domenica 31 agosto 2014

Lady Lovely (Lady Lovely Locks and the Pixietails), 1988

Regia di Picha, serie tv animata prodotta dalla Mattel, andata in onda in Italia nel 1987/1988. Sigla cantata da Cristina D'avena.



Lady Lovely è la principessa del regno di Lovely Locks, dove vive assieme a vari personaggi: i colorati Ciuffetti, le dame Ricciolina e Cioccabella, il cagnolino Cucciolo Di Seta, il cavallo Criniera Di Seta, il saggio mago Raggiante, e il principe Cuorforte, che a causa di un maleficio è stato trasformato in un cane.
Sua acerrima nemica è la Duchessa Neronda, che tenta in ogni modo di impadronirsi del regno di Lovely Locks aiutati dai Pettignomi e dal malvagio folletto Sacco di Peli....


Ebbene sì, da piccola sono stata colpita dalla "Lady lovely mania"...che, a essere sincera dura ancora oggi, dato che ritengo che la serie di bambole di Lady Lovely sia tra le migliori prodotte dalla Mattel.
Correva l'anno 1987/1988 quando la serie di fumetti arrivò in Italia...e chi se lo dimentica?!
Adoravo i fumetti di Lady Lovely (sopratutto quelli pubblicati su "Poochie",perchè quelli del "Corriere dei piccoli" erano piuttosto bruttini), ho collezionato per due anni tutto ciò che trovavo: fumetti, pubblicità, libretti, foto, gadget...quando arrivò la tanto sospirata bambolina,fu uno dei momenti in cui ricordodi aver provato pura felicità nella mia vita.
Potete quindi immaginare la delusione quando arrivò il cartone, che venne trasmesso la domenica alle 18....proprio quando noi puntualmente non c'eravamo!!! Praticamente, nonostante lacrime e preghiere non riuscii a vederlo da piccola....l'ho recuperato da grande, e devo dire che mi ha abbastanza deluso: non l'ho trovato assolutamente all'altezza di libri e fumetti da cui la storia è partita. I disegni sono brutti e raffazzonati- ricordano, appunto, quelli del Corrierino", la trama scialba e poco interessante, i personaggi male caratterizzati (in particolare Neronda, che dovrebbe risultare una di quelle "cattive comiche" e invece risulta quasi sempre irritante e stupida, e le damigelle sciocchine), gli episodi inspiegabilmente brevi rispetto a quelli di un normale cartone (erano dieci minuti l'uno circa). Unica trovata originale, quella del principe Cuorforte trasformato in un cane da un maleficio; ma anche qui alla fine non si risolve nulla, l'ultima puntata ha un finale totalmente inconcludente. Notare che il personaggio del principe è disegnato completamente diverso dal bambolotto e dai fumetti.
Insomma, le storie che inventavo io da bambina assieme alla mia amica Erika quando giocavamo a Lady Lovely erano notevolmente superiori!
Unica cosa che si salva in questo cartone è la sigla, a mio avviso una delle migliori di Cristina D'avena.
Dato che in rete si trovano pochissime immagini di questo cartone, vi posto quelle delle mie bamboline:a tutt'oggi mi manca solo la Dama Ricciolina, che sto cercando da anni:






venerdì 29 agosto 2014

Una piccola impresa meridionale, 2013



Regia di Rocco Papaleo, con Rocco Papaleo (Costantino), Riccardo Scamarcio (Arturo), Giuliana Lojodice (mamma Stella),Claudia Potenza (Rosa Maria), Barbara Bobulova (Magnolia), Sarah Felberbaum (Valbona), Giovanni Esposito (Raffaele),Giampiero Schiano (Jennifer),Mela Esposito (Mela).

Don Costantino è un ex prete cinquantenne, che dopo aver lasciato la tonaca è costretto dall'anziana madre Stella a rifugiarsi su un vecchio faro di proprietà della famiglia;la donna infatti, già provata dalla vicenda della figlia Rosa Maria che ha abbandonato il marito Arturo per fuggire con l'amante, non vuole che il paese sappia anche questa (per lei) vergogna.
A Costantino la cosa non spiace poi tanto: è convinto che nella tranquillità data dall'isolamento avrà modo di riflettere sul proprio futuro e di decidere cosa fare della propria vita. Ma in poco tempo, si rifugiano sul faro anche Arturo, anch'egli in piena crisi di personalità e non solo per l'abbandono della moglie, e Magnolia, una ex prostituta sorella di Valbona,la ragazza che fa le pulizie in casa di Stella.
E sono solo i primi di una lunga lista....


Ho visto questo film la sera di Ferragosto al cinema all'aperto,con indosso: maglietta maniche lunghe, giubbino allacciato fin sotto il collo, calze e scarpe chiuse...e un po'di freddo l'ho avuto comunque, fate voi!
Tutto ciò mentre sullo schermo scorrevano le immagini di un piccolo paradiso nel Sud Italia (nel film in Sicilia, ma in realtà si trova in Sardegna) con il mare limpido, il cielo blu, la spiaggia calda....insomma praticamente dovrei avrei voluto andare io in vacanza quest'estate ma non ci sono riuscita! GRRRRRRRRRR!!!
Considerazioni personali a parte, ho trovato questo film carino e insolito per il cinema italiano, anche se rimaniamo pur sempre nel territorio della commedia, quindi eventuali temi "caldi" (l'omosessualità di due delle protagoniste) non vengono sviscerati in maniera ideologica o morale, ma sempre con leggerezza e naturalezza (cosa che, in questo caso particolare, è da apprezzare).
Tra i personaggi non c'è un vero e proprio protagonista,anche se inizialmente tutto viene fatto partire da Costantino- che è anche la voce narrante; è un racconto corale dove ogni personaggio ha il suo giusto spazio, la sua storia, la sua utilità, incrociandosi con gli altri e creando un bel gruppetto di "strani","diversi",persone che hanno perso la bussola della propria vita e sono a un bivio, non sanno che strada prendere o che fare...e alla fine, con un'idea che comunque allo spettatore più attento credo baleni subito all'occhio, vista la location, tutti troveranno la soluzione giusta.
Unendo le forze,facendo un lavoro di squadra,troveranno non tanto il modo di risolvere i loro problemi, ma anche il coraggio di ripartire (all'inizio tutti,per motivi diversi, sono in una situazione di stasi stagnante da cui non sanno come uscire).
Bravi gli attori a non prevaricarsi l'uno sull'altro, e bravi a caratterizzare i loro personaggi in maniera credibile; non mancano nel film momenti comici e momenti di riflessione, tutto nella splendida cornice del faro, della spiaggia e del mare.
Tutto sommato, rasserenante.









lunedì 25 agosto 2014

Robin Williams Celebration Day: Mrs Doubtfire-Mammo per sempre,1994



Ho deciso di partecipare anche io alla commemorazione di Robin Williams scelta per oggi da parte di molti blog di cinema. Il post è vecchio, uno dei primi pubblicati su questo blog, ma "Mrs Doubtfire" è il film che preferisco di questo attore e quindi ho deciso di omaggiarlo con questo, ritoccando la recensione in alcune parti con alcune aggiunte.




Regia di Chris Columbus, con Robin Williams ( Daniel Hillard/Mrs Doubtfire), Sally Fiels( Miranda), Pierce Brosnan ( Stuart),Matthew Lawrence ( Chris), Mara Wilson ( Natalie), Lisa Jakub( Lydia).

I coniugi Daniel e Miranda Hillard divorziano, e come nella maggior parte di questi casi i tre figli Lydia, Chris e Natalie vengono affidati alla madre, e possono trascorrere col padre i fine settimana.
Tutto ciò pesa molto sia ai bambini che a Daniel, che ama moltissimo i suoi figli e mal sopporta la separazione da loro; così, approfittando del fatto che è rimasto disoccupato,quando scopre che Miranda sta cercando una tata cui affidare i ragazzi e la casa mentre lei lavora, ha un’idea geniale: con una  buona dose di trucco e tanta pazienza si trasforma in Mrs Doubtfire, irreprensibile governante di stampo inglese, severa ed efficiente ma anche affettuosa e saggia: sia i ragazzi che Miranda finiscono per affezionarsi tantissimo a lei, considerandola una di famiglia…


Tratto dal romanzo "Un padre a ore" (1993 ) di Anne Fine, è un film divertente e serio insieme, che tratta in modo assolutamente non banale il problema più grande che porta con sé il divorzio: lo sfascio di una famiglia e le conseguenze sul rapporto genitori- figli.
In questo caso abbiamo due fronti completamente opposti: Daniel è il tipico padre affettuoso, giocherellone e permissivo che ama i suoi figli ma inizialmente non sa imporsi, non sa usare un minimo di autorità e delega quindi tutto alla moglie Miranda,una tipica mamma che oltre a essere donna in carriera si trova a dover gestire quasi per intero il peso della situazione familiare,e a dover fare anche la parte della “cattiva”cioè a dover imporre regole e disciplina ai figli. 

Quando la situazione non regge più, Daniel è costretto a fare i conti con la dura realtà e comincia a capire cosa vuol dire davvero farsi carico dell’educazione di tre figli e di tutta una famiglia;e paradossalmente lo capirà nei panni femminili di Mrs Doubtfire, la fidata e integerrima governante da cui si traveste per poter stare più tempo coi figli; praticamente il suo alter ego femminile, che lo aiuterà a responsabilizzarsi e a crescere.
Robin Williams è davvero straordinario nel doppio ruolo di Daniel e di Mrs Doubtfire, divertentissimo ma che mantiene una certa serietà che permette allo spettatore di capire e seguire la maturazione del personaggio senza lasciarsi sviare dalla irresistibile vena comica dell’attore, così come ho trovato perfettamente in parte Sally Field nel ruolo di Miranda, donna energica e che deve farsi forza da sola; a tratti sembra acida ma la sua è solo diffidenza nei confronti dell’ex marito che per troppo tempo ha delegato a lei i compiti importanti.
Ho apprezzato soprattutto il finale, che offre sì un lieto fine, ma non un falso lieto fine che potrebbe offrire fase speranze nei confronti di giovani spettatori che vivono la stessa situazione; un lieto fine dove la situazione si aggiusta e si vive il più serenamente possibile,se le parti in causa si impegnano perché ciò sia possibile.
Mitica la scena in cui,preparando la cena nel suo primo giorno di lavoro, prende fuoco la camicetta e lui spegnendolo borbotta: "Sono donna da un giorno e ho già le vampate!"
Il film ha vinto un Oscar per il miglior trucco.





domenica 24 agosto 2014

Anna Christie, 1930



Regia di  Clarence Brown, con Greta Garbo (Anna Christie) ,Charles Bickford (Matt Burke), George F. Marion (Chris Christofferson).

Anna Christie è una donna che anni prima abbandonò la casa paterna per trasferirsi in città alla ricerca di fortuna, ma che invece finì col prostituirsi.
Dopo molti anni decide di tornare dal padre (al quale aveva fatto credere di avere un buon lavoro) e abbandonare la strada per cambiare vita.
Tornata nella casa paterna, si innamora del rude marinaio Chris, ma la paura che il passato possa venire a galla frena le cose…

Tratto da una delle piece teatrali più note nei primi del '900, è la seconda versione di questa storia (la prima risale al 1923) e anche la più famosa, sopratutto per la presenza in qualità di quasi mattatrice della "Divina" Greta Garbo. E' lei infatti a interpretare magistralmente (anche se talvolta con tono un po' calcato sul melodrammone, come d'altronde era nello stile recitativo dell'epoca) la protagonista di quella che definirei "una tragedia a lieto fine".
Anna infatti è la tipica ragazza di campagna semplice,genuina e con valori veri ma sfortunata, in quanto orfana e cresciuta da un padre marinaio sempre in giro per il mondo che l'ha lasciata sempre sola, che decide di dare una svolta alla sua vita andando in città: tipicamente (in queste storie) luogo sordido pieno di pericoli ad ogni angolo...e infatti Anna diventa prostituta e anche alcolizzata.
Dopo anni di questa vita, sull'orlo della disperazione e probabilmente anche del suicidio, decide di ritornare dal padre per vedere se qualcosa di buono si può riaggiustare fra loro; l'uomo ovviamente era all'oscuro di come la figlia si guadagnasse da vivere, la riaccoglie e Anna accetta di buon grado comunque di riprendere a fargli praticamente da serva (sempre meglio che la strada), ma quando si presenta un affascinante (per lei) marinaio conoscente del padre, si apre davvero lo spiraglio di una vita diversa, su cui pende la spada di Damocle del vero passato di Anna.
tutto finirà bene ma questo melodramma con soli tre interpreti (Della Garbo ho già detto, ma comunque bravi anche i due attori maschili) non è che mi abbia appassionato,rispetto sopratutto alla sua fama nella storia del cinema; tra l'altro, il tono della narrazione e dei colori della maggior parte del film è molto cupo, e l'abientazione quasi claustrofobica, dato che si svolge in soli due ambienti: il bar dove Anna va a bere prima di tornare a casa e la barca galleggiante dove vive il padre.
Decisamente non fa per me....




giovedì 21 agosto 2014

Questo nostro amore, 2012




Regia di Luca Ribuoli , con Neri Marcorè (Vittorio Costa), Anna Valle (Anna Ferraris), Aurora Ruffino (Benedetta Ferraris), Karen Ciaurro (Marina Ferraris), Noemi Abbrescia (Clara Ferraris), Debora Caprioglio (Francesca), Manuela Ventura (Teresa Strano),Nicola Rignanese (Salvatore Strano),DArio Aita (Bernardo Strano),Marzia Ubaldi (Alberta),Claudio Varsalona (Fortunato Strano),Alberto Varsalona (Domenico Strano), Vera Dragone (Gisella),Lorenzo Balducci (Carlo).



1967:la famiglia Costa per l'epoca è uan famiglia atipica; Vittorio e Anna infatti, pur avendo tre figlie e vivendo a tutti gli effetti come una famiglia, sono sono sposati e non per scelta loro: da ragazzo Vittorio si era sposato con una donna di nome Francesca, che però pochi mesi dopo il matrimonio lo abbandonò per un'altro. Non essendoci il divorzio, l'uomo non ha potuto regolarizzare la nuova famiglia (per fortuna felice), e nemmeno riconoscere le tre figlie avute con Anna: Benedetta, Marina e Clara.
Dopo aver perso il lavoro la famiglia si trasferisce a Torino, città in cui già si avvertono molto forti i fermenti della rivoluzione sociale e culturale dell'imminente '68, come da subito avverte la 18enne Benedetta, che nella nuova città comincia a stringere nuove amicizie, coltivare nuovi interessi e vivere i primi amori.
Ma anche mamma Anna decide di dare una svolta alla propria vita mettendosi finalmente a lavorare fuori casa come insegnante; con la casa le dà una mano la petulante madre Alberta, in perenne disaccordo col genero.
Nel nuovo stabile vive anche la famiglia siciliana Strano: se tra i due capofamiglia (Vittorio e Salvatore) all'inizio non corre buon sangue, le due madri (Teresa e Anna) fanno subito amicizia e Bernardo, il figlio maggiore, si innamora di Benedetta; nel frattempo però, dopo più di vent'anni, torna Francesca, la prima moglie....



Generalmente le repliche televisive sono abbastanza malvolute dal pubblico che vorrebbe cose nuove anche d'estate (e qui senza polemica mi chiedo: ma davvero d'estate non trovano nulla da fare oltre guardare la tv?!persino io che ho una vita sociale di cacca d'estate non ho tempo per vedere la tv!!!); a me invece non dispiacciono affatto,sopratutto perchè danno modo di rivedere anche belle fiction come questa,una delle mie preferite, che in comune con "Le stagioni del cuore" ha tre cose: la protagonista Anna Valle,l'ambinetazione a Torino e il periodo, fine anni '60.
Il tema principale è interessante: le difficoltà e il modo di vivere di una famiglia che oggi non fa più notizia, ma che all'epoca, non essendoci il divorzio veniva definita irregolare,anche se-come capitato a Vittorio-chi si è separato è la parte lesa.
Vittorio infatti è stato abbandonato giovane dalla moglie Francesca per un uomo ricco: quando ha incontrato Anna. non ha potuto sposarla e in seguito non ha potuto riconoscere le tre figlie nate dalla nuova unione, senza considerare che talvolta gli è pure capitato di perdere il lavoro perchè la sua situazione era ritenuta indegna moralmente; ingiustizie per fortuna oggi scomparse, ma che all'epoca esistevano:non diffusissime ma nemmeno rare.
Per il resto la famiglia Costa è una famiglia come tante all'epoca: Vittorio è un padre amorevole ma all'antica che si trova spiazzato davanti alle ribellioni adolescenziali della figlia Benedetta; Anna è una donna forte, allegra e determinata, che con grande coraggio ha sfidato pregiudizi e difficoltà varie per amore del compagno,  e che ora giustamente medita di ritagliare qualche spazio per sè tornando a lavorare. Con le figlie è affettuosa e attenta, sa ascoltare e mediare tra Benedetta e il padre. 

C'è anche Alberta, madre di Anna, tipica suocera impicciona che in più può usare contro il genero la sua precedente situazione matrimoniale, ma che è costretta a trasferirsi da loro  a causa dei debiti contratti dal vizietto del gioco, che le causerà altri guai nel corso della serie. Tutto sommato simpatica, anche se invadente!
Ai Costa fa da contraltare la famiglia Strano: siciliani immigrati a Torino, tradizionalisti, nel momento del bisogno saranno anche gli unici che resteranno vicini ai Costa,infischiandosene dei pregiudizi e dei commenti della gente; Teresa, la madre, avrà anche molto vantaggio dall'amicizia con Anna, dato che come lei deciderà di rendersi meno dipendente dal marito e lavorare anche fuori casa.
Altri temi trattati ì,molto interessanti per l'epoca, sono i rapporti sentimentali fra i ragazzi, il sesso, la contraccezione, tutte cose che all'epoca in Italia erano censuratissime.
Ma devo confessare che le storie che mi hanno più appassionato sono quelle tra i due giovani Benedetta e Bernardo(lui davvero carino, sia fisicamente che come persona, il ragazzo che sognavo quando ero ragazzina!!)- alcune sequenze della lor storia mi hanno emozionato molto-  e quelle riguardanti i bambini: i gemelli Domenico e Fortunato amici dell'occhialuta e brillante Marina, e i piccolissimi Ciccio e Clara. I bambini sono tutti simpaticissimi, sopratutto i due gemelli, mentre Marina è talvolta la tipica bambina saccente che non si sopporta, ma per il resto è probabilmente il personaggio migliore della serie: così piccola e già così decisa e con un caratterino niente male...!
Bravi tutti gli attori, in particolare mi sono piaciute molto Anna Valle (attrice molto brava per quanto riguarda le fiction) e Manuela Ventura nel ruolo di Teresa; inoltre ho molto apprezzato Debora Caprioglio in un ruolo non facilissimo: infatti ha saputo tratteggiare Francesca in modo che, nonostante ciò che ha fatto non possa attirarle le simpatie del pubblico, non risulti nemmeno cattiva o antipatica, anzi è anche un po' buffa.

Se proprio vogliamo trovare un difetto, non ho capitola storia secondaria tra il condomino zitello e la cugina degli Strano ed inoltre...ma dai: Anna non ha mai lavorato, fa un concorso come insegnante una prima volta, lo vince ed entra immediatamente di ruolo?! Vabbè che in quegli anni per la nostra categoria era tutto più semplice, ma qui si scade nell'irrealtà assoluta!
Colonna sonora anni '60, il cui tema trainante non è la sigla ( la canzone omonima cantata da Rita Pavone), ma il brano "Io ti darò di più" della Vanoni. Presenti anche "Ciao amore ciao" di Luigi Tenco (il cui suicidio tocca particolarmente Benedetta e i suoi compagni di scuola), "Notte di Ferragosto" di Gianni Morandi, "Ma che colpa abbiamo noi" dei Rockes, e altri successi di quell'epoca.
Ho saputo da poco che stanno girando la seconda serie e mi fa molto piacere, vederla sarà come ritrovare amici simpatici di cui ci ricordiamo sempre con piacere!







mercoledì 20 agosto 2014

Le canzoni con cui sono cresciuta-parte III

Dato che gli altri due post li avevo messi su questo blog, vi pubblico il link su dove potrete trovare il terzo:

http://mysoundtrac.blogspot.it/2014/08/le-canzoni-con-cui-sono-cresciuta-parte_19.html

martedì 19 agosto 2014

Tutta colpa di Freud, 2014

 Regia di Paolo Genovese, con Marco Giallini (Francesco), Anna Foglietta (Sara), Vittoria Puccini (Marta), Laura Adriani (Emma), Alessandro Gassman (Alessandro), Claudia Gerini (Claudia), Vinicio Marchioni (Fabio ).




Lo psicologo Francesco ha cresciuto da solo tre figlie: Sara,lesbica che vive in USA ed è appena stata lasciata per l'ennesima volta dalla fidanzata di turno, Marta, libraia alle prese con amori platonici costruiti sul nulla ed la diciottenne Emma.
L'equilibrio e la serenità familiari e personali del povero Francesco subiscono uno scossone a causa dei problemi sentimentali delle figlie, che avvengono tutti contemporaneamente: dopo l'ennesima delusione d'amore Sara torna a casa decisa a diventare etero, Marta è affascinata da un giovane sordomuto che ruba i libri nella sua libreria ed Emma si è fidanzata con Alessandro, coetaneo del padre e per di più ancora sposato con Claudia. che guarda caso è la donna che da qualche tempo affascina Francesco....



Una simpatica e graziosa commedia italiana incentrata su una famiglia in certo senso atipica e sulle dinamiche tra padre e figlie, oltre a indagare sulle problematiche sentimentali delle tre ragazze.
Un film davvero gradevole, leggero e mai volgare, con un cast a mio avviso molto azzeccato e ben affiatato, sia ognuno nel proprio ruolo che tutti assieme: ho avuto davvero l'impressione che i quattro protagonisti fossero davvero padre e figlie, così come Gassman e la Gerini mi hanno dato l'impressione di essere una vera coppia! Al massimo non mi ha convinto la coppia Gassman- Adriani, ma quando c'è una notevole differenza d'età le coppie non mi convincono mai, nè nella realtà nè al cinema.
Trovo che Marco Giallini sia un attore molto bravo sia nei ruoli drammatici (Il Terribile nella serie "Romanzo criminale") che in quelli da commedia come questo, nei quali lo prediligo: un padre psicologo che cerca di applicare le teorie anche alle figlie,venendo sopraffatto dal suo stesso comportamento: alla fine lui stesso ammette di non poterne più di fare il padre moderno e che questa teoria è una stronzata...!
Attorno a lui le tre figlie: Anna Foglietta, con una recitazione fortemente mimica ed espressiva, è la lesbica che decide di diventare etero per provare,ricordandoci però che "l'identità sessuale è una cosa seria", Vittoria Puccini è la libraia innamorata di un sordomuto, che cerca di comprendere ma allo stesso tempo vorrebbe cambiare, Laura Adriani è quella che forse mi ha convinto un po' meno (sembra molto più vecchia di una diciottenne) ma ha reso comunque bene l'incoscienza del suo personaggio in una situazione simile, in particolare quando cerca di convincere l'amante cinquantenne che "hanno tutto il tempo del mondo".
Bravi, simpatici e interessanti anche la Gerini e Gassman nel ruolo di una coppia che in realtà si è solo un po' persa di vista, ma nonostante tutto ancora affiatata (e la simpatica strategia messa in atto dallo psicologo Giallini mira proprio a fare capire questo).
Al limite, posso dire che mi è sembrato che il ritmo della narrazione sia talvolta un po' frenetico e la musica un po' troppo assordante (come succede in molte fiction Rai), ma questa è stata solo la mia impressione; in questo film si ride ma si riflette anche tanto e si dicono alcune verità mai scontate.
Soldi del biglietto ben spesi!









domenica 17 agosto 2014

Anarchia- La notte del giudizio dei blog




Con un bel po' di ritardo (in rete è già stata fatta due settimane fa circa) aderisco anche io a questa §"notte del giudizio dei blog" con lo scopo principale di togliermi vari sassolini dalla scarpa, sopratutto visto che ora il mio blog-diario è ormai chiuso. La regola è molto semplice:  24 ore a partire da questo momento in cui ognuno è libero di esprimere sui propri blog, pagine social, Facebook, Twitter  tutto il suo odio nei confronti di ciò che vuole, senza incorrere in alcuna sanzione legale.



Vaffa.....a quel bastardo che ha avvelenato il cane di mia sorella!!!


Vaffa.....alla corte europea che ha decretato che si viola un diritto importantissimo vietando la fecondazione eterologa...e così saremo costretti a introdurre questo abominio anche in Italia, e pure gratis!!! Sono talmente disgustata....


Vaffa....a quelli che "se sei contro l'eterologa sei cattolico, bigotto,razzista, antifemminista  e omofobo!": non occorre essere religiosi per essere contrari a certe cose!

Vaffa....a quelli che vanno al cinema e continuano ad accendere telefonini per andare su FB, guardare l'ora, farsi i selfie, riprendere il film e quant'altro....basta statevene a casa vostraaaaaaaa!!!


Vaffa...al precariato e alla disoccupazione!

Vaffa a Emule, che funziona un giorno sì e 29 no.

Vaffa... al maltempo di quest'estate: volevo fare un sacco di gite e invece nisba, e l'unica settimana al mare dopo tanti anni è stata rovinata, dato che ho fatto ben UN GIORNO E MEZZO di sole!!

Vaffa... alle iscritte del gruppo FB :"Maschilista Di Merda" (MDM): un gruppo di femministe fanatiche che non fanno altro che insultare pesantemente chiunque non la pensi come loro!

Vaffa... al mio brutto corpo e ai miei kg di troppo!!!

Vaffa.... a Vasco Rossi: da sempre il cantante più brutto, cretino e insopportabile!


Vaffa... agli animalisti: i motivi come sempre sono noti!

Vaffa...  a chi mi vede solo come un fantasma obeso; anche se in effetti è vero.

...mi fermo qui: avrei un sacco di altri vaffa...ma penso che questi possano bastare!





sabato 16 agosto 2014

Non son degno di te, 1965

Regia di Ettore Maria Fizzarroti, con Gianni Morandi (Gianni Traimonti), Laura Efrikian (Carla Todisco),Nino Taranto (Maresciallo Antonio Todisco),Dolores Palumbo (Santina Todisco),Vittorio Congia (Nando Tazza), Stelvio Rosi (Giorgio di Bassano), Fabrizio Capucci (Luigi Addora),Gino Bramieri (Gino Traimonti), Raffaele Pisu (zio Lele).


Gianni e Carla, finalmente riappacificati,si fidanzano ufficialmente; nel frattempo anche la carriera di Gianni come cantante procede a gonfie vele, visto che il ragazzo viene addirittura chiamato a Roma dalla RCA per incidere il suo primo 45 giri!
Mentre Gianni è a Roma però, Giorgio- un commilitone anch'esso innamorato di Carla, comincia a corteggiare la ragazza, e nonostante il suo fermo  rifiuto, creerà dei grossi equivoci fra i due fidanzati....


A un anno di distanza, ecco il seguito di "In ginocchio da te": trama a parte, nessuna modifica, stesso cast, stessa ambientazione, stessa colonna sonora.Nessuna sorpresa quindi, un film tranquillo e rasserenante, meno bello del primo, ma comunque gradevole.
Uno spaccato dell'Italia primi anni '60 raccontato da quello che allora era il cantante e attore di punta, attorniato dall'allora fidanzata "vera" Laura Efrikian- all'epoca era la coppia più amata dagli italiani-e da un cast di comprimari noti all'epoca, tutti molto bravi nel caratterizzare i loro personaggi, dando vita a vicende sentimentali e sociali in cui la maggior parte delle persone può tutt'ora riconoscersi.
Al limite se proprio vogliamo possiamo notare l'incongruenza con un particolare rispetto alla trama precedente, in cui Giorgio non conosce quasi Carla, mentre qui addirittura se ne innamora....ma pazienza, più di tanto non ci si fa caso.
Uno di quei film che si rivede sempre volentieri quando si vuole andare sul sicuro!






giovedì 14 agosto 2014

Lauren Bacall

Dopo Robin Williams, è morta un'altra grande  star del cinema, l'attrice Lauren Bacall, scomparsa all'età di 90 anni a New York.
Nata a New York nel 1924 e figlia di immigrati polacchi, il suo vero nome era Betty Jane Perske ed esordì come modella e in tale veste fu notata su una copertina della rivista Harper's Bazaar in cui un suo splendido primo piano catturò l'attenzione del regista Howard Hawks, che la fece debuttare nel 1944  nel film "Acque del sud", accanto ad Humprey Bogart; nonostante quest'ultimo avesse 25 anni fra i due nacque l'amore, coronato dal matrimonio (1945) e dalla nascita di due figli.
L'attrice proseguì la sua carriera con molti altri film, tra i quali "Il grande sonno" ( ), "L'isola di corallo" ( ), "come sposare un milionario" ( ), con Marylin Monroe e Betty Grable,"La donna del destino" (1957), "come le foglie al vento" (1956); dopo gli anni '50/'60 le sue apparizioni diradarono, anche se si ricordano i suoi ruoli in "assassinio sull'Orient Express" (1974), "misery non deve morire" (1989), "L'amore ha due facce"(1997)."Dogville" (2003), "Birth-Io sono Sean" (2006).
Nel 2009 ricevette l'Oscar alla carriera.
Ho sempre pensato che negli ultimi anni fosse un'attrice molto sottoutilizzata rispetto al suo talento, e un'intervista rilasciata molti anni fa su ciak in cui la stessa attrice si lamentava di essere disponibile a lavorare per vari ruoli e con vari registi ma di non essere chiamata ha confermato questi sospetti...peccato perchè oltre a essere una bellissima donna era davvero una grande attrice!




martedì 12 agosto 2014

Robin Williams

Come tutti ormai saprete, l'attore Robin Williams, 63 anni, è morto nella sua casa di Tiburon; si è suicidato a causa di una grave depressione di cui soffriva da tempo.
Credo di non esagerare dicendo che è stato uno degli attori moderni più amati, conosciuto sopratutto per i suoi ruoli comici ma molto bravo anche in quelli drammatici.
Come succdede a tanti, Robin Williams era diventato famoso inizialmente grazie a un telefilm, "Mork e Mindy", molto famoso negli anni '80 (in Italia ancora oggi è celebre la sigla italiana, con il ritornello "Na-no, Na-no"), poi era passato definitivamente al cinema (anche se il suo esordio avvenne nel 1980 nel film "Popeye", ovvero Braccio di Ferro); ottiene subito un discreto successo con "Il mondo secondo Garp" (1982), ma viene definitivamente consacrato con due film drammatici: "Good morning Vietnam" (1987, con il quale ottenne la sua prima nomination all'Oscar) e "L'attimo fuggente" (1989): in questo film, ancora oggi molto amato, interpreta John Keating, un professore atipico che riesce a far appassionare i suoi ragazzi alla poesia.
Seguono altri film, sia drammatici che comici: "Risvegli" (1990), "La leggenda del re pescatore"(1991), "Hook- Capitan Uncino"(1992),"Mrs Doubtfire" (1993), "Aladin" in cui dà la voce al Genio, fino ad arrivare al 1998, anno in cui viene premiato come miglior attore protagonista per "Will Hunting- Genio Ribelle".
Dopo l'Oscar continua sempre proficuamente la propria carriera alternando ruoli drammatici e comici: "L'uomo bicentenario", "Patch Adams", "One hour photo" (un giallo dove interpreta uno psicopatico veramente da brivido), "Al di là dei sogni",Jakob il bugiardo" (film intenso ambientato nel ghetto di Varsavia), i due "Una notte al museo", dove interpreta il presidente Roosevelt, interpretato anche (stavolta in chiave seria) nel recente "The butler- un maggiordomo alla Casa Bianca".
Per quanto mi riguarda, nonostante non sia tra i miei favoriti, è un'attore che ho sempre apprezzato molto per la sua capacità di far ridere (la sua mimica era davvero straordinaria!) che di interpretare ruoli drammatici in maniera toccante senza cadere nel sentimentalismo.
Lo conresso: "Al di là dei sogni" è una delle cacchiate pazzesche della storia del cinema, "L'attimo fuggente" non mi ha mai detto granchè, come Peter Pan cresciuto era un po' imbarazzante e il telefilm di Mork e Mindy non è mai stato tra i miei favoriti...per me i suoi ruoli migliori sono stati Mrs Doubtfire ("Sono donna da un giorno e ho già le vampate!") e il prete de "Un amore sotto l'albero", un piccolo ruolo molto intenso che ancora oggi ricordo con piacere e commozione.
Che la terra ti sia lieve...





domenica 10 agosto 2014

Dietro la maschera (Mask), 1986



Regia d Peter Bogdanovich, con Cher (Rusty), Eric Stoltz (Rocky Dennis ),Sam Elliot (Gar),Laura Dern (Diane).


Rocky Dennis è un comune adolescente americano; ama il baseball, la musica, sogna di girare l'Europa in moto con un amico...unica particolarità: è affetto da una malattia rarissima, chiamata leontiasi, che gli ha completamente deformato il volto.
Nonostante le difficoltà causate dal suo aspetto "mostruoso", Rocky (che vive con la madre Rusty in un ambiente "alternativo") a causa della sua intelligenza  e del suo carattere allegro e socievole, non fatica ad essere apprezzato da compagni e insegnanti. Ma non basta...



Questo toccante film è-purtroppo- tratto da una storia vera: su Internet esistono ancora delle foto del vero Rocky Dennis e vi assicuro che il trucco posto nel film sul viso dell'attore che lo interpreta riprende fedelmente il modello reale.
E' una storia molto intensa, narrata con leggerezza unita a profondità e- almeno così mi è parso- a un forte senso di predestinazione (nel senso che già dall'inizio possiamo intuire come andrà a finire...certo con una malattia del genere non è difficilissimo!).
Mi è piaciuta molta la scelta del regista di presentare Rocky come un qualunque adolescente al di là della sua malattia, fin dalle prime inquadrature: il film inizia presentando una visione della camera del ragazzo, con i poster dei cantanti preferiti, le foto dei giocatori di baseball, i dischi, lo stereo,i libri di scuola, i vestiti buttati dove capita capita...e poi mostrare il protagonista con il suo viso deforme. E' una scelta che fa capire già da subito che la pellicola narra una storia commovente senza indulgere nel sentimentalismo ed evitando l'effetto "lacrima facile".
Rocky Dennis era affetto da una rarissima malattia (colpisce un bambino su 22.000.000!!!) chiamata leontiasi, che deforma le ossa del viso e del cranio dando al volto un aspetto deforme (per certi aspetti simile a quello di un leone, da qui il nome della malattia) e facendolo soffrire di atroci dolori al capo: al bambino erano stati diagnosticati pochi mesi di vita, ma riuscì comunque ad arrivare ai 18 anni studiando con profitto e a diplomarsi con ottimi voti.
Un ruolo non facile sopratutto vista la giovanissima età del protagonista, Eric Stoltz, che però riesce a rendere bene  il personaggio di Rocky nelle sue varie sfaccettature: studente modello, ragazzo gentile e disponibile con tutti, molto ironico anche riguardo alla sua malattia, con tanti sogni ma sopratutto il desiderio di fare un viaggio in moto in Europa con il migliore amico; ma anche sofferente per la sua malattia e la sua inevitabile diversità o adolescente ribelle in contrasto molte volte con la madre (talvolta avendo anche ragione, nel caso della sua dipendenza dalla droga). 

Rocky nella sua breve vita conoscerà anche l'amore, quello di Diane, una ragazza cieca che quindi può vedere solo la sua vera essenza. Un amore vissuto brevemente per vari motivi, ma molto più vero di tanti altri.
Bravissima Cher nel ruolo (per il quale vinse anche il premio come migliore attrice al Festival Di Cannes del 1985) della madre Rusty, una donna anticonformista e forte, che ha dovuto lottare duramente per dare al figlio non solo le cure ma anche i diritti fondamentali, ha dovuto combattere con i pregiudizi della gente non solo sulla malattia di Rocky ma anche sul suo stile di vita (i migliori amici di Rusty e Rocky sono un gruppo di bikers....anch'essi un bel gruppo che tratta Rocky come uno di loro senza differenze). Ma allo stesso tempo ha anche varie fragilità:la dipendenza dalla droga e il passare da un uomo all'altro senza riuscire ad affidarsi all'unico che invece ama e che ama sia lei che Rocky; diffidenza dovuta probabilmente all'abbandono da parte del padre del ragazzo.
La storia di Rocky è breve e semplice: in fondo, la storia di un ragazzo americano con un problema. Ma rimane impressa nella mente in modo molto potente.
Particolare toccante: nella scena in cui Rocky legge alla madre una poesia da lui scritta, quella poesia è opera del vero Rocky Dennis.







giovedì 7 agosto 2014

Braccialetti rossi, 2014



Regia di Giacomo Campiotti, con Aurora Ruffino (Cris), Carmine Buschini (Leo),Brando Pacitto (Vale),Pio Luigi Piscitelli (Tony),Lorenzo Guidi (Rocco),Mirko Trovato (Davide),Michela Cescon (Piera), Laura Chiatti (Lilia),Carlotta Natoli (D.ssa Lisandri),Federica De Cola (Asia).


In un ospedale di una non specificata città italiana si intrecciano le vicende di alcuni giovanissimi ricoverati con vari problemi: Vale e Leo, che a causa di un tumore hanno entrambi perso una gamba, Cris, ragazza anoressica, Tony, ingessato dopo un incidente, Davide ricoverato per problemi al cuore e Rocco, in coma dopo un tuffo pericoloso in piscina. Su idea di Leo i sei ragazzi formano il gruppo dei "braccialetti rossi"(i braccialetti che devono portare le persone che vengono operate in oncologia, che Leo regala agli amici)e assieme affronteranno la degenza,le dolorose cure e i vari problemi che una vita "diversa" come la loro può dare.....



Ho recuperato ora questa fiction che quest'inverno ha avuto grande successo, e mi sono accodata ai suoi fan: mi sono davvero appassionata alla vicende dei "Braccialetti rossi"e le sei puntate mi sono sembrate troppo poche!
Il format originale è una serie spagnola "Poiseres vermellas", ispirata all'omonimo libro di Albert Espinosa, scrittore spagnolo che ha passato dieci anni della sua gioventù in ospedale, malato di cancro,prima di riuscire a sconfiggere la malattia.
Non ho letto il libro nè visto la versione originale spagnola, quindi non so dire quanto fedele sia la trasposizione italiana all'originale, comunque sia mi è piaciuta molto.
Certo,avrei  preferito che la serie fosse più lunga sopratutto perche così si sarebbero potute meglio sviluppare alcuni aspetti, storie e personaggi: ad esempio mi era piaciuto il personaggio di Olga, la ragazza grassa messa in camera con Cris in uno degli episodi, e sarebbe stato interessante introdurlo come fisso; oppure si sarebbe potuto sviluppare meglio alcuni personaggi del gruppo dei ragazzi più grandi apparentemente bulli. 
Ma a parte ciò, la storia è toccante ma narrata in modo leggero e talvolta scanzonato, presentando i protagonisti prima di tutto con i loro caratteri e personalità, al di là delle rispettive malattie, che influiscono (e ciò sarebbe inevitabile, visto anche Vale e Leo sono ricoverati in oncologia ognuno con una gamba amputata a causa di un tumore, mentre Cris è anoressica), facendo a volte dimenticare il loro "problema".

La voce narrante è quella di Rocco, il bambino in coma da mesi per un tuffo pericoloso in piscina, che comunica con gli altri amici grazie a Tony, il ragazzo meno grave, ma con la storia più drammatica alle spalle e con il "potere", appunto, di percepire ciò che dice Rocco dal suo limbo. Un personaggio immobile ma fondamentale per tutti.
Giovani attori sconosciuti (a parte Aurora Ruffino, già vista in "Questo nostro amore" e "bianca come il latte,rossa come il sangue") vengono affiancati da attori adulti già noti al pubblico, che riescono a caratterizzare i loro personaggi di genitori, medici, pazienti adulti lasciando senza prevaricare i più giovani.
Certo i genitori non ne escono benissimo come figure: il padre di Leo non va mai nè a trovarlo nè a parlare con i medici delegando tutto alla figlia maggiore, i genitori di Cris idem, il padre di Vale antepone (almeno inizialmente) la carriera alla degenza del figlio, il padre di Rocco se n'è andato all'estero e non si fa mai sentire...ma come si fa?!
compensano però la mamma di Rocco (Licia Cescon),i genitori di Davide (molto brava Laura Chiatti nel ruolo della compagna, nemmeno mamma del bambino, ma che gli vuole bene come fosse suo), la severa dottoressa Lisandri in realtà persona saggia e sensibile, Nicola l'anziano paziente amico di Leo... 

Per quanto riguarda i protagonisti i miei preferiti sono Vale, ragazzo sensibile e intelligente, e il simpatico Tony, sempre allegro ma anche riflessivo (non per nulla Rocco lo scelgie come suo tramite); Cris invece a volte mi ha messo il nervoso, è una ragazza che soffre ma talvolta è anche superficiale (con Olga) ed egoista (con la sorella), anche se presumo che anche questo aspetto faccia parte della sua malattia.
Leo è coraggioso e simpatico, anche tenero visto che gli piace visitare i bimbi appena nati, ma la dura esperienza ospedaliera gli ha fatto sviluppare anche un carttere che dietro la strafottenza nasconde il volersi difendere.
Davide....bè chi se l'aspettava!!!! Da bulletto prepotente aveva appena scoperto il suo vero essere.....ma era proprio necessario farlo morire?! 
Unico neo: ma è credibile che dei pazienti di un ospedale possano scorazzare da un reparto all'altro a tutte le ore del giorno e della notte,o anche correre nei corridoi con la carrozzina, od organizzare una partita di basket sul tetto dell'ospedale?!
Ora sto aspettando che arrivi la seconda serie...vedremo se sarà all'altezza della prima!!!













martedì 5 agosto 2014

Frozen- Il regno di ghiaccio (Frozen),2013



Regia di Chris Buck e Jennifer Lee, con le voci italiane di :Serena Rossi (Anna), Serena Autieri (Elsa),Paolo de Santis (Kristoff),Enrico Brignano (Olaf),Giuseppe Russo (Hans).


Elsa, principessa di Arendelle, è nata con un magico potere: con un tocco delle mani può creare ghiaccio e neve. Da bambina Elsa si diverte giocando con la sorella Anna a creare montagne di ghiaccio, piste per pattinare, pupazzi di neve; ma un giorno, a causa di un incidente in cui Anna rischia la vita (Elsa la colpisce per sbaglio alla testa e solo l'intervento di uno gnomo magico salva la piccola dal congelamento), i genitori chiudono le porte del palazzo isolando le figlie- sopratutto Elsa- per controllare il potere.
Le due sorelle vengono così separate, e quando anni dopo i due genitori muoiono in un naufragio ed Elsa diventa regina, tra loro si è creata una frattura che sembra insanabile, sopratutto quando Anna (ignara del potere della sorella) la accusa di egoismo perchè rifiuta di dare il suo consenso alle nozze con l'appena conosciuto principe Hans.
Elsa reagisce scappando e creando un proprio regno di ghiaccio dove vive da sola, lasciando però che il gelo si impossessi di Arendelle; sta ora ad Anna convincerla a tornare indietro....


Vagamente ispirato alla favola di Hans Christian Andersen "La regina delle nevi",è un bel cartone semplice e allo stesso tempo affascinante, che traduce in realtà una mia fantasia ricorrente da bambina (e qui in esclusiva solo per voi...!): creare un regno tutto fatto di ghiaccio,con palazzo di ghiaccio scale di ghiaccio..io ero arrivata a immaginare pure mobili fatti di ghiaccio. Insomma, ero una potenziale Elsa...:)
Infatti, nonostante l'età sono rimasta molto affascinata dal  personaggio di Elsa, una giovane regina afflitta da un potere che per lei rappresenta una maledizione, dato che fin  da piccola è stata addirittura isolata per paura che lo si scoprisse o che involontariamente facesse del male a qualcuno. 

A Elsa sono stati negati affetto, amicizia, è stato cancellato il forte legame che aveva con la sorellina...è cresciuta sola dovendosi vergognare di una cosa di cui non aveva responsabilità; quando finalmente può liberarsi, non viene capita, nessuno fa uno sfrozo pervenirle incontro, da lei si pretende solo.
Ecco perchè poi quando fugge rimanendo da sola si sente libera, anche se comunque sola..
Essendo un cartone , il lieto fine è ovviamente assicurato anche per lei,però lo sviluppo del personaggio e dei suoi sentimenti è molto più profondo rispetto ad altri cartoni, anche recenti.
Insolito per un film Disney anche la storia che riguarda Anna e Hans: lei che inizialmente si innamora di lui tramite il famoso colpo di fulmine e vorrebbe sposarlo, litiga con Elsa perchè questa non dà il suo assenso....salvo poi capire, attraverso vari fatti nel corso della storia (fondamentale ovviamente l'incontro con Kristoff),la differenza fra Amore e infatuazione. Un modo maturo e intelligente di affrontare il tema a mio avviso,sopratutto di questi tempi... e devo dire che anche il personaggio di Hans è stato reso molto bene: fino a quando non si è scoperto da solo non avevo capito che tipo era!

Ma dopo Elsa il mio personaggio preferito è senza dubbio Olaf, il pupazzo di neve che ama "i caldi abbracci" e che sogna 'l'estate....davvero tenero,divertente ma al momento giusto anche saggio!
Canzoni italiane stucchevoli e Anna somigliante alla"Rossella"interpretata da Gabriella Pession (ma forse è una mia impressione) completano il quadro generale. Molto affascinanti le scene del palazzo di ghiaccio.

P.S: tanto perchè lo sappiate,anche io come ormai moltissimi in rete ho "aderito" al plebiscito del web  con cui Elsa è stata ufficialmente fidanzata con Jack Frost de "Le cinque leggende"...guarirò mai da questa mania?!



sabato 2 agosto 2014

12 anni schiavo ( 12 years a slave),2014


Regia di Steve McQueen, con Chiwetel Ejiofor (Solomon Northup),Michael Fassbender (Edwin Epps), Lupita Nyong'O (Patsey),Benedict Cumbertach (William Ford),Sarah Paulson (Mary Epps),Brad Pitt (Samuel Bass).


Nel 1841 Solomon Northup,cittadino nero ma nato libero che vive agiatamente con  la moglie e i due figli, viene rapito e ridotto in schiavitù da due mercanti di schiavi, nella totale imposibilità di dimostrare le sue vere origini, essendo stato privato dei documenti. Gli viene cambiato il nome in Brett e venduto dapprima a William Ford, padrone umano e giusto, poi al crudele Edwin Epps, sadico maltrattatore dei suoi schiavi  che abusa anche della giovane schiava Patsey. Solo dopo 12 lunghi anni di sofferenze indicibili Solomon riuscirà, con l'aiuto dell'abolizionista Samuel Bass, a rintracciare gli amici che possono aiutarlo, ponendo fine alla sua schiavitù.


Storia vera tratta da un romanzo autobiografico ("12 anni schiavo" di Solomon Northup), è il film che quest'anno ha trionfato allaNotte Degli Oscar, aggiudicandosi, oltre alla statuetta come miglior film, quella per la miglior sceneggiatura non originale e quella alla miglior attrice non protagonista, Lupita Nyong'O.
Premi meritati (sopratutto quello alla Nyong'O, davvero bravissima), anche se un po' scontati: da sempre questo tipo di storie,sopratutto se vere, "tirano" molto per l'Academy.
Il film è molto duro, al contrario di altri sull'argomento qui c'è pochissima umanità,quasi tutta ricondotta alla figura del protagonista e alla sua lotta non solo per liberarsi e tornare dalla sua famiglia,ma anche per mantenere la sua dimensione come uomo ed essere umano in un mondo,in un tempo e in una situazione in  cui la maggior parte delle persone la perde.
Molto importante a riguardo la scena dove Solomon rifiuta di accondiscendere alla tragica e disperata richiesta della povera Patsey,la schiava costretta a subire i soprusi sessuali da parte del crudele padrone e le violenze fisiche e psicologiche da parte della di lui moglie, di ucciderla per pietà, per liberarla da tutta quella disperazione: una scene a mio avviso molto più forte delle tante di violenza pur forte presenti nel film.
Solomon riuscirà quasi del tutto nel suo proposito di non perdere la propria umanità, dovrà comunque scendere a compromessi e quando verrà rintracciato non potrà fare comunque nulla per i suoi compagni di sventura.
Attori bravi a rendere i loro personaggi, in particolare Fassbender nel ruolo del crudele e odioso Edwin Epps, personaggio al quale al cinema durante la visione sono stati augurati ad alta voce dagli spettatori i peggiori tormenti umanamente pensabili, e Lupita Nyong' O nei panni di Patsey, un ruolo veramente difficile e doloroso. In alcuni casi i produttori hanno sfruttato nei manifesti il nome di Brad Pitt, messo in primo piano anche rispetto al protagonista, nonostante la sua apparizione  sia molto breve (non più di dieci minuti, nonostante ricopra un  ruolo molto importante, quello dell'abolizionista Samuel Bass)...cosa non si fa per attirare il pubblico!