giovedì 30 giugno 2022

Finale a sorpresa (Official competition), 2022

 






Regia di  Mariano Cohn, con Penelope Cruz  (Lola ), Antonio Banderas (Felix Rivero), Oscar Martinez (Ivan Torres), 


Humberto Suarez, imprenditore 80enne, decide di finanziare un film che- nelle sue intenzioni- dovrà entrare nella storia del cinema come capolavoro. Per fare ciò vuole solo il meglio sulla piazza in questo campo: così dopo aver acquistato i diritti del romanzo di un Premio Nobel, ingaggia l'eccentrica Lola   , la regista e sceneggiatrice più in auge del momento, e come protagonisti due tra i divi più richiesti: Felix Rivero e Ivan Torres, che interpreteranno due fratelli- rivali.

I due attori sono totalmente all'opposto, e da subito fra loro sono scintille; la regista non è da meno e continua a gettare benzina sul fuoco col pretesto di tirare fuori da loro la migliore performance possibile....


Simpatica e feroce commedia che esplora le dinamiche del mondo dello spettacolo e del cinema, esasperandole da un certo punto di vista ma forse nemmeno troppo, visto ciò che mi è capitato spesso di leggere riguardo i racconti dei set cinematografici di svariati film. 

Ha qualcosa di pirandelliano questa storia di tre personalità considerate le più grandi nel mondo del cinema nel rispettivo campo, e sicuramente sono "grandi" in quanto a ego ed eccentricità: Lola regista visionaria fino all'esasperazione. Ivan attore intellettuale"di nicchia" fiero di esserlo, Felix al contrario divo da blockbuster, copertine di riviste e social, superficiale e appariscente. Tre personaggi (più che tre persone) a mio avviso schiavi dell'immagine che il mondo a cui appartengono li ha inchiodati, oltre che delle proprie personali fisime e del proprio egocentrismo: il film è permeato prima di tutto dall'assoluta incapacità di ognuno dei personaggi di ascoltare anche solo minimamente gli altri, e di conseguenza dalla mancanza di dialogo che ne deriva. Nessuno ha ragione e nessuno è perfetto, anzi: così seguiamo il progredire della lavorazione di questo surreale film fino al finale, non del tutto inaspettato, che arriva dopo un secondo tempo un po' meno interessante del primo e forse un attimino troppo lungo.



I tre protagonisti sono perfetti nei loro tre personaggi, il ritmo della storia è serrato e altalenante tra momenti di apparente apertura dei personaggi fra di loro subito sbugiardati da dispetti e meschinerie. La seconda parte a un certo punto appare un po' tirata per le lunghe, secondo me alcune cose (riguardanti principalmente il personaggio della figlia del finanziatore) sono sostanzialmente inutili, a parte ciò il film funziona ed è godibile.  




sabato 18 giugno 2022

Viaggio nei cinema scomparsi di Brescia- parte III: perdersi, ritrovarsi: fra sale davvero scomparse chi resiste e chi si rinnova


 Il 25 maggio, con il terzo e ultimo incontro, si è conclusa l'iniziativa "Viaggio nei cinema scomparsi di Brescia", organizzata dal Cinema Nuovo Eden in collaborazione 

Stavolta si è spaziato dai cinema "normali" ai cosiddetti cinema a luci rosse (non tutti ovviamente), anch'essi molto presenti un tempo nel territorio e anch'essi portatori di una loro storia cinematografica e di costume piuttosto interessante. Ma andiamo con ordine.

Si parte in corso Magenta con l'ex cinema Aquiletta, che io non ho fatto in tempo a conoscere in quanto chiuse nel 1979: inaugurato nel 1951, fu ricavato all'interno della ex chiesa sconsacrata di San Barnaba e il primo film proiettato fu "Fantasia" di Walt Disney; innovativo per l'epoca perchè era l'unico cinema che permetteva di prenotare i posti telefonicamente. Molto frequentato da mia mamma in gioventù (qui vide "Lassù qualcuno mi ama"), dopo essere stato chiuso parecchi anni è stato completamente rinnovata e adibito a sala pubblica per incontri, conferenze, assemblee cittadine ecc, tornando al nome originale "Auditorium San Barnaba".


Ex cinema Aquiletta

In via Trento accanto all'attuale Università Cattolica negli anni '50 è sorto per un breve periodo il cinema Ambra, primo a inaugurare i cineforum e prevalentemente interessato a pellicole di carattere culturale o a film per le famiglie. Come dicevo è durato pochi anni e ora al suo posto c'è una libreria legata all'università.

Si passa in via San Faustino e zona Quartiere Carmine: la prima un tempo una delle vie principali del centro storico (oggi purtroppo un mezzo ghetto), il secondo quartiere popolare da sempre ritenuto problematico     .


 Veduta di via San Faustino negli anni '60, con gli ex cinema Corso (in basso a sinistra) e Brixia (sulla destra in parte alla chiesa, di fronte alla fila di alberi)

All'inizio di Via San Faustino era situato il cinema "Lumiere", aperto nei primi anni del '900  e all'epoca uno dei cinema principali della città, poi purtroppo degradato fino a essere soprannominato negli ultimi anni "cinema dei piocc" (cinema dei pidocchi); poi abbiamo gli ex cinema "Moderno" e "Corso"(a luci rosse), e alla metà di via San Faustino l'ex cinema "Brixia", che per due volte ospitò Pierpaolo Pasolini venuto a pubblicizzare due film: "il vangelo secondo Matteo" e "Salò". 

Veduta del quartiere Carmine degli anni '70, con l'ex cinema Moderno (sulla sinistra)



Ex cinema Moderno, oggi. E' la sede di un comando di polizia.


Ex cinema Brixia

Dopo gli ex  cinema "Carmine" e "Vittoria" nel quartiere omonimo, la passeggiata si conclude al cinema "Nuovo Eden", organizzatore dell'iniziativa: inaugurato negli anni '30 con il nome dapprima di "Cinema Marconi"e poi di "Leonessa", prima della chiusura negli anni '80 ha avuto un breve periodo come cinema a luci rosse con il nome di "Eden", poi diventato "Nuovo Eden" con la riapertura nei primi anni 2000, riconvertito in cinema culturale. 

Nominato nel corso della serata anche l'ex cinema "Nuovo Ideal": dapprima partito come cinema "normale", poi convertito in cinema a luci rosse e infine per qualche anno alla fine degli anni '90 riconvertito nuovamente a cinema per tutti, ho fatto in tempo a vederlo anche io per poche volte, poi ha chiuso e nel 2019 è stato demolito; al suo posto ora sorge un condominio di lusso. Poco prima della demolizione nella cantina del cinema furono ritrovate tantissime bobine dei vecchi film "a luci rosse": non si sa a chi siano finite. 




Ex cinema Ideal, poco prima dell'abbattimento nel 2019 c'era ancora l'insegna (prima foto)

Mancano all'appello il cinema Moretto (ancora aperto) e l'ex cinema Metropol, non inclusi nella visita perchè non si sarebbe fatto in tempo. Ma qui sto cercando un po' di supplire da sola, e vedremo.....


P.S: come negli altri post, alcune foto sono state scattate da me e altre prese dal sito del cinema Nuovo Eden: in questo post tali foto sono la 1, la 2 e la 3. Quelle del cinema Ideal invece sono state prese sul web. 

venerdì 17 giugno 2022

Jean Louis Trintignant

  E' morto  91 anni l'attore francese Jean Louis Trintignant.

Nato nel 1930, esordì nel 1955 nel film di roger Vadim "E Dio creò la donna", lo stesso che diede la celebrità a Brigitte Bardot; molto attivo anche nel cinema italiano, fra i suoi film si ricordano "Il Sorpasso" (1962), "Estate violenta" (1959), "Angelica alla corte del RE" (1965), "Un uomo, una donna" (1966), "Parigi brucia?" (1966), "Metti una sera a cena" (1969), "Il conformista! (1970), "La donna della domenica" (1975), "Il deserto dei tartari" (1976), "La terrazza" (1980), "TRE colori- Film rosso" (1994), "Amour" (2017).




martedì 14 giugno 2022

Germinal , 2021

 


Regia di   David Horregue, con Louis Peres (Etienne Lantier), Thierry Godard (Toussaint Maheu),Alix Poisson (La Maheude), Rose Marie Perrault (Catherine Maheu), Jonas Bloquet (Antoine Chaval), Philippe Hennebau (Guillaume de Tonquedac).


1884: il giovane Etienne arriva nel paesino di 




Andata in onda qualche settimana fa, la miniserie TV è  tratta dal romanzo "Germinale" ( ) di Emile Zola, uno dei capolavori della letteratura francese; personalmente non ho mai letto il libro (e la visione della  serie non mi ha propio invogliato a farlo), quindi non sono in grado di confrontare le due opere.

La storia mi ha ricordato molto "E le stelle stanno a guardare" di Cronin nonostante quest'ultimo sia ambientato nel Galles una cinquantina d'anni dopo: ciò è probabilmente dovuto non solo all'ambientazione- un villaggio di minatori- ma purtroppo proprio alle difficoltà, dolori, lotte e sofferenze che per secoli questi lavoratori e le loro famiglie hanno dovuto affrontare. 


Ho trovato la serie piuttosto curata dal punto di vista tecnico, come ambientazioni, costumi ecc, attenta a  non abbellire una realtà di vita dove regnano sporco, malattie, fatica e lacrime: impossibile non percepire le orribili condizioni di vita e di lavoro dei minatori e delle loro famiglie, sopratutto in contrasto con l'opulenza dei padroni.


Di pari passo emergono miserie e grandezze morali da entrambe le parti: su tutti spicca il protagonista, Etienne, giovane idealista che arriva in una comunità a lui sconosciuta nella quale riesce a inserirsi abbastanza facilmente, e che con i suoi ideali di giustizia che cerca di trasmettere agli altri diventa suo malgrado il leader della protesta dei minatori contro i padroni.

Che non andrà a finire particolarmente bene lo si intuisce per tutta la visione delle tre puntate, tuttavia la storia si segue con interesse e gli attori caratterizzano molto bene i loro personaggi rendendoli interessanti e permettendo allo spettatore di empatizzare con loro. 

Niente di memorabile ma comunque ben fatto e gradevole.




lunedì 6 giugno 2022

Viaggio nei cinema scomparsi di Brescia: parte II- Boom! Le sale dove è d'obbligo sognare: dagli anni '30 agli anni '80



 Mercoledì 18 maggio ho partecipato alla seconda serata dedicata (come da titolo) ai cinema scomparsi di Brescia. La passeggiata è partita dagli anni '30 e precisamente dalla costruzione di Piazza Vittoria nel ; tra i vari caffè e negozi non poteva mancare un cinema, il "Palazzo", che diventerà famoso per essere stato l'unico cinema in cui Gabriele D'Annunzio sia stato e che andò distrutto durante la guerra. 

Sul retro, partendo dall'uscita di sicurezza dell'ex "Palazzo", nel 1946 venne costruito il cinema "Adria", cinema che personalmente non ho mai amato in quanto si trovava sottoterra e lo trovavo troppo claustrofobico, al punto che ci sono andata solo tre volte (Titoli dei film: "Seven", "Ransom- Il riscatto", "Vacanze di Natale 2000").


Ex cinema Adria

Nel 1948 è la volta del cinema "Astra"- uno dei miei favoriti- inaugurato alla vigilia di Natale e sicuramente uno dei più belli esteticamente: è stato anche l'ultimo a chiudere nel 2010, e davvero è stato un peccato non riuscire a recuperarlo, almeno in parte. 


Ex cinema Astra

Poi ci siamo diretti  in via Porcellaga, dove nei primi anni '50 aprì il cinema "Odeon", durato pochi anni ma per l'epoca ricco e innovativo, con ben duemila posti!  Al suo posto oggi c'è un supermercato Pam (prima ancora l'Upim), ma accanto all'entrata di quest'ultimo c'è una vetrina dove sono esposte alcune poltrone dell'ex cinema ritrovate anni fa durante i lavori di costruzione del supermercato, più una foto e un disegno dell'interno del cinema.

Proseguendo siamo arrivati in zona Pallata, per la precisione al cinema "Pace", appartenente alla parrocchia dei padri della Pace, ma che si differenziava da un normale cinema parrocchiale in quanto aveva la licenza industriale; personalmente è l'unico in cui non sono mai stata, ma mia mamma vide lì "L'albero degli zoccoli".



Ex cinema Pace




La serata si conclude un po' malinconicamente poco più avanti, in Corso Garibaldi al cinema "Super", il terzo fra i miei preferiti: aperto nel 1937 e anch'esso molto bello esteticamente, è stato il primo cinema a chiudere nel 2000 e oggi nella parte anteriore c'è un negozio di pasticceria; la parte della sala vera e propria è stata distrutta e inglobata in un cortile privato, di cui rimane solo un muro che una volta era lo schermo del cinema. Dato che era uno dei miei cinema favoriti dove ho visto alcuni dei film che mi sono entrati nel cuore ho segretamente versato una lacrimuccia vedendolo ridotto così. Ricordo che nel 1995 portai mia sorella a vedere "Pocaontas", e alla fine del film per fare "le bulle" (io avevo 16 anni e lei 8) di nascosto invece di uscire all'uscita normale come tutti gli altri abbiamo usato l'uscita di sicurezza, tanto per vedere dove portava, senza peraltro essere "beccate" da nessuno. Che tempi!




Ex Cinema Super negli anni '80


P.S: le foto scattate durante la passeggiata non sono venute il massimo, così ho utilizzato anche alcune foto trovate sul sito del cinema "Nuovo Eden"oppure sul web: in questo post tali foto sono quelle del Cinema Pace e del Cinema Super.

sabato 4 giugno 2022

Roberto Brunetti

 E' morto a Roma all'età di 55 anni l'attore comico Roberto Brunetti, alias "ER Patata".

Nato a Roma nel 1967, cominciò la sua carriera con "Fuochi d'artificio" (1997); tra i suoi film "Paparazzi" (1998), "Il ritorno del Monnezza" (2005), "Romanzo criminale" (2006), "Il rosso e il blu" (2012).

Lo ricordo con molto affetto perchè  mi ha fatto tanto ridere con "Fuochi d'artificio", ancora adesso ogni volta che lo rivedo penso che le parti migliori del film sono le sue, per non parlare delle battute che so a memoria. Qualche anno dopo mi ha sorpreso in "Romanzo criminale" (Altro mio film preferito) con un'interpretazione intensa e drammatica, molto diversa da quelle a cui ci aveva abituato. 

Questa notizia in un periodo già di per sè no, mi rende un po' più triste.








mercoledì 1 giugno 2022

Era d'estate, 2015


Regia di Fiorella Infascelli, con Massimo Popolizio (Giovanni Falcone), Beppe Fiorello (Paolo Borsellino), Valeria Solarino (Francesca Morvillo), Claudia Potenza (Agnese Piraino Leto), Elvira Cammarone (Lucia), Giovanni D'Aleo (Manfredi), Sofia Langlet (Fiammetta), Elisabetta Piccolomini (Suocera di Falcone).

Nell'estate del 1985 Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che stanno lavorando alla realizzazione del primo maxiprocesso di mafia, vengono trasferiti per sicurezza sull'Isola dell'Asinara assieme alle loro famiglie. Nonostante la bellezza del posto, la situazione è molto pesante non solo per le minacce ricevute dai due giudici ma anche per vari problemi con i rapporti familiari...






Sono appena trascorsi trent'anni dalla Strage di Capaci, nella quale persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo anch'essa magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro. 
Anche se con qualche giorno di ritardo voglio ricordare il terribile avvenimento con al recensione di questo film, che tratta una parte un po' trascurata della carriera di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che ha coinvolto di conseguenza anche le rispettive famiglie: l'estate trascorsa sull'Isola dell'Asinara sulla quale i due magistrati e le rispettive famiglie furono trasferiti a forza per metterli in sicurezza date le minacce della mafia, proprio mentre essi stavano preparando il maxiprocesso.



La cosa che più colpisce in questa storia è sicuramente il contrasto tra la bellezza del luogo dove le due famiglie sono relegate e la situazione effettiva in cui si trovano: apparentemente potrebbe essere una vacanza stupenda e felice, ma in realtà aleggia sempre lo spettro di quello che è in realtà: un rifugio dal pericolo della mafia, un luogo dove chi vi si trova vi è stato portato senza possibilità di scelta, all'ultimo momento, in fretta e furia e senza poter nemmeno preparare il necessario    . Insomma nonostante la bolla si serenità che il gruppo si sforza di creare sia per sè che per i tre ragazzini, la reale situazione aleggia sempre su di loro. E difatti la figlia di Borsellino, Lucia, cominciò qui a mostrare i primi segni evidenti dei disturbi alimentari che l'affliggeranno per molto tempo.
Come sempre in queste storie colpisce la solitudine e l'ostilità da cui i due giudici erano circondati,sopratutto da chi avrebbe dovuto invece difenderli e agevolarli nel loro compito: basti pensare che lo Stato non mandava loro i faldoni che essi avevano richiesto per mettere in piedi l'istruttoria, oltre a lasciare loro e le famiglie privi di informazioni riguardanti la loro sicurezza e il loro futuro. Ecco perchè non sopporto i salamelecchi con cui vengono trattati oggi a ogni anniversario: perchè spesso quelli che si profondono in omaggi all'epoca furono quelli che li ostacolarono.

Prima di vedere il film avevo qualche dubbio su Massimo Popolizio e Beppe Fiorello come protagonisti dato che avevo apprezzato moltissimo altre interpretazioni; mi sbagliavo perchè i due attori (sopratutto Fiorello, forte della sua sicilianità) danno vita a due interpretazioni molto valide, sia singolarmente che in coppia. Piuttosto, non ho capito molto la scelta di dare così poco spazio alla figura di Francesca Morvillo, che qui mi pare conti solo come compagna di Falcone e non come una professionista anch'essa.