasi tutti piccoli delinquenti, non lesina uso di canne e spesso tratta male i suoi sottoposti. Al tempo stesso è anche molto umano, ed essendo anche brillante e capace nel suo lavoro alla fine lo vedi appassionarsi ai casi; in fondo è un buono, che soffre per la morte della moglie che ama ancora molto, al punto di averla come interlocutore fisso quando torna nella casa aostana spoglia; odia Aosta e il freddo e si ostina a girare con il loden e le clarks che poi puntualmente rovina perchè infradiciate dalla neve. Trovo che Giallini abbia saputo rendere molto bene la personalità e le contraddizioni del personaggio, e che ciò vale anche per gli attori di contorno: certo, come già nel libro l'effetto è quello d ricordare di molto il commissario Montalbano e il commissariato di Vigata, ma era un rischio inevitabile e che comunque  non influisce, a mio avviso, sulla godibilità del prodotto. Anche Isabella Ragonese ha reso molto bene Marina, compito tanto più difficile quanto per il fatto del poco tempo a disposizione in scena per il personaggio rispetto agli altri. La trama è abbastanza fedele ai romanzi, i cambiamenti sono pochi, ma la cosa che ho apprezzato più di tutto in questo caso è stato il sottolineare con la fotografia e i colori la differenza, nello stato d'animo del protagonista, tra Roma (la città natale a cui è molto legato, dove vivono le persone a lui care, quella dove ha vissuto con Marina e quindi tutti i ricordi felici a lei legati) e Aosta (la città della punizione, quella della vita attuale grigia e infelice): per la prima colori caldi e solari, per la seconda colori freddi e cupi. La stessa cosa che succede quando in scena compare Marina: i toni si riscaldano, per poi tornare freddi subito dopo.
Non ricordo quanti sono esattamente i romanzi ma chissà se la fiction continuerà comunque?




lunedì 12 dicembre 2016

Natale in crocier, 2007

 Regia di Neri Parenti, con Christian de Sica ( Paolo), Nancy  Brilli ( Francesca), Aida Yespica ( Magda), Alessandro Siani ( Felice), Michelle Hunziker ( Michela), Fabio de Luigi( Luigi).

Quest’anno Paolo, affermato professionista, spera di poter trascorrere le vacanze natalizie in crociera con l’amante Magda, dopo aver mandato la moglie Francesca e il figlio in vacanza a Cortina. Il giorno prima salta tutto a causa di un infortunio del figlio, ma col tentato suicidio del cognato Felice , lasciato dalla fidanzata, Paolo coglie l’occasione di passare le vacanze come aveva progettato: si offre infatti di accompagnare Felice in crociera , ufficialmente per tirarlo su di morale, in realtà una volta sulla nave lo parcheggia dovunque per stare con Magda. Ma non ha calcolato che si deve dividere tra due situazioni diverse, e le bugie hanno le gambe corte…Nel frattempo Michela, fanatica animalista, e Luigi, single misogino, sono invitati  come testimoni al matrimonio di due amici che si svolge sulla medesima nave: i due, già conosciutisi a terra per vari incidenti, proprio non si possono vedere…


Come già detto in precedenza, a me i cinepanettoni come questo piacciono, ma devo dire che questo film mi ha abbastanza deluso: un po’ perché non mi piacciono i film dove ci sono due episodi distinti nettamente fra di loro come in questo caso, un po’ perché i suddetti episodi sono troppo diversi fra loro e non collimano per nulla. L’episodio con Christian de Sica è divertente anche se ricicla la solita storiella dell’uomo che deve fare i salti mortali per passare le vacanze con l’amante, con le solite gag del caso; quello con michelle Hunziker versione Biancaneve disneyana..lasciamo perdere, non si capisce nulla!!! Oltre a essere recitato malissimo( fa un sacco di smorfiette che la rendono antipatica a mille!),non si capisce proprio la logica…e qui dovrei raccontarlo tutto, ma nel caso qualcuno volesse vederlo non posso farlo. Michelle ti prego: rinuncia al cinema e datti all’ippica piuttosto che rovinare così la tua immagine! Non tutti sono fatti per il cinema sai..anche se vanno bene in TV!



venerdì 9 dicembre 2016

La classe degli asini, 2016




Regia di Andrea Porporati, con Vanessa Incontrada (Mirella), Flavio Insinna (Felice), Fabio Troiano (Felice Casale).




Torino, 1964: Mirella è un'insegnante di scuola media, sensibile ma ligia alle regole e al dovere, spesso in contrasto con l'estroso collega Felice, convinto a tal punto che tutti possono imparare se aiutati in maniera particolare da istituire un personale doposcuola che riunisce senza discriminazione persone con handicap fisici e mentali o difficoltà di apprendimento. Quando Mirella e il marito Felice si vedono costretti a ritirare da una scuola speciale la figlia disabile Flavia perchè gli insegnanti ritenevano inutile che una bambina con handicap gravissimo come il suo andasse a scuola, la donna (compllice anche la travagliata vicenda di Riccardo, alunno problematico chiuso in un collegio) comincia a vedere l'esperienza costruita da Felice con altri occhi....



La fiction racconta la storia vera di Mirella Casale, insegnante prima, preside poi e madre di una bambina gravemente disabile, che fu tra le prime a portare avanti la lotta per abolire le cosiddette "classi speciali" (abolizione ufficilamente avvenuta nel 1977). Le classi speciali erano quelle dove venivano mandati, oltrw agli alunni disabili, anche alunni che in realtà non avevano alcun tipo di problema, se non irrequietezza (magari per disagi familiari), o perchè magari non capivano bene l'italiano venendo da famiglie emigrate da altre terre, o semplicemente catalogati come "difficili" o problematici (a volte, perfino chi era troppo timido!).
Oltre all'assurdità di rinchiudere bambini e ragazzi che con un po' di pazienza potevano recuperare perfettamente e che non avevano problemi di alcun tipo, lo svantaggio per i veri disabili era doppio: oltre a essere raggruppati in un'accozzaglia senza alcuna attenzione ai problemi del singolo handicap, venivano tenuti divisi dagli altri bambini e gli insegnanti di quelle classi non erano affatto specializzati  per qualsivoglia tipo di disabilità, oltre a essere malvisti dal resto dei colleghi.
Fatte così, non servivano a nulla, e pur se ancora oggi la strada da fare è ancora molta, qualcosa è già migliorato rispetto a quei tempi. Il film è semplice ma efficace e intenso nella rappresentazione della situazione scolastica e sociale dell'epoca riguardo alla disabilità e ai problemi dei ragazzi problematici: per questi ultimi l'alternativa alla classe speciale spesso era il cosiddetto "istituto di correzione", dove non si lesinavano botte e abusi contro i quali poco si riusciva a fare. La stessa Mirella, interpretata con bravura e sensibilità dalla Incontrada, inizialmente è un'insegnante vecchio stampo, pur dotata di sensibilità ed empatia: per lei sono fondamentali le regole, che servono per vivere meglio e mantenere l'ordine. Non che il concetto sia del tutto sbagliato, ma piano piano la sua esperienza con la figlia disabile la metterà di fronte al fatto che le regole sono importanti, ma si possono anche cambiare se ingiuste. Ad affiancarla nel suo personale percorso di presa di coscienza, due "Felice": il marito- che, più apprensivo di lei nei confronti della figlia, a sua volta inizierà un percorso per "lasciarsi un po' andare" - e un collega che inizialmente la stessa Mirella osteggia, ritenendolo troppo innovativo e sopra le regole (appunto). Poi, col tempo, saprà apprezzare anche il suo modo di fare e di vedere le cose, originale di sicuro ma più umano ed inclusivo.
Ho trovato gli attori molto bravi e in parte e la storia, seppure semplificata, raccontata molto bene. Come ho detto più volte, giusto raccontare queste storie e questi personaggi rendendoli noti al pubblico più giovane, come esempi positivi da seguire in questo tempo in cui ce n'è molto bisogno.




martedì 6 dicembre 2016

La favola del principe Schiaccianoci (The Nutcracker prince),1990



Regia di Paul Schibli, con le voci italiane di : Francesco Bulckaen (Schiaccianoci),Giorgia Lepore (Clara),Francesco Vairano (Topo Re),Isa Di Marzio (Topo Regina), Alvise Battain (Zio Dosselmeier).


Alla vigilia di Natale, la piccola Clara riceve come regalo dallo zio uno "schiaccianoci", uno strano bambolotto di legno. Grazie al giocattolaio che ha venduto il giocattolo, Clara scopre che lo schiaccianoci in realtà è Hans, il nipote dello stesso giocattolaio, vittima di un terribile incantesimo per aver offeso la Regina dei Topi: l'incantesimo sarebbe spezzato  solo se Hans sconfiggerà il Re dei Topi e diventasse Re del Paese dei Giocattoli, ma per fare ciò ha bisogno dell'aiuto di una fanciulla coraggiosa e gentile di animo....


Tratto dal racconto  "SChiaccianoci e il re dei Topi" ( ) di E.Hoffman, è la versione animata del famoso musical, un cartone non molto conosciuto ma carino e meritevole, particolarmente adatto al periodo natalizio data la storia e l'ambientazione. 
E' un film carico di magia e , rispetto a molti altri, mi è sembrato che attraverso i colori caldi e vivaci della fotografia trasmetta anche allo spettatore il calore del Natale, nonostante qualche sfumatura nostalgica: da più parti si intravede che per Clara sarà l'ultimo Natale da bambina, dato che ha undici anni e già il prossimo anno avrà esigenze più da "signorina". Per lei è arrivato il tempo di crescere, e nonostante qualche tentazione (in questo il personaggio ricorda la Wendy di Peter Pan), il passaggio alla fine verrà affrontato con serenità...e ci saranno sicuramente altri bellissimi Natali.
Per il resto la trama è lineare, con la lotta tra buoni e cattivi, un giovane (non principe) imprigionato da un terribile incantesimo, giocattoli che si animano di notte e una musica intramontabile.. insomma, anche se il film non è famosissimo, a mio avviso è da riscoprire.


sabato 3 dicembre 2016

Antonio Polese

So che non c'entra nulla con il mondo del cinema, ma non posso proprio non ricordarlo: è morto all'età di 80  anni Don Antonio Polese, il mitico "boss delle cerimonie" dell'omonima trasmissione di Real Time, uno dei pochi programmi tv che seguo che non siano fiction.
Don Antonio era il titolare del ristorante "La Sonrisa", di Sant'Antonio Abate (Na), ristorante- albergo  immortalato anche nel film "Reality" di Matteo Garrone e reso famoso dal programma di Real time da quattro anni a questa parte, la cui caratteristica principale- oltre a un certo trash, ammettiamolo, è stata quella di portare  a conoscenza di tante persone che vivono in varie parti d'Italia uno spaccato di napoletanità e di come vengono vissuti e concepiti eventi come matrimoni, compleanni, comunioni, battesimi....a volte in maniera sicuramente eccessiva ed esagerata, ma sempre con spontaneità e simpatia. 
Don Antonio- che da poco aveva festeggiato i 50 anni di matrimonio con la signora Rita-  era coadiuvato nel suo lavoro dalla figlia Imma, dal genero Matteo e dai collaboratori Ferdinando e Davide, ultimamente si era unito anche il nipote Antonio Jr.
A me era simpatico, trasmetteva buonumore e allegria, mi spaice molto che sia morto...ciao Don Antonio!