venerdì 31 agosto 2012

Le avventure di Winny The Poh (The many adventures of Winny The Pooh), 1977




Regia di John Launsbery e Wolfgang Reitherman, con le voci italiane di: Marco Bresciani (Winnie The Pooh), Lorenzo DE Angelis (Christopher Robin), Gil Baroni (Tigro),Valerio Ruggeri (Tappo), Fabrizio Vidale (Pimpi), Polo Buglioni (Ih Oh),Massimo Corvo (Uffa)

L’orsetto Winny The Pooh vive nel, Bosco dei Cento Acri assieme ad altri amici animali: il coniglio Tappo, il maialino Pimpi, il tigrotto Tigro, l’asinello Ih Oh, il gufo Uffa, la Cangura Canga con il figlio Ro e il piccolo Christopher Robin, unico umano della compagnia.
Pohh è talmente goloso di miele che, ogni volta che si presenta una minima occasione per averne un po’, fa veramente di tutto,cacciandosi spesso nei guai…

Tratto dalla serie di libri per bambini di A.A Milne, è sicuramente il cartone Disney con la serie di personaggi più popolari e amati di sempre fra bambini e ragazzi di ogni età, soprattutto fra i piccolissimi. Ormai diventato un vero e proprio fenomeno di merchandising (esiste un qualche prodotto per bambini che non abbia l’immagine di Winny Pooh & soci?), è stato protagonista anche di una lunga di serie di lungometraggi Disney e di alcune serie tv, di cui questo è il primo.
I personaggi e le storie sono molto semplici, ma ho notato che la mancanza di linearità e la successione di episodi non risulta sempre comprensibile o gradita ai bambini più piccoli, che magari apprezzano i personaggi in sé e le gag comiche o una storia in particolare, ma non riescono più di tanto a stare attenti alla storia.
Non penso che i personaggi abbiano bisogno di presentazione, ma ovviamente in una recensione che si rispetti non possono mancare…e quindi, ecco Winny Pooh, orsetto golosone di miele e svanito, Tappo, il coniglio nevrotico, la saggia mamma Canga col cangurino Ro, Pimpi il maialino timido e pauroso, il saggio gufo Uffa e l’incontenibile Tigro  e lo sfortunato asinello Ih Oh (il preferito di mia sorella quando era piccola); animali che incarnano pregi e difetti degli umani.
La stanza con i giochi e i pupazzi che si vede all’inizio del film è la vera stanza di Christopher Robin Milne, figlio dell’autore del romanzo, alla quale il padre si ispirò per le sue storie; si può quindi dire che, in fondo, anche Winny e soci sono “esistiti” davvero…
Questo film non uscì mai in Italia fino alla sua pubblicazione per l'home video alla fine degli anni'90; gli episodi furono però spezzettati e trasmessi come cartoni animati in Tv.
Come ho detto, esistono tanti lungometraggi con questi protagonisti, eccone alcuni: “WinnY Pooh alla ricerca di Cristopher Robin” (1997), Winny Pooh e l’avventura di San Valentino” (1999), “T come Tigro” (2001), “Pimpi, piccolo grande eroe” (2003), “Winny Pooh e  gli efelanti (2006).



Il giardino segreto (The secret garden), 1993




Regia di Agnieszka Holland, con Kate Maberly (Mary Lennox), Andrew Knott (Deacon), Heydon Prowse (Colin Craven), John Linch (Lord Archibald Craven),Maggie Smith (Mrs Medlock).

Mary Lennox, vivace bambina di dieci anni, è nata e cresciuta in India, ma quando i genitori muoiono a causa di un  terremoto fa ritorno in Inghilterra per essere affidata a Lord Craven, fratello della madre.
Per Mary le difficoltà non sono poche:abituarsi a vivere in un paese totalmente diverso dall’India e per di più in una grande casa deserta, se non per la presenza della governante Mrs Medlock, non è facile, ma un giorno conosce Deacon, un coetaneo povero  fratello di una delle domestiche, con il quale stringe una forte amicizia; i due bambini scoprono che nella tenuta c’è un giardino seminascosto e abbandonato da anni, e all’insaputa di tutti decidono di prendersene cura…

Tratto dall’omonimo classico per ragazzi (1910 ) di Frances Hodgson Burnett, è un bel film adatto sia ai bambini che agli adulti, soprattutto quelli che hanno amato (o amano) il libro.
E’ un film permeato da un’atmosfera di mistero e magia, sottolineata anche da una fotografia “morbida”e abbastanza luminosa, soprattutto nelle scende ambientate nel giardino o all’aperto, a cui è contrapposta l’oscurità che predomina nelle stanze della casa dello zio.
La durezza di una realtà fatta di dolore (la morte dei genitori, la povertà, la malattia, la solitudine) contro la magia e la spensieratezza ingenua dei giovanissimi, capace di ridare speranza anche a chi è stato provato da un grande dolore.
Ottimi interpreti, sia tra gli adulti e tra i bambini, e una protagonista, Mary, per fortuna non petulante come tante altre sue “colleghe” letterarie o dei cartoni animati o film.
All’inizio del film c’è un cameo di Kate Winslet nel ruolo della mamma di Mary.





giovedì 16 agosto 2012

Ho cercato il tuo nome (The lucky one), 2011



Regia di  Scott Hicks , con Zac Efron (Logan Thibault), Taylor Schilling (Elizabeth Green), Blythe Danner (Nonna ), Jay R. Ferguson (Keith Clayton), Riley Thomas Stewart (Benjamin Clayton).

Il marine Logan è sopravissuto alla sua terza missione, dove ha visto morire il suo migliore amico e altri soldati; il giovane ritiene che il merito sia della foto di una donna sconosciuta che ha trovato per strada, e che gli ha portato fortuna.

Una volta congedatosi, decide di andare alla ricerca della sconosciuta per ringraziarla e riesce a trovarla: è Beth, che gestisce un canile e vive con la nonna e il figlio Ben. Logan viene assunto come tuttofare nel canile, ma inizial,ente non incontra le simpatie di Beth che è chiusa in suo mondo di dolore dopo la morte del fratello marine….



Tratto dall’omonimo romanzo ( 2008 ) di Nicholas Sparks, è proprio il caso di dirlo: FINALMENTE!!!!

Era ora infatti che quest’ autore scrivesse una storia a lieto fine !

Ed è una storia piacevole, rasserenante anche se parte da un presupposto tragico e mostra non pochi momenti drammatici.

I due protagonisti sono due persone che nella vita hanno sofferto molto, e questa sofferenza li ha portati a chiudersi in sé stessi; l’incontro tra le due solitudini porterà l’amore ma anche qualche problema in più del previsto, per fortuna risolto anche se con un a soluzione a mio avviso troppo drammatica.

D’accordo, Zac Efron  non sarà il nuovo Laurence Olivier, ma diciamocelo: riguardo alla voce “anche l’occhio vuole la sua parte” fa la sua proca figura, nonostante solitamente non mi piacciano i tipi molto muscolosi!

Un po’ insipida la lei di turno, molto meglio la saggia nonna intepretata da Blythe Danner, il simpatico figlioletto della protagonista e l’ex marito disturbato.

Come sempre, paesaggi bellissimi valorizzati da un’attenta fotografia.




lunedì 13 agosto 2012

La leggenda del cacciatore di vampiri (Abrahm Lincoln, the Vampire Hunter), 2011


Regia di Timur Bekmambetov , con Benjamin Walker(Abraham Linclon), Mary Elizabeth Winstead (Mary Todd), Dominic Cooper (Henry Sturgess),Rufus Sewell (Adam), Jimmy Simpson (Joshua Speed).

Agli inizi del 1800 il piccolo Abrahm Lincoln assiste all’omicidio della madre da parte di un vampiro. Da allora la sua vita è segnata: il desdierio di vendetta lo port, da adulto a dare la caccia al vampiro che ha ucciso la madre e, dopo l’amicicia con Henry Sturgess, un vampiro buono che combatte i suoi simili, a sterminare qualunque vampiro trovi sul suo cammino.
La gravosa missione non gli impedisce di studiare legge, sposarsi con Mary  e diventare presidente degli Stati Uniti..

Decisamente, in questi anni per quanto riguarda il filone vampiresco si è visto di tutto, persino la versione “zombie” di ORGOGLIO E PREGIUDIZIO e  I PROMESSI SPOSI (in letteratura…). Ma mai avrei pensato che qualcuno avrebbe avuto l’idea di far diventare cacciatore di vampiri addirittura Abramo Lincoln!!!
Ma nel cinema, come nella vita, tutto è possibile e quindi ecco servito questo fumettone (tratto dal solito romanzo di  Seth Grahm Smith) in realtà non proprio da buttare ma- sarà perché rivolto prevalentemente a un target di adolescenti- che a me ha ispirato un sacco di grasse risate!
Già di per sé la storia è surreale, ma se ci mettiamo un Lincoln che trova il tempo per : studiare, lavorare, allenarsi fisicamente, cacciare vampiri, corteggiare la fidanzata, fare politica, diventare presidente degli Stati Uniti,          ma che è?! Superman?
Poi, notare la rilettura della storia americana:  durante la guerra di Secessione quelle poche battaglie che i sudisti hanno vinto le hanno vinte per un semplicissimo motivo: oltre a essere sudisti bastardi erano pure tutti vampiri! Per fortuna Lincoln ha scoperto il complotto e si è potuto organizzare dotanto l’esercito nordista di una cospiscua quantità di argento ( che i vampiri non tollerano), così da Gettysburg in poi hanno vinto la guerra.

Amenità a parte, tutto sommato il film non è malaccio, gli attori forniscono buone prove (notare la somiglianze del protagonista Benjamin Walker con l’attore Liam Neeson: sembra proprio suo figlio!), il ritmo della storia regge, il film in fondo in fondo si lascia vedere…come ho detto,poi, da un certo punto di vista le grasse risate abbondano.
A quando un George Washington, un Sandro Pertini, un Winston Churchill ecc cacciatori di vampiri?

N.B:in extremis, mentre sto per postare, scopro che Seth Grahm Smith, autore del romanzo da cui il film è stato tratto, è lo stesso che ha scritto “orgoglio, pregiudizio e zombie” sopra citato….brrrrrrrrrrrrrrrrr!!! Dovremo aspettarci ancora altre pastrocchiature del genere?



domenica 5 agosto 2012

L'ape Maia ((Mitsubachi Maya no Boken) , 1975


Regia di Hiroshi Saito, Seijei Endo, Mitsuo Kaminashi, con le voci italiane di :Antonella Baldini (Maya),Fabio Bccanera (Willi),Gino Pagani (Flip),Francesca Palopli (signora Tecla).
Trasmesso in Italia per la prima volta nel 1979, con la sigla cantata da Katia Svizzero.


Maya è una piccola ape gentile e simpatica, cresciuta dall’ape regina Cassandra. I suoi amici sono Willi, il grillo Flip,il topo Alessandro, il lombrico Max, la signora Tecla il ragno….tutti animali del bosco, che vivono varie avventure.

Tratto da LE AVVENTURE DELL’APE MAIA, un libro per bambini di  Waldemar Bonsels ( 1912), è uno dei più popolari cartoni arrivati in Italia alla fine degli anni ’70, i primi cartoni a episodi che hanno segnato l’infanzia di almeno due generazioni di bambini.
Il pubblico di riferimento della serie in questione è sicuramente quello dei piccolissimi, sia per la semplicità delle storie che per i tratti teneri e simpatici dei personaggi e la vivacità dei colori.
Ancora oggi è molto popolare e ormai la simpatica Maya è un personaggio “simbolo”, un po’ come il Winni –the Pohh disneyano. Nel 2006 i personaggi hanno avuto un “lifting”, però le immagini di riferimento rimangono quelle originali.
E’ uno dei cartoni che ha avuto più sigle: la prima,quella più famosa, cantata da Katia Svizzero:



la seconda, sempre cantata dalla Svizzero, intitolata L’APE MAIA VOLA A CASA ,era la sigladi chiusura:



terza sigla: L’APE MAIA VA, molto carina!



Quarta sigla: APE APE MAIA…bruttina, ce ne’era proprio bisogno?!