sabato 26 agosto 2017

Brooklyn, 2015





Regia di John Crowley, con Saoirse Roan (Ellis), Jim Braodbent (Padre Flood), Fiona Glascott (Rose),Emory Cohen (Tony),



Nel 1954, la giovane Eillis lascia l'Irlanda, suo paese natale (dove rimangono la madre e la sorella Rose) per emigrare negli USA. Qui, aiutata da padre  Flood (un sacerdote irlandese che si occupa degli immigrati della madre patria) trova una sistemazione presso una pensione con altre ragazze e un lavoro come commessa dei grandi magazzini. Il periodo di adattamento, lontana dai suoi affetti, è dura, ma pian piano Ellis si abitua nella nuova vita: frequenta un corso di contabilità per trovare un lavoro più adatto alle sue aspirazioni, fa amicizia con le altre pensionanti e si fidanza con Tony, un ragazzo di origine italiana.
Improvvisamente arriva la tragica notizia della morte della sorella; Ellis è costretta a tornare in Irlanda per un periodo....




Tratto dal romanzo omonimo () di Colm Tolbin, è un film che mi è piaciuto molto sopratutto perchè come stile ricorda i vecchi film anni '50 e '60, periodo in cui è ambientata la storia. In particolare, la fotografia che alterna colori caldi a colori più modesti mi ha colpito molto. E' una storia semplice, se fosse un libro si potrebbe anche defininire "romanzo di formazione"), di crescita e maturità di una giovane donna irlandese, Ellis.
Inizialmente, Ellis vive in Irlanda con la madre vedova e la sorella Rose: lavora la domenica come commessa in una forneria gestita da una tirannica donna ed esce con la migliore amica. Purtroppo, le ristrettezze economiche e sopratutto la scarsità di prospettive induce la giovane a una scelta dolorosa: emigrare in USA, dove grazie all'assistenza di un prete amico di famiglia, c'è già un lavoro e una sistemazione che l'aspettano. Ellis parte, con paure e speranze; e inizialmente le cose non sono affatto facili. E' sola, lontana dai suoi affetti più cari, in un mondo molto diverso da quello in cui è vissuta finora; in un certo senso, è come se dovesse reimparare daccapo a vivere, con nuove abitudini, nuovi modi di fare, nuove persone. 
Eppure pian piano le cose cominciano a funzionare : il lavoro ingrana, le ragazze della pensione si rivelano amichevoli e simpatiche, Ellis comincia ad acquisire sicurezza in sè stessa e nelle proprie capacità, tant'è che si iscrive a un corso di contabilità per riuscire ad avverare il suo desiderio: diventare impiegata. 
Elis scopre quindi che la nuova patria è davvero ricca di grandi opportunità, non solo lavorative: ellis scopre la gioia di un nuovo look, di andare a ballare e perfino l'amore, con un giovane operaio italiano (per fortuna non troppo stereotipato).
Tutto bene, dunque, fino a quando la tragica notizia della morte improvvisa della sorella non la costringerà a tornare in Irlanda, dove si presenta la possibilità di rimescolare le carte....
Mattatrice quasi assoluta della storia è Saoirse Roan, la ex bambina di "Espiazione", ormai cresciuta e confermata attrice di grande talento e spessore, che tratteggia molto bene i vari passaggi della crescita esistenziale di Ellis, ragazza qualunque determinata a essere considerata come donna e come persona che cerca il proprio posto nel mondo. 
Nel 2016 il film ha ricevuto tre nominatiom all'Oscar, tra cui quella come miglior film e quella a Saoirse Roan come migliore attrice protagonista.



martedì 22 agosto 2017

Prima di domani (Before I fall), 2017



Regia di Ry Russo-Yung, con Zoey Deutch (Samantha),Roisin Nicosia (Lindsay),Cinthy Wu (Ally),Medalion Rahimi (Elodie), Logan Miller (Kent), Elena Kampouris (Juliet).




Samantha è una diciottenne americana come tante altre: frequenta l'ultimo anno di liceo, è brava a scuola e popolare all'interno della stessa, è fidanzata con il ragazzo più bello e divide il tempo con le sue tre migliori amiche Lindsay, Ally e Elodie. Una sera le ragazze vanno a una festa, ma tornando a casa in macchina hanno un incidente e Samantha muore.
Tuttavia, il giorno dopo si risveglia nel suo letto...e la giornata ricomincia esattamente come il giorno prima, fino all'ora dell'incidente. La mattina dopo, di nuovo....



Tratto dall'omonimo romanzo (2016 ) di Lauren Oliver, è un film che ho trovato interessante nonostante il target di riferimento sia rivolto agli adolescenti: ma come sapete questo non mi ha mai fermato dall'apprezzare o meno un film o un romanzo.
Il tema è molto importante: che immagine hanno di noi gli altri? Immagine non in senso fisico o visivo, ma immagine propria come persona. Se dovessimo morire che ricordo lasceremmo? Quanto possono esser importanti le nostre azioni e le nostre parole nel rapporto con chi ci circonda? Il film cerca di affrontare tutto ciò in modo abbastanza originale anche se non proprio nuovo: prima del finale, la protagonista è costretta a rivivere più volte in un loop il suo ultimo giorno, arrivando a modificarlo ogni volta con piccoli gesti o parole, inizialmente con lo scopo di evitare l'incidente fatale, poi più concentrata sulle persone che la circondano, più consapevole degli effetti che le nostre parole e i nostri comportamenti possono aver sugli altri. Ed ecco che Samantha, da ragazza popolare e quasi bulletta( seppure non attivamente), comincia a prendere in considerazione Kent, l'amico d'infanzia timido che invece è sempre aperto e disponibile per gli altri, Anna, la ragazza isolata perchè lesbica e sopratutto Juliet, la ragazza bullizzata fin da bambina per colpa di Lindsey. Samantha riuscirà a entrate in contatto con Juliet, a percepire il suo dolore, le bugie di Lindsey che non è così forte come tutti pensano....alla fine Samantha riuscirà a cambiare le cose, anche se non nel modo che ci aspetteremmo.
Gli attori sono giovani e sconosciuti (perlomeno io non li avevo mai sentiti), ma bene in parte e sopratutto la giovane attrice che interpreta Samantha a mio avviso promette molto bene. Si segnala, nel ruolo minore della mamma di sam, Jennifer Beals, la ex protagonista di "Flashdance".




mercoledì 16 agosto 2017

La mafia uccide solo d'estate- La serie, 2016



Regia di Luca Ribuoli , con Edoardo Buscetta (Salvatore Giammarresi), Claudio Gioè (Lorenzo Giammaresi),Anna Foglietta (Pia Giammarresi), Angela Curri (Angela Giammarresi),FRancesco Scianna (Massimo), Nino Frassica (Fra Giacinto),Andreina Castellana (Alice),Valentina D'Agostino (Patrizia),Nicola Rignanese (Boris Giuliano),Enrico Gippetto (Fofò),Pierangelo Gullo (Sebastiano), Domenico Centammore (Totò Riina),Maurizio Bologna (Vito Ciancimino), Pif (voce narrante).


Palermo, 1979: il piccolo Salvatore vive con la madre Pia, il papà Lorenzo, e la sorella 16enne Angela, liceale contestatrice, ai quali si aggiungono lo scapestrato zio Massimo e la sua fidanzata Patrizia. La vita della famiglia Giammarresi è la semplice vita di una famiglia tipica dell'epoca: papà impiegato, mamma insegnante precaria, Salvatore si divide felicemente fra la famiglia, la scuola e gli amici Fofò, Sebastiano e Alice, di cui è innamorato segretamente.
Al bar dove a volte fa colazione Salvatore fa amicizia con Boris Giuliano, capo della Squadra mobile di Palermo, e questa amicizia segnerà per sempre la sua vita....



Nel 2013  il film di Pif "La mafia uccide solo d'estate" fu un grande successo di pubblico e critica: in una mescolanza di toni tra l'irriverente e il drammatico, e attraverso la personale storia del protagonista, il film raccontava una delle più sanguinose stagioni della lotta alla mafia, celebrandone gli eroi.
Ora la Rai ha deciso di trarre dal film una serie tv, operazione non sempre facilissima anche se, negli ultimi anni, abbiamo avuto vari esempi di serie tratte da film di successo che a sua volta hanno avuto successo, meritatamente. E anche stavolta l'operazione è riuscita: gli evidenti cambiamenti non hanno scalfito lo spirito originale dell'opera, anzi hanno catturato ancora di più l'interesse dello spettatore

Come nel film, la voce principale della storia, l'occhio che osserva, filtra e ci racconta la realtà dal suo punto di vista, è quella di un bambini di dieci anni, Salvatore (nel film era Arturo): curioso e ingenuo, al nostro piccolo eroe non sfuggono le contraddizioni di una realtà in cui si deve convivere con compromessi a vari livelli, che schivare non è sempre privo di conseguenze, e a volte con fatti drammatici contro cui prendere posizione spesso vuol dire rischiare la vita.
Salvatore è figlio dell'impiegato Lorenzo, persona che conosce bene come va il mondo e che per la sua onestà si è sempre rifiutato di scendere a compromessi, sia nell'ambiente di lavoro che fuori, e di Pia, da anni maestra precaria che vive aspettando la chiamata per l'ennesima supplenza sperando prima o poi di entrare in ruolo, ma che viene puntualmente sorpassata da raccomandati. Piccolo excursus personale: Pia è una figura in cui mi sono ritrovata a pieno visto che anche io sono una maestra precarissima; il suo organizzarsi freneticamente per stare dietro all'ennesima supplenza a km di distanza, il suo pensare "sono una persona brutta" perchè deve sempre sperare che a qualcuno accada qualcosa per poter lavorare, il suo dannarsi l'anima per quel posto fisso cui avrebbe finalmente diritto ma che non arriva mai perchè le passano davanti sempre altri (con le spalle protette da raccomandazioni), sono cose che vivo anche io da 13 anni  che me l'ha fatta sentire molto vicina, grazie anche alla bravissima Anna Foglietta che ha dato vita- di nuovo- a una delle sue migliori interpretazioni. 

Pia e Lorenzo sono due persone normali e oneste, ma che si trovano a vivere in una realtà in cui la mafia, in tutte le sue varie versioni, volente e nolente imbeve società: nella raccomandazione per avere un mutuo, nelle persone che ti scavalcano in graduatoria, persino (si scoprirà più avanti nella storia) nell'aver  avuto un breve filarino con un noto boss mafioso, per finire su cose più tragiche e pesanti: il padre di Pia e Massimo non parla da anni perchè testimone della tragedia accaduta a Giuseppen Letizia, pastorello 13cenne ucciso perchè aveva casualmente assistito all'uccisione del sindacalista Placido Rizzotto. Un fatto gravissimo e finora dimenticato, che qui viene coraggiosamente ricordato assieme a tanti altri vittime della mafia, tra cui Boris Giuliano e Mario Francese.
Come già detto, il curioso e intelligente Salvatore filtra dal suo occhio le vicende di famiglia, e assieme al gruppetto di amici spesso interviene come può; completano il quadro familiare la sorella Angela di 16 anni, impegnata con le lotte femministe, e lo scapestrato zio Massimo assieme alla fidanzata Patrizia. Massimo rappresenta lo stereotipo del siciliano arraffone e indifferente, addirittura di mestiere fa il forestale...che ovviamente non ha quasi mai lavorato un giorno in vita sua. E' ancge il personaggio che avrà l'evoluzione più drammatica- e a mio avviso sgradevole- nel corso di questa prima serie. 
Mi sono dilungata un po' perchè questa serie tv mi ha veramente preso molto,  un prodotto davvero valido. Molte altre sarebbero le cose da dire ma è meglio che ve la guardate a questo punto....





mercoledì 9 agosto 2017

La tenerezza, 2017



Regia di Gianni Amelio, con  Renzo Carpentieri (Lorenzo), Giovanna Mezzogiorno (Elena ), Elio Germano (Fabio), Micaela Ramazzotti (Michela), Arturo Muselli (Saverio).




L'anziano Lorenzo è un avvocato in pensione scostante e scorbutico, che non ama nemmeno i figli Saverio ed Elena; quest'ultima nonostante tutto, cerca di occuparsi come può del padre, a cui affida il figlio Francesco quando lei è al lavoro.
Accanto a lui viene ad abitare una giovane coppia con due bambini, con i quali fa amicizia....



Liberamente ispirato al romanzo "La tentazione di essere felici" di     , è un film con titolo fuorviante, dato che di tenerezza ce n'è davvero poca. Anzi, a mio avviso, si può benissimo dire che la tenerezza sia la grande assente di questo film, oppure ciò che ogni singolo personaggio disperatamente cerca, a modo suo.
Come protagonista abbiamo l'anziano e scostante Lorenzo, a tratti veramente insopportabile visto che mette in continua difficoltà i figli, ed in particolare la figlia Elena, madre single che cerca di stargli vicino come può, nonostante il padre rifiuti costantemente con fastidio ogni tentativo di dialogo e ogi premura (anche se adora il nipotino, di cui si prende cura quando la madre lavora). Del resto che dire di un uomo che dice che amava i suoi figli quando erano piccoli ma poi quando sono cresciuti ha smesso? Il figlio sarà pure un'opportunista ma non ha certo torto, un padre così merita solo questo!
Eppure, Lorenzo riesce a trovare una dimensione di umanità fuori dalla famiglia con una giovane coppia che, a modo suo, adotta sostituendoli in qualche modo ai figli: Michela e Fabio, con due figli piccoli, sembrano una coppia serena come tante, anche se da alcune scene intuiamo subito che Fabio ha problemi non di poco conto. Con loro, diventa il padre e il nonno che non è riuscito a essere per i suoi figli, e quando la tragedia piomba, anche la sua vita ne è toccata e distrutta. Non è quindi una persona del tutto insensibile  priva di sentimenti, ma nella sua vita è successo qualcosa che lo ha fatto diventare così, qualcosa che non verrà totalmente chiarito nel corso del film (anche se si intuisce che almeno in parte riguarda il tradimento verso la moglie e la scoperta da parte della stessa).

La figlia Elena in realtà gli somiglia molto: è una donna dura, che cresce un figlio da sola ed è dedita al lavoro; cerca continuamente un contatto affettivo con il padre che però avverarsi solo nel finale. Dietro questa facciata ho intuito un grande dolore e una grande infelicità- anche qui nessuna speigazione vera ma solo accenni- sentimenti sempre soffocati ma che riaffiorano. E ho trovato davvero ottima l'interpretazione di Giovanna Mezzogiorno, forse la migliore del film assieme a quella di Renzo Carpentieri nel ruolo di Lorenzo.
La storia che coinvolge la coppia Germano- Ramazzotti è invece molto pesante  a livello emotivo, devo dire che ho sofferto abbastanza durante la visione del film per le emozioni che mi ha provocato il tema trattato (non anticipo molto); a volte con i film mi capita.
Tutto sommato comunque un bel film, fatto bene, magari per chi è meno sensibile sarà certamente più godibile.






sabato 5 agosto 2017

Il Commissario Montalbano: Una faccenda delicata, 2016



Regia di Alberto Sironi, con Luca Zingaretti (SAlvo Montalbano), Sonia Bergamasco (Livia),Peppino Mazzotta (Fazio), Cesare Bocci (Mimì Augello), Angelo Russo (Catarella), Ileana Rigano (Maria), Lollo Franco (Peppino),Miriam Dalmazio (Elena).




Stavolta il commissario Montalbano è impegnato in due casi: il primo riguarda un'anziana prostituta, Maria, ritrovata strangolata. Il movente non è chiaro, visto che Maria era una persona benvoluta  e apprezzata da tutti, con una famiglia felice e che non ha mai creato scandalo con il suo mestiere; il secondo caso invece riguarda una faccenda scottante: la mamma di una bambina frequentante la scuola elementare di Vigata denuncia presunte attenzioni "strane" di cui sarebbe stata oggetto la figlia da parte di un maestro. Montalbano indaga....



Dal 1997 (anno della prima messa in onda) sono una fansissima della serie di Montalbano, che trovo veramente ottima sotto tutti i punti di vista, anche come romanzi; gli ultimi episodi però, seppure piacevoli come sempre, non mi avevano particolarmente colpita. Ed ecco invece che arriva questo "Una faccenda delicata", tratto non da un romanzo specifico ma da due distinti racconti pubblicati in due diverse antologie, che mi ha letteralmente tenuta incollata, sia per la suspense che per l'attualità dei temi trattati.
Come sappiamo, la vita di Montalbano e Livia è stata segnata dalla morte tragica di FRancoise, il piccolo tunisino loro figlioccio   ; qui sono passati alcuni mesi e Livia, complice anche l'adozione di una cagnolina, sembra avere superato la depressione in cui era scivolata dopo la morte del ragazzo (che per lei, ricordiamo, rappresentava il figlio che averebbe voluto avere) e passa molto più tempo con Salvo, tra Vigata e Genova. La coppia è ormai equilibrata cosi, anche perchè ricordiamo che entrambi (secondo la narrazione letteraria più che secondo quella televisiva) sono entrambi prossimi alla sessantina....è piacevole vedere come nonostante tutti gli scossoni, imprevisti, tradimenti e sofferenze varie (quella di Livia per la mancata maternità è da sempre ben evidente, anche se non approfondita) la coppia resiste, e ho molto apprezzato l'attrice Sonia  Bergamasco che dà un'interpretazione più ironica e simpatica della un po' troppo rigida Livia.
Ma fermarsi per Salvo Montalbano è un'impresa impossibile (anche perchè, diciamocelo, non vuole): stavolta i casi su cui indagare sono ben due, e non è di aiuto Mimì che almeno per uno di essi avanza ipotesi talmente strampalate che Fazio e Catarella ritengono che il vicequestore sia impazzito improvvisamente!
I due casi trattati in questa puntata sono di grande attualità: se il primo racconto, quello della prostituta Maria, è stato abbastanza modificato rispetto all'episodio letterario introducendo il tema della maternità surrogata, il secondo è invece fedele al soggetto letterario descrivendo molto bene il clima che si crea attorno a una persona accusata (peraltro ingiustamente) di un reato odioso come la pedofilia, e di come sia difficile smascherare questo tipo di persone visto che ci sono di mezzo i bambini; un episodio interessante, coinvolgente e come sempre ottimamente interpretato.