venerdì 29 gennaio 2021

La Bella e la Bestia- Un magico Natale (Beauty and the beast: The Enchanted Christmas), 1997

 


Regia di  Andy Knight , con le voci italiane di: Laura Boccanera (Belle),Massimo Corvo (Bestia),Vittorio Amandola (Lumiere),Gianni Vagliani (Tockins),Alina Moradei (Mrs Bric),Ilaria Latini (Angelique),Franco Chillemi (Maestro Forte).

Un anno dopo i fatti del primo film  Belle e Adam (ex Bestia) - ormai marito e moglie- danno una grande festa in occasione del Natale. Durante i festeggiamenti viene raccontato del Netale dell'anno precedente, quando il principe era ancora una Bestia e aveva vietato ogni festeggiamento 



Grazioso seguito de "La bella e la bestia", seppure - come quasi tutti i sequel- meno riuscito del film originale. Abbiamo qui il piacere di conoscere il principe Adam, tornato nella sua dimensione umana e ormai felicemente sposato con Belle: i due danno una grande festa per Natale, durante la quale raccontano il Natale precedente, quando lui era ancora la Bestia. Ed è questa la storia vera e propria. 

Tra l varie cose che la Bestia aveva proibito era appunto il Natale, ma la presenza di Belle fa in modo che cambi idea; certo non in modo immediato, dato che oltretutto rappresenta un triste anniversario: il principe infatti era stato trasformato dalla fata proprio nel giorno di Natale.


Ovviamente la pazienza e dolcezza di Belle e la vivace insistenza dei vari personaggi come Tockins, Mrs Bric, Chicco, Lumiere e la new entry Angelique (ex fiamma di Lumiere trasformata in angioletto decorativo per l'albero) avranno la meglio, ma devo dire che lo svolgersi della storia è molto ben fatto rispetto ad altri sequel che ho visto. Anche l'animazione e la musica non sono male e riprendono abbastanza fedelmente quella del film di riferimento, seppure ovviamente meno belle. In particolare molto riuscito il personaggio della piccola Angelique.







martedì 26 gennaio 2021

Bridgerton: Il duca e io (Bridgerton: The duke and I), 2020

 


Ideata da Chris Van Dusen, con Phoebe Dynevor (Daphne Bridgerton), Regè- Jean Page (Simon Bassett, duca di Hastings),Jonathan Bailey (Anthony Bridgerton), Luke Thompson (Benedict Bridgerton),Luke Newton (Colin Bridgerton), Claudia Jessie (Eloise Bridgerton), Ruth Gemmel (Violet Bridgerton),Nicola Coughlan (Penelope Featherington), Ruby Barker (Marina Thompson),Adjoa Andoh (Lady Danbury),Polly Walker (Portia Featherington),Golda Roshevuel (Regina Charlotte), Will Tilston (Gregory Bridgerton), Florence Hunt (Hyacinth Bridgerton).


 Daphne Bridgerton, carina e spiritosa,nonostante il successo del suo debutto non  riesce a trovare nemmeno un corteggiatore, principalmente per colpa dei fratelli maggior Anthony e Benedict, che  piombano in massa su qualsiasi uomo si avvicini alla sorella, esaminandolo con sospetto senza ritenerlo degno di lei . 

Al contrario di Daphne, Simon Bassett, duca di Hastings e  amico di Anthony Birdgerton, è praticamente assillato da madri e figlie che cercano di accaparrarsi un buon partito, e per risolvere il problema propone alla giovane un accordo:i due fingeranno di essere una coppia, così lui non verrà più assillato da chicchessia, e lei si renderà finalmente interessante per altri corteggiatori. Il piano funziona ma gli imprevisti (piacevoli o meno) sono sempre in agguato....

Attendevo con ansia questa serie di grandissimo successo tratta dalla serie di romanzi di Julia Quinn sula famiglia Bridgerton (otto, uno per ogni fratello), e il risultato è stato...ni.
Ho letto i romanzi parecchi anni fa (2006/2007) e quindi non ricordo i particolari, ma ho notato parecchie differenze con la storia originale: non ricordavo Eloise così antipatica, in opposizione con Daphne e supponente e prepotente con Penelope (vuole imporle a tutti i costi la sua visione della vita quando l'altra è palesemente orientata altrove) oltretutto così fissata con il femminismo. Certo cercava una sua indipendnenza ma non così (non posso dire di più per non spoilerare la storia di Eloise, non sapendo nemmeno come verrà sviluppata a questo punto). La storia riguardante il personaggio di Marina è stata totalmente stravolta e la poveretta, che già nel libro dove compare lo fa per pochissimo e solo menzionata dagli altri (e da morta), qui ottiene una parte ancora peggiore perchè nonostante le sue azioni scorrette la si vorrebbe fare passare come personaggio positivo (sempre, mi pare di capire, in nome del femminismo). Riguardo la coppia principale non c'è molta chimica tra Daphne e Simon, oltretutto spiace dirlo ma lui anche se bello è piuttosto monoespressivo. Più di tutto però non approvo in alcun modo la cosiddetta "blackwashing", che trovo sia una delle cose più idiote partorite negli ultimi anni.
Di differenze che ne sono molte altre ma queste sono quelle che mi hanno infastidito di più.
La serie ha comunque il pregio di essere leggera, gradevole, con costumi e ambientazioni bellissime e alcuni personaggi degni di nota (Penelope, Lady Featherington e mamma Violet); inoltre ho molto apprezzato la commistione tra musica di oggi inserita in un ambiente di altro secolo (i brani suonati nelle varie feste sono pezzi rivisitati in chiave classica di Katy Perry Alicia Keys e altri cantanti odierni.
In originale la voce narrante di Lady Whistledown è di Julie Andrews, un peccato che nel doppiaggio vada persa.
E' appena uscita la notizia del rinnovo per la seconda serie, che avrà come protagonista Anthony Bridgerton; se si seguirà la serie di romanzi quindi le serie potrebbero essere otto, una per ogni fratello (ricordo che i fratelli Bridgerton hanno i nomi in ordine alfabetico: Anthony, Benedict, Colin, Daphne, Eloise, Francesca, Gregory, Hyacinth).

sabato 23 gennaio 2021

Regalo di Natale, 1986


Regia di Pupi Avati, con Diego Abatantuono (Franco ), Carlo Delle Piane (Antonio), Alessandro Haber (Gabriele ),Gianni Cavina (Ugo), George Eastman (Stefano). 

Alla vigilia di Natale Ugo, Lele e Stefano, amici di vecchia data, si riuniscono per una partita a poker invitando anche Antonio, un avvocato conoscente di Ugo e famoso nel giro del gioco per le sue ingenti perdite. Ognuno di loro ha delle vite fallimentari: chi gestisce una sala cinematografica in crisi, chi fa il giornalista ma di scarsa considerazione, chi è divorziato e chi nasconde la propria omosessualità. Ugo e Franco poi non si parlano da anni, da quando la moglie di quest'ultimo lo tradì con il primo....





Film considerato natalizio probabilmente solo a causa del fatto che si svolge alla vigilia di Natale, ma che in realtà del classico film delle festività ha ben poco (a mio avviso quasi nulla). Al limite si può cogliere la tristezza che provoca il fatto che, in un periodo solitamente considerato felice in cui la gente si dedica ai propri affetti e alla famiglia, i personaggi di questa storia non trovino altro modo che trascorrerlo al tavolo di gioco per via della loro dipendenza ma anche per altri motivi, tipo una vendetta da perpetrare anche a distanza di anni. Non sempre si tratta di una decisione dovuta a una mancanza di alternativa: uno di loro ha dei figli ma li snobba trovando scuse per non essere con loro, incurante di ciò che può provocare in essi questo palese rifiuto da parte del padre, altri avrebbero comunque altre possibilità ma nessuno di loro (a parte inizialmente Ugo, che poi però ci ripensa) ha detto no. Non si può nemmeno dire che l'abbiano fatto in nome dell'amicizia, dato che come si scopre dal racconto dei piccoli intrighi e tradimenti, dietro il gruppo di amici ormai non c'è più nemmeno quella, un valore da essi sacrificato in nome dell'avidità e dell'individualismo.
Il film è dunque permeato da un'atmosfera di squallore in cui si muovono i personaggi, vittime e carnefici allo stesso tempo e senza troppe giustificazioni; si fanno notare Abatantuono al suo primo ruolo drammatico Carlo Delle Piane nel ruolo del personaggio forse più carogna, travestito da agnellino, comunque anche lui con un qualcosa di malinconico.
Nel 1986 il film partecipò alla mostra del cinema di Venezia, dove Carlo Delle Piane vinse la Coppa Volpi come migliore attore; nel 1987 vinse due David di Donatello per la colonna sonora (ad opera di Riz Ortolani) e miglior suono. 





mercoledì 20 gennaio 2021

Mondo Youtube: Matteo Fumagalli

  Matteo Fumagalli è ormai da tempo uno dei più noti youtuber nel campo dei libri e della cultura, visto che nel suo canale tratta anche cinema, serie tv e altri argomenti. 

Di professione docente (ma non sono riuscita a capire dove e di che grado) Matteo recensisce (spesso con stroncature) ogni genere di libro, film e serie tv, specializzandosi nei prodotti trash: ormai storiche per chi segue il suo canale sono, ad esempio, le recensioni di "Parole al vento" (libro di poesie scritto da Flavia Vento), della serie americana "After" (libri e film) e dei due romanzi di Cleo Toms "Le #Piccole cose che amo di te" e "La magia delle piccole cose"; c'è da dire che la lista di titoli nella categoria è davvero lunga, per la fortuna dei fans del povero Matteo che si sacrifica puntualmente a leggere certa robaccia.      Attualmente pare che il libro più brutto di sempre sia tale "Kissing The Coronavirus" (come dare torto a chi gli ha attiribuito tale titolo?). 

Altra rubrica di successo (che io personalmente non seguo perchè non mi piace) è "FumaCupido", dove il nostro Youtuber si trasforma in una specie di consigliere sentimentale ispirandosi alle varie situazioni lette nei romanzi, anche quelli trash. 

Un difetto del canale a mio avviso è che Matteo pubblica quasi un video al giorno, perciò a volte si fa fatica a stargli dietro, io personalmente mi perdo molti video che comunque a volte recupero anche dopo qualche tempo. 




domenica 17 gennaio 2021

Mamma ho riperso l'aereo- Mi sono smarrito a New York (Home alone 2: Lost in New York), 1992


Regia di Chris Columbus, con Macauley Culkin (Kevin McCallister),Catherine O'Hara (Kate McCallister),John Heard (Peter McCallister), Joe Pesci (Harry Lime), Daniel Stern (Marvin Merchants), Devin Ratray (Buzz McCallister).


Un anno dopo il precedente film, sempre a Natale:  la famiglia McCallister decide di passare le vacanze a Miami e stavolta parte anche Kevin, che però viene nuovamente perso durante uno degli scali. Il bambino sbaglia aereo e finisce a New York ma trovandosi in tasca la carta di credito del padre non si perde d'animo e decide di soggiornare all'Hotel Plaza, dove inevitabilmente attira l'attenzione del sospettoso portiere....



Sequel del film del '90, è leggermente meglio del primo seppure la trama di base è quasi identica. 

La location delle avventure di Kevin , bambino simpatico come un dito schiacciato nella portiera, stavolta è il mitico Hotel Plaza di proprietà del miliardario Donald Trump (che compare in un cammeo). C'è da dire che al bimbetto, oltre all'intraprendenza, c'è da invidiare il "lato B"che ha in ogni situazione: non solo non gli succede nulla ma stavolta si ritrova in tasca la carta di credito del padre, che intende ovviamente usare per togliersi qualche sfizio (tipo appunto soggiornare al Plaza). Chi non ha altrettanta fortuna invece sono i due padri pasticcioni del primo episodio, che qu dopo essere evasi con l'obiettivo di svaligiare un famoso negozio di giocattoli, incrociano di nuovo la loro strada col moccioso e decidono di vendicarsi: come andrà a finire è facilmente intuibile, visto che come ho detto la trama d base dei due film è la stessa. Quasi quasi viene voglia di tifare per loro....

Ciò che veramente stupisce è che i solerti servizi sociali americani non si siano attivati con questi genitori che si perdono il figlio per ben due volte!






giovedì 14 gennaio 2021

Fratelli Caputo, 2020

 


Regia di Alessio Inturri, con Nino Frassica (Nino Caput), Cesare Bocci (Alberto Caputo), Aurora Quattrocchi (Agata  Caputo),Sara D'amario (Patrizia),Riccardo De Rinaldis (Andrea),Giorgia Boni (Barbara), Riccardo Antonaci (Giacomo), Carmela Vincenti (Rosalia), Andrea Vitalba (Carmela), FRancesco Guzzo (Turi),Giancarlo Commare (Simone).


Nino e Alberto Caputo sono due fratelli che però non si sono mai conosciuti: il loro padre Calogero, Emigrato a Milano, lasciò la moglie Agata rimasta in Sicilia per rifarsi una vita a Milano con un'altra donna, dalla quale ebbe il figlio Alberto. 

50 anni dopo, Alberto Caputo assieme alla moglie  e a figli decide di trasferirsi a Roccatella, paese natale del defunto genitore, per tentare la carriera politica come candidato sindaco, vincendo. Ovviamente incontra per la prima volta anche l fratello e sua madre Agata, e la convivenza fra i due gruppi familiari si preannuncia da subito difficoltosa...



Simpatica fiction andata in onda durante le vacanze natalizie, a dispetto dell'ambientazione estiva della storia raccontata. 

Certo non è niente di nuovo e anzi, alcune trovate sono abbastanza trite e ritrite: va bene mettere in scena le differenze culturali tra Nord e Sud, ma possibile che nel 2020 faccia ancora ridere vedere siciliani presi presi da schifo assoluto se vedono un piatto di risotto alla milanese? Per non parlare dello storico "da voi c'è la nebbia" stile Totò e Peppino..penso che un po' di aggiornamento da questo punto di vista non guasterebbe.

Per il resto però la storia mi ha divertito, seppure parta da una triste premessa: 50 anni fa Calogero Caputo (che per breve periodo era stato sindaco del suo paese, Roccatella) emigrò a Milano dove conobbe una donna più giovane e per lei lascio la moglie Agata e il figlio Nino, rimasti in Sicilia. Con la nuova moglie ebbe un secondo figlio, Alberto, ma col primogenito non ebbe mai più alcun contatto.

Ai giorni nostri è proprio Alberto, benestante e con una bella famiglia, a decidere di dare una svolta alla propria vita adando alla riscoperta delle sue origini: si trasferisce in Sicilia candidandosi proprio a sindaco di Roccatella e incontrando così per la prima volta il fratello Nino, che al contrario vive ancora con la madre nella casa natale ed è diventato uno squattrinato impresario per artisti improvvisati e non troppo talentuosi. Dato che Alberto e famiglia vanno a vivere nella casa natale del padre, lo scontro tra milanesi e siciliani (dovuto anche alla particolare situazione familiare) è assicurato, ma un poco alla volta subentrano anche affetto e collaborazione e come finir si può facilmente intuire. 

Tutto sommato la storia è carina e ben raccontata, merito anche non solo dei due protagonisti Cesare Bocci e Nino Frassica, ma anche dei comprimari, tra cui spiccano Agata, l'anziana e dispotica madre di Nino (con valide ragioni per odiare inizialmente i milanesi), moglie e figli di  Alberto (anche se la figlia è stata piuttosto antipatica nella maggior parte delle volte!), e Carmela, la corteggiatrice di Nino che chissà non possa un giorno spuntarla....

A me è piaciuta e spero che facciano una seconda serie.




lunedì 11 gennaio 2021

Barbie e lo Schiaccianoci (Barbie and the Nutcracker), 2001


 Regia di Owen Hurley, con le voci italiane di Daniela Fava (Barbie/ Clara), Simone D'andrea (Schiaccianoci/Eric), Pietro Ubaldi (Re Topo), Enrico Bertorelli (Nonno), Giorgio Bonino (Capitan Caramella), Elda Olivieri (Zia Elizabeth).


La giovane ballerina Clara vive con il nonno e il fratellino Tommy; alla Vigilia di Natale in casa viene organizzata una festa e in quell'occasione la zia Elizabeth regala alla nipote uno Schiaccianoci.

Durante la notte mentre tutti dormono il perfido Re Topo invade la casa assieme al suo esercito di topi per distruggere gli addobbi natalizi e rovinare quindi la festa; lo Schiaccianoci prende vita per difendere la casa....



Primo film di una lunga serie con protagonista Barbie, che per svariati anni è stato uno dei classici di Natale più graditi dalle bambine dei primi anni 2000: puntualmente usciva il DVD e annesse bambole. 

Ricordo infatti che quell'anno (il primo in cui lavoravo con i bambini) la Barbie Schiaccianoci era uno dei regali più richiesti per Santa Lucia e Natale dalle femmine, e il cartone furoreggiava anche fra i maschietti. 

Questo è ovviamente ispirato alla celeberrima opera di Tchaikovsky, con Barbie nei panni della protagonista Clara e Ken in quelli del principe Eric. 

Ci sono svariate differenze con l'originale, a partire appunto dalla figura del principe (che inserisce la solita parentesi romantica altrimenti non presente nella storia), tuttavia questo non inficia la narrazione di una bella favola musicale natalizia, in cui si mescolano al giusto livello buoni sentimenti, avventura e romanticismo (anche perchè diciamocelo: quanti bambini di sei anni conoscono l'originale Schiaccianoci?). Le scene di danza sono state creato dal coreografo Peter Martins, mentre la bellezza del balletto è resa dalle coreografie del New York City Ballet. 






venerdì 8 gennaio 2021

Parasite (기생충?, 寄生蟲), 2019

 


Regia di Bong Joon- Ho, con Song Kang-Ho (Kim Ki- taek), Chang Hyae-jiin (Kim Chung -sook), Choi Woo-shilk (Kim Ki-woo), Park So-damn (Kim Ki-jung),Lee Sun-kyun (Park Dong-ik), Jung Ziso (Park Da-Hye)


La famiglia Kim, composta dal padre Ki-taek, la madre Chung-sook e i figli  Ki-woo e  Ki-jung, vive nello scantinato di un palazzo sbarcando il lunario grazie a un misero sussidio di disoccupazione visto che nessuno di loro riesce  a trovare lavoro. Grazie al suggerimento di un amico Ki-woo si finge studente universitario e viene assunto per dare ripetizioni a Da- Hye, la figlia adolescente dei ricchi coniugi Park. Abbagliato dalla ricchezza che vede in quella casa e approfittando dell'ingenuità dei coniugi Park il ragazzo inventa un piano per cui riesce a fare assumere tutti i suoi familiari (il padre come autista, la madre come governante e la sorella come insegnante di arteterapia per il figlio minore), senza ovviamente rendere noto il legame di parentela. 

Quando la famiglia parte per le vacanze i Kim si appropriano della casa per quel periodo, ma non tutto andrà come previsto....



Particolare e insolito questo film che l'anno scorso ha vinto il Premio Oscar come Miglior film (primo film non occidentale nella storia dell'Academy ), ma devo ammettere che non conosco il cinema coreano e quindi forse mi è sembrato tale per questo motivo. 

L'azione è divisa in due ambientazioni principali, che rappresentano le rispettive famiglie e i ceti sociali da cui provengono: il seminterrato della famiglia Kim e la ricca casa elegante, supertecnologica e con enormi vetrate che espongono tutto ciò che c'è all'interno della famiglia Park. Nel primo caso abbiamo quattro persone costrette in pochi metri quadrati all'altezza della strada, dove dalle uniche finestre gli tocca di sopportare quelli che  gli pisciano quasi in testa; nel secondo abbiamo colori prevalentemente chiari ed estrema pulizia. Inevitabile che anche le famiglie che ci vivono siano l'una l'opposto dell'altra: segnati dalla vita e dalle difficoltà, con un livello morale piuttosto basso e desiderosi di risalire la china i Kim, ingenui (per meglio dire boccaloni) , noncuranti (dato che danno il loro benessere per scontato) e pieni di manìe i Park. 


Insomma una moderna denuncia sociale, due mondi che verranno brevemente a contatto con l'inganno, perpetrato inizialmente dal figlio con la scusa di trovare un lavoro (e quindi con la scusante del bisogno) ma che poi continua fno ad arrivare a livelli davvero estremi: per accaparrarsi gli altri posti di lavoro a disposizione nella ricca famiglia,  i membri della famiglia Kim non esitano a rovinare e mettere nei guai i dipendenti che già vi prestavano servizio, cioè l'autista (il cui posto verrà preso dal padre) e la governante (sostituita dalla madre). Proprio un segreto legato a quest'ultima però sarà il detonatore che innescherà la catena di eventi che porterà al ribaltamento finale. 

Devo dire che nonostante tutte le scusanti, non ho provato particolare simpatia per questa famiglia di scrocconi che mettono nei guai persone innocenti, non condivido quella che mi pare di aver capito essere la tesi del regista( e ciò che essere persone oneste è un lusso come tanti), anche se certamente vivere in condizioni sociali come quelle dei Kim può portare facilmente a non farsi troppi problemi pur di uscire dal disagio e ottenere condizioni di vita degne di questo nome. 

In Italia il film è stato notato sopratutto per il fatto che, a colonna sonora di una delle scene più cruente, c'è la canzone "In ginocchio da te" di Gianni Morandi (una delle mie canzoni preferite, tra l'altro).








lunedì 4 gennaio 2021

Gli Aristogatti (The Aristocats), 1970


Regia di Wolfgang Reithman, con le voci italiane di: Renzo Montagnani (Romeo), Melina Martello (Duchessa), Cinzia de Carolis (Minou), Emanuela Rossi (Bizet), Riccardo Rossi (Matisse),Renato Turi (Edgar),Wanda Tettoni (Madame Adelaide)


A Parigi la ricca Madame Adelaide vive con i suoi amati gatti, Duchessa e i suoi figli Minou, Matisse e Bizet. Un giorno la dama decide di fare testamente lasciando tutte le sue ricchezze ai gatti, suscitando così l'ira dell'avido maggiordomo Edgar che invece sperava di averle per sè. L'uomo rapisce così i gatti abbandonandoli in mezzo alla campagna nella speranza che nessuno li trovi mai; e così sarebbe se Duchessa e i micini non incontrassero Romeo, un simpatico gatto randagio che assieme alla sua banda li aiuterà a tornare a casa...



Un classico Disney molto amato che io, personalmente, non ho apprezzato granchè, forse anche perchè l'ho visto ormai grande. C'è da dire anche che, a parte rare eccezioni, non amo molto i film dove compaiono quasi esclusivamente animali. 
 Nonostante ciò non posso certo negare che sia un bel film, fatto bene e coinvolgente al punto giusto, per grandi e piccini non è certo difficile appassionarsi alle vicende di un gruppo di mici, che sono tra gli animali più amati. 
E diciamocelo: chi non vorrebbe essere al posto di Duchessa e dei suoi figli? Trattati come figli in tutto e per tutto, riceveranno anche l'eredità alla morte (non troppo lontana data l'età) di Madame Adelaide, la loro padrona. Qui spezzo una lancia in favore del povero Edgar: dopo una vita passata come fedele maggiordomo, vissuta in una cameretta ricavata da un sottotetto e tenuta non particolarmente bene (ma come, con tutti i soldi che ha Madame non poteva fargliela sistemare?) vedersi declassato  a favore di un gruppo di gatti non credo avrebbe fatto piacere a nessuno. 
Sbagliato però prendersela con gli incolpevoli felini e abbandonarli in aperta campagna (sempre meglio che ammazzarli come voleva fare Crudelia con i cuccioli dalmata). Pr fortuna qui incontrano Romeo, gatto randagio (in italiano doppiato in romanesco da Renzo Montagnani ,in originale invece è irlandese) a capo di una banda di gatti jazzisti scatenati che non ci mettono nulla a inglobare i nuovi arrivati tra di loro; e mentre i nuovi arrivati assaporano per la prima volta cosa voglia dire la libertà, inevitabile la storia d'amore tra Romeo e Duchessa, a lieto fine ovviamente. 
Insomma si arriva simpaticamente alla fine, seppure (ripeto) personalmente mi abbia lasciato poco o nulla: la cosa che ricordo più di tutte è la canzone con lo stesso titolo del film, tema portante della colonna sonora, cantata da Maurice Chevalier, e quella cantata da Montagnani "Romeo, er mejo del Colosseo".






Robert Hossein

 Il 31 dicembre 2020 è morto all'età di 83 anni l'attore francese Robert Hossein, famoso per aver interpretato negli anni '60 il marchese Joffrey de Peyrac nella serie di film "Angelica la marchesa degli angeli".

L'attore era nato a Parigi nel 1927 e aveva debuttato nel cinema alla fine degli anni '40; tra i suoi film si ricordano "Il riposo del guerriero" (1962) di Roger Vadim, "Madame Sans Gene" (1961), "Angelica" (1934, e tutti i film seguenti della serie), "La belva di Dusseldorf" (1965), "Gli scassinatori" (1971), "Nll'anno del Signore" (1969), "Bolero" (1981), "I miserabili" (1995).

Alla carriera di attore alternò quella di regista, in questo campo si ricordano: "Nella notte cade il velo" (1958), "Gli assassini vann all'inferno" (1957), "La belva di Dusseldorf"(1965), "I misrabili" (1982).




sabato 2 gennaio 2021

La casa di carta (La casa de papel), 2017- in corso



 Ideato da Alex Pina, con Ursula Corbero (Tokyo), Alvaro Monte (Il professore), Pedro Alonso (Berlino), Miguel Herran (Rio), Paco Tous (Mosca), Alba Flores (Nairobi), Jaime Lorente (Denver), Darko Peric (Helsinki), Itziar Ituno (Raquel Murillo), Enrique Arce (Arturo Roman),Roberto Garcia Ruiz (Oslo), Esther Acerbo (Monica Gatzambide).


Un gruppo di rapinatori vestiti con tute rosse e la maschera raffigurante Salvador Dalì penetra all'interno della Zecca di Stato per compiere una singolare quanto ambiziosa rapina: far stampare migliaia di milioni di banconote e scappare con il bottino.

Di loro si conoscono solo i nomi d'arte: Tokyo, Denver, Rio, Mosca, Berlino,Oslo, Helsinki, Nairobi, capeggiati dalla mente che ha organizzato tutto e che li guiderà tecnologicamente da una base segreta: il Professore...




Serie tv di grande successo quest'anno recuperata quest'estate. Inizialmente prodotta dal canale spagnolo Antenna 3, dopo il successo è stata acquistata da Netfli che ha diviso la prima stagione in due parti

L'idea, seppure non originalissima anche se molti l'hanno ritenuta tale (sbaglio o alcune cose ricordano un vecchio film di Tarantino di cui non ricordo il nome?), è buona e intrigante: un gruppo di criminali viene assoldato da un uomo apparentemente qualunque ma con una mente geniale che ha escogitato un piano per la rapina perfetta. L'uomo, chiamato il Professore, ha anche stabilito alcune semplici regole da rispettare in modo ferreo: 1- niente rapporti personali; 2- non fare nessuna vittima durante la rapina, in modo da attirarsi le simpatie dell'opinione pubblica quando sarà il momento; 3- non rubare soldi veri ma stampare in pochi giorni migliaia di banconote solo per loro.    Per fare ciò ai componenti della banda è proibito conoscere alcun dettaglio personale degli altri, nemmeno i nomi dato che sceglieranno degli pseudonimi 

La prima regola immancabilmente viene prontamente disattesa ancora prima di cominciare: Mosca e Denver sono padre e figlio, Oslo ed Helsinki sono cugini, Tokio e Rio si mettono insieme di nascosto durante l'addestramento e lo stesso Professore ha un fratello nel gruppo. Della serie "Fate quello che dico ma non fate quello che faccio"...oltre a ciò già nel corso dell'addestramento si instaurano dei rapporti di fiducia e amicizia per cui alcuni confidano ad altri particolari della propria vita (ad esempio il sogno di Nairobi è quello di riavere il figlio che le è stato tolto e affidato a una famiglia). 

Va da sè che già il primo giorno della rapina, poco dopo essere entrati nella Zecca e aver sequestrato tutti i presenti, manda tutto alla malora perchè lei è la cattiva ragazza controcorrente impulsiva caxxuta ecc che deve sempre fare a modo suo, personaggio che a quanto pare va di moda in molte serie tv odierne. 



Da qui sarà tutta un'escalation in crescendo di colpi tipo scacchiera con la polizia, in cui si distingue l'ispettrice Raquel Murillo, donna abilissima nel suo lavoro ma  in crisi a causa di una vita totalmente allo sfacelo: vittima di violenze da parte del marito (da cui si è infatti separata), deve gestire problemi con la figlia piccola che soffre per il divorzio, con la madre che dà segni di demenza senile e con i superiori che le stanno affossando la carriera. Insomma ecco una che sta peggio di me...

Nonostante Tokyo (voce narrante e personaggio insopportabile, per vedere la sua descrizione andate al post "I personaggi peggiori delle serie tv"), e nonostante vari svarioni e improbabilità (possibile che questi durante una rapina con relativo sequestro di svariate persone abbiano il tempo e la voglia di preoccuparsi dei cavoli loro, sopratutto sentimentali? quando si riuniscono tutti in una stanza a parlare, chi controlla gli ostaggi oltretutto divisi in varie stanze? La storia tra Monica e Denver e la parte tra Berlino e Arianna poi sono improponibili) la serie è riuscita ad appassionarmi, ero proprio curiosa d vedere come sarebbe andata a finire: anche se ammettiamolo, a due/tre puntate dalla fine già si potevano intuire alcune cose. Tra i personaggi i miei preferiti sono  Mosca e Nairobi, mentre Berlino, all'inizio antipatico, è improvvisamente schizzato al terzo posto dopo i primi due quando ha sbattuto fuori Tokyo legata a una barella dopo che lei l'aveva attaccato: scena di una goduria pazzesca, forse una delle poche gioie del 2020!

Ho trovato gli attori abbastanza bravi e in parte, anche se prove eccelse non ce ne sono (forse giusto gli interpreti di Raquel, Berlino e Nairobi un poco sopra gli altri). O

Ora sto seguendo la terza e quarta serie ma francamente....