lunedì 14 luglio 2014

Stayng alive, 1983


Regia di Sylvester Stallone, con John Travolta (Tony Manero),Cynthia Rhodes (Jackie), Finola Hughes (Laura).

Andatosene da Brooklyn, Tony Manero si è trasferito a Manhattan dove cerca di sfondare come ballerino, senza successo; per vivere è infatti costretto a integrare qualche lezioni di ballo con il lavoro di cameriere in un locale notturno.
nonostante abbia una relazione stabile con Jackie,anche lei ballerina, non disdegna certo avventure di ogni tipo, in particolare con l'affascinante Laura...







Da fan de "La febbre del sabato sera", non sentivo davvero la necessità di un seguito della storia, ma dato che poche sere fa in tv lo hanno trasmesso ho deciso di guardarlo.
Pentendomene: è vero che solitamente i seguiti sono meno riusciti dei primi capitoli, ma capita spesso di trovarsi comunque di fronte a film perlomeno guardabili. In questo caso invece mi sono trovata di fronte semplicemente a un film brutto, grossolano nei contenuti e con storia inesistente, il cui unico punto di forza è l'interpretazione di John Travolta (sopratutto quando balla) e la scena madre in cui Tony ri-attraversa il famoso ponte per tornare indietro nel vecchio quartiere-scena simbolica dato che alla fine del primo film l'aveva attraversato per uscirne.
Non si sa perchè il fisico all'epoca ancora snello e scattante di Travolta ora compaia gonfiato stile Schwarzenegger in "Conan"...forse perchè all'epoca (primi anni '80) cominciava a diffondersi la moda dei body builder o dei fisici di quel tipo, certo è che anche questo particolare appare piuttosto stonato e di cattivo gusto, come di cattivo gusto è la scelta di inasprire alcuni difetti che il personaggio di Tony già aveva manifestato nel  film originale,seppure stemperati comunque  da una certa sensibilità e correttezza verso gli altri. Sto parlando del maschilismo che qui raggiunge veramente livelli di intollerabile insopportabilità, mostrando Tony fidanzato (più o meno) con una ragazza che puntualmente non solo tradisce ma prende in giro (le promette di andare a prenderla poi la lascia per ore ad aspettare per strada perchè è con l'altra,le fa fare il tappabuchi quando l'altra lo manda in bianco ecc), e tratta male quando lei lo lascia dicendogli in faccia che non intende continuare con questa mancanza di rispetto, offendendosi (lui,non lei!).Però si mostra geloso quando lei gli presenta un amico; inoltre continua a provarci con l'altra ragazza condannandola però perchè lei ha nei confronti degli uomini lo stesso identico atteggiamento che lui tiene nei confronti delle donne. 

Stomachevole perfino per una che non è certo una femminista incallita!
Qua e là riaffiorano gentilezza d'animo  e qualcosa d'altro, ma poco:in sostanza il simpatico ragazzo italoamericano è stato trasformato nell'insopportabile bulletto che si era voluto evitare nel primo film.
Travolta a parte, non è che gli altri interpreti brillino,ma c'è da dire che i personaggi sono quasi tutti stereotipati e poco approfonditi, non è del tutto colpa degli attori, è proprio la sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti: durante il film non succede praticamente nulla, se non fosse per l'orrido balletto finale, che potrebbe tranquillamente entrare nella storia del cinema come una delle scene di più cattivo gusto.
Del resto lo si doveva capire dal titolo: quando si sente il bisogno di replicare il vecchio soggetto,qui gatta ci cova...



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