domenica 15 aprile 2012

E' nata una star?, 2011


Regia di Lucio Pellegrini , con Luciana Littizzetto (Lucia), Rocco Papaleo (Fausto), Pietro Castellitto (Marco), Cristina Odasso (federica).

Fausto e Lucia sono una coppia come tante, con un figlio come tanti, Marco. Una mattina Lucia trova nella cassetta delle lettere un DVD  porno anonimo, e guardandolo fa una sconvolgente scoperta: il protagonista è proprio suo figlio Marco! Il quale oltretutto mostra un’insospettabile dote naturale necessaria a tale attività…
Dopo averne informato il marito, lo sconvolgimento è totale per i due genitori, che decidono di indagare nella vita del figlio per scoprire cosa lo ha portato su quella strada. Ma non tutto il male viene per nuocere…

Trasposizione italiana di un racconto di Nick Hornby, è una gradevole commediola per passare un’ora e mezza di spensieratezza con due simpatici portagonisti. Dalla sua ha che non scade in volgarità da cinepanettone che, data la trama, sarebbero pure prevedibili; anche se comunque- ed è comprensibile, sempre data la trama- una certa dose di battute a doppio senso e con riferimenti sessuali c’è.
Nessuno dei tre protagonisti brilla per particolare bravura, diciamo che svolgono tutti il loro compitino con i loro soliti ruoli; Castellitto jr non si fa notare per particolare talento, ma è giovane…vedremo.
Ho trovato invece  molto bella la colonna sonora con canzoni di Edoardo Bennato, che mi ha ricordato l’operazione fatta a suo tempo con CHIEDIMI SE SONO FELICE di Aldo Giovanni e Giacomo con canzoni di Samuele Bersani.


domenica 1 aprile 2012

Romanzo criminale- La serie 2, 2010



Regia di Stefano Sollima, con Alessandro Roja (Dandi), Vinicio Marchioni (Freddo), Andrea Sartoretti (Bufalo), Marco Bocci (Scialoja), Daniela Virgilio (Patrizia), Alessandra Mastronardi (Roberta), Roberto Infascelli (Il Sorcio),Riccardo de Filippis (Scrocchiazeppi), Giovanna Di Rauso (Donatella),Fausto Paradivino (Ranocchia), Lorenzo Renzi (Sergio Buffoni).

Dopo la morte del Libanese, l’obiettivo principale della banda diventa quello di vendicarlo. O almeno sembra: se sicuramente è lo scopo di alcuni , primi fra tutti Freddo e Bufalo, per Dandi invece il vero obiettivo si rivela essere espandere il proprio potere, dopo essersi autonominato capo ed erede del Libanese.
Il cammino verso questo obiettivo porterà inevitabilmente alla fine della banda, tra tradimenti, arresti e soprattutto morti…

Grazie al digitale terrestre sono riuscita  a recuperare la seconda serie di ROMANZO CRIMINALE, uno dei miei telefilm preferiti, che era stato trasmesso la prima volta su Italia a un orario proibitivo.
La seconda serie è caratterizzata da un perenne senso di ineluttabilità, di angoscia, di premonizione della fine; ha meno spensieratezza della prima, più crudeltà, più dolore. Ed è inevitabile, dato che dopo la morte del Libanese  (personaggio di cui si  sente la mancanza e che appare in due efficaci camei) appare sempre più chiaro che i componenti della banda hanno perso quella scanzonataggine e innocenza che comunque- pur tenendo conto che stiamo parlando di criminali- li caratterizzava; vengono messi a contatto per la prima volta non solo con il dolore per la perdita di un amico, ma anche con la concreta possibilità di fare una brutta fine.
Insomma, la perdita dell’innocenza che li porterà sul sentiero dell’autodistruzione rompendo quell’ideale di amicizia assoluta, di lealtà e parità che aveva finora caratterizzato il gruppo; gli obiettivi principali diventeranno altri, a seconda dei personaggi, dalla vendetta (per Bufalo e Freddo), all’espandere sempre più il potere (Dandi, che alla fine diventerà un vero e proprio boss), e per raggiungerli si metterà in atto di tutto: tradimenti, delazioni, vendette anche sui familiari prima intoccabili…insomma, una discesa nel baratro.
Accanto alla deriva dei personaggi abbiamo anche una parallela deriva della politica e società italiana.
Insomma ancora una volta la serie ha fatto centro, ottimo prodotto con ottimi attori che ancora di più hanno reso il cambiamento dei personaggi non solo singolarmente ma anche come gruppo, ottimo esempio quindi di gruppo di lavoro affiatato. In particolare ho trovato più approfondito il personaggi del Bufalo, che nasconde tutta una serie di motivazioni e sentimenti- la di là della indubitabile vena di follia che lo contraddistingue- rispetto alla prima serie.
Al limite si può dire che viene ridotto come importanza il ruolo delle donne, già poche nella prima serie ma abbastanza significative: Roberta scompare dopo poche puntate, Patrizia viene un po’ lasciata a sé stessa- come personaggio intendo- quando a mio avviso era un personaggio che poteva rendere molto di più, anche se in questa serie è reso molto più forte (ed è un particolare significativo riguardo al personaggio, a mio avviso) la profonda amicizia con Ranocchia, personaggio quest’ultimo che ho apprezzato molto più che nella prima serie in quanto l’unico portatore di veri valori e in quanto dimostra una sensibilità e  una profondità d’animo  che risulta aliena rispetto al resto dei personaggi.
Viene introdotto un nuovo personaggio femminile, Donatella, che da donna di uno dei componeneti della banda fa carriera diventando una vera e propria boss in gonnella; un personaggio durissimo anche se non del tutto freddo, poco incline comunque a conquistarsi le simpatie del pubblico.
Dato che la storia è comunque già nota (sia per le reali vicende a cui è ispirata sia per il film di Michele Placido del 2005) non c’è stata nessuna sorpresa, se non al decisione degli sceneggiatori di  seguire più la storia reale mostrando anche Dandi che, nel suo delirio di onnipotenza, riesce a ottenere di essere sepolto in una chiesa con la nomea di benefattore dell’umanità (ricordo che Dandi è appunto ispirato a Enrico de Pedis); assente invece l’ipotesi che la banda c’entrasse qualcosa con la strage di Bologna del 2 agosto 1980 (ipotesi presente nel film).
Certo, nonostante tutto (sono pur sempre dei criminali) a me è spaiciuto vedere una banda di amici che per molto tempo sono stati come fratelli uccidersi a vicenda, mi hanno commosso un po’ tutte le dipartite di cui è costellata la serie (in particolare quella di Scrocchiazeppi e Freddo), compresa quella di Dandi (il personaggio più antipatico della serie che qui peggiora di brutto). Il finale particolarmente azzeccato con la morte del Bufalo ormai anziano che si lascia uccidere dai carabinieri nel bar che era stato il ritrovo della banda, con sottofondo al canzone di Vasco Rossi LIBERI LIBERI, con testo particolarmente adatto alla scena.
Come già nella prima serie poi, ottima ricostruzione dell’Italia dell’epoca in quasi tutti i dettagli (anche se leggendo qua e là online ho trovato qualcuno che lamentava nell’ultima puntata- ambientata nel 1989- la presenza di due auto e alcuni adesivi posteriori a quell’anno), e anche nella colonna sonora.
Insomma….sto già aspettando il DVD. Non si era capito eh?