mercoledì 13 marzo 2024

Notte degli Oscar 2024

Come ogni anno a Los Angeles si è svolta la consueta Notte degli Oscar, durante la quale sono stati assegnati i premi per l cinema inerenti all'anno 2022.

Ecco i vincitori nelle categorie principali:


Miglior film: Oppenheimer



Miglior attore protagonista: Cillian Murphy ("Oppenheimer")



Miglior attrice  protagonista: Emma Stone (Povere creature)





Migliore attore non protagonista: Robert Downey jr ( )



Migliore attrice non protagonista:



Miglior regista: Christopher Nolan (Oppenheimer)



Migliore film Straniero: "La zona d'interesse" 







Come ampiamente previsto, il grande protagonista è stato "Oppenhimer", vincitore di 7 premi tra cui tre nelle  categorie principali. Devo dire che quest'anno per me le nomination non hanno avuto grande attrattiva dato che non ho visto quasi nessuno dei film candidati, quindi non ho seguito più di tanto le aspettative, anche perchè avevo pochi dubbi che "Oppenheimer" uscisse vincente in molte categorie. 

Mi fa comunque piacere il premio a Robert Downey jr, attore carismatico ma dalla vita tormentata, anche molto sfortunato se vogliamo, che sembra essersi ripreso

Unica cosa, come sempre quando in gara c'è un film italiano, tifavo per "Io capitano" di Matteo Garrone, che concorreva nella cinquina di film in lizza per l'Oscar alla miglior pellicola estera. Non ho visto il film ma mi fa sempre piacere quando un film italiano riesce a imporsi a Hollywood uscendo dal circuito nazionale. Mi è un po' spiaciuto che non abbia vinto ma pazienza.

Altra nota italiana durante la serata, Andrea Boccelli e il figlio Matteo hanno cantato "Con te partirò", scelta come canzone d'accompagnamento per il momento "In memoriam". A proposito di questo momento, da sempre uno dei miei favoriti in quanto vengono ricordate le persone scomparse del mondo del cinema, ormai non posso che confermare la pessima realizzazione che viene messa in pratica: come l'anno scorso i nomi scorrevano troppo velocemente e spesso nemmeno si riusciva a leggerli. Almeno per gli attori scomparsi hanno messo una scena di un loro film, ma sempre di pochi secondi, giusto il tempo di farci vedere la faccia della persona ricordata, e stop. Basta anche con l'inevitabile balletto che correda la musica ma fa in modo che lo schermo dove scorrono le immagini degli artisti scomparsi venga ripreso male per riprendere i ballerini che si esibiscono. 


venerdì 8 marzo 2024

Manodopera ((Interdit aux chiens et aux Italiens), 2023


 Regia di Alain Ughetto, con le voci italiane di: Marina Tagliaferri (Cesira), Stefano Pagani (Luigi), Diego Giuliani (Antonio), Laura Devoti (Luisa).


Primi anni del 1900: Luigi Ughetto, assieme alla moglie Cesira, emigra in Francia in cerca di una vita migliore, come molti italiani all'epoca. Riusciranno ad averla, con tanto impegno e sacrificio....




Un bel film di animazione che , tramite la storia della famiglia di origine del regista, ripercorre le vicende proprie degli italiani emigrati in paesi stranieri: come si evince dal cognome infatti, i nonni erano italiani, provenienti dal paese montano di Ughettera, nel Piemonte.

E' nonna Cesira che racconta al proprio nipote la stori della famiglia, partendo dai primi anni del '900: l'incontro con il marito Luigi, il matrimonio, la decisione di varcare le Alpi dirigendosi in Francia per cercare un futuro migliore, la nascita dei figli, le fatiche, le gioie ma anche le tragedie che colpiranno la famiglia nel raggiungimento del proprio obiettivo. Un racconto semplice e lineare ma ricco di emozione, ho rivisto in molte cose i racconti dei miei nonni  di altre persone della mia famiglia emigrati in Svizzera nel secondo dopoguerra: lavoro molte volte sfruttato, la difficoltà di adattarsi, il dispiacere di lasciare nel paese natale i propri affetti, il premio nell'integrarsi e trovare davvero l'opportunità di costruire una vita migliore per la propria famiglia. 

Un film realizzato con la tecnica classica dello "Stop motion" (marionette fotografate fotogramma per fotogramma), che ho recuperato di recente al cinema nonostante fosse uscito a settembre. 







lunedì 4 marzo 2024

Paolo Taviani

 E' morto a Roma all'età di 92 anni il regista Paolo Taviani.

Nato a San Miniato nel 1931 e fratello del regista Vittorio scomparso nel 2018, assieme a lui ha formato un duo artistico tra i più importanti del cinema italiano. I due fratelli  si trasferirono negli anni '50 a Roma dove cominciarono a lavorare nel mondo del cinema come sceneggiatori e registi di documentari e aiuto registi.

Il primo film fu  (1962) "un uomo da bruciare", assieme all'amico Valentino Orsini, ispirato alla vita di un sindacalista siciliano del dopoguerra ucciso dalla mafia; il primo film esclusivamente girato da loro invece fu nel 1967 "I sovversivi".
Da allora, firmano assieme alcuni dei più importanti film del cinema italiano: "San Michele aveva un gallo" (1972), "Padre Padrone" (1977), "Kaos" (1984 )- ispirato ad alcune novelle di Pirandello e vincitore del DAvid di Donatello e Nastro D'argento per la sceneggiatura, scritta con Tonino Guerra, "La notte di San Lorenzo" (1982) (vincitore del Gran Premio della Giuria a Cannes), "fiorile" (1989), "Le affinità elettive" (1993), "Tu ridi" (998)- ancora tratto da Pirandello-, "L masseria delle allodole" (2007), "Cesare deve morire" (2012), girato con i detenuti del carcere di Rebibbia, "Maraviglioso Boccaccio" (2014) (rilettura di alcune novelle del Decamerone),  "Una questione privata" (2017), tratto dal romanzo di Beppe Fenoglio, che fu l'ultimo film girato assieme  prima della morte di Vittorio. 

Nel 2022 Paolo Taviani ha girato il suo ultimo film, "Leonora addio", con il quale ha partecipato al Festival del cinema di Berlino. 




domenica 3 marzo 2024

Luis Molteni

 E' morto l'attore  Luis Molteni, famoso caraterista soprannominato "il Dany De Vito italiano".

Vero nome Gianluigi Molteni, nato nel 1950, debuttò al cinema nel 1980 con "Ho fatto spalsh"di Maurizio Nichetti; tra i suoi film si ricordano "Ladri di saponette" (1989), "Perdiamoci di vista" (1993), "Viaggi di nozze" (1995), "La leggenda del pianista sull'oceano" (1998), "Pinocchio" (2002), "Che ne sar di noi" (2004), "Manuale d'amore" (2005), "Una moglie bellissima" (2007), "Dieci inverni" (2010), "Natale in crociera" (2007), "L'ultima ruota del carro" (2013), "Amici come prima" (2018), "Mochettieri del re- La penultima missione" (2018), "Chi ha incastrato Babbo Natale?" (2021), "Romeo è Giulietta" (2023).

Alla carriera cinematografica affiancò anche quella teatrale e televisiva.






sabato 24 febbraio 2024

La lunga notte- La caduta del Duce, 2023




 Regia di  Giacomo Campiotti, con Alessio Boni (Dino Grandi), Duccio Camerini (Benito Mussolini), Ana Caterina Morariu (Antonietta Grandi), Lucrezia Guidone (Edda Ciano), Marco Foschi (Galeazzo Ciano), Martina Stella (Claretta Petacci), Daniele Natali (Giuseppe Bottai), Emma Benini (Beatrice Grandi), Riccardo De Rinaldis (Italo Niccolai), Flavio Parenti (Principe Umberto), Aurora Ruffino (Principessa Maia Josè), Luigi Diberti (Vittorio Emanuele III). 



Fiction che racconta in modo piuttosto romanzato i fatti che portarono, il 25 luglio 1943, il Gran Consiglio del Fascismo  a decretare le dimissioni di Benito Mussolini, portando così alla caduta del regime fascista dove 21 anni di dittatura. 

La figura di Dino Grandi, il protagonista interpretato da Alessio Boni, è qui piuttosto ingigantita rimpicciolendo di rimando le figure degli altri "congiurati",a parte quella di Galeazzo Ciano: talvolta durante la visione ho avuto l'impressione che la "Congiura" (che poi tale non era) fosse più che altro uno scontro quasi esclusivo tra Grandi e Ciano, acerrimi nemici che casualmente si sono trovati ad unire le loro forze per una causa comune. 

Tuttavia le accuse di revisionismo che continuo a sentire ovunque ( e che, se è per questo, hanno colpito anche il povero Mameli, morto nel 1849) sono assurde: Grandi non viene certo presentato come un eroe, è un fascista neanche pentito di esserlo, solo ritiene che Mussolini abbia fatto degli errori irreparabili e che sia ora che l'Italia torni in mano ai Savoia. Certo la buona interpretazione di Alessio Boni riesce ad accattivare le simpatie del pubblico verso questo personaggio, ma che venga osannato non mi pare proprio. Nel resto del contesto ho trovato decadenza, orrore della guerra, presa di coscienza sopratutto da parte di giovani (ma non solo) che poi alla fine porteranno alla lotta partigiana. Non proprio un'esaltazione del fascismo, del resto in questo specifico contesto storico sarebbe impossibile anche per i nostalgici più fanatici trovare qualcosa da esaltare. 


La narrazione si alterna tra "giallo" (più o meno, visto che sappiamo già come finirà, però un po' di suspence è sempre presente) e melò sentimentale tra alcune coppie: vere (Grandi e la moglie, Mussolini-Petacci, Umberto di Savoia - Maria Josè, Edda e Galeazzo Ciano) e inventate (la nipote dei coniugi Grandi e il figlio del ribelle ucciso dai fascisti); questo espediente è tipico delle fiction un po' per attirare più pubblico, un po' per alleggerire la storia. Anche se le vicende non mi sono sembrate particolarmente toccanti, la cosa funziona comunque. 

Se Aurora Ruffino riesce a mantenere una certa dignità nell'interpretare la futura ultima regina Maria Josè (Comunque non è apparsa molto in parte), totalmente fuori luogo la Petacci di Martina Stella: ora, non che io sia una fan del personaggio storico, ma dipingerla come una ninfetta isterica mi sembra troppo. 

Incomprensibile la parte finale: è vero che sappiamo bene come è proseguita la storia, ma un disclaimer finale comunque non avrebbe fatto male, se non altro per completezza. 



mercoledì 21 febbraio 2024

I Tre moschettieri: Milady ( Les Trois Mousquetaires: Milady), 2023

 


Regia di Martin Bourboulon, con Francois Civil (D'Artagnan), Vincent Cassel (Athos), Pio Marmai (Porthos), Romain Duris (Aramis), Eva Green (Milady), Lyna Koudri (Constance Bonaciueux), Louis Garrel (Luigi XIII), Vicky Crieps (Anna D'austria), Eric Ruf (Cardinale Richelieu), Jacob Fortune Loyd (Duca di Buckingham).


1627: Dopo la scomparsa della fidanzata Constance, D'Artagnan la cerca in ogni dove; nel suo peregrinare incontra di nuovo Milady (in precedenza creduta morta), scoprendo che è lei la misteriosa moglie di cui Athos gli aveva parlato.....



Seconda parte della nuova saga dedicata ai Tre Moschettieri, accattivante e riuscita nonostante della storia originale qui ci siano solo i personaggi principali e poco altro. A mio avviso questo secondo capitolo è molto meglio del precedente, che mi aveva lasciato non proprio soddisfatta anche se il giudizio finale non era stato negativo. Stavolta mi sono lasciata "prendere" dallo spettacolo e mi sono goduta il film. 

Certo, dal titolo ci si aspetterebbe un migliore approfondimento del personaggio di Milady e sopratutto del suo rapporto con Athos; cosa che avviene solo in parte e sempre per via di qualche indizio qua e là che poi non viene ripreso se non in minima parte, ma dal finale si capisce che ci sarà un terzo episodio probabilmente interamente sviluppato in tal senso. Sperò tanto quindi che sia dia molto più spazio a questo personaggio, ottimamente interpretato da Eva Green, che ritengo probabilmente la migliore Milady portata finora sullo schermo. 


E sicuramente buona parte della riuscita del film sta anche in un cast azzeccato per tutti i personaggi, anche quelli OC come il fratello di Athos, la sorella di Aramis, il principe di colore che rappresent sì una concessione alla modernità, ma non stona con tutto il resto: il personaggio e il suo ruolo sono bene inseriti all'interno della storia, in maniera credibile e interessante. 

Per quanto riguarda i personaggi principali già esistenti nella storia originale, non ho notato differenze o approfondimenti particolari, sono sostanzialmente gli stessi, a parte forse l'affetto che lega Aramis alla propria sorella e Porthos che si innamora della stessa. E finalmente l'odioso fratello del re viene tolto di mezzo. 

Come detto, dal finale si presagisce un terzo episodio con una storia quasi sicuramente ormai sviluppata per conto proprio. Devo dire che sono curiosa di vederlo....


P.S: che dire: storia cambiata, personaggi inventati, personaggi sopravvissuti....ma  l'unica che ci rimette comunque le penne è la povera  Costance Bonacieux . Anche in questa versione! ;(





sabato 17 febbraio 2024

Mameli- Il ragazzo che sognò l'Italia, 2024


 Regia di Luca Lucini e Ago Panini, con Riccardo De Rinaldis Santorelli (Goffredo Mameli), Amedeo Gullà (Nino Bixio), Barbara Venturato (Geronima Ferretti), Neri Marcorè (Giorgio Mameli), Chiara Celotto (Adele Baroffo), Luca Ward (Padre Sinaldi), Ricky Memphis (Ciceruacchio), Maurizio Lastrico (Giuseppe Garibaldi).


Genova,  1847 : il giovane Goffredo Mameli, proveniente da una famiglia altoborghese, è innamorato ricambiato della marchesina Geronima Ferretti, che però è costretta a sposare un uomo molto più vecchio di lei. Disperata, la ragazza si suicida e Goffredo, rimasto solo, cade in un periodo di profonda depressione da cui si risolleverà dopo aver fatto amicizia con Nino Bixio, che lo introduce nel suo gruppo di amici uniti da comuni ideali di giustizia e di lotta per una patria unita e libera....


Finalmente una fiction dedicata a un patriota ritenuto (a torto) poco importante nella storia del Risorgimento: Goffredo Mameli, autore del nostro Inno Nazionale (dal 1946). 

Tentativo come sempre apprezzabile, che nonostante la storia sia ampiamente romanzata può servire a riscoprire una figura importante del nostro Risorgimento, sopratutto per le giovani generazioni in caso siano interessate (ne dubito purtroppo). La narrazione mira evidentemente a svecchiare personaggi che studiando sui libri di scuola abbiamo sempre percepito come "vecchi", e che invece in massima parte erano molto giovani (Mameli morì a 21 anni) quando cominciarono la loro lotta per un'Italia unita e libera dal dominio straniero; in quest'ottica si comprende la scelta di attori molto giovani e con un volto accattivante per il pubblico come protagonisti. Nel complesso mi pare che la fiction abbia riportato in maniera fedele il clima generale che i personaggi si trovarono a vivere.


Certo non mancano nemmeno le pecche: non ho capito perchè caratterizzare in quel modo Nino Bixio (nonostante tutto simpatico, quindi bravo all'interprete), inoltre i costumi in parecchie scene mi sono sembrati fin troppo sgargianti per l'epoca, tutto sommato è una storia godibile e anche interessante. 

Da bresciana, spero che prima o poi qualcuno faccia una fiction su Tito Speri e sulle Dieci Giornate. 

Su questa fiction, come su "La lunga notte- La caduta del Duce" (prossima recensione) sto sentendo talmente tante stronzate che presumo farò un post a parte per discuterne un po'.