martedì 28 giugno 2016

Bud Spencer

E' morto ieri a 86 anni l'attore Bud Spencer, che penso più di molti altri non abbia bisogno di presentazioni...
Vero nome Carlo Pedersoli, era nato a Napoli nel 1929 e inizialmente la sua carriera si incamminò nel mondo sportivo; fu infatti un grande campione di nuoto, il primo italiano a infrangere la barriera nel minuto nei cento metri stile libero (1950).
Esordì per caso come comparsa in "Quo vadis?"( ), e per molti anni l'attività sportiva andò di pari passo con quella cinematografica, sempre come comparsa o in piccoli ruoli. Il salto di qualità avvenne nel 1967 con "Dio perdona...io no!" di Giuseppe Colizzi, in cui recita per la prima volta con quello che diventerà il suo grande compagno di lavoro e caro amico: Mario Girotti, ovvero Terence Hill.
La coppia girerà, tra gli anni '70 e '80, 16 film, quasi tutti grandi successi di pubblico, entrati nella memoria collettiva anche grazie ai tanti passaggi tv: si ricordano "Lo chiamavano Trinità" (1970), "...continuavano a chiamarlo Trinità" (1971), "...altrimenti ci arrabbiamo!" (1974), "Due superpiedi quasi piatti" (1977), "Io sto con gli ippopotami" (1979)...e tantissimi altri, di cui l'ultimo "Botte di Natale" (1994).
Altri titoli del solo Bud Spencer (il cui nome d'arte fu scelto in omaggio all'attore Spencet Tracy): "la trilogia di "Piedone lo sbirro", "superfantagenio", "Big man", "Banana Joe", e la serie tv "I delitti del cuoco".
Ma inutile dire che la sua filmografia è lunghissima e che i titoli che la compongono non possono essere sconosciuti alla maggior parte degli italiani: ma sono venuta a sapere proprio in occasione della sua morte che era un attore molto apprezzato anche all'estero, in particolare in Spagna, Germania e Russia. Del resto. come spesso accade, la critica italiana lo ha sempre snobbato: che mi risulti, ha vinto un solo David di Donatello nel 2010, e per la carriera. Se pensiamo che è stato omaggiato perfino al Festiva Di Cannes.....
Devo confessare una cosa: nonostante la simpatia per i due attori, sia singolarmente che in coppia, ho visto solo due film e poi ho lasciato perdere perchè non mi sono  piaciuti granchè; ora un po' me ne dispiaccio, vedrò di recuperare almeno i più famosi.





venerdì 17 giugno 2016

Finalmente...

....in questo 2016 di xxxxx posso togliere per una volta alla mia vita il tag "mai 'na gioia": sono riuscita a realizzare un mio piccolo desiderio, avere la Barbie di "Colazione da Tiffany"!
Trovata scontatissima- quasi regalata!- ma in ottime condizioni...eccola qui, finalmente mia!!
!!




martedì 14 giugno 2016

Alice attraverso lo specchio (Alice trough in the looking glass), 2016





 Regia di James Bobin, con Mia Wasikowska (Alice), Johnny Depp (Cappellaio Matto), Anne Hathaway (Regina Bianca), Helena Bonham Carter (Regina Rossa), Sascha Baron Cohen (Il Tempo).




Tre anni dopo le precedenti avventure nel Paese delle Meraviglie, Alice viene riconvocata dagli abitanti del Sottomondo: il Cappellaio Matto è entrato in crisi, ha perso la sua Moltezza e tutti sono molto preoccupati per lui.
Molti anni prima la famiglia del Cappellaio era stata distrutta dal Ciciarampa, ma di recente il Cappellaio ha trovato un indizio che gli ha messo in testa l'idea che la sua famiglia possa essere invece sopravvissuta- magari prigioniera- da qualche altra parte;la depressione sta mettendo a rischio la sua vita, così la Regina Mirana incarica Alice di trovare la Cronosfera del tempo e tornare indietro nel tempo per evitare che il terribile fatto avvenga....




Vagamentissimamente ispirato al romanzo di Lewis Carroll "Attraverso lo specchio ( ), è il seguito di "Alice in wonderland" di Tim Burton; cambiato il regista, mantiene lo stesso cast e la scelta di stravolgere del tutto la storia originale raccontandone un'altra totalmente diversa.
Se ciò può risultare  irritante e deludente per i fans del romanzo originale, d'altra parte non si può dire che sia un film poco riuscito; personalmente, non amo questo tipo di cose che io definisco "operazione stravolgimento", ma questo caso rappresenta un'eccezione.
Ormai la modernizzazione è d'obbligo, non c'è film- anche tratto da un romanzo ottocentesco- dove la figura della protagonista non debba essere per forza una femminista ante litteram; e così ecco che abbiamo un'Alice addirittura capitana di vascello, che per tre anni ha attraversato gli oceani sulla nave del padre defunto indomita e sprezzante dei pericoli, tipo piratessa; francamente se ne poteva pure fare a meno, Alice ha una sua personalità ben definita, decisa e anticonformista già di suo. 

Tornata a casa, Alice scopre che al mondo non interessa nulla delle favolose esperienze da lei vissute; si scontra con la difficoltà a farsi accettare non solo in quanto donna, ma sopratutto in quanto donna "particolare" e sicuramente diversa anche dalle donne indipendenti dell'epoca. Provvidenziale quindi la richiesta di aiuto che giunge da parte dei personaggi del Sottomondo, dove tutti vengono accettati e non giudicati, e dove Alice è praticamente considerata una star; una botta di autostima per la nostra, che viene incaricata addirittura di salvare la vita del povero Cappellaio Matto, stavolta ammattito- secondo gli amici- in maniera grave: è convinto infatti che la sua famiglia possa essere ancora viva, e il non essere creduto nemmeno da Alice lo getta nello sconforto più nero.
Francamente non si capisce perchè sia Alice a doversi sbattere per risolvere il rompicapo riguardo alla famiglia del Cappellaio e non quest'ultimo, che nonostante il sospetto non ha nemmeno pensato a cosa si potesse fare per accertarsi della reale situazione; tolta questa castroneria, comincia un viaggio a ritroso nel tempo dove molte cose verranno svelate su molti personaggi....e dove scopriremo che Mirana, la Regina Bianca, non è così pura e immacolata, così come scopriamo che Erasbeth, la terribile Regina Rossa evidentemente liberata dal suo esilio, è in parte giustificata nel suo atteggiamento dispotico da una grave disgrazia accadutale da bambina, che le ha provocato l'enorme testone per cui è sempre stata derisa (e qui, diciamocelo, non ho potuto non provare solidarietà per lei: in pratica Erasbeth è vittima di bullismo, praticato involontariamente anche dallo stesso Cappellaio). Inutile dire che tutto finirà al meglio,  e che il viaggio nel tempo farà maturare ancora di più l'eroina, che capirà finalmente l'importanza della famiglia (la sottovalutata madre), tema principale di questo film a mio avviso.
Nonostante la mia ammirazione per Tim Burton, una volta tanto devo ammettere che perdendo il regista del primo capitolo (per una grossissima delusione) il film ci ha guadagnato in semplicità narrativa, oltre ad avere più elementi realmente fantastici e non fantastico-orridi; la storia e i personaggi sono più lineari, e il migliore personaggio è sicuramente il Tempo interpretato dal bravissimo Sascha Baron Cohen: non un vero cattivo e nemmeno un vero nemico, ma anzi un inaspettato alleato che insegue Alice evitando che causi guai più grossi modificando il passato.
Così come nel primo film non ho particolarmente apprezzato Mia Wasikowska nel ruolo di Alice anche se non è certo da buttare, per il resto del cast tutti bravi ma senza strafare. 
Film molto colorato, in questo ricorda la versione disneyana.
 Insomma...da prendere così com'è.








domenica 12 giugno 2016

Salvo D'Acquisto, 1975


Regia di Romolo Guerrieri, con Massimo Ranieri (Salvo D'Acquisto),Lina Polito (Martina) Enrico Maria Salerno (Rubino), Massimo Serato (Haider).







1943: in un paesino campano la caserma dei carabinieri viene vista dagli abitanti stremati dalla guerra e impauriti dai tedeschi come un baluardo di sicurezza a cui rivolgersi.
Durante l'assenza del maresciallo la caserma  è sotto la responsabilità del brigadiere Salvo D'Acquisto; un giorno, durante un sopralluogo delle truppe tedesche in un deposito di munizioni, un'esplosione improvvisa causa la morte die due soldati; nonostante il fatto sia puramente casuale i tedeschi parlano subito di attentato.....




Imbarazzante versione cinematografica che ha l'unico merito di omaggiare una delle figure più eroiche e amate dell'Arma dei Carabinieri: Salvo D'Acquisto, il giovane brigadiere di 23 anni che si dichiarò colpevole di un attentato (che in realtà non era nemmeno tale) per salvare la vita a 20 ostaggi innocenti.
Sono sempre favorevole a questo tipo di film e ho già spiegato più volte il perchè, ma devo dire che - come spesso accade per i film trtti dai romanzi- a volte il risultato è al di sotto delle aspettative; nella fattispecie ritengo che la storia fosse già di per sè drammatica senza aggiungere un notevole tono da melodramma napoletano alla narrazione, compresa una (falsa) relazione sentimentale fra D'Acquisto e una giovane del paese.
Buona invece la ricostruzione storica del clima del periodo, in cui gli abitanti del piccolo paese, impauriti dagli occupanti, sfiniti dalla guerra e allo sbando come tutto il resto del Paese si aggrappano  alla caserma dei carabinieri , che cercano in ogni modo di aiutare i poveretti. E buona anche la performance attoriale del protagonista Massimo Ranieri (su cui francamente si possono avere pochi dubbi), circondato da validi comprimari che se la cavano dignitosamente; non è certo colpa loro se il film risulta inutilmente smielato e noioso.

Pazienza, il fine giustifica i mezzi....




lunedì 6 giugno 2016

La pazza gioia, 2016

 Regia di Paolo Virzì, con Micaela Ramazzotti (Donatella Morelli), Valeria Bruni Tedeschi (Beatrice Morandini Valdirana), Anna Galiena (Luciana Morelli), Marco Messeri (Floriano Morelli).







Beatrice e Donatella si conoscono in un OPG dove entrambe si stanno sottoponendo a una terapia di recupero imposta loro dalla legge; la prima è una nobile decaduta con vari disturbi compulsivi tra cui mitomania,ladra, incline a mentire e a imbrogliare, la seconda invece è una donna con un passato tragico a cui è stato tolto il figlio, dato in adozione. Tanto la prima è logorroica e invadente (anche se incapace di creare legami con nessuno), tanto la seconda è silenziosa e chiusa in sè stessa. Inspiegabilmente le due fanno amicizia, e un giorno- complice il ritardo del pullman dell'istituto che doveva riportarle a casa dopo il lavoro in un vivaio- le due fuggono prendendo un autobus.
Inizialmente gli scopi della fuga sarebbero diversi: Donatella vorrebbe rintracciare il figlio per vederlo almeno da lontano, mentre Beatrice vorrebbe raggiungere un suo ex amante galeotto ora ai domiciliari; ma la fuga verso "la pazza gioia" del titolo unirà le due donne molto più di quello che loro stesse si aspettavano....




Un film molto bello ma anche - a mio avviso- molto forte emotivamente  in alcuni punti. Dalla mia, devo dire che forse ho il fatto di aver vissuto alcune problematiche (in maniera un po' diversa da quelle trattate qui, non così drammatica ma altrettanto pesante) di quelle trattate con una persona a me vicina; senza contare che  essendo da poco sopravvissuta a un incidente stradale e avendo- anni fa eh!- un'altro incidente identico a quello di cui, verso la fine del film, rimane vittima la Ramazzotti (con la differenza che io avevo ragione perchè stavo attraversando sulle strisce)....la serata per me è finita che sono uscita con un mal di testa talmente forte che ho dovuto farmi riaccompagnare a casa dalle amiche con cui ero, lasciando la macchina nel parcheggio dove l'avevo messa e tornando a prenderla il giorno dopo.
Excursus personale a parte, il film in sè è molto bello e conferma la capacità di Virzì di raccontare con sensibilità  gli esseri umani e in particolare le donne con i loro tormenti, sentimenti, fragilità, poco tollerati in un mondo sempre più veloce e incomprensibile, dove  si ha l'obbligo di essere ottimisti e felici a tutti i costi altrimenti si viene etichettati come perdenti, lagnosi,"pittime" e si viene messi al bando. Non c'è spazio nella nostra società perchè ha una sensibilità più acuta, per chi è veramente "diverso".
Ed ecco che una giovane madre in difficoltà, anzichè ottenere aiuto e supporto dalle istituzioni, viene ulteriormente vessata togliendogli il bimbo anche quando- per amor suo- arriva ad ammettere di essere "nata triste" e di voler essere curata: fa niente se la poverina è vittima di un padre che se n'è sempre fregato di lei, di una madre forse troppo svagata e indifferente, di un ex che definire stronzo è offensivo per gli stronzi. Donatella è praticamente stata fatta impazzire dagli altri ma sarà l'unica a pagare per anni di "mobbing affettivo" , e quando compirà un gesto inconsulto le porteranno via il figlio dandolo in adozione (giusto, purtroppo al di là delle colpe quando avvengono certe cose la cosa più importante è la salvaguardia dei minori!), facendole precipitare ancora di più in una spirale autodistruttiva dalla quale solo nel finale si vedrà un barlume di luce...ma sappiamo tutti che da questo tipo di percorsi si resta marchiati a vita, anche se ci si recupera.

Beatrice invece è una donna appartenente a una famiglia nobile, ex moglie di un importante avvocato e fino a un certo punto della sua vita abituata a frequentare ambienti di lusso e personaggi importanti;a quanto sembra però, non è tutto oro ciò che luccica e la donna ad un certo punto è incappata in una storia d'amore sfortunata con un mezzo criminale che ha aiutato in varie truffe e reati, venendo per questo condannata e precipitando sempre più nella sue amnie e nei suoi problemi. Come personaggio a mio avviso è più complesso di quello di Donatella, perchè per lei non è cos evidente la causa del disagio psichico e dei suoi problemi, e oltretutto non sempre è evidente e e netto cosa sia vero o meno di ciò che racconta di sè; solo nella scena più importante, quando l'amica si apre raccontandole per intero la sua storia, abbiamo una rivelazione su quale possa essere stato il suo passato e quanto queste due donne apparentemente così diverse siano in realtà fin troppo simili.
Un po' "strana coppia", un po' Thelma & Louise, el due protagoniste Ramazzotti & Bruni Tedeschi funzionano benissimo sia come coppia che prese singolarmente, complementari l'una all'altra nelle loro caratteristiche fisiche e psicologiche; mattatrici quasi assolute sono coaiduvate anche da bravi comprimari (gli squallidi genitori di Donatella, Marco Morelli e Anna Galiena, i genitori adottivi di Elia, lo staff dell'OPG), con un piccolo appunto: ma 'sta "pazza gioia" del titolo dove starebbe, visto che si vede solo sofferenza e dolore?!