giovedì 29 dicembre 2011

Una lunga domenica di passioni ( Un long dimanche de fiançailles), 2004

   
   
Regia di Jean Pierre Jenuet , con Audrey Tatou ( Matilde ), Gaspard Ulliel ( Manech ), Dominique Pinon ( Sylvain ), Marion Cotillard ( Tina Lombardi ), Jodie Foster ( Elodie ).
 
Matilde è una giovane orfana poliomielitica allevata dagli zii, che aspetta fiduciosa il ritorno del fidanzato Manech dal fronte della prima guerra mondiale.E quando arriva la notizia che il ragazzo è stato fucilato con altri quattro compagni per diserzione. Matilde non crede nemmeno per un istante a ciò: lei sostiene di aver mantenuto con l’amato un legame speciale e invisibile che non si è mai spezzato, quindi è certa sia ancora vivo.Decide così di partire da sola alla volta di Parigi per scoprire cosa è successo in realtà a Manech, e durante il viaggio, aiutata solo da uno stravagante amico, verrà suo malgrado a conoscenza anche delle storie degli altri condannati…

Tratto dall’omonimo romanzo ( 2005 ) di Sebastien Japrisot,è un film particolare ma coinvolgente, anche se vengono usati toppi flashback per i miei gusti! Tecnica del resto necessaria per illustrare tutti i vari indizi che la nostra protagonista scopre durante la sua ricerca.
Il film è affollato di personaggi a loro modo speciali e particolari: la vendicativa prostituta corsa, il prete incline a rivelare la verità solo a metà, un pappone vigliacco che si riscatterà solo dopo morto, il giovane e romantico  guardiano del faro catapultato nella terribile realtà della guerra e tanti altri, capitanati dalla protagonista Mathilde,cui Audrey Tatou presta il suo volto infantile e ingenuo in un personaggio che ricorda molto il film che le regalò successo planetario, IL FAVOLOSO MONDO DI AMELIE ( tanto che il film venne soprannominato all’uscita “Amelie va alla guerra” ). rece73Perché la forza di Mathilde è proprio quella che potrebbe a chiunque apparire una debolezza, cioè la sua fiducia e il suo ottimismo che nulla riesce a scalfire, né la malattia che l’ha invalidata né la tragica notizia della morte di Manech; accanto a lei, complici loro malgrado nel ricostruire un ampio affresco di un’epoca, molti attori francesi che io personalmente non conosco ma che ho trovato molto intensi ed espressivi, e una Jodie Foster in un ruolo minore e francamente “gelida”.
Il finale è inaspettato e spiazzante, ma comunque penso che a molti piacerà.





 
   

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