giovedì 24 luglio 2014

Furore- Il vento della speranza, 2014




Regia di Alessio Inturri,Salvatore Samperi e Luigi Parisi , con Francesco Testi (Vito Licata), Massimiliano morra (Saro Licata) , Angela Molina (Crocifissa Licata), Cosima Coppola (Concetta), STefano Dionisi (Rino Schivo), Alessandra Martines (Luciana Belgrano),Elena Russo (Sofia Fiore), Giuliana De Sio (Irma Voglino), Martina Pinto (Gisella Schivo), Tullio Solenghi (sindaco Belgrano)


1958: la famiglia Licata, composta dalla madre Crocifissa e dai figli Vito, Saro e Rosa, dalla Sicilia si trasferisce a Lido Ligure, in cerca di una vita migliore date le scarse opportunità lavorative della loro terra. Verranno ospitati da  Mario, fratello di Crocifissa, emigrato anni prima con la famiglia e che si è sistemato facendo fortuna alle dipendenze del commendatore Schivo, proprietario dei cantieri che sfruttano i lavoratori facendoli lavorare senza diritti. La vita per la famiglia Licata non è certo come se l'aspettavano,ma i due fratelli lotteranno,seppure in maniera diversa, per vedere riconosciuta la propria dignità...



Questa fiction era stata sponsorizzata come un prodotto che parlava principalmente delle difficoltà che i meridionali emigrati al Nord durante il boom economico anni '50-'60 incontrano sul loro cammino: difficoltà dovute principalmente alla diversa cultura, all'adattamento a un ambiente diverso e - innegabilmente- al razzismo che spesso incontrarono.
Tema quindi interessante che però- come sempre più spesso succede nelle fiction targate Mediaset- è stato trattato solo in parte, sparendo in un calderone dove è stato messo di tutto, mafia compresa (davvero immancabile quando si parla di Meridione? Notare il mio punto di domanda, eh!).
Questo purtroppo è un grosso difetto che ho spesso riscontrato nelle fiction targate Mediaset, che anche quando possono essere pregevoli o interessanti, finiscono sempre per scadere un  po' (a volte, un po' tanto).
Oltretutto, sarò anche di parte (sono di Brescia), ma qui mi pare si sia un po'esagerato: al Nord tutti cattivissimi spietati, addirittura abbiamo la maestra che schiaffeggia la bambina meridionale perchè parla con accento diverso dagli altri, o i due ragazzi che provocano l'incidente alla stessa bambina perchè appunto "terrona"....dai per cortesia!
E' vero,i meridionali sono stati molto dileggiati e hanno subito molto razzismo,ma è anche vero d'altra parte che altrettanto spesso hanno trovato non solo un lavoro, ma anche solidarietà e non sono stati pochi i matrimoni tra ragazze/i del Nord con ragazze/i del Sud. Se guardiamo lo sfruttamento sul lavoro poi, è vero che sono stati molto sfruttati ma è sempre stato un fenomeno che ha riguardato anche i lavoratori di altre parti d'Italia, Nord compreso: non è che i muratori nativi nordici facessero la bella vita! 

E inoltre....dai, capisco che la De Sio è ancora una bella donna- oltre che una brava attrice-ma la storia d'amore un uno che ha 20/30 anni di meno non è per nulla credibile....e badate che lo direi anche se fosse stato lui più vecchio e lei più giovane! Probabilmente è un limite mio: non ho nulla contro le storie d'amore dove la donna ha più anni dell'uomo, ma che siano al massimo dieci anni...di più non regge, almeno per me. E in questo caso è un peccato perchè la storia in questione è bella e toccante.Però, se già sai che non durerà....:(
Per il resto, a parte il solito finale aperto ormai di moda (spesso preludio a una seconda stagione) la fiction comunque non è brutta, la maggior parte degli interpreti è adeguata (anche se Francesco Testi come sempre non mi convince del tutto) e la storia-difetti sopra detti a parte- regge e coinvolge abbastanza da invogliare lo spettatore a seguire la fiction fino alla fine; peccato quel "quid" mancante che avrebbe potuto renderla molto più appassionante.
Notare il titolo: una pura coincidenza il riferimento al famoso romanzo di Steinbeck che narra più o meno la stessa storia, solo trasportata in America?








lunedì 21 luglio 2014

Jersey boys, 2014



Regia di Clint Eastwood, con John Lloyd Young (Frankie Valli), Vincet Piazza (Tommy De Vito),Mike Doyle (Bob Crewe),Michael Lomenda (Nick Massi),Reneè Martino (Mary DElgado), Christopher Walken (Gip De Carlo).


New Jersey, fine anni '50: Frankie e Tommy sono due giovani amici italoamericani con la passione per la musica che vivono di piccoli imbrogli e furtarelli, sempre coperti dal boss Gip De Carlo, che predilige Frankie per la sua bella voce e il carattere meno menefreghista dell'amico.
Col passare del tempo ai due amici cantare alle feste o nei pub non basta più: assieme ad altri due ragazzi reclutati allo scopo (Nick e Bob) decidono di mettere in piedi un gruppo e tentare la carriera nel mondo della musica.
Gli inizi non sono facili, spesso i loro demo vengono rifiutati e anche quando una casa discografica li assume, inizialmente è solo per fare da coro in brani di altri cantanti. Ma dopo la gavetta arriva il successo: per Frankie Valli and The Four seasons inizia la fama.....


Essendo un'amante della musica anni '50-'60, conosco da tempo il gruppo formato dal cantante italoamericano Frankie Valli, se non altro perchè- cosa che molti non sanno-la celeberrima "Can't take my eyes off you", una delle canzoni più celebri e rifatte al mondo, è sua.
Ho quindi accolto favorevolmente l'idea di fare un film ispirato alla loro storia (anche se in realtà l'idea  è la trasposizione di un musical omonimo), oltretutto diretto da Clint Eastwood, ottimo regista.
-rispetto ad altri suoi film però, questo zoppica un pochino: a mio avviso troppo lungo in certe parti e troppo poco approfondito in altre -cosa che, tutto sommato, visto che il film risulta comunque lungo in sè, non è una cosa dl tutto negativa- ad esempio, Valli è l'unico membro della band con una vita al di fuori della carriera, degli altri non vengono mostrate nemmeno per un minuto famiglie o altre amicizie.....possibile?
Certo la storia, seppur vera, non risulta nuova: è il tipico format del gruppo di amici che arriverà al successo e alla fama, ma che nel momento in cui raggiungerà il sogno comincerà anche la rovina del rapporto di amicizia e fiducia, causandone il declino come gruppo. Storia comune alla quasi totalità dei gruppi musicali, Beatles compresi, le cui dinamiche in questo film vengono ben sciorinate (su tutto si nota come fosse, almeno secondo questa versione, l'ottusaggine e la prepotenza di Tommy De Vito il maggior elemento di contrasto nel gruppo).
Alcuni aspetti sono anche tipici di un certo filone gangsteristico alla Scorsese, ma in questo film c'è un po' di tutto: ad esempio, pare che anche il futuro Joe Pesci abbia avuto una piccola parte nel successo della band...cosa che non immaginavo.Gli interpreti,quasi tutti volti poco noti finora, sono comunque bravi e ben amalgamati fra di loro, anche se per ragioni narrative prevalgono i due personaggi principali di Tommy e Frankie; l'unicovolto noto è ChristopherWalken nel ruolo del boss che protegge in qualche modo il quartetto,senza però influenzarne la carriera.
Ovviamente ottima colonna sonora, buona occasione per rispolverare la musica di questo gruppo per gli amanti della musica dell'epoca.





lunedì 14 luglio 2014

Stayng alive, 1983


Regia di Sylvester Stallone, con John Travolta (Tony Manero),Cynthia Rhodes (Jackie), Finola Hughes (Laura).

Andatosene da Brooklyn, Tony Manero si è trasferito a Manhattan dove cerca di sfondare come ballerino, senza successo; per vivere è infatti costretto a integrare qualche lezioni di ballo con il lavoro di cameriere in un locale notturno.
nonostante abbia una relazione stabile con Jackie,anche lei ballerina, non disdegna certo avventure di ogni tipo, in particolare con l'affascinante Laura...







Da fan de "La febbre del sabato sera", non sentivo davvero la necessità di un seguito della storia, ma dato che poche sere fa in tv lo hanno trasmesso ho deciso di guardarlo.
Pentendomene: è vero che solitamente i seguiti sono meno riusciti dei primi capitoli, ma capita spesso di trovarsi comunque di fronte a film perlomeno guardabili. In questo caso invece mi sono trovata di fronte semplicemente a un film brutto, grossolano nei contenuti e con storia inesistente, il cui unico punto di forza è l'interpretazione di John Travolta (sopratutto quando balla) e la scena madre in cui Tony ri-attraversa il famoso ponte per tornare indietro nel vecchio quartiere-scena simbolica dato che alla fine del primo film l'aveva attraversato per uscirne.
Non si sa perchè il fisico all'epoca ancora snello e scattante di Travolta ora compaia gonfiato stile Schwarzenegger in "Conan"...forse perchè all'epoca (primi anni '80) cominciava a diffondersi la moda dei body builder o dei fisici di quel tipo, certo è che anche questo particolare appare piuttosto stonato e di cattivo gusto, come di cattivo gusto è la scelta di inasprire alcuni difetti che il personaggio di Tony già aveva manifestato nel  film originale,seppure stemperati comunque  da una certa sensibilità e correttezza verso gli altri. Sto parlando del maschilismo che qui raggiunge veramente livelli di intollerabile insopportabilità, mostrando Tony fidanzato (più o meno) con una ragazza che puntualmente non solo tradisce ma prende in giro (le promette di andare a prenderla poi la lascia per ore ad aspettare per strada perchè è con l'altra,le fa fare il tappabuchi quando l'altra lo manda in bianco ecc), e tratta male quando lei lo lascia dicendogli in faccia che non intende continuare con questa mancanza di rispetto, offendendosi (lui,non lei!).Però si mostra geloso quando lei gli presenta un amico; inoltre continua a provarci con l'altra ragazza condannandola però perchè lei ha nei confronti degli uomini lo stesso identico atteggiamento che lui tiene nei confronti delle donne. 

Stomachevole perfino per una che non è certo una femminista incallita!
Qua e là riaffiorano gentilezza d'animo  e qualcosa d'altro, ma poco:in sostanza il simpatico ragazzo italoamericano è stato trasformato nell'insopportabile bulletto che si era voluto evitare nel primo film.
Travolta a parte, non è che gli altri interpreti brillino,ma c'è da dire che i personaggi sono quasi tutti stereotipati e poco approfonditi, non è del tutto colpa degli attori, è proprio la sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti: durante il film non succede praticamente nulla, se non fosse per l'orrido balletto finale, che potrebbe tranquillamente entrare nella storia del cinema come una delle scene di più cattivo gusto.
Del resto lo si doveva capire dal titolo: quando si sente il bisogno di replicare il vecchio soggetto,qui gatta ci cova...



mercoledì 9 luglio 2014

In nome del Papa Re, 1977

Regia di Luigi Magni, con Nino Manfredi (Mons.Colombo da Priverno),Carlo Bagno (Serafino),Carmen Scrapfta (Contessa Flaminia),Danilo Mattei (Cesare Costa),Luigi Basagaluppi (Giuseppe Monti), Rosalino Cellamare (Gaetano Tognetti),Camillo Milli (Don Marino).

Nell'ottobre 1867 Nella Roma Papalina una caserma di zuavi salta per aria provocando 23 morti, per rappresaglia a una strage di civili compiuta dagli stessi qualche giorno prima. Gli accusati sono tre popolani: Gaetano Tognetti, Giuseppe Monti e Cesare Costa, che vengono arrestati.
Costa però è il figlio illegittimo della contessa Flaminia, la qual si adopera per salvare il figlio (cresciuto da una ex cameriera) arrivando al punto di confessare il segreto  al vero padre del ragazzo, Monsignor Colombo; il quale ignaro fino ad allora del'esistenza del figlio (nato da una fugace relazione di gioventù con la contessa) e che stava per dare le dimissioni in preda a una crisi di coscienza, rinuncia al suo proposito nel tentativo di aiutare il figlio e gli altri due condannati...


Scomparso da qualche mese, sto scoprendo il regista Luigi Magni e devo dire che due cose mi spiacciono: non averlo scoperto prima e che non abbia fatto più film.
il regista girò prevalentemente film ambientati nella Roma papalina, narrando storie di popolani all'interno di fatti realmente avvenuti, solitamente storie di ribelli che combatterono contro il potere, svelando in questo modo la sua vena anticlericale.
Ho scoperto un vero grande regista italiano, capace di narrare storie in bilico tra commedia e dramma, con personaggi ben caratterizzati e approfonditi, costruendo storie appassionanti dove si fondono coraggio, vigliaccheria, perbenismo, piccoli atti di eroismo  e grandi vergogne, una "commedia umana" all'interno della Storia con la lettera maiuscola; storie oltretutto valorizzate da un'ottima  fotografia che incornicia una Roma splendida che diventa metafora di miserie e grandezze dei suoi abitanti.
Questo film è ispirato una vicenda realmente accaduta, il processo e relativa esecuzione dei  due anarchici Monti e Tognetti accusati di aver organizzato una rappresaglia contro alcuni soldati francesi colpevoli di aver ucciso tempo prima alcuni popolani; più che sull'antefatto la storia si concentra sul "processo" e sulle dinamiche di corruzione della Chiesa che andavano al di là della volontà papale (qui visto sopratutto come spesso ignaro delle malefatte dei suoi sottoposti, anche se con scarsa volontà di approfondire l'argomento): in particolare la figura dell'avido Monsignor  Marino, che briga per essere promosso di rango attraverso imbrogli e ricatti, non importa se a farne le spese saranno degli innocenti. 
Il protagonista vero e proprio però è Monsignor Colombo, il cardinale disilluso interpretato da Nino Manfredi (attore feticcio di Magni), ormai deciso a prendere le distanze dalla Chiesa schifato da tutto ciò cui ha dovuto assistere nel corso degli anni, che rinuncia temporaneamente nell'intento di salvare il figlio avuto in gioventù di cui ignorava l'esistenza (e grazie al quale scopre un'inaspettata vocazione allapaternità), che ha preso parte al complotto. Il ragazzo fino alla fine ignorerà che il prete di cui è tanto nemico nonostante si ostini a volerlo aiutare è suo padre, ingaggiando con lui sfide verbali sugli ideali e sul clero che mostrano una chiara somiglianza fra i due; ma la vera spalla di Colombo è il perpetuo Serafino, ingenuo, affettuoso e  fedele, altro personaggio caratterizzato in maniera indimenticabile.
Tra gli interpreti da segnalare un giovanissimo Ron quando - a inizio carriera- non si limitava a comporre canzoni ma partecipava a film con il suo vero nome, Rosalino Cellamare; qui nel ruolo di Gaetano Tognetti, uno dei congiurati.
Il film nel 1978 vinse tre David di Donatello (miglior film, attore protagonista Nino Manfredi e produttore a Franco Committeri) e tre Nastri D'argento (scenografia, attore protagonista e non protagonista); nel 2012 è stata girata una fiction Rai ispirata a questo film, intitolata "L'ultimo Papa Re", e interpretata da Gigi Proietti e Lino Toffolo nei ruoli che furono di Manfredi e Bagno).



lunedì 7 luglio 2014

Notte prima degli esami, 2006




Regia di Fausto Brizzi, con Nicolas Vaporidis (Luca Molinari), Cristiana Capotondi (Claudia Martinelli), Giorgio Faletti (prof. Antonio Martinelli),Sarah Maestri (Alice Corradi), Eros Galbiati (Riccardo),Andrea DE Rosa (Massimiliano), Chiara Mastalli (Simona Natali), Valeria Fabrizi (nonna Adele).


Giugno 1989: per Luca e i suoi amici, dopo l'ultimo giorno di scuola, comincia il conto alla rovescia per l'esame di maturità; Luca si toglie lo sfizio di insultare l'odiato prof Martinelli, credendo di non vederlo più, per poi scoprire dallo stesso che sarà lui il membro interno della commissione di maturità....ma dopo una serie di circostanze il prof deciderà di aiutare l'alunno con lo studio della sua materia (lettere).
Nel frattempo Luca a una festa ha conosciuto Claudia, sua coetanea e figlia (senza che lui lo sappia) di Martinelli; anche la ragazza e le sue amiche si apprestano a dare il fatidico esame, mentre Luca cerca in ogni modo di rintracciare Claudia....

Visto il periodo ( e con triste tempismo: avevo appena cominciato a scrivere questa recensione quando ho saputo della morte di Giorgio Faletti) come non parlare di questo bel film , grandissimo e inaspettato successo nel 2006?
Un mix che va al di là della storia, in sè molto semplice ma anche (riconosciamolo) forse per questo molto attirante, del gruppo di diciottenni che si appresta a dare la maturità- fatto che sicuramente per moltissimi tocca varie corde emotive- il ricordo della gioventù, della spensieratezza, del passaggio dall'adolescenza all'età adulta. unito a un periodo per lungo tempo denigrato, ma ora a quanto pare riscoperto in chiave positiva (gli anni '80)+ una leggerezza unita  a momenti di poesia e profondità, hanno concorso al successo del film presso pubblico di età più svariate.
Nel 1989 avevo nove anni, quindi guardando il film ho rivissuto gran parte della mia infanzia: gli smile,lo zainetto a righe bianche e rosa (anche se il mio era a righe bianche e verdi), il motorino Ciao (che ovviamente non avevo io ma mio cugino), sopratutto la musica: Duran Duran (che non mi paicevano, ma era impossibile non conoscerli!),Luis Miguel (la sua "Noi ragazzi di oggi- barbaramente stuprata da Edoardo Costa nel film- era una delle mie canzoni preferite da piccola), Antonello Venditti, il Gioca Jouer di Cecchetto (che facevo all'asilo e che ho recuperato allo stesso scopo dopo tanti anni)....ogni nota e ogni particolare un ricordo, anche solo di un'atmosfera. Credo che anche questo "effetto nostalgia" sia uno dei fattori fondamentali del film, non solo per me ma sicuramente anche per chi all'epoca aveva proprio l'età dei protagonisti del film. 

Il gruppo di giovanissimi (e mi pare, fino ad allora tutti sconosciuti, tranne la Capotondi) attori risulta affiatato e in parte nel caratterizzare i vari personaggi (l'amico fighetto, quello scanzonato, l'amica segretamente innamorata), su tutti ovviamente il protagonista Nicolas Vaporidis, lanciato da questo film, nei panni del ragazzo per cui il periodo dell'attesa della maturità sarà davvero un periodo di maturità personale e crescita, a partire dal rivalutare la figura del prof "carogna" (assolutamente mitica la scena iniziale con Faletti terribile e gelido che lancia la stoccata finale!). Indimenticabile Faletti (e non lo dico perchè è morto, eh) nel ruolo di Martinelli, l'attore in questo ruolo dimostra tutta la sua bravura artistica nel tratteggiare un prof inizialmente tirannico ma che si rivela molto più umano di quanto l'alunno possa pensare (dandogli a mio avviso una bella lezione di vita). 
Insomma, un film semplice ma bello, a suo modo magico e perfetto, citazione....proprio come la notte prima degli esami. Citazione degna di nota "Quella notte è andata così, non ho baciato Claudia e non c'è stato il lieto fine. Eppure me la ricorderò sempre perché era una notte speciale. Ma io la magia di quella notte, come spesso succede nella vita, non l'ho più ritrovata".
Al contrario del seguito- uscito l'anno dopo- "Notte prima degli esami oggi", sciapo e a malapena guardabile; più discreta e non affatto male la fiction  del 2011 , "Notte prima degli esami '82", simile ma al contempo diversa, forse per questo migliore del seguito cinematografico.







venerdì 4 luglio 2014

Giorgio Faletti

Ho appena saputo una notizia davvero triste: uno dei personaggi della mia infanzia, il comico, attore  e scrittore Giorgio Faletti, è morto all'età di 63 anni, dopo una lunga malattia.
Nato ad Asti nel 1950, era diventato famoso negli anni '80 con i suoi personaggi in "Drive in", in particolare la guardia giurata Vito Catozzo (fanatico di Adriano Celentano) e Suor Daliso, la suora ballerina.
Dopo aver accantonato la carriera tv nel 1994 aveva raggiunto il secondo posto al Festival di Sanremo con la canzone "Signor Tenente", che affrontava il tema drammatico e purtroppo sempre attuale (sopratutto in quegli anni) dei poliziotti vittime di mafia e camorra.
Segue un periodo di oblio, almeno fino a quando non si reinventa come scrittore di thriller: nel 2002 esce il suo primo romanzo "Io uccido", che vende più di quattro milioni di copie; seguono "Niente di vero tranne gli occhi" , "Fuori da un evidente destino", "Appunti di un venditore di donne" e l'ultimo "Tre atti e due tempi".
Infine, come tanti attori che inizialmente avevano avuto successo con ruoli leggeri, si era affermato al cinema come attore "serio", anche se di commedie: come dimenticare il prof Martinelli (detto "La carogna") di "notte prima degli esami"? E in tv ho molto amato il suo ruolo nel film per la tv dedicato agli anni di piombo "Il sorteggio", accanto a Beppe Fiorello.
Posso ben dire che oggi sono un po' triste, un pezzo della mia infanzia e adolescenza che se ne va....quante risate, ma anche quante belle emozioni con i suoi lavori!







mercoledì 2 luglio 2014

Alla ricerca di Jane (Austenland), 2013



Regia di Jerusha Hess, con Keri Russell (Jane Heyes),Jennifer Coolidge (Elizabeth Charming), Jane Seymour (Mrs Wattlesbrook), J.J Feild (Henry Nobley),Georgia King (Lady Amelia Heartwright), Brent McKenzie (Martin).

Trama presa dal sito de "La Repubblica":

"Jane Haye sè una donna single con un'ossessione segreta che sta rovinando la sua vita sentimentale: è innamorata di Darcy, il personaggio del più celebre libro di Jane Austen "Orgoglio e Pregiudizio". Nessun uomo riesce ad assomigliare all'uomo dei suoi sogni, fino a quando Jane decide di andare in vacanza in un parco a tema sulla scrittrice, e lì le sue fantasie di incontrare il perfetto lord inglese diventano improvvisamente molto più reali di quanto avrebbe mai potuto immaginare...."






Una fan di Jane Austen come me certo non poteva perdersi questa deliziosa commedia che sicuramente rende reale un sogno delle ammiratrici della scrittrice inglese e anche del genere romanzi rosa: un parco tematico completamente basato sull'epoca fine '700 e in particolare sui romanzi di Jane Austen!!
Chi acquista un pacchetto vacanze in questo resort da sogno è destinato a vivere per circa un mese proprio come nel '700: quindi solo carrozze, cavalli, vestiti con corsetti e bustini, ombrellini parasole, balli e cene e persino vasi da notte: nessuna comodità moderna è permessa.
E ci saranno anche corteggiamenti e scaramucce, e per ogni ospite è previsto anche lo svilupparsi di una storia d'amore (ovviamente finta) in pieno stile Jane Austen con uno dei tanti attori che interpretato personaggi presenti nei romanzi.

Si può ben comprendere come la protagonista Jane abbia deciso di investire in questa vacanza i risparmi di una vita, sopratutto viste le deludenti esperienze sentimentali reali.
Seguendo il filo di questo input, si dipana una commedia divertente, ironica ma anche avvincente, in cui le vicende dei personaggi austeniani (nascosti da pseudonimi scelti dagli stessi personaggi dei film) si intrecciano con quelle personali dei vari personaggi e in particolare con quelli della protagonista Jane, giovane donna romantica e un po' troppo sognatrice, per questo costantemente delusa dalla vita reale anche perchè il suo uomo ideale è nientemeno che il mitico Mr. Darcy di "Orgoglio e pregiudizio"....in effetti, è un po' una versione giovane della protagonista del recente "The English teacher", che fortunatamente però, a differenza di questo personaggio, non dovrà attendere i 45 anni per trovare un uomo degno della sua attenzione.
Jane è romantica ma anche leale e sincera, mi è piaciuta perchè alla fine segue un suo percorso che la porta ad abbandonare in modo positivo il mondo della fantasia e a rapportarsi meglio con quello reale; altri personaggi che mi sono piaciuti sono la simpatica Elizabeth, amica conosciuta da Jane in questa sua avventura, e un'insolita Jane Seymour in versione cattiva nei panni della direttrice di Austenland.
Buone interpretazioni di ogni attore, buona sceneggiatura e bei costumi e ambientazioni ne fanno un film altamente gradevole.
Solo una cosa: peccato che il parco "Austenland" non esista nella realtà! :)