Regia di Stanley Kubrick, con Sue Lyon ( Lolita),James Mason ( Humbert),Shelley Winters ( Charlotte Haze), Peter Sellers ( Clare Quilty).
Il maturo professore Humbert Humbert( ma che nome, scusate!) affita una stanza in casa della vedova Charlotte Haze, dove conosce la figlia di lei, l’adolescente Lolita, per la quale prende un’enorme sbandata, che si trasforma pian piano in un passione morbosa a causa della quale Humbert perde completamente la testa.
Dapprima, pur di stare vicino all’amata, ne sposa la madre, che però dopo poco muore in un incidente; rimasto libero, Humbert intraprende con la ragazzina, che ricopre di morbose attenzioni un viaggio per l’America, dove il rapporto tra lui e Lolita comincia risentire di alti e bassi, che culminano nell’incontro della ragazza con un famoso e affascinante critico cinematografico…
Tratto dall’omonimo romanzo ( 1955)di Vladimir Nabokov( che collaborò personalmente alla stesura della sceneggiatura del film, finendo per rimanere in disaccordo con i tagli a tal punto da andarsene) uno dei più grandi scandali letterari del secolo( con accuse nemmeno tanto velate di pedofilia) in quanto racconta una storia d’amore morbosa e proibita: quella tra un uomo maturo e una ragazzina appena adolescente.
Proprio per la sua morbosità la storia di Lolita non mi è mai piaciuta, ma devo dire che in questo film Kubrick rende al massimo il clima ambiguo della storia, un mix di innocenza e perversione per il quale, nonostante i film in Technicolor ci fossero da parecchio tempo, è stato scelto il vecchio, e a seconda di come viene usato inquietante, bianco e nero.
Nella parte della ninfetta Lolita troviamo Sue Lyon, all’epoca esordiente ( e subito dopo scomparsa dagli schermi), scelta personalmente da Nabokov,che fornisce un’interpretazione diventata talemten di culto che ormai nell’immaginario cinematografico ogni volta che si nomina il termine “ninfetta” si pensa esclusivamente alla sua immagine nella prima scena in cui appare a Humbert: mentre prendo il sole in giardino in bikini, con un enorme cappellone sulla testa; oppure all’immagine-icona del manifesto del film, mentre succhia un lecca lecca…praticamente un’innocente tentatrice.
L’apparentemente algido Humbert è interpretato da James Mason, ossessivo nella sua tragica passione fino a sprofondare in un ingorgo di perversione che lo porterà all’omicidio; notevoli anche Shelley Winters nel ruolo della provinciale e dozzinale madre di Lolita, la cui morte verrà causata inconsapevolmente dalla scoperta dell’insana passione del marito, e Peter Sellers in quello dell’antagonista spregiudicato di Humbert.
Nel 1997 venne girato un remake del film, con protagonisti Jeremy Irons,Dominique Swain e Melanie Griffith: nonostante l’ottima scelta del cast , un film completamente privo di bravura e del fascino che traspare comunque dall’originale.
Tiziana
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