Regia di Mervyn Le Roy, Peter Ustinov (Nerone), Deborah Kerr (Licia), Robert Taylor (Marco), Patricia Laffan (Poppea), Ralph Truman (Tigellino), Finlay Curie (Pietro), Buddy Bear (Ursus), Marina Berti (Eunice).
Nella Roma di Nerone il comandante Marco Vinicio s’ innamora di Licia, figlia adottiva di un console, la cui famiglia è segretamente cristiana. Deciso dapprima ad averla a tutti i costi, anche con la forza se necessario, si scontra con la forte personalità e fede della ragazza, che non cede seppur anche lei innamorata; Marco si avvicina quindi al mondo dei cristiani, dapprima avendo come unico scopo quello di capire come avvicinarsi all’amata. Mentre l’amore vince, le imprese di Nerone diventano sempre più folli e culminano con l’incendio di Roma, in cui Marco riesce a salvare Licia e la sua famiglia. Ma quando l’imperatore dà la colpa di tutto ai cristiani, viene arrestato insieme a loro….
Tratto dal romanzo (1895) di Henryk Sienkiewicz, è uno dei kolossal hollywoodiani più famosi dei tempi d’oro, e meritatamente: è un film grandioso, un tipico kolossal con tutti gli elementi di una storia forte, che deve gran arte del suo successo 8 come tutte le storie di questo tipo, secondo me) dal narrare una storia di gente qualunque su uno sfondo di fatti storici reali. E qui di personaggi esistiti realmente ce ne sono molti: Nerone, Poppea, Petronio, Seneca ecc. tutti caratterizzati molto bene per quello che si sa di loro, soprattutto Petronio (io l’ ho studiato e quindi posso garantire la fedeltà al modello). Il tutto insieme a una narrazione avvincente e incalzante anche quando narra di fatti già ampiamente trattati e conosciuti non solo in storia ma anche in letteratura e al cinema( come l’incendio di Roma e le persecuzioni sui cristiani), e soprattutto a una forte storia di passione che vince su tutto ( pure sulla storia, a quanto pare).Aggiungendo una sfarzosa scenografia (che ha sempre il suo fascino) e una recitazione di stampo abbastanza teatrale che consente d ai personaggi di non cadere nella banalità e nel ridicolo (e purtroppo devo dire che visti i dialoghi il rischio c’era: sicuramente i soldati e gli schiavi romani non parlavano in modo così educato e a volte poetico!).
Che dire? Favoloso Peter Ustinov nella parte di Nerone, pura follia e ridicolaggine (io me lo sono sempre immaginato così fin dalle elementari), splendida Deborah Kerr, sotto la cui fragile apparenza traspare la forte personalità di Licia. Robert Taylor è molto più incisivo, anche se un poco monoespressivo…Tra le comparse, due giovanissimi Sofia Loren e Bud Spencer.
Una curiosità: la scena dell’incendio fu girata da un giovane Sergio Leone.Se aggiungiamo che alcuni interpreti, come Marina Berti nel ruolo della schiava Eunice, erano italiani, possiamo dire che l’Italia ha avuto una parte di non poco conto nella realizzazione di questo splendido film.
Il film ottenne nove nomination all’Oscar (tra cui miglior film, miglior attore non protagonista- Leo Grenn e Peter Ustinov in ex aequo, migliori costumi, miglior fotografia, miglior montaggio, miglior scenografia), senza vincerne nemmeno uno: peccato!
Della storia esistono altre versioni: la prima risale addirittura al 1901! Altre famose sono quella diretta nel 1925 da Gabriellino D’annunzio, lo sceneggiato Rai in sei puntate del 1985 diretto da Franco Rossi e la fiction in due puntate del 2001.
Nessun commento:
Posta un commento