venerdì 25 novembre 2011

Intervista col vampiro (Interview with the vampire), 1994


Regia di Neil Jordan, con Tom Cruise ( Lestat), Brad Pitt( Louis),Kirsten Dunst ( Claudia), Antonio Banderas( Armand), Christian Slater (Malloy).

Il giornalista Malloy intervista uno strano personaggio, che gli confessa di essere un vampiro, e gli racconta la sua storia.
Dopo la morte della moglie, il ricco Louis vive alla giornata, vegetando, tra case da gioco e bordelli, desiderando solo la morte. Che arriva, ma nei panni di Lestat, un vampiro che, dopo aver vampirizzato Louis, ne diventa il compagno di avventure. I due non potrebbero essere più diversi:Lestat è cinico e maligno, Louis è invece più tormentato e sensibile, tant’è che rifiuta di nutrirsi di sangue umano preferendo quello degli animali.
In seguito ai due si unisce Claudia, una piccola orfana che i nostri due vampiri adottano rendendola come loro; ma se per qualche tempo la “famiglia” funziona, gli anni che passano portano inevitabili cambiamenti, non certo piacevoli…

Tratto dal romanzo omonimo(1976)  di Anne Rice- primo della serie CRONACHE DI VAMPIRI- è uno dei film che ho amato moltissimo nella mia adolescenza, ma anche ora lo trovo un film pregevole e ben fatto, curato sotto tutti i suoi aspetti.
Innanzitutto non è un horror comune nel vero senso del termine, ma un film che mescola elementi horror (che prevalgono), con elementi drammatici e talvolta con una vena di caustica ironia, presente soprattutto nel personaggio di Lestat, interpretato da un Tom Cruise davvero notevole (soprattutto per me che non ho mai amato particolarmente questo attore), che ha saputo rendere davvero bene le sfumature di tale personaggio, non certo facile, che unisce notevoli dosi di cinismo e crudeltà a tormento, infelicità e anche, se vogliamo, il desiderio di sfuggire alla solitudine cercando dei compagni a lui congeniali.
Il suo ghigno feroce, la sua cupezza e amarezza  mi sono rimasti impressi anche dopo tanti anni…
Accanto a lui Brad Pitt, all’epoca ancora giovane attore che doveva mostrare il suo talento, nel ruolo altrettanto drammatico di Louis, il vampiro sensibile che non riesce a rinunciare del tutto alla sua umanità, che non sopporta la crudeltà e il dover uccidere innocenti per sopravvivere, tant’è vero che, nonostante la derisione e il disprezzo  di Lestat, preferisce uccidere topi e animali nutrendosi del loro sangue; innegabile il fascino che questo personaggio trasmette non solo fisicamente.
Notevole, a mio avviso, l’esordiente Kirsten Dunst nei panni del personaggio più sofferto, Claudia, la bambina vampira  condannata dentro un corpo da bambina anche quando in realtà la sua anima diventa normalmente quella di una donna, con tutti gli stravolgimenti del caso, come per esempio l’amore per Louis, che non può vivere perché, esternamente, sarà sempre bambina per l’eternità. Notevole la capacità dell’allora giovanissima attrice(aveva solo dieci anni, e nello stesso anno interpretò Amy in PICCOLE DONNE)di tenere testa di due più esperti colleghi, rendendo davvero unico il suo personaggio. Scivolone invece per Antonio Banderas, nel ruolo del vampiro Armand, forse volutamente tenuto sottotono.
La struttura narrativa del film, che si snoda tra San Francisco, il fiume Missisipi, Parigi e altre località ottimamente evidenziate da una fotografia volutamente nebbiosa e cupa in alcune scene, e luminosa e cruenta in altre, riesce a coinvolgere lo spettatore rendendolo partecipe delle vicissitudini dei personaggi.Da notare l’omaggio finale al mondo del cinema:alla fine, in una delle scene più suggestive del film, la finzione cinematografica è l’unica cosa che permette a Louis, dopo duecento anni, di rivedere un’alba: quella di VIA COL VENTO.


Tiziana



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