venerdì 1 ottobre 2021

Qui rido io, 2021

 


Regia di Mario Martone, con Toni Servillo (Eduardo Scarpetta),Maria Nazionale (Rosa De Filippo), Cristiana Dall'Anna (Luisa De Filippo),Alessandro Manna (Eduardo De Filippo), Eduardo Scarpetta (Vincenzo Scarpetta),Marzia Onorato (Titina De Filippo),Salvatore Battista (Peppino De Filippo),Paolo Pierobon (Gabriele D'Annunzio),Lino Musella (Benedetto Croce), Roberto De Francesco (Salvatore Di Giacomo).


Napoli, primi anni del 1900: il commediografo Eduardo Scarpetta è uno degli autori più acclamati  di successo, adorato dal pubblico. Della sua compagnia fanno parte anche i numerosi figli avuti da varie donne: Vincenzo, che vorrebbe maggiore libertà e riconoscimento per sè come attore, e i piccoli Eduardo e Titina.Scarpetta vive con la propria atipica famiglia, formata dalla moglie, varie amanti, figli legittimi e non, tutti in armonia e affetto. Un giorno a Roma assiste alla rappresentazione de "La figlia di Iorio" di D'Annunzio, e subito decide di farne una parodìa; ma il Vate e i suoi ammiratori non la prendono benissimo e lo portano in tribunale....



Molto bello e interessante questo film che celebra la figura di Eduardo Scarpetta, grande commediografo e autore napoletano capostipite di quella che rimarrà nota come "famiglia De Filippo" per via dei suoi tre figli più noti: Eduardo, Titina e Peppino. 

Una figura, quella di Scarpetta, fondamentale per l'arte  non solo partenopea ma anche per la cultura italiana: il suo personaggio più noto, quel Felice Sciosciammocca che verrà ripreso anche da Totò molti anni dopo, è la rielaborazione di quella storica di Pulcinella, che da suo accompagnatore lo surclassa divenendo protagonista assoluto.

Un personaggio geniale e incontenibile, anche dal punto di vista morale, visto ha formato alla luce del sole una famiglia che più allargata non si può: dalla moglie Rosa ha avuto i figli Domenico, Vincenzo e Maria, dalla  nipote della moglie Luisa De Filippo sono nati Titina, Eduardo e Peppino, da un'altra amante sono nati altri figli. Tutti conviventi, tutti trattati con affetto e sopratutto tutti (o quasi) inseriti nella compagnia teatrale e avviati alla carriera nel mondo dello spettacolo. Anche se sotto sotto qualche malcontento serpeggia: il figlio Vincenzo si sente soffocare e cerca di trovare la propria strada indipendente dal quel padre ingombrante che non lo aiuta per nulla, anzi lo umilia; la moglie Rosa cerca sotto sotto di brigare per un eventuale testamento a favore esclusivamente dei suoi figli, e l'amante Luisa pare schiacciata dal suo ruolo dato che è praticamente costretta a vivere giornate piene di nulla in funzione unicamente di una eventuale visita dell'amante. Il piccolo Peppino poi sin dalla più tenera età si mostra come una sorta di "guastafeste", ben deciso a imporre sè stesso e a sottrarsi  a quell'adorazione quasi obbligatoria ma non sempre meritata. 



A tutto ciò si aggiungono altri problemi:la denuncia del permaloso D'Annunzio e sopratutto la diffusione di un nuovo tipo di arte, il cinematografo, che Scarpetta in apparenza snobba ritenendola una moda passeggera ma di cui sotto sotto non può non intuire e quindi temere-  la potenza e la genialità.

Il tutto sullo sfondo di una Napoli bellissima come sempre, viva, centro della cultura e dell'arte: essa stessa, assieme ai propri abitanti e alle vicende narrate, sembra un enorme palcoscenico dove si intrecciano arte, drammi, commedie, amori, sentimenti, musica. 

Toni Servillo compie un grosso- e riuscito-  lavoro di immedesimazione nel suo personaggio, di cui ben tratteggia la personalità istrionica ma anche doppiopesista e accentratrice; accanto a lui comprimari validi con ottime interpretazioni, e una nota di merito va anche agli attori bambini, che non sono affatto meno degli adulti come bravura. 




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