martedì 27 dicembre 2011

Paper Moon- Luna di carta (Paper moon), 1973








Regia di  Peter Bogdanovich , con Ryan O’Neal (Moses Pray), Tatum O’Neal (Addie Pray), Madeline Khan (Trixie Delight), P.J. Johnson (Imogen).

Nrll’America della Grande Depressione, Moses Pray, venditore ambulante di Bibbie, si fa carico di Addie, una piccolo orfana di dieci anni molto scafata: insieme formano una società collaborando alla vendita delle bibbie e dividendo il ricavato per due.
La meta finale del viaggio dovrebbe essere la casa della zia di Addie, l’unica parente rimasta alla bambina; ma le avventure vissute durante il viaggio creano tra i due un rapporto molto speciale….


Tratto dal racconto ADDIE PRAY di Joe David Bowman, è una commedia anni ’70 atipica rispetto allo stile che andava per la maggiore in quegli anni.
Il regista Bogdanovich qui riprende lo stile dei film anni ’30 (periodo in cui è ambientata la storia), a partire da un azzeccato bianco  e nero e dal modulo “on the road”, molto simile ad ACCADDE UNA NOTTE- film del 1934 con Clark Galbe e Claudette Colbert, vincitore di vari premi Oscar e acclamatissimo- , scegliendo come protagonisti di questo viaggio formatico una coppia atipica: un uomo adulto, Moses Pray,venditore ambulante di Bibbie, e sua figlia,la scaltra Addie.
Per i due è il primo incontro: Moses ha saputo solo alla notizia della morte della madre di Addie che la bambina potrebbe (la sicurezza non c’è mai per tutto il film) essere sua figlia, ma essendo vissuto nell’irresponsabilità e alla giornata, l’unico impegno che riesce a prendere nei suoi confronti, anche dopo che è rimasta orfana, è quello di accompagnarla dalla zia che vive dall’altra parte degli Stati Uniti.
Il viaggio riserverà loro varie avventure, divertenti e non ma di poco conto, che però serviranno a far nascere e crescere un legame forse già naturalmente presente; senza contare che la piccola Addie si rivela essere molto più scafata e bizzarra del genitore. I duetti tra i due sono la parte migliore del film, e sicuramente il fatto che Ryan e Tatum O’Neal fossero padre e figlia nella realtà ha molto giovato alla dinamica della narrazione.
Soprattutto la bambina recita in modo sorprendentemente naturale, qualità importante che purtroppo,vista la sua carriera fallimentare, credo abbia perso per strada, coem succede del resto a molti bambini prodigio.
Nel 1974 Tatum O’Neal vinse l’Oscar come migliore attirce non protagonista per questo film, e a tutt’oggi rimane la più giovane attrice ad aver vinto questo premio; nonostante sia a tutti gli effetti una protagonista, i giurati ritenenro inopportuno nominare una bambina coem attrice protagonista e quindi ecco perché venne “relegata” al ruolo di non protagonista…
 Sempre nello stesso anno la piccola attrice vinse anche il David di Donatello come migliore attrice straniera, e il Golden Globe come attrice emergente.
Negli Stati Uniti il film ebbe un tale successo che nel 1974 ne fu tratta una serie televisiva, con una giovanissima Jodie Foster nei panni di Addie; tale serie però, a differenza del film, non ebbe alcun successo, tanto che venne cancellato quasi subito.

1 commento:

  1. Commento de LAMIAECO, in data 25 luglio 2011:

    "Il film non l'ho visto, ma ricordo di aver letto un'intervista dell'epoca alla bambina Tatum, dove il giornalista le chiedeva se era stato difficile recitare o roba del genere.
    Tatum rispondeva che non era un genio, che a recitare non ci voleva nulla perché in pratica faceva solo quello che le diceva il regista e quindi non capiva tutto questo stupore di fronte alla sua recitazione.
    Cara bambina! Non si rendeva conto di quanto invece proprio questo suo assecondare istintualmente le indicazioni del regista fosse la cosa eccezionale!
    Poi magari non è sbocciata una carriera brillante, peccato, però il film resta e deve essere davvero bello."

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