giovedì 20 ottobre 2022

Il bar delle grandi speranze (The tender bar), 2021


 Regia di George Clooney, con Ben Affleck (Charlie   ), Daniel Ranieri (J.R Moringer bambino), Lily Rabe (Dorothy), Christopher Llooyd (il nonno), Tye Sheridan (J.R Moringer giovane)


USa, anni '70: dopo la fine del proprio matrimonio Dorothy torna assieme al figlio J.R a Long Island nella casa natale dei genitori, dove vivono anche il fratello Charlie e una sorella con i propri figli. 

Il piccolo JR crescerà così con la famiglia materna, con pochissimi contatti con il padre DJ che lui cerca comunque ascoltando la sua voce alla radio; per fortuna stabilisce un rapporto di forte affetto con lo zio Charlie....




Tratto dall'omonimo romanzo autobiografico (2005)  di  J.R Moeringher, è uno di quei film che definisco "occasioni mancate" dato che mi è piaciuto, avrebbe avuto tutte le carte in regola per diventare uno di quelli di ricordare...ma niente, non è scattato il feeling, qualcosa è mancato.

E' il tipico romanzo di formazione, una storia autobiografica che parte dalla descrizione dell'infanzia (la parte più riuscita a mio avviso). Il piccolo protagonista, J.R assiste al divorzio dei genitori e all sparizione del padre, un famoso Dj che il figlio da quel momento sentirà prevalentemente per radio; con la madre torna a vivere nella casa dei nonni, affollata di persone e caotica ma che lui continuerà ad amare anche da adulto nonostante la madre cerchi di inculcargli che "questa non è una vera casa"; tra i parenti spicca lo zio Charlie a cui JR è molto legato e che inevitabilmente diventerà per lui come un secondo padre. Charlie gestisce un bar chiamato "      " che per il nipote diventerà una seconda casa e dove tornerà ogni volta che avrà bisogno di consolazione o consigli di vita. Il tutto nella cornice degli USA anni '70 e '80,una cornice un po' superficiale a dire la verità dato che viene illustrata quasi unicamente attraverso cambi di look dei personaggi e canzoni dell'epoca: poco o nulla viene accennato dei vari cambiamenti storici e sociali di quegli anni.


La storia è bella e scorre, ma ho spesso avuto la sensazione che appunto scorresse un po' troppo in fretta, senza approfondire vari aspetti e lasciando in superficie molti altri seppure si capisce vengono considerati importanti, tra cui l'amore per i libri che JR respira fin da piccolo in casa dei nonni e nel bar di Charlie, che si chiama "The Dickens" (il titolo italiano fa riferimento appunto al nome del locale e alla velata preferenza mostrata verso questo autore), in cui tra l'altro è presente un elemento insolito per l'epoca: "una mini biblioteca, antesignana dell'odierno book crossing. Oppure, la passione per la letteratura e la scrittura del giovane JR che non è poi così chiara, parecchi lati della vita di JR adulto (la parte dell'infanzia invece è la migliore)...insomma parecchie cose lasciate in sospeso. 

Il punto di forza del film secondo me sono gli attori, veramente bravi: Ben Affleck particolarmente adatto nel ruolo dello zio single, un po' rude che sarà il punto di riferimento per il nipote orfano di padre senza sostituirsi a lui, il piccolo Daniel Ranieri voce narrante del racconto e bambino che deve affrontare i propri problemi venendo talvolta investito da quelli degli altri (in particolare della madre), Lily Rabe madre affettuosa proiettata nel futuro per amore del figlio e sopratutto un grande Christopher Lloyd nel ruolo dell'eccentrico e burbero nonno, che però sa prendersi cura dei propri familiari. 

Un film che mi sento comunque di consigliare in quanto ben diretto e realizzato, con una storia molto godibile.








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