martedì 29 novembre 2011

Gomorra, 2008



Regia di Matteo Garrone, con Toni Servillo ( franco), Gianfelice Imparato ( Don Ciccio), Maria Nazionale ( Maria), Salvatore Cantalupo ( Pasquale), Salvatore Abruzzese ( Totò).


A Napoli, nel quartiere di Scampa, il degrado regna sovrano e le istituzioni la titano: l’unica salvezza per tutti sembrerebbero i clan della camorra che offrono lavoro e protezione, alle loro regole ovviamente. E come si sa, le regole della camorra non perdonano: non c’è scampo per chiunque tenti di contrastarla o perlomeno di farne parte…è così che s’intrecciano le storie di vari personaggi: Maria, una donna col marito camorrista in carcere che tenta inutilmente di tenere  il figlio Totò fuori dalle faide; per Pasquale, un sarto che ha sempre lavorato in nero e che viene punito per aver tenuto delle lezioni a dei cinesi di un laboratorio concorrente; per Don Ciccio, porta soldi da una vita, che viene coinvolto in ordini più grandi di lui. E via dicendo….

Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano.

Devo essere sincera: non sono riuscita molto a digerire questo film , che tanto successo ha avuto al Festival di Cannes, tant’è vero che dopo un’ora e 15 minuti non ce l’ho fatta più  e sono uscita. E’ un film davvero molto pesante, estremamente crudo e realistico nel trattare anche gli aspetti più crudeli del fenomeno camorristico( non che ci siano aspetti meno crudeli…), a tal punto da non lasciare nemmeno uno spiraglio di speranza per nessuno dei personaggi .1
Certo, sappiamo tutti che i napoletani non sono tutti così, non credo ci sia bisogno di dirlo; ma è altrettanto vero che gli aspetti del problema camorra affrontati nel film purtroppo sono altrettanto reali, basti pensare alle faide tra i clan, che spesso coinvolgono anche chi non c’entra per nulla, oppure il fatto che nelle file della camorra vengano reclutati tanti ragazzini sbandati puntando sul fatto che la camorra spesso è l’unica che in qualche modo offre loro un lavoro, una sistemazione per il futuro in una terra dove si fa ancora fatica a trovare un lavoro decente (non che nel resto del Paese la situazione sia attualmente migliore…), dove i clan spesso fanno la figura dei generosi occupandosi delle famiglie dei loro affiliati più fedeli, quelli che sono in carcere e non hanno fatto la spia. Diventano così degli eroi da imitare, come il Tony Montana interpretato da Al Pacino in SCARFACE è il mito dei due ragazzini che si inguaiano con la camorra per fare  i vincenti, in un mondo in cui essere vincenti significa anche uccidere il nemico, quello che non  la pensa come te, quello che conosci da una vita ma la cui famiglia appartiene a un clan diverso.
Il film come ho detto è pesantissimo, non l’ho apprezzato molto proprio per questa sua caratteristica; l’hanno chiamato “nuovo neorealismo”, ma i fil neorealisti per quanto crudi non erano così pesanti; ho però molto apprezzato il fatto che finalmente abbiano messo i sottotitoli ai dialoghi, visto che sono interamente in napoletano strettissimo; in molti fil con uguale linguaggio non ho visto quest’accortezza , e sinceramente non capisco perché, visto che rimangono incomprensibili a chiunque non sia del luogo!



Tiziana



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