sabato 24 febbraio 2024

La lunga notte- La caduta del Duce, 2023




 Regia di  Giacomo Campiotti, con Alessio Boni (Dino Grandi), Duccio Camerini (Benito Mussolini), Ana Caterina Morariu (Antonietta Grandi), Lucrezia Guidone (Edda Ciano), Marco Foschi (Galeazzo Ciano), Martina Stella (Claretta Petacci), Daniele Natali (Giuseppe Bottai), Emma Benini (Beatrice Grandi), Riccardo De Rinaldis (Italo Niccolai), Flavio Parenti (Principe Umberto), Aurora Ruffino (Principessa Maia Josè), Luigi Diberti (Vittorio Emanuele III). 



Fiction che racconta in modo piuttosto romanzato i fatti che portarono, il 25 luglio 1943, il Gran Consiglio del Fascismo  a decretare le dimissioni di Benito Mussolini, portando così alla caduta del regime fascista dove 21 anni di dittatura. 

La figura di Dino Grandi, il protagonista interpretato da Alessio Boni, è qui piuttosto ingigantita rimpicciolendo di rimando le figure degli altri "congiurati",a parte quella di Galeazzo Ciano: talvolta durante la visione ho avuto l'impressione che la "Congiura" (che poi tale non era) fosse più che altro uno scontro quasi esclusivo tra Grandi e Ciano, acerrimi nemici che casualmente si sono trovati ad unire le loro forze per una causa comune. 

Tuttavia le accuse di revisionismo che continuo a sentire ovunque ( e che, se è per questo, hanno colpito anche il povero Mameli, morto nel 1849) sono assurde: Grandi non viene certo presentato come un eroe, è un fascista neanche pentito di esserlo, solo ritiene che Mussolini abbia fatto degli errori irreparabili e che sia ora che l'Italia torni in mano ai Savoia. Certo la buona interpretazione di Alessio Boni riesce ad accattivare le simpatie del pubblico verso questo personaggio, ma che venga osannato non mi pare proprio. Nel resto del contesto ho trovato decadenza, orrore della guerra, presa di coscienza sopratutto da parte di giovani (ma non solo) che poi alla fine porteranno alla lotta partigiana. Non proprio un'esaltazione del fascismo, del resto in questo specifico contesto storico sarebbe impossibile anche per i nostalgici più fanatici trovare qualcosa da esaltare. 


La narrazione si alterna tra "giallo" (più o meno, visto che sappiamo già come finirà, però un po' di suspence è sempre presente) e melò sentimentale tra alcune coppie: vere (Grandi e la moglie, Mussolini-Petacci, Umberto di Savoia - Maria Josè, Edda e Galeazzo Ciano) e inventate (la nipote dei coniugi Grandi e il figlio del ribelle ucciso dai fascisti); questo espediente è tipico delle fiction un po' per attirare più pubblico, un po' per alleggerire la storia. Anche se le vicende non mi sono sembrate particolarmente toccanti, la cosa funziona comunque. 

Se Aurora Ruffino riesce a mantenere una certa dignità nell'interpretare la futura ultima regina Maria Josè (Comunque non è apparsa molto in parte), totalmente fuori luogo la Petacci di Martina Stella: ora, non che io sia una fan del personaggio storico, ma dipingerla come una ninfetta isterica mi sembra troppo. 

Incomprensibile la parte finale: è vero che sappiamo bene come è proseguita la storia, ma un disclaimer finale comunque non avrebbe fatto male, se non altro per completezza. 



mercoledì 21 febbraio 2024

I Tre moschettieri: Milady ( Les Trois Mousquetaires: Milady), 2023

 


Regia di Martin Bourboulon, con Francois Civil (D'Artagnan), Vincent Cassel (Athos), Pio Marmai (Porthos), Romain Duris (Aramis), Eva Green (Milady), Lyna Koudri (Constance Bonaciueux), Louis Garrel (Luigi XIII), Vicky Crieps (Anna D'austria), Eric Ruf (Cardinale Richelieu), Jacob Fortune Loyd (Duca di Buckingham).


1627: Dopo la scomparsa della fidanzata Constance, D'Artagnan la cerca in ogni dove; nel suo peregrinare incontra di nuovo Milady (in precedenza creduta morta), scoprendo che è lei la misteriosa moglie di cui Athos gli aveva parlato.....



Seconda parte della nuova saga dedicata ai Tre Moschettieri, accattivante e riuscita nonostante della storia originale qui ci siano solo i personaggi principali e poco altro. A mio avviso questo secondo capitolo è molto meglio del precedente, che mi aveva lasciato non proprio soddisfatta anche se il giudizio finale non era stato negativo. Stavolta mi sono lasciata "prendere" dallo spettacolo e mi sono goduta il film. 

Certo, dal titolo ci si aspetterebbe un migliore approfondimento del personaggio di Milady e sopratutto del suo rapporto con Athos; cosa che avviene solo in parte e sempre per via di qualche indizio qua e là che poi non viene ripreso se non in minima parte, ma dal finale si capisce che ci sarà un terzo episodio probabilmente interamente sviluppato in tal senso. Sperò tanto quindi che sia dia molto più spazio a questo personaggio, ottimamente interpretato da Eva Green, che ritengo probabilmente la migliore Milady portata finora sullo schermo. 


E sicuramente buona parte della riuscita del film sta anche in un cast azzeccato per tutti i personaggi, anche quelli OC come il fratello di Athos, la sorella di Aramis, il principe di colore che rappresent sì una concessione alla modernità, ma non stona con tutto il resto: il personaggio e il suo ruolo sono bene inseriti all'interno della storia, in maniera credibile e interessante. 

Per quanto riguarda i personaggi principali già esistenti nella storia originale, non ho notato differenze o approfondimenti particolari, sono sostanzialmente gli stessi, a parte forse l'affetto che lega Aramis alla propria sorella e Porthos che si innamora della stessa. E finalmente l'odioso fratello del re viene tolto di mezzo. 

Come detto, dal finale si presagisce un terzo episodio con una storia quasi sicuramente ormai sviluppata per conto proprio. Devo dire che sono curiosa di vederlo....


P.S: che dire: storia cambiata, personaggi inventati, personaggi sopravvissuti....ma  l'unica che ci rimette comunque le penne è la povera  Costance Bonacieux . Anche in questa versione! ;(





sabato 17 febbraio 2024

Mameli- Il ragazzo che sognò l'Italia, 2024


 Regia di Luca Lucini e Ago Panini, con Riccardo De Rinaldis Santorelli (Goffredo Mameli), Amedeo Gullà (Nino Bixio), Barbara Venturato (Geronima Ferretti), Neri Marcorè (Giorgio Mameli), Chiara Celotto (Adele Baroffo), Luca Ward (Padre Sinaldi), Ricky Memphis (Ciceruacchio), Maurizio Lastrico (Giuseppe Garibaldi).


Genova,  1847 : il giovane Goffredo Mameli, proveniente da una famiglia altoborghese, è innamorato ricambiato della marchesina Geronima Ferretti, che però è costretta a sposare un uomo molto più vecchio di lei. Disperata, la ragazza si suicida e Goffredo, rimasto solo, cade in un periodo di profonda depressione da cui si risolleverà dopo aver fatto amicizia con Nino Bixio, che lo introduce nel suo gruppo di amici uniti da comuni ideali di giustizia e di lotta per una patria unita e libera....


Finalmente una fiction dedicata a un patriota ritenuto (a torto) poco importante nella storia del Risorgimento: Goffredo Mameli, autore del nostro Inno Nazionale (dal 1946). 

Tentativo come sempre apprezzabile, che nonostante la storia sia ampiamente romanzata può servire a riscoprire una figura importante del nostro Risorgimento, sopratutto per le giovani generazioni in caso siano interessate (ne dubito purtroppo). La narrazione mira evidentemente a svecchiare personaggi che studiando sui libri di scuola abbiamo sempre percepito come "vecchi", e che invece in massima parte erano molto giovani (Mameli morì a 21 anni) quando cominciarono la loro lotta per un'Italia unita e libera dal dominio straniero; in quest'ottica si comprende la scelta di attori molto giovani e con un volto accattivante per il pubblico come protagonisti. Nel complesso mi pare che la fiction abbia riportato in maniera fedele il clima generale che i personaggi si trovarono a vivere.


Certo non mancano nemmeno le pecche: non ho capito perchè caratterizzare in quel modo Nino Bixio (nonostante tutto simpatico, quindi bravo all'interprete), inoltre i costumi in parecchie scene mi sono sembrati fin troppo sgargianti per l'epoca, tutto sommato è una storia godibile e anche interessante. 

Da bresciana, spero che prima o poi qualcuno faccia una fiction su Tito Speri e sulle Dieci Giornate. 

Su questa fiction, come su "La lunga notte- La caduta del Duce" (prossima recensione) sto sentendo talmente tante stronzate che presumo farò un post a parte per discuterne un po'. 





mercoledì 14 febbraio 2024

Adagio, 2023


 Regia di Stefano Sollima, con Piefrancesco Favino (Cammello ), Valerio Mastandrea ( Polniuman), Toni Servillo (Daytona ), Gianmarco Franchini (Manuel), Adriano Giannini (Vasco). 


Tre ex criminali un tempo molto amici, ma le cui strade sono divise da anni, si ritrovano improvvisamente di nuovo legati nel tentativo di salvare il figlio 16enne di uno di loro, che rischia grosso essemdosi messo in una brutta situazione ricattato da dei carabineri corrotti....


Stefano Sollima è il regista di "Romanzo criminale- La serie", una delle mie serie tv preferite. Anche in questo suo ultimo film siamo a Roma, ma ai giorni nostri, con tre personaggi che potrebbero benissimo essere colleghi del Libanese & C. se questi ultimi avessero avuto il tempo di invecchiare. 

Sullo sfondo di una Roma notturna vitale ma anche tragica e piena di miserie morali, si consuma una storia che nonostante tutto è di riscatto e speranza: riscatto per tre vecchi criminali un tempo amici che la vita ha diviso, il loro riscatto consiste nell'allearsi un'ultima volta per salvare il giovane figlio di uno dei tre, che rischia di prendere una brutta strada. Lo faranno senza nemmeno riunirsi nè interloquire fra di loro, prchè il legame che li unisce è più forte anche di rancori, vendette e disgrazie varie. 

La speranza è quella per il giovane Manuel, che grazie al sacrificio (che lui non conosce) dei tre ex criminali potrà avere una seconda possibilità dopo essersi cacciato (per ingenuità più che per malignità) in un pasticcio più grosso di lui che potrebbe costargli caro. 


Una storia a suo modo toccante- forse in un modo insolito- raccontata con un ritmo serrato e atmosfere classiche  da crime movie, molto basato sulle interpretazioni degli attori, davvero notevoli anche dal punto di vista fisico: è uno di quei casi dove gli attori mettono la loro fisicità a disposizione del personaggio, facendone un tutt'uno con la personalità. 

Per quanto non indimenticabile (e secondo me non a livello di Romanzo criminale, ma qui sapete che sono di parte) un film davvero godibile.


sabato 10 febbraio 2024

La Storia, 2024

 


Regia di Francesca Archibugi, con Jasmine Trinca (Ida Ramundo), Francesco Zenga (Nino Mancuso), Mattia Basciani (Giuseppe Ramundo), Valerio Mastandrea (Remo), Lorenzo Zurzolo (Davide Segre), Elio Germano (Giuseppe Cucchiarelli), Asia Argento (Santina)


Nel 1941 Ida Ramundo, una maestra elementare vedova e madre dell’adolescente Nino, viene violentata da un soldato tedesco. Dalla violenza nasce Giuseppe, detto Useppe, un bambino intelligente e gioioso che vive un’infanzia serena pur tra le privazioni della guerra.
Per Useppe, il mondo è una continua scoperta e le persone che incontra amici indimenticabili; ma quando la guerra finisce e il peggio sembra passato, una brutta malattia segnerà le vite di Ida e del figlioletto….



Nuova versione del capolavoro di Elsa Morante (1974) dopo quella del 1985 con protagonista Claudia Cardinale. Ora, dovete sapere che quando mi arriva la notizia di una nuova trasposizione di qualche mio romanzo preferito ormai sono sempre indecisa tra "evviva!" e "Oddiomio, speriamo perlomeno di non vedere Useppe cinese, Cucchiarelli trans ecc", viste le mode imposte negli ultimi anni.

Stavolta sono felice di dire che il pericolo è stato scampato: a parte la parte iniziale, lo sceneggiato in questione è fedele al romanzo sia nello svolgimento della storia che nella caratterizzazione dei personaggi, penso che regista, sceneggiatori e attori abbiano fatto davvero un ottimo lavoro, sicuramente di non poco conto. In particolare Jasmine Trinca ha reso molto bene il personaggio di Ida accentuando anche la sua postura e la sua camminata, molto ben descritte nel libro e caratteristiche esterne della personalità del personaggio; ho molto apprezzato anche Asia Argento, insolitamente molto brava in un personaggio intenso ma anche simpatico, menzione particolare per i due giovani attori che interpretano Nino e Useppe , Francesco Zenga e Mattia Basciani: giovanissimi (uno ancora bambino ovviamente) ma già molto bravi a trasmettere l'intensità del rapporto che lega i due fratelli, e anche a rendere singolarmente i personaggi. 


Ma in generale devo dire che tutti gli attori sono stati ottimi, ho percepito inoltre una scenggiatura e una regia fatte con grande sensibilità, cosa che non è per nulla scontata nonostante l'argomento. All'interno della storia, sono tante le scene toccanti che riguardano la tragedia degli ebrei italiani e in particolare di quelli romani, deportati dal ghetto e mai più ritornati. 

Nelle ultime due puntate in un piccolo ruolo appare anche Romana Maggiora Vergano, la giovane attrice già interprete della figlia di Paola Cortellesi in "C'è ancora domani".

Finalmente un prodotto tratto da un romanzo coinvolgente e di spessore!







domenica 4 febbraio 2024

Enea, 2023


 Regia di Pietro Castellitto, con  Pietro Castellitto (Enea), Sergio Castellitto ( Celeste), Chiara Noschese (Marina), Cesare Castellitto (Brenno), Benedetta Porcaroli (Eva), Giorgio Quarzo Varascio (Valentino). 


Enea ha 30 anni, vive a Roma con i genitori e il fratello 15enne Brenno. Nonostante provenga da una famiglia ricca, assieme all'amico Valentino decide di entrare nel mondo dello spaccio ad alto livello della Roma- bene, con conseguenze prevedibilissime....




Lo ammetto subito: il film mi è piaciuto anche se non ho capito nulla.

Ambientato nella Roma dei quartieri alti, abbiamo il ritratto del tipico giovane proveniente da una famiglia benestante, colta, almeno a parole di sani principi e a suo modo unita. In realt, i problemi ci sono e sono parecchi: il fratello 15enne Brenno ha evidenti difficoltà scolastiche e relazionali, i due genitori hanno problemi che tengono per sè e lo stesso Enea (che ufficialmente gestisce un locale di sushi) vive di stravizi, tra mega feste, nottate in discoteca e vizi che pur essendo benestante può permettersi solo pippando e spacciando droga assieme all'amico Valentino. 

Ovvio che con una vita così non si possa stare del tutto tranquilli, difatti i due finiranno coinvolti in una vicenda che man mano saranno incapaci di gestire; nel frattempo Enea si innamora di Eva, conosciuta al corso di tennis, ma questa storia non pare cambiare più di tanto il corso delle cose. Sopratutto per il fatto che come storia d'amore funziona molto poco: non c'è coinvolgimento, non c'è profondità, non c'è nulla secondo me, nemmeno nell'unica scena di sesso. Francamente non si capisce il senso di inserirla visto che non serve a nulla.

Non che il resto del film sia troppo approfondito: nè i rapporti con i familiari, nè il personaggio stesso di Enea riescono a risultare coinvolgenti o perlomeno credibili, anche se singolarmente gli attori funzionano e Castellitto jr è abbastanza simpatico da permettere di affezionarsi al personaggio quel tanto che basta per chiederci come andrà a finire. Però tutto viene lasciato in balìa di spezzoni, accenni, cose che apparentemente non c'entrano nulla e che in effetti, non spiegano un bel niente all'interno del film. 


Ad esempio a un certo punto Enea dice: "tutto quello che faccio è per far ridere le persone che amo", peccato che poi all'interno del film non solo non si vede nulla di tutto ciò, ma le persone che ama non sembrano già di loro particolarmente allegre, nemmeno quando sono con lui. Gli unici due personaggi che regalano qualche soddisfazione sono i due criminali con cui Enea si ritroverà invischiato, destinati purtroppo a breve vita. 

Visivamente ed esteticamente regala invece parecchie soddisfazioni, l'ambientazione romana poi - una fra le mie favorite- da sola varrebbe il biglietto. Colpo di scena finale da infarto. 






sabato 3 febbraio 2024

Carl Weathers

 E' morto all'età di 75 anni l'attore americano Carl Weathers.


Nato a New Orleans nel 1948, prima di esordire al cinema nel 1975    con il film   "Bucktown" ebbe un passato coem giocatore di football americano. La fama arrivò un anno dopo con il ruolo di Apollo Creed in "Rocky", che mantenne fino al quarto film della serie (1985). Tra gli altri suoi film si ricordano "Predator"(1987), "Incontri ravvicinati del terzo tipo" (1977), "Caccia selvaggia" (1981).

Lavorò molto anche in tv, sia come attore che come regista.