mercoledì 17 aprile 2024

I sospiri del mio cuore ( Mimi wo sumaseba), 1995


 Regia di Yoshifumi Kondo, con le voci italiane di: Emanuela Ionica (Shizuku), Manuel Meli (Seji), Franco Mannella (Baron), Giancarlo Padoan (Shirou) 





 Shizuku è una tredicenne che vive con i genitori e la sorella e sogna di diventare una scrittrice. Un giorno, seguendo un misterioso gatto incontrato sulla metropolitana, si ritrova in un quartiere ordinato e silenzioso  dove, curiosando nel negozio di un vecchio antiquario, incontra  suo nipote Seji , il cui desiderio è diventare liutaio...



Bellissimo film di animazione dello studio Ghibli, con sceneggiatura di Myazaki. Come ho scritto più volte sono nostalgica di questo tipo di storie e di animazione, quindi quando vedo un film come questo sono sempre un po' di parte, ma ritengo davvero che questo film in particolare sia una spanna sopra agli altri del suo genere a parte "il castello errante di Hawl" e "la collina dei papaveri". 


Come spesso  accade in questi casi è un racconto di formazione con protagonisti due adolescenti e i loro sogni, le loro fragilità,  la nascita del primo amore, che avviene tramite un primo incontro fortuito (e forse, come predestinato) nel  negozio di antiquariato del nonno del ragazzo, un posto magico e fuori dal mondo ma molto adatto a due ragazzini curiosi e sensibili come i due protagonisti. 

Il tutto raccontato in maniera divertente e anche poetica, realistica nella descrizione dei vari personaggi- anche quelli di contorno- dove fantasia e realtà sono ben bilanciate e dove la parte grafica impressiona per la sua accuratezza. E' una storia che parla alle persone di ogni età, con un'aura di malinconia accentuata dalla conoscenza del triste destino del regista, che poco dopo la realizzazione del film morì a 47 anni a causa del superlavoro. O forse....l'aura di malinconia è dovuta alla mia et che scorre, alla nostalgia che ogni tanto provo per la mia adolescenza, vissuta più o meno in quegli anni.

Insomma un film che vale la pena di vedere  e rivedere perchè davvero risolleva l'animo!













mercoledì 10 aprile 2024

Vita da Carlo- stagione 2, 2023


 Regia di Carlo Verdone, con Carlo Verdone, Monica Guerritore (Sandra), Caterina De Angelis (Maddalena),Filippo Contri (Giovanni), Max Tortora, Sangiovanni, Maria Paiato (Annamaria), Antonio Bannò (Chicco), Stefania Rocca (Sofia), Claudia Potenza (Ivana), Fabio Traversa. 


Tramontata l'ipotesi di diventare sindaco di Roma, Carlo Verdone sta per realizzare il sogno di dirigere un nuovo film completamente diverso da quelli realizzati finora: un film d'autore autobiografico, ispirato a un episodio della sua gioventù. Per interpretare sè stesso da giovane gli viene imposto il cantante Sangiovanni, che Carlo inizialmente accoglie di malavoglia, ma che frequentandolo comincia ad apprezzare. Nel frattempo il figlio Giovanni ottiene il suo primo processo difendendo la vittima di un malavitoso, mentre Maddalena, incinta, torna a vivere dal padre...



Premessa: sono una nostalgica delle vecchie serie tv tipo "Happy days" e "Vita da Strega", prodotti leggeri, gradevoli, divertenti, che facevano trascorrere un'oretta della propria giornata con serenità, senza trascurare ogni tanto anche temi più seri. Sono piuttosto stufa delle serie tv di oggi, dove per la maggior parte ci sono stupri, omicidi, rapimenti, violenze di ogni tipo, drammi, ecc: non che non vadano bene, ma francamente a volte dopo una giornata di lavoro ho voglia di vedere qualcosa che mi appassioni ma mi strappi anche un sorriso. Ho finalmente trovato ciò che cercavo con "Vita da Carlo", di cui ho visto recentemente la seconda stagione.


Ho letto molte critiche riguardo questa  serie, ma a me è piaciuta davvero tanto, e anche la seconda stagione è stata una bella conferma della prima: mi sono appassionata alle tragicomiche vicende del povero Verdone, che cerca tra mille ostacoli di realizzare il suo sogno di dirigere un serio film d'autore mentre nella vita privata deve vedersela con la x moglie in crisi, la figlia incinta e incasinata, il figlio esposto in quanto sta affrontando un boss tipo Casamonica in tribunale, l'ex fidanzato della figlia che cerca di riconquistarla anche a suon di bugie, le paturnie dell'amico Max, una nuova fiamma pazzerella e la domestica Annamaria che anche lei trova l'anima gemella.....il tutto narrato e interpretato con garbo, leggerezza, simpatia, senza trascurare alcuni temi inerenti al mondo dello spettacolo, ad esempio la difficoltà di cambiare genere di film quando si è legato il proprio nome ad un genere particolare, scontri e incontri tra regista e attori e produttori, il rischio per un attore di rimanere incastrato nel ruolo che gli ha regalato la fama: quest'ultimo problema è rappresentato  da Fabio Traversa, il famoso Fabris di "Compagni di scuola", che qui interpreta molto bene sè stesso in versione rancorosa. 



Certo, dieci puntate della durata di poco più di mezz'ora ciascuna non consentono di approfondire particolarmente altri temi che si intravedono sottotraccia e che magari sarebbero stati altrettanto interessanti, ma d'altra parte nessuno è perfetto, e visto l'attuale panorama delle serie tv mi va più che bene. Mi sono molto affezionata ai personaggi, in particolari ai giovani Caterina De Angelis, Antonio Bannò e Sangiovanni (che non conoscevo come cantante ma che qui non mi è sembrato fuori posto, nonostante non credo sia tagliato per fare anche l'attore). Peccato non poter avere tra il cast l'amico- cognato Christian De Sica perchè l'episodio dove compare come "guest star" secondo me è il migliore. Unico neo: il personaggio di Stefania Rocca, mi spiace per l'attrice ma l'ho trovato un personaggio inutile e fuori luogo. Lieto fine assicurato, ma anche commovente. 

Vari e simpatici camei di personaggi famosi, colleghi e amici di Verdone: tra questi Claudia Gerini, Gabriele Muccino, Maria De Filippi , Ibrahimovic. 

E chissà che non ci sia una terza stagione? Io personalmente ho già una serie di idee per come vorrei si svolgesse:  Verdone se mi leggi mi contatti pure!



domenica 7 aprile 2024

Priscilla, 2023


 Regia di Sofia Coppola, con Cailee Spaeny (Priscilla Beaulieu), Jacob Elordi (Elvis Presley), Ari Cohen (Capitano Beaulieu), Dagmara Dominczyk (Anne Beaulieu), Tim Post (Vernon Presley). 



Nel    la 14enne Priscilla conosce Elvis Presley mentre quest'ultimo svolge il servizio militare; nonostante la forte differenza di età ( ) i due si innamorano e iniziano una complicata relazione, inizialmente ostacolata dai genitori della ragazza, che solo dopo molte lotte si convincono alla fine a lasciarla andare a vivere nella casa della sua famiglia, Graceland. Qui Priscilla, non ancora maggiorenne,  si ritrova di fatto rinchiusa in una gabbia dorata.... 




Basato sul libro autobiografico "Elvis e io"  (1985 ), come si evince dal titolo è la storia d'amore tra Elvis Presley e la moglie Priscilla raccontata dal punto di vista di lei. 

Niente di particolarmente nuovo visto che chi conosce almeno un po' la storia del re del rock (come me, grazie a mia mamma che è una sua fan) conosce anche questa parte della sua vita, magari non proprio nei dettagli e concentrandosi più sulla parte "glamour" della storia. In questo film l'intento della regista è concentrare l'attenzione su Priscilla, sulla sua esperienza (non proprio felicissima e anzi, con parecchie ombre) e sul suo percorso di donna. 


Si comincia quindi dal loro primo incontro, avvenuto in una base militare della Germania mentre lui svolgeva il servizio militare e lei viveva lì con la famiglia al seguito del padre  militare; all'epoca Priscilla aveva solo 14 anni, e conoscere Elvis inizialmente rappresenta il coronamento dei suo sogni di adolescente, quindi la sua infatuazione per lui è più comprensibile. Lo è meno quella di lui per lei dato che all'epoca aveva  24 anni ; probabilmente in un mondo superficiale e vizioso come quello dello spettacolo lui rimane colpito dalla sua ingenuità e dai suoi modi un poco infantili; il film non è molto chiaro su questo, e anche la parte del trasferimento di Priscilla a Graceland si svolge in maniera piuttosto frettolosa, sta di fatto che da subito la giovanissima fidanzata- bambina del divo più amato del mondo si trova in una prigione dorata, dove è servita e riverita ma anche lasciata da sola per lunghi periodi assieme ai parenti di lui (non sempre gentili con lei e anzi, spesso carcerieri non troppo inconsapevoli, come il padre Vernon) , dove deve rimanere nascosta per non turbare i fans che lo credono ancora single, dove anche quando Elvis c'è i motivi di frustrazione non sono pochi, dato che lui pretende che lei sia sempre disponibile per lui senza limiti, pretende di decidere il suo look e i vestiti che deve indossare, non considera i bisogni sessuali che si manifestano nella giovane donna imponendole una morale religiosa che va al di là di valori che comunque si possono anche considerare accettabili anche se non li si condivide. 

Per ovvi motivi i due protagonisti primeggiano su tutti gli altri, per altrettanti ovvi motivi il personaggio femminile di Priscilla risalta su quello di Elvis, che qui purtroppo non fa una bellissima figura dato che viene dipinto come un uomo in fondo buono ma con mille manie e pretese, comprese quelle religiose. Della sua musica c'è poco o nulla, probabilmente per una questione di diritti. 

Un film che potrà interessare gli appassionati di Elvis ma che tutto sommato ha parecchi difetti che ne inficiano la visione, rendendolo piuttosto noioso. Molto buona invece la fotografia, scenografia e costumi. 



martedì 2 aprile 2024

Ragazze vincenti (A league of their own), 1992

 


Regia di Penny Marshall, con Geena Davis (Dottie ), Lory Petty ( Kit ), Tom Hanks (Jimmy Dougal ), Megan Cavanagh(Marla ), Madonna ( Mae), Rosie O'Donnel ( ), Betty Schram (Evelyn ), Gary Marshall (Walter Harvey)


USA, 1943: a causa della mancanza di giocatori uomini- impegnati al fronte- il campionato di baseball rischia di saltare; l'industriale dolciario Walter Harvey ha così l'idea di aprire il baseball anche alle donne, finanziando un campionato di baseball femminile. Vengono reclutate giocatrici da ogni parte d'America, tra cui spiccano le sorelle Dottie e Kit, la vivace May con l'amica Doris, la timida e bruttina Marla e molte altre, che formano una squadra chiamata "Rockford Peaches"; ad allenarle Jimmy Dougal, un ex campione di baseball caduto nel dimenticatoio a causa dell'alcolismo....




Oggi torniamo agli anni '90 con un bel film al femminile che racconta una storia vera: la nascita della "All American Girls professional Baseball League", il primo campionato di baseball femminile, che si giocò dal 1943 al 1954. Durante la guerra infatti, non essendo disponibili giocatori uomini perchè impegnati al fronte, si decise di aprire lo sport alle donne per la prima volta. 


Nonostante il film sia obiettivamente di poche pretese e miri principalmente a intrattenere e raccontare una bella storia, funziona probabilmente proprio per queste caratteristiche, che non necessariamente sono un difetto: anzi in questo caso sono il pregio principale del film, assieme a un cast azzeccato ed eterogeneo, dove vengono rappresentati svariati personaggi: le sorelle - rivali, la ragazza timida, il maschiaccio (interpretata da Madonna in un ruolo molto adatto per lei), la madre costretta a portarsi dietro il pestifero figlioletto, la ragazza probabilmente lesbica, il campione decaduto in crisi, l'impresario con mentalità moderna che decide di dare una chance alle ragazze; ogni interprete ben compreso nel suo ruolo e amalgamato con gli altri, in modo da dare vita a una serie di personaggi che, seppure a volte non troppo approfonditi (anche se c'è da dire che, per cogliere determinate sfumature e caratterizzazioni, bisogna vedere il film più di una volta), rimangono nel cuore dello spettatore riuscendo ad accendere il suo interesse sia per le storie dei singoli che per le sorti della squadra (anche in chi non conosce il baseball, sport per eccellenza in USA ma da noi non troppo considerato, sopratutto all'epoca dell'uscita del film nelle sale italiane).

Si ride, si riflette su argomenti importanti e ancora oggi attuali (anzi, a mio avviso si riflette più con questo film che con parecchie opere moderne "politicamente corrette") ci si commuove, si fa anche il tifo; alla fine ci si sente anche invogliati ad approfondire la vera storia delle giocatrici e del loro campionato, e si prova soddisfazione per quanto appena visto. Il che non è affatto poco, sopratutto al giorno d'oggi.







sabato 30 marzo 2024

Louis Gossett jr

 E' morto all'età di 87 anni l'attore americano Louis Gossett jr.

Nato a New York nel 1936, esordì al cinema nel 1961 nel film "Un grappolo di sole". Tra i suoi film si ricordano: "Abissi" (1977), "Ufficiale e gentiluomo" (1982, per il quale vinse il Premio Oscar come migliore attore non protagonista), "Lo squalo 3" (1983), "Il vendicatore" (1989), "Gli esclusi- Il mondo in guerra" (2005).







venerdì 29 marzo 2024

Past lives, 2023

 


Regia di Celine Song, con Greta Lee (Nora ), Theo Yoo (Hae Sung ), John Magaro (Arthur)


Corea del Sud, 2000: Na Young e Hae Sung sono due fidanzatini 12enni che devono separarsi quando lei emigra con la famiglia in Canada;


Ventiquattro anni dopo, i due si ritrovano tramite Internet: lei ora si chiama Nora, è sposata con l'americano Arthur, vive a New York e aspira  a diventare scrittrice. Nonostante tutto Hae Sung chiede di andare a trovarla....




Gradevole film romantico ma non sentimentale nel senso comune della parola; anzi, a mio avviso forse un po' insolito.

Un film che, sopratutto, non ha fretta; si prende il tempo necessario per mostrarci in modo credibile una storia alla "Sliding doors": occasioni mancate, qualche rimpianto, trovarsi a un certo punto della vita a pensare "cosa sarebbe successo se...?". In questo caso abbiamo un giovane coreano,   , che non ha mai dimenticato la fidanzatina di quando aveva 12 anni,   , emigrata da vent'anni in USA con la famiglia e ora aspirante scrittrice. Nonostante le vite di entrambi siano regolarmente continuate (Nora è pure sposata con un americano), il suo ricordo non ha mai abbandonato     , che a un certo punto dopo averla rintracciata tramite Internet decide di andare a trovarla per scoprire se i suoi ricordi, i suoi sentimenti e sensazioni siano ancora reali. 

Anche Nora (personaggio che sotto molti aspetti autobiografici è ispirato alla regista stessa) non lo ha mai dimenticato, e la sua visita innesca una specie di viaggio interiore da parte di entrambi e anche del marito di lei, coinvolto suo malgrado nei pensieri della moglie.

Un film coinvolgente dove non succedono grandi cose, ma 






sabato 23 marzo 2024

Cuori puri, 2017


Regia di Roberto De Paolis, con Selene Caramazza (Agnese), Simone Liberati (Stefano), Edoardo Pesce (Lele), Barbara Bobulova (Marta), Stefano Fresi (Don Luca).




Nella periferia di Roma vivono Agnese e Stefano: lei ha 18 anni, molto religiosa, frequenta la parrocchia di Don Luca; lui ha 25 anni, dopo un passato difficile lavora come custode del parcheggio di un centro commerciale. I due giovani si incontrano e si innamorano, ma in un contesto degradato anche con le buone intenzioni non è facile costruirsi una vita decente...


Film visto durante il lockdown - ormai 4 anni fa, per dire come sono in ritardo con alcune recensioni!- mi ha colpito in positivo perchè l'ho trovato originale sotto molti aspetti. 
Ambientato in un'assolata periferia romana (ecco, sicuramente l'originalità non sta nell'ambientazione....), ho provato molta tenerezza per i due giovani protagonisti e per le difficoltà che si trovano ad affrontare, in una società che tende sempre più alla chiusura e alla divisione. Seppure con background diversi, entrambi vivono come chiusi in gabbie: Agnese in una prigione "dorata" con una madre molto religiosa che pretenderebbe di decidere per la vita sentimentale e sessuale della figlia, Stefano (che il carcere l'ha conosciuto per davvero) in una prigione di legami e di affetti che però ne ostacolano il reinserimento in società e sopratutto l'aspirazione a vivere una vita migliore in un contesto di onestà. Sono due prigioni insidiose in quanto condivise dai due protagonisti: ho apprezzato in questo senso la descrizione della parrocchia frequentata da Agnese e dalla madre come un luogo normale, non fanatico, diretto da un sacerdote che davvero crede in ciò che fa e non disprezza chi agisce diversamente. 
E' un film che- a mio avviso- in altri tempi sarebbe potuto appartenere al filone del neorealismo, dato che descrive la realtà della periferia romana per quella che è, dove spesso è difficile distinguere del tutto anche tra buoni (o meglio onesti) e cattivi, dato che spesso tali caratteristiche convivono tra le persone. 






mercoledì 13 marzo 2024

Notte degli Oscar 2024

Come ogni anno a Los Angeles si è svolta la consueta Notte degli Oscar, durante la quale sono stati assegnati i premi per l cinema inerenti all'anno 2022.

Ecco i vincitori nelle categorie principali:


Miglior film: Oppenheimer



Miglior attore protagonista: Cillian Murphy ("Oppenheimer")



Miglior attrice  protagonista: Emma Stone (Povere creature)





Migliore attore non protagonista: Robert Downey jr ( )



Migliore attrice non protagonista:



Miglior regista: Christopher Nolan (Oppenheimer)



Migliore film Straniero: "La zona d'interesse" 







Come ampiamente previsto, il grande protagonista è stato "Oppenhimer", vincitore di 7 premi tra cui tre nelle  categorie principali. Devo dire che quest'anno per me le nomination non hanno avuto grande attrattiva dato che non ho visto quasi nessuno dei film candidati, quindi non ho seguito più di tanto le aspettative, anche perchè avevo pochi dubbi che "Oppenheimer" uscisse vincente in molte categorie. 

Mi fa comunque piacere il premio a Robert Downey jr, attore carismatico ma dalla vita tormentata, anche molto sfortunato se vogliamo, che sembra essersi ripreso

Unica cosa, come sempre quando in gara c'è un film italiano, tifavo per "Io capitano" di Matteo Garrone, che concorreva nella cinquina di film in lizza per l'Oscar alla miglior pellicola estera. Non ho visto il film ma mi fa sempre piacere quando un film italiano riesce a imporsi a Hollywood uscendo dal circuito nazionale. Mi è un po' spiaciuto che non abbia vinto ma pazienza.

Altra nota italiana durante la serata, Andrea Boccelli e il figlio Matteo hanno cantato "Con te partirò", scelta come canzone d'accompagnamento per il momento "In memoriam". A proposito di questo momento, da sempre uno dei miei favoriti in quanto vengono ricordate le persone scomparse del mondo del cinema, ormai non posso che confermare la pessima realizzazione che viene messa in pratica: come l'anno scorso i nomi scorrevano troppo velocemente e spesso nemmeno si riusciva a leggerli. Almeno per gli attori scomparsi hanno messo una scena di un loro film, ma sempre di pochi secondi, giusto il tempo di farci vedere la faccia della persona ricordata, e stop. Basta anche con l'inevitabile balletto che correda la musica ma fa in modo che lo schermo dove scorrono le immagini degli artisti scomparsi venga ripreso male per riprendere i ballerini che si esibiscono. 


venerdì 8 marzo 2024

Manodopera ((Interdit aux chiens et aux Italiens), 2023


 Regia di Alain Ughetto, con le voci italiane di: Marina Tagliaferri (Cesira), Stefano Pagani (Luigi), Diego Giuliani (Antonio), Laura Devoti (Luisa).


Primi anni del 1900: Luigi Ughetto, assieme alla moglie Cesira, emigra in Francia in cerca di una vita migliore, come molti italiani all'epoca. Riusciranno ad averla, con tanto impegno e sacrificio....




Un bel film di animazione che , tramite la storia della famiglia di origine del regista, ripercorre le vicende proprie degli italiani emigrati in paesi stranieri: come si evince dal cognome infatti, i nonni erano italiani, provenienti dal paese montano di Ughettera, nel Piemonte.

E' nonna Cesira che racconta al proprio nipote la stori della famiglia, partendo dai primi anni del '900: l'incontro con il marito Luigi, il matrimonio, la decisione di varcare le Alpi dirigendosi in Francia per cercare un futuro migliore, la nascita dei figli, le fatiche, le gioie ma anche le tragedie che colpiranno la famiglia nel raggiungimento del proprio obiettivo. Un racconto semplice e lineare ma ricco di emozione, ho rivisto in molte cose i racconti dei miei nonni  di altre persone della mia famiglia emigrati in Svizzera nel secondo dopoguerra: lavoro molte volte sfruttato, la difficoltà di adattarsi, il dispiacere di lasciare nel paese natale i propri affetti, il premio nell'integrarsi e trovare davvero l'opportunità di costruire una vita migliore per la propria famiglia. 

Un film realizzato con la tecnica classica dello "Stop motion" (marionette fotografate fotogramma per fotogramma), che ho recuperato di recente al cinema nonostante fosse uscito a settembre. 







lunedì 4 marzo 2024

Paolo Taviani

 E' morto a Roma all'età di 92 anni il regista Paolo Taviani.

Nato a San Miniato nel 1931 e fratello del regista Vittorio scomparso nel 2018, assieme a lui ha formato un duo artistico tra i più importanti del cinema italiano. I due fratelli  si trasferirono negli anni '50 a Roma dove cominciarono a lavorare nel mondo del cinema come sceneggiatori e registi di documentari e aiuto registi.

Il primo film fu  (1962) "un uomo da bruciare", assieme all'amico Valentino Orsini, ispirato alla vita di un sindacalista siciliano del dopoguerra ucciso dalla mafia; il primo film esclusivamente girato da loro invece fu nel 1967 "I sovversivi".
Da allora, firmano assieme alcuni dei più importanti film del cinema italiano: "San Michele aveva un gallo" (1972), "Padre Padrone" (1977), "Kaos" (1984 )- ispirato ad alcune novelle di Pirandello e vincitore del DAvid di Donatello e Nastro D'argento per la sceneggiatura, scritta con Tonino Guerra, "La notte di San Lorenzo" (1982) (vincitore del Gran Premio della Giuria a Cannes), "fiorile" (1989), "Le affinità elettive" (1993), "Tu ridi" (998)- ancora tratto da Pirandello-, "L masseria delle allodole" (2007), "Cesare deve morire" (2012), girato con i detenuti del carcere di Rebibbia, "Maraviglioso Boccaccio" (2014) (rilettura di alcune novelle del Decamerone),  "Una questione privata" (2017), tratto dal romanzo di Beppe Fenoglio, che fu l'ultimo film girato assieme  prima della morte di Vittorio. 

Nel 2022 Paolo Taviani ha girato il suo ultimo film, "Leonora addio", con il quale ha partecipato al Festival del cinema di Berlino. 




domenica 3 marzo 2024

Luis Molteni

 E' morto l'attore  Luis Molteni, famoso caraterista soprannominato "il Dany De Vito italiano".

Vero nome Gianluigi Molteni, nato nel 1950, debuttò al cinema nel 1980 con "Ho fatto spalsh"di Maurizio Nichetti; tra i suoi film si ricordano "Ladri di saponette" (1989), "Perdiamoci di vista" (1993), "Viaggi di nozze" (1995), "La leggenda del pianista sull'oceano" (1998), "Pinocchio" (2002), "Che ne sar di noi" (2004), "Manuale d'amore" (2005), "Una moglie bellissima" (2007), "Dieci inverni" (2010), "Natale in crociera" (2007), "L'ultima ruota del carro" (2013), "Amici come prima" (2018), "Mochettieri del re- La penultima missione" (2018), "Chi ha incastrato Babbo Natale?" (2021), "Romeo è Giulietta" (2023).

Alla carriera cinematografica affiancò anche quella teatrale e televisiva.






sabato 24 febbraio 2024

La lunga notte- La caduta del Duce, 2023




 Regia di  Giacomo Campiotti, con Alessio Boni (Dino Grandi), Duccio Camerini (Benito Mussolini), Ana Caterina Morariu (Antonietta Grandi), Lucrezia Guidone (Edda Ciano), Marco Foschi (Galeazzo Ciano), Martina Stella (Claretta Petacci), Daniele Natali (Giuseppe Bottai), Emma Benini (Beatrice Grandi), Riccardo De Rinaldis (Italo Niccolai), Flavio Parenti (Principe Umberto), Aurora Ruffino (Principessa Maia Josè), Luigi Diberti (Vittorio Emanuele III). 



Fiction che racconta in modo piuttosto romanzato i fatti che portarono, il 25 luglio 1943, il Gran Consiglio del Fascismo  a decretare le dimissioni di Benito Mussolini, portando così alla caduta del regime fascista dove 21 anni di dittatura. 

La figura di Dino Grandi, il protagonista interpretato da Alessio Boni, è qui piuttosto ingigantita rimpicciolendo di rimando le figure degli altri "congiurati",a parte quella di Galeazzo Ciano: talvolta durante la visione ho avuto l'impressione che la "Congiura" (che poi tale non era) fosse più che altro uno scontro quasi esclusivo tra Grandi e Ciano, acerrimi nemici che casualmente si sono trovati ad unire le loro forze per una causa comune. 

Tuttavia le accuse di revisionismo che continuo a sentire ovunque ( e che, se è per questo, hanno colpito anche il povero Mameli, morto nel 1849) sono assurde: Grandi non viene certo presentato come un eroe, è un fascista neanche pentito di esserlo, solo ritiene che Mussolini abbia fatto degli errori irreparabili e che sia ora che l'Italia torni in mano ai Savoia. Certo la buona interpretazione di Alessio Boni riesce ad accattivare le simpatie del pubblico verso questo personaggio, ma che venga osannato non mi pare proprio. Nel resto del contesto ho trovato decadenza, orrore della guerra, presa di coscienza sopratutto da parte di giovani (ma non solo) che poi alla fine porteranno alla lotta partigiana. Non proprio un'esaltazione del fascismo, del resto in questo specifico contesto storico sarebbe impossibile anche per i nostalgici più fanatici trovare qualcosa da esaltare. 


La narrazione si alterna tra "giallo" (più o meno, visto che sappiamo già come finirà, però un po' di suspence è sempre presente) e melò sentimentale tra alcune coppie: vere (Grandi e la moglie, Mussolini-Petacci, Umberto di Savoia - Maria Josè, Edda e Galeazzo Ciano) e inventate (la nipote dei coniugi Grandi e il figlio del ribelle ucciso dai fascisti); questo espediente è tipico delle fiction un po' per attirare più pubblico, un po' per alleggerire la storia. Anche se le vicende non mi sono sembrate particolarmente toccanti, la cosa funziona comunque. 

Se Aurora Ruffino riesce a mantenere una certa dignità nell'interpretare la futura ultima regina Maria Josè (Comunque non è apparsa molto in parte), totalmente fuori luogo la Petacci di Martina Stella: ora, non che io sia una fan del personaggio storico, ma dipingerla come una ninfetta isterica mi sembra troppo. 

Incomprensibile la parte finale: è vero che sappiamo bene come è proseguita la storia, ma un disclaimer finale comunque non avrebbe fatto male, se non altro per completezza. 



mercoledì 21 febbraio 2024

I Tre moschettieri: Milady ( Les Trois Mousquetaires: Milady), 2023

 


Regia di Martin Bourboulon, con Francois Civil (D'Artagnan), Vincent Cassel (Athos), Pio Marmai (Porthos), Romain Duris (Aramis), Eva Green (Milady), Lyna Koudri (Constance Bonaciueux), Louis Garrel (Luigi XIII), Vicky Crieps (Anna D'austria), Eric Ruf (Cardinale Richelieu), Jacob Fortune Loyd (Duca di Buckingham).


1627: Dopo la scomparsa della fidanzata Constance, D'Artagnan la cerca in ogni dove; nel suo peregrinare incontra di nuovo Milady (in precedenza creduta morta), scoprendo che è lei la misteriosa moglie di cui Athos gli aveva parlato.....



Seconda parte della nuova saga dedicata ai Tre Moschettieri, accattivante e riuscita nonostante della storia originale qui ci siano solo i personaggi principali e poco altro. A mio avviso questo secondo capitolo è molto meglio del precedente, che mi aveva lasciato non proprio soddisfatta anche se il giudizio finale non era stato negativo. Stavolta mi sono lasciata "prendere" dallo spettacolo e mi sono goduta il film. 

Certo, dal titolo ci si aspetterebbe un migliore approfondimento del personaggio di Milady e sopratutto del suo rapporto con Athos; cosa che avviene solo in parte e sempre per via di qualche indizio qua e là che poi non viene ripreso se non in minima parte, ma dal finale si capisce che ci sarà un terzo episodio probabilmente interamente sviluppato in tal senso. Sperò tanto quindi che sia dia molto più spazio a questo personaggio, ottimamente interpretato da Eva Green, che ritengo probabilmente la migliore Milady portata finora sullo schermo. 


E sicuramente buona parte della riuscita del film sta anche in un cast azzeccato per tutti i personaggi, anche quelli OC come il fratello di Athos, la sorella di Aramis, il principe di colore che rappresent sì una concessione alla modernità, ma non stona con tutto il resto: il personaggio e il suo ruolo sono bene inseriti all'interno della storia, in maniera credibile e interessante. 

Per quanto riguarda i personaggi principali già esistenti nella storia originale, non ho notato differenze o approfondimenti particolari, sono sostanzialmente gli stessi, a parte forse l'affetto che lega Aramis alla propria sorella e Porthos che si innamora della stessa. E finalmente l'odioso fratello del re viene tolto di mezzo. 

Come detto, dal finale si presagisce un terzo episodio con una storia quasi sicuramente ormai sviluppata per conto proprio. Devo dire che sono curiosa di vederlo....


P.S: che dire: storia cambiata, personaggi inventati, personaggi sopravvissuti....ma  l'unica che ci rimette comunque le penne è la povera  Costance Bonacieux . Anche in questa versione! ;(





sabato 17 febbraio 2024

Mameli- Il ragazzo che sognò l'Italia, 2024


 Regia di Luca Lucini e Ago Panini, con Riccardo De Rinaldis Santorelli (Goffredo Mameli), Amedeo Gullà (Nino Bixio), Barbara Venturato (Geronima Ferretti), Neri Marcorè (Giorgio Mameli), Chiara Celotto (Adele Baroffo), Luca Ward (Padre Sinaldi), Ricky Memphis (Ciceruacchio), Maurizio Lastrico (Giuseppe Garibaldi).


Genova,  1847 : il giovane Goffredo Mameli, proveniente da una famiglia altoborghese, è innamorato ricambiato della marchesina Geronima Ferretti, che però è costretta a sposare un uomo molto più vecchio di lei. Disperata, la ragazza si suicida e Goffredo, rimasto solo, cade in un periodo di profonda depressione da cui si risolleverà dopo aver fatto amicizia con Nino Bixio, che lo introduce nel suo gruppo di amici uniti da comuni ideali di giustizia e di lotta per una patria unita e libera....


Finalmente una fiction dedicata a un patriota ritenuto (a torto) poco importante nella storia del Risorgimento: Goffredo Mameli, autore del nostro Inno Nazionale (dal 1946). 

Tentativo come sempre apprezzabile, che nonostante la storia sia ampiamente romanzata può servire a riscoprire una figura importante del nostro Risorgimento, sopratutto per le giovani generazioni in caso siano interessate (ne dubito purtroppo). La narrazione mira evidentemente a svecchiare personaggi che studiando sui libri di scuola abbiamo sempre percepito come "vecchi", e che invece in massima parte erano molto giovani (Mameli morì a 21 anni) quando cominciarono la loro lotta per un'Italia unita e libera dal dominio straniero; in quest'ottica si comprende la scelta di attori molto giovani e con un volto accattivante per il pubblico come protagonisti. Nel complesso mi pare che la fiction abbia riportato in maniera fedele il clima generale che i personaggi si trovarono a vivere.


Certo non mancano nemmeno le pecche: non ho capito perchè caratterizzare in quel modo Nino Bixio (nonostante tutto simpatico, quindi bravo all'interprete), inoltre i costumi in parecchie scene mi sono sembrati fin troppo sgargianti per l'epoca, tutto sommato è una storia godibile e anche interessante. 

Da bresciana, spero che prima o poi qualcuno faccia una fiction su Tito Speri e sulle Dieci Giornate. 

Su questa fiction, come su "La lunga notte- La caduta del Duce" (prossima recensione) sto sentendo talmente tante stronzate che presumo farò un post a parte per discuterne un po'. 





mercoledì 14 febbraio 2024

Adagio, 2023


 Regia di Stefano Sollima, con Piefrancesco Favino (Cammello ), Valerio Mastandrea ( Polniuman), Toni Servillo (Daytona ), Gianmarco Franchini (Manuel), Adriano Giannini (Vasco). 


Tre ex criminali un tempo molto amici, ma le cui strade sono divise da anni, si ritrovano improvvisamente di nuovo legati nel tentativo di salvare il figlio 16enne di uno di loro, che rischia grosso essemdosi messo in una brutta situazione ricattato da dei carabineri corrotti....


Stefano Sollima è il regista di "Romanzo criminale- La serie", una delle mie serie tv preferite. Anche in questo suo ultimo film siamo a Roma, ma ai giorni nostri, con tre personaggi che potrebbero benissimo essere colleghi del Libanese & C. se questi ultimi avessero avuto il tempo di invecchiare. 

Sullo sfondo di una Roma notturna vitale ma anche tragica e piena di miserie morali, si consuma una storia che nonostante tutto è di riscatto e speranza: riscatto per tre vecchi criminali un tempo amici che la vita ha diviso, il loro riscatto consiste nell'allearsi un'ultima volta per salvare il giovane figlio di uno dei tre, che rischia di prendere una brutta strada. Lo faranno senza nemmeno riunirsi nè interloquire fra di loro, prchè il legame che li unisce è più forte anche di rancori, vendette e disgrazie varie. 

La speranza è quella per il giovane Manuel, che grazie al sacrificio (che lui non conosce) dei tre ex criminali potrà avere una seconda possibilità dopo essersi cacciato (per ingenuità più che per malignità) in un pasticcio più grosso di lui che potrebbe costargli caro. 


Una storia a suo modo toccante- forse in un modo insolito- raccontata con un ritmo serrato e atmosfere classiche  da crime movie, molto basato sulle interpretazioni degli attori, davvero notevoli anche dal punto di vista fisico: è uno di quei casi dove gli attori mettono la loro fisicità a disposizione del personaggio, facendone un tutt'uno con la personalità. 

Per quanto non indimenticabile (e secondo me non a livello di Romanzo criminale, ma qui sapete che sono di parte) un film davvero godibile.


sabato 10 febbraio 2024

La Storia, 2024

 


Regia di Francesca Archibugi, con Jasmine Trinca (Ida Ramundo), Francesco Zenga (Nino Mancuso), Mattia Basciani (Giuseppe Ramundo), Valerio Mastandrea (Remo), Lorenzo Zurzolo (Davide Segre), Elio Germano (Giuseppe Cucchiarelli), Asia Argento (Santina)


Nel 1941 Ida Ramundo, una maestra elementare vedova e madre dell’adolescente Nino, viene violentata da un soldato tedesco. Dalla violenza nasce Giuseppe, detto Useppe, un bambino intelligente e gioioso che vive un’infanzia serena pur tra le privazioni della guerra.
Per Useppe, il mondo è una continua scoperta e le persone che incontra amici indimenticabili; ma quando la guerra finisce e il peggio sembra passato, una brutta malattia segnerà le vite di Ida e del figlioletto….



Nuova versione del capolavoro di Elsa Morante (1974) dopo quella del 1985 con protagonista Claudia Cardinale. Ora, dovete sapere che quando mi arriva la notizia di una nuova trasposizione di qualche mio romanzo preferito ormai sono sempre indecisa tra "evviva!" e "Oddiomio, speriamo perlomeno di non vedere Useppe cinese, Cucchiarelli trans ecc", viste le mode imposte negli ultimi anni.

Stavolta sono felice di dire che il pericolo è stato scampato: a parte la parte iniziale, lo sceneggiato in questione è fedele al romanzo sia nello svolgimento della storia che nella caratterizzazione dei personaggi, penso che regista, sceneggiatori e attori abbiano fatto davvero un ottimo lavoro, sicuramente di non poco conto. In particolare Jasmine Trinca ha reso molto bene il personaggio di Ida accentuando anche la sua postura e la sua camminata, molto ben descritte nel libro e caratteristiche esterne della personalità del personaggio; ho molto apprezzato anche Asia Argento, insolitamente molto brava in un personaggio intenso ma anche simpatico, menzione particolare per i due giovani attori che interpretano Nino e Useppe , Francesco Zenga e Mattia Basciani: giovanissimi (uno ancora bambino ovviamente) ma già molto bravi a trasmettere l'intensità del rapporto che lega i due fratelli, e anche a rendere singolarmente i personaggi. 


Ma in generale devo dire che tutti gli attori sono stati ottimi, ho percepito inoltre una scenggiatura e una regia fatte con grande sensibilità, cosa che non è per nulla scontata nonostante l'argomento. All'interno della storia, sono tante le scene toccanti che riguardano la tragedia degli ebrei italiani e in particolare di quelli romani, deportati dal ghetto e mai più ritornati. 

Nelle ultime due puntate in un piccolo ruolo appare anche Romana Maggiora Vergano, la giovane attrice già interprete della figlia di Paola Cortellesi in "C'è ancora domani".

Finalmente un prodotto tratto da un romanzo coinvolgente e di spessore!







domenica 4 febbraio 2024

Enea, 2023


 Regia di Pietro Castellitto, con  Pietro Castellitto (Enea), Sergio Castellitto ( Celeste), Chiara Noschese (Marina), Cesare Castellitto (Brenno), Benedetta Porcaroli (Eva), Giorgio Quarzo Varascio (Valentino). 


Enea ha 30 anni, vive a Roma con i genitori e il fratello 15enne Brenno. Nonostante provenga da una famiglia ricca, assieme all'amico Valentino decide di entrare nel mondo dello spaccio ad alto livello della Roma- bene, con conseguenze prevedibilissime....




Lo ammetto subito: il film mi è piaciuto anche se non ho capito nulla.

Ambientato nella Roma dei quartieri alti, abbiamo il ritratto del tipico giovane proveniente da una famiglia benestante, colta, almeno a parole di sani principi e a suo modo unita. In realt, i problemi ci sono e sono parecchi: il fratello 15enne Brenno ha evidenti difficoltà scolastiche e relazionali, i due genitori hanno problemi che tengono per sè e lo stesso Enea (che ufficialmente gestisce un locale di sushi) vive di stravizi, tra mega feste, nottate in discoteca e vizi che pur essendo benestante può permettersi solo pippando e spacciando droga assieme all'amico Valentino. 

Ovvio che con una vita così non si possa stare del tutto tranquilli, difatti i due finiranno coinvolti in una vicenda che man mano saranno incapaci di gestire; nel frattempo Enea si innamora di Eva, conosciuta al corso di tennis, ma questa storia non pare cambiare più di tanto il corso delle cose. Sopratutto per il fatto che come storia d'amore funziona molto poco: non c'è coinvolgimento, non c'è profondità, non c'è nulla secondo me, nemmeno nell'unica scena di sesso. Francamente non si capisce il senso di inserirla visto che non serve a nulla.

Non che il resto del film sia troppo approfondito: nè i rapporti con i familiari, nè il personaggio stesso di Enea riescono a risultare coinvolgenti o perlomeno credibili, anche se singolarmente gli attori funzionano e Castellitto jr è abbastanza simpatico da permettere di affezionarsi al personaggio quel tanto che basta per chiederci come andrà a finire. Però tutto viene lasciato in balìa di spezzoni, accenni, cose che apparentemente non c'entrano nulla e che in effetti, non spiegano un bel niente all'interno del film. 


Ad esempio a un certo punto Enea dice: "tutto quello che faccio è per far ridere le persone che amo", peccato che poi all'interno del film non solo non si vede nulla di tutto ciò, ma le persone che ama non sembrano già di loro particolarmente allegre, nemmeno quando sono con lui. Gli unici due personaggi che regalano qualche soddisfazione sono i due criminali con cui Enea si ritroverà invischiato, destinati purtroppo a breve vita. 

Visivamente ed esteticamente regala invece parecchie soddisfazioni, l'ambientazione romana poi - una fra le mie favorite- da sola varrebbe il biglietto. Colpo di scena finale da infarto. 






sabato 3 febbraio 2024

Carl Weathers

 E' morto all'età di 75 anni l'attore americano Carl Weathers.


Nato a New Orleans nel 1948, prima di esordire al cinema nel 1975    con il film   "Bucktown" ebbe un passato coem giocatore di football americano. La fama arrivò un anno dopo con il ruolo di Apollo Creed in "Rocky", che mantenne fino al quarto film della serie (1985). Tra gli altri suoi film si ricordano "Predator"(1987), "Incontri ravvicinati del terzo tipo" (1977), "Caccia selvaggia" (1981).

Lavorò molto anche in tv, sia come attore che come regista.





mercoledì 31 gennaio 2024

il flauto a sei puffi ( La Flutè a six ), 1976


 Regia di Peyo e Eddie Lateste, con le voci italiane di: Mauro Gravina (John), Matteo Guadagno (Solfamì), Mario Bardella (Il re), Franca Dominici (Madame Barbara), Arturo Dominici (Grande Puffo).


Dal Web

"Il cavaliere John e il menestrello Solfamì cercano di fermare l'astuto ladro Matteo Manolesta, giunto per rubare un flauto magico. Per aiutarli il mago Omnibus li spedisce nel villaggio incantato dei Puffi...."




Quando ero piccola uno dei film natalizi regolarmente mandati in onda dalla televisione era questo "Il flauto a sei puffi", per me imperdibile e che ovviamwnt da subito è diventato uno dei miei classici natalizi preferiti. 

Si tratta di una specie di prequel alle storie raccontate nel cartone animato, dato che i veri protagonisti sono John, Solfamì e gli altri popolani del villaggio; i puffi compaiono solo nella parte centrale, e questo è il primo incontro tra gli omini blu  e i loro amici umani (amicizia che viene data per assodata nella serie animata). 

Un cartone divertente e simpatico, ben fatto nella sua semplicità; a me piace ancora oggi e me lo riguardo volentieri, anche se francamente non so se potrebbe piacere ai bambini di oggi, abituati a una così diversa tecnica di animazione.





Sandra Milo

 E' morta all'età di 90 anni l'attrice Sandra Milo

Vero nome Elena Salvatrice Greco, era nata nel  1933 a Tunisi ma  vissuta sin dai primi anni della sua vita in Toscana. Esordì nel mondo del cinema nel 1955 con "Lo scapolo" di Antonio Pietrangeli. Nel corso degli anni '60 si impose come attrice prevalentemente in commedie ma anche in ruoli più seri; dopo un periodo di allontanamento dalle scene per dedicarsi alla famiglia ritornò al cinema e in tv negli anni '80, conducendo svariati programmi tv (Piccoli Fans, L'amore è una cosa meravigliosa, La vita in diretta, L'isola dei famosi ecc). 

tra i suoi film si ricordano: "Il generale Della Rovere" (1958), "Mio figlio Nerone" (1956 ), "Adua e le compagne" (1960 ), "Fantasmi a Roma" (1961 ), "8 e 1/2! (1963 ) "La visita" (1963 ), "Giulietta degli spiriti" (1965 ), "Il cuore altrove" ( 2005), "La perfezionista" (2009 ), "Il velo di Maya" ( ), "A casa tutti bene" (2018 ), "Il più bel secolo della mia vita" (2023 ).








sabato 27 gennaio 2024

50 km all'ora, 2023


 Regia di Fabio De Luigi, con Fabio De Luigi (Rocco), Stefano Accorsi (Guido), alessandro Haber (Corrado ). 



Rocco e Guido sono due fratelli che, a causa di dissapori familiari, non si vedono da una ventina di anni. Alla morte del padre     i due si ritrovano- inizialmente loro malgrado- per esaudire l'ultimo desiderio del defunto: essere sepolto accanto alla ex moglie (e madre dei due figli) al cimitero di Rimini. I due fratelli partono a bordo dei due motorini che il padre aveva costruito per loro quando erano ragazzi...


Il primo film al cinema del 2024 è una bella commedia italiana con uno dei miei attori preferiti, Stefano Accorsi. Fabio De Luigi invece non mi è mai piaciuto, ma devo dire che in questo film è stato una piacevo,e sorpresa sia come regista che come attore.

Seppure narrata con i toni della commedia, la storia è quella triste di una famiglia divisa da anni a causa della separazione dei genitori, dato che i due figli si sono schierati ognuno con il genitore preferito; per più d venti anni i due non si sono parlati, si ritrovano solo in occasione della morte del padre, e pur ritrovando un affetto evidentemente rimasto intatto capiscono anche di essersi perso un pezzo di vita senza l'altro. Ed è davvero triste che sia così. 


Il pregio principale del film a mio avviso, è proprio la chimica stabilitasi fra i due attori, che davvero sembrano fratelli, seppure totalmente diversi: Rocco più chiuso, non si è mai staccato dal paese natale e dalla figura paterna, che si intuisce si stata piuttosto esuberante, Guido giramondo e irresponsabile ma anche dotato di una leggerezza che al fratello manca. Il viaggio on the road servirà per riscoprire un legame ancora forte ma rovinato dalle vicissitudini familiari.

Un film agrodolce con sorpresa finale e con qualche momento di troppo che però non va ad inficiare il risultato finale. Si ride,si riflette, ci si commuove  e per quelli della mia età o poco più vecchie si fa anche un viaggio della memoria nel nostro più recente passato attraverso riferimenti musicali e di oggetti di uso comune.