domenica 29 giugno 2014

The vampire diaries- Stagione IV




Regia di   con Nina Dobrev (Elena Gilbert/Katherine Pierce), Paul Wesley (Stefan Salvatore), Ian Somerholder (Damon Salvatore), Steven McQueen (Jeremy Gilbert),Katherina Grahm (Bonnie Bennett),Candice Accola (Caroline Forbes), Zach Roering (Matt Donovan),Michael Trevino (Tyler Lockwood),Joseph Morgan (Klaus Mikaelson),Claire Holt (Rebeckah Mikaelson), Todd Williams (Connor Jordan),Daniel Gillies (Eliah Mikaelson),DAvid Alpay (prof. Shane).




Dopo l'incidente con cui terminava la terza stagione Elena si sveglia con in circolo il sangue di Damon: è in fase di transizione per diventare vampira. Mentre la nostra completa la sua trasformazione, a Mystic Falls inizia tutta una serie di disgrazie, a partire dal pastore Young che decide di farsi saltare per aria in un attentato con altre 12 persone. Il tutto si scoprirà collegato all'esistenza di una misteriosa cura contro il vampirismo, di cui però ne esiste una sola copia che è bramatissima dalla maggior parte dei vampiri.
Nel mentre, continuano le solite dinamiche: Elena indecisa tra Stefan e Damon, Klaus sempre più cattivo, Rebeckah sempre più umana, Katherine sempre più stronza....ecc ecc ecc


Causa mancanza di tempo, accumularsi di materia prima interessante e difficoltà a reperire tutti i telefilm che mi interessano dato che è stato chiuso Cineblog, avevo un po' tralasciato la recensioni dei telefilm; ora finalmente ho finito di seguire anche questa quarta serie di "The Vampire diaries", uno dei telefilm che più mi ha appassionato negli ultimi anni.
Complice, inutile dirlo, il personaggio di Damon, che anche in questa stagione rimane il più interessante della serie, ma anche quello capace di dare più emozioni e più colpi di scena alla storia. Nonostante ciò devo riconoscere che in questa serie i personaggi della famiglia Mikaelson si confermano come gli unici capaci di rubare la scena a Damon  e di rivaleggiare con lui in termine di interesse, sia come personaggi che come storie.
In questa serie mi è piaciuta davvero molto Rebeckah, un personaggio veramente pieno di sfaccettature: una cattiva a tutto tondo, a volte veramente perfida ma con un fondo di umanità sempre più forte che alla fine, emergendo, è capace di conquistare; vedo molto interessante una sua possibile storia con Matt, visto che  a quanto pare è l'unica che ha saputo coglierne e apprezzarne il valore, nonostante sia uno dei personaggi più in ombra (e aggiungerei, l'unico della città a essere rimasto umano, visto che quasi tutti ormai sono vampiri, licantropi, streghe e quant'altro!).
Altri personaggi interessanti, Klaus (per lui vale lo stesso discorso fatto sulla sorella: un cattivo a tutto tondo, anche meno umano di Rebeckah, ma il cui amore per Caroline, nonostante nato dal nulla nella serie scorsa,è sviluppato in maniera molto interessante, così come il rapporto con la ragazza in questione), Caroline (sempre più matura e dolce sotto la patina frivola)e Tyler :il triangolo Tyler- Caroline-Klaus è molto più interessante di quello STefan-Elena- Damon. Scadente invece, come sempre (non mi è mai parsa credibile) la coppia Jeremy-Bonnie.
A proposito di quest'ultima: in questa serie compaiono, dopo tanti anni, i genitori che l'avevano abbandonata con la nonnoa, disinteressandosene per 18 anni:ovviamente appena arrivano sembra che vogliano fare i genitori dell'anno....fossi stata la figlia, avrei usato i miei poteri magici per combinargli qualche scherzetto. 

Per quanto riguarda i nostri protagonisti, questa è la serie della svolta: Elena sceglie finalmente....non vi dico chi, ma se vi dico che la scelta non mi ha entusiasmato perchè il personaggio merita ben di meglio penso capirete! Oltretutto, cosa c'è di peggio di una Elena scipita e incolore come finora era stata? Ve lo dico io, una Elena cattiva che perde progressivamente la propria umanità causa dolori vari, arrivando a non distinguersi quasi più dal suo doppio Katherine: tanto di cappello comunque  all'attrice Nina Dobrev che ha saputo caratterizzare due personaggi simili.
Come da tradizione nei vari telefilm americani che parlano di adolescenti. anche qui abbiamo la puntata del giorno del diploma: puntata come sempre commovente per la sottoscritta, nonostante no sia una consegna "canonica" e nonostante il comprensibile scarso entusiasmo di Stefan: che essendo vampiro, quindi eterno, si è diplomato ormai infinite volte....!
Complessivamente la serie si lascia ancora vedere, anche se in molte parti accentua il senso di stanchezza e di noia già apparso nella precedente serie...vedremo come continuerà con la quinta serie.







venerdì 27 giugno 2014

Eli Wallach

E'  morto a New York all'età di 98 anni l'attore americano Eli Wallach, con una lunghissima carriera cinematografica e televisiva, solitamente nei ruoli di cattivo. Il suo ruolo più noto, almeno qui in Italia, è probabilmente quello del "Brutto" nel film di Sergio Leone "Il buono, il brutto e il cattivo", ma si ricorda anche in innumerevoli altri film: "I magnifici sette"(1960),"La conquista del West"(1962), "Gli spostati" (1961), "Come rubare un milione di dollari e vivere felici" (1966),"I quattro dell'Ave Maria" (1968), "Wall Street" (1987), "Ghost Writer" (2010),"IlPadrino parte III" (1990) e moltissimi altri.






martedì 24 giugno 2014

Le mie intolleranze al cinema

1-     La gente che sgranocchia e digerisce rumorosamente caramelle,popcorn e altro, e beve la coca col risucchio. Allora, le cose sono due: o lo fanno apposta ( e qua proporrei minimo il taglio della lingua o la cucitura della bocca col fil di ferro), o sono proprio dei maiali..e allora stiano a casa loro!

2-     La gente che ti mette i piedi sullo schienale della poltrona, o che continua a muoversi dandoti pedate PER TUTTO IL TEMPO! Se avete il ballo di San Vito curatevi..all’ospedale però, non al cinema!

3-     Quelli che vanno a vedere i film senza saperne nulla, nemmeno la trama, e poi una volta lì non gli piace il film scassano le balle a quelli che sono con loro ( e  pure a tutti gli altri purtroppo!), continuando a dire ad alta voce: “Che palle ‘sto film!”, “Ma cosa mi hai portato a vedere?”( ma perché, ti hanno tramortito, trascinato con la forza e legato alla poltrona?!), “Ma quando finisce, uffa!”.In questa categoria metto anche quelle persone che vanno a vedere i musical, senza ripeto sapere nulla del film che vanno a vedere ( a questo punto nemmeno il genere…), e poi cominciano: “ma che balle, ma è tutto cantato questo film!”( questo a ogni canzone), o sennò appena comincia una canzone si mettono a parlare ad alta voce, senza curarsi che magari chi gli è vicino vuole sentire ANCHE QUELLE!

4-     Il fatto che alla multisala ti danno il biglietto col posto numerato, così quasi sempre sei costretto a sederti non dove hai voglia tu, ma praticamente dove ti dicono loro..e spesso, se la sala è piena, non riesci a spostarti nei posti vuoti che si possono trovare. E sempre riguardo ai biglietti: perché teoricamente è possibile scegliersi il posto tramite il computer degli operatori, e invece praticamente quando lo chiedi ti dicono che non è possibile?!Sarà pigrizia o che altro?!Che poi finisce sempre che mi sbattono nei posti che meno mi piacciono, ovvero nella primissima fila in alto( in culo ai lupi), o contro il muro…mentre io ESIGO di mettermi nelle file in mezzo o basse.

5-     Perché d’estate se vado alla multisala devo trascinarmi dietro il golfino perché dentro ci sono 10 gradi, grazie all’aria condizionata? Quando fuori poi ce ne sono 35, badate bene…metterla un po’ più bassa no?!

6-     Quelli che la cinema continuano ad accendere e spegnere i cellulari per vedere l’ora o peggio, massaggiando con chissà chi per tutto il tempo?Se ti trovi vicino a loro, impossibile non essere infastidito dalla lucetta del cell che va e viene…ma dico se vuoi mandare i messaggini che caxxo vai a fare la cinema?Poi quando escono li senti che dicono: “ io questo film l’ho mica capito”.Certo…forse se l’avessi seguito…

7- Quelli che fanno continuamente questo tipo di commenti: "che brutto che è lui", "che brutta che è questa",, "come si veste male tizio o tizia", "com'è invecchiato questo " ( qui di solito sono persone di uan certa età verso attori della loro epoca, che magari non vedevano da circa 20 anni!!!), "come è pettinata male questa" ecc..ma guardarsi un po' voi no?E ribadisco, lo fanno PER TUTTO IL FILM.

8- Infine, i decerebrati che vanno a vedere un film per la seconda volta e dicono ad alta voce "io questo l'ho visto, è quello che finisce così"e ti raccontano ad alta voce il finale, attirandosi l'odio di tutta la sala.


9- E per finire, la categoria più odiata, quelli  per cui chiedere il Daspo a vita  e l'interdizione perpetua da tutti i cinema d'Italia: quelli che continuano ad accendere e spegnere cellulari e smartphone per guardare l'ora, mandare messaggi, controllare che abbiano risposto al messaggio, andare su FB (che poi, non è assurdo spendere otto euro e passa per poi stare li a connettersi a FB), riprendere il film e farsi idioti "selfie" (perchè adesso c'è anche questa moda da decerebrati?!).
A tutti costoro un accorato appello: STATEVENE A CASA VOSTRAAAAAAA!!!


domenica 22 giugno 2014

Mary e il giardino dei misteri (アニメ ひみつの花園 Himitsu no Hanazono),1991

Regia di Tameo Kohanawa e Kaoru Umeno, serie animata in 39 episodi, trasmessa in Italia per la prima volta nel 1993 su Rete 4. Sigla cantata da Cristina D'Avena.


Mary Lennox, vivace bambina di dieci anni, è nata e cresciuta in India, ma quando i genitori muoiono a causa di un  terremoto fa ritorno in Inghilterra per essere affidata a Lord Craven, fratello della madre.
Per Mary le difficoltà non sono poche:abituarsi a vivere in un paese totalmente diverso dall’India e per di più in una grande casa deserta, se non per la presenza della governante Mrs Medlock, non è facile, ma un giorno conosce Dick, un coetaneo povero  fratello di una delle domestiche, con il quale stringe una forte amicizia; i due bambini scoprono che nella tenuta c’è un giardino seminascosto e abbandonato da anni, e all’insaputa di tutti decidono di prendersene cura…


Quando mia sorella era piccola per un periodo questo era stato uno dei suoi cartoni preferiti, e anche se ormai non ero più tanto piccola l'ho seguito volentieri anche io; tratto dal romanzo omonimo (1910 ) di Frances Hodgson Burnett è una storia sensibile e garbata, molto piacevole per i bambini ma anche utile per introdurre temi sensibili come la disabilità, la rielaborazione di un lutto, il sentirsi soli.
La piccola protagonista è la solita bambina che si vede spesso nei cartoni: simpatica, cocciuta,energica e piena di iniziativa (per molti aspetti ricorda Candy Candy), pian piano passerà dal subire il cambiamento avvenuto nella sua vita a essere essa stessa motore per tanti cambiamenti non meno importanti per chi le sta vicino; il tutto partendo dalla scoperta di un vecchio giardino segreto che lo zio assente aveva dato ordine severissimo di chiudere alla morte della moglie, e a cui la bambina dedicherà le sue energie, iniziando a farlo per superare il trauma della morte dei genitori e il conseguente allontanamento dai luoghi in cui è cresciuta; nell'impresa verrà aiutata anche da Dick, il fratello della sua cameriera con cui stringerà amicizia (entrambi i personaggi e la loro famiglia qui sono di colore) e dal  cugino disabile Colin, personaggio talvolta irritante che però proprio alla mancanza di pietismo degli amici troverà il modo di superare la propria disabilità.
Nonostante la serietà non mancano momenti divertenti, come in ogni cartone che si rispetti.





venerdì 20 giugno 2014

Tiberio Mitri- Il campione e la Miss, 2011





Regia di Angelo Longoni ,con Luca Argentero (Tiberio Mitri), Martina Stella (Fulvia Franco), Giuliano Oppes (Jake La Motta), Paola Sambo (madre di Tiberio), Eleonora Ivone (madre di Fulvia),Giancarlo Previati (Pagani).

Trieste 1948: due dei personaggi più amati del momento, il pugile Tiberio Mitri, campione italiano dei pesi medi, e la Miss Italia Fulvia Franco, si innamorano e si sposano. Già famosi e amati singolarmente, lo diventano ancora di più come coppia, in un’Italia appena uscita dal disastro della guerra e con tanta voglia di ricominciare. Ma i due giovani sposi sono anche molto ambiziosi riguardo alle rispettive carriere; lui sogna di vincere il titolo mondiale, lei di diventare una diva di Hollywood.
La loro grande occasione si presenta quando a Tiberio viene proposta una sfida storica: conquistare il titolo mondiale battendosi nientemeno che con Jake La Motta. Tiberio e Fulvia partono quindi per l’America, ma i loro sogni si infrangeranno miseramente….



Ai più oggi i loro nomi non dicono nulla (anche se di lui forse qualcuno ricorda la triste fine nel 2001), ma nell’Italia del dopoguerra Tiberio Mitri e Fulvia Franco furono molto di più che una celebre coppia vip come ce ne sono tante oggi; per gli italiani, da poco usciti dalla seconda guerra mondiale e ancora sofferenti nel tentativo di ricostruire il Paese, rappresentarono proprio lo spirito della nazione, la voglia di riscatto, di tornare a essere felici dopo tante sofferenze, la possibilità di farcela dopo grandi sforzi e sacrifici. Forse al giorno d’oggi per molti di noi è difficile comprendere lo spirito di quell’epoca ormai lontana, dove nonostante tante disgrazie c’era ancora una certa ingenuità e soprattutto ottimismo, e dove lo sport non era ancora quella macchina da soldi che sforna miti usa e getta e si basa prevalentemente su interessi economici, ma era considerato un’arte di tutto rispetto, e quindi gli sportivi (in quegli anni soprattutto calciatori, ciclisti e pugili) erano davvero dei talenti nel loro genere amati, ammirati e portatori di valori sani e alla portata di tutti.

E dove una Miss Italia veniva considerata alla stregua di una diva hollywoodiana (siamo sinceri: molti di noi non sanno nemmeno il nome della vincitrice di quest’anno, figuriamoci quelli degli anni precedenti!), un modello per le ragazze e donne al pari delle più celebri attrici. 
Inoltre entrambi erano triestini, città particolarmente martoriata da varie lotte; fu molto facile issarli sul piedestallo della notorietà, facendoli diventare gli idoli di tutti coloro che sognavano di diventare qualcuno e realizzarsi pur essendo nati poveri (anche se a dire la verità,l’unico povero della coppia era lui, la cui madre fu costretta a lasciarlo in un istituto perché rimasta vedova non poteva mantenere tutti i figli;lei invece era di famiglia borghese ma impoverita dalla guerra e dalle manie di grandezza della madre).
Purtroppo a quanto pare la coppia non resse a tutto ciò; ed è questo l’aspetto su cui si concentra particolarmente la fiction; il messaggio principale sembra essere proprio questo, che anche un grande amore e una grande passione , come indubbiamente è quello tra i due protagonisti, può rimanere vittima delle ambizioni personali e del peso della fama.
La fiction mi è piaciuta, anche se certo è impossibile non notare la visione maschilista con cui viene raccontata la storia: vedendola, pare infatti di sentire regista e sceneggiatori che si accodano al coro dei pettegolezzi dell’epoca, secondo cui se Mitri perse il famoso incontro contro Jake La Motta nel 1950 e passò quindi un periodo di crisi la colpa fu tutta della moglie, che non accettò di mettersi da parte per dedicarsi unicamente la ruolo di moglie e sostegno del compagno, ma cerco di sfruttare l’occasione americana (e non solo quella) per crearsi una propria carriera. La Franco viene infatti dipinta un po’ come presuntuosa ed egoista, una donna che avendo vinto Miss Italia si era montata la testa al di là delle sue reali qualità artistiche (anche se vengono mostrati i suoi sforzi per migliorare prendendo per anni lezioni di recitazione,portamento e dizione e tutto quello che poteva servire) e che quindi con i suoi capricci riduce in rovina il talentuoso marito; motivo per cui la fiction, la cui messa in onda era inizialmente prevista per marzo, è stata poi bloccata dal nipote della coppia che fece causa (perdendola) al regista, ritenendo offensivo e poco veritiero il ritratto di sua nonna.
Vista la sua dimenticabile carriera, è probabile che la giovane Miss avesse davvero degli obiettivi più grandi di lei, ciononostante non vedo perché non avrebbe dovuto cercare di affermarsi ugualmente! 

Tra i due attori il più bravo è Luca Argentero in un ruolo molto fisico nel quale l’attore si è calato a tal punto da perdere 10 kg per raggiungere lo stesso peso del vero Tiberio Mitri e da rompersi le costole durante gli allenamenti di pugilato,mentre Martina Stella, attrice a mio avviso così così, riesce a dare comunque credibilità al personaggio della Franco, nonostante qualche broncio di troppo, il cui bel fisico è sicuramente valorizzato dai costumi anni ’40 e ’50. Entrambi gli attori hanno imparato il triestino per interpretare la fiction.
E’ una storia a suo modo appassionante, anche perché le vicissitudini della coppia si inseriscono in un contesto storico particolare e ben delineato e con personaggi di contorno validi, che può interessare a chi ama particolarmente questo periodo, ma anche a chi vuole vedere una bella storia d’amore e di passione….seppure, non a lieto fine (e questo lo metto solo perché, essendo comunque personaggi famosi, il finale o è già conosciuto o facilmente conoscibile anche se non si guarda la fiction).



mercoledì 18 giugno 2014

Maleficent, 2014



Regia di Robert Stromberg , con Angelina Jolie (Malefica), Elle Fanning (Aurora),Sam Riley (Fosco), Sharlto Copley (Stefano).

Malefica è una giovane fata buona e gentile che vive in pace e armonia nel regno fatato di Brughiera assieme ad altre creature magiche; questo regno confina con quello degli umani ma la convivenza è sempre stata serena e pacifica. Un giorno giunge nel regno di Brughiera un giovane di nome Stefano, tra lui e Malefica nasce una storia d'amore, ma la fata non sa che l'ambizioso principe ha intenzione di sfruttare il sentimento che c'è tra loro per tradirla crudelmente, tagliandole le ali e cercando di consegnare il regno di Brughiera nelle mani dello spietato Re Enrico.
Privata delle ali e ferita dal tradimento Malefica cambia, diventa una fata malvagia che coglierà l'occasione per vendicarsi durante il battesimo di Aurora, la figlia di Stefano, a cui lancia una crudele maledizione....



Quando ho saputo che si progettava un remake in carne e ossa de "La bella addormentata nel bosco"Disney ho subito pensato che Angelina Jolie sarebbe stata l'ideale nel ruolo di Malefica...come sono telepatica per queste cose! :)

Non solo è stata scelta proprio lei, ma la mia previsione è stata più che azzeccata: penso che questa Malefica più umana sia uno dei suoi ruoli migliori  e che la performance dell'attrice sia da premio oscar. Non per nulla la figura di Malefica giganteggia sugli altri rendendoli tutti poco più che insignificati, a partire dalla classica protagonista Aurora (una zuccherosissima Elle Fanning,molto più zuccherosa della sua versione cartoon).
Espressiva sia fisicamente che visivamente, Malefica è molto ben tratteggiata psicologicamente; lo stesso non si può dire degli altri personaggi, a volte inutilmente ridicolizzati (perchè le tre fatine devono essere dipinte come sciocche, incapaci e addirittura nemmeno amiche fra loro?!) o notevolmente peggiorati (il re Stefano, irriconoscibile cattivissimo..oltre al fatto che francamente una love story, anche pregressa, fra lui e Malefica mi è apparso quanto di più improbabile!)...questo quando non sono stati proprio cancellati: è la sorte che tocca alla Regina, che qui praticamente sparisce (non appare mai nemmeno nella scena del battesimo della figlia, e quando al re viene comunicato che sta morendo se ne frega, ossessionato dal suo odio per Malefica!).
Va a finire che oltre a a Malefica l'unico personaggio degno di nota è il corvo Fosco, sempre fedele ma anche critico e sincero nei confronti della padrona. Un rapporto che si potrebbe prestare a varie chiavi di lettura, omesse nel film.
In effetti la trama poteva essere più interessante e "dark", anche perchè - almeno fino a un certo momento-promette di essere tale;poi però tutto si perde diventando un tipico film per bambini. Non che questo sia del tutto un lato negativo, il film è ugualmente godibile come storia...ma manca quel "quid" che avrebbe potuto renderlo unico, particolare fino in fondo.
Una curiosità: per interpretare Aurora piccola è stata scelta Vivienne, una delle figlie che ha avuto con Brad Pitt.
Nella scena del battesimo, confusi fra la folla sono presenti anche altri due figli dell'attrice, Maddox e Zara.




sabato 14 giugno 2014

A hard day's night,1964


Regia di Richard Lester, con John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr, George Harrison, Wilfrid Brambell (John McCartney), Victor Spinetti (Richard Dodge).


I Beatles devono andare a Londra per registrare un importante programma tv e portano con loro il nonno di Paul, per distrarlo dalla depressione causata dalla fine di una relazione sentimentale.
Ma, giunti nella Capitale, quello che sembrava un tranquillo vecchietto  ne combinerà di tutti i colori, arrivando a mettere in repentaglio la carriera del gruppo...


Un momento che asepttavo da più di vent'anni...finalmente è arrivato!!!
Per il cinquantenario dalla prima visione è stato rimesso nelle sale (per soli tre giorni, a Brescia solo per uno) il primo film dei Beatles, "A hard days' night" (in italiano era uscito con il titolo "Tutti per uno").
Girato nel 1964, in piena Beatle mania, è uno dei manifesti più signficativi di quell'epoca meravigliosa e di quel primo periodo del gruppo: una commedia allegra, divertente, sullo stile dei film che andavano di moda all'epoca col cantante di turno (in Italia si chiamavano "musicarelli", e proprio nel 1964 usciva anche "In ginocchio da te" con Gianni Morandi, forse il più celebre fra essi) ma anche diversa, con stile e humor inglesi non sempre comprensibili al pubblico italiano: molte battute vengono ripetute più volte, si capisce che sottintendono qualcosa ma purtroppo...non si capisce cosa.
I quattro di Liverpool interpretano ovviamente sè stessi, sono fotogenici e simpatici, diciamo che bucano lo schermo, quindi ottimi protagonisti! Accanto a loro altri attori inglesi dell'epoca, tra cui primeggiano Wilfrid Brambell (noto attore inglese dell tv dell'epoca...credo che qui da noi non fosse molto conosciuto) nel ruolo del nonno John, vecchietto combinaguai e spesso anche maligno, dato che ama mettere zizzania ovunque vada, e ci riuscirà per un breve momento anche nel gruppo, prendendo di mira il povero Ringo sul suo nasone e sul fatto di essere un po' in ombra rispetto agli altri.
L'introduzione, con i Beatles che devono in mille modi evitare l'assalto delle fans per riuscire a prendere il treno, mi ha ricordato un poco anche la sigla del cartone animato, dove avviene la stessa ma in modo più comico, dato che nel cartone i Fab sono costretti a travestirsi nel modi più strampalati.
Non so se le scene di massa dove si vedono le ragazze che svengono, urlano si strappano i capelli ecc sono state girate appositamente per il film, o riprese dal vero, in ogni caso sono la prova più concreta di quello spaccato di Beatlemania tipico di quegli anni.
Colonna sonora ovviamente a cura di Lennon- McCartney, con omonimo album di successo.






martedì 10 giugno 2014

Grease, 1978




Regia di Randall Kleiser  , con John Travolta (Danny Zuko), Olivia Newton John (Sandy Olson), Stockard Channing (Betty Rizzo),Jeff Conaway (Kenickie),Didi Conn (Frenchy), Michael Tucci (Sonny), Dinha Manoff (Marty),


Anni '50:i due adolescenti Danny e Sandy si sono incontrati e innamorati durante le vacanze, ma con la fine dell'estate sono costretti a separarsi: lei è australiana e deve tornare in patria.
Meno di un mese dopo però si ritroveranno- dato che all'ultimo momento la famiglia di Sandy si è traferita in America- nella stessa scuola, la Rydell School: dopo aver fatto amicizia con un gruppo di ragazze che formano un gruppo chiamato Pink Ladies, Sandy scopre che il ragazzo romantico e gentile di cui si è innamorata in realtà ha una reputazione di "duro" da difendere con il suo gruppetto di amici, e quindi per questo in apparenza la snobba....



Secondo appuntamento con i classici al cinema, "Grease" ha confermato- almeno qui a Brescia- il suo essere uno dei film più amati:è stato bello vedere il  pienone (non un posto libero!), la gente che cantava le canzoni, che appaludiva forte alla fine...!
Girato nello stesso periodo in cui spopolava in tv per la prima volta "Happy Days" (a cui viene spesso accostato per la gioiosa celebrazione degli anni '50 nei loro lati positivi : mai che si parli di maccartismo, guerra fredda e cose del genere...!) è un film che ha mantenuto la sua vivacità e la sua freschezza musicalmente e a livello interpretativo: colorato, divertente, con interpreti accattivanti ma anche con momenti di serietà (i pettegolezzi riguardo a Rizzo mostrano quanto comunque fosse ancora sessuofobica la società dell'epoca).
Se proprio vogliamo trovarvi un difetto, ho sempre trovato non giusto il finale: perchè Sandy deve cambiare per forza in quel modo?Non può davvero migliorarsi ma essere accettata per quello che è? E' davvero tanto brutto essere "come Sandra Dee?"( mito americano che, assieme alla collega Doris Day, viene smontato nella canzone più arguta "Look at me I'm Sandra Dee").
Per il resto, come non amare canzoni, balli, personaggi (con questo film John Travolta si confermò divo di una generazione), costumi, storia?
Oggi termino qui, tanto mi sa che questo film non ha molto bisogno di presentazione, no? :)





sabato 7 giugno 2014

A Testa alta- I martiri di Fiesole, 2014




Regia di Maurizio Zaccaro ,con Giorgio Pasotti (Giuseppe Amico ), Ettore Bassi (Sebastiano Pandolfo ), Marco Cocci (Alberto La Rocca),Giovanni Scifoni (Fulvio Sbarretta), Alessandro Sperduti (Vittorio Marandola),Johannes Brandrup (Tenente Heissman),Nicole Grimaudo (Rosa Taranto).

Fiesole, 1944: nella piccola caserma della cittadina toscana i carabinieri, guidati dal brigadiere Giuseppe Amico, cercano di aiutare segretamente i partigiani, nonostante siano costantemente controllati dal dispotico tenente Hessiman.
Quando i nazisti scoprono il doppio gioco, si vendicano tendendo un agguato in cui vengono catturati uno cei carabinieri e un partigiano del posto, che vengono torturati e fucilati; non paghi, prendono in ostaggio dieci civili per vendicare l'uccisione di un soldato tedesco in un conflitto a fuoco, minacciando di fucilarli per rappresaglia se non si presenteranno i veri autori dell'uccisione.
Tre carabinieri, seppure innocenti, decideranno di sacrificarsi per salvare gli ostaggi.


Il 2 giugno, Festa della Repubblica Italiana e dei 200 anni dell'Arma Dei Carabinieri, è andato in onda questo bel film per la tv che rende omaggio a tre eroi poco conosciuti, nonostante si siano resi protagonisti dello stesso gesto del loro più famoso collega Salvo D'Acquisto: i martiri di Fiesole, tre giovani carabinieri che pur non colpevoli si sacrificarono per salvare dieci persone che altrimenti sarebbero state vittima di rappresaglia.
Il film è ben realizzato, asciutto come stile narrativo nel raccontare una vicenda di eroismo nata in un piccolo ambiente di provincia, dove tutti si conoscono, e dove durante la guerra la stazione dei carabinieri rappresentava assieme alla chiesa un punto di riferimento solido per la popolazione in difficoltà.
I tre giovani eroi sono resi molto bene dai rsipettivi interpreti nella loro umanità (hanno amici, fidanzate, parenti, gli piace divertirsi), sono uomini comuni ma buoni e onesti che proprio per questo credono in valori che li porteranno alla fine (dopo comprensibili tormenti) a prendere la decisione finale, con coraggio e coerenza.
Nulla di agiografico quindi, e nessuno dei personaggi che primeggi sugli altri o rimanga più impresso, ognuno ha lo stesso spazio in una cornice dove la drammaticità che incalza lascia talvolta spazio anche a momenti più sereni.
Un bell'omaggio per far conoscere una storia che invece merita di essere conosciuta.





martedì 3 giugno 2014

Grace di Monaco (Grace of Monaco), 2014



Regia di Olivier Dahn, con Nicole Kidman (Grace Kelly), Tim Roth (Principe Ranieri),Paz Vegs (Maria Callas),Frank Langella (Padre Francis Tucker),Parker Posey (Madge Tivey Faucon)

Principato di Monaco, primi anni '60: la principessa Grace, ex diva di Hollywood, coltiva il sogno di ritornare al cinema nel film di Alfred Hitchock "Marnie", ma deve scontrarsi con la durezza non solo burocratica del Palazzo Reale, con lo scarso appoggio del consorte Ranieri e con la crisi del Principato, minacciato di essere annesso alla Francia di De Gaulle....


Molto atteso questo film che ha fatto molto parlare di sè per le polemiche (quasi scontate) con cui è stato criticato dai tre principi figli di Ranieri e Grace Kelly, polemiche probabilmente comprensibili visto che quella che per tutti è da mezzo scolo un'icona del cinema e dello star system per loro è la madre.
E dopo aver visto il film posso pure provare a capire i principi (i maggiori dei quali, Carolina e Alberto, vi compaiono da bambini);anche se va detto che non penso nemmeno loro possano dire più di tanto su certi momenti del rapporto di coppia fra i genitori.
Certo è che questo film, non brutto, ha tuttavia non poche manchevolezze: prima di tutto è piatto, quasi noioso se non fosse che per gli spettatori l'interesse principale è vedere come la principessa affronterà le varie peripezie capitategli; secondo, come al solito scade nel complottistico in modo esagerato: non penso proprio che buona parte della crisi del Principato abbia avuto in qualche modo a che fare con il pensiero che Grace ebbe di ritornare al cinema, anche se è certo che la principessa abbia rinunciato sopratutto a causa delle forti pressioni di Palazzo, dove in molti non avrebbero gradito la cosa. 

Il film si regge totalmente sulla performance di Nicole Kidman, a mio avviso bravissima e attrice ideale per interpretare Grace Kelly (L'ho sempre pensato, non solo da adesso),molto concentrata nel rendere i dilemmi interiori della principessa e le difficoltà nel farsi accettare in un mondo piccolo e ristretto (sopratutto come mentalità) come quello del Principato; notevole anche l'interpretazione di Paz Vega nel ruolo di una Maria Callas cosi magra come in vita non lo era mai stata (motivo per lei di grande dispiacere per tutta la vita).
Malino invece Tim Roth nel ruolo di un Ranieri incolore, indeciso e talvolta maligno anche nei confronti della moglie (a un certo punto rivela di averla sposata per una cosiddetta "Ragione di Stato" e che l'idea di scelgiere l'attrice fosse stata del confessore!): ora, ripeto che io non posso certo sapere il perchè e il percome dei fatti privati dei principi di Monaco,ma se proprio avesse voluto sposare una donna qualsiasi per la Ragione Di Stato non avrebbe certo avuto bisogno di andare a prendere un'attrice di Hollywood oltreoceano!!
Confezione accurata, ma alla fin delle finite manca "quel certo non so che" che ti appassiona realmente a un film e che te lo fa gustare, anche se magari non rientrerà nella lista dei tuoi film preferiti.