giovedì 8 giugno 2017

L'onore e il rispetto- Ultimo capitolo, 2017



Regia di    , con Gabriel Garko (Tonio Fortebracci), Valerio Morigi (Ettore De Nicola),Daria Baykalova (Daria Bertolaso),Giulia Petrungaro (Rosalinda Scianna), Lisa Gastoni (Contessa Minniti), Sara D'amario (Suor Lucia),Bruno Eyron (Nicola Manino),Mattia Sbragia (Luigi Cusano), Bo Derek (Chantal Cusano), Olga Shuetva (Giada Cusano), Nusat Del Valle Duran Perez (Michela Maccaluso),Aurora Quattrocchi (Immacolata Maccaluso), Beatrice Galati (Antonio Fortebracci), Cristiano Pasca (Ricky Zito)





Dopo la sparatoria in cui sono rimaste uccise Carmela e zia Maria, Tonio è rimasto gravemente ferito e si risveglia, incosciente e completamente privo di memoria, in uno scantinato dove è stato rinchiuso e torturato da Ettore De Nicola per vari mesi. Riesce a scappare e trova rifugio presso uan vedova, Michela, che lo aiuta curandolo fisicamente ma che non può certo soddisfare il suo bisogno di sapere chi sia; così è lui stesso che decide di presentarsi alla polizia chiedendo aiuto. Qui trova Daria Bertolaso, nel frattempo nominata commissaria, che pian piano, tramite alcune foto, riesce ad aiutarlo a ricordare chi è. Ora però Tonio è disperato: se Carmela è morta, dove sono finiti i figli Antonia e Jonathan? Per ritrovare i suoi figli e punire chi ha causato la morte della sua famiglia, Tonio decide di diventare collaboratore di giustizia, ma la vendetta del terribile Ettore colpisce Michela e la sua famiglia, convincendo Tonio a una decisione drastica, d'accordo con Daria: si fingerà morto per poter agire indisturbato....


Undici anni dopo la prima serie (2006), finalmente le avventure di Tonio Fortebracci si concludono (forse) con questo "ultimo capitolo": quel "forse" tra parentesi è dovuto al fatto che alcune vicende legate ad altri personaggi che gravitavano attorno a Fortebracci in realtà non sono affatto concluse, e quindi chissà....
Come sempre, nulla di particolarmente nuovo o interessante: mille personaggi metà dei quali destinati a togliere il disturbo prima della metà degli episodi, alcuni macchiette stucchevoli altri interessanti ma sviluppati poco e male, improbabilità e trashate a gogò, il tutto gravitante attorno a Tonio, mafioso "buono"  e a sua volta spesso vittima, sopratutto da quando ha deciso di  diventare collaboratore di giustizia (senza riuscirci, dalla seconda serie...): la sua famiglia è stata progressivamente sterminata, nell'ultimo attentato sono morte Carmela e zia Maria. Gli rimangono solo i figli Antonia e Jonathan, portati al sicuro in Svizzera dal fedele Ricky. Tutto questo però inizialmente Tonio non lo sa: nel primo episodio lo ritroviamo infatti prigioniero in uno scantinato, torturato crudelmente e completamente senza memoria. Il tutto ad opera, ovviamente, del terribile Ettore De Nicola, il figlio maggiore della Tripolina, che ha preso il suo posto come padrino e spadroneggia facendone di cotte e di crude. In un momento di ditrazione Tonio riesce a fuggire e viene ritrovato da una vedova che lo aiuterà.
Il resto della storia, come sempre, è composto da un mix di sovraffollamento di personaggi e situazioni inutili (la povera Suor Lucia, la notte di Chantal con Tonio, la stessa Chantal con famiglia), ammazzamenti di vario tipo, sceneggiate e chi più ne ha più ne metta. nulla di nuovo in sostanza. Alcuni attori in parte, altri macchiette, certamente uno sfoltimento del cast in positivo avrebbe giovato non poco.
Tra gli attori si nota Aurora Quattrocchi nei panni di Ninna Eroina. Patetica Bo Derek nel ruolo di Chantal Cusano.
In conclusione posso dire che, a mio avviso, la serie migliore è stata la terza.


venerdì 2 giugno 2017

Fortunata, 2017

 Regia di Sergio Castellitto, con Jasmine Trinca (Fortunata), Stefano Accorsi (Patrizio), Alessandro Borghi (Chicano), Edoardo Pesce(franco), Hanna Scyngulla (Lotte),Nicole Centanni (Barbara).





 Fortunata è una parrucchiera in nero, con un matrimonio fallito alle spalle e madre di Barbara; il suo sogno è quello di aprire un negozio tutto suo, assieme al migliore amico Chicano che si occuperebbe di fare tatuaggi. Dopo il divorzio dei genitori la scuola ha assegnato a Barbara il sostegno psicologico del medico Patrizio. Tra lui e Fortunata l'attrazione è immediata....




La coppia Mazzantini- Castellitto notoriamente non è mai stata foriera di film particolarmente leggeri e , sembra che secondo loro senza disgrazie non si può stare....ed in effetti, solitamente evito i film con questa accoppiata. Stavolta però il trailer mi attirava, e ovviamente la presenza di Stefano Accorsi, cosi ho deciso di vederlo.
Risultato "ni": come prevedevo la tradizione di sfighe e drammi vari non si interrompe  e anche qui ne abbiam a profusione, ma il film non è così male, c'è anche un fondo di ottimismo nonostante tutto
Come da titolo la figura principale è quella di Fortunata, parrucchiera coatta e vitalissima, separata dal marito e che vive con la figlia Barbara di otto anni. La sua vita è quella di una normale madre separata, sempre di corsa per andare da una casa all'altra dato che lavora in nero, sempre in lotta con i conti da far tornare,con l'ex marito violento, con una vita che evidentemente fatica a girare per il verso giusto. Fortunata in fondo non chiede molto: vorrebbe solo aprire un negozio tutto suo che le permette di conquistare l'indipedenza economica ed essere meno ricattabile da Franco, oltre che regalare un'esistenza migliore e più stabile a sua figlia. Dato che la scuola ha imposto a Barbara un sostegno psicologico a causa della complicata situazione familiare, Fortunata conosce Patrizio, lo piscologo che cura sua figlia: l'attrazione è immediata, anche troppo forse, vista la repentinità con cui lui butta all'aria la sua deontologia e la cura della bambina per iniziare una relazione con lei.
Relazione che non porterà molto di buono e anzi, innescherà meccanismi che porteranno alla distruzione del sogno quasi realizzato da Fortunata e Chicano. Ma Fortunata è fatta così, è vitale e istintiva, di base ancora un ingenua che sogna la felicità ed è disposta per questo a mettersi in gioco e rischiare di farsi male (come appunto avviene). Di fronte a un personaggio così forte e vitale, ottimamente interpretata da Jasmine Trinca, il rischio che gli altri personaggi risultassero un po' annacquati c'era: e difatti ciò succede con Patrizio, mentre se la cavano meglio gli altri personaggi: lo strampalato Chicano, controparte maschile di Fortunata, il violento Franco che però offre anche sprazzi di dolore nonostante non si giustifichi il suo atteggiamento, la piccola Barbara specchio e coscienza della madre, e sopratutto la dolente madre di Chicano, ex attrice di teatro e donna bellissima precipitata nel tunnel dell'Alzheimer, il quale paradossalmente le dà la libertà negatale da giovane. 
Un film nonostante tutto colorato e vitale, nel vero senso della parola, ovvero quando la vita non  solo gioia e piacere ma anche fatica, lacrime, sudore.Azzeccata quindi la canzone finale di Vasco Rossi: "Vivere/E sperare di star meglio/Vivere /E non essere mai contento....
"Fortunata" è stato presentato al Festival di Cannes di quest'anno dove è stato accolto con discreto successo; Jasmine Trinca per la sa interpretazione ha vinto il premio "Un Certain regard" come migliore attrice.