Regia di Stanley Kubrick, con Tom Cruise( Bill Harford), Nicole Kidman( Alice Harford), Sidney Pollack (Victor Ziegler).
New York, fine anni ’90. Bill e Alice Harford sono due benestanti coniugi, entrambi medici; durante un momento di intimità lei rivela al marito alcune fantasie erotiche che aveva fatto su un altro uomo, immaginando di tradirlo.
La cosa inquieta l’uomo a tal punto che la notte successiva non reintra a casa, vaga per le strade della città dove incontra vari personaggi, e viene così a conoscenza di uan villa dove si organizzano feste esclusive. Che sarebbero orge. Bill riesce a ottenere il pass per parteciparvi…
Tratto dal racconto DOPPIO SOGNO (1925) di Arthur Schntizler, è l’ultimo film del regista Stankey Kubrick, morto una settimana dopo aver concluso le riprese. Forse per questo è stata acclamato come un grande capolavoro, o forse sono io che non ho gli strumenti adatti per giudicarlo. Sta di fatto che quando l’ho visto è mancato poco mi prendesse una botta di sonno tremenda…ma eroicamente sono riuscita a resistere e l’ho visto tutto!
Certo si vede che il regista non è uno qualunque, e il film non manca di pregi: le scene di nudo tra i due protagonisti (all’epoca ancora sposati, e per questo appositamente scelti dal regista in quanto- giustamente- nessuno avrebbe saputo interpretare in maniera credibile le inquietudini di una coppia se non una coppia vera), contrariamente a quello che si vede di solito, non sono banali,messe lì per caso o per fare i “trasgressivi” a tutti i costi, sono molto sensuali e in particolare la scena iniziale con Nicole Kidman nuda davanti allo specchio rispecchiano una bellezza e una sensualità davvero uniche. Inoltre i due attori sono convincenti e all’altezza di due ruoli complessi e di una storia difficile, insomma persino Tom Cruise stavolta ce l’ha fatta…
Tuttavia, alla lunga, il film annoia e le trovate non sono poi così sorprendenti, a mio avviso, anche se il regista riesce a tenere l’attenzione dello spettatore abbastanza desta da essere curiosi di arrivare al finale; nel mio caso più che altro per vedere qual’era, secondo lui, il manzoniano “sugo del discorso”…che io non ho capito proprio.
L’azione viene spostata dalla Vienna degli anni ’30 alla New York anni ’90.
La parte che si svolge all’interno della villa è abbastanza angosciante, per il resto come ho detto…colpo di sonno. Scusate, probabilmente sono io che non capisco il grande cinema, ma a questo punto preferisco un cinepanettone,che almeno fa ridere e si presenta per quello che è, senza pretese intellettuali. Malignando un pochino, mi azzardo a dire che forse, se non ci fosse stata la morte del regista, non avrebbe avuto tutto ‘sta considerazione.
Nessun commento:
Posta un commento