Regia di Mario Ferrero , con Rina Morelli (Carolina Materassi), Sarah Ferrati (Teresa Materassi), Nora Ricci (Giselda Materassi), Ave Ninchi (Niobe), Giuseppe Pambieri (Remo).
Le sorelle Teresa e Carolina Materassi sono due anziane e rinomate cucitrici e ricamatrici di biancheria e corredi da sposa. Sacrificando la loro vita al lavoro, non solo hanno pagato i debiti lasciati in eredità dal padre, ma hanno raggiunto anche una certa agiatezza che permetterebbe loro di trascorrere una vecchiaia senza preoccupazioni. Con loro vivono la domestica Niobe e Giselda, la sorella più giovane e bistrattata.
Alla morte di una quarta sorella viene loro affidato Remo, il figlio, per le quali le due zie maggiori (Teresa e Carolina) e Niobe perdono letteralmente la testa; e da grande i risultati si vedranno…
Tratto dall’omonimo romanzo (1933) di Aldo Palazzeschi, questo sceneggiato in tre puntate riproduce perfettamente il romanzo da cui è tratto, ancora meglio del film del 1942 con protagoniste Irma ed Emma Gramatica.
La storia drammatica ma narrata con momenti comici-amari delle due anziane zitelle che si rovinano la vita per l’adorato nipote che invece le sfrutta è resa concentrando le tre puntate sull’evidente adorazione cieca e immeritata che le due zitelle hanno, frutto evidente di una vita e di una gioventù sacrificate al lavoro, non vissute, ma i cui desdieri ancora covano sotto la cenere a dispetto dell’età ormai avanzata.
Su tutto ciò fa leva il nipote, interpretato da Giuseppe Pambieri in modo eccellente, che rende al massimo il suo cinismo, la sua cattiveria e insensibilità verso chiunque non sia sé stesso; non una maschera, ma un atteggiamento vero che non fa trasparire alcun sentimento verso nessun’altro.
Sarah Ferrati e Rina Morelli sono Teresa e Carolina, una apparentemente più forte e la’ltra apparentemente più timida, unite però dallo siprito di sacrificio e se vogliamon pure dalla dabbenaggine dimostrata nella loro situazione.
Molto intensa l’interpretazione dell’attrice Nora Ricci nei panni di Giselda, la sorella ingiustamente denigrata e bistrattata, che in realtà nasconde un buon cuore che non verrà mai apprezzato nemmeno alla fine.
La narrazione è incorniciata non solo dai paesaggi (ancora in bianco e nero) toscani, ma anche da titoli di testa e coda scritti in modo classico e ottocentesco.
Commento di SAR, in data 17 marzo 2011:
RispondiElimina"Altri tempi.oggi, come saprai, tutto è più difficile. Un saluto da sar."
Fossero difficili sono in televisione!
RispondiEliminaCommento di SAR in data 18 marzo 2011:
RispondiElimina"Certo che è così! Saluti per un futuro migliore per tutti."