domenica 25 marzo 2012

The Raven, 2011

Regia di James McTeague, con John Cusack (Edgar Allan Poe), Alice Eve (Emily Hamilton ),Luke Evans (Emmett Fields), Brendan Gleeson (Colonnello Hamilton),Oliver Jackson Cohen (John Cantrell).

Baltimora, 1949. Lo scrittore e poeta Edgar Allan Poe vive in condizioni economiche e fisiche disastrose, ben lontano dai fasti di un tempo. L’unica sua gioia è la fidanzata Emily, con la quale progetta di sposarsi presto nonostante l’avversione del padre di lei; ma la città viene sconvolta improvvisamente da una serie di delitti a catena, nei quali l’ispettore Fields riconosce una traccia letteraria: il misterisioso serial killer agisce ispirandosi proprio all’opera di Poe. Il culmine si ha quando, durante un ballo in maschera, l’assassino rapisce Emily; a questo punto lo scrittore decide di collaborare con il poliziotto in un’angosciosa lotta contro il tempo….

Come spiegato all’inizio del film, Edgar Allan Poe venen ritrovato in fin di vita da un passante in un parco di Baltimora, e dei suoi ultimi giorni non si sa nulla dato che morì in stato di incoscienza senza poter spiegare cosa gli fosse esattamente successo. Il film è una ricostruzione di fantasia su quello che può essere avvenuto in quei misteriosi ultimi giorni della sua vita.
Sono stata attirata soprattutto dalla trama, non originalissima da un certo punto di vista (il serial killer che si ispira a un’opera letteraria non è cosa nuova) ma sempre interessante. Il film non mi ha deluso anche se non sono poi riuscita ad appassionarmi più di tanto, comunque dal punto di vista dell’intrattenimento funziona molto bene; è un giallo ben fatto e che tiene col fiato sospeso fino alla scoperta dell’assassino, si ispira a Edgar Allan Poe, oltre che nella trama, anche nello stile del racconto: elemento giallo misto a elemento horror e al dramma. Le scene horror sono talvolta troppo forti (in particolare l’assassinio del critico e le scene con Emily sepolta viva, che sono riuscite a raccapricciare anche una come me solitamente poco impressionabile all’orrore finto dei film), quindi chi è particolarmente sensibile è avvisato!
Molto credibile l’interpretazione di John Cusack nel ruolo dell’ormai finito e tormentato autore, ma ho preferito di gran lunga Luke Evans nel ruolo dell’sipettore Fields, molto affascinante devo dire!
(Scusate la parentesi ormonale ma in un mare di squartamenti, sevizie, sangue che scorre a litri da gole tagliate e una poveraccia sepolta viva che tenta di prendere aria da un buchetto che è riuscita a scavare nella cassa un po’ di piacere ci vuole!).

sabato 17 marzo 2012

La casa nella prateria (Little house on the prairie), 1974




Con Michael Landon  (Charles Ingalls ), Karen  ( Caroline Ingalls), Melissa Gilbert (Laura Ingalls), Melissa Sue Anderson ( Mary Ingalls), Richard Bulls (Nels Oleson), Katherine McGregor (Harriet Oleson).

Charles Ingalls e la moglie Caroline con le tre figlie Mary, Laura e Carrie sono due dei tanti pionieri che agli inizidel 1800 si trasferiscono nel Minnesota per cercare una vita migliore, costruendo una loro fattoria e vivendo una vita serena nonostante grandi sacrifici e , col tempo, anche grandi problemi….

Tratto da una serie di romanzi autobigrafica(1938 circa) di Laura Ingalls Wilder, il telefilm fu una delle serie tv più amate negli anni ‘70/’80 nonostante la sua atipicità rispetto ai prodotti televisivi del periodo (che puntavano quasi tutti al poliziesco o al realismo contemporaneo); fu fortemente voluto dal protagonista Michael Landon, reduce da un’altra serie di grande successo negli anni ’60 (BONANZA) che in un’intervista dichiarò di aver pensato la serie per rispondere alla violenza dei tempi con un prodotto che si basasse su valori fondamentali come l’amicizia, l’amore,il rispetto, l’importanza del lavoro,la speranza.Il tutto ambientato in un passato bucolico abbastanza edulcorato(lo sappiamo tutti che la vita agreste dei pionieri molto spesso non fu affatto così felice e luminosa!), il tipico villaggio americano dove si comprano i prodotti all’unico emporio, si fanno le marmellate in casa, si colgono fiori di campo, si va a messa la domenica e alla scuola della parrocchia, la sera ci si ritrova davanti al camino acceso ecc, ecc, ecc…
Tuttavia per fortuna la storia affronta anche problemi reali: il duro lavoro nei campi non sempre ripagato coi risultati sperati, i sacrifici dei genitori per dare un’istruzione alle figlie e quindi un futuro migliore, una delle figlie che diventa cieca e quindi relative cure (sperimentali), insomma gli Ingalls ne affrontano di ogni, sempre compatti e uniti dall’amore della famiglia. Un bel telefilm, durato otto serie.
Interpreti bravi e in parte, oltre la già citato Michael Landon la moglie Karen Grassle e le tre bimebe (poi diventate adulte) che interpretano le figlie, anche se il personaggio che rimane più impresso e meglio caratterizzato è quello della signora Oleson, la terribile pettegola del villaggio. Nelle ultime due serie fece parte del cast anche la piccola Shannen Doherty, futura Brenda di BEVERLY HILLS 90210 e Prue di STREGHE.
In Italia fu trasmesso per la prima volta nel 1977 su Rai Uno e dal 1984 su Canale 5; dal telefilm furono tratti tre film per la tv.


lunedì 12 marzo 2012

La scelta di Sophie (Sophie’s choice), 1982



Regia di ,Alan J. Pakula,  con Meryl Streep ( Sophie Zawistowska), Kevin Kline (Nathan Landau), Peter McNicol (Stingo).

Nel 1946 Stingo, un giovane aspirante scrittore, si trasferisce dall’America del Sud a   , prendendo alloggio in una piccola pensione, dove fa amicizia con Sophie e Nathan, una coppia piuttosto stravagante e originale, perennemente in bilico tra amore e odio. Il giovane rimane particolarmente colpito dalla bella Sophie, ma presto scoprirà che sia lei che Nathan nascondono entrambi un pesante segreto: lui riguardo alla sua salute, lei  risalente agli anni della guerra….

Tratto dal romanzo omonimo (1979 ), di William Styron, è un film che affronta l’argomento dei campi di concentramento nazisti da una prospettiva ovviamente drammatica, ma insolita: la storia di una donna sopravvissuta che purtroppo ha visto morire i suoi due figli e che custodisce un atroce segreto che la porterà alla distruzione: Sophie infatti è stata costretta a scegliere quale dei due figli salvare, condannando a morte l’altro. Un situazione terribile, atroce e inimmaginabile, in cui la donna è vittima due volte, nonostante si creda carnefice.
Una situazione che distruggerà Sophie più ancora delle privazioni vissute nel campo, che la porterà alla morte.
Da subito si intuisce che il lieto fine è molto improbabile, l’atmosfera del film è troppo carica di angoscia e inquietudine anche nei momenti spensierati della coppia, a loro volta troppo carichi ed eccessivi non solo visivamente. La coppia Kline- Streep dimostra di reggere molto bene il ritmo della storia sia individualmente che come coppia, anche se a tratti sembra si mangino (penso sia inevitabile) il povero Stingo mettendolo in ombra.
Per questa interpretazione Meryl Streep vinse il suo meritatissimo secondo Oscar come migliore attrice protagonista, mentre il film ottenne cinque nomination.
A mio avviso uno dei film più riusciti sul tema dell’Olocausto.