mercoledì 28 settembre 2022

Bruno Arena

 Una triste notizia dal mondo del cinema e spettacolo italiano: è morto Bruno Arena dei "Fichi D'India", che nel 2013 era stato colpito da un grave aneurisma e da allora seppure migliorato non era più tornato sulle scene.

Nato a Milano nel 1957, dopo un passato come animatore turistico aveva esordito nel 1983 nel mondo del cabaret con i primi spettacoli comici. Nel 1988 aveva conosciuto Max Cavallari formando con lui il duo dei Fichi D'India, i quali dopo una lunga gavetta in spettacoli, radio ecc cominciano la loro carriera televisiva nel 1997 a "La sai  l'ultima?".

Il grande successo arriva con Zelig nei primi anni 2000, mentre nel 1999 esordiscono al cinema con "Lucignolo" di Massimo Ceccherini, partecipando poi perlopiù a film comici e cinepanettoni

I Fichi D'India non mi sono mai piaciuti particolarmente, ma la vicenda umana di Bruno Arena e sopratutto la sua inossidabile amicizia con Max Cavallari, che gli è sempre stato vicino anche nella malattia mi hanno davvero colpito molto.








mercoledì 21 settembre 2022

Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana, 1983


Regia di  Pietro Schivazappa, con Flavio Bucci (commissario Ingravallo), Scilla Gabel (Liliana Balducci), Jean Boissery (Giuliano Valdarena), Franco Javarone (Commissario Capo), Franca Scagnetti (la portinaia), Massimo Sarchielli (Maresciallo Santarella).


Roma, 1927: Il commissario Francesco Ingravallo indaga sull'omicidio di Liliana Balducci, una donna benestante trovata uccisa nel suo appartamento. Le indagini sono da subito confuse, anche perchè qualche giorno prima nella palazzina di fronte un'anziana nobildonna aveva subito il furto di alcuni gioielli, e i due fatti sembrano apparentemente collegati....




Tratto dal romanzo omonimo (1957 ) di Carlo Emilio Gadda, differisce dall'originale in parecchi punti, dato che quest'ultimo il giallo non viene risolto, mentre nello sceneggiato sì. Tuttavia il filo degli eventi che conduce alla risoluzione è comunque coerente e credibile anche con quanto raccontato nel testo. 
In linea di massima il risultato è molto buono: l'atmosfera malinconica e pesante originaria del racconto è resa molto bene, in maniera quasi palpabile per lo spettatore, con una regia robusta e sicura, un'ottima ricostruzione di ambienti, costumi, esterni  e sopratutto ottimi interpreti, anche nelle parti minori. 

Su tutti spicca Flavio Bucci nel ruolo del protagonista, il commissario Ingravallo, un personaggio malinconico che, seppure fortemente talentuoso, è un uomo sempre solo e rassegnato al suo destino di solitudine. L'indagine che si trova di fronte in Via Merulana smuoverà un poco questo stato di cose, dato che Ingravallo in qualche modo si innamora della vittima da ciò che riesce a ricostruire di lei, scoprendo un'anima molto affine alla sua e una donna con una vita infelice da cui non riusciva ad affrancarsi. La vita di Liliana Balducci è ovviamente narrata attraverso vari flashback che vengono fuori ma mano, ma scoprire la verità sulla sua morte diviene per il commissario quasi una ragione di vita, cosa resa sempre più difficile dalla complessità del caso e sopratutto dagli ostruzionismi che arrivano dall'alto, ovvero dal regime fascista, visto che alcune delle persone coinvolte sono vicine ai loro ambienti. 
Un'ottima prova attoriale di Flavio Bucci e Scilla Gabel ai quali si affiancano parecchi caratteristi del cinema italiano in ruoli a volte insoliti per come si è poi svolta la loro carriera (ho notato Gegia nel ruolo di una vivace popolana). Insomma un prodotto curato e ottimamente riuscito che nulla ha da invidiare al cinema.





domenica 18 settembre 2022

Lockdown all'italiana, 2020

 


Regia di Enrico Vanzina, con Ezio Greggio (Giovanni), Paola Minaccioni (Mariella), Ricky Memphis (Walter), Martina Stella (Tamara)


Giovanni, ricco avvocato, tradisce la moglie Mariella con la giovane Martina che a sua volta convive con il fidanzato Walter; quando i traditi scoprono la cosa (casualmente nello stesso giorno) la separazione appare logica. Ma quel giorno è l'8 marzo 2020: il governo italiano proclama la quarantena forzata per arginare la pandemia di Covid 19 ormai estesa in tutta Italia.....



Primo film girato da Vanzina dopo la morte del fratello Carlo con cui ha fatto coppia per circa quarant'anni, come da titolo tratta il drammatico periodo vissuto dagli italiani nel 2020, che certo non ha bisogno di presentazioni. Ci sono state svariate polemiche all'epoca dell'uscita del film nelle sale, relative all'opportunità o meno di trattare con toni comici uno dei periodi più drammatici della nostra storia contemporanea (peraltro non ancora concluso).

Ma a mio avviso sono polemiche inutili: personalmente avrei aspettato ancora un po' di tempo dato che il film è uscito a ottobre 2020, ma non vedo niente di male nel sdrammatizzare un po' anche gli eventi drammatici; e del resto...se si sono fatti film sulle guerre e su disgrazie di altro tipo, perchè no sul lockdown? 




Di certo il film non brilla per originalità, come del resto c'era da aspettarsi; le gag sono troppe per una situazione del genere anche nell'arco di quasi tre mesi. Ci sono alcuni brevi momenti di riflessione (Walter preoccupato per i genitori anziani che può sentire solo al telefono, vari personaggi preoccupati per le attività chiuse, Tamara che non può stare a casa perchè lavora in un supermercato), ma per il resto tutto scorre via come sempre e francamente non è un male visto il tipo di film. 

Attori nei loro soliti ruoli, a mio avviso è comunque gradevole per fare due risate, senza tante pretese.




giovedì 15 settembre 2022

Anna, 1951


Regia di Alberto Lattuada, con Silvana Mangano (Anna), Raf Vallone (Andrea), Vittorio Gassman (Vittorio), Patrizia Mangano (Luisa), Gaby Morlay (Madre Superiora).

Suor Anna è una giovane novizia che lavora in un ospedale di Milano, apprezzata da medici, pazienti e anche dalla severa Madre Superiora per la sua competenza e umanità. Un tempo la sua vita era molto diversa: faceva la ballerina in un night ma dopo aver conosciuto Andrea, giovane di buona famiglia, si era fidanzata lasciando quel mondo e preparandosi a una vita di "signora perbene". Nella sua vita era però ricomparso l'ex amante Vittorio....




Film campione d'incassi all'epoca dell'uscita al cinema e per molto tempo accomunato al filone strappalacrime che in realtà verrà inaugurato due anni dopo con "Catene", già dal titolo ci mostra una forte figura femminile, una donna vittima delle proprie passioni e divisa fra di esse anche quando si trova nella condizioni di novizia (da cui potrebbe recedere dato che non ha  ancora preso i voti), vittima anche della propria bellezza e sopratutto dell'immagine che tutti hanno di lei. O forse sarebbe meglio dire che tutti la vorrebbero vittima, mentre lei sta compiendo un percorso che nel finale a sorpresa mostra agli spettatori quanto invece si sia affrancata anche dal vittimismo, prendendo una decisione che- seppure in linea con i dettami dell'epoca- è davvero frutto di una libera scelta: paradossalmente solo grazie al velo Anna diviene libera di essere sè stessa. 

Accomunato a "Riso amaro" per via della tripletta di protagonisti che tra l'altro riprendono lo stesso ruolo, è un film che pur puntando principalmente sul genere melò, vira in molti momenti anche sul noir (come si nota da vari dettagli tecnici tipo inquadrature, primi piani, uso delle luci), sempre all'interno del cinema popolare italiano nel suo periodo migliore. Attori in gran forma, anche quelli in ruoli minori: su di tutti primeggia - come è giusto- una sfavillante Silvana Mangano in quello che, a mio avviso, è uno dei ruoli migliori della sua carriera non solo dal punto di vista fisico ma anche psicologico. 
Parte del film è girata all'interno dell'ospedale Niguarda di Milano, di cui viene mostrata l'efficienza e la modernità per l'epoca; il film è uno di quelli citati in "Nuovo cinema Paradiso", per la precisione è il fil che viene proiettato alla riapertura del cinema dopo l'incendio. 









mercoledì 14 settembre 2022

Irene Papas

 E' morta all'età di 96 anni l'attrice greca Irene Papas.

Nata a Chilliomodi nel Peloponneso nel 1926, esordì al cinema nel 1952 con "La città morta"; tra i suoi lavori si ricordano "I cannoni di Navarone" (1961), "Antigone" (1961), "Zorba il greco" (1964), "A ciascuno il suo" (1967), "Anna dei mille giorni" (1969), "Le troiane" (1971), "Tutto in una notte" (1985), "Il mandolino del Capitano Corelli" (2001). 

In Italia è ricordata in particolare per il ruolo di Penelope nell'"Odissea" (1969) e nello sceneggiato "Cristo si è fermato a Eboli" (1978).




martedì 13 settembre 2022

Jean Luc Godard

 E' morto all'età di 91 anni il regista francese Jean Luc Godard, uno dei principali esponenti della corrente "Nouvelle Vague".

Era nato nel 1930 e aveva esordito come critico sui famosi "Cahiers du cinema"; negli anni '50 comincia a realizzare cortometraggi e nel 1959 esordì al cinema con "Fino all'ultimo respiro" con protagonista Jean Paul Belmondo.

Tra i suoi film si ricordano: "Il disprezzo" (1963), "King Lear" (1987), "Nouvelle Vague" (1990), e parecchi altri titoli tra cortometraggi e non. Questo regista ha avuto infatti una carriera lunga e complessa, divisa in tre periodi, che francamente non so riassumere più di tanto....quindi rimando tutto a Wikipedia!




lunedì 12 settembre 2022

Ragazze vincenti- La serie (A league of their own), 2022


 Regia di    , con Abby Jacobson (Carson Shaw), Chante Adams (Greta Gill), Darcy Carden (Maxine Chapman), Gbemisola Ikumelo (Clance), Roberta Colindrez (Lupe Garcia), Priscilla Delgado (Esti Gonzalez), Kelly Mc Cormack (Jess McReady),




Siamo nel 1943 e il campionato di baseball in USA rischia di andare a monte per la mancanza di giocatori, tutti impegnati al fronte. Viene deciso così di aprire il gioco anche alle donne; si forma così la prima lega di baseball femminile professionista della storia degli USA, i cui le giocatrici dimostreranno di non aver nulla di inferiore ai loro colleghi maschi....



Riusciremo mai a vedere di nuovo una bella serie tv che non sia rovinata da tematiche sociali di moda piazzate lì per forza?

Lo spero, perchè questa serie tv- ispirata al film omonimo del 1992 con Geena Davis e Tom Hanks- a me è piaciuta parecchio, ma la visione è stata purtroppo rovinata dalla tematica gay, che finisce per essere preponderante su tutto il resto della storia, finendo oltretutto per perpetrare un fastidioso stereotipo: se sei una donna e ti piace il baseball e vorresti diventare giocatrice professionista ALLORA devi essere per forza lesbica o trans. Complimentoni.

A un certo punto infatti mi sono trovata a domandarmi: ma qui sono tutte lesbiche? Com'è possibile nell'America degli anni '40 dove essere gay era comunque un reato (non dimentichiamolo)? Non sto certo dicendo che non esistevano: sarebbe una stupidaggine enorme. ma visto il contesto culturale stavano ben attenti a palesarsi e a confidarsi con qualcuno. L'episodio dell'irruzione della polizia nel locale e ciò che ne consegue mostra perfettamente cosa succedeva a chi vivesse al sua condizione anche non in pubblico. E del resto anche l'accettazione su sè stessi era particolarmente difficoltosa.

Oltretutto non trovo proprio necessaria questa rappresentazione dove le uniche etero sono due stupide e una fanatica religiosa, per non parlare della vicenda di Maxine, che sembra voglia fare passare che l'essere trans sia ereditario (e ovviamente non è cosi).


So che a Hollywood e dintorni ormai c'è questa regola non scritta che impera, ma no: non va bene, non è così che si attualizza un prodotto (anche perchè se vuoi attualizzarlo che cavolo l'hai preso a fare?Scrivi qualcosa di originale), non è così che si fa "inclusione". Senza contare che non è bellissimo  vedere un personaggio che si fa i cavoli suoi in quel modo mentre il marito è al fronte (ma questa ovviamente è solo la mia personale opinione). 

Purtroppo la bravura delle attrici, la bellezza dei personaggi e l'interesse per la storia da soli non bastano a reggere un carrozzone narrato in quel modo, ed è un peccato perchè questo ha rovinato la visione di una serie che, per certi aspetti, è anche meglio del film originale. E- sottolineo- non è ASSOLUTAMENTE brutta. Tutt'altro. Ma le forzature, anche no. 

Peccato poi per la figura dell'allenatore, ma si sa: siamo in una serie femminista e gli uomini DEVONO per forza essere tutti delle mexxxde.

Molto meglio la trattazione della tematica razzista, in un America dove il gesto di Rosa Parks era molto in là a  venire. 

Peccato, davvero un'occasione mancata. 





venerdì 9 settembre 2022

Regina Elisabetta II

 Non c'entra nulla con il cinema....o forse sì, vista la quantità di serie tv e film dedicati alla famiglia reale inglese. Comunque voglio ricordarla anche qui: come tutti sapete ieri è morta la regina Elisabetta II d'Inghilterra, all'età di 96 anni.

Nata bnel 1926 è un personaggio che non ha bisogno di presentazioni e difatti farò a meno di riportare la sua biografia; a giugno 2022 aveva festeggiato il Giubileo di platino per i suoi 70 anni e 214 giorni di regno, diventando così la monarca più longeva della storia d'Inghilterra e uno dei regnanti più longevi al mondo. 

Dal 1952 a oggi il mondo è cambiato totalmente, e anche a livello familiare la regina ne h viste di tutti i colori, venendo messa lei stessa in discussione alla morte di Lady Diana nel 1997, accusata di non aver sostenuto la ex nuora e di averne causato l'infelicità; per non parlare delle recenti vicende, tra le stupidate del nipote Harry e della moglie e gli scandali in cui è nuovamente coinvolto il principe Andrea. Sua Maestà è passata attraverso e sopra tutto ciò, quasi con lievità, al punto che non solo davamo per scontato che fosse eterna ma siamo arrivati a considerarla una figura familiare che, in qualche modo, ha fatto parte anche delle nostre vite e a cui ci siamo inevitabilmente affezionati.

Credo che in qualche modo mancherà un po' a tutti....


Visto che comunque sia siamo su un blog di cinema, colgo l'occasione per ricordare alcune opere che trattano della sua figura o in cui essa compare:


The Crown (serie tv)

The Queen

The Iron lady

Una notte con la regina

La vita maestosa di Elisabetta II

Spencer







martedì 6 settembre 2022

Minions 2- Come Gru diventa cattivissimo (The rise of Gru ), 2022


 Regia di Kyle Balda, con le voci italiane di: Max Giusti (Gru), Pierre Coffin (Minions), Carlo Valli (Willy Krudo), Manuela Andrei (mamma di Gru).


1976: Gru ha 11 anni e da grande sogna di diventare un Super Cattivo; le sue abilit in tal senso vengono notate dai Malefici 6, un gruppo dei più Cattivi Supercattivi della Terra, che lo contattano per un colloquio "di lavoro". Gru viene però scartato e, per vendicarsi, ruba un prezioso monile 




Capitolo conclusivo (almeno credo, dato che ritengo che questa storia non abbia più nulla da dare) della saga di Gru e dei Minions i quali, partiti dall'essere spalle comiche nel primo "Cattivissimo me" (2008 ), man mano sono diventati le vere star di questa serie oscurando un poco le vicende dei personaggi umani. 

Film simpatico ma che francamente mi ha lasciato ben poco: la storia non è niente di che, e paradossalmente sono proprio le avventure di Gru & soci a risultare più noiose; le avventure dei tre Minions principali Stuart, Bob e Kevin risultano più accattivanti, perlomeno perchè ci si chiede man mano come finirà l'avventura a San Francisco dei tre e cosa combineranno. La cosa più gradevole a mio avviso sono le tante citazioni musicali o di altri film, di cui il film è zeppo.