Regia di Fumio Kurokawa, serie animata di 46 episodi. Trasmessa su Italia 1 nel 1986, con la sigla cantata da Cristina D’avena.
La piccola Sara Crewe, orfana di madre e figlia di un capitano, viene condotta dal padre in partenza per la guerra nel collegio femminile più esclusivo di Londra, diretto dalla severa Miss Minchin, per ricevere l’educazione propria delle signorine dell’epoca.
Sara è una bambina intelligente, vivace e generosa e molto fantasiosa, cui viene inizialmente riservato un trattamento privilegiato per via dell’enorme ricchezza del padre. Sara però non sfrutta i suoi privilegi per sé stessa ma li condivide volentieri con le compagne, fa amicizia con la timida Margherita, con la servetta Becky e con la piccola Lalla, tratta bene anche la perfida Lavinia, che invidiosa di lei tenta in tutti i modi di metterla in ombra , peraltro inutilmente.
Ma nel giorno del suo compleanno Sara apprende della morte del padre, che avendo fallito alcuni affari l’ha lasciata in miseria; la ragazzina viene allora relegata al ruolo di serva…
Tratto dal romanzo LA PICCOLA PRINCIPESSA di Frances H. Burnett, anche questo è uno dei miei cartoni preferiti di quando ero bambina: adoravo Sara e le sue avventure, tant’è vero che anche io chiamai Priscilla la mia bambola preferita!
Per alcuni versi il cartone è più fedele al romanzo rispetto alla maggior parte delle trasposizioni cinematografiche, soprattutto nel finale (riconciliazione con Lavinia a parte). Inoltre, qui niente Regina Vittoria e soprattutto viene ripristinato il ruolo, importante per Sara, della suddetta bambola, particolare invece trascurato nei film. Vengono anche cambiati i nomi delle amiche di Sara e inseriti personaggi e situazioni inesistenti nell’originale; in particolare Peter, il ragazzo che fa da cocchiere a Sara e con cui stringe amicizia, e Monsieur Dupont, l’insegnante di francese, che a metà del cartone sarà protagonista dell’episodio secondo me più toccante; viene inoltre raccontato a flasback il passato di Becky , Margherita e anche di Miss Minchin, in modo da capire i caratteri e le personalità dei due personaggi. Immancabile la presenza dell’animaletto di turno amico della protagonista, un topolino con un nome davvero impossibile da scrivere!
Devo dire che il cartone rispetto ai suoi “colleghi” con piccoli protagonisti sfortunati abbonda molto di più di scene drammatiche e pesanti: tra tutte ricordo il modo in cui viene comunicata a Sara la notizia della morte del padre durante il suo compleanno e le scene in cui la ragazzina viene maltrattata e umiliata dopo essere diventata servetta, e soprattutto le scene di povertà dove patisce fame e freddo…tanto ben caratterizzate che, pur essendo piccola, mi sembra di sentire le stesse cose.E visto che purtroppo sono cose che in alcune parti del mondo succedono ancora, credo sia molto meglio mostrare queste cose piuttosto che gli asettici e brutti cartoni di oggi.
E nel finale comunque Sara si prende una bella rivincita sulla bisbetica Miss Minchin…con classe, ma per quella st….a è un duro colpo!di cui gli spettatori possono finalmente ridere…
Tiziana
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