giovedì 13 dicembre 2012

Grandi speranze (Great expectations), 2012

Regia di Mike Newell, con Jeremy Irving (Pip Pirritt), Holiday Granger (Estella Havisham), Helena Bonham Carter (Miss Havisham), Ralph Fiennes (Able Magwitch),Jason Fleming (Joe Gargery),Olly Alexander (Herbert Pocket).

L’orfano Pip vive con la sorella e il cognato Joe in una piccola cittadina; un giorno viene chiamato a casa della signorina Havisham, un’eccentrica donna che dopo una delusione d’amore vissuta molti anni prima vive rinchiusa in casa e senza nessun contatto con il mondo, per giocare con la di lei figlia adottiva Estella.
Sin dai loro primi incontri il ragazzino si invaghisce di Estella, che bellissima e sprezzante si dimostra sempre fredda e indifferente; dopo qualche tempo la ragazzina viene mandata in collegio e i due non si rivedono più.
La vita di Pip cambia improvvisamente quando, grazie a un misterioso benefattore, viene prelevato dalla famiglia d’origine per essere condotto a Londra ed educato per diventare gentiluomo; si apre  per il giovane una nuova vita e comincerà a nutrire alcune “grandi speranze”, appunto, tra le quali la principale è quella di conquistare il cuore di Estella….



Tratto dal romanzo omonimo (1861) di Charles Dickens, sono rimasta davvero molto soddisfatta da questo film: fedele al romanzo (i cambiamenti sono pochi e non significativi), bravi interpreti, costumi e ricostruzioni molto belli, film interessante e non noioso.
In particolare, ero molto curiosa di vedere Helena Bonahm Carter nei panni di Miss Havisham, e devo dire che l'attrice ha fornito un'interpretazione davvero superba di questo toccante e difficile personaggio, molto più vicina alla realtà del romanzo di altre versioni, o delle stesse illustrazioni del romanzo.
Efficaci anche i due giovani protagonisti, molto affascinante l'interprete di Estella che con la sua bellezza diafana e impenetrabile riesce tuttavia a conferire tratti di umanità al suo personaggio che nel romanzo, francamente, non ero riuscita a percepire.
E' molto difficile essere completamente soddisfatti delle versioni cinamtografiche dei libri, ma in qusto caso a me è capitato.
Da appassionata di orecchini, una nota di merito per gli splendidi orecchini indossati da Estella!






lunedì 10 dicembre 2012

Bambi, 1942


Regia di David Dodd Hand, James Algar, Bill Roberts, Norman Wright, Sam Armstrong, Paul Satterfield,Graham Heid, con le voci di Loretta Goggi (Bambi cucciolo), Roberto Chevalier (Bambi, adulto),Fiorella Betti (mamma di Bambi),Corrado Pani (Tamburino)


Il cerbiatto Bambi, figlio del Re della Foresta, trascorre un’infanzia felice accanto alla dolce mamma e agli amici: la timida puzzola Fiore, il vivace coniglio Tamburino e Faline, un’altra cerbiattina.
Un giorno la mamma viene uccisa da un cacciatore: questo fatto segna l’infresso di Bambi nella vita degli “adulti”, in cui effettivamente lo ritroviamo cresciuto dopo qualche tempo, e in lotta per conquestare non solo l’amore di Occhidolci, ma anche il titolo di Re della Foresta…






Tratto dal romanzo per bambini di Felix Salten “Bambi, vita di un capriolo” (1925), è un altro dei classici Disney più amati di tutti i tempi.
A essere sincera, a me non è particolarmente piaciuto, l’ho trovato abbastanza noioso nonostante la simpatia del coniglio Tamburino; per lungo tempo è stato così, i film composti da soli protagonisti animali non mi sono mai piaciuti molto, con uniche eccezioni: LA CARICA DEI 101 e ROBIN HODD (ovviamente le versioni Disney).
Comunque penso sia un film che valga la pena di vedere e far vedere ai bambini, soprattutto i più piccoli, che però potrebbero rimanere turbati dalla scena della morte della mamma di Bambi (considerata da vari esperti una delle scene più traumatizzanti della storia del cinema…addirittura!); per il resto la storia è chiaramente interpretabile come una “storia di formazione”, seppure narrata in ambito animale. Se possa risultare istruttiva non lo so, forse potrebbe esserlo per i bambini più grandicelli (8-10 anni), per gli altri come detto risulteranno più affascinati i personaggi in sé più che la storia.
Musiche senza infamia né lode, meno presenti che negli altri classici Disney. Colori e disegni molto vividi.
Il film ricevette tre nomination agli Oscar: miglior sonoro (Sam Slyfield), migliore canzone (per "L'amore è una canzone" cantata in originale da Donald Novis) e migliore colonna sonora, ed è l’ultimo film Disney realizzato prima dell’entrata in guerra degli Stati Uniti.




Cronache di poveri amanti, 1954


Regia di Carlo Lizzani, con Antonella Lualdi (Milena), Irene Cefaro (Clara), Eva Vanicek (Bianca), Cosetta Greco (Aurora), Marcello Mastroianni (Ugo), Adolfo Consolini (Maciste), Anna Maria Ferrero (Gesuina), Giuliano Montaldo (Alfredo).

Le protagoniste di questo film  sono quattro amiche: Aurora, Milena,Bianca e Clara, soprannominate “Gli angeli di via del Corno”, la via di Firenze dove sono nate e dove vivono.
E che, come spesso capita, è un piccolo mondo dove tutti si conoscono, con tante persone e tante storie: c’è Maciste, il maniscalco antifascista, c’è Carlino, che invece è fascista della prima ora e sogna di diventare gerarca; c’è Alfredo, il marito di Milena, che viene ridotto in fin di vita dai squadristi per non aver preso la tessera del fascio; ci sono le nostre quattro amiche con gioie, dolori e amori. Su tutti, domina  la Signora, che da anni non esce più di casa per una malattia invalidante ma che si tiene al corrente di tutto grazie alla serva Gesuina, e che tesse trame e intrighi di ogni tipo…


Tratto dall’omonimo romanzo (1947 ) di Vasco Pratolini, è un bel film che, utilizzando uno spunto da “neorealismo rosa” arriva a narrare una storia prevalentemente corale, sacrificando per questo parte delle situazioni private dei protagonisti, che invece nel romanzo sono ben dettagliate.
Il risultato è un piccolo affresco di un’epoca, in cui ogni attore dà buona prova di sé nel proprio ruolo (da notare un Marcello Mastroianni alle prime armi) riuscendo a ritagliarsi il proprio spazio in mezzo a tanti personaggi e tante storie.
Probabilmente piacerà molto agli amanti del genere (come me), ai puristi del romanzo non so….comunque penso valga la pena di vederlo, se non altro per recuperare un piccolo pezzo del nostro cinema migliore.