Regia di Julien Duvivier, con Vivien Leigh (Anna Karenina),Kieron Moore (Conte Vronsky),Ralph Richardson (Alexej Karenin),Sally Ann Howes (Kitty).
Anna Karenina, moglie del diplomatico Alexej Karenin, vive in una prigione dorata : la sua vita si trascina monotona e frustrante tra piccoli screzi in famiglia,la cura dell’amato figlio Segeij, un marito gentile ma assente.Fino a quando incontra l’affascinante conte Vrosnky, militare in carriera dell’esercito, col quale è amore a prima vista.Inizialmente combattuta dai dubbi, Anna sceglie di fuggire col conte: ma dopo i primi tempi la nostalgia per il figlioletto e lo sfumare del sogno d’amore nella quotidianità di tutti i giorni aprono gli occhi ad Anna. Ma ormai è troppo tardi…
Tratto dal capolavoro ( 1877) di Lev Tolstoj,è un film incentrato quasi esclusivamente sulla bellissima interpretazione di Vivien Leigh, che da volto e soprattutto anima a una sofferta e sentita Anna, donna capace di grandi passioni che sacrifica tutto per amore e da questo amore viene distrutta.Non è da escludere ( ma questa è solo la mia impressione…)che l’attrice abbia messo molto di sé stessa, delle proprie insicurezze e sofferenze emotive in questo forte personaggio,attorno alla cui storia ruotano comprimari bravi ma che scompaiono di fronte alla grandezza e bravura della protagonista;in particolare mi è sembrato molto incolore Kieron Moore,che pare fosse stato scelto anche in quanto all’epoca era un sex simbol…ma tant’è.Il film per il resto è molto accurato, ricostruendo perfettamente la società nobile russa dell’epoca;del romanzo di Tolstoj esistono altre due versioni: quella del 1935, diretta da Clarence Brown, con Greta Garbo ( Anna),Basil Rathborne ( Karenin),Frederich March ( Vronskj), e una del 1997 di Bernard Rose con Sophie Marceau ( Anna),Sean Bean ( Vronskj).
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