mercoledì 1 giugno 2022

Era d'estate, 2015


Regia di Fiorella Infascelli, con Massimo Popolizio (Giovanni Falcone), Beppe Fiorello (Paolo Borsellino), Valeria Solarino (Francesca Morvillo), Claudia Potenza (Agnese Piraino Leto), Elvira Cammarone (Lucia), Giovanni D'Aleo (Manfredi), Sofia Langlet (Fiammetta), Elisabetta Piccolomini (Suocera di Falcone).

Nell'estate del 1985 Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che stanno lavorando alla realizzazione del primo maxiprocesso di mafia, vengono trasferiti per sicurezza sull'Isola dell'Asinara assieme alle loro famiglie. Nonostante la bellezza del posto, la situazione è molto pesante non solo per le minacce ricevute dai due giudici ma anche per vari problemi con i rapporti familiari...






Sono appena trascorsi trent'anni dalla Strage di Capaci, nella quale persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo anch'essa magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro. 
Anche se con qualche giorno di ritardo voglio ricordare il terribile avvenimento con al recensione di questo film, che tratta una parte un po' trascurata della carriera di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che ha coinvolto di conseguenza anche le rispettive famiglie: l'estate trascorsa sull'Isola dell'Asinara sulla quale i due magistrati e le rispettive famiglie furono trasferiti a forza per metterli in sicurezza date le minacce della mafia, proprio mentre essi stavano preparando il maxiprocesso.



La cosa che più colpisce in questa storia è sicuramente il contrasto tra la bellezza del luogo dove le due famiglie sono relegate e la situazione effettiva in cui si trovano: apparentemente potrebbe essere una vacanza stupenda e felice, ma in realtà aleggia sempre lo spettro di quello che è in realtà: un rifugio dal pericolo della mafia, un luogo dove chi vi si trova vi è stato portato senza possibilità di scelta, all'ultimo momento, in fretta e furia e senza poter nemmeno preparare il necessario    . Insomma nonostante la bolla si serenità che il gruppo si sforza di creare sia per sè che per i tre ragazzini, la reale situazione aleggia sempre su di loro. E difatti la figlia di Borsellino, Lucia, cominciò qui a mostrare i primi segni evidenti dei disturbi alimentari che l'affliggeranno per molto tempo.
Come sempre in queste storie colpisce la solitudine e l'ostilità da cui i due giudici erano circondati,sopratutto da chi avrebbe dovuto invece difenderli e agevolarli nel loro compito: basti pensare che lo Stato non mandava loro i faldoni che essi avevano richiesto per mettere in piedi l'istruttoria, oltre a lasciare loro e le famiglie privi di informazioni riguardanti la loro sicurezza e il loro futuro. Ecco perchè non sopporto i salamelecchi con cui vengono trattati oggi a ogni anniversario: perchè spesso quelli che si profondono in omaggi all'epoca furono quelli che li ostacolarono.

Prima di vedere il film avevo qualche dubbio su Massimo Popolizio e Beppe Fiorello come protagonisti dato che avevo apprezzato moltissimo altre interpretazioni; mi sbagliavo perchè i due attori (sopratutto Fiorello, forte della sua sicilianità) danno vita a due interpretazioni molto valide, sia singolarmente che in coppia. Piuttosto, non ho capito molto la scelta di dare così poco spazio alla figura di Francesca Morvillo, che qui mi pare conti solo come compagna di Falcone e non come una professionista anch'essa.





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