mercoledì 29 ottobre 2014

Elisa di Rivombrosa 2, 2005



Regia di Cinzia TH Torrini, con Vittoria Puccini (Elisa Scalzi),Alessandro Preziosi (Fabrizio Ristori),Jane Alexander (Lucrezia Van Necker),Antonella Fattori (Anna Ristori),Antonio Cupo (Christian Grey),Luca Ward (Ottavio Ranieri),Pierluigi Coppola (Angelo Buondio),Cesare Bocci (Antonio Ceppi), Raffaello Balzo (Armand Benac),Giovanni Guidelli (Victor Benac),Marzia Ubaldi (Amelia),Emanuela Garuccio (Celeste),Linda Battista (Isabella),Marco Leonardi (Gaetano),Sergio Assisi (Nicola di Conegliano),Fiorenza Marchegiani (Cristinella di Conegliano), Elisabetta Pellini (Juliette Benac).



Elisa e Fabrizio vivono felici a Rivombrosa, la loro unione è stata allietata dalla nascita della piccola Agnese. Ma la loro felicità purtroppo è di breve durata: Ranieri, lungi dall’essere morto, ritorna e per vendetta uccide Fabrizio.

A causa della carestia che ha imperversato  rendendo sterili i suoi campi e per l’incuria e l’abbandono di questi a causa della lunga guerra che ha tenuto lui ed i giovani lontani, Fabrizio aveva contratto vari debiti nel tentativo di risollevare le sorti delle sue proprietà; così alla sua morte Elisa, oltre la dolore, si ritrova sola a dover combattere per salvare Rivombrosa e con essa la vita di tutti i suoi abitanti.
A questo scopo decide di partire per Napoli, dove intende chiedere aiuto al Barone di Conegliano, un uomo a cui in passato Fabrizio aveva salvato la vita; per arrivare fin laggiù viaggerà sulla nave comandata dal capitano Christian Grey…

Il clamoroso successo di "Elisa di Rivombrosa"  non poteva rimanere senza un seguito; oggi si usa così, se uno sceneggiato ha successo è d’obbligo una seconda serie.
Che, come molti seguiti, spesso non è all’altezza del primo, pur con tutte le buone intenzioni di attori, regista, autori ecc…
ELISA 2 purtroppo non fa eccezione: la qualità e la cura sono le stesse del primo sceneggiato, ma purtroppo il risultato è ben inferiore.
Innanzitutto, già la decisione di far morire alla terza puntata Fabrizio, che oltre a essere il protagonista è sicuramente il personaggio più amato assieme ad Elisa, non pare sia stata molto saggia: oltre ad aver portato un notevole calo di spettatori, ha pure portato un po’di sfortuna alla serie, visto che quello che doveva essere il suo sostituto, il capitano Christian Grey interpretato da Antonio Cupo, non è riuscito a fare breccia nel cuore degli spettatori, nonostante un personaggio potenzialmente intrigante.

Ma le pecche di questa seconda parte sono ben altre: è permanente la sensazione che manchi qualcosa, forse “quel certo non so che” che spesso funziona come calamita verso gli spettatori; e a parte questo alcune trovate discutibili non hanno certo contribuito al successo della serie:tra tutte, la “resurrezione” di Isabella, che nella prima seria veniva mostrata come certamente morta mentre ora non solo la ritroviamo improvvisamente a Napoli felicemente sposata con Gaetano e regina dei "guappi" (o dei "pazzi", non ricordo più bene), ma che fin da subito presenta al marito la protagonista come "la mia amica Elisa". Ora, se qualcuno se lo ricorda, è vero che verso la fine della prima serie Isabella si redimeva prendendo le distanze dalla crudele padrona e salvando la vita al piccolo Martino (che Lucrezia aveva rapito), ma proprio la sua "morte" le impediva di venire in contatto in qualche modo con i Ristori.
Improbabile anche la vicenda che coinvolge Antonio Ceppi, degna tra l'altro di molti scandali in ambito sanitario che la cronaca purtroppo continua a propugnarci; almeno qui è finzione...
Anche nel finale non solo delude il voltafaccia di Victor, ma non si capisce nemmeno bene se Elisa e Christian rimangono insieme.....penso che a volte gli sceneggiatori stessi dimentichino i particolari delle loro serie: Questa fiction non è certo il solo esempio....
La serie è comunque gradevole e ben fatta come la prima e certamente non deluderà troppo gli amanti del genere; la parte più interessante è quella di Napoli e devo dire che, per quanti intrighi e macchinazioni possano inventare i cattivi, forse se non ci fosse stata la parte legata al mondo dei vivaci popolani napoletani (anche se un po' di macchiette ci sono anche qui), la serie avrebbe perso ulteriormente appeal.
E vabbè, come sempre non tutte le ciambelle escono col buco; la prima era uscita col buco, questa no.









lunedì 27 ottobre 2014

Fargo, 1996



Regia di  Ethan e Joel Cohen, con Frances McDormand (Marge Gunderson),William H.Macy (Jerry Ludgeed),Steve Buscemi (Carl Showalter),Peter Stormare (Gaer Grimsrud).


Minneapolis, 1987: Jerry, venditore d'auto pieno di debiti,progetta di far rapire la moglie Jean per chiedere un riscatto al ricco suocero che non vuole sovvenzionarlo. Per attuare il suo piano si reca in un bar della cittadina di Fargo,dove assolda due spiantati malviventi, Carl e Gaer, ai quali promette la metà del riscatto; dato però che i due delinquenti non solo sono degli inetti, ma che Carl è pure uno psicopatico le cose non vanno proprio come previsto, anzi....
Sul caso indaga Marge, poliziotta incinta di sette mesi....


Un giallo insolito, con toni da commedia nera, questo film dei fratelli Cohen che nel 1997 regalò l'Oscar come migliore attrice protagonista a Frances McDormand, moglie di Joel Cohen, e portò al grande successo  i due registi, che non erano proprio sconosciuti ma che finora erano rimasti un po' "di nicchia".
Ispirandosi a fatti realmente accaduti, i registi raccontano una storia dove il clima che si respira è quella della piccola provincia americana, tranquillo fino a essere sonnacchioso e per questo adattissimo a far esplodere crimini e delitti nelle persone più insospettabili; altro elemento che si nota fortemente è la stupidità dei criminali in questione; nel caso di Carlo (una delle migliori interpretazioni di Steve Buscemi) alla stupidità si aggiunge anche la cattiveria, ancora più stupida di quella del compagno.


Tant'è che sia Jerry, il pavido marito che organizza il sequestro della moglie a scopo di lucro, che la poliziotta incinta Marge non sembrano a loro volta particolarmente intelligenti; la seconda però usando qualche deduzione e non facendosi "intralciare" dal suo stato di gravidanza riesce a risolvere un caso senza venire a conoscenza di vari elementi che invece vengono resi noti allo spettatore. Facendo così intendere che il fatto di sangue di per sè unico e impressionante per lei e per molti altri è invece routine.
Lo stile non è particolarmente mirato o veloce, ma la storia è coinvolgente e lo spettatore è invogliato a seguirla e a chiedersi come va a finire. Colpisce molto l'occhio dello spettatore  la distesa innevata presente nel paesaggio e spesso mostrata nel suo contrasto con il sangue versato su di essa dagli omicidi.









sabato 25 ottobre 2014

Il giovane favoloso, 2014



Regia di Mario Martone, con Elio Germano (Giacomo Leopardi),Isabella Ragonese (Paolina Leopardi), Edoardo Natoli (Carlo Leopardi),Massimo Popolizio (Monaldo Leopardi),Michele Riondino (Antonio Ranieri), Anna Mouglasis (Fanny Targioni Tozzetti), Valerio Binasco (Pietro Giordani).


Recanati, inizio '800  : Giacomo, figlio primogenito del conte Monaldo, è un giovane letterato e poeta dalla mente vivace e dalla forte voglia di vivere. E' costretto però a soffocare il suo desiderio di conoscere il mondo non solo dal dispotismo del padre, ma anche dalle sue cagionevoli condizioni di salute (è afflitto da vari malanni ed è anche gobbo).
Con l'unico conforto dell'affetto dei fratelli Carlo e Paolina Giacomo non si dà per vinto e tenta addirittura (invano) la fuga; ma anche quando riuscirà ad andarsene, molti anni dopo, la vita avrà in serbo per lui solo amarezze.....

Un degno omaggio ad un grande poeta italiano, meritevole di essere riscoperto e che al contrario di come viene presentato è molto attuale e moderno. Nota personale: nonostante non ami particolarmente la poesia, Leopardi è il mio poeta favorito fin da quando l'ho scoperto alle medie, l'ho sempre sentito molto vicino dapprima come sensibilità, dopo (purtroppo per me)perchè ho dovuto riconoscere la verità di molte delle cose che esprime nelle poesie.
Come al solito noi italiani non perdiamo occasione per denigrare il nostro cinema, e quindi nonostante il successo avuto alla mostra del cinema di Venezia il film ha portato a casa solo la nomination al regista Mario Martone, preferendo premiare "Un piccione sedeva su una panchina riflettendo sull’esistenza " (che già dal titolo...ma vabbè non diamo giudizi su film che non abbiamo visto) e fare gli originali esterofili piuttosto che dare un riconoscimento valido a un film di qualità, bello, ben diretto e ottimamente interpretato.

La prima parte del film è completamente ambientata nei luoghi leopardiani e perciò il severo palazzo con l'immensa biblioteca del padre Monaldo sono proprio quelli di cui tanto abbiamo sentito parlare: nelle scene dovo i figli studiano, in particolare in quelle dove Giacomo scrive nello scrittoio posto sotto quella piccola finestrella, è possibile così percepire ancora meglio l'opprimente atmosfera e la tetraggine della famiglia e della casa, per Giacomo- il cui sguardo fuori dalla finestra spazia verso l'infinito (come poi scriverà nella celebre poesia)- gabbie ancora più gravi della gracilità fisica. I genitori poi...meglio archiviarli: perlomeno Monaldo con il suo amore per la cultura ha alimentato il sapere dei figli dando loro modo di acculturarsi, anche se poi reprimeva il loro voler "spiccare il volo" in nome delle sue idee conservatrici e antiche; ma la madre Adelaide, con poche efficaci pennellate e sopratutto con una terribile maschera sul viso, rende proprio l'idea della donna bigotta, fredda e forse anche cattiva, preda del suo fanatismo religioso che addirittura le fa ritenere che "è un giorno lieto quello in cui Dio chiama a sè una delle sue creature" (parole rivolte al padre della ragazza morta). In un clima simile è chiaro che i tre figli crescessero oppressi, vittime di ricatti morali  e affettivi, sostanzialmente infelici (solo Carlo riuscì a evadere con il matrimonio) nonostante le loro doti personali e morali.
Elio Germano è un Leopardi perfetto, coinvolgente, appassionato, un ribelle che rimane schiacciato dalle convenzioni e dalla rigidità dei familiari (vedi la scena deve "urla" la sua ribellione al padre e allo zio); dapprima giovane con speranze di vita e sogni, poi uomo che si lascia vivere dolorosamente, ormai disilluso, ma nonostante ciò che conserva ancora un suo orgoglio :"Non attribuite alla mia malattia «quello che si deve al mio intelletto". Giacomo non vuole essere compatito per le sue disgrazie fisiche, ma vuole essere considerato lucido e consapevole della sua vita e delle sue scelte.
In una recensione su Ciak ho letto di un "Leopardi vivo e sentito", mentre in un'intervista l'ultimo discendente della famiglia ha detto che, mentre giravano il film "sembrava che Giacomo fosse di nuovo con noi"...se questo vi sembra poco!
Anche gli altri interpreti sono ottimi, anche se personalmente avrei preferito un maggiore approfondimento della figura della sorella Paolina (Isabella Ragonese), anch'essa figura interessante e molto simile al fratello nell'animo.
Anche alcuni eredi della famiglia Leopardi, che come detto all'inizio hanno messo a disposizione il palazzo per le riprese del film, hanno partecipato ricoprendo alcuni ruoli minori .
Chi ha voglia di vedere un film appassionante nella sua semplicità  vada pure a vedere questo, non si troverà pentito!






mercoledì 22 ottobre 2014

Il cacciatore di ex (The Bounty Hunter),2010

 Regia di Andy Tennat, con Gerard Butler(Mylo Boyd), Jennifer Aniston (Nicole Cassidy), Dorian Missick (Bobby), Christine Baransky (Kitty Cassidy).

La giornalista Nicole Cassidy, fiutando l’occasione della sua vita lavorativa (ovvero un misterioso suicidio dietro cui si nasconde ben altro), non si presenta in tribunale dove era stata convocata per oltraggio a pubblico ufficiale, preferendo inseguire alcuni indizi sulle giusta pista da seguire. E  viene quindi dichiarata fuorilegge.
Sulle sue tracce viene messo un cacciatore di taglie, che guarda caso è proprio Mylo Boyd, l’ex marito di Nicole, al quel non pare vero di poter mettere le manette alla donna che lo ha fatto soffrire.
Così infatti avviene, ma sulla strada del ritorno Mylo viene coinvolto da Nicole suo malgrado nelle indagini, e decide di aiutarla…





Ero andata al cinema a vedere questo film non proprio convintissima, anzi, diciamo pure che l’ho scelto perchè avevo voglia di andare al cinema e tra tutti i film di questo periodo mi è sembrato l’unico passabile!
E invece non ne sono rimasta delusa, anzi: è una commedia molto gradevole, romantica e frizzante, che riprende il canovaccio dei due ex litigiosi ma ancora innamorati, che lo scopriranno  nel corso della storia, mentre agli spettatori è ben evidente da subito.
La storia è prevalentemente romantica anche se condita di giallo, e i protagonisti Jennifer Aniston e Gerard Butler funzionano molto bene come coppia; lui poi, nonostante sia lontano anni luce dalla forma sfoggiata ne IL FANTASMA DELL’OPERA, è uno che  “fa sangue”.E tanto anche, inspiegabilmente almeno per me…
Non ho molta voglia oggi di scrivere, la recensione termina qui ma sappiate che ve lo consiglio, vale davvero la pena di vederlo!






domenica 19 ottobre 2014

Spartacus: sangue e sabbia, 2010


Regia di   con Andy Whitfield (Spartacus),John Hanna (Quinto Lentulo Batiato),Manu Bennett (Crisso),Peter Mensah (Enomao), Lucy Lawless (Lucrezia),Dustin Clare (Gannicus),Lesley Ann Brandt (Nevia),Viva Bianca (Ilizia),Jay Courtney (Varro),Craig Parker (Gaio Claudio Glabro).



Il trace Spartacus viene catturato e venduto come schiavo assieme alla moglie Sura dai romani e trasportato a Roma. Diviso dalla moglie viene acquistato dal legato Claudio Glabro e destinato a diventare gladiatore. Per questo viene mandato nella scuola di addestramento per gladiatori di proprietà del patrizio Quinto Lentulo Batiato, dove sotto la guida del maestro Enomao viene iniziato al combattimento.
Oltre alla sopravvivenza Spartacus ha un motivo particolare per accettare questa sorte: Batiato infatti gli ha promesso che se darà lustro al casato del suo padrone egli ritroverà Sura e la riporterà dal marito; purtroppo però le intenzioni del romano sono tutto l'opposto: quando riesce a ritrovare la donna la fa uccidere da un sicario, sapendo che una volta riunitosi alla moglie Spartacus avrebbe abbandonato l'arena e preteso la sua libertà.
Batiato cerca di far passare la morte di Sura per un incidente, ma Spartacus non gli crede e da qui comincia a odiare un odio profondo, unito a quello che già provava per le infime condizioni di vita a cui i romani condannavano gli schiavi. Tutto ciò scatenerà un'atroce vendetta....



Le serie tv a sfondo storico sono tra quelle che ritengo più appassionanti, e anche questa non ha fatto eccezione. Come già ne "I Tudors" però, tra gli elementi principali che caratterizzano la serie c'è un numero spropositato di sangue, violenza e sesso che oltretutto, essendo la serie realizzata  e trasmessa da una tv privata, non ha subito censure e quindi lo spettatore si deve pippare gente sgozzata, tagliata a pezzi, impiccata, stuprata, infilzata,crocifissa e chi più ne ha più ne metta una scena sì e una no; oltre a rapporti sessuali mostrati quasi nel minimo dettaglio con chiunque. Qui la cosa non è storicamente attendibilissima: è vero che gli antichi Romani per certi aspetti non erano il massimo della finezza, ma è vero anche che conservavano comunque una certa riservatezza; tutto avveniva all'interno delle case e non si sarebbero mai sognati di fare sesso con qualcuno in mezzo alla strada!
Quanto descritto sopra può risultare disturbante per qualcuno, non solo per sensibilità personale ma anche perchè, come sempre, il troppo stroppia e dopo un po' ti viene voglia di dire "ma bastaaaaaaa, ho capito che i romani erano lussuriosi e crudeli!!!". Personalmente a volte quando le stragi e le trxxxte duravano troppo a lungo ne approfittavo per andare in bagno o a bere, o fare zapping....

Per il resto come detto il telefilm mi è piaciuto molto ed è una delle poche serie che ho seguito fino, appunto, all'ultima serie; certo se cercate somiglianze con l'omonimo film di Kubrick con Kirk Douglas è meglio che vi rivediate il DVD dello stesso, ma in sostanza la storia è appassionante e i personaggi variegati e ben costruiti.
In questa prima serie e nel prequel Spartacus è interpretato da Andy Whitfield, attore morto nel 2011 a causa del linfoma di Hodgkin; venne poi sostituito da Liam McIntyre. E' un eroe sofferente, a causa della schiavitù ma soprattutto della separazione dall'amata Sura, a causa della quale accetta il suo destino di diventare gladiatore; spera infatti che così facendo la moglie gli verrà restituita, ma quando ciò non avverrà la sua ira si tramuterà in tremenda vendetta, che arriverà a coinvolgere tutti gli schiavi, assumendo così un significato non più solo personale, ma universale.
Accanto a Spartacus troviamo il rivale Crisso, già gladiatore dell'arena e dapprima suo acerrimo rivale, ma che poi passerà dalla sua parte, Il maestro Enomao, che si guadagnerà il suo rispetto dimostrando di essere un uomo d'onore e non crudele,Gannicus, gladiatore star dell'arena che in questa stagione è di un'antipatia unica ma che in seguito si rivelerà uno dei personaggi più interessanti.
Dalla parte dei romani troviamo in primis Quinto Batiato (interpretato dall'attore cinematografico John Hannah), debole e schiacciato dalla personalità del padre, per conquistarsi il favore del quale arriva a compiere azioni che intimamente forse aborre, affiancata alla perfida e scaltra Lucrezia (la ex Xena Lucy Lawless con capelli rossi), pronta a tutto per sostenere il marito e conquistare con lui quel posto la sole che tanto desiderano. Lucrezia è probabilmente il migliore personaggio femminile, un personaggio che rimane indimenticabile e anche affascinante  nonostante la sua cattiveria, e tale rimarrà nella seconda stagione.
Riassumerla più di così diventa complicatino anche per tutta la serie di intrecci che coinvolge i vari personaggi, comunque sia se amate il genere non potrete non provarla.








venerdì 17 ottobre 2014

I due volti di gennaio (The two faces of January),2014


Regia di Hossein Amini, con Viggo Mortensen (Chester McFarland ), Kirsten Dunst(Colette McFarland ), Oscar Isaac (Rydell  ), Daisy Bevan ( ).



Atene,1962: i coniugi americani Colette e Chester fanno amicizia con il connazionale Rydell, che per una serie di circostanze finisce sempre ad aiutarli.
Tutti e tre nascondono, a modo loro, inquietanti segreti che finiranno per intrecciare sempre di più le loro vite....



Tratto da un romanzo di Patricia Highsmith, è un film di stampo e ispirazione chiaramente hitchockiana, che però al contrario dei film del grande regista rimane algido, freddo e assolutamente poco coinvolgente da ogni punto di vista.
Anzi, spesso si ha la sensazione che il pistolotto venga tirato in lungo solo per giungere perlomeno alla canonica ora e mezza di durata (anche se il film dura di più  ); certo i rapporti torbidi e intricati tra i tre protagonisti costituiscono il cuore della narrazione, ma non basta; tecnicamente è anche un film abbastanza patinato e con grande attenzione per i dettagli di costumi e ambientazioni, con una Grecia da cartolina valorizzata da una buona fotografia; gli attori poi mi pare diano il massimo, ma nulla da fare, non sono riuscita ad apprezzarlo più di tanto.
Ora attendo con ansia il film su Leopardi, confidando sia meglio....




mercoledì 15 ottobre 2014

Sole a catinelle, 2013

Regia di Gennaro Nunziante, con Checco Zalone (Checco),Roberto Dancs (Nicolò),Miriam Dalmazio (Daniela), Aurore Erguy (Zoe),Ruben Aprea (Lorenzo), Matilde Caterina (zia Rita).

Checco  è uno dei più abili venditori di Folletto, tant'è che vince il premio come "venditore dell'anno"; il successo gli dà alla testa, comincia a fare finanziamenti su finanziamenti per comprare elettrodomestici supertecnologici e supercostosi; ma quando le vendite cominciano a calare drasticamente (e con esse, ovviamente, anche i guadagni), arriva Equitalia a pignorare tutto quanto. La moglie Daniela, operaia in una fabbrica in crisi, decide di tornare dai genitori portando con sè il figlio Nicolò, al quale il padre ha promesso che, se verrà promosso con tutti dieci, avrà in regalo una vacanza da sogno.
Quando il bambini viene effettivamente promosso con il massimo dei voti, il padre si trova a dover mantenere l'ingombrante promessa; inizialmente non pùò fare altro che andare in Molise a casa della vecchia zia Rita, ma una sorpresa è dietro l'angolo....



Durante il viaggio di andata in pullman per Parigi, abbiamo visto questo ultimo film di Checco Zalone, uno dei personaggi che meno sopporto nel panorama del cinema italiano; antipatia immotivata-i film non sono malaccio- ma purtroppo..."a pelle" non mi ha mai fatto alcuna simpatia.
Il film è una favola dei nostri tempi: un papà separato e in bolletta, costretto ad andare a mangiare alla Caritas, grazie ad un incontro fortuito con una ricca signora che gli offre una vacanza gratis per ringraziarlo di aver fatto parlare il figlio che non parlava da un anno (dopo il divorzio dei genitori), riesce non solo ad esaudire la promessa fatta al proprio figlio,ma anche a ricompattare la famiglia perduta a causa della sua scempiaggine.
Per alcuni aspetti Checco maturerà, ma sostanzialmente gli è solo andata di lusso....
Ovviamente il film è incentrato sul personaggio Zalone, pugliese con tutti i pregi e difetti della categoria, personaggio su cui il comico ha costruito la sua fortuna, ma il migliore (anche su ammissione dello stesso comico in un'intervista su Ciak) è il piccolo attore che interpreta Niccolò, molto espressivo e simpatico, e a cui spesso sono affidati i momenti migliori del film.
I momenti divertenti non mancano,sopratutto quando i due protagonisti hanno a che fare con la vecchia zia ossessionata dalla bolletta della corrente, ma è proprio la presenza di Zalone che inficia il film, sono apprezzabili solo le divertenti canzoncine che lo stesso comico, come d'abitudine, distribuisce nel film




lunedì 13 ottobre 2014

Dad- Papà, 1989


Regia di Gary David Goldberg , con Jack Lemmon (Jake Fremont), Ted Danson (John Fremont), Olympia Dukakis (Bette Fremont), Ethan Hawke (Billy Fremont), Katie Baker (Annie Fremont), Kevin Spacey (Mario).

John Fremont è un manager troppo impegnato per coltivare i legami familiari:separato e padre dell'adolescente Billy di cui si occupa poco, da due anni non vede nemmeno gli anziani genitori Bette e Jake, che vivono in California.
Ma i problemi di salute della madre, non gravi a cui però seguirà la grave malattia del padre, lo costringono a tornare sui suoi passi a rivedere la sua vita....

Tratto dal romanzo DADDY-BABBO ( ) di Danielle Steel, è un toccante film degli anni '80 che ho rivisto di recente in televisione.
E' un film sentimentale ma non mieloso, che fa riflettere sulla famiglia, sui figli, sopratutto sui rapporti e le dinamiche che si instaurano quando i genitori cominciano a invecchiare e ad avere acciacchi e malattie.
La situazione non è mai facile, ma le cose si complicano ulteriormente: come conciliare assistenza con vita personale, famiglia propria, senza trascurare nessuno, e senza rimetterci la sanità mentale?
Il film tratta di questo, oltre che della complessità delle dinamiche tra i rapporti familiari che la malattia fa uscire: non solo padri-figli, ma anche fratello-sorella, nonni-nipoti, marito- moglie.....tutto a volte doloroso ma talvolta anche bello.
Uno straordinario Jack Lemmon interpreta il vero protagonista del film, nonno Jake, la cui fragilità fisica fa uscire un mondo interiore per anni soffocato da routine e doveri e sopratutto da una moglie non cattiva ma un po' troppo dispotica; Ted Danson è il figlio superimpegnato lavorativamente , tanto che non riesce nemmeno ad occuparsi del proprio figlio, ma forse il suo modo di fare è dovuto anche al non voler affrontare i problemi relazionali con i familiari con la scusa del lavoro, cosa che la malattia del padre lo costringerà a fare riunendo la famiglia; Un giovanissimo Ethan Hawke è Billy, il nipote più maturo di quanto tutti pensano. Olimpia Dukakis è Bette, la moglie che dopo quarant'anni non riconosce più il marito e si trova estraniata dal modo di vivere che lui invece ha sacrificato per lei, e c'è anche un ancora sconosciuto Kavin Spacey nel ruolo del genero Mario.
Un film molto toccante, di quelli che davvero fanno piangere (e lo dice una che al cinema non ha praticamente mia pianto....)




sabato 11 ottobre 2014

Superbook- Storie della Bibbia (Anime Oyako Gekijō), 1981


Serie animata di 26 episodi trasmessi in Italia per la prima volta nel 1982  da Antenna 3 (credo, non ho notizie certe a riguardo).
Sigla cantata da I Sorrisi.



In ogni puntata i fratellini Chris e Susie, assieme al robot Gizmo,entrano nel cosiddetto "Superlibro" (la Bibbia) incontrando di persona i vari personaggi e vivendo con loro le varie storie....

Di recente durante uno dei miei giri su Youtube mi è capitato di rivedere questo vecchio cartone animato che da piccola ho guardato poco perchè lo facevano sempre sui cosiddetti "Canali alti" (quelli per inciso, che o ci mettevi tre ore per trovarli o che prendevano una volta sì e venti no....). Ricordavo in particolare la sigla, che mi piaceva essendo orecchiabile per i bambini.
Ho potuto constatare che è un cartone carino e ben fatto, una co-produzione nippo-americana finanziata dalla CBS (rete americana di stampo cattolico). Le storie raccontate,come da trama, sono tratte dalla Bibbia (che nel cartone non viene mai nominata, il libro si chiama Superlibro"); ovviamente sono le più conosciute e meno violente (Adamo ed Eva, l'arca di Noè, Isacco e Rebecca, Mosè, Re Salomone ecc), e anche in questi casi molto epurate da alcune parti non idonee ai bambini (tipo, Noè Ubriaco).Al limite, due eccezioni potrebbero essere considerati gli episodi di Caino e Abele e del Sacrificio di Isacco, ma anche qui ho notato che le due scene più violente  non vengono mostrate ma lasciate intuire su quanto possa essere accaduto.
I due piccoli protagonisti, Chris e Susie, sono carini e simpatici, ma non ho mai capito l'utilità del robot che si portano dietro.....
A mio avviso un cartone carino, semplice  e adatto anche a bambini molto piccoli.Una nota di menzione per la sigla, come dicevo prima semplice e orecchiabile ma con un testo per nulla banale.






Se non avessi più te, 1965



Regia di Ettore Maria Fizzarroti, con Gianni Morandi (Gianni Traimonti), Laura Efrikian (Carla Todisco), Nino Taranto (Maresciallo Antonio Todisco), Dolores Palumbo (Santina Todisco), Gino Bramieri (Gino Traimonti), Raffaele Pisu (zio Lele),Vittorio Congia (Nando Tazza),Anna Maria Polani (Isabel).

Gianni e Carla finalmente si sposano, ma purtroppo dovranno tenere segreto il loro legame: Gianni ha appena firmato con la RCA un contratto in cui una clausola lo obbliga a fingersi single perchè i discografici sono convinti che un suo legame sentimentale gli farebbe perdere consensi da parte del pubblico femminile.
Nasce anche un bimbo, ma Gianni deve partire per la sua prima tournèè estera...


Terzo capitolo della serie girata da Ettore Maria Fizzarroti con protagonisti il cantante Gianni Traimonti e la fidanzata Carla.Come nei precedenti film, il cast è quasi lo stesso, con l'aggiunta della new entry Anna Maria Polani nei panni della spagnola Isabel, che causerà i soliti problemucci e scaramucce che reggono il film e danno un po' di corpo alla storia.
E come sempre, colonna sonora targata rigorosamente Morandi.
A mio avviso il meno riuscito della trilogia- se non altro per la trama che comincia a essere ultra ripetitiva!!- comunque carino e piacevole.




giovedì 9 ottobre 2014

Milk, 2008


Regia di Gus Van Sant, con Sean Penn(Harvey Milk), James Franco(Scott Smith  ), James Brolin (Dan White),Victor Garber(George Moscone), Emile Hirsch(Clive Jones).

Negli anni ’70 Harvey milk, gay dichiarato, gestisce nel suo quartiere un negozio di foto insieme al compagno Scott. Per i gay non sono tempi facili, infatti sono spesso vittime di persecuzioni, arresti, rappresaglie e spesso purtroppo anche di aggressioni violente e omicidi, di cui molte volte la polizia si rende responsabile. Stufo della violenza che spesso degrada il suo stesso quartiere, Harvey decide di scendere in politica,e partendo dal proprio quartiere, comincia la sua lotta per i diritti dei gay e per le pari opportunità. Quando si candida come consigliere comunale, trovando avversari come Anita Bryant, ex cantante che si batte per togliere ai gay i diritti fondamentali, e Dan White, che milita nel partito opposto di Milk, ma col quale quest’ultimo riesce comunque a instaurare un rapporto che pare collaborativo. Finalmente Harvey viene eletto consigliere…

Il film racconta la storia vera di Harvey Milk, primo gay a essere nominato consigliere comunale a New York, ucciso nel 1978 assieme al sindaco George Moscone da un fanatico omofobo,Dan White.
E’ un film bellissimo, commovente, forte: soprattutto è un film che non indulge nei soliti stereotipi sui gay e in un certo disgustoso voyeurismo in cui si cade spesso quando ci sono scene d’amore tra due personaggi dello stesso sesso.
In questo mi ha ricordato DIVERSO DA CHI?: due gay visti non come macchiette, come effeminati o altro, ma solo in quanto persone e stop. Ci vuole tanto?A quanto pare però per fortuna il cinema in questi ultimi anni si sta muovendo in senso positivo rispetto a questa cosa…

Sena Penn è davvero favoloso in questo ruolo, quindi l’Oscar vinto quest’anno come miglior attore protagonista è meritatissimo: è intenso e insieme semplice. Harvey Milk è una persona convinta che sia giusto lottare in modo attivo per un mondo migliore, per questo invece di lamentarsi semplicemente decide di scendere in politica, oltretutto raccogliendo i consensi non solo dei gay ma anche di persone non toccate dal tipo di problematiche da lui preferito, questo perché comunque è una persona che prende a cuore anche gli interessi degli altri, e non solo quello che semplicemente lo riguarda. Posto che comunque molti diritti sono universali (e qui devo dire che il personaggio di Anita Bryant mi ha davvero fatto ribrezzo!Purtroppo per lui è troppo fiducioso e disponibile al dialogo anche con chi la pensa diversamente, questo porterà alla sua uccisione, ma anche alla fiaccolata in sua memoria che rappresenta la scena più toccante del film, a dimostrazione di ciò che successe qui in Italia con la morte di Falcone e Borsellino, quando nei vari cortei si vedevano striscioni con la frase” li avete uccisi, ma ora le loro idee camminano sulle nostre gambe”.
Nelle scene in coppia con James Franco, che interpeta il suo compagno Scott, non c’è voyurismo o compiacimenti di alcun tipo, semplicemente sono due persone che si amano e quindi dimostrano il loro amore con gesti normali; in questo film un bacio gay non è un evento cinematografico né qualcosa di sporco o scandaloso, è semplicemente un bacio, punto.
Sono felice che si facciano sempre più film di questo tipo, sarebbe anche ora visto che siamo nel  2014!





martedì 7 ottobre 2014

I Tudor-Scandali a corte(The Tudors), stagione II

Regia di    con Jonathan Rys Meyers (Enrico VIII),Maria Doyle Kennedy (Caterina D'Aragona), Natalie Dormer (Anna Bolena), Sarah Bolger (Lady Maria),Henry Cavill (Charles Brandon),Peter O'Toole (Papa Paolo II),Rebeckah Wainwright (Catherine Brandon),Padraic Delaney (George Bolena),Joanne King (Jane Bolena),Nick Dunning (Thomas Bolena),Anthony Brophy (Eustace Chapuys),Jeremy Northam (Tommaso Moro),Hans Matheson (Thomas Cramer).



Continua la battaglia di Enrico VIII per ottenere il divorzio da Caterina D'Aragona; nel frattempo, Anna Bolena è stata ufficialmente accolta a corte come compagna del re,e regina a tutti gli effetti. Caterina, malata, è stata rinchiusa in uno sperduto convento e separata dalla figlia Maria, dichiarata bastarda e a sua volta rinchiusa in campagna dove viene spogliata di quasi tutto e dove subisce ogni giorno minacce e soprusi perchè si converta al protestantesimo e riconosca Anna come regina, condizione fondamentale per essere riammessa a corte e considerata di nuovo figlia dal padre.
Anna rimane incinta, ma anche stavolta il tanto atteso maschio non arriva: nasce invece Elisabetta, a cui Maria deve fare la cameriera; il re ne rimane deluso e i rapporti fra i due peggiorano, mentre in Inghilterra dilagano persecuzioni  di ogni tipo per chi non vuole convertirsi alla nuova religione....


La seconda stagione dei Tudor è una delle più appassionanti e movimentate (anche se la mia preferita è la terza), per ovvi motivi storici: copre tutto l'arco di tempo del regno di Enrico VIII dal divorzio da Caterina d'Aragna fino alla decapitazione della seconda moglie Anna Bolena, narrando quindi lo scisma della chiesa Inglese da quella romana, la nascita della Chiesa Anglicana e le conseguenti persecuzioni che si abbatterono sull'intero regno, corte compresa e che portarono alla morte di circa 70.000 cattolici od oppositori che si rifiutavano di riconoscere la Bolena come vera regina invece della legittima sovrana ripudiata.
Fra le vittime anche Tommaso Moro, fedele amico e consigliere del re, uccisione per cui Enrico VIII provò sempre un forte rimorso (la puntata in questione è una delle più commoventi, data la nobiltà d'animo, la correttezza e l'intelligenza che unanimamente contraddistinguono questo personaggio).

La passione tra Anna ed Enrico è centrale in questa stagione quindi, anche se più che passione sembra una vera e propria ossessione: chissà se la ragazza avesse ceduto subito cosa sarebbe successo? ci sarebbe stato tutto' sto casino?Ovvio che la domanda rimarrà senza risposta....ma vedendo una moglie detronizzata, calunniata, rinchiusa a finire i suoi giorni in un convento, una figlia relegata come bastarda, cacciata da quella che fino al giorno prima era casa sua, messa a fare da cameriera alla nuova figlia, ricattata e minacciata di morte perchè si convertisse alla nuova religione; più collaboratori validi, onesti e fedeli (Tommaso Moro, il vescovo Cranmer) imprigionati e condannati a morte, più una corte che vive in un clima di paura e sospetto perchè basta una minima accusa per essere condotti davanti al boia, più un paese allo sbando e preda di una feroce guerra civile interna (dato che chiunque non amasse la Bolena o si ostinasse a rimanere cattolico veniva bruciato in piazza), oltrechè a un sistematico depredamento culturale ...bè la domanda sorge spontanea.
Come già detto nel post sulla prima serie questa fiction contiene molti errori dal punto di vista storico, ma uno di questi perlomeno regala un nuovo finale alle mie protagoniste preferite finora, Caterina e Maria: qui infatti l'ex principessa riesce in extremis a raggiungere la madre morente per un'ultimo saluto, nella realtà sappiamo che non fu così. E poi la Bolena faceva la vittima....

Buoni come sempre gli attori: i già conosciuti (dalla serie precedente) Jonathan Rys Meyers interpreta un Enrico evidentemente schiavo delle proprie pulsioni, carnefice ma allo stesso tempo vittima di tutti quelli che cercano di sfruttarlo per conquistare il loro posto al sole; Henry Cavill nel ruolo del fedele Charles Brandon, che rimane vicino ad Enrico anche quando disapprova il suo operato, preda quindi di vari rimorsi di coscienza;Maria Doyle Kennedy nel ruolo di una dolorosa e dignitosa Caterina; Natalie Dormer, che con le sue smorfiette accentua la perfidia di Anna Bolena, anche se alla fine mi ha fatto un po' pena:anche lei in fondo fu vittima di un padre ambizioso che usò i figli per crearsi un posto al sole e poi li abbandonò senza problemi quando le cose si misero male (triste la scena in cui Anna, rinchiusa nella torre e già in attesa dell'esecuzione, vede il padre dalla finestra e accenna un timido saluto, ma lui si gira ignorandola per paura di incorrere nelle ire del re).Ma Il personaggio- e relativa  attrice- che ho apprezzato di più è Lady Maria, interpretato con grande bravura dalla bella e brava Sarah Bolger, che ha saputo ben rendere sia fisicamente (il portamento sempre regale e mai prostrato, il viso molto espressivo, i gesti misurati) che caratterialmente il tormento a cui la povera Maria venne sottoposta e la forza d'animo  con cui affrontò ogni difficoltà (se volete saperne di più su questo personaggio maltrattato in  vita e pure da morta, dalla Storia, nel mio blog sui libri sto per postare una recensione della sua biografia),sostenuta solo dalla forte fede religiosa dato che le venne creato il vuoto intorno. Perlomeno questa serie regala un diverso finale a queste due sfortunate madre e figlia.
Sempre per ovvi motivi, quindi, questa stagione è anche la più truculenta: gli impiccati, squartati, arsi vivi, torturati ecc ecc ecc non si contano; uno strafalcione storico molto forte però c'è: era proprio necessario inserire la storia dell'omosessualità di George Boleyn, cosa mai nemmeno accennata dalle fonti storiche? oltretutto non mi pare sia stato molto bello dipingerlo come un gay disposto a stuprare la moglie che ha dovuto sposare per convenienza....
Una serie come sempre molto appassionante, che termina con l'esecuzione di Anna e l'ingresso nella vita di Enrico della dolce Jane Seymour...e quindi invoglia a seguirla ancora di più. Per me, una delle migliori serie tv di questi primi anni 2000.









sabato 4 ottobre 2014

La rivincita delle bionde (Legally Blonde),2001



Regia  di Robert Luketic, con Reese Whiterspoon (Elle Woods),Matthew Davis (Warner Huntington),Selma Blair (Vivian Kensington), Luke Wilson (Emmet Richmond),Ali Larter (Bonnie Wyndham), Victor Garber (Professor Callhan).



Elle Woods è una bionda e allegra ragazza patita della moda e di tutto ciò che è rosa: perfino il collare del chiuaua Tyson è rosa...
Un giorno viene lasciata dal fidanzato Warner che la considera troppo frivola e sopratutto oca, in particolare per stare accanto a uno che finita l'università vuole darsi alla politica come lui. Ferita nell'orgoglio, anche Elle decide di iscriversi all'università di Harvard per dimostrare di non essere la stupidina che tutti credono;e in effetti, dopo alcune incomprensioni e imbarazzi dimostrerà di avere un cervello di prim'ordine...


Grande successo nel 2001- lanciò definitivamente Reese Whiterspoon nell'Olimpo delle star- è una simpatica commedia volta a scardinare uno stereotipo molto comune non solo al cinema: ovvero,la bionda stile Barbie deve per forza essere un'oca senza cervello. Se ti interessi di moda, se il tuo colore preferito è il rosa, se ami fare shopping, non sei intelligente, non sei in grado di leggere e capire (figuriamoci studiare!) qualcosa che vada al di là di "Cosmopolitan"....quante volte abbiamo visto personaggi così nei film (un esempio famoso potrebbero essere alcuni personaggi di Marylin Monroe), o quante volte è capitato di sentire considerazioni simili anche nella vita?
In effetti la nostra protagonista già dal nome (Elle è una delle più note riviste di moda al mondo) sembrerebbe la perfetta incarnazione di questo stereotipo: il film comincia con lei che esulta per essere stata eletta Miss Giugno nel calendario scolastico, impegnata in attività o comitati sempre a sfondo modaiolo...sembra proprio non le interessi altro! 

Ma l'essere mollata dal serioso fidanzato che si iscrive ad Harvard perchè vuole mettersi in politica e ha quindi il bisogno di una donna "seria e intelligente" al suo fianco,sarà per Elle il motore che le occorreva per dare una svolta alla sua vita, dato che per dimostrare a   che non è stupida si iscrive alla stessa università. E' solo l'inizio di una serie di vicende in crescendo in cui la nostra protagonista, da simil Barbie maniaca del rosa (come dimenticare la scena in cui arriva in università con blocchettino e penna a tema mentre tutti gli altri hanno registratori e fior di bloc notes!) si rivelerà essere una cervello di tutto rispetto, in grado non solo di studiare con profitto ma anche di dare il proprio contributo essenziale in un caso di omicidio.
Ho detto "si rivelerà" perchè è questa la cosa più bella della nostra protagonista: non si stravolgerà, non cambierà rigorosamente abitudini e gusti: rimarrà una modaiola, fan del rosa, sempre aggiornata su look e pettegolezzi...semplicemente tirerà fuori altre doti nascoste (ovvero il suo quoziente intellettivo molto alto) dimostrando che i superficiali sono quelli che l'hanno giudicata male.E oltretutto userà la sua simpatia e la sua allegria anche per aiutare gli altri...compresa la nuova fidanzata di Warner , scelta perchè seria ma in realtà , come Elle,semplicemente inconsapevole del proprio valore.Le due ragazze diventeranno amiche e alla fine si faranno beffe dello sciocco fidanzato in comune. 

Mattatrice quasi assoluta del film è ovviamente la Whiterspoon, una delle mie attrici preferite, in un ruolo brillante e che le calza a pennello, visto che mette in luce una  verve comica molto accentuata- anche se è vero che quest'attrice ha interpretato molto bene anche ruoli seri -unita anche a una capacità di lasciare intravedere allo spettatore la vera personalità di Elle, che non è affatto superficiale ma solo una ragazza molto allegra che addirittura con i suoi consigli modaioli e non, aiuta molte persone. Certo non sono ancora riuscita a capacitarmi del fatto che un tipino così finisca per mettersi con quell'anonimo pesce lesso di Emmett (stessa definizione si può dare per l'attore che lo interpreta, Luke Wilson),ma tant'è...
Un film allegro e divertente ma anche interessante....unico difettuccio, l'overdose di rosa (che non è proprio il mio colore preferito)e alcune mise improponibili (la penna con le piume??????!!!!).Ma se apprezzate le commedie intelligenti questo film fa per voi.
Nel 2005 il film ha avuto un seguito, "Una bionda in carriera".