sabato 21 luglio 2018

La stanza delle meraviglie (Wonderstruck), 2018

 Regia di Todd Haynes , con Millicent Simmons (Rose bambina), Julianne Moore (Lylian Meywes/Rose anziana), Michelle Williams (Elaine Wilson),Oakes Fegley (Ben Wilson), Tom Noonan (Walter anziano), Jaden Michael (Jamie).


New Jersey, 1927: Rose è una 12enne sordomuta appassionata di cinema che vive con il padre anafettivo e prepotente; dopo l'ennesima sfuriata paterna, decide di partire per New York alla ricerca della sua attrice preferita, Lilian Meywes, che in realtà è la sua vera madre...

Minnesota, 1977: da poco rimasto orfano di madre, il 12enne Ben subisce un incidente a causa del quale diventa sordo. Mentre cerca di adattarsi al nuovo modo di vivere, decide anche di partire per New York alla ricerca del padre che non ha mai conosciuto...



Tratto da un romanzo omonimo  (2012) di Brian Selznick, è un bel film con molti punti di forza e qualche pecca. Fra i punti di forza abbiamo la giovane protagonista della parte ambientata nel 1927, Millicent Simmons, veramente sordomuta e con un viso non comune, abituati come siamo alle 12enni che si atteggiano (e sembrano) più vecchie, mentre il suo è ancora un viso da bambina che vede e si rapporta con il mondo attraverso la sua interiorità, anche quando questo sembra escluderla (emblematica la scelta di fare di Rose un appassionata di cinema nell'anno in cui avvenne il passaggio dal muto al sonore, rivoluzione a lei interdetta). Altro punto di forza, la trama che mostra in parallelo due vicende simili  ma lontane nel tempo di cinquant'anni, destinate a unirsi nella parte finale: due ragazzini sordi che decidono di partire all'avventura, completamente soli, in un mondo certamente non facile per loro, che devono trovare il modo per farsi capire dagli altri e anche per evitare vari pericoli banali perchè non ha questo tipo di disabilità, ad esempio attraversare la strada o prendere un mezzo pubblico. 

La parte che riguarda il 1927 è girata in bianco e nero, proprio in ricordo dei film muti, e mantiene un fascino inalterato sopratutto nella scena dove Rose osserva dalla finestra dell'autobus la città illuminata dalla sera (che personalmente mi ha ricordato molto una delle scene iniziali di "Rocco e i suoi fratelli"); è quella che ho trovato più bella, sarà per l'incisività della giovane protagonista o perchè quell'anno e quell'epoca sono ancora oggi molto interessanti, o perchè appunto girata come un film muto....ma l'ho trovata molto meglio, più coinvolgente e sopratutto cone meno incongruenze rispetto alla parte degli anni '70.
Anche qui abbiamo un ragazzino sordo, Ben, che però diversamente rispetto alla sua coetanea di cinquant'anni prima diventa per un incidente,e quindi per lui rapportarsi con l'handicap e con l'ambiente forse è ancora più traumatico rispetto a Rose che è nata così. Ma anche Ben ha una sua missione da compiere: ritrovare il padre, basandosi su una semplice cartolian che ha ritrovato tra le cose della madre dopo la sua morte, e che rimanda a una libreria di New York.
Inizialmente i due viaggi si svolgono i parallelo, per passare poi un po' bruscamente alla sola storia di Ben; che a dire la verità, viene risolta in modo un po' affrettato nel finale, senza spiegare cose essenziali (perchè i genitori si erano lasciati?) e in modo un po' telefonato.
Nonostante tutto comunque un film che vale la pena di vedere, a me personalmente ha fatto venire la curiosità di leggere anche il romanzo. Il che non è mai troppo...






domenica 8 luglio 2018

Carlo Vanzina

E' morto a Roma all'età di 67 anni  il regista Carlo Vanzina, famoso assieme al fratello Enrico per le commedie italiane e in particolare per il genere dei vituperati "cinepanettoni".
Nato nel 1951 e figlio del regista e sceneggiatore Steno (Stefano Vanzina), sin da piccolo aveva vissuto assieme al fratello sui set dei film del padre, in mezzo ad attori e registi indimenticabili; in un intervista ricordo che disse che, quando finiva la scuola, gli altri bambini andavano al mare, mentre lui e il fratello giocavano a pallone con Alberto Sordi o Walter Chiari....non stupisce quindi che a 18 anni fosse già aiuto regista per Mario Monicelli, amico del padre che inizialmente lo trattò malissimo proprio per evitare che si comportasse come un "raccomandato".
Debuttò come regista nel 1976 con il film "Luna di miele in tre", per la maggior parte della sua carriera ha lavorato in coppia con il fratello Enrico, girando circa 60 film in 40 anni di carriera.
Purtroppo, la usa fama è legata più che altro all'odiato genere "cinepanettoni", anche se in realtà il vero inventore del genere fu Aurelio  De Laurentis che arrivava spesso a imporsi ai registi. e anche se sotto questo genere vengono messi molti film realizzati dalla coppia Neri-Parenti.
Qui dico una cosa impopolare: a differenza di tanti italiani. non ho mai odiato a priori i cinepanettoni (spesso uguali a osannate commedie americane demenziali tipo "American Pie" o "Scary movie"), alcuni mi sono piaciuti e altri no. Non ritengo che abbiano rovinato il cinema italiano (che è fatto da tanti altri film spesso sottovalutati), non ritengo che siano il peggio che esista o la causa di tutti i mali di questo mondo. E ritengo che spesso dietro tutto questo odio per i Vanzina ci sia in realtà solo snobismo ed esterofilia (fatti salvi, i gusti personali), tra i peggiori difetti degli italiani.
Anche perchè i Vanzina non hanno fatto solo cinepanettoni ma anche film di altro spessore, talvolta addirittura poetici a loro modo, fra cui "Sapore di mare" (1983) e "Il cielo in una stanza" (1998), noir ("Sotto il vestiti niente", 1987), tradizionali ("Il pranzo della domenica", 2003). tra gli altri film si ricordano anche "Sapore di mare 2- Un anno dopo" (1984), "Yuppies" (1986), "A spasso nel tempo" (1996), "La mandrakata" (2001), "I miei primi 40 anni" ( ) -tratto dalla biografia di Marina Ripa di Meana, "Sognando la California" (1992), "Un'estate al mare" (2008), "ecceziunale Veramente" (1982), "Io no spik English" (1995), "Vacanze in America" (1984), "Vacanze di Natale" (1983), "Vacanze di Natale 2000" (1999), "ex- amici come prima" (2011), "Mai Stati Uniti" (2013), "Torno indietro e cambio vita" (2015), "Il ritorno del Monnezza" (2005)....e tantissimi altri.
In tv ricordo i  particolare tre delle mie fiction preferite: "Anni '50", "Anni '60" e "Un ciclone in famiglia".
Ciao Carlo!