sabato 28 febbraio 2015

Exodus- Dei e Re (Exodus- Gods and Kings), 2014


Regia di Ridley Scott, con Christian Bale (Mosè),Joel Edgerton (Ramses), John Turturro (Seti),Maria Valverde (Zipporah), Golshifteah Farani (Nefertari),Ben Kingsley (Nun).


Alla corte egizia Ramses , figlio del Faraone, e Mosè, figlio della sorella del regnante, crescono come fratelli, aiutandosi a vicenda durante le battaglie; il Faraone però è più propenso a stimare il nipote piuttosto che il figlio, anche e per legge non può decidere di farlo succedere.
La situazione interna del Paese è critica, gli Ebrei stufi di essere schiavi da secoli cominciano a ribellarsi e Mosè, a causa delle sue doti diplomatiche e della benevolenza che il popolo gli ha sempre mostrato, è incaricato dal Faraone di occuparsi della questione; un giorno incontra Nun,un vecchio saggio ebreo che gli svela un'incredibile verità a lungo nascosta: anche Mosè è ebreo.....


A   60 anni di distanza dal mitico Kolossal  diretto da Cecil B. De Mille  con Charlton Heston e Yul Brynner, ecco una nuova versione della storia dei Dieci Comandamenti, il cui titolo inizialmente so aver tratto in inganno molte persone, che senza leggere la trama hanno invece pnsato fosse il remake dell'omonimo film del   con Paul Newman ed Eva Marie Saint.
Nonostante la mia preferenza vada spiccatamente all'originale posso dire che anche questa versione mi è piaciuta abbastanza, nonostante la presenza dell'attore-bolso per eccellenza, Christian Bale, nei panni del protagonista: certo  non un novello Charlton Heston, ma che comunque fornisce un'interpretazione dignitosa e psicologicamente più approfondita del personaggio, mostrandolo tra l'altro in una luce molto più umana.
Tra l'altro qui non ha nemmeno quell'aspetto da malato terminale che ha avuto nell'80% dei film che ho visto...(vabbè, si capisce che non amo molto questo attore?).
Nonostante numerose scene d'azione (d'altronde il regista è Ridley Scott), anche per gli altri personaggi si predilige la descrizione psicologica: Ramses è un principe complessato e infelice  a causa della preferenza che il padre ha sempre mostrato per Mosè, arriva addirittura a fare la guerra a quello che a tutti gli effetti è per lui un fratello pur non essendo convinto della colpevolezza di Mosè perchè istigato dalla madre, nonostante se ne renda conto va avanti imperterrito e sordo a ogni voce della ragione anche quando le cose si mettono male, incancrenendo il suo rancore e facendone scontare le conseguenze a tutto l'Egitto...bè dire che Freud avrebbe avuto materiale su cui lavorare con un paziente così. Però mi ha molto colpito il suo amore per il figlio e le parole che pronuncia davanti al bambino addormentato, tutto ciò lo rende sicuramente più umano e vicino alla persona comune.
Terzo personaggio importante Zipporah, la moglie di Mosè, che non accetta passivamente di essere abbandonata per Dio e le sue imprese e ci tiene a ribadire la sua opinione.
A proposito del fattore religioso, in questa versione è messo in ombra se non proprio bistrattato: Dio è visto infatti come un bambino capriccioso che si fa vivo solo per comandare quello che vuole, ma quasi incapace di ascoltare e supportare il suo servo. nonostante condivida il messaggio del regista a proposito, non mi è piaciuto questo cambiamento, ritengo che la storia da questo punto di vista avrebbe dovuto essere più fedele al Testo Sacro.
Anche se a un certo punto la si tira un po' troppo in lungo e si comincia a chiedersi che ora è (ma ciò accade solo verso la fine), un film godibile e che non tradisce le aspettative, sopratutto a livello di spettacolo, come è giusto che sia al cinema.







lunedì 23 febbraio 2015

Notte degli Oscar 2015

Come ogni anni, ecco  a voi i principali vincitori della Notte Degli Oscar svoltasi ieri a Los Angeles:


MIGLIOR FILM: BIRDMAN



MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA: Eddie Remayne per "La teoria del volo"



MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA: Julianne Moore per "Still Alice"



MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA :Patricia Arquette per "Boyhood".



MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA: J.K. Simmons per "Whiplash"





MIGLIOR REGISTA: Alejandro Innaritu per "Birdman"



MIGLIOR FILM STRANIERO: "Ida", di Pawel Pawlikoski (Polonia)



Qui l'elenco completo dei vincitori:


http://www.corriere.it/foto-gallery/spettacoli/15_febbraio_23/notte-oscar-2015-stelle-red-carpet-e7d6e21e-baea-11e4-9133-ae48336c4c83.shtml

sabato 21 febbraio 2015

Little Miss Sunshine, 2006


Regia di Jonathan Dayton, con Abigail Breslin (Olive Hoover), Toni Collette (Sheryl Hoover),Greg Kinnear (Richard Hoover),Paul Dano (Dwayne Hoover),Alan Arkin (Edwin Hoover),Steve Carrell (Frank Ginsberg).

Gli Hoover sono una strampalata famiglia composta dal padre Richard- che tiene inutili seminari sull'argomento "come avere successo"-, dalla mamma Sheryl, casalinga sempre disponibile che cerca di motivare tutti,dal nonno Edwin (cacciato dalla casa di riposo per la sua sregolatezza e per il suo amore per la marjuana)e dai due figli Dwayne (che ha fatto voto di silenzio finchè non avrà il permesso di iscriversi all'accademia areonautica) e Olive, sette anni, il cui sogno è partecipare al concorso di "Little Miss America".
A loro si aggiunge Frank, fratello di Sheryl, omosessuale in crisi che ha appena tentato il suicidio e, appena dimesso dall'ospedale, viene ospitato dai congiunti.
Il sogno di Olive è sostenuto dal nonno Edwin, che ogni giorno aiuta la nipote a prepararsi con una segreta coreografia da lui ideata; a questo punto anche i genitori decidono di assecondare il desiderio della piccola e tutta la famiglia parte per la California-luogo dove si terranno le selezioni- su uno scassato pullmino Volkswagen anni '70. Durante il viaggio ne succederanno di  tutti i colori....


Grande successo al cinema nell'anno 2006/2007 per questa pellicola uscita dal Sundance Film Festival,che riuscì ad arrivare all' Academy vincendo due Oscar (migliore sceneggiatura originale e Alan Arkin migliore attore non protagonista), successo meritato dato che, almeno secondo me, è un'ottimo film.
Protagonista una delle migliori bambine cinematografiche in assoluto, la piccola Olive, dolce bambina senza particolari qualità o specialità se non la dolcezza e l'innocenza della sua età, e un sogno altrettanto tipico: diventare "Piccola Miss California". Sogno che fa sorridere amaramente lo spettatore dato che Olive è l'esatto contrario- per fortuna sua- delle piccole Miss che sfilano in questa "fiera degli orrori" (Qualcuno conosce il programma di Real Time a tema?): occhialuta e cicciotta, chiunque le direbbe di lasciare perdere, se non altro per non mandarla incontro precocemente con una dolorosa disillusione. Ma la disastrata famiglia di cui fa parte, un po' per noncuranza (dato che ognuno  preso dai propri problemi) e un po' tanto per fare, la supporta accompagnandola al concorso in un viaggio sgangherato come il vecchio pullmino Volksvagen che gli Hoover usano per spostarsi; un viaggio che alla fine servirà un po' a tutti, per fare pace con sè stessi e rinsaldare i rapporti familiari. 

Sono una famiglia vera legata da affetto, anche se a modo loro: ognuno dei persona infatti reca problemi e frustrazioni che non riesce a condividere troppo con gli altri, perfino la mamma premurosa e amorevole fatica a reggere questo suo ruolo; l'unico che sembra davvero a suo agio è il nonno, espulso dalla casa di risposo perchè si faceva le canne e - come la storia e sopratutto il finale dimostreranno- è veramente un personaggio sui generis" e forse, l'unico veramente soddisfatto della vita che fa.
Il padre è uno scrittore fallito che tiene seminari su "come avere successo", cosa che evidentemente a lui non riesce, lo zio è reduce da un tentativo di suicidio causato dal non riuscire a vivere senza complessi la propria omosessualità e il fratello non è stato ammesso all'accademia per via di un difetto fisico: probabilmente essi vedono nel sogno di Olive anche un riscatto per sè stessi.
che alla fine avranno, anche se solo come famiglia.
Ottimi interpreti, alan Arkin premiato appunto con l'Oscar per il ruolo dello zio Frank, ma sopratutto da ricordare la piccola, bravissima Abigail Breslin, lontana anni luce dai bambini leziosi e antipatichini spesso presentati nei film.






martedì 17 febbraio 2015

Il nome del figlio, 2014


Regia di Francesca Archibugi, con Alessandro Gassman (Paolo), Valeria Golino (Betta),Luigi Lo Cascio (Sandro), Micaela Ramazzotti (Simona), Rocco Papaleo (Luciano).

Un gruppo di amici si ritrovano a cena a casa di Betta e , coppia in crisi: durante la cena Paolo, fratello di Betta, annuncia che lui e sua moglie Simona chiameranno Benito il figlio che aspettano.
Quello che in realtà è solo uno scherzo scatena una serie di reazioni a catena che metterà alla prova un'amicizia ventennale.....


Al contrario di quanto è stato detto, questo film non è la versione italiana della commedia francese "Cena tra amici" (2011), ma è ispirata alla stessa commedia teatrale che ha dato vita al predecessore.
Rimane il punto centrale di una cena fra amici che finisce per trasformarsi in un confronto reciproco e a tratti devastante, che porterà alla luce verità nascoste, cose non dette, nevrosi e piccolezze di questo gruppo di amici borghesi così diversi fra loro ma anche simili.
Tutto nasce da quando la coppia Gassman- Ramazzotti (lui agente immobiliare arricchito, lei aspirante scrittrice) comunica agli altri che il nome scelto per il figlio atteso è Benito (omaggio a " Benito  ", uno dei libri preferiti di Paolo): nella famiglia di originin ebraiche, antifascista e borghese intellettuale dei Pontecorvo, con cui a Parte Simona tutti gli altri sono cresciuti (anche se i due figli sono solo Betta e Paolo) è una cosa inconcepibile, un affronto terribile, una specie di delitto quasi, in particolare per Sandro, marito di Betta, che evidentemente soffre da sempre di un complesso di inferiorità e di appartenenza che lo porta a deificare questa famiglia più di quanto facciano i suoi stessi componenti; è lui infatti, con l'insopportabile abitudine di twittare mentre è assieme agli altri, il più snob fra tutti, quello che si inalbera (apprendo ridicolo) per il nome e che fa scoppiare tutto il resto. Personaggio che probabilmente pensa cosi tanto agli affari degli altri per non affrontare i propri problemi.
Personaggio un po' a parte, diciamo super partes, Simona, romana coatta e aspirante scrittrice che ha scritto un romanzo per buona parte opera di un ghost writer, ma che rappresenta la persona senza ipocrisie o veli o scheletri nell'armadio che , essendo appunto super partes, con la sua presenza aiuta gli altri a non andare del tutto alla deriva  in una serata che doveva essere come tante e invece.....
Bravi tutti gli attori, che si dividono equamente la scena senza prevaricare sugli altri e caratterizzano ottimamente i personaggi con luci e ombre di ciascuno.
Scena clou del film la simpatica interpretazione del quartetto di amici di "Telefonami tra vent'anni" di Lucio Dalla.





giovedì 12 febbraio 2015

Basta che funzioni (Whatever works), 2009



Regia di Woody Allen, con Evan Rachel Wood(Melody), Larry David(Boris), Ed Begley jr(John), Patricia Clarkson(Marietta), Henry Cavill (Randy).

L’ipocondriaco, pessimista e cinico Boris, ex professore di fisica che ora vive in un quartiere ultra popolare, si trova suo malgrado a soccorrere e successivamente ospitare in casa Melody, una giovane donna scappata di casa che vive per strada.
Inizialmente la convivenza non è delle migliori, ma col passare del tempo l’accondiscendenza di Melody conquista Boris e i due,nonostante la notevole differenza d’età e di cultura. Boris fa in qualche modo da Pigmalione per la ragazza, dolce ma sciocchina, ma le cose si complicano quando arriva la madre di Melody,la casalinga disperata Marietta, sulle tracce della figlia…

Questo film di Woody Allen, altro regista fra i miei preferiti, mi è piaciuto davvero molto, e a quanto pare anche alle altre persone che erano in sala. Ho riso molto alle battute caustiche e situazioni surreali in cui viene trascinato, suo malgrado, il cinico protagonista Boris, un uomo che se lo conoscessi nella realtà giudicherei un vero rompiballe!Indimenticabile la sua mania di cantare “tanti auguri a te”ogni volta che si lava le mani, perché crede che questo rituale allontani i germi….e quando tenta due volte il suicidio perché ha paura della fine del mondo o cose simili?!
E’ un personaggio tipicamente alleniano, che in passato sarebbe sicuramente stato interpretato dallo stesso regista, che però vista l’età evidentemente non se la sente più di stare contemporaneamente sul set e dietro la macchina da presa. Lo “sostituisce”(passatemi il termine)più che egregiamente l’ottimo Larry David, convincente nel suo ruolo, così come la sua partner Evan Rachel Wood.due perfetti opposti, il filosofo saccentone e pieno di manie che non sa godersi la vita e la ragazza bella, bionda, giovane, che ha al suo attivo vari concorsi come miss avendo la madre impostato la sua vita sulla sua apparenza, ma comunque desiderosa di imparare.E fino a quando non intervengono agenti esterni che verranno abilmente e sorprendentemente scombinati tutto funziona…alla fine tutto si risolve per il meglio, anche se le cose saranno completamente ribaltate.
Il ritmo del film è incalzante, consente di interessarsi alla vicenda. Come sempre i temi portanti del film sono le riflessioni sull'ebraismo, la psicoanalisi e la religione nonché i beneamati cantanti d'epoca).Carina anche la trovata, comune ad altri film, del personaggio che si rivolge direttamente agli spettatori  in sala.





lunedì 9 febbraio 2015

No chaptcha day 2015

Stavolta arrivo in tempo....dall'8 al 15 febbraio è attiva la "No chaptcha day" ovvero la settimana contro i chaptcha, quei simpaticissimi codici che su alcuni blog è necessario inserire per poter commentare.
Quelli che, con la ridicola motivazione "dimostra di non essere un robot" (ma qualcuno ha mai capito davvero cosa voglia dire?), mettono un codice formato da una serie di numeri e lettere vari, di vario colore, formato e spesso con una riga tirata sopra...praticamente, spesso illeggibili al primo colpo.
E se sono illeggibili al primo colpo devi continuare a richiedere un codice nuovo finchè non riesci a inserirne uno.
Ora, oltre a essere una cosa completamente senza senso (cosa vuol dire "dimostra di non essere un roboto", forse che il pc non è un robot?), è davvero fastidiosa per gli occhi: leggo pochi blog ma alcuni di questi hanno i chapta e spesso sono costretta a fare a meno di commentare perchè mi fanno male gli occhi!
Di seguito, l'immagine simbolo del "No Chaptcha day 2015":



sabato 7 febbraio 2015

Monica Scattini

una triste notizia per il cinema italiano: è morta a Roma dopo una lunga malattia l'attrice Monica Scattini, aveva 59 anni.
Nata a Roma ma di origini toscane, l'attrice ha avuto una lunga carriera lavorando in film e fiction con i nomi più famosi del cinema italiano, specializzandosi in ruoli da commedia, non sempre comici ma spesso con risvolti amari o drammatici (penso a "Parenti serpenti", ad esempio).
Tra i suoi film ricordiamo "Fatti di gente perbene" di Mauro Bolognini, "Parenti serpenti" di Mario Monicelli, "Maniaci sentimentali" di Ricky Tognazzi, con cui vinse il David di Donatello come migliore attrice non protagonista, "La famiglia" di Ettore Scola," La vera vita di Antonio H." di Carlo Mazzacurati, "selvaggi" e "Vacanze di Natale 2000" dei fratelli Vanzina,"Lezioni di cioccolato" di Claudio Cuppellini,"Nine" di Rob Marshall e molti altri.
In tv la si ricorda per tre belle fiction: "Lo zio d'America", "Elisa di Rivombrosa 2" e la serie "Un ciclone in famiglia".









martedì 3 febbraio 2015

Gone Girl-L'amore bugiardo, 2014


Regia di David Fincher, con Ben Affleck (Nick Dunne), Rosamunde Pike (Amy Dunne),Kim Dickens (Rhonda Boney),Carrie Cunn (Margot Dunne),Tyler Perry (Tanner Bolt),Neil Patrick Harris (Davis Collins).


Nel luglio 2012 una giovane donna, Amy Dunne , scompare dalla sua  casa nel Missouri  nel giorno del quinto anniversario di matrimonio.
Da subito il marito Nick e i familiari vengono coinvolti in una girandola di interrogatori della polizia e pubblici appelli a Amy e a chi potrebbe averla rapita...perchè, avendo trovato tracce di colluttazione e di sangue in casa, si dà per scontato che qualcuno l'abbia rapita in casa.
Passano i giorni e tutti gli indizi sembrano portare a Nick, dato che il matrimonio non era certo idilliaco; messo sotto accusa dall'opinione pubblica all'uomo non resta che cercare di fare di tutto per difendersi....


Tratto da un romanzo di  ; il mio primo film dell'anno cinematografico è quello che ha fatto discutere e arrabbiare le femministe di tutto il mondo, dato che mostra una figura di donna particolarmente odiosa: quella che si costruisce un'immagine di vittima a scapito dell'uomo innocente da lei accusato.
Ovviamente delle critiche di cotante persone ideologicizzate a livelli da ISIS non bisogna fidarsi: "Gone girl"  un ottimo thriller psicologico, direi con molte affinità con i migliori Hitchock, con una protagonista femminile particolarmente perfida nella sua complessità e un protagonista maschile che, nonostante le simpatie che non può non suscitare alla fine dato che è la vera vittima della psicopatica, non è certo esente da colpe o responsabilità.
Lo spettatore viene tenuto molto abilmente sul filo dell'incertezza: come mai Amy è scomparsa?E' scomparsa oppure ha fatto una brutta fine?E il colpevole è Nick?Il film è come diviso in due parti: la prima riguarda il mistero della scomparsa di Amy, la seconda invece svela piano piano la realtà in cui finora lo spettatore era rimasto incerto, e non solo; svela il diabolico piano di Amy, la sua mente criminale e psicopatica, la piega che prendono gli avvenimenti sino al finale, drammatico e inaspettato come tutto il resto del film.
Eccellente l'interpretazione di Rosamunde Pike nei panni di Amy, certamente diabolica e psicopatica ma anche molto complessa: bambina vittima di genitori che mettono in piazza la sua infanzia per scrivere una serie di libri per bambini con cui fanno un sacco di soldi, giovane donna che forse, a modo suo, è alla ricerca di un equilibrio e di una normalità che non troverà, perché già da giovanissima manipolatrice crudele e indifferente al dolore altrui. Bravo anche Ben Affleck nel ruolo di Nick, innocente certo, ma comunque sia marito già da tempo manchevole verso la moglie che odiava e che pagherà cara la sua scempiaggine.
Due personaggi comuni e anonimi, che vivono una tragedia anonima fino a quando i media non si appropriano della loro vita, distorcendola in maniera sanguinaria (e anche questo punto ha fatto arrabbiare le femministe, vista la tacita critica al programma stile "amore criminale" che viene mostrato nel film, di cui tacitamente si rivela la crudeltà e stupidità) e provocando ancora più problemi; una storia in cui tutte pensano di sapere tutto degli altri, ma alla fine sono solo pedine in mano alla mente criminale di Amy.
Il ritmo è serrato e avvincente, non c'è un minuto di noia e questo, vista anche la lunghezza del film (2 h e 40) è molto importante. Anno cinematrografico che comincia quindi molto bene per me con un ottimo film, a cui non è andata altrettanto bene, dato che è stato vergognosamente snobbato alle nomination per l'Oscar, chissà perché.....



domenica 1 febbraio 2015

Ieri, oggi e domani- La mia vita, di Sophia Loren


Anno di pubblicazione: 2014


Ambientazione: Italia/America/Svizzera, dal 1934 a oggi.

Alla Vigilia di Natale Sophia Loren apre per i nipotini e per tutti i suoi fans il suo personale "Baule dei ricordi", rievocando la sua vita: dall'infanzia povera e difficile a Pozzuoli, figlia di una ragazza madre e di un padre assente, all'adolescenza nell'immediato dopoguerra con i primi sogni di gloria, al viaggio a Roma alla scoperta di Cinecittà e i primi passi come attrice di fotoromanzi.
E poi l'incontro con tante persone: Vittorio De Sica, uno dei primi a scoprirla e credere in lei per tanti film, Marcello Mastroianni, l'amico fraterno di una vita e sopratutto Carlo Ponti, che diventerà suo marito dopo tante difficoltà.
E poi l'avventura hollywoodiana, la nascita degli amati figli Carlo jr ed Edoardo, i guai con la giustizia nei primi anni '80, la carriera che continua anche se diradata....



E' stato davvero un gradito regalo questo libro per il mio compleanno: dato che, come scrivo nel mio blog di cinema (http://dalromanzoalfilm.blogspot.it/2014/11/buon-compleanno-sofia_25.html ) sono molto affezionata al personaggio di Sofia Loren, era un libro che davvero desideravo leggere.
Ed è stata un'ottima lettura: non so se l'attrice lo abbia scritto di suo pugno o abbia usato (come fanno tanti famosi) un "Ghostwriter", comunque sia nonostante sia un un libro corposo la lettura è stata scorrevole e intrigante. Mi sono letteralmente immersa nella storia (che già conoscevo, comunque) della ragazzina di Pozzuoli cresciuta in una famiglia povera ma piena di amore che, inizialmente spinta dalla madre che vede in lei una possibilità di riscatto per quanto non ha potuto fare nella vita (la madre di Sofia, Romilda Villani, aveva vinto un concorso indetto dalla Metro Goldwyn Mayer per cercare una sosia di Greta Garbo, ma i genitori non la lasciarono andare in America), le fa prendere lezioni di recitazione da un maestro napoletano per poi portarla a Cinecittà, dove ottengono entrambe un primo ingaggio come comparse sul set di "Quo vadis"; della giovane che comincia con i fotoromanzi per approdare al cinema sotto l'ala di Carlo Ponti e di Vittorio De Sica, diventando in breve un'icona del cinema italiano..ma anche della donna che desidera avere dei figli e per questo motivo dovrà patire molto; della sorella affettuosa, dell'amica...., se vogliamo anche della nonna che grazie alla presenza degli amati nipotini è ancora capace di pensare a  cosa farà da grande:insomma non solo il lato pubblico di un'attrice.
In un certo senso, un po' una favola; la ragazzina povera e bruttina figlia di un padre che non si è mai occupato della famiglia e addirittura tempo dopo arrivò a denunciarla,la giovane donna improvvisamente sbocciata che poco a poco riesce a mettere a frutto la sua bellezza in modo positivo....talvolta si ha anche l'impressione che qualcosa non venga detto, che non sia proprio tutto così limpido.
Ma è solo un'impressione, in realtà anche la vicenda giudiziaria in cui fu coinvolta negli anni '80 pare solo un brutto capitolo, un qualcosa che può capitare...della serie "nessuno è perfetto". O forse la loren si è fidata delle persone sbagliate....penso possa capitare anche questo. Quello che mi ha colpito molto invece è l'affetto vero e sincero che traspare verso alcuni colleghi (Oltre a De Sica e Mastroianni anche Cary Grant e Richard Burton), la stima per altri...segno che anche nel mondo dello spettacolo non è poi davvero impossibile trovare persone con cui stringere amicizie autentiche.
Nella parte poi della giovinezza e degli esordi, abbiamo anche un interessante spaccato dell'Italia dei primi anni '50, da poco uscita dalla guerra e con tanta volgia di guardare al futuro.
Per il libro infatti ha scelto come titolo quello, tra i suoi film, a cui ancora oggi rimane più legata.
Posso dirlo? La lettura di questo libro, oltre ad essere interessante come appassionata di cinema , è stata anche rasserenante; ho chiuso il libro alla fine con un sorriso e una sensazione di speranza nel cuore.
Grazie Sofia!