lunedì 31 ottobre 2022

A proposito dei Ricardo (Being The Ricardos), 2021


 Regia di Aaron Sorkin, con Nicole Kidman (Lucille Ball), Javier Bardem (Desi Arnaz), J.K Simmons (William Frawley), Nina Arianda (Vivian Vance).




Nell'America del 1952 spopola in tv il telefilm "I love Lucy" interpretato da Lucille Ball e Desi Arnaz, marito e moglie anche nella realtà. Quando Lucille rimane incinta si prospetta il problema per gli sceneggiatori se sia il caso di introdurre la gravidanza anche nello show; nel frattempo guai ancora più grossi stanno per arrivare in casa Arnaz dato che Lucille viene accusata di essere comunista in piena era maccartiana....




Film di genere "biopic" che riporta in auge due divi ora un po' dimenticati degli anni '50.... a dire la verità, sopratutto la lei della coppia, Lucille Ball, che assieme al marito Desi Arnaz era la protagonista dell'amatissimo "I love Lucy", show che pochi anni dopo fu tra i primi ad arrivare da oltreoceano anche sui neonati teleschermi italiani con il titolo "Lucy e io". Ritenuta dalla critica di oggi "affascinante e spigliata, dotata di verve comica e mimica non comuni" (da Wikipedia"), all'epoca rimase purtroppo ingabbiata nel suo ruolo più famoso (quello televisivo appunto) e ciò le tolse la possibilità di esprimersi in maniera adeguata al cinema, nonostante una lunga e discreta carriera anche in questo ambito. 


Il film ripercorre la vicenda umana e artistica dell'attrice, inevitabilmente legata a quella del primo marito Desi Arnaz (il matrimonio durò una ventina d'anni); inizialmente la star era lui e sicuramente le nozze dieedero a Lucille una chance in più di emergere non indifferente, anche se poi anche all'interno della coppia finiì per acquisire potere e mettere un po' in ombra il coniuge, penalizzato anche dagli stravizi in fatto di alcol e donne che lei invece non aveva. 

Lucille Ball è interpretata da Nicole Kidman, che si intuisce abbia svolto un grosso lavoro di studio del personaggio dato che all'interno del film lo stesso personaggio si sdoppia: la Lucille che appare in tv e negli studi cinematografici come atteggiamenti e pose molto spesso differisce da quella che si trova nel proprio quotidiano con la famiglia, la propria casa ecc: Questa scelta forse vuole sottolineare le difficoltà per molte insormontabili che le donne dell'epoca (anche famose e di potere come la Ball) avevano all'epoca per imporsi in qualche modo e avere l'ultima parola sulle decisioni che gli studios prendevano per loro: bisognava essere sempre "toste"e non mollare il colpo perchè altrimenti era un attimo vedere qualche attricetta (magari raccomandata) passarti davanti e fregarti quel ruolo al quale ambivi da anni. Accanto a lei (che inevitabilmente ruba un po' la scena a tutti) Javier Bardem nel ruolo del marito Desi Arnaz, volutamente un po' defilato ma allo stesso tempo presente e amorevole nonostante i tradimenti e la sindrome da comprimario che lo coglie anche nella vita di fronte alla popolarità della compagna. Una coppia che funziona molto bene e rende bene il ritratto della coppia più celebre, approvato anche dai figli degli Arnaz. 


Forse condensare in una sola settimana (più vari flashback) una narrazione così densa non è il massimo come scelta, visto che risulta anche poco credibile (io durante la visione ho percepito un tempo molto più lungo, ed è solo leggendo poi le varie recensioni sul web che ho scoperto si svolgesse in una sola settimana); il ritmo finisce per risultare a volte troppo veloce altre noioso, sopratutto se magari non si conosce bene la storia di questi due attori. Tutto sommato un film godibile che ha il merito di rendere omaggio a una grande attrice sottovalutata e a una coppia amatissima; secondo me è stato uno spreco farlo uscire solo su Amazon video. 





giovedì 27 ottobre 2022

Il conte Tacchia, 1982


Regia di Sergio Corbucci, con Enrico Montesano (FRancesco Puricelli detto "Conte Tacchia" ), Vittorio Gassman (Torquato Terenzi ), Zoe Chauveau (Fernanda), Ninetto Davoli (Ninetto), Paolo Panelli (Alvaro Puricelli)

Roma, 1910: Francesco Puricelli detto Checco, figlio di un falegname, sogna di diventare nobile; per questo viene soprannominato ironicamente "Conte Tacchia" dagli altri abitanti del quartiere. L'unico rapporto che il giovane ha con la nobiltà è l'amicizia con il vecchio principe Terenzi, che però vive in ristrettezze in quanto il suo nome è decaduto da tempo. Alla morte del principe Checco ne diventa l'erede ma nobiltà vera lo osteggia....





Simpatico film di ormai 40 anni fa che sulla falsariga del contemporaneo "Marchese Del Grillo" ridicolizza la nobiltà romana dei primi del '900 in modo forse un po' stereotipato: abbiamo da una parte  i nobili tutti stroxxxi, depravati, corrotti e disonesti, mentre dall'altra un popolano, sognatore, sempliciotto (ma non certo stupido), simpatico ecc...che però non si fa certo scrupolo, pur di raggiungere il proprio obiettivo, di abbandonare il proprio padre e di ingannare la donna che ama che però è solo una popolana e quindi poco utile al suo scopo.
Il personaggio e peraltro ispirato a una fgura realmente esistita: Adriano Bennicelli, nobile romano vissuto fra il 1860 e il 1925  la cui famiglia si era arricchita con il commercio del legno (Tacchia in romano signfica "pezzo di legno").
Molto bravo Montesano che interpreta senza sforzo (nel senso che gli viene naturale) un personaggio vicino a quelli tipici della sua lunga carriera, ma Gassman e Paolo Panelli sono una spanna  superiore a lui. 












domenica 23 ottobre 2022

I fratelli Karamazov, 1969


 Regia di Sandro Bolchi, con Corrado Pani (Dimitri Karamazov), Umberto Orsini (Ivan Karamazov),  Carlo Simoni (Aleksej Karamazov),Salvo Randone (Fedor Karamazov), Lea Massari (Grusenka),  Carla Gravina (Katerina Ivanovna), Antonio Salines (Smerdjakov).     


.Dimitri,Ivan e Alekseji Karamazov sono tre fratelli, figli del vecchio e depravato Fedor Karamazov,che ha dissipato in gozzoviglie e vizi tra i più laidi tutto il patrimonio suo e pure quello che i figli avevano ricevuto in eredità alla morte delle rispettive madri( Dimitri è figlio della prima moglie, gli altri due della seconda).

Ciò è motivo di un’accesa disputa tra Dimitri e il padre, accresciuta dal fatto che entrambi sono invaghiti di Grusènka,una giovane popolana molto bella.Gli altri due fratelli assistono al conflitto impotenti; quando Fedor viene ritrovato assassinato, Dimitri è l’indiziato principale, ma questi giura di essere innocente…


Versione Rai dell'omonimo romanzo di Fedor     ( ), è uno dgli sceneggiati più di successo nella storia delle televisione italiana (con una media di 15 milioni di spettatori a puntata, un record anche per l'epoca), acclamato anche dalla critica. 

Meritatamente, perchè nonostante all'epoca la qualità di tutti gli sceneggiati fosse piuttosto alta, questo in particolare si distingue, oltre che per l'alto livello degli attori e dei professionisti coinvolti nella lavorazione, per il fatto di rendere  un romanzo molto complesso non solo ottimamente come adattamento ma rendendolo comprensibile e fruibile per il grande pubblico, il quale si appassionò alla storia talmente tanto da rilanciare le vendite del libro. 


Per me che amo molto questo romanzo è sempre un piacere vedere la cura e l'attenzione che traspaiono da questa trasposizione, l'impegno di attori già ottimi di loro nl calarsi in personaggi difficili rendendoli in maniera ottimale e facendo percepire al pubblico sentimenti, passioni e pensieri di ognuno di loro: in particolare ho apprezzato Corrado Pani che alterna irruenza e fragilità  nei panni di Dimitri, Salvo Randone che centra perfettamente l'ambiguità del padre Fedor, viscido e amorale ma per il quale allo stesso tempo non si riesce a fare a meno di provare simpatia, gli altri due fratelli Umberto Orsini (il tormentato Ivan) e il tranquillo Alesa.

Ma anche sugli altri personaggi nulla da dire, sebbene personalmente per quelli femminili avrei talvolta scelto altre attrici, ma questo è solo un dettaglio. Resa particolarmente bene la difficile parte del processo e anche quella del "Grande Inquisitore", che può forse risultare noiosa per alcuni visto che dura quasi mezz'ora ed è impostata in modo molto teatrale ma, se si ha la pazienza di superare questo scoglio, rende molto bene il momento e il senso di quanto narrato.


Al limite, un difetto che ho trovato è quello di non raccontare (neanche in minima parte) il prologo della vicenda, cioè la storia dei due matrimoni di Fedor Karamazov e quindi l'origine della disputa tra Dimitri e il padre.

Per me è sempre in piacere rivederlo. Piccola nota: quando ho letto la prima volta il romanzo avevo 13 anni e non conoscevo lo sceneggiato, che ho visto solo nel 2010... e sono rimasta di sasso visto che, leggendo, Alesa me l'ero immaginata identico all'attore che lo ha effettivamente interpretato qui! :)

Di recente Umberto Orsini ha ripreso il personaggio di Ivan in uno spettacolo teatrale intitolato "Io sono Ivan Karamazov", attualmente in programma nei teatri italiani.




giovedì 20 ottobre 2022

Il bar delle grandi speranze (The tender bar), 2021


 Regia di George Clooney, con Ben Affleck (Charlie   ), Daniel Ranieri (J.R Moringer bambino), Lily Rabe (Dorothy), Christopher Llooyd (il nonno), Tye Sheridan (J.R Moringer giovane)


USa, anni '70: dopo la fine del proprio matrimonio Dorothy torna assieme al figlio J.R a Long Island nella casa natale dei genitori, dove vivono anche il fratello Charlie e una sorella con i propri figli. 

Il piccolo JR crescerà così con la famiglia materna, con pochissimi contatti con il padre DJ che lui cerca comunque ascoltando la sua voce alla radio; per fortuna stabilisce un rapporto di forte affetto con lo zio Charlie....




Tratto dall'omonimo romanzo autobiografico (2005)  di  J.R Moeringher, è uno di quei film che definisco "occasioni mancate" dato che mi è piaciuto, avrebbe avuto tutte le carte in regola per diventare uno di quelli di ricordare...ma niente, non è scattato il feeling, qualcosa è mancato.

E' il tipico romanzo di formazione, una storia autobiografica che parte dalla descrizione dell'infanzia (la parte più riuscita a mio avviso). Il piccolo protagonista, J.R assiste al divorzio dei genitori e all sparizione del padre, un famoso Dj che il figlio da quel momento sentirà prevalentemente per radio; con la madre torna a vivere nella casa dei nonni, affollata di persone e caotica ma che lui continuerà ad amare anche da adulto nonostante la madre cerchi di inculcargli che "questa non è una vera casa"; tra i parenti spicca lo zio Charlie a cui JR è molto legato e che inevitabilmente diventerà per lui come un secondo padre. Charlie gestisce un bar chiamato "      " che per il nipote diventerà una seconda casa e dove tornerà ogni volta che avrà bisogno di consolazione o consigli di vita. Il tutto nella cornice degli USA anni '70 e '80,una cornice un po' superficiale a dire la verità dato che viene illustrata quasi unicamente attraverso cambi di look dei personaggi e canzoni dell'epoca: poco o nulla viene accennato dei vari cambiamenti storici e sociali di quegli anni.


La storia è bella e scorre, ma ho spesso avuto la sensazione che appunto scorresse un po' troppo in fretta, senza approfondire vari aspetti e lasciando in superficie molti altri seppure si capisce vengono considerati importanti, tra cui l'amore per i libri che JR respira fin da piccolo in casa dei nonni e nel bar di Charlie, che si chiama "The Dickens" (il titolo italiano fa riferimento appunto al nome del locale e alla velata preferenza mostrata verso questo autore), in cui tra l'altro è presente un elemento insolito per l'epoca: "una mini biblioteca, antesignana dell'odierno book crossing. Oppure, la passione per la letteratura e la scrittura del giovane JR che non è poi così chiara, parecchi lati della vita di JR adulto (la parte dell'infanzia invece è la migliore)...insomma parecchie cose lasciate in sospeso. 

Il punto di forza del film secondo me sono gli attori, veramente bravi: Ben Affleck particolarmente adatto nel ruolo dello zio single, un po' rude che sarà il punto di riferimento per il nipote orfano di padre senza sostituirsi a lui, il piccolo Daniel Ranieri voce narrante del racconto e bambino che deve affrontare i propri problemi venendo talvolta investito da quelli degli altri (in particolare della madre), Lily Rabe madre affettuosa proiettata nel futuro per amore del figlio e sopratutto un grande Christopher Lloyd nel ruolo dell'eccentrico e burbero nonno, che però sa prendersi cura dei propri familiari. 

Un film che mi sento comunque di consigliare in quanto ben diretto e realizzato, con una storia molto godibile.








domenica 16 ottobre 2022

Ritorno al futuro (Back to the future), 1985


Regia di Robert Zemeckis, con Michael J. Fox (Marty McFly ), Christopher Lloyd (Doc Emmett Brown), Lea Thompson (Lorraine McFly), Crispin Glover (George McFly), Thomas F. Wilson (Biff),Claudia Wells (Jennifer).



Marty McFly, 17enne svogliato a scuola e con ambizioni da rockstar, è il migliore amico di Doc, uno strampalato inventore sempre in attesa dell'invenzione che gli cambierà la vita.
che in effetti arriva presto: Doc crea una macchina del tempo trasformando una DeLorean e dà appuntamento a Martin per mostrargliela e spiegarne il funzionamento, ma per una serie di circostanze il ragazzo si ritrova catapultato nel 1955, giusto in tempo per conoscere i suoi genitori da giovani.
Per tornare al 1985 Marty dovrà cercare di non modificare assolutamente il corso delle cose e dell vite altrui, m non è facile....



Compirà 40 anni tra circa tre anni anche questo film, capostipite di una fortunata serie e amatissimo ancora oggi.
Si può dire "40 e non li dimostra"? Secondo me sì, considerato il successo che continua a ottenere anche presso un pubblico di giovanissimi

L'idea del viaggio nel tempo non è particolarmente originale anche se funziona perchè - almeno credo-  è uno di quei desideri irrisolti dell'umanità (sicuramente lo è per me!). Più interessante il fatto che il giovane Marty, arrivato negli anni '50, scopre che non erano poi così idilliaci come solitamente vengono dipinti, e in particolare i rapporti fra i suoi genitori sono tutto l'opposto di quello che lui finora aveva pensato; anzi, gli stessi genitori adolescenti non sembrano nemmeno delle persone così desiderabili da conoscere. E tuttavia Marty si trova costretto a intervenire nelle vicende del passato per modificarle, in quanto se Lorraine e George  non si innamoreranno (e quindi in seguito sposeranno) Marty rischia di non nascere....come andranno le cose non è troppo scontato, e nemmeno il risultato di tale intrusione nella vita della famiglia McFly negli anni '80 (alla faccia della regole solitamente presente quando si tratta di viaggi nel tempo: "il futuro non può essere cambiato in alcun modo"). 

Per il resto credo che il film funzioni ancora oggi perchè mantiene un sua freschezza: le trovate tecnologiche/scientifiche oggi possono anche fare sorridere ma all'interno della storia hanno un loro perchè, le interpretazioni degli attori sono ottime e accattivanti (Michael J. Fox è un adolescente in cui molti si possono riconoscere ancora oggi, e Christopher Loyd per me è al suo massimo), senza contare anche le interpretazioni dei comprimari. Riguardo al protagonista, ancora più notevole è la sua perfomrmance sapendo che all'epoca recitava di giorno nel telefilm "Casa Keaton" e per Zemeckis la sera fino alle due di notte : tanto di cappello perchè io non ce l'avrei fatta! 
La colonna sonora inoltre è godibile ancora oggi, e sotto molti aspetti il film può considerarsi uno dei manifesti degli anni '80 attualmente tanto di moda.
Io me lo rivedo sempre volentieri!





sabato 15 ottobre 2022

Robbie Coltrane

 E' morto all'età di 72 anni l'attore Robbie Coltrane, famoso per avere interpretato il ruolo di Hagrid nella saga dai Harry Potter.

Nato in Scozia nel 1950, esordì al cinema nel 1980 con "La morte in diretta"; fra i suoi film, oltre ai sei della saga di Harry Potter che lo hanno reso una celebrità a livello mondiale, si ricordano "Flash Gordon" ( ), "Absolute beginners" (1986), "Enrico V" (1989), "007-Goldeneye" (1995), "Le parole che non ti ho detto" (1999), "La vera storia di Jack lo Squartatore" (2000), "Ocean's Twelve" (2004), "Van Helsing" (2004), "Grandi speranze" (2012).










mercoledì 12 ottobre 2022

Angela Lansbury

 E' morta all'et di 97 anni a Los Angeles l'attrice Angela Lansbury.

Nata a Londra nel 1925, figlia dell'attrice irlandese Moyna MacGill, studiò recitazione in Inghilterra per vari anni fino a quando la famiglia si trasferì in USA per sfuggire ai bombardamenti di Londra. 

Dopo gli esordi come cantante e cabarettista, grazie ad alcune conoscenze della madre anch'essa attrice, la giovane Angela vene introdotta nel mondo del cinema facendo provini per la MGM; il suo esordio fu nel 1944 in "Angoscia"  di Cuckor, con il quale ottenne subito un buon successo di pubblico e critica, ottenendo anche la sua prima nomination all'Oscar come migliore attrice non protagonista; l'anno dopo bissò il successo (e la nomination) con "Il ritratto di Dorian Gray".

Da allora continuò la sua carriera sempre con grande successo, affiancando al cinema il teatro e la televisione.

Tra i suoi film ricordiamo: "Il disonesto" (1947), "I tre moschettieri" (1948), "Sansone e Dalila" (1949), "La lunga estate calda" (1958), "La più gande storia mai raccontata" (1965), "Pomi d'ottone e manici di scopa" (1971), "Assassinio sul Nilo" (1978), "Il ritorno di Mary Poppins" (2018). E' stata inoltre la voce di Mrs Brick in "La bella e la bestia" (1991), nonchè interprete della famosa canzone principale della colonna sonora.

A teatro è stata una delle più celebri Mrs Lovett in "Sweeney Todd", e in tv che dire.....chi non conosce la mitica Jessica Fletcher, la "signora in giallo" interpretata dal 1984 al 1996 ma che da noi arrivò principalmente negli anni '90 tenendoci compagnia per quasi tutto il decennio?

Che poi, pensiamoci: dove andava lei avveniva puntualmente un delitto....

Personalmente ho dei ricordi di quest'attrice molto legati alla mia infanzia e ai miei primi amori cinematografici: da piccola avevo il filmino in Super 8 di una parte di "Pomi d'ottone e manici di scopa"che a casa mia, quando decidevamo di vedere i filmini, era sempre il primo a essere messo, e visto più volte; è stat inoltre la regina Anna ne "I Tre moschettieri", uno dei miei film favoriti di quando ero piccola. Quando uscì in Italia "la bella e la bestia" ero già grandina (avevo 12 anni), ma ho sempre amato molto l'interpretazione della canzone.









domenica 9 ottobre 2022

Ho amici in Paradiso, 2016

 


Regia di Fabrizio Maria Cortese, con Fabrizio Ferracane (Felice), Valentina Cervi (Giulia),Antonio Catania (Don Pino), Antonio Folletto (Antonio), Enzo Salvi (Enzo), Daniela Cotogni (Carmelina),Valentina Cervi (Giulia),




Felice è un commercialista impulsivo e superficiale, dedito solo al proprio lavoro e al guadagno di denaro; non sempre in modo pulito, visto che viene arrestato per aver riciclato dei soldi della malavita, ma in cambio di informazioni su un boss locale evita la galera e viene condannato a svolgere un periodo di servizio sociale uin un centro che si occupa di persone disabili. Dopo un iniziale periodo di scoramento Felice- aiutato da Don Pino e dalla psicologa Giulia- comincia a instaurare rapporti di amicizia all'interno della comunità: rimasto colpito dalla vivacità e cultura di alcuni di questi ospiti, propone di mettere in scena il "Riccardo III" di Shakespeare...



Su Raiplay si trovano spesso delle piccole "chicche", film magari passati inosservati nel circuito cinematografico comune (o che semplicemente uno si è perso) ma assolutamente meritevoli.

Uno di questi è appunto "Ho amici in Paradiso", che al di là di un assunto di base non proprio originalissimo (la redenzione di un affarista senza scrupoli) mi ha colpito per la trovata del "Riccardo III" inserito come elemento importante del racconto, grazie a dei parallelismi con la situazione degli ospiti della struttura in cui è ambientato il film, che porterà alla decisione da parte del protagonista di coinvolgerli nella messa in scena della tragedia shakspiriana.



Ambientato e girato nell'Istituto Don Guanella di Roma (realmente esistente), affianca a un gruppo di attori professionisti (fra cui spicca Enzo Salvi in un ruolo molto differente dai cinepanettoni cui ci ha abituato) un gruppo di disabili ospiti dell'istituto (non ne fa parte però Antonio Folletto, l'attore che interpreta Antonio, giovane emiplegico scelto per interpretare Riccardo). Il risultato è un film sentimentale senza essere sdolcinato, che tratta però di sentimenti, emozioni e umanità nel reale significato di questi termini; una storia che insegna ad andare al di là delle apparenze e a superare i propri pregiudizi, non solo verso la disabilità ma anche verso situazioni di altro tipo in cui è molto facile incappare,  a volte. 

Qua e là è possibile notare qualche pecca notarla, sopratutto nell'ultima parte del film con il rocambolesco inseguimento dei disabili da parte del cattivo di turno, ma ciò non toglie nulla a una storia davvero toccante e coinvolgente.




















domenica 2 ottobre 2022

Big eyes, 2014


 Regia di Tim Burton, con Amy Adams (Margaret Kane), Cristoph Waltz (Walter Keane), Madeleine Arthur (Jane), 


San Francisco 1958: la talentuosa pittrice Margaret Ulbrich non riesce a dedicarsi alla sua passione a tempo pieno dato che deve lavorare per mantenere sè stessa e la figlia Jane. Conosce il pittore esordiente Walter Keane con il quale si sposa, e con cui condivide i primi tentativi di notorietà. Quando vede che i dipinti della moglie cominciano ad avere più successo dei suoi la convince ad esporli con il cognome da sposata, spacciandoli però per propri....




Secondo film biografico dopo "ED Wood" (1994), narra l'inquietante storia della pittrice Margaret     , autrice dei famosi "bimbi coi grandi occhi" per lungo tempo attribuiti al marito (anche lui pittore) Walter Keane. 

Una storia di manipolazione psicologica e oppressione maschile verso la donna forse non infrequente all'epoca (e purtroppo nemmeno oggi), ma stavolta portata a livelli alti grazie alla notorietà dei due protagonisti: il pittore Walter Keane e sua moglie Margaret, rimasta appunto nell'ombra del marito per molti anni come reale autrice dei suoi quadri.

Una storia angosciante che fa nettamente da contrasto con il contorno in cui si svolge, una volta tanto composto da esterni luminosi, luce, colori pastello (diversamente da quanto accade nei film burtoniani) e con la retorica degli "anni '50/'60" come una specie di età dell'oro dove si stava meglio di oggi (per inciso, io sono convinta che per molte cose fosse davvero così). 


La protagonista, Margaret, è una donna già provata dalla vita: visto che dopo il fallimento del primo matrimonio è costretta a duri sacrifici per mantenere sè stessa e la figlia Jane. La sua grande passione e il suo talento per la pittura vengono per lungo tempo soffocati in nome della sopravvivenza; l'incontro con Walter Keane, istrionico e gioviale pittore emergente, sembrerebbe rappresentare l'inizio di una rinascita e di un periodo sereno, e invece è solo l'inizio di un vero e proprio incubo: sotto la patina di giovialità e buonumore Walter nasconde una personalità psicopatica, manipolatrice, narcisistica e anche violenta. Appena si accorge che i dipinti della moglie hanno più successo dei suoi comincia a emergere il lato oscuro della sua personalità: con una serie di vari raggiri di tipo psicologico manipola la debole consorte finchè non la convince a fare passare come suoi i quadri. La poveretta per anni diventa unicamente una macchina sforna- quadri, precipitando in un abisso di depressione dal quale riuscirà a scuotersi solo dopo anni, separandosi e ottenendo la sua rivincita davanti al resto del mondo, facendosi finalmente conoscere come l'autrice dei suoi lavori. Lavori che inevitabilmente rispecchiano nel corso della pellicola i vari stati d'animo della loro autrice, apparendo di volta in volta malinconici, disperati, oppressi, speranzosi. 

Se è vero che la rivincita di Margaret rappresenta una sorta di lieto fine, è uno di quei finali che lasciano l'amaro in bocca perchè non si riesce a dimenticare tutto ciò che la pittrice ha passato. 

I due protagonisti Amy Adams e Christoph Waltz si dividono equamente la scena anche se fra i due come bravura prevale il secondo, che coglie perfettamente l'animo di un personaggio psicopatico e cattivo non certo facile.